Sei sulla pagina 1di 71

Alberto Mirandola

ENERGIA, AMBIENTE, CLIMA:


dati, riflessioni, certezze, incertezze

Master in Comunicazione delle Scienze


2018-19
Una comunicazione corretta in campo scientifico
richiede
- Prendere conoscenza del problema (nel nostro caso: i problemi
dell’energia e le loro implicazioni).
- Informarsi sull’evoluzione, sullo stato attuale e sulle prospettive della
materia di cui si desidera trattare.
- Cercare e confrontare dati obiettivi, di provenienza scientifica senza
precostituire una “verità” di parte.
(Si corre questo pericolo in molti casi, specialmente quando gli aspetti
tecnico-scientifici confinano con la politica).
- Quando si affrontano problemi complessi, prima di esprimere
«certezze» ricordare che la conoscenza è sempre in evoluzione.
Programma di queste conversazioni
Prima parte:
Introduzione al linguaggio e ad alcuni concetti basilari del settore:
- fonti e vettori energetici;
- alcune unità di misura in campo energetico;
- forme energetiche: dalle risorse ai consumi finali; tipi di impianti
esistenti;
- densità di energia e di potenza; rendimenti e loro evoluzione
storica.
Seconda parte:
Risorse, consumi energetici e aspetti ambientali: evoluzione, situazione
nel mondo e riflessioni.
Il clima e i suoi cambiamenti.
Terza parte:
Etica e correttezza della comunicazione nel settore
energetico-ambientale.
Fonti energetiche
Forme di energia che si trovano in natura:
- energia solare nelle sue diverse forme (radiazione diretta, vento,
biomasse, salti idrici, geotermia, onde);
- combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale);
- materiali fissili (uranio prevalentemente).
Statistiche sulle fonti energetiche: riguardano solo le fonti commerciali.

Forme di energia negli usi finali


Forme di energia utilizzate:
- energia termica;
- energia meccanica;
- energia elettrica.

Per convertire le fonti nelle forme finali utili:


macchine e impianti di conversione energetica.
Massa e Portata, Energia e Potenza
Massa
Quantità contenuta in un campione di una certa sostanza
(kg, g, ton, ecc.).
Portata
Quantità o volume di una sostanza che fluisce o si libera nell’unità di
tempo (kg/s, m3/s, kg/ora, ton/anno).
Energia
Quantità contenuta in una certa massa di risorsa energetica; si esprime
con diverse unità di misura (kcal e suoi multipli, Joule e suoi multipli).
Come concetto è assimilabile a quello di massa.
N.B.: il kWh è una unità di energia, non di potenza.
Potenza
Quantità di energia che si libera o si sviluppa nell’unità di tempo
(kcal/s, J/s=W, kJ/s=kW).
Come concetto è assimilabile a quello di portata.
Unità di misura
1 kcal= 4,186 kJ
1 tep = 107 kcal = 4,186 ·107 kJ  1 Mtep = 1013 kcal (nelle statistiche)
1 tep  1200 Nm3 di gas naturale (circa)
1 Mtep = 1,2 · 109 Nm3 di gas naturale
1 kWh= 860 kcal = 860 · 4,186 kJ = 3600 kJ
1 MWd= 24000 kWh = 24000 · 860 kcal  2 tep (circa)

Poteri calorifici (inferiori) Hu dei combustibili


Legno 3000-3900 kcal/kg
Carbone 5000-7500 kcal/kg
Petrolio  10.000 kcal/kg (circa) = 107 kcal/ton
Metano 12.776 kcal/kg (=0,67 kg/Nm3 Hu= 8560 kcal/Nm3)
Idrogeno 33.944 kcal/kg (=0,10 kg/Nm3 Hu= 3394 kcal/Nm3)
Gas naturale  8250 kcal/Nm3 (è una miscela di gas diversi)
Biogas 3000-5000 kcal/Nm3
Fonti rinnovabili e non rinnovabili
Fonti rinnovabili = fonti che saranno disponibili per un tempo
indefinito, in quanto il loro flusso dipende dai cicli naturali;
tipicamente: energia solare nelle sue diverse forme.

Fonti non rinnovabili = fonti che si sono formate in tempi lunghissimi e


che costituiscono delle scorte; la loro disponibilità si riduce nel tempo
man mano che esse vengono utilizzate;
tipicamente: i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) e i
materiali fissili (uranio).
Fonti, conversione, usi finali
Densità (qualità) dell’energia

limite tecnologico

ENERGIE En.
PREGIATE potenziale Energia Energia
(meccanica, elettrica) idrica meccanica elettrica
Densità di potenza [W/m ]

limite tecnologico
m ENERGIE
TERMICHE A TEMP. En. chimica Energia
MEDIO-ALTA; combustib. termica
COMBUSTIBLI
limite disponibilità
ENERGIE
TERMICHE A BASSA Energia
TEMP. solare
FONTI RINNOVABILI

Densità di energia [J/m ]


Fonti e vettori energetici
Idrogeno ed elettricità sono prodotti di trasformazione, cioè
sono vettori energetici, non fonti. L’idrogeno, infatti, esiste in natura,
ma non allo stato libero, bensì solo in composti chimici che lo
contengono (acqua, idrocarburi). Per utilizzarlo, bisogna separarlo dai
composti che lo contengono, spendendo energia.
L’idrogeno quindi non è una fonte; comunque è un combustibile:
- potrà dare un contributo locale alla riduzione dell’impatto ambientale;
ma non un contributo come fonte;
- sarà un vettore importante, capace di condizionare, almeno in parte,
i metodi di trasporto e uso dell’energia, però a medio (lungo?) termine.
L’elettricità, forma energetica fondamentale nella vita di oggi in molti
settori, potrà diffondersi anche nell’autotrazione (vetture elettriche ed
ibride), ancora una volta a medio termine.
I principi della termodinamica
(espressi in modo divulgativo)
1° principio
L’energia non si crea, né si distrugge, ma soltanto si trasforma da una
forma ad un’altra. Ciò avviene negli impianti di conversione energetica.
Sotto questo aspetto le diverse forme di energia sono equivalenti; per
ciascuna di esse si possono usare le stesse unità di misura. Ma …
2° principio
E’ impossibile convertire integralmente energia termica in energia
meccanica: si può attingere energia termica da una fonte ad una certa
temperatura e convertirne una parte in energia meccanica; la parte
rimanente deve essere rilasciata sotto forma termica verso un ambiente a
temperatura inferiore. La conversione di energia termica in energia
meccanica è di fondamentale importanza nella nostra società.
I rendimenti di questa trasformazione hanno subito un’evoluzione
importante nel tempo, con il progredire della tecnologia.
Come “difendersi” in parte dal 2° principio: la cogenerazione.
Trasformazione di energia termica
in energia meccanica (elettrica)
Evoluzione storica dei rendimenti
Anno Rendimento
1700 0,5-1,0 % macchina a vapore di Newcomen (1712),
poi di Watt (1756) e di Smeaton (1772)
1800 5,0 macchina a vapore
1850 10,0 macchina a vapore
1900 20,0 macchina a vapore
1950 36,0 centrale a vapore
1970 40,0 centrale a vapore, grosso motore Diesel
2000 40,0 turbina a gas, grosso motore Diesel
2000 50,0 centrale a ciclo combinato
2010 45,0 centrale a vapore, turbina a gas,
grosso motore Diesel
2014 60,0 centrale a ciclo combinato
I combustibili fossili
Carbone
- uso massiccio dopo l’invenzione della macchina a vapore;
- combustione relativamente difficile (oggi si usa polverizzato);
- contiene molto carbonio (produce molta CO2);
- è solido, quindi il trasporto è relativamente costoso.
Petrolio
- elevata densità di energia  economico lo stoccaggio e il trasporto
via oleodotto o via nave;
- viene convertito in prodotti diversi (olio pesante, gasolio, benzina,
ecc.); si presta ad usi diversi; oggi i suoi derivati sono usati
soprattutto nei trasporti stradali e aerei;
- brucia con maggiore facilità e produce meno CO2 del carbone.
Gas naturale
- bassa densità di energia  costoso lo stoccaggio e il trasporto
via gasdotto (stato gassoso) o via nave (liquefatto);
- brucia con facilità e produce meno CO2 del petrolio.
L’energia, l’uomo e l’ambiente
- L’energia è il motore della vita, dei fenomeni naturali,
delle attività umane.
- L’energia ha condizionato lo sviluppo della storia e dell’umanità:
infatti c’è correlazione tra il consumo energetico, l’andamento della
popolazione e i principali parametri dell’economia (vd. grafico
seguente).
- Anche l’ambiente ha condizionato la nostra storia. L’ambiente è
cambiato profondamente nel tempo a causa dei continui mutamenti
climatici. Lo sviluppo della popolazione e delle attività umane ha a sua
volta condizionato e modificato l’ambiente.
N.B.
Gli animali si adattano all’ambiente; l’uomo invece tende a modificarlo
per renderlo adatto ai suoi bisogni. Ciò si può fare entro certi limiti:
è uno dei problemi cruciali del presente e del futuro.
Popolazione (demografo A.J.Coale) ed energia dal 1000 al 2000
(stime 2018: 7.6 miliardi, circa 14000 Mtep/anno)

6 miliardi
Popolazione
Consumo energetico (Mtep/anno)

mondiale:
Anno Milioni
0 160
Popolazione

500 255
1000 254
1500 460
1750 770
1800 1000
1900 1522 1 miliardo
≈254 milioni
I problemi energetici
• popolazione 
• energia  conflittuali
• ambiente 
In futuro: cambiamenti radicali;
se troppo rapidi  conseguenze drammatiche, violenze.
Quindi  gestire bene la transizione
intensificare la ricerca di soluzioni sempre migliori
Azioni:
- a breve termine: razionalizzare e migliorare i sistemi attuali;
diminuire gradualmente l’uso delle risorse non
rinnovabili e incrementare l’uso delle rinnovabili
integrando i relativi sistemi;
- a lungo termine: pianificare il futuro (nuove tecnologie,
nuovi sistemi organizzativi, ecc.).
Ripartizione approssimativa della
popolazione mondiale nel 2010 (stime ONU)
Densità
ab/km2
Asia 4150 milioni (60.8 %) 93
Africa 984 milioni (14.4 %) 32
Europa 720 milioni (10.5 %) 69
America latina 595 milioni ( 8.7 %) 30
USA e Canada 348 milioni ( 5.1 %) 18
Oceania 35 milioni ( 0.5 %) 4
----------------
6832 milioni

(7,6 miliardi nel 2018; previsti 9-10 miliardi nel 2040).


Alla fine del 2012 la Cina (circa 1350 milioni – 141 ab/km2) e l’India
(circa 1200 milioni – 365 ab/km2) contavano da sole poco meno del 40%
della popolazione mondiale. Bangla Desh: circa 1090 ab/km2.
Le fonti rinnovabili: quali sono? (1)
- Risparmio energetico: importante, anche se non è una vera fonte;
consente di prolungare la durata delle fonti non rinnovabili e di
limitare l’impatto ambientale.
- Energia idroelettrica: molto conveniente, ma quasi saturata in Italia
- Energia solare diretta:
solare termico (maggiori rendimenti)
solare fotovoltaico (minori rendimenti, ma in crescita)
interessante quando integrato nell’edificio
- Energia eolica: si, ma con potenzialità limitata in Italia
- Energia geotermica:
molto conveniente dove c’è, ma ce n’è poca;
interessanti gli usi innovativi su piccola scala abbinati a pompe
di calore (ancora molto costosi)
- Energia delle maree: solo in località con forti escursioni di livello
- Energia delle biomasse:
coltivazioni energetiche: si, ma quantità di energia limitate
materie legnose: si, se non si deforesta; attenzione alle emissioni
rifiuti: devono essere utilizzati con tecniche adeguate
Le fonti rinnovabili (2)
PREGI:
- Sono rinnovabili, cioè non si esauriscono
- Contribuiscono poco all’inquinamento
DIFETTI:
- Bassa densità di potenza: è fuorviante fare
assegnamento sull’energia globalmente disponibile,
senza considerare la potenza per unità di superficie
e il momento in cui questa è utilizzabile;
- Discontinuità e imprevedibilità (bisogna installare
sistemi alternativi per fronteggiare le indisponibilità);
- Rendimenti bassi
QUINDI:
- non possono fare miracoli a breve-medio termine
- però dobbiamo continuare con la ricerca
Le fonti rinnovabili (3)
Esempi di reale potenzialità sul territorio italiano (301000 km2)
Supponiamo di voler produrre il fabbisogno elettrico italiano
(330·109 kWh/anno) con:
- legna in centrali a biomassa  servono 1,5·106 km2 di boschi;
- aeromotori  servono 233.000 macchine da 1 MW, ammesso
che il vento soffi sempre a 10 m/s;
- pannelli fotovoltaici: servono 240.000 MW  6000 km2
(di cui 2000 di pannelli da pulire ogni 15-20 giorni!).
- biodiesel: supponiamo di sostituire il fabbisogno italiano per i
trasporti (42 Mtep) con biodiesel (1 ton/ettaro): servono
480.000 km2 di colture.
Per le fonti intermittenti ci vogliono sistemi integrativi di produzione
e di accumulo:
non sempre la potenza è disponibile quando serve.
Oggi (2018) le nuove fonti rinnovabili (esclusa quindi quella
idroelettrica) coprono circa il 3% del fabbisogno mondiale.
La questione degli incentivi
- Gli incentivi servono a far decollare una tecnologia se questa è utile.
- Quindi vanno adottati per tempi limitati, non per tempi indefiniti.
- Non devono essere troppo alti, per non distorcere eccessivamente
il mercato e provocare iniziative non condivisibili (esempio:
pannelli fotovoltaici nelle campagne, a scapito della produzione
agricola).
- Ogni tecnologia, a regime, deve autosostenersi.
Le fonti: servono tutte o no?
Servono tutte perché:
- la popolazione cresce;
- il consumo pro-capite cresce nei Paesi in via di sviluppo;
- nessuna fonte può risolvere da sola i problemi energetici dell’umanità;
- ciascuna fonte è adatta a determinati usi;
- l’integrazione delle fonti favorisce uno sviluppo equilibrato ed
armonico della tecnologia e del sistema economico;
- le diverse fonti hanno impatti diversi sull’ambiente, sull’economia,
sugli aspetti sociali.
Attenzione: quando si parla di innovazione nel settore energetico non si
deve pensare solo alle “fonti rinnovabili” (in quanto innovative), ma
anche agli “usi innovativi e più efficienti delle fonti tradizionali,
le quali per ora sono dominanti”.
Sostenibilità
I pilastri della sostenibilità:
- risorse necessarie per sostenere la popolazione
(energia, cibo, acqua, materiali, ecc.)
- aspetti ambientali
- aspetti economici
- aspetti sociali

Devono essere considerati tutti quando si parla di sviluppo sostenibile.


In questo periodo di crisi globale particolare attenzione deve essere
dedicata agli aspetti socio-economici.

Tutte le risorse richiedono energia per essere utilizzate.


Perciò l’energia è la risorsa fondamentale.
Statistiche energetiche
Riguardano solo le fonti commerciali, quindi non conteggiano
l’energia solare che alimenta i cicli naturali, le coltivazioni, le foreste,
ecc.; si tratta di quantità enormi.

Sono conteggiati gli usi innovativi dell’energia solare a scopo


energetico: idroelettricità (la più consolidata), usi termici e fotovoltaici,
biomasse a scopo energetico, energia eolica, energia geotermica, ecc.

Nelle tabelle successive, riferite al 2010, i 36 Paesi hanno l’82% sia della
popolazione, sia del consumo energetico e sono così ordinati:
- prima tabella: Paesi ordinati secondo i consumi energetici totali
(ordine decrescente); l’Italia vi compare al 13° posto; nel 2013 è
passata
al 16° posto, essendo stata superata da Messico e Indonesia;
- seconda tabella: Paesi ordinati secondo la popolazione totale
(ordine decrescente).
NAZIONE POPOLAZIONE ENERGIA PRIMARIA CONSUMO ENERGIA ELETTRICA
(2010) CONSUMATA PRO CAPITE
Milioni di
abitanti % Mtep/anno % tep/ab. TWh kWh/ab. %

1 Cina 1338,10 19,42 2432,20 20,26 1,8177 4206,54 3143,67 19,73


2 Stati Uniti 309,60 4,49 2285,65 19,04 7,3826 4325,94 13972,67 20,29
3 Russia 141,90 2,06 690,94 5,76 4,8692 1036,78 7306,42 4,86
4 India 1188,80 17,25 524,23 4,37 0,4410 922,25 775,78 4,32
5 Giappone 127,40 1,85 500,87 4,17 3,9315 1145,27 8989,52 5,37
6 Germania 81,60 1,18 319,46 2,66 3,9150 621,00 7610,29 2,91
7 Canada 34,10 0,49 316,70 2,64 9,2872 629,91 18472,57 2,95
8 Sud Corea 48,90 0,71 254,97 2,12 5,2141 497,22 10168,17 2,33
9 Brasile 193,30 2,80 253,92 2,12 1,3136 484,75 2507,78 2,27
10 Francia 63,00 0,91 252,39 2,10 4,0062 573,20 9098,35 2,69
11 Iran 75,10 1,09 212,54 1,77 2,8301 226,10 3010,65 1,06
12 UK 62,20 0,90 209,08 1,74 3,3614 381,25 6129,37 1,79
13 Italia 60,50 0,88 172,05 1,43 2,8438 298,21 4929,06 1,40
14 Messico 110,60 1,60 169,15 1,41 1,5293 269,97 2440,97 1,27
15 Spagna 47,10 0,68 149,73 1,25 3,1790 300,43 6378,58 1,41
16 Indonesia 235,50 3,42 139,97 1,17 0,5944 166,37 706,45 0,78
17 Sud Africa 49,90 0,72 120,91 1,01 2,4230 268,13 5373,33 1,26
18 Turchia 73,60 1,07 110,88 0,92 1,5065 210,18 2855,73 0,99
19 Ucraina 45,90 0,67 118,02 0,98 2,5712 187,91 4093,90 0,88
20 Tailandia 68,10 0,99 107,94 0,90 1,5850 156,41 2296,84 0,73
21 Polonia 38,20 0,55 95,75 0,80 2,5066 157,42 4120,86 0,74
22 Egitto 80,40 1,17 81,05 0,68 1,0080 143,47 1784,39 0,67
23 Argentina 40,50 0,59 77,10 0,64 1,9038 128,47 3172,03 0,60
24 Pakistan 184,80 2,68 67,61 0,56 0,3659 90,44 489,40 0,42
25 Vietnam 88,90 1,29 43,96 0,37 0,4945 100,17 1126,77 0,47
26 Algeria 36,00 0,52 41,13 0,34 1,1426 45,17 1254,75 0,21
27 Colombia 45,50 0,66 32,21 0,27 0,7079 56,90 1250,49 0,27
28 Filippine 94,00 1,36 27,63 0,23 0,2939 67,74 720,67 0,32
29 Bangladesh 164,40 2,39 23,63 0,20 0,1437 NA NA NA
30 Nigeria 158,30 2,30 13,00 0,11 0,0821 NA NA NA
31 Sudan 43,20 0,63 5,00 0,04 0,1157 NA NA NA
32 Kenia 40,00 0,58 5,00 0,04 0,1250 NA NA NA
33 Etiopia 85,00 1,23 3,00 0,02 0,0353 NA NA NA
34 Myanmar 53,40 0,77 2,00 0,02 0,0375 NA NA NA
35 Tanzania 45,00 0,65 2,00 0,02 0,0444 NA NA NA
36 R. D. Congo 67,80 2,00 0,02 0,0295 NA NA NA
OCSE 1237,70 17,90 5568,29 46,39 4,4989 10904,83 8810,56 51,14
Mondo (2010) 6892,00 100,00 12002,35 100,00 1,7415 21325,11 3094,18 100,00
NAZIONE POPOLAZIONE ENERGIA PRIMARIA CONSUMO ENERGIA ELETTRICA
(2010) CONSUMATA PRO CAPITE
Milioni di
abitanti % Mtep/anno % tep/ab. TWh kWh/ab. %

1 Cina 1338,10 19,42 2432,20 20,26 1,8177 4206,54 3143,67 19,73


2 India 1188,80 17,25 524,23 4,37 0,4410 922,25 775,78 4,32
3 Stati Uniti 309,60 4,49 2285,65 19,04 7,3826 4325,94 13972,67 20,29
4 Indonesia 235,50 3,42 139,97 1,17 0,5944 166,37 706,45 0,78
5 Brasile 193,30 2,80 253,92 2,12 1,3136 484,75 2507,78 2,27
6 Pakistan 184,80 2,68 67,61 0,56 0,3659 90,44 489,40 0,42
7 Bangladesh 164,40 2,39 23,63 0,20 0,1437 NA NA NA
8 Nigeria 158,30 2,30 13,00 0,11 0,0821 NA NA NA
9 Russia 141,90 2,06 690,94 5,76 4,8692 1036,78 7306,42 4,86
10 Giappone 127,40 1,85 500,87 4,17 3,9315 1145,27 8989,52 5,37
11 Messico 110,60 1,60 169,15 1,41 1,5293 269,97 2440,97 1,27
12 Filippine 94,00 1,36 27,63 0,23 0,2939 67,74 720,67 0,32
13 Vietnam 88,90 1,29 43,96 0,37 0,4945 100,17 1126,77 0,47
14 Etiopia 85,00 1,23 3,00 0,02 0,0353 NA NA NA
15 Germania 81,60 1,18 319,46 2,66 3,9150 621,00 7610,29 2,91
16 Egitto 80,40 1,17 81,05 0,68 1,0080 143,47 1784,39 0,67
17 Iran 75,10 1,09 212,54 1,77 2,8301 226,10 3010,65 1,06
18 Turchia 73,60 1,07 110,88 0,92 1,5065 210,18 2855,73 0,99
19 Tailandia 68,10 0,99 107,94 0,90 1,5850 156,41 2296,84 0,73
20 R. D. Congo 67,80 2,00 0,02 0,0295 NA NA NA
21 Francia 63,00 0,91 252,39 2,10 4,0062 573,20 9098,35 2,69
22 UK 62,20 0,90 209,08 1,74 3,3614 381,25 6129,37 1,79
23 Italia 60,50 0,88 172,05 1,43 2,8438 298,21 4929,06 1,40
24 Myanmar 53,40 0,77 2,00 0,02 0,0375 NA NA NA
25 Sud Africa 49,90 0,72 120,91 1,01 2,4230 268,13 5373,33 1,26
26 Sud Corea 48,90 0,71 254,97 2,12 5,2141 497,22 10168,17 2,33
27 Spagna 47,10 0,68 149,73 1,25 3,1790 300,43 6378,58 1,41
28 Colombia 45,50 0,66 32,21 0,27 0,7079 56,90 1250,49 0,27
29 Ucraina 45,90 0,67 118,02 0,98 2,5712 187,91 4093,90 0,88
30 Tanzania 45,00 0,65 2,00 0,02 0,0444 NA NA NA
31 Sudan 43,20 0,63 5,00 0,04 0,1157 NA NA NA
32 Argentina 40,50 0,59 77,10 0,64 1,9038 128,47 3172,03 0,60
33 Kenia 40,00 0,58 5,00 0,04 0,1250 NA NA NA
34 Polonia 38,20 0,55 95,75 0,80 2,5066 157,42 4120,86 0,74
35 Algeria 36,00 0,52 41,13 0,34 1,1426 45,17 1254,75 0,21
36 Canada 34,10 0,49 316,70 2,64 9,2872 629,91 18472,57 2,95
OCSE 1237,70 17,90 5568,29 46,39 4,4989 10904,83 8810,56 51,14
Mondo (2010) 6892,00 100,00 12002,35 100,00 1,7415 21325,11 3094,18 100,00
Cina – India - USA - Italia
PAESE POPOLAZIONE CONSUMO CONSUMO
PRO-CAPITE
106 ab. % Mtep % tep/ab
Cina 1310 21.0 1178 12.1 0.9 anno 2003
1317 19.7 2002 17.7 1.5 anno 2008
1346 19.2 2432 20.3 1.8 anno 2010
(2852) (2.1) (anno 2013)
India 1035 16.6 345 3.5 0.3
1140 17.1 433 3.8 0.4
1183 16.9 524 4.4 0.44
(595) (0.5)
USA 288 4.6 2298 23.6 8.0
304 4.6 2299 20.4 7.6
310 4.4 2286 19.0 7.4
(2265) (7.3)
Italia 58 0.9 182 1.9 3.1
58.1 0.9 177 1.6 3.0
60.6 0.9 172 1.4 2.8
(159) (2.65)
Paesi del G8 (2010)
NAZIONE POPOLAZIONE PIL ENERGIA PRIMARIA ENERGIA ELETTRICA

Milioni di
abitanti % 109 USD % Mtep % tep/ab TWh kWh/ab

Stati Uniti 309,60 4,49 14658,00 23,30 2285,65 19,04 7,38 4325,94 13972,67
Russia 141,90 2,06 1465,00 2,33 690,94 5,76 4,87 1036,78 7306,42
Giappone 127,40 1,85 5459,00 8,68 500,87 4,17 3,93 1145,27 8989,52
Germania 81,60 1,18 3116,00 4,95 319,46 2,66 3,91 621,00 7610,29
Francia 63,00 0,91 2583,00 4,11 252,39 2,10 4,01 573,20 9098,35
UK 62,20 0,90 2247,00 3,57 209,08 1,74 3,36 381,25 6129,37
Italia 60,50 0,88 2055,00 3,27 172,05 1,43 2,84 298,21 4929,06
Canada 34,10 0,49 1574,00 2,50 316,70 2,64 9,29 629,91 18472,57

G8 880,30 12,77 33357,00 53,02 4747,14 39,55 5,39 9011,55 10236,91

Mondo 6892,00 100,00 62909,00 100,00 12002,35 100,00 1,74 21325,11 3094,18
Paesi del G8 (2010)
NAZIONE CONSUMO PIL INTENSITA'
PRO-CAPITE PRO-CAPITE ENERGETICA

tep/ab €/ab €/tep

Stati Uniti 7,38 34699,12 4700,12


Russia 4,87 7566,59 1553,97
Giappone 3,93 31404,25 7987,87
Germania 3,91 27986,72 7148,67
Francia 4,01 30048,90 7500,63
UK 3,36 26476,31 7876,62
Italia 2,84 24894,37 8753,91
Canada 9,29 33829,46 3642,57

G8 5,39 27605,10 5119,03


Mondo 1,74 6689,79 3841,41
Italia 2010

23° Paese per numero di abitanti (60.5 milioni)


13° Paese per consumo totale di energia (172.05 Mtep/anno)
(16° nel 2013)
10° Paese per consumo di energia pro-capite (2,84 tep/ab.anno)
9° Paese per consumo elettrico pro-capite (4930
kWh/ab.anno)
Italia 2011: consumo di energia per fonti
(più dell’85% importata)

Mtep %
Petrolio (1) 71.1 42.2 
Gas 64.2 38.1  89.4
Carbone 15.4 9.1 
Energia idroelettrica 10.1 6.0
Altre rinnovabili (2) 7.7 4.6
-------- --------
Totale 168.5 (3) 100.0

(1)
Petrolio+Gas+Carbone coprono l’89,4% del totale. Il petrolio è usato
soprattutto nell’autotrazione (benzina, GPL e gasolio).
(2)
Biomasse, geotermia, solare termico, solare fotovoltaico, eolico.
(3)
Questo consumo, pari a 1.37% del totale mondiale (12274.6 Mtep),
è diminuito negli anni successivi a causa della crisi economica.
Italia 2010: energia elettrica
Con quali impianti si produce l’energia elettrica ?

TWh %
centrali termoelettriche1 221.0 66.9
centrali idroelettriche 53.8 16.3
centrali geotermoelettriche 5.0 1.5
centrali solari/eoliche 10.9 3.3
saldo import-export 44.2 13.4
assorbimento pompaggi -4.5 -1.4
------- -------
totale energia richiesta 330.4 100.0

L’energia nucleare è assente,


ma quella importata è prevalentemente nucleare.

1
Alimentate da combustibili fossili: petrolio, gas naturale, carbone
Quali strategie per l’Italia?
- risparmiare energia in molti modi diversi:
• recuperare energie non utilizzate (cogenerazione, rifiuti, mini-idro)
• razionalizzare i consumi in tutti i settori
• sostituire gli impianti obsoleti con impianti ad alto rendimento
• razionalizzare l’organizzazione dei sistemi d’impiego
dell’energia; scaglionare i consumi (tariffe)
• gestire correttamente gli impianti di produzione ( medio)
- diversificare le fonti energetiche:
• il dilemma del carbone, la fonte più abbondante, ma osteggiata
• petrolio in diminuzione, usato soprattutto per i trasporti
• gas naturale in aumento
• energia nucleare?
• sviluppo delle fonti rinnovabili
• evoluzione delle tecnologie per l’estrazione di fonti fossili non tradizionali
(scisti bituminosi, shale gas, ecc.)
- incentivare la ricerca: vi sono ancora molti spazi per l’innovazione
- promuovere cultura energetica a tutti i livelli
La “cascata energetica”
Impianti combinati e cogenerazione

Principio di funzionamento:
utilizzare i cascami energetici di un impianto (impianto topping) per
alimentarne un altro (impianto bottoming)

Vantaggio: si evita di bruciare nuovo combustibile per alimentare


l’impianto bottoming (risparmio energetico)

Modalità di realizzazione:
- impianto combinato gas-vapore   elevato, emissioni basse
- impianto cogenerativo
Confronto emissioni
450

402.3 VAPORE
400 CICLO COMBINATO
Concentrazioni [ m g/m3 al 15%O2]

350
317.3
300

250

200
170.3

150

100

50
13.8 8.3 5.4
0

PM tot PM10 PM2.5


Emissioni e concentrazioni

Macchi, 2004
Klippel, 2004
Wood, 2004
L’inquinamento
L’inquinamento zero non esiste: l’utilizzo di ogni fonte produce un
impatto sull’ambiente, pur tenendo conto della grandi differenze tra una
fonte e l’altra.

L’impatto ambientale non riguarda solo la prima fase (generazione della


forma di energia richiesta partendo dalla fonte), ma anche il successivo
impiego della forma energetica resa disponibile:

l’inquinamento in fase di impiego non dipende dalla fonte di


partenza.
Inquinamento e tecnologia
Premesso che:
- senza tecnologia non potrebbero vivere 7,5 miliardi di
persone, che diventeranno presto 10 miliardi,
- non sempre un ambiente “poco inquinato artificialmente”
è favorevole alla vita dell’uomo,

i mezzi di comunicazione diffondono notizie allarmistiche sullo stato


dell’ambiente nelle nostre città.

Ma la tecnologia e la ricerca hanno fatto qualcosa per migliorare


l’efficienza e ridurre le emissioni dei sistemi di conversione
energetica?
Evoluzione tecnologica ed emissioni
Esaminiamo l’evoluzione nel tempo dei prodotti inquinanti artificiali più
comuni, per vedere se abbiamo ottenuto miglioramenti:
CO2 anidride carbonica (inquinante indiretto)
CO ossido di carbonio
NOx ossidi di azoto
SOx ossidi di zolfo
PM polveri (PTS, PM 10, PM 2.5).

Vediamo alcuni dati.


Motori a combustione interna
Limiti da rispettare secondo le Norme europee
per veicoli passeggeri diesel (g/km)

ANNO CO NOx HC+NOx PM

EURO 1 1993 2,72 - 0,97 0,140

EURO 2 1997 1,00 0,70 - 0,080

EURO 3 2000 0,64 0,50 0,56 0,050

EURO 4 2005 0,50 0,25 0,30 0,025

EURO 5 (immatricolazioni 2011) e EURO 6 (immatricolazioni 2015):


limiti ulteriormente restrittivi. Si può migliorare ancora? Si, ma
poco e con costi elevati.
Centrali termoelettriche italiane
Stime generali (media di tutte le centrali):

SOx (ossidi di zolfo): diminuiti del 75% tra il 1980 e il 2000;


NOx (ossidi di azoto): diminuiti del 50% tra il 1980 e il 2000;
PM (particolato): diminuito del 60% tra il 1990 e il 2000.

Queste stime sono basate sul fatto che negli intervalli temporali
indicati sono stati installati molti sistemi di abbattimento degli
inquinanti (ossidi di azoto e di zolfo, polveri) e sono migliorate le
tecniche di combustione.
Smaltimento dei rifiuti
- Emissioni delle discariche: infiltrazioni nelle falde idriche;
metano, ammoniaca, CO2 e molti altri gas
- Emissioni degli inceneritori:
Macroinquinanti (mg/Nm3)
media giornaliera Valore Valore Media 4 mesi
prescritta (Bologna) Brescia Bologna Padova 3 *
Polveri 5 <0.5 2.79 1.69
NOx 150 80 37.05 64.17
SOx 25 10 3.79 0.90
SOV (sost.vol.) 10 - 2.20 -
Microinquinanti (diossine + furani) (ng/Nm3)
valore garantito (BO) Brescia Bologna Padova 3 *
0,1000 0.0100 0,0005 0.00003
* Per Padova 3 (terza linea) risultati non giornalieri, ma su campagne sperimentali
Strategie per lo smaltimento dei rifiuti
Bisogna:
- ridurre la produzione di rifiuti con adatte politiche;
ma ci vuole tempo;
- nel frattempo: bisogna smaltire i rifiuti prodotti.

Come smaltire?

Una giusta politica è la combinazione di:


- raccolta differenziata
- riciclo (non troppo spinto)
- combustione con produzione di energia.

Combattere gli inceneritori tecnologicamente avanzati significa


incentivare le discariche, che sono più dannose per l’ambiente.
“Distribuzione dell’inquinamento atmosferico da NOx”

(Corriere della Sera, ottobre 2004)


Basso livello Alto livello
d’inquinamento d’inquinamento
Pianura padana - Visione da satellite

Fonte: TEMIS
Condizioni dell’atmosfera nella Pianura Padana
Un’area “sfortunata” sotto il profilo ambientale:
- elevata densità di popolazione e di attività economiche
- chiusa tra le Alpi e gli Appennini  scarsa ventilazione
- sede di fenomeni di inversione termica
Perciò le sostanze inquinanti nell’aria fanno fatica a disperdersi;
però si sono registrati notevoli miglioramenti (dovuti alla tecnologia)
nella seconda metà del XX secolo: cioè non siamo in grave e crescente
emergenza, come ci fa credere la stampa, ma sforiamo i limiti perché
questi sono molto bassi.
Esempio - il particolato a Padova: gli attuali limiti imposti dalla UE sono
raggiungibili solo in alcune giornate; perciò il numero di sforamenti
deve essere interpretato: bisogna considerare l’entità dello sforamento e
l’andamento (in discesa) delle concentrazioni negli ultimi 30-40 anni.
Polveri sottili a Padova
- La concentrazione media di polveri sottili (e anche degli altri
inquinanti) è diminuita negli ultimi 20-25 anni del XX secolo,
a causa dei miglioramenti tecnologici sui motori, le caldaie,
le centrali, le industrie.
- I valori giornalieri dipendono fortemente dalle condizioni
atmosferiche (vento, pioggia), pochissimo dagli interventi
limitativi sul traffico e sul riscaldamento.
- Si può migliorare ancora, ma siamo giunti a valori difficilmente
diminuibili (infatti non c’è più diminuzione da qualche anno):
comunque servono interventi strutturali, non di emergenza.
- E’ forse illusorio pensare di soddisfare le limitazioni
previste dalla UE:
50 g/m3 per 330 giorni all’anno sono una vera utopia.
Ormai siamo abbastanza vicini al minimo raggiungibile.
Valori medi giornalieri di PM10 rilevati nei giorni
1-10 febbraio 2016 (sopra, stazione Mandria)
e 26 nov.-5 dic. 2018 (sotto, stazione Arcella)

 
Il clima sulla terra
Il clima terrestre è sempre stato in evoluzione. Le variazioni climatiche
hanno prodotto mutamenti nella composizione dell’atmosfera, nella
temperatura media, nelle interazioni tra l’atmosfera e le acque, ecc.
Queste variazioni sono state causate da molti fenomeni legati all’attività
solare e ad altre cause di origine astronomica (non ancora del tutto note),
alle attività vulcaniche, ecc.
Nelle lontane ere geologiche i mutamenti sono stati eclatanti, con
variazioni molto più accentuate di quelle attuali.
Limitandoci agli ultimi 2500 anni, possiamo notare un alternarsi di
periodi freddi (detti glaciali) e caldi (interglaciali).
Tendenzialmente, come vedremo:
- i periodi caldi sono stati più favorevoli per la vita e hanno visto uno
sviluppo delle civiltà;
- i periodi freddi sono stati periodi di regressione.
Gli ultimi 2500 anni
Secoli IV a.C.-III d.C.: periodo “caldo” romano, nel quale si ebbe il
massimo fulgore della romanità.
Secoli VI-IX: piccola era glaciale alto-medievale; clima freddo e
avverso; carestie e pestilenze; la popolazione dal 500 al 1000 non
aumenta; invasioni barbariche e caduta dell’impero romano d’occidente.
Secoli X-XIV: periodo caldo medievale che ha portato al Rinascimento.
Secoli XV-metà XIX: piccola era glaciale.
Dalla metà del XIX secolo ad oggi: periodo interglaciale attuale,
tempe-rature mediamente in crescita, ma con anomalie (diminuzione
della tem-peratura dal 1945 al 1980; rallentamento della crescita dal
2000 al 2015).
All’interno di tali periodi si sono avute molte anomalie (freddo o caldo
improvviso), alcune dovute ad intensi fenomeni vulcanici; ad esempio:
1815: eruzione del vulcano Tambora in Indonesia, cui è seguito il
cosiddetto “anno senza estate” 2016.
I suddetti periodi hanno caratterizzato soprattutto l’emisfero nord e
segnatamente l’Europa e l’area mediterranea.
Una citazione significativa
Da una relazione della Royal Society all’Ammiragliato britannico,
20 novembre 1817 :

“… Un considerevole cambiamento di clima, inspiegabile al presente,


deve essere avvenuto nella Regione Circumpolare, nella quale la
severità del freddo ha, per i secoli passati, chiuso i mari alle alte
latitudini in una impenetrabile barriera di ghiaccio. Questa è stata,
negli ultimi due anni, in gran parte abbattuta; duemila leghe quadrate
di ghiaccio sono interamente scomparse…”

Stava iniziando l’aumento delle temperature dopo la piccola era


glaciale
Cambiamenti climatici nell’ultimo secolo
da studi di Richard S. Lindzen, professore di Scienza dell’Atmosfera del MIT
La temperatura globale media nell’ultimo secolo:
aumento di circa 0.6-0.8°C, con queste oscillazioni:
- in crescita dal 1919 al 1940 (nonostante le guerre e le crisi economiche);
- in diminuzione dal 1940 ai primi anni ’70 (nonostante boom economico);
- in crescita da metà anni ’70 agli anni ’90;
- in moderata crescita dal 1990 al 2015, con una pausa nel primo
decennio del 21° secolo.
La concentrazione di CO2 è cresciuta da 280 ppmv (0.028%) nel XIX
secolo a 400 ppmv (0.040%) oggi. Parte della crescita è dovuta all’uomo.
N.B. – Il vapor d’acqua (gas serra) ha concentrazioni molto maggiori e
variabili: da 0.33% a 4%. Il suo contributo all’effetto serra è stimato pari al
70% (fino al 98% se si tiene conto delle nuvole). Quindi:
Quale influenza ha la concentrazione di CO 2 sulla temperatura?
L’influenza di CO2 è probabilmente sovrastimata: i modelli di previsione
applicati agli ultimi 60-70 anni, darebbero un incremento di temperatura
molto superiore a quello verificatosi. Perciò i modelli non sono affidabili.
Negazionisti e catastrofisti
Corrente di pensiero maggioritaria (IPCC): sulla base di modelli
climatici sviluppati da vari studiosi, si considera l’aumento di
temperatura dell’ultimo secolo dovuto quasi completamente all’uomo e
principalmente alle emissioni di CO2. Chi non è d’accordo è etichettato
come “negazionista”.
Seconda corrente di pensiero: sulla temperatura terrestre influiscono,
oltre alle attività umane, molte altre cause di origine naturale, forse
predominanti: variazioni di attività del sistema solare, aventi una certa
ciclicità (attività del sole, lenti cambiamenti delle posizioni dei pianeti
nel sistema solare, variazioni di inclinazione dell’asse terrestre, ecc.); e
poi emissioni dei vulcani, interazioni dell’atmosfera con gli oceani, i
vegetali e gli animali e molti altri fenomeni; il problema è molto
complesso e ancora non ben conosciuto. Si ritiene velleitaria l’idea di
poter influire sulla temperatura e sul clima, che varieranno comunque. E’
considerato “catastrofista” chi prefigura catastrofi se non si interviene
sulle emissioni di CO2 .
Chi ha ragione?
I sostenitori della corrente maggioritaria si presentano come “virtuosi” e
“politicamente corretti” e mostrano una buona dose di intolleranza,
disprezzando e demonizzando gli altri. In realtà anche gli altri hanno buoni
argomenti scientifici ed esprimono i dubbi che gli scienziati devono avere di
fronte a fenomeni complessi, di cui è incerta la comprensione.
A mio parere :
la scienza del clima si muove ancora con passi incerti e solo recentemente
gli studi di astronomia e di astrofisica incominciano a dare risultati; è
ovvio, però, che un uso oculato e sobrio delle risorse è senz’altro da
sostenere e da incentivare: a parità di risultato, “fare” consumando poco è
indice di buona tecnica, di buona cultura e di rispetto per gli altri. Ma
pretendere di prevedere di quanto riusciremo ad influire sul clima e sulla
temperatura terrestre è forse presuntuoso. La conoscenza è in divenire e il
dubbio è la caratteristica dell’uomo di scienza. Le cause del clima nella
storia del pianeta possono essere diventate ininfluenti da 100 anni ad oggi?
N.B.: non sempre la verità appartiene alla maggioranza.
Inquinamento e clima
- Sostenere che il clima dipende prevalentemente dalle azioni
umane significa considerare l’inquinamento come causa
principale e determinante delle variazioni climatiche.

- Ma il clima e l’inquinamento sono due problemi diversi:


mentre è ovvio che le azioni umane influiscono in modo
determinante sull’inquinamento, il clima ha molte cause ed è un
problema aperto perché ancora poco conosciuto. Solo di recente,
ad esempio, si è compreso che la temperatura e il clima hanno
oscillazioni periodiche, con frequenze di durata diversa.
- Perciò lo studio della storia del clima sui lunghi periodi è essenziale
per interpretare il presente e tentare di prevedere il futuro.
Oscillazioni astronomiche periodiche e loro
influenza sul clima terrestre
1850-1880: riscaldamento
1880-1910: raffreddamento
1910-1940: riscaldamento
1940-1970: raffreddamento
1970-2000: riscaldamento
2000-2015: relativa stabilità (siamo nel periodo 2000-2030?).
N.B. – Queste periodicità si sovrappongono a molti altri fattori,
quindi gli andamenti della temperatura sono più complessi.
Queste oscillazioni sono legate all’attività solare (l’energia emessa non è
costante) e al moto del sole, della luna e dei pianeti Giove e Saturno.
Si possono notare periodi di circa 10 anni, 20 anni, 60 anni, 115 anni,
1000 anni.
Non è sensato impostare modelli di previsione senza tenere conto di ciò
che è successo nella storia del clima.
Cambiamenti climatici: l’informazione
La maggioranza dei media segue la prima corrente di pensiero e tende a
fare dell’allarmismo (perché “vende” di più?). Notare che:
Gli allarmi, prima nel senso della “glaciazione imminente” (anni
‘70), poi nel senso contrario, hanno spesso preceduto l’elaborazione
dei modelli.
La politica va di pari passo: gli scienziati controcorrente tendono ad
essere ignorati e privati dei finanziamenti per la ricerca.
Adeguarsi al Protocollo di Kyoto, centrato sulla CO2, comporta sforzi e
spese enormi. Forse gli investimenti sarebbero più fruttuosi se si
fronteggiassero l’inquinamento atmosferico e la scarsità delle risorse
energetiche senza la fissazione di voler influire sulla temperatura della
terra. Gli sforzi dell’Europa produrranno risultati trascurabili se la Cina
e l’India continueranno ad incrementare i loro consumi come ora (con
rendimenti bassi e scarsa attenzione per l’uomo e l’ambiente).
Forse è sensato cercare di adattarsi al cambiamento.
I miti
- Emissioni zero:
non esistono solo emissioni nell’esercizio degli impianti:
bisogna considerare tutta la filiera energetica,
“from cradle to grave”, come suggerisce il metodo LCA
(Life Cycle Assessment ovvero analisi del ciclo di vita)
- Sicurezza assoluta
- Rischio zero

Propagandare questi concetti è scorretto, quindi eticamente


riprovevole
Il concetto di rischio
- Rischio: probabilità del verificarsi di un evento indesiderato in seguito
alla esposizione, sotto determinate condizioni, ad un pericolo.
- L’accettabilità del rischio dipende da:
٠ probabilità che l’evento si verifichi
٠ conseguenze dell’evento qualora si verificasse
- Valutazione delle probabilità e delle conseguenze: spetta alle persone
competenti.
- Decisione circa l’accettazione dei rischi: spetta ai politici, con adeguata
assistenza dei tecnici, ed è spesso normata da leggi e
regolamenti;
è importante cercare anche la condivisione della popolazione.
- Applicazione delle norme.
Incertezza, rischio, creatività
- Ogni fenomeno, naturale o antropico, è incerto.
- Se tutto fosse certo, sarebbe di fatto prevedibile e predeterminato:
non vi sarebbe libertà di iniziativa, libero arbitrio; ogni attività
sarebbe un’azione burocratica, priva di intelligenza
(Prof. Giuseppe Lanzavecchia, deceduto nel 2016).
- Le norme sulla sicurezza non devono uccidere la fantasia e
la creatività: devono essere applicate con buon senso, in base ad
adeguata valutazione del rischio, senza lasciarsi travolgere da
esse.
- Decidere di non accettare rischi significa non fare nulla; sarebbe
come pretendere di fermare l’evoluzione della conoscenza.
- In molti casi il principio di precauzione è una scusa per non
assumersi la responsabilità di decidere.
- Anche chi applica le norme deve essere competente e assumersi
le sue responsabilità.
Decidere
- Decidere significa scegliere tra alternative diverse (con un obiettivo):
٠ optare per fare una cosa o per non farla
٠ scegliere tra due o più alternative.
- La responsabilità decisionale è funzione della posizione della persona
nel suo ambiente lavorativo (organigramma, responsabilità del
manager).
- Deve sempre esserci chi decide, a tutti i livelli. Un ambiente nel quale
difetta il potere decisionale è fallimentare.
- Bisogna però cercare la condivisione prima di decidere (autorevolezza,
non autoritarismo); ciò è più facile se si è prima instaurato un
clima di fiducia, perché allora si è credibili.
- Qui nasce il problema della comunicazione.
Comunicazione e trasparenza
- Una decisione eticamente corretta richiede di fornire preventivamente
adeguata informazione, con trasparenza.
- Bisogna far capire che decidere significa scegliere tra alternative
diverse in vista di un obiettivo.
- Chi si oppone ad una scelta non deve dire semplicemente “NO” , ma
deve esprimere un’alternativa valida per raggiungere l’obiettivo.
- Perciò la comunicazione è un fatto importantissimo.
- Al termine del processo di informazione, però, la decisione
è necessaria.
La comunicazione
in campo tecnico-scientifico
deve essere:
- documentata sulla base di fonti obiettive e non a senso unico;
- curata da persone che sappiano gestire i numeri e le unità di
misura, altrimenti è facile dire sciocchezze;
- non influenzata da
٠ ideologie
٠ pregiudizi
٠ interessi politici, di categoria, personali
٠ interessi economici: fare audience, vendere giornali, ecc.;
Se si esprime un proprio parere, bisogna dichiararlo, non farlo passare
per una verità acquisita .
In campo energetico-ambientale una comunicazione scorretta può
essere molto insidiosa, perché puntare sull’ambiente e sulla salute
pubblica assicura attenzione, influenza molto la gente e provoca
facilmente allarme.
I pericoli della rete
- La rete è una fonte inesauribile di informazioni. Ma ….
- Non c’è mai stata tanta disinformazione come da quando siamo nel
mondo della comunicazione. Le informazioni che circolano in rete
non sono controllate, perciò possono contenere notizie distorte o false:
c’è il pericolo di pilotare l’opinione pubblica per il tornaconto di
persone o di gruppi, facendo leva sulla credulità della gente,
soprattutto dei giovanissimi.
- Si possono plagiare persone e indurre comportamenti dannosi:
basti pensare al bullismo via web, alle tecniche messe in atto da
gruppi terroristici.
- Ciò vale in tutti i settori, compreso il settore energetico-ambientale.
Esempi di comunicazione scorretta
- Le fonti rinnovabili possono soddisfare integralmente il nostro
fabbisogno energetico, quindi sono un’alternativa alle fonti
tradizionali.
N.B.: oggi coprono solo il 2,3%, escludendo l’idroelettrico.
- L’inquinamento nella Pianura Padana è in crescita, perché sforiamo
spesso i limiti imposti dalla UE.
- Il numero di morti per inquinamento è in crescita: non si tiene conto
dell’allungamento della vita media delle persone; aspettativa di vita alla
nascita in Italia: nel 1960  69,12 anni; nel 2014  84,84 anni.
- Le auto elettriche sono ad emissioni zero.
- Adeguati provvedimenti della UE possono limitare l’incremento di
temperatura della terra a non oltre 2°C entro il secolo.
- La temperatura nel 2014 è stata superiore alla media del decennio
precedente; e con ciò? È ovvio che qualche anno sarà stato sopra e
qualche altro sotto la media.
Esempi di decisioni scorrette o velleitarie
- Firma di protocolli che si sa di non poter rispettare.
- Adozione, in un mondo globalizzato, di provvedimenti che non
tengono conto di ciò che accade in altre aree geografiche
(UE  Cina, India).
- Imposizione di norme che non è possibile rispettare
(polveri sottili nella Pianura Padana).
- Adozione di provvedimenti inutili (targhe alterne, domeniche a piedi)
anziché prendere decisioni volte al lungo termine.
- Adozione di incentivi così elevati da indurre iniziative assurde
(ad esempio copertura di superfici agricole con impianti solari).
Educazione energetica
- Educazione energetica significa:
٠ indurre comportamenti virtuosi nella popolazione:
sobrietà, equilibrio, frugalità, cura dei beni personali e pubblici;
bisogna iniziare dai bambini piccoli e dare loro l’esempio;
٠ sviluppare sistemi e tecnologie sostenibili;
٠ informare correttamente sulle conseguenze delle strategie
energetiche e creare condivisione e rispetto per chi deve
prendere decisioni anche impopolari
(però se lo deve meritare prendendo decisioni disinteressate)
٠ non illudere la gente su effetti “prodigiosi” di alcune tecnologie

N.B. – Spesso, dietro affermazioni apparentemente virtuose, vi sono


interessi (di gruppi politici, di movimenti di opinione, di persone)
In definitiva
- l’informazione circolante su energia ed ambiente spesso non è
corretta;
- c’è sempre il desiderio di enfatizzare, estremizzare le notizie;
- si tende a cavalcare la paura con notizie negative o tragiche:
- lo spauracchio del PM10 (si punta sull’emotività)
- la mucca pazza (crollo delle vendite, danni economici)
- l’influenza aviaria (idem)
- si fa leva sulla morbosità della gente (le interviste ai vicini di casa
in caso di tragedie);
- si tende a dimostrare ciò che si vuole: 3-4 interviste per la strada.
Occorre fare attenzione alle trasmissioni televisive su argomenti tecnico-
politici: spesso tendono a condurre l’ascoltatore verso una “verità”.
I valori della nostra civiltà sono stati sostituiti dalla tirannia
dell’opinione pubblica (pilotata)
Compito
- degli SCIENZIATI: intensificare la ricerca di soluzioni innovative;
- dei TECNICI: sviluppare tecnologie innovative e informare
correttamente la popolazione e i politici;
- dei POLITICI: prendere le decisioni conseguenti;
- dei GIORNALISTI: diffondere informazioni corrette;
- di TUTTI I CITTADINI: imparare abitudini di comportamento
corretto senza lasciarsi suggestionare da informazioni non
corrette.
ad esempio:
- non sprecare acqua; non illuminare o riscaldare locali vuoti;
- non scaldare ambienti oltre i 20°C (si risparmia il 7% per grado);
- non usare l’auto per percorrere poche centinaia di metri;
- non usare i cellulari in modo scriteriato (magari lamentandosi per la
presenza delle antenne);
- non ostacolare le iniziative innovative con scuse tipo NIMBY;
- e molte altre cose.
Etica professionale nel campo dell’informazione
I concetti precedenti attengono all’etica professionale.

Un comportamento etico deve prima di tutto caratterizzare la nostra


vita di ogni giorno.

L’etica professionale è il trasferimento del comportamento etico nel


lavoro. Nel nostro caso: il lavoro nella comunicazione scientifica.

L’etica personale e professionale deve essere il nostro stile di vita.


Effetti dell’informazione allarmistica
e dell’integralismo ambientale
Blocco delle iniziative innovative e migliorative
Risultati:
- si continua con lo status quo, cioè con le solite vecchie tecnologie;
- perciò si danneggia l’ambiente con l’intenzione di preservarlo;
- si rinviano le soluzioni, aggravando i problemi;
- si danneggia l’economia;
- si dissipa il proprio tempo in discussioni estenuanti e inutili:
tutti discutono e polemizzano, nessuno decide
Servono invece provvedimenti strutturali, che però hanno
effetti a lunga scadenza: ma ci si limita a tamponare l’emergenza
PERCHE’ ?
Certamente per incapacità o incompetenza
di chi dovrebbe decidere

ma forse anche

perché i risultati si vedrebbero


in legislature successive?

(a pensar male ….)

Potrebbero piacerti anche