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Prof. arch.

Roberto Carratù
FISICA TECNICA AMBIENTALE
FISICA TECNICA AMBIENTALE
TERMICA
2021
Parte  1

prof arch.
prof. arch Roberto Carratù
roberto.carratu@uniroma1.it

Università “Sapienza”
Sapienza - Roma
Facoltà di Architettura
TEMPERATURA
GRANDEZZE FISICHE ED UNITÀ DI MISURA:

Si definisce “temperatura” la grandezza fisica capace di


caratterizzare il comportamento di un corpo dal punto di vista
termico non è la misura della quantità di energia termica o del
termico,
calore di un sistema, ma è a essa connessa. Su scala atomica,
viene definita come lo stato di agitazione molecolare del sistema
e quindi come la misura dell'energia
dell energia cinetica media dei suoi
atomi.
Le variazioni della temperatura sono generalmente accompagnate da alterazioni
d ll stato del
dello d l corpo:

- variazioni dimensionali
(dilatazione o
contrazione) - variazioni di
emissione di
- variazioni
i i i elettriche
l tt i h energia raggiante

g
- variazioni magnetiche
Per far aumentare o diminuire la temperatura di un
corpo, è necessario fornire o sottrarre energia, calore o
l
lavoro. La
L misura
i della
d ll temperatura
t t è ottenuta
tt t tramite
t it
queste variazioni e dipende dalla stato in cui si trova la
materia, che si può trovare allo stato solido, liquido o
gassoso con variazioni comportamentali differenti,
gassoso, differenti
infatti se si vuole aumentare la temperatura di un filo
metallico, materiale allo stato solido si può:

- fornire calore con una fiamma - strofinarlo (energia meccanica).


(energia termica);

- farlo attraversare da una corrente elettrica


(energia elettrica);

Mentre per cambiare la temperatura di un gas, si può:

- cambiare la pressione;
- cambiare la pressione;
- cambiare il volume;

- metterlo in contatto con un ambiente a


temperatura differente.
TEMPERATURA
Per variare la temperatura di un corpo è necessaria una quantità di calore
proporzionale alla sua massa quindi, corpi di natura diversa ma con eguale
massa, necessitano di quantità diverse di calore. Corpi esposti alla stessa
sorgente di calore, non hanno la stessa temperatura. Al mare infatti, l'aria, la
sabbia e l'acqua
l acqua, pur essendo esposti agli stessi raggi solari,
solari hanno
temperature diverse.
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Questo concetto si esprime dicendo che i corpi hanno una differente "capacità
t
termica"
i " o meglio,
li un differente
diff t "calore
" l specifico".
ifi "

L’esperienza dimostra che, se poniamo vicino corpi di natura diversa a


temperature
te pe atu e d
differenti
e e t ((limitando
ta do la
a variazione
a a o e tetermica
ca so
solo
o ttra
a loro),
o o), ess
essi
tenderanno ad assumere la stessa temperatura ovvero, tenderanno
naturalmente ad un equilibrio termico. Una volta raggiunto questo equilibrio, i
corpi non cessano di trasmettere calore, ma si compensano.

Le dimensioni fisiche della temperatura non sono tuttavia confrontabili con


quelle della lunghezza, della massa o del tempo, essa infatti non gode della
proprietà
p p additiva.

Se si fissa arbitrariamente un'unità di temperatura, non è possibile con essa


ricavare una temperatura doppia o la sua metà: infatti se, per esempio, si
mettono
tt i contatto
in t tt due
d corpii che
h hanno
h una temperatura
t t “di un grado”,
d ” il
risultato è che i due corpi (per il principio dell’equilibrio termico) avranno
sempre la temperatura “di un grado” (1 + 1 = 1!!!) e non due gradi!
CALORE
LE SCALE TERMICHE

Oltre a quella centigrada (°C) usata in ambito nazionale, esistono


differenti scale termiche, tra cui le principali sono:
- scala termometrica assoluta Kelvin (K)[1], usata nel Sistema
Internazionale;
- scala Fahrenheit (F°) [2], ancora usata nei paesi anglosassoni.

[1]
La scala Kelvin ha lo zero assoluto corrispondente a - 273, 16 gradi centigradi. E' una scala
centigrada.

[2]In questa scala, il punto di congelazione di acqua è a 32 gradi di Fahrenheit (32 °F) ed il
punto di ebollizione e di 212 gradi, tra questi due estremi vi è una differenza di 180 gradi
SISTEMA INTERNAZIONALE S.I.

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LE SCALE TERMICHE
ENERGIA

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In fisica, l'energia è comunemente definita come la "capacità di un sistema di
compiere un lavoro
lavoro", quindi lavoro ed energia,
energia come visto,
visto possono coincidere,
coincidere
infatti nel sistema internazionale (S.I.) l’unità di misura dell'energia è il Joule (J),
che equivale al "Newtonmetro" (Nm)[1].
In termodinamica si usa anche la caloria (cal),(cal) unità che sta scomparendo,
scomparendo ed il
kilowattora (kWh), grazie a semplici fattori di equivalenza: è possibile passare da
una unità all'altra: POTENZA
Quindi il kWh è un’unità di energia e non di
potenza, al contrario del kW che è una unità di
potenza.
C lla potenza,
Con t iin questo
t caso TERMICA,
TERMICA sii
misura la quantità di energia emessa o
ricevuta nell'unità di tempo, cioè il rapporto tra
ll'energia
energia relativa ad una trasformazione e il
tempo necessario affinché tale trasformazione
si compia.
Nel sistema internazionale, l’unità di misura
d ll potenza
della t è il "Joule
"J l all secondo"
d " (J/s)
(J/ )
detto anche Watt (W)
[1]Nella meccanica classica 1 joule rappresenta la quantità di energia necessario, cioè il lavoro effettuato,
per esercitare la forza di un newton per la distanza di un metro.
1 joule equivale quindi a 1 newtonmetro.
ENERGIA E POTENZA

Dal momento che la chilocaloria (kcal) è un'unità di misura dell'energia, la


conversione consentita è il passaggio da kcal a kWh e non da kcal a kW.

Per svolgere la conversione da kcal a kWh basta ricordare che:

-1 kWh equivale a circa 859,85 kcal.

- per convertire
ti lel kcal
k l in
i kWh sii deve
d di id
dividere il numero di kcal
k l per 860,4.
860 4

1 KWh = 859,85 Kcal

pioché 1 cal = 4,186 joule

W = 1 joule/sec, allora 1 KWh = 3.600.000 joule,

3.600.000/4,186 = 860,4 kcal

quindi:

1 Kcal = 0,00163 kW

1 Kcal = 1,163 W
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MASSA

PESO
MASSA- PESO

La differenza tra massa e peso si ritrova nel concetto di gravità.


Se, infatti, la massa è un valore intrinseco di un corpo e di un oggetto,
immodificabile e universale in qualunque punto dello spazio, il peso è
g
strettamente legato alla cosiddetta accelerazione di g
gravità.
Se due corpi identici avranno quindi stessa massa sul pianeta Terra e
sulla Luna, a cambiare sarà il loro peso.
Sulla luna, poiché la forza di gravità è sei volte minore rispetto alla
Terra,, un oggetto
gg peserà
p sei volte meno.
DENSITA’
CALORE
Il termodinamica, il calore è definito come un trasferimento di energia termica da un sistema
ad un altro in funzione di una differenza di temperatura o di un cambiamento di fase.
fase

Se il calore è associato ad una variazione di temperatura viene chiamato "calore sensibile",


se invece provoca un cambiamento di fase prende il nome di "calore latente" cioè nascosto,
non visibile.

Per l'unità di misura del calore si usava, fino a qualche anno fa”, la caloria (cal), definita come
la quantità di calore che è necessario fornire per elevare di 1 grado centigrado (Celsius) (Celsius),
esattamente da 14,5 a 15,5 gradi, 1 Kg di acqua distillata, sul livello del mare.
1 cal = 4,186 joule

Oggi si preferisce
O f il joule[1], che nel sistema internazionale (SI)
(S ) rappresenta l'unità di misura
del lavoro. Il sistema anglosassone usa il “ Britsh Thermal Unit” (BTU), che rappresenta la
quantità di calore richiesta per elevare da 59°F a 60°F una massa di 1 libra di acqua.
L’ equivalenza tra queste unità é:
L

1.000 cal = 1Kcal = 3,96383 BTU


1 BTU = 0.00029307 kWh
1kWh = 3412
3412,12
12 BTU

[1] Il joule (J), è un'unità di misura del Sistema internazionale (SI), l'unità di misura dell'energia, del lavoro e del calore, da punto di vista dimensionale è pari a kg∙m2/s2 = 1 N∙m = 1 W∙s.
CALORE SENSIBILE – CALORE LATENTE

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CALORE SENSIBILE – CALORE LATENTE

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CALORE SENSIBILE – CALORE LATENTE

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CALORE SPECIFICO

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Si definisce “calore specifico medio” di un corpo che pesa un chilogrammo (kg), la
quantità di calorie necessarie per elevarlo di un grado.
grado

Si definisce “capacità termica” di un corpo (C) la quantità di calore che esso


assorbe o cede nel riscaldarsi o raffreddarsi di un grado di temperatura.
CAPACITA’ TERMICA

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La capacità
p termica di un corpo p mette in relazione il calore specifico
p e la
massa del materiale, quindi maggiore è la massa di un corpo e maggiore sarà
la sua capacità termica, il calore specifico ne rappresenta il suo valore riferito
ad un’unità di massa.

Se poi il corpo, anziché di un grado, lo si eleva di “t” gradi, si otterrà


l’equazione fondamentale della calorimetria:

dove:
m = massa in kg/m2
c = calore specifico
t = salto termico ( T2 – T1)

L’equazione rappresenta la quantità di calore Q necessaria per riscaldare


di “t” gradi la massa m di un corpo che ha un calore specifico c.
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PROPAGAZIONE DEL CALORE
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PROPAGAZIONE DEL CALORE

Propagazione del calore all’interno di un corpo


solido o di un sistema di corpi che vengono a
contatto gli uni con gli altri

CONDUZIONE
CONVEZIONE
IRRAGGIAMENTO

Trasmissione del calore caratteristica dei


fluidi, tipica dei gas e dei liquidi

Trasmissione di energia sotto forma di


onde elettromagnetiche.
g
CONDUZIONE
CONVEZIONE
IRRAGGIAMENTO E' la propagazione del calore all’interno di un corpo solido o di
un sistema di corpi che vengono a contatto gli uni con gli altri,
che possono trovarsi allo stato solido, liquido o aeriforme.

Il trasferimento di calore avviene per effetto delle vibrazioni di


particelle, senza apparente movimento di materia.

Per la propagazione del calore, è necessario che la temperatura


non sia eguale. Due corpi che inizialmente erano a temperature
differenti T1 e T2, in regime di conduzione termica raggiungono,
in un certo tempo la stessa temperatura T3.

- = +
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E’ la propagazione del calore all’interno di un corpo solido o di un
CONDUZIONE sistema di corpi che vengono a contatto gli uni con gli altri. Il
CONVEZIONE
IRRAGGIAMENTO
trasferimento di calore avviene per effetto delle vibrazioni di particelle,
senza apparentet movimento
i t di materia.
t i

Condizione necessaria e sufficiente per la propagazione del calore, è


che la temperatura
p non sia uniforme. Se si tratta di un solo corpo, p ,
all’interno del corpo si evidenzieranno delle superfici isotermiche
(stessa temperatura) e le linee ipotetiche della propagazione saranno
normali alle superfici isotermiche.
L studio
Lo t di teorico
t i dei d i fenomeni
f i di conduttività
d tti ità termica
t i all’interno
ll’i t di un
corpo è fondato sul “postulato di Fourier”.

dSdtT
dQ 
n
dQ = quantità
tità di calore
l
dS = areola della superficie di trasmissione isoterma
dt = intervallo di tempo
∆T = differenza di temperatura tra le due superfici
∆ = di
∆n distanza
t ttra lle ddue superfici
fi i
 = conduttività termica del materiale
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La quantità di calore dQ che si trasferisce da una superficie dS ad una
CONDUZIONE superficie dS’, ad una distanza n, nel tempo t, è inversamente
CONVEZIONE
IRRAGGIAMENTO
proporzionale alla distanza n e direttamente proporzionale all’area delle
superfici,
fi i alla
ll diff
differenza di temperatura,
t t all tempo
t e alla
ll proprietà
i tà
caratteristica del corpo, che chiameremo “coefficiente di conduttività
termica” (). Il termine spessore, diviso per il coefficiente di conduttività
termica,, si definisce “resistenza termica” ((s/).
)

La relazione Q/t si chiama “flusso


flusso di calore”
calore e
rappresenta la quantità di calore che passa nel tempo
unitario.

Si tratta di una potenza e nel sistema S.I. si misura in


FLUSSO DI watt (W). Quando due temperature rimangono constanti
CALORE W
nel tempo,
tempo anche il flusso di calore tra loro rimane
costante, si parla in questo caso di “regime stazionario”.

Nell regime
N i stazionario
i i l’l’andamento
d d
della
ll temperatura è
lineare: è una linea retta tra due temperature T1 e T2.
CONDUZIONE FLUSSO DI
CONVEZIONE CALORE W
IRRAGGIAMENTO

PARETE OMOGENEA
Il flusso di calore Q , rappresenta la quantità di calore che passa nel tempo unitario

Q = quantità di calore scambiato


nell'unità di tempo
S = area della superficie di trasmissione
isoterma
dT = differenza di temperatura tra le
due superfici
L = distanza tra le due superfici
 = coefficiente conduttività termica del
materiale
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La convezione è una forma di trasmissione del calore caratteristica dei
CONDUZIONE fluidi, tipica dei gas e dei liquidi. Dato che le variazioni della
CONVEZIONE temperatura sono accompagnate da dilatazioni e contrazioni (variazioni
IRRAGGIAMENTO
di densità),
d ità) vii saranno d
deii movimenti,
i ti all’interno
ll’i t d
della
ll massa flfluida,
id che h
sono in opposizione alla forza di gravità, in quanto tendono a salire. Le
particelle fluide scaldandosi e raffreddandosi, di conseguenza meno
dense o p più dense,, si muovono lasciando il p posto alle altre p
particelle. In
questo caso si tratta di un vero trasporto di calore dove le particelle
fluide sono il vero mezzo di trasmissione. L’esperienza dimostra che la
trasmissione del calore per convezione dipende dalla temperatura del
fl id e d
fluido dell corpo con cuii questo
t è iin contatto,
t tt ddalla
ll natura
t d
dell flfluido
id
(cioè conduttività termica interna, calore specifico, viscosità,
dilatazione, etc.), dalla forma e posizione del corpo.

Q = quantità di calore scambiato nell'unità di


tempo
S = area della superficie di trasmissione
Ta= temperatura fluido
Tp= temperatura parete
hc = coefficiente di convezione
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CONDUZIONE
Ogni corpo, a qualsiasi temperatura, emette e assorbe energia sotto
CONVEZIONE forma energia raggiante che non ha bisogno di un mezzo di
IRRAGGIAMENTO trasmissione, come accade negli altri casi. La velocità di trasmissione è
quella di un onda elettromagnetica, circa 300.000 Km/s. Pertanto lo stato
del regime delle temperature è immediato .

Si sperimenta questo fenomeno ponendo un corpo in un ambiente in cui


è stato fatto il vuoto ad una temperatura superiore a quella delle pareti,
condizione quindi ove non è possibile lo scambio termico per
conduzione e convezione. Dopo un po’ di tempo si verifica che il corpo
si è raffreddato ed ha raggiunto l’equilibrio termico, lo scambio termico
in questo caso è avvenuto solo per irraggiamento.

VUOTO
t
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t
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prof. arch. Ro
oberto Carratù
20°

ENERGIE RINNOVABILI
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ENERGIA PRIMARIA
Potenziale energetico proprio delle fonti non rinnovabili allo stato naturale, prima del loro processo di
trasformazione

FABBISOGNO DI ENERGIA TERMICA UTILE (QH,ht)


Quantità di calore che deve esse fornita o sottratta ad un ambiente climatizzato per
mantenere le condizioni di temperatura desiderate durante un dato periodo di tempo (a
meno delle dispersioni impiantistiche, solo funzione dell’involucro edilizio) aumentata
dell’energia dispersa dai sottosistemi impiantistici. (trasmissione + ventilazione)

FABBISOGNO IDEALE DI ENERGIA TERMICA UTILE (QH,nd)


Fabbisogno di energia termica riferito a condizioni di temperatura dell’aria uniforme in tutto
l’ambiente climatizzato. (trasmissione + ventilazione - apporti)

PRESTAZIONE ENERGIA TERMICA DI UN EDIFICIO (FEP)


Quantità annua di energia primaria consumata o prevista necessaria per soddisfare i bisogni connessi
ad un uso standard dell’edificio: climatizzazione invernale, estiva, acqua calda, ventilazione ed
illuminazione

INDICE DI PRESTAZIONE ENERGIA TERMICA DI UN EDIFICIO (EP)


Quantità annua di energia primaria consumata o prevista ……riferita
riferita ad una unità di superficie utile o
volume lordo…(kWh/mq o kWh/mc)
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Indice di prestazione energetica EPi:


esprime il cons
consumo
mo di energia primaria (in realtà ai contatori o “delivered”),
“deli ered”) riferito
all’unità di superficie utile o di volume lordo; pedice “i” per consumi invernali, o estiva
..o globale “gl”

EPi = QH,nd/ hg kWh/mq

Rendimento globale medio stagionale impianti hg:


rapporto tra fabbisogno di energia termica utile e il corrispondente fabbisogno di energia
primaria durante la stagione di riscaldamento.
Tiene in considerazione tutti i rendimenti del sistema impianti.

100/0,95= 105,2
PIÙ IL FATTORE g È GRANDE E MINORE SARÀ L’EP
100/0,75= 133,3
EXTRA

COP
A FLUSSO

PERTURA
Hr i -
e

O
HD
HD PONTI TERMICI
APP.
APP
INTERNI
HD PARETI
QI FINESTRE HD

APPORTI RICAMBI ARIA Hv


SOLARI
PARETI
HG
QP
APPORTI

SOLA
SOLARI

AIO
FINESTRE

QW
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SEMINARI DI PREPARAZIONE ALL'ESAME DI STATO PER ARCHITETTI
PIANIFICATORI PAESAGGISTI CONSERVATORI E ARCHITETTI IUNIOR

EDIFICIO IMPIANTO
I RENDIMENTI DEGLI IMPIANTI FONTI
RINNOVABILI
hg

EMISSIONE

DISTRIBUZIONE

PRODUZIONE
REGOLAZIONE
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Fisica dell’edificio: procedure di calcolo termico in regime stazionario e
regime dinamico
La procedura di calcolo che stabilisce la quantità di calore che un sistema, in questo caso il
nostro edificio, scambia con l’ambiente termico in cui è immerso, nel caso di una differenza di
temperatura tra interno ed esterno: Lo scambio termico, nel caso di un edificio in cui si voglia
garantire una temperatura interna (Ti) diversa da quella esterna (Te), e questo avviene sia in
inverno che in estate, avviene sempre in regime "dinamico", cioè considerando che almeno
una temperatura, in questo caso quella esterna, sia variabile, ammettendo, quindi, che quella
interna sia mantenuta costante dal nostro impianto di termico.
termico

In certi periodi dell’anno come ad esempio in inverno, anche per semplificazioni di calcolo, si
può considerare che la temperatura esterna non si modifichi, o almeno non eccessivamente,
durante il giorno, e che quindi si possa valutare che il flusso di calore che si instaura avvenga
in un regime di scambio termico detto "stazionario".In questo caso si ipotizza che il flusso
abbia una direzione perpendicolare alle superfici stesse.

In estate invece, a causa della diversa quantità di radiazione solare nelle varie ore del giorno,
questa ipotesi non può essere fatta.

La normativa di calcolo applica quindi il regime stazionario principalmente nel caso invernale e
il regime dinamico preferibilmente nel caso estivo, considerando anche differenti grandezze
fisiche di riferimento. In regime stazionario le grandezze fisiche che principalmente entrano in
gioco sono: la trasmittanza termica,
termica la conducibilità termica e la conduttanza termica,
termica nel caso
estivo invece la trasmittanza termica periodica, la capacità termica e la diffusività termica.
prof. arch. Ro
oberto Carratù
TEMPERATURA

ANZA
RASMITTA
TR
CAPACITA’
TRASMITTANZA TERMICA
TRASMITTANZA

TTANZA
TRASMIT
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oberto Carratù
EDIFICIO

: L’INVOLUCRO EDILIZIO

IMPIANTO

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