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LA FISIOLOGIA

Lezione 1
La FISIOLOGIA è la scienza che
studia le funzioni dell’organismo,
cerca di spiegare il funzionamento del
corpo sfruttando principi ben
conosciuti della fisica e della chimica.
LA FISIOLOGIA
La fisiologia è lo studio delle funzioni vitali di tutti gli animali
e delle piante a vari livelli di complessità

FUNZIONE STRUTTURA
(FISIOLOGIA) (ANATOMIA)

La struttura senza la funzione è un cadavere


La funzione senza la struttura è un fantasma
LA FISIOLOGIA
 Il termine fisiologia letteralmente significa “studio della natura”.
Aristotele (384-322 a. C.) usò tale parola in senso lato per descrivere il
funzionamento di tutti gli esseri viventi, non soltanto del corpo umano.
 Tuttavia Ippocrate (460-377 a.C.), considerato il padre della medicina,
usò la parola fisiologia con il significato di “potere curativo della natura”,
facendo sì che questo campo divenisse strettamente associato alla
medicina, e già dal sedicesimo secolo in Europa, il termine fisiologia
era stato ormai formalizzato come lo studio delle funzioni vitali nel
corpo umano.
 Al contrario l’anatomia è lo studio della struttura, con minimo riferimento
alla funzione. A dispetto di questa distinzione, l’anatomia e la fisiologia
non possono essere veramente separate: la funzione di un tessuto o di
un organismo è strettamente legata alla sua struttura e, viceversa, la
struttura di un organismo presumibilmente si è evoluta per fornire una
efficiente base fisica alla sua funzione.
LA FISIOLOGIA
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
 Atomo
 Molecola
 Biomolecola
 Organulo
 Cellula
 Tessuto
 Organo
 Apparato e sistema
 Organismo
 Popolazione
 Biocenosi
 Ecosistema
 Per capire come la fisiologia sia correlata all’anatomia si
devono innanzitutto esaminare le parti che compongono il
corpo umano e cioè I LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
DEGLI ORGANISMI VIVENTI.
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
ATOMO

 Unità fondamentale della materia


 È indivisibile nei processi chimici ordinari
 Sono noti 92 elementi naturali più alcuni artificiali
 Ogni elemento è indicato da un simbolo

 L’atomo è composto da:


•Protoni
•Neutroni
•Elettroni
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
MOLECOLA

 È la più piccola unità di un


composto chimico che ne mantiene Acqua
le caratteristiche fisiche e
chimiche.
 Si forma per legame covalente tra
Anidride carbonica
gli atomi.
 È espressa da una formula, che
descrive quantitativamente la
composizione in atomi. Ammoniaca
 Sono possibili migliaia di diverse
combinazioni.
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
BIOMOLECOLA
 Molecola di grandi dimensioni, di natura polimerica, tipica della
materia vivente.
 Si forma per legami covalenti, legami ad idrogeno ed interazioni
idrofobiche. Le biomolecole sono composte essenzialmente da
carbonio e idrogeno, cui sono spesso associati azoto, ossigeno,
fosforo e zolfo.
 Sono note 4 grandi famiglie, ma innumerevoli combinazioni
• Glucidi
• Lipidi
• Proteine
• Acidi nucleici
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
ORGANULI
 Associazioni tridimensionali di diverse categorie di biomolecole,
generalmente compartimentate da una membrana biologica. La
loro azione coordinata è necessaria allo svolgimento di specifiche
funzioni.

MITOCONDRIO APPARATO DI GOLGI


LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
CELLULA

Unità strutturale e
funzionale degli
organismi viventi È
generata dalla
compartimentazio ne
di uno specifico
insieme di organuli,
operata da una
membrana biologica.
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
TIPI DI CELLULA
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
TESSUTO
 Associazione congenita di cellule
che presentano le stesse
caratteristiche morfologiche e
funzionali.
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
ORGANO
 Struttura anatomica
costituita da diversi tipi di
tessuti posti in specifiche
relazioni reciproche e
formanti un’unità funzionale
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
APPARATO E SISTEMA

 Struttura anatomica
costituita da diversi tipi
di tessuti posti in
specifiche relazioni
reciproche e formanti
un’unità funzionale.
LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE
ORGANISMO

 È l’unità fondamentale
degli esseri viventi,
unicellulari e pluricellulari
 Rappresenta anche l’unità
della specie, intesa come
comunità di individui simili
in grado di incrociarsi e di
generare una prole fertile.
FISIOLOGIA COME SCIENZA INTEGRATA
CAMPI DI STUDIO
La Fisiologia integra conoscenze relative a
diversi livelli di organizzazione biologica
Il vivente è assimilabile ad una
sistema termodinamico aperto
OMEOSTASI
Tutti gli organismi viventi, compreso l’uomo, nel corso della loro
storia evolutiva, hanno adottato una serie di meccanismi
fisiologici, strutturali e comportamentali allo scopo principale di
mantenere costante il loro ambiente interno.

L’omeostasi è la capacità di un organismo di mantenere


condizioni costanti del proprio ambiente interno rispetto alle
variazioni dell’ambiente esterno. L’omeostasi richiede una
spesa energetica all’organismo.
Grazie ai processi omeostatici eventuali variazioni dei parametri
interni vengono prontamente rilevate e vengono
prontamente attuate opportune azioni compensatorie.
OMEOSTASI
 Mantenere un ambiente interno costante per
permettere a tutte le cellule di sopravvivere è
necessario per la sopravvivenza sia di ciascuna
cellula che per l'intero organismo.
Ivari processi attraverso i quali il corpo regola il
proprio ambiente interno vanno collettivamente
sotto il nome di omeostasi.
OMEOSTASI
 Cannon propose un elenco di variabili che sono sotto controllo
omeostatico. Ora sappiamo che Ia sua lista era accurata e
completa.
 Distingueva le sue variabili in quelli che descriveva come
fattori ambientali che influenzano le cellule (osmolarità,
temperatura e pH) e "materiali per le necessità della cellula"
(nutrienti, acqua, sodio, calcio, altri ioni inorganici, ossigeno)
e "secrezioni interne” che producono effetti generalizzati e
continui.
 Quelle che Cannon chiamava "secrezioni interne" sono gli
ormoni e altre sostanze chimiche che le nostre cellule usano
per comunicare le une con le altre.
OMEOSTASI
 Se il corpo non mantiene l'omeostasi delle variabili critiche elencate da
Cannon, la normale funzione viene danneggiata e a questo consegue uno
stato di malattia, o condizione patologica (pathos, sofferenza).
 Le malattie possono essere suddivise in due gruppi generali a seconda
della loro origine: quelle nelle quali il problema nasce dall'interno, cioè
dall'insuccesso da parte di qualche normale processo fisiologico nel
correggere I'errore che si è creato, e quelle che originano da una
sorgente esterna.
 Le cause interne della malattia includono una crescita anomala di
cellule, che può causare cancro o tumori benigni; la produzione di
anticorpi da parte del corpo contro i suoi propri tessuti (malattie
autoimmuni); e la morte prematura delle cellule o danneggiamento dei
processi cellulari. Si considera che anche le malattie ereditarie abbiano
una causa interna. Le cause esterne di una malattia consistono nelf
intervento di sostanze chimiche tossiche, traumi fisici e invasori esterni
come virus e batteri.
 La maggior parte delle cellule che compongono il nostro corpo non
possiede una grande tolleranza alle variazioni dell'ambiente
esterno.

Ma che cosa è esattamente l'ambiente interno del corpo?

 Per gli animali multicellulari è l'ambiente acquoso interno che


circonda le cellule, un "mare all’interno" del corpo chiamato liquido
extracellulare (LEC). Il liquido extracellulare rappresentala zona di
transizìone fra l'ambiente esterno dell'organismo e il liquido
intracellulare (LIC) all’interno delie cellule.
 Poiché il liquido extracellulare costituisce una zona cuscinetto fra il
mondo esterno e la maggior parte delle cellule del corpo, è possibile
osservare l'evoluzione di processi fisiologici molto sofisticati che
hanno lo scopo di mantenere relativamente stabile la composizione
del LEC.
Ambiente interno
L’organismo per mantenersi distinto dal mondo fisico che lo circonda deve
mantenere il suo ambiente interno distinto dall’ambiente esterno

L’ambiente interno è caratterizzato da tutte quelle condizioni


chimico-fisiche (es. concentrazioni ioniche, pH, concentrazione di O2 e di
anidride carbonica, ecc.) che sono appropriate per lo svolgimento dei
processi biologici dell’organismo.

Organismo unicellulare Organismo pluricellulare


Ambiente interno=
citoplasma+ambiente extracellulare

ambiente
extracellulare
Ambiente interno citoplasma

Ambiente esterno Ambiente esterno

E’ rappresentato dal solo ambiente intracellulare nel caso degli organismi


unicellulari; è costituito dall’ambiente intracellulare sommato a quello extracellulare
nel caso degli organismi pluricellulari.
Ambiente extracellulare
è unico se non esiste apparato circolatorio o se l’apparato circolatorio
è aperto

è costituito dal liquido circolante (sangue, emolinfa) + compartimento


interstiziale che rappresenta un compartimento intermedio tra il liquido
circolante e il citoplasma cellulare (se l’apparato circolatorio è chiuso)
Compartimenti liquidi dell’organismo
I liquidi corporei si
distribuiscono in:
Liquidi intracellulari
Liquidi extracellulari
plasma e liquido interstiziale,
linfa, liquid cefalorachidiano,
sinoviale e umor acqueo,
separati dal plasma dalle
pareti endoteliali.
 Quando la composizione del liquido extracellulare varia
al di là del normale ambito di valori, si attivano
meccanismi correttivi che fanno sì che il LEC ritorni alle
sue caratteristiche normali.
Per esempio, quando beviamo grandi volumi di acqua, la diluizione che
si verifica nel nostro liquido extracellulare stimola un meccanismo che
induce il rene a rimuovere l'eccesso di acqua, facendo sì che le cellule
non subiscano danni derivanti dalla variazione osmotica.

 La maggior parte delle cellule che componsono gli


animali multicellulari non tollera grandi variazioni del
liquido extracellulare; la costanza delle sue
caratteristiche è il presupposto per il mantenimento
delle normali funzioni cellulari.
Gli organismi sono sistemi termodinamici aperti ossia scambiano energia e materia con
l’ambiente esterno.

Gli scambi di materia ed energia tra ambiente interno e ambiente esterno avvengono mediante
flussi passivi e flussi attivi

è la tendenza termodinamica generale della materia o dell’energia a muoversi secondo gradiente di


potenziale.
Se trascorre un intervallo di tempo sufficiente e sono assenti altri processi, il flusso passivo riduce il
gradiente fino ad annullarlo. In tal caso si arresta anche il flusso. I flussi passivi sono equilibranti

Il flusso attivo permette ai sistemi biologici di accumulare sostanza contro un gradiente di concentrazione. Il
flusso attivo richiede un consumo di energia poiché si oppone alla tendenza dei flussi fisici di liberare
energia
 Il corpo umano è un sistema aperto che scambia calore e materiali con
l'ambiente esterno. Per mantenere uno stato di omeostasi l'organismo utllizza
il principio dell'equilibrio di massa.
 La legge dell'equilibrio di massa dice che se la quantità di una sostanza
nell'organismo deve rimanere costante, ogni aumento deve essere
compensato da una perdita di pari entità. La quantità di una sostanza nel
corpo è anche chiamata carico corporeo di quella sostanza.
 Per esempio con "carico di sodio" si intende la quantità dello ione sodio
presente in un dato organismo in modo costante.
 Per esempio, la cessione di acqua all'ambiente esterno (output) deve essere
bilanciata dall'assunzione di acqua dall'ambiente esterno e dalla produzione
metabolica di acqua (input). Altre sostanze le cui concentrazioni sono
mantenute costanti attraverso l'equilibrio di massa includono l'ossigeno e
l'anidride carbonica, i sali e gli ioni idrogeno (pH).
 La legge dell'equilibrio di massa è riassunta dalla seguente equazione:
Il vivente è un sistema termodinamico
aperto in stato stazionario
Per impedire ai processi fisici e chimici di distribuire la propria energia in
modo uniforme in tutto l’ambiente in cui vive e per costruire e mantenere la
propria struttura, l’organismo compie lavoro in modo da mantenere la propria
integrità.

L’energia spesa deve essere compensata attraverso l’energia


guadagnata
- per assimilazione diretta dalla luce solare (autotrofi)
- per assimilazione dagli alimenti (eterotrofi)

•Stato termodinamico stazionario:


disequilibrio PERMANENTE, mantenuto da un flusso di
energia in entrata ed in uscita dal sistema
ossia
l’energia guadagnata compensa l’energia perduta
Il vivente è un sistema termodinamico
aperto in stato stazionario
➢ I viventi sono sistemi aperti in disequilibrio stazionario, in cui un continuo
flusso di materia ed energia in entrata è compensato da un corrispondente
flusso in uscita.
➢ I flussi si definiscono come quantità di energia o di materia che passano da
un punto ad un altro punto nell’unità di tempo.
➢ Il flusso (J) è direttamente proporzionale alla forza (X) che lo genera in base
alla seguente relazione:

J = LX (Equazione di Teorell)

dove L è il coefficiente di proporzionalità.

➢ E’ evidente che di volta in volta occorrerà individuare la forza coniugata


al flusso ed esprimerla adeguatamente.
➢ Ad ogni modo la forza X è sempre esprimibile come energia potenziale (W)
utilizzata per compiere un tratto unitario di percorso (gradiente di potenziale).
La % di acqua varia
da tessuto a
tessuto: 10% nel T.
adiposo, 70-75% in
molti altri tessuti.
Acqua corporea
 Per mantenere l'equilibrio di massa l'organismo ha due
possibilità per quanto riguarda l’eliminazione. L'opzione
più semplice è quella di espellere il materiale.
L'escrezione è definita come l'espulsione di materiale
dall'organismo e, di solito, avviene attraverso l'urina, le
feci, la respirazione polmonare e la pelle. Per esempio,
l'anidride carbonica (CO2) prodotta durante il
metabolismo viene escreta dai polmoni.
 Una seconda possibilità per mantenere l'equilibrio di
massa è quella di convertire una sostanza in una sostanza
differente attraverso il metabolismo. I nutrienti che
entrano nel corpo diventano i substrati di partenza nelle
vie metaboliche che convertono i nutrienti originali in
molecole differenti. Tuttavia, la conversione del nutriente
originale in quaicosa di diverso a volte genera una nuova
perturbazione dell'equilibrio di massa aggiungendo più di
una nuova sostanza, o metabolita, all'orgianismo.
 Per seguire la sostanza attraverso il corpo, gii scienziati usano il flusso
di massa. Per seSuire la sostanza x l'equazione del flusso di massa è:

 Il flusso di massa può essere utilizzato per determinare il tasso di


assunzione, eliminazione o produzione di r.
 Per esempio, supponiamo che a una persona venga somministrata
un'infusione endovenosa di una soluzione di glucosio che ha una
concentrazione di 50 grammi di glucosio per litro. Se l'infusione viene
data a una velocità di 2 millilitri al minuto, il flusso di massa del
glucosio nel corpo è:
 Per mantenere l'omeostasi il corpo umano esegue il
monitoraggio di alcune funzioni fondamentali, quali, per
esempio, la pressione arteriosa e la concentrazione
ematica di glucosio, che devono essere mantenuti in un
certo ambito di valori perché l'organismo sia mantenuto in
una condizione funzionalmente corretta.
 Queste importanti variabili controllate vengono
mantenute entro la loro gamma di valori accettabili
(norma) da meccanismi di controllo fisiologici che
intervengono quando le variabili si discostano troppo dal
loro valore di riferimento, o valore ottimale. Esistono due
modelli di base di meccanismi controllo:
 Controllo locale
 Controllo riflesso a lunga distanza.
 Nella forma più semplice, un sistema di controllo
consiste di tre componenti
1. Segnale di ingresso
2. Un centro di controllo, o centro di integrazione, che
integra le informazioni in ingresso e dà inizio alla
risposta appropriata;
3. Un segnale di uscita che crea la risposta.
 Il controllo riflesso a lunga distanza, invece, è più
complesso di questo semplice modello, poiché
deve integrare informazioni in arrivo da più fonti
e fornire un'uscita che deve agire su più bersagli.
Esempi di Omeostasi

• regolazione della temperatura corporea


• regolazione concentrazione di acqua e soluti
• regolazione della concentrazione di O2 nel sangue
• regolazione della concentrazione ematica di glucosio
• regolazione della concentrazione ematica di calcio
I sistemi di controllo fisiologici mantengono le variabili regolate
entro un ambito di valori desiderabile, consentendo l’ omeostasi
Confronto tra controllo locale e riflesso

Controllo operato
dal sistema nervoso
e/o endocrino

Controllo operato da
sostanze autocrine e
paracrine
 La forma più semplice di sistema di controllo è il controllo locale, che è
limitato al tessuto o alla cellula coinvolta. In un sistema di controllo
locale, in un tessuto avviene un cambiamento relativamente isolato.
 La cellula o il gruppo di cellule nelle vicinanze rilevano il cambiamento
avvenuto nelle immediate vicinanze e rispondono, di solito rilasciando
una sostanza chimica. La risposta è limitata alla regione dove ha avuto
luogo il cambiamento, da cui l'espressione controllo locale.
 Un esempio di controllo locale si osserva quando in un tessuto diminuisce
la concentrazione di ossigeno. Le cellule che rivestono i piccoli vasi
sanguigni che portano il sangue verso quest'area rilevano la diminuzione
della concentrazione di ossigeno e rispondono secernendo un sesnale
chimico.
 La molecola segnale diffonde fino a raggiungere le cellule dei muscoli
che circondano i vasi più vicini inducendo il rilasciamento. Il
rilassamento dei muscoli causa l'allargamento dei vasi sanguigni
(vasodilatazione) e determina l'arrivo di più sangue nel tessuto e un
ma§§ior apporto di ossigeno nell'area interessata.
 In altri casi, modificazioni che avvengono in zone più
diffuse nell'organismo (di natura sistemica) richiedono
sistemi di controllo più complessi per mantenere
l'omeostasi.
 Per esempio, il mantenimento della pressione arteriosa
costante che permette il corretto flusso ematico
attraverso il corpo è un aspetto sistemico piuttosto che
locale. Poiché la pressione arteriosa interessa tutto il
corpo, per mantenerla sono richiesti la comunicazione a
lunsa distanza e il coordinamento.
 Useremo il termine controllo riflesso per indicare ogni via
a lunga distanza che utilizza il sistema nervoso, il sistema
endocrino o entrambi.
Proprietà dei processi omeostatici

Indipendentemente dal particolare meccanismo di


regolazione, ogni forma di omeostasi presenta le proprietà di
un sistema a retroazione negativa (o feedback negativo).

retroazione (o feedback) negativo:


Quando influenze esterne fanno variare lo stato
normale o desiderato di un sistema, i meccanismi
interni di risposta agiscono in modo da ripristinare
lo stato normale
Retroazione (o feedback negativo):
Stimolo (input al sistema)
Sensore Sistema Sistema
(es. recettore di controllo effettore Risposta
sensoriale) (es. cervello) (es. muscolo,
(output
ghiandola, epitelio)
del sistema)

retroazione

Gli elementi essenziali di un sistema di retroazione negativa sono:

1) Un meccanismo di rivelazione dello stato interno dell’organismo


2) Un sistema di controllo che confronti lo stato interno effettivo con lo stato
desiderato
3) Un effettore che consenta di variare lo stato interno del sistema al fine di
raggiungere lo stato desiderato
APPARATO ENDOCRINO
OMEOSTASI
Questo termine esprime la capacità dell’organismo di mantenere
in condizioni relativamente stabili, costanti il proprio interno,
affinchè le cellule del nostro organismo lavorino in buone
condizioni “di salute”

MANTENERE LIVELLI OTTIMALI DI:


-temperatura corporea
-pH dei liquidi corporei
-pressione arteriosa
-componenti ematiche (glucosio; Ca, Na, K)
Sistemi Nervoso e Endocrino
integrano e coordinano le funzioni di tutti i sistemi del
corpo al fine di mantenere l’omeostasi
Sistema Endocrino Sistema Nervoso
Costituito da: numerose ghiandole Costituito da: SNC e SNP
ormoni Somatico e Viscerale

TRAMITE: messaggi elettro-


TRAMITE: messaggi chimici chimici
secrezione di
ormoni→sangue→bersaglio Impulsi nervosi→
controllo/conduzione veloce

Controllo/conduzione: lenta e →bersagli: cellule muscolari e


duraturo ghiandole
APPARATO ENDOCRINO

Insieme delle ghiandole ENDOCRINE


(o a SECREZIONE interna)

Deputate alla elaborazione di


particolari sostanze (ORMONI)

Regolano le funzioni metaboliche del


corpo
Regolazione della secrezione
ormonale

1. Stimoli umorali

2. Stimoli ormonali

3. Impulsi nervosi (giunzioni neuroendocrine)


Messaggeri chimici (ORMONI)

Flusso ematico

Organi e cellule BERSAGLIO


(recettori)
 Gli omoni sono secreti da una cellula o da un gruppo di cellule
L'endocrinologia si è concentrata sui messaggeri chimici secreti da ghiandole endocrine,
cioè da tessuti localizzati, immediatamente identificabili e derivati da tessuto epiteliale.
Tuttavia. oggi si sa che molecole che agiscono come ormoni non sono secrete solo dalle
ghiandole endocrine classiche, ma anche da cellule endocrine isolate (ormoni del
sistema endocrino diffuso), da neuroni (neuroormoni) e occasionalmente da cellule del
sistema immunitario (citochine).
 GIi ormoni sono secreti nel sangua
La secrezione è il movimento di una sostanza dall'interno della cellula al liquido
extracellulare o direttarnente all'ambiente esterno. Secondo la definizione tradizionale di
ormone, gli ormoni sono secreti nel sangue.
 Gli ormoni sono trasportati a bersagli distanti
Secondo la definizione tradizionale, un ormone viene trasportato dal sangue verso una
cellula bersaglio distante. Talvolta è difficile dimostrare sperimentalmente questa
proprietà.
Gll orrnoni agiscono legandosi a recettori
Tutti gli ormoni si legano a recettori di cellule bersaglio e innescano risposte biochimiche.
Queste risposte costituiscono il meccanismo d'azione cellulare dell'ormone.
Gli ormoni sono sostanza estremamente attive anche i minima quantità
Capacità di agire a concentrazioni nanomolari
o picomolari.
Gli ormoni sono sottoposti ad un rigoroso controllo
affinchè la quantità sia
esatta in ogni istante

Regolazione a feedback negativo


(positivo)

L’effetto finale dell’ormone disinnesca lo stimolo originale


MECCANISMI DI CONTROLLO: FEEDBACK
NEGATIVO
MECCANISMI DI CONTROLLO:
FEEDBACK POSITIVO
Gli ormoni possono essere suddivisi in tre classi principali in base
alla loro struttura chimica:
1. Ormoni peptidici/proteici,
2. Ormoni steroidei
3. Ormoni derivati da aminoacidi
Caratteristiche delle ghiandole endocrine

-Organi parenchimatosi: CAPSULA, PARENCHIMA,STROMA

-Composte da cellule secretorie generalmente di origine

EPITELIO GHIANDOLARE ENDOCRINO- (tessuto nervoso


neurosecernente)

-Ghiandole senza dotti


-Ormone riversato negli spazi perivascolari
-Ricca vascolarizzazione (sinusoidi fenestrati)
Funzioni dell’ipotalamo

• Centro superiore di controllo delle funzioni viscerali (coordinatore delle


attività autonome)

• Regolazione della pressione sanguigna e della composizione dei fluidi


corporei
•Termoregolazione
•Regolazione del metabolismo energetico
•Funzione riproduttiva
•Risposta allo stress
……..fame e sazietà, sete ed equilibrio idrico-salino, sonno e veglia, funzioni
vegetative diverse (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, sudorazione),
intensità metabolica, accrescimento e sviluppo, riproduzione………

• ipotalamo endocrino: tramite la produzione di ormoni


controlla il metabolismo dei vari organi e apparati!!
IPOTALAMO ENDOCRINO
Complesso di neuroni che hanno sviluppato la capacità di secernere ormoni (neurosecrezione)
che attraverso la via nervosa o vascolare giungono all’ipofisi

Neuroni magnocellulari
Neuroni parvicellulari
Nucleo SOPRAOTTICO E
PARAVENTRICOLARE
Numerosi nuclei situati
in varie zone ipotalamici e in
prossimità dell’EMINENZA
MEDIANA
Secernono ormoni peptidici
strettamente correlati con la
parte nervosa dell’ipofisi.
Raggiungono la neuroipofisi Secernono ormoni fattori
e ne costituiscono la gran che regolano la
parte della sua massa Fascio IPOTALAMO-IPOFISARIO secrezione ormonale della
adenoipofisi.
(VASOPRESSINA: ADH,
NEUROIPOFISI
OSSITOCINA)
ADENOIPOFISI
fattori attivanti o inibenti che
stimolano o inibiscono il rilascio
degli ormoni ipofisari
NEURONI PARVICELLULARI

Secernono FATTORI DI RILASCIO O INIBIZIONE che stimolano (inibiscono) la produzione e


la liberazione degli ormoni ipofisari

(CIRCOLO PORTALE IPOTALAMO-IPOFISARIO)

Neuroni dell’eminenza mediana


Ormoni sono veicolati lungo assoni
che terminano a ridosso di un plesso
capillare primario

Capillari dell’eminenza mediana


(ipotalamo)

Vene dell’infundibolo

Capillari sinusoidi dell’adnoipofisi (plesso


capillare secondario)….qui raggiungono le
loro cellule bersaglio adenoipofisi
Neuroni parvicellulari:
Secernono FATTORI DI RILASCIO O INIBIZIONE che stimolano (inibiscono) la
produzione e la liberazione degli ormoni ipofisari

I nuclei ipotalamici che producono i fattori ipo-


fisiotropici sono a loro volta raggiunti da
terminali provenienti da vari territori corticali,
dal sistema limbico, dalla formazione reticolare
e dalle afferenze sensitive e sensoriali.

e rappresentano quindi il punto di raccordo tra


le attività nervose in senso lato e quelle
endocrine.
ASSE IPOTALAMO-IPOFISARIO
L’IPOTALAMO (4 gr) fornisce il più alto livello di controllo endocrino e
costituisce la più importante struttura di connessione tra il sistema nervoso ed
endocrino (ipofisi: ADENOIPOFISI-NEUROIPOFISI)

L’ìpotalamo pertanto oltre ad essere un importante centro nervoso di regolazione è una ghiandola
endocrina di fondamentale importanza, in quanto gli ormoni secreti dall’ipotalamo e dall’ipofisi
svolgono un ruolo importante nella regolazione di tutti i processi di crescita, sviluppo, metabolismo e
omeostasi corporea
Te12ovootr1cok>
oorebraJe

Nudeldell'ipotalairo:
NJcloop.araventr"icdaro·- - - V
cleo sopraottl c : o -- - - ,

Adenolpofisl: Assorj dirottl


- - - - Emlnen.zamedana a l capltJarl
Pa,.. tuberaiis- - - - ----:
'- - - - Tratto li:otaamo • pollsarlo p rlmiYI
- - - -P edL11colo Onfun<llbulo)
!!!= - - - - - Lobo posteriore

Ossltoclna

( •) ==:> Onnone antldluretico


Qaplllari prlmari - - - --:iii' f
Arteria ipolsarla - - - ,
superk>re

OrmonlipOlslamicl
Ormonedi lilasclodeRagonadruoplna
Ormonedl rilasclodeBatlrootn>plna
Ormonedi lilasclodeRaoortlc:otroplna
Ormone lnlberte la prol,..lna
Qmooe dl rilasclodeR'amooedeRacre-scita
Scrnat:>statina

Ormonl d el lobo M t erlore


Ormooo folllcok>-stlmolante - - - - - - - - Lobo aiterlore
Orrrone lutelntzzane
11• 11!"
Ormone stlmoiante la tlrolde (tlreruoplna)....
Ormooo adronooorticotropo
ProJattina
Ormone dellacre.solla
(b)
GHIANDOLA PITUITARIA (IPOFISI)

Piccolo organo di forma ovoidale. Situata al centro della base cranica


FORMA di nocciola
1.5 cm – 0.5 gr
Un breve peduncolo la connette all’ipotalamo
Sella turcica dello sfenoide (invaginazione della faccia sup del corpo dello sfenoide)
Superiormente chiusa da una piega della dura madre detta diaframma della sella che la mantiene in
posizione, perforata dal peduncolo ipofisario che la collega al sovrastante ipotalamo
LOBO ANTERIORE (adenoipofisi) (75%)
deriva da una evaginazione del tetto della primitiva cavità orale (tasca epiteliale di Ratke)(ectodermica)
Composta da normale tessuto ghiandolare endocrino.
Pars distalis (adenoipofisi>>), pars tuberalis (infundibolare) e pars intermedia

LOBO POSTERIORE (neuroipofisi)


deriva da una una evaginazione discendente della faccia inferiore dell’ ipotalamo che
evagina e forma 3 porzioni
Composta da tessuto neurosecretorio
Parte superiore cava detta infundibolo o Eminenza mediana, seguita da una parte ristretta (piena) detta peduncolo
infundibolare, parte che si allarga nuovamente detta processo infundibolare o neuroipofisi pd
L’adenoipofisi produce numerosi ormoni adibiti ad importanti funzioni
inerenti la regolazione del metabolismo, crescita, riproduzione e ormoni in
grado di regolare l’attività delle altre ghiandole endocrine.
Neuroipofi
si

Non sintetizza ormoni, ma li accumula e li rilascia.

Dopo essere stati prodotti nei corpi delle cellule neurosecernenti, l’ossitocina e l’ADH,
vengono trasportati alla neuroipofisi, dove rimangono in deposito nei termianali assonici
fino a quanto impulsi nervosi stimolano l’esocitosi e il rilascio degli ormoni
Ormoni prodotti dalla Neuroipofisi
Un'estensione del cervello che secerne neuroormoni sintetìzzati nell'ipotalamo.

•OSSITOCINA:
-contrazione della muscolatura liscia dell’utero per iniziare il travaglio
- secrezione del latte in risposta allo stimolo della suzione
(uomo rilascio del liquido prostatico)
Più l’utero si contrae, più impulsi nervosi raggiungono l’ipotalamo facendo rilasciare maggiori
quantità di ossitocina fino al momento della nascita.

Più il neonato succhia, più ossitocina viene rilasciata, finche’ serve la secrezione del latte

RETROAZIONE POSITIVA (più aumenta l’effetto dell’ormone,


più l’ormone viene rilasciato)

•VASOPRESSINA (ADH):
- mantiene il bilancio idrico dell’organismi
- riduce la produzione di urina (senza 10-20 lit al di)
- vasocostrittore (aumento delle P arteriosa)
Secreta in seguito a due stimoli principali:
-aumento concentrazione di elettroliti nel sangue
-diminuzione di pressione o volume sanguigno
Vasopressina o ormone antidiuretico ADH

aumenta la
permeabilità dei
dotti collettori
aumentando il
riassorbimento
dell’ H2O

Secreto in seguito ad una diminuzione del volume sanguigno


La disidratazione ipertonica si manifesta quando l’introito di liquidi non è sufficiente a compensare le
perdite e l’organismo –perdo più acqua che Sali--> conc ematica salina aumentata.
ADENOIPOFISI
L’adenoipofisi produce numerosi ormoni adibiti ad
importanti funzioni inerenti la regolazione del
metabolismo, crescita, riproduzione e ormoni in grado di
regolare l’attività delle altre ghiandole endocrine.

1. Ormone della crescita (somatotropina-GH)


2. Prolattina

ORMONI TROPICI

1. MSH: melanotropo. Produzione e distribuzione


della melanina
2. Ormone stimolante la tiroide (TSH). Induce le
cellule della tiroide ad aumentare la
produzione e la liberazione degli ormoni
tiroide.
3. Ormone stimolante le ghiandole surrenali
(ACTH)—corticale del surrene
4-5. Ormoni gonadotropici (FSH)-follicolo
stimolante, (LH)-luteinizzante. Agiscono
sulle gonadi: testicoli e ovaie
25-80 gr

Difficile approccio chirurgico

Tiroide
Struttura a follicoli: piccoli sacchi sferici
delimitati da cellule follicolari (tireociti)

T4: tetraiodiotironina o tiroxina (4


atomi di Iodio)
T3: triiodiotironina

Accumulati all’interno del


follicolo: COLLOIDE
Struttura della tiroide colloide
ghiandola a follicoli

PARETE DEI FOLLICOLI: Epitelio


cubico semplice
Lamina basale e sotto capillari fenestrati

colloide
Gli ormoni tiroidei T3/T4 non hanno uno specifico bersaglio ma agiscono su
quasi tutti gli organi. In particolare gli ormoni tiroidei regolano:
•Il metabolismo generale di tutte le cellule. Stimolano tutte le cellule a velocizzare il
metabolismo
•Il consumo di ossigeno, (aumenta le funzioni cellulari che richiedono energia)
•Crescita cellulare
•Aumenta la frequenza cardiaca
•Lo sviluppo e la crescita corporea e la crescita cerebrale nell’infanzia

IPOTIROIDISMO (carenza di ormoni tiroidei nel IPERTIROIDISMO. Eccesso di secrezione di


sangue). Rallentamento generale di tutti i processi ormoni tiroide (tiroide troppo attiva)
metabolici
-gozzo esoftalmico

-congenito (cretinismo) -iperattività, nervosismo,


insonnia, sudorazione,
aumento dell’appetito ma
-gozzo semplice eccessiva perdita di peso

Cura: farmaci che inibiscono


l’attività della tiroide, o asportazione
Controllo funzione tiroidea

1) livelli di iodio nelle cellule follicolari


2) ormone tirotropo TSH (a sua volta
regolato da ormone di rilascio
ipotalamico TRH).
3) Sintesi e rilascio di ormoni tiroidei
regolate dalla concentrazione ematica
di ormoni tiroidei, tramite meccanismo
a feed-back negativo (alti livelli ematici
di ormoni inibiscono secrezione
ipotalamica di TRH e ipofisaria di THS,
e viceversa)
Calcitonina, prodotto dalle C della tiroide, regola (insieme al
paratormone prodotto dalla paratiroidi) il livello del calcio nel
sangue (calcemia)-omeostasi del calcio
Ormone polipeptidico ad azione ipocalcemizzante→deposita il
calcio dal sangue alle ossa, quando la calcemia aumenta.

Secreto risposta diretta all’aumento dei livelli ematici di calcio

Cellula
Parafollicolare
Paratiroidi
OSSO

5mm, (25-50 mg)


MUCOSA INTESTINALE

In seguito alla diminuzione dei livelli di calcio ematico


producono il Paratormone (ormone ipercalcemizzante)

Come agisce?
RENE
-promuove il rilascio del calcio dalle ossa al
sangue (attivazione osteoclasti)
-riduce escrezione di calcio da parte dei reni

-il PTH induce la secrezione di calcitriolo da parte


del rene a partire dal precursore il colecalciferolo
sintetizzato a livello cutaneo.→assorbimento
intestinale di calcio
GHIANDOLE SURRENALI o SURRENI
Funzione: mantenere costante il microambiente interno dell’organismo e predisporre
le appropriate fisiologiche risposte dell’organismo allo stress.
CORTICALE DEL SURRENE
-produce ormoni steroidei (di natura lipidica) indispensabili per la vita
cordoni epiteliali, (disposti radialmente e che convergono verso il centro) separati da esili trabecole
connettivali in cuidecorrono vasi sanguigni

Mineralcorticoidi
(aldosterone)

Formazioni
rotondeggianti, gomitoli

Glucocorticoidi
(cortisolo: ormone dello stress)
Cordoni paralleli, separati
da sinusoidi

Cellule piccole,
disposte a rete

Gonadocorticoidi
(ormoni sessuali)

-regolata da ACTH
Agisce sui tubuli renali regolando la composizione ionica dell’urina.

•La regolazione dei livelli plasmatici di sodio


avviene attraverso una delle vie endocrine più
complesse dell'organismo.
•Il riassorbimento di Na+ nei tubuli distali e nei dotti
collettori del rene è regolato dall'ormone steroideo
aldosterone: magggiore è la concentrazione di
aldosterone, maggiore sarà il riassorbimento di (regola il
sodio. riassorbimento del
sodio nel TCD )
•Poiché l'aldosterone incrementa 'attività della Na+-
K--ATPasi, esso determina anche la secrezione di
K-

Aumenta il riassorbimento renale (TCD)


di sodio ( a cui segue riassorbimento di
acqua)

La disidratazione ipotonica si verifica quando l’organismo perde in proporzione più sali che acqua.
CORTICALE DEL SURRENE

Cellule piccole,
disposte a rete (7%)

Gonadocorticoidi
(ormoni sessuali: comparsa di peli pubici
e ascellare in entrambi i sess Fonte di
estrogeni in menopausa)
AZIONE DEI GLUCOCORTICOIDI
(cortisolo, cortisone, corticosterone)

Regolano il metabolismo dei carboidrati e favoriscono la resistenza allo stress

STRESS (forte affaticamento fisico e Maggiore necessità di energia (glucosio)


mentale)

IPERGLICEMIZZANTE: aumento della glicemia Si


ricava energia dal metabolismo di proteine e lipidi

AZIONE ANTINFIAMMATORIA

IMMUNODEPRESSIVA: ad alte dosi il cortisolo induce atrofia degli organi linfatici e


quindi minor produzione di anticorpi e minor difesa contro le infezioni
GONADOCORTICOIDI
(Deidroepiandrosterone)

 -ANDROGENI DEBOLI: ormoni sessuali mascolinizzanti (prodotti


in entrambi i sessi)
 -Azione anabolizzante: stimolano la sintesi proteica
 - Prodotti in quantità moderata, limitato effetto fisiologico
 - Influenza la comparsa dei peli pubici e ascellari nel maschio e
nella femmina
MIDOLLARE DEL SURRENE

GANGLIO DEL SNA


(imita e integra gli effetti eccitatori
del simpatico)

-CATECOLAMINE (natura proteica): adrenalina e noradrenalina: potenziano gli effetti del SN


simpatico (stimola una rapida risposta dell’organismo in situazioni di emergenza e di stress)
-aumento del metabolismo basale, scissione di glucosio, accelera il battito cardiaco, frequenza
e forza di contrazione del cuore, aumenta la pressione sanguigna, stimola la respirazione
-bersagli (cuore, muscolo, ghiandole)
PANCREAS ENDOCRINO

PARTE ENDOCRINA: piccoli aggregati di tessuto epiteliale endocrino (Isolotti Pancreatici o


Isole del Langherans), isolati da connettivo e dispersi nel parenchima esocrino .
Elabora ormoni che svolgono funzioni di controllo sul metabolismo glucidico
--cell musc schel
--epatociti
Sintesi di glicogeno e
stoccaggio di lipidi

Agisce
Rilascio di glucosio sopratttutto
accumulato nel fegato su epatociti

di insulina e glucagon

Riduce l’attività
enzimatica e
assorbente del
canale digerente
Patologie endocrine
"Non ci sono ormoni buoni o cattivi. Un corretto equilibrio fra gli ormon è
importante per una vita sana [...]. Lo squilibrio conduce alla malattia«

L’ipersecrezione dell’ormone amplifica gli effetti:


Se un ormone è presente in quantità eccessiva, i suoi effetti risultano
incrementati. Nella maggior parte dei casi. L’eccesso ormonale è dovuto a
ipersecrezione. Ci sono numerose cause di ipersecrezione, tra cui tumori benigni
(adenomi) e tumori maligni delle ghiandole endocrine. Occasionalmente, ormoni
sono secreti anche da tumori non endocrini.
Down-regulation: Se la secrezione di un ormone rimane a livelli molto alti a lungo,
le cellule bersaglio possono rispondere con una down-regulation dei recettori, nel
tentativo di diminuire la risposta all'eccesso di ormone. è un esempio classico di
down-regulation nel sistema endocrino. In questo disturbo, livelli
persistentemente elevati di insulina nel sangue inducono le cellule bersaglio a
rimuovere i recettori per l'insulina dalle membrane. I pazienti affetti da
iperinsulinemia possono presentare segni di diabete nonostante elevati livelli di
insulina nel sangue.
Patologie endocrine
L’iposecrezione di un ormone ne reduce o ne elimina gli
effetti
I sintomi di un deficit ormonale si manifestano quando l'ormone è
secreto in quantità troppo piccole (iposecrezione).
L'iposecrezione può verificarsi in qualunque punto lungo la via di
controllo endocrino, cioè nell’ ipotalamo, nell’ ipofisi o in altre
ghiandole endocrine.
La causa più comune delle patologie da iposecrezione è l'atrofia
della ghiandola in seguito a qualche processo patologico.
I circuiti a retroazione negativa sono influenzati nell'iposecrezione,
ma in maniera opposta rispetto all'ipersecrezione. L'assenza di
feedback negativo determina un aumento dei Iivelli dell'ormone
trofico nel tentativo di fare aumentare la produzione di ormone da
parte della ghiandola lesa.
Le patologie endocrine non derivano sempre da
disfunzioni di ghiandole endocrine, possono essere
dovute anche a cambiamenti nella risposta dei tessuti
bersaglio agli ormoni.
In queste situazioni, i tessuti bersaglio mostrano
risposte anomale anche se i livelli dell'ormone sono
nella norma. Queste variazioni nelle risposte dei
tessuti bersaglio sono spesso dovute a un'anomala
interazione tra ormone e recettore o ad alterazioni
nelle vie di trasduzione del segnale.
Anomalie dei recettori e della trasduzione del segnale
•Molte forme di patologie endocrine ereditarie sono attribuibili a
problemi nell'azione dell'ormone sulla cellula bersaglio. Gli
endocrinologi un tempo ritenevano che questi problemi fossero rari,
ma in realtà vengono riconosciuti con maggiore frequenza man mano
che avanzano le conoscenze sui recettori e sui meccanismi di
trasduzione del segnale. Alcune patologie sono dovute a difetti dei
recettori. Se una mutazione altera la sequenza aminoacidica di un
recettore, la risposta cellulare al legame ormone-recettore può
risultare alterata. In altre mutazioni, il recettore può essere assente o
non funzionante.
•Per esempio, nella sindrome di femminilizzazione testicoIare, i
recettori per gli androgeni non sono funzionanti nel feto di sesso
maschile a causa di una mutazione genetica. Di conseguenza, gli
androgeni prodotti dal feto non sono in grado di influenzare lo
sviluppo dei genitali. Il risultato è un neonato che appare femmina ma
non presenta utero né ovaie.

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