Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
➔ 25 dei 92 elementi naturali sono costituenti essenziali dei viventi ma solo 4 (C, O, H,
N) costituiscono il 96% della materia vivente.
Una reazione di
condensazione lega fra
loro monomeri, con un
legame covalente, a
formare un polimero con
l’eliminazione di una
molecola d’acqua.
I METABOLITI
La fase acquosa nel citosol di tutte le cellule contiene un migliaio di piccole molecole
organiche diverse presenti in concentrazione da micro a millimolari. Queste molecole
costituiscono i metaboliti che partecipano alla maggior parte dei processi che avvengono in
quasi tutte le cellule; esse sono polari o cariche, e quindi solubili in acqua, e restano
intrappolate all'interno della cellula. I metaboliti secondari sono biomolecole con funzioni
specifiche prodotti da particolare cellule, come quelle vegetali, tra cui i profumi emessi dalle
piante o molecole come la morfina, la caffeina e la nicotina che producono effetti a livello del
SNC sugli esseri umani. L’insieme delle piccole molecole presenti in una data cellula in
condizioni specifiche e’ definito metaboloma , in analogia con il termine genoma. La
metabolomica è la caratterizzazione sistematica del metaboloma in condizioni altamente
specifiche.
LE REAZIONI CHIMICHE
L'entropia (S) è la misura del grado di disordine di un sistema e tiene conto sia del calore
che della temperatura assoluta alla quale il sistema si trova. In base al secondo principio
della termodinamica, ogni sistema isolato tende spontaneamente ad aumentare il suo grado
di disordine per raggiungere lo stato più probabile, e quindi la somma dell'entropia del
sistema e quella dell'ambiente aumenta sempre. L'entropia dipende solo dallo stato iniziale e
finale e non dal percorso compiuto (funzione di stato) e si misura in J/K·mol.
Sono favorite le reazioni dove c'è un aumento di entropia (ΔS > 0).
L'equilibrio chimico è la condizione dipendente dalla temperatura in cui le concentrazioni
delle specie chimiche, presenti in una
reazione chimica, complessivamente non
variano nel tempo. Si può dire anche che
una reazione è all'equilibrio quando la
concentrazione dei prodo] e dei reagenti
rimane sempre costante, nonostante la
reazione non sia ferma; nel senso che
essa continua ad avvenire ma non porta a
nessun aumento o diminuzione di
concentrazione dei prodo] e dei reagenti
essendo uguali i valori delle due velocità
della reazione: quella diretta e quella
inversa. Come si intuisce dalla definizione,
si tratta di un equilibrio dinamico (non statico).
➢ Il principio di Le Châtelier afferma che ogni sistema tende a reagire ad una modifica
impostagli dall'esterno diminuendone gli effetti, questo significa che se l'equilibrio
viene perturbato questo si sposterà verso prodotti o reagenti in modo tale da opporsi
al cambiamento e ripristinare delle nuove condizioni di equilibrio.
Gli enantiomeri hanno diverse attivita’ biologiche. Due enantiomeri, essendo composti
diversi, devono avere nomi diversi. Il farmaco da
banco ibuprofene (Moment, Brufen, farmaci
antinfiammatori non steroidei (FANS) dotaR di
proprietà analgesica, antinfiammatoria e
antropica), ad esempio, presenta enantiomeri ed
esiste nelle due forme rappresentate.
Enantiomeri sbagliati possono produrre
conseguenze drammatiche.
La desmosina appartiene agli amminoacidi rari, utile per l’Elastina ossia una proteina della
matrice extracellulare.
Gli amminoacidi
non proteici non
presenti nelle
proteine.
Ornitina e
Citrullina sono
importanti
intermedi nel
ciclo dell’urea e
nella biosintesi
dell’arginina.
IL LEGAME PEPTIDICO
LE PROTEINE
Livelli di struttura delle proteine: la struttura primaria consiste in una sequenza di aminoacidi
legati da legami peptidici e include ponti disolfuro. Il peptide può poi essere ripiegato in unità
di struttura secondaria come le alpha eliche, beta-foglietti o loop (legami a idrogeno). Queste
strutture si avvolgono ulteriormente stabilizzata da interazioni deboli a formare la struttura
terziaria che se associata ad altre catene polipeptidiche conferisce la struttura quaternaria al
complesso proteico.
L’alfa elica è solitamente destrorsa essendo composta da Lamminoacidi. I singoli dipoli
dell’elica si sommano a formare un elica polarizzata
positivamente all’estremità N-terminale e
positivamente a quella C-terminale.
Le proteine sono
strutture modulari
contenenti diverse
porzioni con una
determinata
funzione (chiamate
domini proteici). La
funzione di una
proteina è data
dalla sommatoria
delle funzioni di tutti
i domini di cui è
composta.
IL METABOLISMO
Gli enzimi si distinguono dai comuni catalizzatori inorganici per le seguenti significative
caratteristiche:
GLI ENZIMI
Gli organismi non producono tutti gli enzimi contemporaneamente, alla massima velocità e
in grande quantità, ma solo in base alle necessità, evitando sprechi e accumuli di sostanze
indesiderate, attraverso una fine regolazione o inibizione. La regolazione avviene con diversi
meccanismi, regolazione dei livelli di espressione di ogni specifico enzima nello spazio,
diversi organi,cellule,tessuti, e nel tempo. La regolazione a livello di substrato prevede che
più alta è la concentrazione del substrato, più veloce è la reazione fino alla saturazione,
ossia quando non ci sono più enzimi disponibili.
Gli enzimi allosterici hanno due siti distinti: il sito attivo e il sito regolatore di attivazione o
inibizione. Nel sito regolatore si inseriscono molecole che modificano leggermente la
struttura dell’enzima, aumentando (attivatori) o diminuendo (inibitori) l’attività nei confronti
del substrato. La regolazione allosterica adatta la velocità delle reazioni enzimatiche alle
condizioni locali e gli enzimi si attivano solo quando il substrato raggiunge elevate
concentrazioni poiché hanno bassa affinità per esso.
L’inibizione retroattiva (feedback negativo) è quando il prodotto finale di una reazione in una
via metabolica
supera una certa
concentrazione, le
sue molecole
cominciano a
inibire in modo non
competitivo l’attività
del primo enzima,
riducendo o
bloccando la via
metabolica.
● Inibizione competitiva:
una molecola simile al
substrato si inserisce nel
sito attivo impedendo
l’accesso di quest’ultimo
perciò non si verifica
alcuna reazione. Questo
dipende dalla
concentrazione relativa
delle due molecole: la più
abbondante si inserisce
nel sito attivo. Un inibitore
competitivo ridurrà
l’affinità enzima substrato,
cioè aumenterà il valore
di KM. Si può rimuovere
aumentando (S). Ad altre
concentrazioni di
substrato la reazione non
viene rallentata e Vmax è
sempre la stessa.
● Inibizione reversibile
non competitiva: una
molecola di inibitore si
inserisce nel sito
allosterico; diverso dal
sito attivo, modificando
temporaneamente la
forma del sito attivo, che
non è più in grado di
legare efficacemente il
substrato e di far
avvenire la reazione. Gli
inibitori non competitivi
agiscono diminuendo il
numero di turnover ma
non agiscono sulla
proporzione di molecole
che legano il substrato.
L’inibizione
incompetitiva non può essere rimossa da un eccesso di substrato. Il substrato piò
ancora legarsi al complesso El oltre che all’enzima da solo. In ogni caso il complesso
ESI non procede verso la formazione dei prodotti. La KM rimane invariata mentre la
Vmax diminuisce, questo perché l’inibitore abbassa semplicemente la
concentrazione dell’enzima funzionale.
Il cofattore è ogni molecola non proteica che si coniuga ad un enzima al fine di facilitare
l’attività dell’enzima. I cofattori possono essere inorganici (metalli) o organici (chiamati
coenzimi o gruppo prostetici).
I coenzimi si legano
reversibilmente
all’enzima, mentre i
gruppi prostetici sono
legati stabilmente alla struttura proteica (gruppo eme). I coenzimi sono spesso derivati dalle
vitamine.
LE VITAMINE
La maggior parte delle vitamine (tutte le vitamine idrosolubili) è utilizzata per la sintesi di
coenzimi, per cui i sintomi della loro carenza sono la conseguenza del blocco di certe
reazioni. Le vitamine non possono essere sintetizzate nel nostro corpo; in alcuni casi
possono essere sintetizzate partendo da un precursore assunto con la dieta.
Altri elementi che devono essere regolarmente introdotti con la dieta sono i sali minerali.
Si dividono in:
➢ Macroelementi: l’apporto giornaliero è nell’ordine di centinaia di mg
(calcio,magnesio,potassio).
➢ Microelementi o oligoelementi: sono necessari in quantità molto più basse, cioè
nell’ordine di pochi mg e persino microgrammi (ferro, zinco, cromo, rame, selenio).
I minerali sono presenti nella maggior parte degli alimenti e bevande, particolarmente frutta
e verdura, acqua e latte; non sono calorici e quindi non forniscono energia e svolgono un
ruolo fondamentale per l’organismo.
IL METABOLISMO
Gli acidi grassi vengono demoliti mediante il processo della Beta-ossidazione nei mitocondri,
che porta alla formazione di Acetil-CoA.
Le diverse vie cataboliche e anaboliche sono compartimentate. Per questo motivo sono
necessari meccanismi di trasporto per le sostanze da un compartimento all’altro. Di
conseguenza le proteine di trasporto sono componenti essenziali di molti processi
metabolici. Negli organismi pluricellulari la compartimentazione è ulteriormente complicata a
livello di tessuti e organi. Una prova di specializzazione dei tessuti è l’esistenza degli isozimi,
enzimi che catalizzano la stessa reazione ma che sono prodotti a partire da diversi geni in
diversi tessuti/organi con caratteristiche cinetiche e regolatorie differenti.
La regolazione del
metabolismo:
➢ Presenza/quantità
enzimi: dipende
dall’equilibrio tra
velocità di
sintesi/degradazione
della proteina, insieme
alla regolazione della
trascrizione.
➢ Attività catalitica degli
enzimi: può essere
modificata da piccole
molecole (cofattori) o
da modificazioni
dell’enzima
(fosforilazione).
➢ Accessibilità dei
substrati: legata alla
compartimentazione
della cellula che
mantiene separate le
vie degradative dalle
vie biosintetiche.
➢ Ormoni: regolano le
vie metaboliche e
coordinano l’attività di
diverse cellule in
diversi organi.
I nutrienti necessari per la produzione di energia possono derivare dalla: dieta, biosintesi,
riserve. I componenti della dieta nutrienti: glucidi, lipidi, proteine, vitamine, minerali.
L’organismo è incapace di sintetizzare i nutrienti essenziali e devono essere assunti con la
dieta, ad esempio gli acidi grassi omega 6 e omega 3, alcuni amminoacidi, minerali e quasi
tutte le vitamine.
Il nutriente per essere utilizzato deve prima subire i processi di digestione e assorbimento.
➔ digestione: da polimero a monomero per scissione idrolitica.
➔ assorbimento: dal lume intestinale al circolo (plasma,linfa).
➔ malassorbimento: difetti di digestione/assorbimento.
(argomento da inserire dopo pg.17)
Le membrane biologiche hanno aspetto trilamellare con spessore 7-10 micron. Sono
asimmetriche,dinamiche e impermeabili. Sono dotate di sistemi di trasporto selettivi. Sono
formate da tre componenti: lipidi, proteine e zuccheri. Le proteine e lipidi sono più o meno
equivalenti. In alcuni contesti ci sono più lipidi, in altri ci sono più proteine (membrane
deputate al trasporto, membrana interna mitocondriale.
Anche le proteine hanno la possibilità di muoversi (solo movimenti laterali e non trasversali)
nella membrana. Per interagire con la membrana devono avere parti idrofiliche (che
interagiscono con le teste polari e che rimangono esposte in citoplasma o ambiente
extracellulare) e parti idrofobiche (porzioni transmembrana).
Il trasporto per diffusione semplice riguarda ossigeno, anidride carbonica, azoto molecolare
e benzene. In grado di attraversare la membrana sciogliendosi nell’ambiente idrofobico del
doppio strato e riequilibrarsi nell’ambiente acquoso citoplasmatico. Piccole molecole (urea,
glicerolo) passano in virtù della loro piccola dimensione attraverso i gaps della membrana.
Avviene secondo gradiente di concentrazione.
Il trasporto mediato passivo è specifico per ogni molecola. Richiede presenza di un canale
che può essere inibito da inibitori competitivi e non competitivi. Avviene secondo gradiente. Il
tipico esempio di trasporto per il glucosio.
Il trasporto attivo è specifico per ogni molecola ed è suscettibile di inibizione. Può essere
contro gradiente e richiede energia (ATP). Esempio tipico è la pompa sodio potassio.
BIOENERGETICA
Gli enzimi accelerano le reazioni anche di un milione di volte. Se non ci fossero gli enzimi la
maggior parte delle reazioni dei sistemi biologici procederebbe a velocità non apprezzabili.
L’energia che si libera da una reazione esoergonica viene utilizzata per legare un gruppo
fosfato libero a una molecola di ADP formando una molecola di ATP.
Quando la cellula ha bisogno di fornire energia per poter svolgere una reazione
endoergonica, vengono rotti i legami tra il secondo e il terzo gruppo fosfato delle molecole di
ATP, liberando l’energia precedentemente immagazzinata in essi.
● FAD + 2H → FADH2
Le reazioni di ossidazione producono energia che se avvenissero in modo incontrollato
libererebbero calore. Tuttavia nelle cellule tali reazioni di ossidazione dei nutrienti avvengono
in modo controllato e l’energia liberata viene recuperata sotto forma di ATP. Anche se una
parte di energia viene comunque persa sotto forma di calore. (Efficienza = 32-35%).
Funzione plastica: sono tra i costituenti degli acidi nucleici, dei coenzimi nucleotidici, dei
glicolipidi, delle glicoproteine e delle strutture di sostegno e protezione degli organismi
vegetali ed animali.
I carboidrati o saccaridi sono la classe di molecole organiche più abbondante in natura. Dal
loro catabolismo si ottiene l’energia che sostiene la vita animale, mentre nelle piante
vengono sintetizzati per mezzo della fotosintesi. Sono i precursori metabolici di quasi tutte le
biomolecole e si legano covalentemente con una grande varietà di molecole (glicoproteine e
glicolipidi). I polisaccaridi sono molto eterogenei e la loro variabilità è alla base di vari
processi biologici tra cui il riconoscimento tra molecole proteiche e cellule. In forma
polimerica servono come elementi strutturali.
ALDOSI
Le forme semiacetaliche
degli aldosi. Gli aldosi con
più di tre atomi di carbonio
formare un semiacetale
interno alla molecola e
assumere una struttura
ciclica; questa è preferita in
soluzione acquosa (quindi
nelle condizioni
dell’organismo). Le forme
cicliche degli aldosi possono
essere rappresentate con
formule analoghe a quelle lineari (rapprentazione di Fischer) o con forme geometriche (in
genere esagonali o pentagonali: rappresentazione di Haworth).
CHETOSI
Le macromolecole biologiche sono composte da molecole più piccole legate tra loro; un
composto così costituito è definito un polimero e le sue unità costituenti sono definite
monomeri. Sono caratteristici del polimero il tipo di monomeri, che possono essere tutti
uguali tra loro (negli omopolimeri)
oppure soltanto simili (negli
eteropolimeri), ed il legame che
unisce i monomeri. Gli zuccheri
possono formare omopolimeri ed
eteropolimeri. Un esempio di
omopolimero di monosaccaridi è
l’amido, costituito da molecole di
glucosio tutte uguali tra loro, legate
mediante legame glicosidico, un
esempio di eteropolimero di
monosaccaridi è dato dagli antigeni
AB0 del sangue.
POLISACCARIDI
Amido e glicogeno hanno funzione di riserva del Glucosio, legami alfa 1,4-1,6.
Sono importanti sia per il loro valore nutrizionale nella dieta, sia per il loro ruolo di riserva
energetica dell’organismo (il glicogeno) o per quello strutturale (cartilagine). Il più semplice
polisaccaride è l’amido, contenuto in molti alimenti di origine vegetale (farina e derivati).
GLICOGENO
Il glicogeno è un polisaccaride di
deposito delle cellule animali
particolarmente abbondante nel
fegato e meno nel muscolo
scheletrico. Polimero di monomeri
di glucosio legati con legami alpha
1-4 e alpha 1-6 (ramificazione)
orientati testa-coda in modo da
avere sempre una estremità non
riducente libera. Il glicogeno è
ramificato.
Viene coinvolta la classe di enzimi delle idrolasi. Nella bocca si trova l’amilasi salivare
(optimum a pH 7 perciò nello stomaco viene inattivata). Nel duodeno è presente l’amilasi
pancreatica.
Gli oligosaccaridi prodotti nel lume intestinale vengono digeriti da enzimi ancorati alla
membrana delle cellule mucose: disaccaridasi e oligosaccaridasi; saccarosio e lattosio sono
digeriti da una saccarasi e una lattasi, maltosio da una maltasi, mentre i legami alpha-1,6 da
una isomaltasi.
La digestione dei carboidrati inizia nella bocca ad opera della ptialina che demolisce i legami
alpha-1-4 glicosidici dell’amido (pH circa 7). L’idrolisi si interrompe nello stomaco.
La digestione viene completata da disaccaridasi legate alla superficie esterna delle cellule
epiteliali dell’intestino tenue. Digestione di maltosio, lattosio, trealosio, saccarosio. Si
formano i diversi monosaccaridi che passano nel citoplasma delle cellule della mucosa
intestinale.
Il processo e la velocità di assorbimento dei monosaccaridi non è uguale per tutti. Il glucosio
viene assorbito velocemente con un processo di trasporto attivo dipendente da Na+.
Dalle cellule della mucosa intestinale il glucosio e gli altri monosaccaridi passano
all’interstizio e poi al sangue e dal torrente circolatorio al fegato. Il fegato svolge un ruolo
fondamentale di raccolta e smistamento del glucosio verso i diversi distretti cellulari.
L’assorbimento dei
monosaccaridi:
➔ Trasporto attivo:
contro gradiente,
cotrasportatore
Na+/glucosio SGLT
intestino per il
riassorbimento
renale.
➔ Trasporto mediato:
secondo gradiente,
trasportatori del
glucosio GLUT per
tutti i tessuti.
Il glucosio è l’unica fonte energetica utilizzabile in assenza di O2; fonte obbligata per
eritrocita che mancanza di mitocondri; principale fonte di energia per il sistema nervoso.
La via metabolica che descrive la degradazione del glucosio si chiama glicolisi ed è utilizzata
da tutti gli organismi.
Le reazioni cataboliche ossidative che producono ATP sono localizzate nel mitocondrio.
La glicolisi (catabolismo del glucosio) avviene nel citoplasma e può avvenire (e produrre
ATP) anche in assenza di ossigeno. Una via rapida per la produzione di energia (ATP).
➢ Essenziale nei globuli rossi che non hanno mitocondri.
➢ Fonte energetica principale nei neuroni (metabolismo strettamente aerobico).
I globuli rossi producono e rilasciano lattato a partire dal glucosio che viene captato dal
fegato e riconvertito in piruvato.
Il muscolo scheletrico è in grado di usare entrambe, quando molto sotto sforzo usa la
glicolisi anaerobica e produce acido lattico.
I monosaccaridi diversi dal glucosio (mannosio, fruttosio e galattosio) entrano nella glicolisi
dopo foisforilazione. Gal>G1P; F>F6P; Mannosio>F6P.
Per entrare nelle cellule il glucosio necessita di proteine di trasporto denominate GLUT.
Esistono diversi trasportatori espressi nei diversi organi. Per esempio, nel fegato, il
trasportatore GLUT2 permette il passaggio di glucosio indipendentemente dalla regolazione
ormonale. Il trasportatore del muscolo GLUT4 invece è responsivo all’insulina e/o
all’esercizio fisico. Il fegato importa ed esporta glucosio, mentre il muscolo importa
solamente.
Dopo un pasto la glicemia è normalizzata in 2-4 ore. Il diabete è una patologia multifattoriale
in cui la capacità di metabolizzare il glucosio è ridotta. La curva di smaltimento del glucosio è
spostata verso destra ed è più lenta.
Il glucosio viene trasportato dal sangue nelle varie cellule in base al gradiente di
concentrazione e la diffusione è facilitata da carriers specifici, i trasportatori di glucosio
chiamati GLUT. I GLUT(1-5) sono proteine di membrana che hanno una differente
espressione tissutale.
GLUT-1 (negli eritrociti ed encefalo) e GLUT-3 (neuroni) sono espressi in tutte le cellule e
sono responsabili del trasporto basale del glucosio ad una velocità pressochè costante.
GLUT-5 presente nelle cellule epiteliali dell’intestino tenue. Libera il glucosio captato dal
lume intestinale verso il circolo sanguigno.
GLUT-2 presente nel fegato, nelle cellule b del pancreas, nel rene indipendente da
regolazione ormonale.
GLUT-4 trasportatore di glucosio nel muscolo scheletrico, nel muscolo cardiaco e nel tessuto
adiposo. Responsivo a insulina a esercizio fisico. Quando aumenta l’insulina aumentano i
trasportatori GLUT-4 presenti sulla membrana di queste cellule.
Il glucosio entra ed è immediatamente fosforilato e non può più riuscire dalla cellula.
Fruttosio e galattosio entrano nella glicolisi. Il fruttosio può essere fosforilato da esochinasi
(a ritmo più lento). Il galattosio viene invece convertito in glucosio mediante tre reazioni con
consumo di 1 ATP.
La glicolisi viene normalmente mantenuta a velocità molto bassa rispetto alla sua potenziale
velocità. Questo ne rende più facile la regolazione senza dover provvedere a sintesi di nuovi
enzimi (lento).
Nella prima tappa viene liberata CO2 (PDH, complesso della piruvato deidrogenasi, è
dipendente da Ca2+). Il coenzima A è un cofattore derivato dall’acido pantotenico e presenta
un gruppo SH che legherà un gruppo carbossilico formando un legame tioestere ad alta
energia.
Inibita da:
➢ Acetil-CoA e NADH (prodotti).
➢ Acidi grassi e corpi chetonici che suppliscono acetil-CoA.
➢ Alto rapporto ATP/ADP.
Attivata da:
➢ Assenza di acidi grassi e corpi chetonici.
➢ Basso rapporto ATP/ADP:
➢ Ca2.
➢ Insulina che favorisce tutte le condizioni che aumentano l’uso del glucosio.
In presenza di ossigeno, condizione aerobica, il NADH non può entrare nei mitocondri ma
cede i suoi H al NAD+ mitocondriale attraverso sistemi navetta che diventa NADH e può
entrare nella catena respiratoria.
In assenza di ossigeno, condizione anaerobica, il NADH non può essere riciclato a NAD+
che diventa il fattore limitante per la glicolisi. Perché la via possa continuare a funzionare il
NADH viene impiegato per convertire il piruvato (accettore di H+) in acido lattico, reazione
catalizzata dalla lattato deidrogenasi (reversibile).
IL GLICOGENO
Il glicogeno è un omopolimero
del glucosio ramificato in cui le
unità monosaccaridiche sono
legate con legami orientati
alpha 1-4 o alpha 1-6 nei punti
di ramificazione.
L’orientamento dei
monosaccaridi mantiene la
polarità della molecola di
glucosio facendo in modo che
il glicogeno abbia una
estremità riducente. Nelle
cellule è presente sotto forma
di granuli. Si trova principalmente nel fegato (circa 10% del peso) e nei muscoli e fa da
riserva di glucosio per poter mantenere i livelli di glucosio nel sangue costanti o per
consentire la contrazione muscolare.
Il glicogeno viene sintetizzato a partire dal glucosio 6-fosfato (G6P) attraverso la via della
glicogenosintesi. La via di demolizione è chiamata glicogenolisi e porta alla produzione di
G6P. La sintesi è un processo endoergonico e richiede l’intervento di nucleotidi trifosfati
(UTP). Sia la sintesi che la degradazione sono sotto controllo ormonale da parte del sistema
insulina/glucagone.
La sintesi di una particella di glicogeno inizia con un primer proteico chiamato glicogenina.
La proteina glicogenina innesca la sintesi del glicogeno legando al gruppo -OH di un residuo
di tirosina (Tyr) un residuo di glucosio. La reazione utilizza UDP-glucosio e avviene grazie
all’attività autocatalitica proteintirosina glicosiltransferasica. A questo punto, l’estremità non
riducente di questa prima unità glucosidica legata alla glicogenina permette l’azione diretta
della glicogeno sintasi che sintetizza una catena lineare. Non appena il numero di residui
aggiunti lo permette, abbiamo l’azione dell’enzima ramificante che aggiunge una estremità
non riducente sulla quale la glicogeno sintasi può lavorare e così via.
La gluconeogenesi o sintesi del glucosio si attiva nel fegato e in piccola parte nei reni
quando il glucosio dall’alimentazione o dal glicogeno non è più disponibile. Serve per
produrre, in via anabolica, per i globuli rossi e per il cervello. A partire dal piruvato si ottiene
glucosio con reazioni inverse alla glicolisi, ma anche glicerolo (dalla mobilizzazione dei
trigliceridi nel tessuto adiposo⇒glicerolo + acidi grassi; il glicerolo nel fegato per produrre
glucosio e gli acidi grassi catabolizzati per produrre energia), lattato e alcuni aminoacidi
possono contribuire alla gluconeogenesi. Il glicerolo viene convertito in gliceraldeide 3
fosfato in una serie di reazioni. Il lattato è riconvertito a piruvato nella reazione inversa
catalizzata dalla lattato deidrogenasi. Gli amminoacidi sono convertiti a piruvato e vengono
usati per produrre glucosio.
Si tratta di una via catabolica alternativa alla glicolisi che porta alla formazione di particolari
prodotti necessari alla cellula. Questa via, detta anche via del fosfogluconato, porta alla
produzione di NADPH e ribosio 5-fosfato. Il NADPH rappresenta il trasportatore di energia
chimica sotto forma di potere riducente, utilizzato nelle vie anaboliche. Nell’uomo, la via è
particolarmente attiva nei tessuti dove si osserva biosintesi degli acidi grassi e degli steroidi
quali la ghiandola mammaria, la corteccia surrenale, il fegato e il tessuto adiposo. La
seconda funzione della via è la produzione di pentosi e in particolare di ribosio per la
biosintesi degli acidi nucleici (processi di crescita e rigenerazione tessutale). A differenza
della glicolisi non sintetizza ATP e libera CO2. La usano i batteri che non hanno aldolasi.
Il potere riducente (NADPH/NADH) è una seconda moneta energetica per le cellule (in
aggiunta all’ATP).
Due fasi:
➢ Ossidativa (produzione NADPH e ribosio 5-fosfato).
➢ Non ossidativa (riconversione pentosi in esosi).
Quando la velocità di formazione del NADPH è superiore a quella del suo utilizzo nelle
biosintesi riduttive e nella riduzione del glutatione, la NADPH aumenta e inibisce il primo
enzima della via dei pentosi. Ne risulta una maggior disponibilità di G6P per la glicolisi.
la carenza di G6P deidrogenasi è uno dei deficit enzimatici più diffusi nell’uomo. Il gene per
la G6PDH è localizzato sul cromosoma x.
La carenza di G6PDH può causare anemia emolitica non immune in seguito all’esposizione
a infezioni o sostanze chimiche/farmaci o può rimanere latente. La carenza di G6PDH è
strettamente legata al favismo, una manifestazione clinica caratterizzata da una crisi
emolitica in risposta al consumo di fave.
Il fegato è l’organo deputato al mantenimento della glicemia che è controllata dai livelli di
ormoni come insulina, glucagone e cortisolo.
Il gruppo aldeidico è un gruppo reattivo che porta a -glicazione non enzimatica di proteine e
conseguente alterata funzionalità il gruppo aldeidico reagisce con il gruppo amminico di
proteine. Il livello di Hb glicosilata è un indice del controllo glicemico - auto ossidazione e
formazione di ROS (specie reattive dell’ossigeno).
L’Acetil-CoA (2C) si condensa con ossalacetato (4C) liberando il CoA e formando il citrato
(6C). Il citrato va incontro a una serie di reazione di CO2 e rigenerazione di ossalacetato. Le
reazioni di deidrogenazione son catalizzate da enzimi i cui cofattori NAD+ e FAD si riducono
a NADH e FADH2+. In una delle reazioni viene anche prodotto GTP a partire dal GDP
(esoergonica).
Il ciclo di Krebs costituisce una delle tre fasi della respirazione cellulare. Il ciclo di Krebs è
fondamentalmente un processo catabolico ma i suoi intermedi sono utilizzati come
precursori per le vie anaboliche. Quindi il ciclo di Krebs è una via anfibolica.
Mantenere costanti le concentrazioni degli intermedi del ciclo di Krebs è essenziale per il
funzionamento di questa via metabolica essenziale a sua volta per l’equilibrio delle vie
cataboliche e biosintetiche. Esistono quindi reazioni enzimatiche chiamate anaplerotiche che
servono a ripristinare gli intermedi del ciclo che sono stati sottratti per motivi biosintetici
FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA
Le vie cataboliche aerobiche sono dette così perché l’accettore finale degli elettroni
trasportati dai cofattori che sono stati ridotti nelle reazioni di deidrogenazione è l’ossigeno.
Questo fenomeno avviene mediante un processo che si definisce fosforilazione ossidativa.
La fosforilazione ossidativa è la fase finale del catabolismo del glucosio e di tutti i nutrienti e
delle vie metaboliche che convengono nel ciclo di Krebs.
Gli elettroni strappati al NADH sono ceduti al coenzima Q10 attraverso le reazioni
catalizzate dal complesso I. Il complesso 3 trasferisce gli elettroni al citocromo C e il
complesso IV all’ossigeno che si riduce ad acqua. Queste reazioni sono fortemente
esoergoniche e spontanee.
➢ 1 NADH > 3 ATP.
➢ 1 FADH2 > 2 ATP.
Per trasferire il potere riducente accumulato sotto forma di NADH dal citosol alla matrice
mitocondriale esiste un sistema complesso di trasporto perché il NADH non può attraversare
la membrana interna mitocondriale.
Due fasi:
● La catena di trasporto degli elettroni: riossida i trasportatori di H (in reazioni
esoergoniche) e li rende di nuovo disponibili. L’accettore degli atomi di H è l’ossigeno
che viene trasformato in acqua. Il 90% dell’ossigeno introdotto con la respirazione è
usato nella catena respiratoria. Catena, perché ci sono vari complessi proteici che
intervengono per trasferire gli elettroni all’ossigeno. Respiratoria, perché si consuma
ossigeno.
● La fosforilazione ossidativa è il processo che sintetizza ATP.
I due processi sono accoppiati. Il trasporto degli elettroni avviene da specie molto prone a
donare elettroni a specie sempre più prone ad accettare elettroni. Questo processo
esoergonico viene sfruttato per spostare ioni H+ nello spazio intermembrana contro gradiente
di concentrazione (endoergonica). Il gradiente viene poi sfruttato come forza motrice per
fosforilare l’ADP. La membrana interna mitocondriale è essenziale sia impermeabile ai
protoni. La membrana mitocondriale contiene migliaia di complessi.
➢ 1 NADH+H+ → 2.5 ATP.
➢ 1 FADH2 → 1.5 ATP.
➢ Il 35% dell’energia è immagazzinata sotto forma di ATP, il resto è dissipata come
calore.
I LIPIDI
Sono acidi carbossilici costituiti da un numero pari di atomi di carbonio (da 4 a 24) lineari, in
cui la catena idrocarburica è satura (senza doppi legami) o insatura (con doppi legami).
Sono apolari nonostante la presenza di un gruppo carbossilico polare su cui tuttavia prevale
la catena idrocarburica. Molto spesso complessati in fosfolipidi e trigliceridi attraverso la
formazione di un legame estere (esterificati) con il glicerolo. La struttura lineare conferisce la
capacità di essere solidi a temperatura ambiente. I grassi insaturi invece sono liquidi (oli).
Gli acidi grassi liberi sono assorbiti e trasportati in circolo liberi associati all’albumina,
sfruttando la permeabilità delle membrane. Nei vertebrati tre fonti di acidi grassi: dieta
(40%), lipidi di deposito, lipidi sintetizzati.
Gli acidi grassi sono la principale fonte di energia in caso di bilancio energetico negativo
(digiuno). Gli acidi grassi sono mobilitati dai trigliceridi del tessuto adiposo tramite lipolisi
(enzima: lipasi adipolitica, o lipasi ormone sensibile). La lipasi produce glicerolo e acidi
grassi che vengono rilasciati in circolo dove circolano associati all’albumina, e vengono
captati da cuore e muscoli per produrre energia. Il glicerolo viene captato dal fegato per fare
glucosio (gluconeogenesi).
BETA - OSSIDAZIONE
Il catabolismo degli acidi grassi è un processo aerobico che avviene nella matrice
mitocondriale. Si chiama Beta-Ossidazione degli acidi grassi, poiché si ossida il carbonio
beta ad un gruppo carbossilico. Questo processo porta al distacco di frammenti a 2 atomi di
carbonio (acetil-CoA). Che viene poi indirizzato nel ciclo di Krebs.
➔ Fase 1: attivazione acidi grassi = coniugazione con CoA nel citoplasma (si forma
acil-CoA e la reazione richiede energia: ATP>AMP).
➔ Fase 2: trasporto nei mitocondri attraverso la formazione di un intermedio
acil-carnitina (carnitina, aminoacido prodotto nel fegato e trasportato ai tessuti che
fanno beta-ox). Il CoA viene lasciato nel citosol e riagganciato nella matrice
mitocondriale.
➔ Fase 3: quattro reazioni sequenziali che portano a formazione di 1 acetil-CoA e
all’accorciamento della catena di 2 carboni. Ogni giro si producono 1 FADH2, 1
NADH e 1 Acetil-CoA.
Per gli acidi grassi insaturi servono reazioni aggiuntive che diminuiscono la resa energetica
della beta-ox. La beta-ox avviene in tutte le cellule tranne eritrociti e SNC. Avviene solo in
presenza di ossigeno. Alta resa in termini di ATP.
La biosintesi degli acidi grassi più complessi avviene nel reticolo endoplasmatico e comporta
l’allungamento e/o desaturazione (inserimento doppi legami).
I trigliceridi prodotti sono rilasciati nel sangue dove incorporati nelle lipoproteine che
vengono captate (mediante reazione enzimatica catalizzata dalla lipoproteina lipasi) dai
tessuti periferici (tessuto adiposo, ghiandola mammaria, muscolo).
Nel fegato, se si accumula acetil-CoA perché la velocità di sintesi supera la velocità della
sua ossidazione, esso viene trasformato nei corpi chetonici acetoacetato, acetone e
beta-idrossibutirrato. Questi metaboliti non possono essere metabolizzati ulteriormente nel
fegato, e quindi vengono esportati. L’acetone è volatile e viene perso con la respirazione. Gli
altri due possono essere usati dal cervello e altri organi che li ri-trasformano in acetil-CoA
per produrre energia quando manca glucosio. Oppure raggiungono reni per essere eliminati
(lenta). Se i corpi chetonici si accumulano nel sangue (chetosi) questo porta ad un
abbassamento del pH del sangue che può portare anche a morte.
Urea:
➢ Molto solubile, si può accumulare senza precipitare;
➢ l’azoto è in un gruppo amidico non dissociabile e non può provocare alterazioni eq
acido/base, come per glutammina;
➢ i due gruppi contenenti azoto derivano da ammoniaca nel mitocondrio e
dall’aspartato nel citosol.