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Le Forme di Energia

Le varie forme di energia che costituiscono l’energia totale possono essere classificate in due
grandi gruppi:

Le forme macroscopiche: quelle che un sistema possiede nel suo complesso rispetto a un
qualche sistema esterno di riferimento (energia cinetica e potenziale).
1 2
mv + mgz
2
Le forme microscopiche: legate alla struttura molecolare del sistema e al grado di attività
molecolare. La somma di tutte le forme microscopiche dell’energia è detta energia interna U.

Energia totale: E = U + Ecin + Epot


Le Forme di Energia
Energia interna sensibile Energia interna latente Energia interna totale
Energia legata alle forze
intermolecolari che determinano lo
stato fisico del sistema. Infatti, il
passaggio di fase di un sistema è
associato ad una quantità di energia
che viene fornita al sistema o ceduta
dallo stesso.

Energia interna sensibile e latente costituiscono l’energia termica. Il calore è invece una forma di energia
dinamica che si scambia sotto l’azione di una differenza di temperatura. Per tutte le altre forme di energia
dinamica si parla di lavoro.
Le Forme di Energia
Energia meccanica
Forma di energia che può essere convertita completamente in lavoro meccanico da un dispositivo meccanico ideale,
come una turbina ideale.
Una pompa trasferisce energia meccanica a un fluido innalzando la sua pressione, mentre una turbina estrae
energia meccanica da una fluido in moto abbassando la sua pressione. La pressione di un fluido in moto può essere
dunque associata alla sua energia meccanica. Il Pascal (Pa), unità di misura della pressione nel SI, equivale a 1 Pa = 1
N/m2 = 1 N·m/m3 = 1 J/m3. Ne consegue che per unità di massa (J/kg), l’energia di pressione del flusso può essere
espressa come P/ρ.
Dunque, l’energia meccanica totale (per unità di massa) di un fluido in moto può essere espressa come la somma
dell’energia del flusso, l’energia cinetica e l’energia potenziale:
Le Forme di Energia
Il trasferimento di energia sotto forma di calore
Il calore è definito come la forma di energia che si trasferisce tra due sistemi (o tra un
sistema e l’ambiente) in virtù di una differenza di temperatura. A differenza della
definizione di energia termica, con il calore si intende una energia che si trasferisce.
Infatti il calore è energia in transito, riconoscibile solo al momento che in cui
attraversa il contorno di un sistema.
Per il calore, essendo una forma di energia in transito, si usa comunemente il J come
unità di misura.

Calore per unità di massa Quantità di calore trasmessa in termini di potenza termica

𝑄ሶ = 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑐𝑎 (𝑒𝑛𝑒𝑟𝑔𝑖𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙 ′𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜)


Le Forme di Energia
Il trasferimento di energia sotto forma di lavoro
Il lavoro rappresenta uno scambio di energia tra sistema e ambiente non causato da
una differenza di temperatura. Più precisamente il lavoro è il trasferimento di energia
associato all’effetto combinato di una forza e di uno spostamento.
Un pistone in movimento, un elica collegata ad un albero rotante, etc., sono tutte
forme di scambio di energia sotto forma di lavoro. Anche il lavoro viene espresso in J.

Calore per unità di massa


𝐿
𝑙= (kJ/kg)
𝑚

Il trasferimento di calore ad un sistema (entrante) e il lavoro svolto da un sistema


(uscente) hanno segno positivo; il calore trasferito dal sistema (uscente) e il lavoro La potenza, 𝐿ሶ o 𝑊ሶ (kW), è definita
trasferito ad un sistema (entrante) hanno segno negativo. come il lavoro per unità di tempo
Le Forme di Energia
Calore e lavoro
 Entrambi si individuano al contorno di un sistema quando lo attraversano; cioè sono entrambi fenomeni
di contorno;
 I sistemi posseggono energia, non lavoro o calore.
 Entrambi sono associate con un processo e non uno stato.
 Entrambi sono funzioni di linea (la loro entità dipende dal percorso seguito durante la trasformazione,
così come dagli stati iniziali e finali).

Le funzioni di linea hanno differenziali non esatti, indicati dal simbolo δ. Quindi una
quantità infinitesima di calore o lavoro è rappresentata, rispettivamente, da δQ o δL.
Le proprietà sono invece funzioni di punto (o funzioni di stato perché dipendono dallo
stato del sistema e non dal percorso) e hanno dunque differenziali esatti indicati dal
simbolo d.
Le Forme di Energia
Calore e lavoro
L’esistenza delle grandezze energia interna e calore è stata dedotta in base alla legge di conservazione della energia
ed alla concezione atomistica della materia. In questo schema, inoltre, si è pervenuti naturalmente alla equivalenza
fra calore e lavoro. Come il lavoro, il calore è il mezzo col quale l’energia può essere scambiata fra sistemi o può
trasformarsi da una forma ad un’altra. L’affermazione dell’equivalenza fra calore e lavoro, tuttavia, risale a molto
prima che l’ipotesi atomistica della materia fosse accettata.
La sua formulazione si deve infatti a Joule che nel 1843 la
dimostrò mediante mezzi puramente macroscopici. Joule prese in
considerazione un dispositivo consistente in un recipiente (a
pareti rigide ed adiabatiche) contenente un fluido. La quantità di
energia meccanica entrante nel sistema è direttamente misurata
dal lavoro eseguito dalla forza di gravità nell’abbassare una massa
m di un tratto ∆z :
L = mgz
Le Forme di Energia
Calore e lavoro
Tale lavoro viene dissipato tutto in energia interna per mezzo dell’agitatore a palette. La trasformazione eseguita dal
sistema è rilevabile in un innalzamento di temperatura del fluido. Rimovendo ora l’isolamento termico ed
immergendo il sistema in un calorimetro è possibile calcolare la quantità di calore Q trasmessa al calorimetro
affinché il fluido torni alla sua temperatura iniziale.

Ripetendo l’esperienza con diversi valori del lavoro L compiuto dai


pesi fu trovato ogni volta che il rapporto fra il lavoro meccanico ed
il calore scambiato era una costante che dipendeva solo dalla
scelta delle unità di misura. Usando, per esempio, Joule per L e
calorie per Q si aveva
Q calorie 
= 4.186
L  joule 
Veniva in tal modo inequivocabilmente dimostrato che nei processi di conversione e trasferimento di energia il
calore è del tutto equivalente al lavoro meccanico. Esso è effettivamente una forma di energia e, misurandolo in
Joule, si sarebbe ottenuto Q/L = 1: il lavoro somministrato dall’esterno è pari al calore ceduto all’acqua.
Le Forme di Energia
Calore e lavoro
Poiché nell’esperimento di Joule gli stati iniziali e finali della trasformazione complessiva coincidono, il sistema
percorre un ciclo chiuso e la precedentemente affermazione si può scrivere come:

  Q =  L

che costituisce l’espressione del primo principio della termodinamica per un sistema che compie una
trasformazione ciclica.

«In un processo ciclico la quantità di calore netto scambiato fra il sistema e l’ambiente è uguale alla quantità di
lavoro netto scambiato».
Primo Principio della Termodinamica

Mediante una serie di esperimenti Joule dimostrò che nel caso di trasformazioni adiabatiche, il lavoro si comporta
come una funzione di stato. Se il sistema evolve da uno stato iniziale 1 ad uno stato finale 2, il lavoro adiabatico
(𝑎𝑑)
𝐿12 sarà sempre lo stesso indipendente dalla trasformazione, essendo determinato unicamente dagli stati 1 e 2.
Dal momento che abbiamo precluso al sistema possibili scambi di calore, si ha che l’ammontare di lavoro scambiato
adiabaticamente deve corrispondere alle variazioni di energia interna del sistema che, dunque, costituisce una
funzione di stato del sistema: (𝑎𝑑)
−𝐿12 = ∆𝑈

Se ora si rimuove l’adiabaticità delle pareti che racchiudono il sistema consentendo così scambi di calore, si trova
che il lavoro non si comporta più come una funzione di stato; non solo esso risulterà diverso dal corrispondente
lavoro adiabatico ma dipenderà dal particolare tipo di trasformazione eseguita dal sistema oltre che dagli stati
iniziale e finale. Si osservò inoltre che il calore scambiato era dato dalla differenza tra il lavoro compiuto e il
corrispondente lavoro adiabatico:
(𝑎𝑑)
𝑄12 = 𝐿12 − 𝐿12

∆𝑈 = 𝑄12 − 𝐿12 dU = Q − L
Primo Principio della Termodinamica
∆𝑈 = 𝑄12 − 𝐿12 dU = Q − L

Le due espressioni scritte costituiscono formulazioni equivalenti del I principio della termodinamica ed hanno il
seguente significato: l’ammontare di calore e lavoro associati con differenti processi possono essere diversi, anche
se ogni processo inizia nel medesimo stato 1 e termina nel medesimo stato 2. La loro somma, tuttavia, corrisponde
alla variazione di energia interna ed è la stessa per ciascuno dei processi, dal momento che l’energia non può essere
né creata né distrutta.
Il I principio della termodinamica costituisce dunque la più generale espressione del principio di conservazione della
energia.
Trasformazioni delle sostanze pure
Stato delle sostanze pure:
Liquido sottoraffreddato: sostanza che si trova in fase liquida e che non è in
procinto di evaporare (acqua P = 101,3 kPa e T = 20°C)
Liquido saturo: acqua alla stato liquido ma in condizioni di temperatura e
pressione che comporterebbero una progressiva vaporizzazione qualora
venisse fornito ulteriore calore (acqua a P = 101,3 kPa e T = 100°C).
Miscela satura liquido-vapore: lo stato in cui fase vapore e liquida coesistono
in equilibrio (acqua a P = 101,3 kPa e T = 100°C).
Vapore saturo: vapore in condizioni di incipiente condensazione (acqua a P =
101,3 kPa e T = 100°C).
Vapore surriscaldato: vapore in condizioni di NON incipiente condensazione Diagramma T-v del
(acqua a P = 101,3 kPa e T > 100°C). processo di riscaldamento
dell’acqua a P costante

La trasformazioni di fase (tratto miscela satura liquido-vapore) non sono accompagnate da variazioni di temperatura
Trasformazioni delle sostanze pure

Calore latente: quantità di energia assorbita o liberata da un sistema durante una transizione di fase

Calore latente di fusione: quantità di energia assorbita durante la fusione. Questa energia è equivalente a quella
rilasciata durante la fase di congelamento.

Calore latente di vaporizzazione: quantità di energia assorbita durante l’evaporazione. Questa energia è equivalente
a quella rilasciata durante la fase di condensazione.

L’entità dell’energia rilasciata o assorbita durante la transizione dipende dalla temperatura (o pressione) a cui
queste trasformazioni avvengono. A P = 1 atm, il calore latente di fusione dell’acqua è 333.7 kJ/kg, mentre quello di
evaporazione è pari a 2256.5 kJ/kg.
Trasformazioni delle sostanze pure
Data la correlazione Pressione-Temperatura di saturazione, si possono costruire delle curve in cui si rappresentano
le trasformazioni di fase a parità di pressione (curve isobare).
Aumentando la pressione il volume specifico del liquido saturo
aumenta, mentre il volume specifico del vapore saturo diminuisce.
Ne consegue che il tratto di equilibrio liquido-vapore saturi si
accorcerà sempre di più. Il punto in cui questo tratto si riduce ad un
punto si chiama punto critico (22.06 MPa e 373,95 °C).

A pressioni superiori a quella critica il cambiamento di fase non


avviene più in maniera distinta. E’ comunque consuetudine
considerare una sostanza pura come vapore surriscaldato se la sua
temperatura è maggiore di quella critica e come liquido
sottoraffreddato se è minore. In ogni caso, si definisce il fluido in
condizioni supercritiche. In queste condizioni il fluido ha
caratteristiche ibride tra liquido e vapore, tanto che spesso si parla
di stato supercritico come uno stato a sé stante, diverso da vapore e
liquido.
Trasformazioni delle sostanze pure
Temperature e pressioni di saturazione:
La temperatura alla quale l’acqua inizia a bollire l’acqua è strettamente correlata alla pressione del sistema in cui si
trova. Esiste dunque una stretta correlazione tra temperatura e pressione di saturazione

Andamento della pressione di saturazione in funzione della


temperatura (e viceversa)
Trasformazioni delle sostanze pure
Gli stati di liquido saturo possono essere connessi con una linea che prende il nome di curva limite inferiore, mentre
la linea che connette gli stati di vapore saturo viene definita curva limite superiore.
Tra le due curve limite, avremo che il fluido sarà sempre in condizioni di miscela saluta liquido-vapore, in cui le due
fasi coesisteranno in equilibrio.
A destra della curva limite superiore avremo la zona dei vapori saturi, mentre alla sinistra della curva limite inferiore
avremo la zona dei liquidi sottoraffreddati. Analogamente, può essere costruita la curva P-v con le caratteristiche
curve isoterme.
Trasformazioni delle sostanze pure
Estensione dei diagrammi alla fase solida.
Il punto triplo è quello stato in cui coesistono in equilibrio vapore, liquido e solido. Per l’acqua questo punto si
trova a T = 0.01 °C e P = 0.6117 kPa . Sui diagrammi P-v l’insieme di questi stati costituiscono la linea del punto
triplo. Gli stati corrispondenti alla linea del punto triplo hanno T e P costanti ma differenti volumi specifici.

Diagramma P-v di una sostanza che Diagramma P-v di una sostanza che
si contrae mentre congela si espande mentre congela (acqua)
Trasformazioni delle sostanze pure
Diagramma delle fasi P-T

A bassa pressione (sotto il punto Superficie P-v-T di una Superficie P-v-T di una
triplo) i solidi evaporano senza sostanza che si contrae sostanza che si espande
passare attraverso la trasformazione durante il congelamento durante il congelamento
di fusione (sublimazione). (come l’acqua).
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Entalpia
Nell’analisi di alcune trasformazioni termodinamiche come la generazione di potenza meccanica e nella
refrigerazione, è conveniente descrivere i sistemi tramite la combinazione delle proprietà termodinamiche U + PV.
Pertanto è conveniente definire questa combinazione come una nuova proprietà termodinamica, detta entalpia (h).

L’energia necessaria per vaporizzazione l’unità di massa di un liquido saturo ad una data temperatura o pressione è
definita calore latente di vaporizzazione o entalpia di vaporizzazione hlv. Questo ammontare di energia è
proporzionale al tratto che separa la curva limite superiore da quella inferiore (si vedrà meglio più avanti nel corso),
per cui decresce all’aumentare della temperatura o della pressione.
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Volumi specifici e titolo
Se ad un liquido saturo forniamo ulteriore calore, questo inizierà a trasformarsi via via in vapore in una
trasformazione isoterma ed isobara (tratto orizzontale all’interno della «campana» nei grafici P-v e T-v). In queste
condizioni, prima di arrivare alla curva limite superiore (vapore saturo), il sistema sarà caratterizzato dalle due fasi
liquida e vapore in equilibrio tra loro, in una miscela di liquido saturo e vapore saturo. Più si fornisce calore al
sistema e maggiore sarà la frazione di vapore saturo rispetto a quella di liquido saturo. Le proprietà del sistema
saranno date dunque da una combinazione delle due.

vl (o vf) = volume specifico del liquido saturo


vv (o vg) = volume specifico del vapore saturo
vlv (o vfg) =differenza tra il volume specifico del vapore saturo e del liquido saturo
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Volumi specifici e titolo
Se ad un liquido saturo forniamo ulteriore calore, questo inizierà a trasformarsi via via in vapore in una
trasformazione isoterma ed isobara (tratto orizzontale all’interno della «campana» nei grafici P-v e T-v). In queste
condizioni, prima di arrivare alla curva limite superiore (vapore saturo), il sistema sarà caratterizzato dalle due fasi
liquida e vapore in equilibrio tra loro, in una miscela di liquido saturo e vapore saturo. Più si fornisce calore al
sistema e maggiore sarà la frazione di vapore saturo rispetto a quella di liquido saturo. Le proprietà del sistema
saranno date dunque da una combinazione delle due, incluso il volume specifico.
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Volumi specifici e titolo
Si definisce titolo (x) di una miscela satura liquido-vapore, il rapporto tra la massa del vapore e la massa totale. In
inglese viene spesso definita come «qualità (quality)» della miscela.

Un sistema bifasico può essere considerato, con


buona approssimazione, come un mix omogeneo con
proprietà globali pari alla media (med o avg) di quelle
delle due fasi. Spesso il pedice med viene trascurato
per semplicità.
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Volumi specifici e titolo
Si definisce titolo (x) di una miscela satura liquido-vapore, il rapporto tra la massa del vapore e la massa totale. In
inglese viene spesso definita come «qualità (quality)» della miscela.

𝒗𝒎𝒆𝒅 = 𝒗𝒍 + 𝒙𝒗𝒍𝒗 𝑣𝑙𝑣 = 𝑣𝑣 − 𝑣𝑙

𝒗𝒎𝒆𝒅 − 𝒗𝒍
𝒙=
𝒗𝒍𝒗

𝒖𝒎𝒆𝒅 = 𝒖𝒍 + 𝒙𝒖𝒍𝒗
vmed - vl

𝒉𝒎𝒆𝒅 = 𝒉𝒍 + 𝒙𝒉𝒍𝒗
vlv

vl vmed vv
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Vapore surriscaldato
Nella zona a destra della curva limite superiore il fluido esiste solo in forma di vapore e la temperatura e la pressione
non sono più proprietà dipendenti.
Esistono dunque delle tabelle per i vapori surriscaldati in cui le proprietà sono elencate in funzione della
temperatura per pressioni fissate e scelte a partire dai dati per vapori saturi.

hv h > hv
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Liquido sottoraffreddato (o liquido compresso)
Le proprietà dei liquidi sottoraffreddati sono formalmente indipendenti dalla pressione. In realtà, ad una data
pressione e temperatura le proprietà h, u, v, risultano essere molto simili ai valori che assumerebbero sulla curva
limite inferiore (liquido saturo) alla stessa temperatura, anche se la pressione di saturazione risulterebbe differente.
Quando la pressione aumenta di 100 volte rispetto a quella di saturazione, le proprietà dei liquidi sottoraffreddati
variano di meno dell’ 1%.

ul @ 75 °C
Proprietà termodinamiche ed uso delle tabelle
Stati di riferimento e valori di riferimento
I valori di u, h ed s non possono essere misurati direttamente, per cui vengono calcolati da proprietà misurabili
tramite opportune relazioni tra proprietà termodinamiche. Inoltre, queste relazioni forniscono le variazioni delle
suddette proprietà e non i valori assoluti che assumono nello stato termodinamico d’interesse.
I valori delle proprietà vengono ricavati fissando un opportuno stato di riferimento in cui vengono assegnati valori
nulli alle suddette proprietà (0.01 °C per l’acqua e -40 °C per R-134a).
In ogni caso, nelle analisi termodinamiche siamo interessati alle variazioni delle proprietà più che ai valori assoluti.

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