- Il problema delle funzioni dell’organismo nei suoi diversi e progressivamente più complessi
livelli di organizzazione (cellulare, tissutale, d’organo e di sistema)
Si colloca quindi come necessario complemento dei Corsi concernenti le discipline fisico-chimiche,
biologiche e morfologiche di base, e consente allo studente di completare le proprie conoscenze
riguardanti il soggetto umano sano.
Nel Corso medesimo vengono inoltre poste fondamentali premesse per lo studio delle discipline che
trattano gli aspetti inerenti al funzionamento patologico dell’organismo.
Si affronta quindi, in maniera integrata, lo studio delle funzioni cellulari, con particolare riguardo
per i processi che consentono gli scambi con l’ambiente extracellulare e per l’attività
funzionale delle cellule eccitabili, nervose e muscolari, che veicolano segnali bioelettrici
proprio attraverso modificazioni delle loro caratteristiche di membrana.
Lo studio delle basi della funzione neuro-muscolare è completato dall’analisi degli aspetti
biomolecolari dell’attività contrattile della fibra muscolare.
delle modalità con cui il sistema urinario produce le urine e ne modifica la composizione;
1
-
4 ) Respirazione: processi che comprendono assorbimento, trasporto e utilizzo o scambio dei
gas della respirazione ( ossigeno e anidride carbonica ) tra un organismo e
il proprio ambiente.
-
5 ) Digestione: processo per cui da prodotti alimentari complessi si ottengono, mediante
scissione, sostanze più semplici che possono essere assorbite dalle cellule del
corpo.
-
6 ) Assorbimento: movimento dei nutrienti digeriti attraverso la parete del tubo digerente
verso i fluidi corporei.
-
7 ) Secrezione: produzione ed eliminazione di sostanze per diverse funzioni del corpo
( succhi digestivi, ormoni ).
-
8 ) Escrezione: funzione inerente alla rimozione dei prodotti di rifiuto che si sono accumulati
durante le varie funzioni corporee, comprese degradazione e utilizzo dei
nutrienti da parte delle cellule.
-
9 ) Circolazione: movimento di fluidi nel corpo e quindi di sostanze come nutrienti, ormoni,
prodotti di rifiuto ecc…
-
10 ) Riproduzione: consente la formazione sia di nuove cellule che di nuovi individui.
2
-
Organi: organizzazione dei tipi diversi di tessuti distribuiti in modo da presiedere a funzioni
-
Sistemi:un sistema coinvolge un determinato numero di organi disposti in modo da
presiedere a funzioni complesse del corpo.
Lo studio della fisiologia dei mammiferi comprende lo studio delle interazioni dinamiche
esistenti tra cellule, tessuti, organi e sistemi che costituiscono l’organismo nel suo complesso.
Es. di variabili :
temperatura corporea,
glicemia,
3
( es. attività fisica, riposo, sonno ), sia garantito il mantenimento del valore delle
variabili ( pH, glicemia, pO2, pCO2 ecc.. ) all’interno di una limitata scala di
valori.
Diversi circuiti controllano costantemente i livelli di ossigeno e anidride carbonica o di glucosio nel
sangue, la temperatura, la frequenza cardiaca, la sete, la fame, i cicli di sonno ecc..
4
I sistemi di controllo a feed-back si dividono in:
- feed-back positivo: sono sistemi la cui risposta è nella direzione della modifica che ha
provocato l’intervento del sensore ( sono sistemi eccitatori, nel caso della caldaia, una volta che
il sensore rileva un aumento della temperatura, essi agirebbero per alzarla ancora di più ).
In condizioni normali pochissimi feed-back positivi operano nel corpo umano ( innesco del
potenziale d’azione, starnuto, parto)
La cellula è la più piccola unità funzionale dell’organismo, a sua volta composta da organuli ed è
delimitata da una membrana, detta membrana plasmatica.
Anche gli organuli possiedono una membrana, di composizione simile a quella plasmatica.
Membrana plasmatica
Dal punto di vista molecolare la membrana plasmatica consiste in un film molto sottile di
molecole lipidiche e proteiche, tenute unite soprattutto da interazioni non covalenti, è una
struttura dinamica e fluida, e la maggior parte delle molecole sono capaci di muoversi
all’interno del piano della membrana.
Le membrane cellulari infatti, come suggerisce il termine “modello a mosaico fluido”, sono
strutture fluide in cui molte delle molecole costituenti sono libere di diffondere nel piano della
membrana.
Gran parte dei lipidi e delle proteine possono muoversi liberamente all’interno del doppio strato, ed
“ oscillano ”, a velocità molto bassa, da un monostrato di fosfolipide all’altro.
Le proteine associate al film lipidico mediano la maggior parte delle funzioni che la membrana
svolge; trasportano molecole specifiche attraverso di essa, fungono da recettori per trasdurre segnali
chimici nell’ambiente cellulare.
La membrana cellulare contiene infatti numerosi enzimi, recettori, antigeni, che hanno un ruolo
fondamentale nell’interazione con ormoni, altre cellule e altre sostanze.
I fosfolipidi sono molecole che possiedono una “testa”, costituita da un gruppo polare e due
estremità non polari costituite dalle catene idrofobiche degli acidi grassi.
5
( apolare ) rimanga all’interno di questo strato, mentre la parte polare ( idrofila ) sia rivolta
all’esterno della cellula, verso l’ambiente.
Le molecole lipidiche sono disposte come un doppio strato continuo spesso circa 5 nm.
Tale doppio strato lipidico forma la struttura impermeabile al passaggio della maggior parte
delle molecole solubili in acqua, e si lascia attraversare facilmente da sostanze liposolubili,
( es. alcuni ormoni steroidei, prostaglandine e farmaci come l’aspirina o gli anestetici locali).
1 ) Integrali o “ intrinseche ”:
si dividono in:
2 ) Periferiche o “ estrinseche ”:
possono essere legate alla superficie interna della membrana e costituiscono il citoscheletro, o
fissate all’esterno, prevalentemente mediante interazioni elettrostatiche, con le proteine integrali a
costituire rivestimenti di varia natura ( a seconda del tipo di cellula ).
Fin dalla fine dell’800 si è a conoscenza delle proprietà selettive della membrana: alcuni composti
chimici la possono attraversare, altri no.
-
ioni Na+, K+, Cl -, Mg++, Ca++
-
molecole provenienti dall’assorbimento intestinale: aminoacidi, glucosio,
acidi grassi ecc.
-
O2 e CO2, ormoni, vitamine, prodotti del metabolismo cellulare.
1 ) TRASPORTO PASSIVO
E’ un trasporto di piccole molecole e di ioni dall’ambiente esterno all’interno della cellula o da
questa al mezzo circostante che non richiede intervento metabolico del citoplasma, ed avviene
senza consumo di energia.
a ) Diffusione semplice
b ) Osmosi
c ) Filtrazione
Se due soluzioni con diversa concentrazione di soluto ( per es. glucosio) sono
stratificate l’una sopra l’altra, si verifica movimento di soluto dalla regione a
concentrazione più elevata verso quella a minore concentrazione, fino a quando
si raggiunge un equilibrio.
La velocità di diffusione è tanto più rapida quanto più grande è la differenza di concentrazione del
soluto fra le due soluzioni ( Δc ), dipende cioè dall’entità del gradiente di concentrazione.
Maggiore è il gradiente di concentrazione, più grande sarà la velocità di diffusione.
7
b ) Osmosi quando due soluzioni a diversa concentrazione sono separate da una
membrana semipermeabile, cioè permeabile al solvente ( acqua ) ma non al soluto ( o
ad alcuni soluti ), il solvente passa dall’ambiente a concentrazione di soluto
minore a quello a concentrazione maggiore, fino al raggiungimento
dell’equilibrio delle due concentrazioni.
Si definisce fenomeno osmotico tale processo di passaggio di solvente.
L’osmosi si verifica in quanto la presenza del soluto comporta una riduzione del potenziale
chimico dell’acqua, che tende a spostarsi ( potendo passare ) da una regione in cui il suo
potenziale chimico è maggiore ad una in cui è minore.
Pressione osmotica
La pressione osmotica (π) è una delle proprietà colligative delle soluzioni.
Le proprietà colligative delle soluzioni dipendono dalla concentrazione del soluto, e
non dalle sue caratteristiche chimiche.
Sono:
- pressione osmotica,
- riduzione di tensione di vapore,
- abbassamento del punto di congelamento ( punto crioscopico),
- innalzamento del punto di ebollizione ( punto ebullioscopico ).
Se le pressioni osmotiche di due soluzioni ( A e B ) sono uguali le due soluzioni sono dette
isosmotiche.
Se la soluzione A ha una pressione osmotica inferiore a quella della soluzione B la soluzione A
viene detta iposmotica rispetto a B.
Se la soluzione A ha una pressione osmotica maggiore di quella della soluzione B la soluzione A
viene detta iperosmotica rispetto a B.
Qualora il soluto sia costituito principalmente da proteine la pressione osmotica viene detta anche
colloidosmotica o oncotica πp .
Le membrane plasmatiche di gran parte delle cellule dell’organismo sono relativamente
impermeabili a molti soluti presenti nel liquido interstiziale ma molto permeabili all’acqua.
Se aumenta la pressione osmotica del liquido interstiziale, la cellula cede acqua e si raggrinza,
finchè i valori di pressione osmotica del liquido interstiziale del liquido intracellulare si
eguagliano.
Il contrario accade se la pressione osmotica degli interstizi diminuisce: le cellule si rigonfiano
perché entra acqua per portare all’equilibrio le due pressioni osmotiche.
Per studiare le proprietà osmotiche delle cellule vengono spesso utilizzati gli eritrociti.
8
In una concentrazione di NaCl 154 mM ( 308 mM di ioni, 286 mOsm ) gli eritrociti hanno un
volume cellulare pari a quello che possiedono nel plasma. Tale concentrazione di NaCl viene detta
isotonica ( o isosmotica ) rispetto agli eritrociti.
Una soluzione isotonica di NaCl ( nota anche come soluzione salina isotonica o soluzione
fisiologica ) è usata per via endovenosa per la reidratazione o per la somministrazione di farmaci
La specificità della proteina di membrana nella diffusione facilitata è stata dimostrata dalla capacità
di alcuni inibitori enzimatici, che inibivano in maniera selettiva la diffusione.
Tutte le proteine di trasporto di membrana che sono state studiate in dettaglio sono risultate proteine
transmembrana a passaggio multiplo, cioè le loro catene polipeptidiche attraversano il doppio
strato lipidico più volte, formando una via proteica continua attraverso la membrana.
Tali proteine permettono ai soluti idrofilici specifici di attraversare la membrana senza
entrare in diretto contatto con l’interno del doppio strato lipidico.
3 ) TRASPORTO ATTIVO
E’ un meccanismo che richiede specifiche proteine di trasporto, le quali spostano determinati soluti
attraverso la membrana contro il loro gradiente elettrochimico.
L’ATP è una molecola che fornisce energia chimica per tutti i tipi di reazioni
cellulari degli organismi viventi.
9
E’ stata definita “moneta biologica universale”, attraverso la quale vengono pagati i conti
energetici di tutte le cellule.
Tramite scissione del legame altamente energetico di un gruppo fosfato una molecola di ATP si
trasforma in una di ADP ( adenosin difosfato ) e l’energia chimica del legame che si scinde viene
utilizzata per l’anabolismo e il lavoro cellulare.
Pompa sodio-potassio:
una delle proteine trasportatrici maggiormente studiate è la pompa Na+-K+ che si trova nella
membrana plasmatica di moltissime cellule animali.
Si tratta di un enzima, di una ATPasi, la cui molecola è stata isolata e purificata.
Essa consiste di una subunità catalitica molto grande che attraversa ripetutamente la membrana, e di
una glicoproteina associata più piccola a passaggio singolo.
L’ATP asi Na+-K+ è il tipico esempio di proteina di antiporto: estrude Na+ dalla cellula contro il
corrispondente gradiente elettrochimico, e trasporta K+ all’interno.
Per una molecola di ATP idrolizzata, tre ioni Na+ sono portati fuori e due K+
sono introdotti all’interno della cellula.
Per questo motivo l’attività della ATPasi è elettrogenica, cioè genera una corrente netta
attraverso la membrana, e mantiene la differenza di potenziale elettrico, cioè mantiene
l’interno della cellula negativo rispetto all’esterno.
Tale effetto della pompa contribuisce al mantenimento della differenza di potenziale di membrana a
riposo, ma ha un ruolo fondamentale nella regolazione del volume della cellula: essa mantiene
costante la concentrazione di Na+ e K+ nel citoplasma, e in tal modo regola le forze osmotiche
che possono far rigonfiare o raggrinzire le cellule.
Infatti all’interno delle cellule è presente un’alta concentrazione di soluti:
- anioni fissi, ossia numerose molecole organiche cariche negativamente che sono confinate
all’interno della cellula.
- cationi che le accompagnano, necessari per l’equilibrio delle cariche.
Tutti questi soluti esercitano una pressione osmotica che tende a richiamare acqua all’interno della
cellula.
Nelle cellule animali questo effetto è controbilanciato da un gradiente osmotico opposto
dovuto ad un’alta concentrazione di ioni inorganici, soprattutto Na+ e Cl -, nel fluido
extracellulare.
L’ATPasi Na+-K+ mantiene un equilibrio osmotico trasportando fuori il Na+ che entra seguendo il
proprio gradiente elettrochimico; il Cl- è tenuto fuori dal potenziale di membrana ( la cellula ha al
suo interno una prevalenza di cariche negative ).
10
b ) Trasporto attivo secondario è il meccanismo operato da proteine che funzionano da
trasportatori “accoppiati”:
l’energia libera rilasciata durante il movimento di uno ione inorganico che segue il proprio
gradiente elettrochimico è usata come forza per trasportare altri soluti contro il proprio
gradiente elettrochimico.
In altre parole: il trasferimento di un soluto dipende dalla liberazione di energia che proviene
dal movimento di un primo soluto lungo il proprio gradiente elettrochimico.
Nella membrana plasmatica della cellule animali Na+ è il tipico ione cotrasportato, e con il proprio
gradiente elettrochimico fornisce la forza necessaria per il trasporto attivo di una seconda molecola.
Il Na+ che entra nella cellula durante il trasporto è successivamente riportato fuori dall’ATPasi Na+-
K+, che quindi, mantenendo costante il gradiente di Na+, garantisce che possa avere luogo il
trasporto, anche se in maniera indiretta.
Questo tipo di trasporto viene definito attivo, perché non si verifica in assenza
di ATP che permette il funzionamento dell’ATPasi Na+-K+, e quindi il
mantenimento di un costante gradiente di Na+ non ha luogo, ma secondario
perché l’ATP non viene utilizzata direttamente dalla proteina trasportatrice.
La maggior parte delle cellule animali, per esempio, assume glucosio dal fluido extracellulare,
dove la sua concentrazione è più alta al confronto di quella citoplasmatica, tramite un processo di
diffusione facilitata mediato da trasportatori del glucosio, tutti appartenenti alla stessa famiglia di
proteine omologhe con 12 alfa-eliche transmembrana.
Le cellule degli epiteli intestinali e renali, invece, assumono glucosio rispettivamente dal lume
dell’intestino e dai tubuli renali prossimali trasportano attivamente glucosio attraverso la loro
membrana plasmatica mediante una proteina che effettua un simporto guidato dal Na+.
Sebbene i dettagli molecolari non siano noti, si pensa che le proteine trasportatrici trasferiscano il
soluto attraverso il doppio strato lipidico subendo cambiamenti conformazionali reversibili che
espongono alternativamente il sito di legame per il soluto prima su di un lato della membrana e poi
sull’altro della membrana apicale.
Dall’interno della cellula all’interstizio pericapillare, il glucosio è trasferito per diffusione facilitata.
In tali sistemi il soluto e il Na+ si legano a siti diversi su di una proteina trasportatrice; poichè il Na+
tende ad entrare nella cellula seguendo il proprio gradiente elettrochimico, lo zucchero o
l’aminoacido sono, in un certo senso, trascinati all’interno della cellula insieme al Na, utilizzando
l’energia che si libera dalla diffusione della ione Na+ lungo il suo gradiente elettrochimico.
Altre proteine trasportatrici sfruttano l’energia conservata nel gradiente del Na+ per ridurre l’acidità
liberandosi dall’eccesso di H+, che filtra dentro la cellula o è prodotto nella cellula da reazioni che
spingono H+ abbassando in tal modo il pH della cellula.
Esistono nella membrana due classi principali di proteine che permettono gli
scambi tra interno ed esterno della cellula ( e viceversa ):
- proteine trasportatrici
11
- proteine canale.
2 ) proteine canale = non legano il soluto, ma costituiscono veri e propri pori idrofilici che si
estendono attraverso il doppio strato lipidico.
Le proteine canale sono deputate soprattutto al trasporto di ioni inorganici; pertanto sono dette
anche canali ionici.
I canali non possono essere accoppiati ad una fonte di energia per il trasporto attivo, così che il
trasporto che mediano è sempre passivo.
La funzione dei canali ionici è quindi quella di permettere a ioni inorganici
specifici, soprattutto Na+, K+, Ca++, e Cl -, di diffondere rapidamente lungo i loro
gradienti elettrochimici attraverso il doppio strato lipidico.
- 2 ) sono provviste di “valvole”, che possono aprirsi o restare chiuse, quasi sempre in risposta a
stimoli specifici.
A seconda dello stimolo che li fa aprire, i canali ionici si possono distinguere in:
- canali regolati dal voltaggio, per i quali lo stimolo è il cambiamento del voltaggio attraverso
la membrana ;
- canali regolati meccanicamente, per i quali lo stimolo è costituito da uno stress meccanico;
- canali regolati da ligandi, per i quali lo stimolo è l’attacco di un ligando, che può essere sia un
mediatore extracellulare ( es. un neurotrasmettitore ) o un mediatore intracellulare ( uno ione o
un nucleotide ).
12
Altri due meccanismi di trasporto sono ESOCITOSI e ENDOCITOSI.
- Esocitosi è un meccanismo mediante il quale vengono secreti dalle cellule materiale neutro
cellulare, ormoni ed enzimi. I prodotti di secrezione sono sintetizzati nella cellula all’interno di
vescicole intracellulari che si fondono con le membrane citoplasmatiche e tutto il contenuto di
queste viene riversato nel mezzo extracellulare.
13