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I biologi distinguono fra anatomia e fisiologia: l’anatomia si occupa della descrizione delle
strutture, mentre la fisiologia tende a spiegare le funzioni di quelle strutture.
Le strutture degli organismi sono organizzate in livelli gerarchici di complessità
crescente: le molecole compongono le cellule, che a loro volta compongono tessuti, che
costituiscono organi, i quali formano sistemi, fino ad arrivare all’organismo stesso. A ogni
livello le singole parti concorrono a una nuova organizzazione strutturale e funzionale,
determinando delle proprietà emergenti, cioè proprietà nuove, non presenti al livello
precedente. Ad esempio una cellula è capace di crescere, dividersi e portare avanti migliaia
di reazioni, tutte cose che una molecola non può fare.
Il corpo umano è suddiviso in cellule, che vanno a formare i tessuti, cioè un gruppo di
cellule simili che svolgono una funzione comune. Si forma poi un organo, un gruppo di
tessuti con funzioni diverse che lavorano insieme per un compito preciso. Il livello
successivo è rappresentato dal sistema di organi (apparato), un gruppo di più organi che
svolgono insieme una funzione vitale. Infine vi è l’organismo intero, costituito da diversi
organi, ciascuno dei quali è specializzato nello svolgere certe funzioni e agisce insieme a
tutti gli altri, formando un’unità integrata e coordinata.
I SISTEMI DI ORGANI
Organi diversi devono integrarsi e lavorare insieme nei cosiddetti apparati e sistemi di
organi. La distinzione tra apparati e sistemi va ricercata nell’origine embriologica delle
componenti: gli organi di un apparato originano da diverse regioni dell’embrione, mentre
quelli di un sistema hanno la stessa derivazione embrionale.
● sistema endocrino: secerne gli ormoni, che regolano tutte le attività del corpo, come la
digestione, il metabolismo, la crescita, il battito cardiaco… È composto da ipotalamo,
ipofisi, tiroide, paratiroide, timo, ghiandola surrenale, pancreas e testicolo/ovaia.
● sistema nervoso: coordina le attività del corpo rilevando gli stimoli provenienti dagli
organi di senso, elaborando le informazioni e modulando le risposte dell’organismo. È
composto da encefalo, organi di senso, midollo spinale e nervi.
→ a questi sistemi è affidata la percezione e la reazione agli stimoli, con funzione di
regolazione e controllo.
● sistema scheletrico: sostiene il corpo, protegge gli organi interni e fornisce l’intelaiatura
che consente ai muscoli di compiere i movimenti. È composto da ossa e cartilagine.
● sistema muscolare: compie i movimenti, mantiene la postura e produce calore. È
composto dai muscoli scheletrici.
→ a questi sistemi sono affidate le funzioni di movimento e di sostegno
dell’organismo.
I TESSUTI
La maggior parte delle cellule del corpo è organizzata in tessuti, che possono essere di
quattro tipologie:
● epiteliale
● connettivo
● muscolare
● nervoso
Le cellule di un tessuto sono uguali fra loro ed hanno forma e strutture adatte per svolgere
funzioni specifiche.
→ Cellule muscolari: forma allungata (fibre)
→ Cellule epiteliali: appiattite o cilindriche, molto strette tra loro
Le cellule adiacenti aderiscono le une alle altre attraverso speciali strutture chiamate
giunzioni cellulari. Queste giunzioni possono essere di tre tipi:
➢ giunzioni occludenti → collegamenti tra cellule molto stretti, che impediscono alle
molecole di attraversare lo spazio intercellulare. Sono tipiche di cellule dei tessuti di
rivestimento
➢ desmosomi → collegamenti tra cellule attraverso filamenti intermedi che danno
elasticità al tessuto. Sono tipici dei tessuti muscolari ed epiteliali
➢ giunzioni comunicanti (gap) → collegamenti tra cellule con canali, che permettono il
passaggio di sostanze. Sono utili se le cellule devono rispondere
contemporaneamente allo stimolo (uno stimolo che parte da un punto del cuore deve
arrivare immediatamente al resto del cuore)
IL TESSUTO EPITELIALE
È costituito da strati di cellule strettamente adiacenti fra loro che rivestono la superficie
esterna del corpo, le cavità interne e gli organi.
In base alla funzione, si distinguono tre categorie di epiteli:
● di rivestimento, per proteggere e rivestire gli organi
● ghiandolari, con cellule che producono sostanze e le mandano all’esterno
● sensoriali, per il rivestimento degli organi di senso, con cellule in grado di captare i
vari stimoli
Questo tessuto è formato da una membrana basale, o lamina, formata da un denso strato
di matrice extracellulare, su cui appoggiano le cellule.
Il tessuto può essere:
● Monostratificato o pavimentoso semplice, come quello dell’ intestino
● Pluristratificato, quando deve svolgere una funzione di protezione come la pelle. Le
cellule di questo tessuto vivono poco e devono essere sostituite spesso.
Le cellule possono essere, a seconda della funzione:
➢ Appiattite (tessuti sensoriali)
➢ Cubiche (tessuti ghiandolari)
➢ Cilindriche (intestino monostratificato)
Le cellule a contatto con la membrana basale sono in grado di riprodursi e sostituiscono le
cellule morte.
IL TESSUTO CONNETTIVO
È formato da cellule disseminate in una matrice extracellulare secreta dalle cellule stesse,
formata da proteine e fibre (soprattutto vi è collagene, che dà elasticità)
Il tessuto connettivo ha la funzione di mettere in comunicazione gli organi e sostenerli.
Esistono due tipologie di questo tessuto:
● tessuti connettivi propriamente detti → possono essere di tre tipi
○ lasso: è molle ed ha una funzione di collegamento degli organi
○ fibroso: è più elastico, ricco di collagene, e forma i legamenti
○ adiposo: ha la funzione di deposito di grassi, accumulati negli adipociti, e
immersi in una matrice quasi assente. Questo tessuto aiuta anche a
mantenere la temperatura corporea, isolando il corpo.
● tessuti connettivi specializzati → tre tipi
○ osseo: formato da cellule disperse in una matrice solida, molto densa e
compatta, ricca di minerali come il calcio. Vi sono gli osteoblasti, che si
trasformano in osteociti, e gli osteoclasti
○ cartilagineo: matrice rigida, ma molto più elastica, grazie al collagene
presente. Le cellule presenti sono i condroblasti, che si trasformano in
condrociti
○ sangue: matrice liquida, il plasma. Le cellule sono i globuli rossi, i globuli
bianchi e le piastrine, tutte immerse nel plasma.
IL TESSUTO MUSCOLARE
È formato da fasci di cellule allungate e contrattili, fasce muscolari, ricche di actina e
miosina, che ne permettono la contrazione.
Esistono tre tipi di tessuto muscolare:
● tessuto muscolare striato o scheletrico → responsabile dei movimenti volontari
del corpo. Le fibre sono disposte in maniera regolare in modo da formare delle
strisce.
● tessuto muscolare liscio → responsabile dei movimenti involontari ed è tipico degli
organi interni.
● tessuto muscolare cardiaco → è striato, ma permette movimenti involontari del
cuore.
IL TESSUTO NERVOSO
Questo tessuto permette di raccogliere degli impulsi dall’esterno e prepara il corpo alla
risposta di questi impulsi. Ha la funzione di decidere la risposta degli organi interni in base
allo stimolo.
È formato dai neuroni (corpo centrale+diramazione). I dendriti, portano lo stimolo verso il
corpo cellulare, mentre l’assone, porta lo stimolo verso l’esterno. L’insieme di assoni va a
formare i nervi.
Ci sono anche le cellule della glia, che rivestono e nutrono gli assoni: infatti, nel morbo di
Parkinson, muoiono le cellule della glia e le cellule nervose, non nutrite, muoiono.
LA SALIVA
Essa contiene sostanze estremamente importanti per la trasformazione del cibo:
● una glicoproteina, che protegge il rivestimento della bocca e lubrifica il cibo per
facilitare la deglutizione
● alcune sostanze che neutralizzano gli acidi presenti nel cibo, impedendo di
danneggiare i denti
● il lisozima, enzima della saliva che svolge una funzione antibatterica, uccidendo
microrganismi che entrano in bocca con il cibo o contenuti in esso
● l’amilasi salivare o ptialina, un altro enzima che avvia l’idrolisi dell’amido, facendo
ottenere maltosio (disaccaride) e destrina (polisaccaride)
LA MASTICAZIONE
La masticazione inizia la digestione meccanica, che frantuma e sminuzza il cibo,
rendendolo più facile da deglutire e aumentando la superficie esposta agli enzimi digestivi.
Gli esseri umani hanno quattro tipi di denti: due incisivi, un canino, due premolari e tre
molari.
La cavità orale ospita la lingua, un organo muscolare rivestito da papille gustative,
contenenti recettori del gusto in grado di trasmettere al cervello gli stimoli del cibo. La lingua
rimescola il cibo con la saliva e lo plasma in una massa, il bolo. Terminata la fase orale della
digestione, la lingua spinge il bolo verso la faringe con la deglutizione, dove comincia la fase
faringea.
La faringe comunica sia con l’esofago, che sbuca nello stomaco, sia con la laringe e la
trachea, appartenenti all’apparato respiratorio.
Il passaggio del bolo nell’esofago è controllato dal movimento dello sfintere esofageo e
dell'epiglottide, una piega di tessuto cartilagineo e fibroso che chiude l’ingresso alla laringe.
L’esofago è un canale rivestito da una parete muscolare che ha il compito di convogliare il
bolo alimentare dalla faringe allo stomaco: i muscoli del primo tratto dell’esofago sono
muscoli scheletrici quindi volontari (siamo noi che decidiamo di deglutire il cibo una volta
masticato), il resto dell’esofago è costituito da muscoli lisci, si contrae in modo involontario
(le onde successive spingono il bolo verso lo stomaco, tramite la peristalsi).
I muscoli si contraggono sopra il bolo, spingendolo in basso, mentre quelli attorno al bolo si
rilassano consentendo l’apertura del canale.
L’esofago è costituito da quattro strati di tessuto, le tonache:
● Tonaca sierosa: epitelio di rivestimento esterno, formata da cellule epiteliali che
secernono un liquido lubrificante.
● Tonaca muscolare: formata da due strati di tessuto muscolare liscio.
● Tonaca mucosa: tessuto epiteliale che secerne muco e tessuto protettivo, in parte è
striato, consente una sostituzione delle cellule superficiali.
● Tonaca sottomucosa: tessuto connettivo lasso dove si trovano i vasi sanguigni e
linfatici e terminazioni nervose, strato resistente ed elastico.
Il reflusso estrofageo
Il passaggio tra esofago e stomaco è chiuso dalla contrazione del cardias, però può
verificarsi il reflusso di chimo acido nell’esofago, condizioni chiamata pirosi gastrica, tuttavia,
nel caso in cui il riflusso avvenga in modo frequente, si parla di reflusso gastroesofageo.
Le ulcere gastriche
Il contenuto acido dello stomaco può causare problemi allo stomaco stesso. In genere un
rivestimento di muco protegge la parete dagli effetti corrosivi del succo gastrico, ma a volte
la protezione non funziona nella parete dello stomaco e si sviluppano lesioni chiamate
ulcere gastriche. Prima si pensava che le ulcere gastriche dipendessero da una produzione
eccessiva di acido o una scarsa presenza di muco, oggi invece il responsabile è identificato
in un batterio dalla forma a spirale chiamato “Helicobacter pylori”. Il basso pH dello stomaco
uccide parte dei microbi, ma non “H.pylori”, tollerante agli acidi; il batterio dunque si insinua
nel muco e rilascia sostanze chimiche nocive, provocando una perdita del muco protettivo,
con danno al rivestimento dello stomaco. I globuli bianchi si spostano sulla parete gastrica e
la loro presenza induce uno stato infiammatorio chiamato gastrite. Le ulcere gastriche si
formano quando la pepsina e l’acido cloridrico distruggono le cellule epiteliali dello stomaco
a una velocità superiore a quella di rigenerazione, tanto che l'erosione è tale da provocare la
formazione di un buco.
L’INTESTINO
La digestione, iniziata nella bocca grazie all’amilasi e proseguita nello stomaco per azione
della pepsina, termina nell’intestino tenue grazie a una serie di enzimi intestinali.
L’intestino tenue è l’organo più lungo del tubo digerente (può superare i 6 metri in un
adulto) ed è diviso in tre parti distinte: duodeno, digiuno e ileo.
Due grandi ghiandole, il pancreas e il fegato, aiutano l’intestino nell’azione digestiva.
→ Il pancreas produce succo pancreatico, una miscela di enzimi digestivi immersi in una
soluzione basica, che svolge la fondamentale funzione di neutralizzare l’acidità del chimo,
proveniente dallo stomaco.
→ Il fegato produce la bile, una soluzione di sali in grado di emulsionare i grassi.
Prima di essere riversata nell’intestino, la bile è accumulata nella cistifellea, alla base del
fegato. Pancreas e cistifellea rilasciano i loro secreti nel duodeno, dove si mischiano succo
pancreatico, bile ed enzimi digestivi.
Nell’intestino tenue avviene la digestione di tutti e quattro i micronutrienti: carboidrati,
proteine, acidi nucleici e lipidi, grazie all’azione di alcuni enzimi digestivi.
➢ Carboidrati: l’amilasi pancreatica idrolizza l’amido e lo trasforma in maltosio, scisso
in glucosio dalla maltasi. La saccarasi idrolizza il saccarosio, mentre la lattasi il
lattosio.
➢ Proteine: tripsina e chimotripsina frammentano i polipeptidi in molecole più corte,
mentre l’amminopeptidasi e la carbossipeptidasi staccano un amminoacido per volta,
lavorando all’estremità della catena. Infine, la dipeptidasi idrolizza i frammenti
composti solo da 2/3 amminoacidi.
➢ Acidi nucleici: un altro gruppo di enzimi detti nucleasi idrolizzano gli acidi nucleici, le
molecole di DNA e RNA sono scisse in nucleotidi, poi trasformati in basi azotate,
zuccheri e gruppi fosfato.
➢ Lipidi: la digestione dei lipidi è più complessa perché comincia solo nel duodeno e
essi sono insolubili in acqua. I sali biliari della bile scindono le particelle lipidiche in
piccole goccioline (processo di emulsione), più facilmente esposte all’azione della
lipasi, che scinde gli acidi grassi in glicerolo.
La digestione chimica si completa nel tempo necessario alla peristalsi per far passare la
miscela di chimo e succo gastrico attraverso il duodeno.
La funzione principale di digiuno e ileo, invece, è l’assorbimento di sostanze nutritive e
acqua. L’assorbimento è possibile grazie alla struttura delle pareti dell’intestino tenue, che
sono ripiegate in pliche circolari, dotate di estroflessioni chiamate villi. Inoltre, ciascuna
cellula epiteliale che riveste un villo possiede minuscole estroflessioni dette microvilli, che
nel loro insieme costituiscono l’orletto a spazzola che aumenta la superficie attraverso cui
sono assorbiti i nutrienti. L’epitelio che ricopre i villi è costituito da cellule cilindriche che
hanno funzioni diverse:
● enterociti, cellule assorbenti che secernono enzimi;
● cellule caliciformi, producono il muco che protegge le pareti dell’intestino.
Ciascun villo è attraversato da un vaso linfatico e da una rete di capillari sanguigni, i lipidi
sono ricostruiti e entrano in circolo con un vaso linfatico.
Nel caso di intolleranza al glutine l’intestino non si piega in villi ma è completamente liscio e
la superficie di assorbimento è molto ridotta.
Esiste una fine regolazione del processo digestivo, coordinata dal sistema nervoso
involontario e dal sistema endocrino. É il cosiddetto sistema nervoso enterico, che ha
sede nell’esofago, nello stomaco e nell’intestino, che regola la motilità del tratto
gastrointestinale.
Il sistema endocrino rilascia degli ormoni, i quali assicurano che le secrezioni digestive
siano presenti solo se necessarie. Quando il cibo arriva nello stomaco, stimola il rilascio di
gastrina, che entra nel circolo sanguigno e torna allo stomaco. Quando il pH è troppo
basso, il rilascio di gastrina è inibito. Nel momento in cui il chimo passa dallo stomaco al
duodeno, quest’ultimo risponde rilasciando enterogastrone, un gruppo di ormoni che
comprende la secretina (stimola il pancreas a rilasciare una soluzione di bicarbonato di
sodio che neutralizza l’acidità del chimo e inibisce la produzione di gastrina) e la
colecistochinina CCK (stimola il rilascio di enzimi digestivi dal pancreas e lo svuotamento
della cistifellea). Se il chimo è ricco di grassi, la CCK e la secretina inibiscono la peristalsi e
la secrezione di succhi gastrici, rallentando il processo digestivo.
Il pancreas
È una ghiandola esocrina ed endocrina annessa al tubo digerente di forma triangolare
che svolge due funzioni fondamentali:
● il controllo del metabolismo del glucosio
● la produzione del succo pancreatico.
In particolare, ogni funzione è svolta da una parte specifica del pancreas:
● la parte endocrina (1%) è costituita dalle isole di Langerhans, agglomerati di cellule
che producono gli ormoni (insulina e glucagone) in grado di regolare la glicemia, a
cui sono sensibili
● la parte esocrina produce il succo pancreatico, rilasciato nel duodeno mediante il
dotto pancreatico. Gli enzimi contenuti in tale soluzione basica sono prodotti in forma
inattiva e convertiti in forma attiva nel duodeno, per evitare che il pancreas stesso o
l'intestino vengano digeriti.
Il fegato
Il fegato ha una posizione strategica all’interno del corpo, tra intestino e cuore.
Esso è avvolto nel peritoneo, una membrana sierosa che ricopre la maggior parte degli
organi interni, e ricoperto da una capsula di tessuto connettivo.
L’unità funzionale del fegato è il lobulo epatico, struttura poligonale costituita da cellule
epiteliali, dette epatociti.
I capillari provenienti da intestino tenue e crasso convergono in vasi che terminano nella
vena porta, che trasporta le sostanze nutritive direttamente al fegato. Inoltre, esso riceve
sangue ossigenato dall’arteria epatica.
Il fegato ha diverse funzioni importanti:
● produce la bile, soluzione acquosa fondamentale per la digestione e l’assorbimento
dei lipidi
● rimuove l’eccesso di glucosio nel sangue convertendolo in glicogeno, accumulato
e conservato nelle cellule
● produce glucosio dal fruttosio, dal galattosio o dall’acido lattico
● converte il glucosio stesso in amminoacidi e altre molecole (processo di
gluconeogenesi)
● controlla il metabolismo dei lipidi mediante la sintetizzazione delle lipoproteine
● degrada l’emoglobina e i globuli rossi che non sono più pienamente funzionali
(alcuni pigmenti di scarto sono incorporati nella bile e vengono eliminati mediante le
feci)
● modifica eventuali sostanze tossiche assorbite (come alcol o farmaci),
rendendole innocue e facilmente eliminabili sotto forma di urina (processo di
detossificazione). Tale processo, tuttavia, può danneggiare le cellule epatiche, per
cui particolari combinazioni di alcol e farmaci sono molto pericolose per il fegato.
● sintetizza l’urea e fa da deposito di ferro e vitamine.
L’intestino crasso
L’intestino crasso (lungo circa 1,5 metri) è diviso in tre regioni: cieco, colon e retto.
Esso è collegato all’intestino tenue mediante una giunzione a T (valvola ileocecale), che ha
un braccio cieco, a fondo chiuso, provvisto di una piccola estensione, l’appendice.
La principale funzione del colon è l’assorbimento di acqua, man mano che essa è
assorbita, i resti di cibo non digeriti diventano sempre più solidi trasformandosi nelle feci,
costituite perlopiù da fibre vegetali e batteri che di norma vivono nel colon. Sono
immagazzinate nel retto, fino al momento dell’eliminazione.
Le patologie dell’intestino
I disturbi intestinali più comuni sono la diarrea e la stipsi, dovuti a infezioni o alterazioni
della motilità intestinale che modificano il riassorbimento dei liquidi nel colon (diarrea =
troppa acqua, stipsi = troppo poca acqua). La diarrea può anche essere causata da
intossicazioni alimentari, cioè dal consumo di cibi a carica batterica elevata.
L’intestino è anche bersaglio di patologie infiammatorie come il morbo di Crohn e la
rettocolite ulcerosa. Inoltre è sede di una delle forme più comuni di cancro: il tumore del
colon-retto.