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L’ORGANISMO

I biologi distinguono fra anatomia e fisiologia: l’anatomia si occupa della descrizione delle
strutture, mentre la fisiologia tende a spiegare le funzioni di quelle strutture.
Le strutture degli organismi sono organizzate in livelli gerarchici di complessità
crescente: le molecole compongono le cellule, che a loro volta compongono tessuti, che
costituiscono organi, i quali formano sistemi, fino ad arrivare all’organismo stesso. A ogni
livello le singole parti concorrono a una nuova organizzazione strutturale e funzionale,
determinando delle proprietà emergenti, cioè proprietà nuove, non presenti al livello
precedente. Ad esempio una cellula è capace di crescere, dividersi e portare avanti migliaia
di reazioni, tutte cose che una molecola non può fare.
Il corpo umano è suddiviso in cellule, che vanno a formare i tessuti, cioè un gruppo di
cellule simili che svolgono una funzione comune. Si forma poi un organo, un gruppo di
tessuti con funzioni diverse che lavorano insieme per un compito preciso. Il livello
successivo è rappresentato dal sistema di organi (apparato), un gruppo di più organi che
svolgono insieme una funzione vitale. Infine vi è l’organismo intero, costituito da diversi
organi, ciascuno dei quali è specializzato nello svolgere certe funzioni e agisce insieme a
tutti gli altri, formando un’unità integrata e coordinata.

I SISTEMI DI ORGANI
Organi diversi devono integrarsi e lavorare insieme nei cosiddetti apparati e sistemi di
organi. La distinzione tra apparati e sistemi va ricercata nell’origine embriologica delle
componenti: gli organi di un apparato originano da diverse regioni dell’embrione, mentre
quelli di un sistema hanno la stessa derivazione embrionale.

● sistema circolatorio: funziona come un sistema di trasporto per le sostanze nutritive e i


gas respiratori. È composto da cuore e vasi sanguigni.
● sistema respiratorio: deputato allo scambio di gas con l’ambiente: fornisce al sangue
ossigeno ed elimina il diossido di carbonio. È composto da cavità nasali, faringe, laringe,
trachea, bronchi e polmoni.
● sistema digerente: consente di introdurre il cibo, scomporlo in molecole più semplici,
assorbirne le sostanze nutritive per fornire energia e materia alle cellule ed eliminare le
sostanze non digerite. È composto da bocca, esofago, fegato, stomaco, intestino tenue,
intestino crasso e ano.
→ il compito di questi sistemi di organi è l’approvvigionamento, cioè rifornire
l’organismo di materia ed energia provenienti dall’ambiente circostante.

● sistema tegumentario: protegge da traumi meccanici, da infezioni, da caldo e freddo


eccessivi e dalla disidratazione. È composto da capelli, cute e unghie.
● sistema escretore: rimuove dal sangue le sostanze di scarto contenenti azoto e regola
l’equilibrio chimico, il pH e l’equilibrio idrico del sangue. È composto da reni, ureteri,
vescica e uretra.
→ con la loro attività, questi due sistemi concorrono al mantenimento costante
dell'ambiente interno.

● sistema endocrino: secerne gli ormoni, che regolano tutte le attività del corpo, come la
digestione, il metabolismo, la crescita, il battito cardiaco… È composto da ipotalamo,
ipofisi, tiroide, paratiroide, timo, ghiandola surrenale, pancreas e testicolo/ovaia.
● sistema nervoso: coordina le attività del corpo rilevando gli stimoli provenienti dagli
organi di senso, elaborando le informazioni e modulando le risposte dell’organismo. È
composto da encefalo, organi di senso, midollo spinale e nervi.
→ a questi sistemi è affidata la percezione e la reazione agli stimoli, con funzione di
regolazione e controllo.

● sistema scheletrico: sostiene il corpo, protegge gli organi interni e fornisce l’intelaiatura
che consente ai muscoli di compiere i movimenti. È composto da ossa e cartilagine.
● sistema muscolare: compie i movimenti, mantiene la postura e produce calore. È
composto dai muscoli scheletrici.
→ a questi sistemi sono affidate le funzioni di movimento e di sostegno
dell’organismo.

● sistema linfatico: restituisce al sistema circolatorio l’eccesso di fluidi presente


nell’organismo e funziona come parte del sistema immunitario.
● sistema immunitario: difende l’organismo dalle infezioni e da altre malattie. È composto
da linfonodi, timo, milza, appendice, midollo osseo e vasi linfatici.
→ questi sistemi concorrono alla difesa dagli agenti patogeni.

● sistema riproduttore: produce i gameti e gli ormoni sessuali. Quello femminile,


composto da ovidotto, ovaia, utero e vagina, comprende anche organi necessari
all’embrione e ghiandole per la produzione di latte, mentre quello maschile, composto da
vescicole seminali, prostata, vaso deferente, pene, uretra e testicolo, è responsabile della
produzione degli spermatozoi.
→ questo sistema è atto alla riproduzione.

I TESSUTI
La maggior parte delle cellule del corpo è organizzata in tessuti, che possono essere di
quattro tipologie:
● epiteliale
● connettivo
● muscolare
● nervoso
Le cellule di un tessuto sono uguali fra loro ed hanno forma e strutture adatte per svolgere
funzioni specifiche.
→ Cellule muscolari: forma allungata (fibre)
→ Cellule epiteliali: appiattite o cilindriche, molto strette tra loro

Le cellule adiacenti aderiscono le une alle altre attraverso speciali strutture chiamate
giunzioni cellulari. Queste giunzioni possono essere di tre tipi:
➢ giunzioni occludenti → collegamenti tra cellule molto stretti, che impediscono alle
molecole di attraversare lo spazio intercellulare. Sono tipiche di cellule dei tessuti di
rivestimento
➢ desmosomi → collegamenti tra cellule attraverso filamenti intermedi che danno
elasticità al tessuto. Sono tipici dei tessuti muscolari ed epiteliali
➢ giunzioni comunicanti (gap) → collegamenti tra cellule con canali, che permettono il
passaggio di sostanze. Sono utili se le cellule devono rispondere
contemporaneamente allo stimolo (uno stimolo che parte da un punto del cuore deve
arrivare immediatamente al resto del cuore)

IL TESSUTO EPITELIALE
È costituito da strati di cellule strettamente adiacenti fra loro che rivestono la superficie
esterna del corpo, le cavità interne e gli organi.
In base alla funzione, si distinguono tre categorie di epiteli:
● di rivestimento, per proteggere e rivestire gli organi
● ghiandolari, con cellule che producono sostanze e le mandano all’esterno
● sensoriali, per il rivestimento degli organi di senso, con cellule in grado di captare i
vari stimoli
Questo tessuto è formato da una membrana basale, o lamina, formata da un denso strato
di matrice extracellulare, su cui appoggiano le cellule.
Il tessuto può essere:
● Monostratificato o pavimentoso semplice, come quello dell’ intestino
● Pluristratificato, quando deve svolgere una funzione di protezione come la pelle. Le
cellule di questo tessuto vivono poco e devono essere sostituite spesso.
Le cellule possono essere, a seconda della funzione:
➢ Appiattite (tessuti sensoriali)
➢ Cubiche (tessuti ghiandolari)
➢ Cilindriche (intestino monostratificato)
Le cellule a contatto con la membrana basale sono in grado di riprodursi e sostituiscono le
cellule morte.

IL TESSUTO CONNETTIVO
È formato da cellule disseminate in una matrice extracellulare secreta dalle cellule stesse,
formata da proteine e fibre (soprattutto vi è collagene, che dà elasticità)
Il tessuto connettivo ha la funzione di mettere in comunicazione gli organi e sostenerli.
Esistono due tipologie di questo tessuto:
● tessuti connettivi propriamente detti → possono essere di tre tipi
○ lasso: è molle ed ha una funzione di collegamento degli organi
○ fibroso: è più elastico, ricco di collagene, e forma i legamenti
○ adiposo: ha la funzione di deposito di grassi, accumulati negli adipociti, e
immersi in una matrice quasi assente. Questo tessuto aiuta anche a
mantenere la temperatura corporea, isolando il corpo.
● tessuti connettivi specializzati → tre tipi
○ osseo: formato da cellule disperse in una matrice solida, molto densa e
compatta, ricca di minerali come il calcio. Vi sono gli osteoblasti, che si
trasformano in osteociti, e gli osteoclasti
○ cartilagineo: matrice rigida, ma molto più elastica, grazie al collagene
presente. Le cellule presenti sono i condroblasti, che si trasformano in
condrociti
○ sangue: matrice liquida, il plasma. Le cellule sono i globuli rossi, i globuli
bianchi e le piastrine, tutte immerse nel plasma.

IL TESSUTO MUSCOLARE
È formato da fasci di cellule allungate e contrattili, fasce muscolari, ricche di actina e
miosina, che ne permettono la contrazione.
Esistono tre tipi di tessuto muscolare:
● tessuto muscolare striato o scheletrico → responsabile dei movimenti volontari
del corpo. Le fibre sono disposte in maniera regolare in modo da formare delle
strisce.
● tessuto muscolare liscio → responsabile dei movimenti involontari ed è tipico degli
organi interni.
● tessuto muscolare cardiaco → è striato, ma permette movimenti involontari del
cuore.

IL TESSUTO NERVOSO
Questo tessuto permette di raccogliere degli impulsi dall’esterno e prepara il corpo alla
risposta di questi impulsi. Ha la funzione di decidere la risposta degli organi interni in base
allo stimolo.
È formato dai neuroni (corpo centrale+diramazione). I dendriti, portano lo stimolo verso il
corpo cellulare, mentre l’assone, porta lo stimolo verso l’esterno. L’insieme di assoni va a
formare i nervi.
Ci sono anche le cellule della glia, che rivestono e nutrono gli assoni: infatti, nel morbo di
Parkinson, muoiono le cellule della glia e le cellule nervose, non nutrite, muoiono.

GLI SCAMBI CON L’ESTERNO


Tutti gli organismi hanno bisogno di scambiare con l’esterno. Nell’uomo, gli apparati adibiti
sono quello escretore, respiratorio, digerente e il sangue.
Una delle funzioni più importanti è mantenere l’ambiente interno immodificato, proprio come
la temperatura corporea, che deve restare costante.
L’insieme dei processi che mantengono le proprietà interne dell’organismo prendono il nome
di omeostasi.
→ Meccanismi a feedback negativo
La maggior parte dei sistemi omeostatici è regolata da meccanismi a feedback negativo, in
cui il cambiamento di una variabile stimola il sistema a riportarla alla condizione normale (se
si abbassa la temperatura, si tende ad alzarla).
Molti dei centri di controllo che mantengono l’omeostasi sono localizzati nell’encefalo.
L’ALIMENTAZIONE E LA DIGESTIONE
Tutti gli animali si nutrono di esseri viventi e lo fanno per soddisfare tre esigenze
fondamentali:
● ottenere l’energia necessaria a svolgere le attività dell’organismo
● disporre delle molecole organiche di base al fine di costruire strutture corporee
● assumere sostanze nutritive essenziali, che non possono fabbricare partendo da
materiali grezzi

LA TRASFORMAZIONE DEL CIBO


La trasformazione del cibo procede sempre a tappe:
➢ ingestione, cioè l’atto di nutrirsi
➢ digestione, che permette la demolizione del cibo, convertendolo in molecole
sufficientemente piccole da essere assorbite dalle cellule del corpo
→ la maggior parte delle sostanze organiche è costituita da:
- proteine (amminoacidi)
- lipidi (acidi grassi)
- carboidrati (polisaccaridi, come zucchero e amido)
- acidi nucleici (nucleotidi, molecole di grandi dimensioni)
→ negli alimenti le sostanze sono in forma polimerica, quindi vengono
demolite nelle loro unità strutturali (scinde i polimeri in monomeri):
- proteine = aminoacidi
- polisaccaridi e disaccaridi = monosaccaridi
- acidi nucleici = nucleotidi
- lipidi = acerolo e acidi grassi
➢ assorbimento, dove le cellule del tubo digerente assorbono i prodotti della
digestione, ovvero piccole molecole come amminoacidi e zuccheri semplici.
➢ eliminazione, durante la quale le sostanze non digerite sono espulse dal tubo
digerente.

LA DIGESTIONE NEGLI ANIMALI


Gli animali più semplici digeriscono il cibo dentro le singole cellule: le particelle di cibo sono
inglobate per fagocitosi, con un’introflessione della membrana plasmatica che si chiude a
formare un vacuolo alimentare, vescicole all’interno del citoplasma. Il vacuolo si fonde con
un lisosoma, contenente enzimi idrolitici in grado di degradare le molecole complesse
(spugne).
In molti animali la digestione avviene al di fuori delle singole cellule ,in compartimenti
specializzati del corpo, e grazie a ciò sono in grado di ingerire e digerire molto più cibo di
quello contenuto in un vacuolo.
Animali più complessi possiedono una cavità gastro-vascolare, un compartimento digestivo
a sacco dotato esclusivamente della bocca.
La maggior parte degli animali più complessi possiede invece un tubo digerente, avente un
canale dotato di due aperture: bocca e ano.
Il cibo si muove in una sola direzione: passa dalla bocca alla faringe e da qui all’esofago,
per raggiungere un gozzo, un ventriglio o uno stomaco (molti animali possiedono tutti e
tre questi organi).
Il gozzo è un organo a sacco, in cui il cibo viene ammorbidito e immagazzinato
temporaneamente.
Lo stomaco e il ventriglio sono altrettanto in grado di conservare il cibo per un po’, ma lo
rimescolano e lo frammentano.
La digestione chimica e l’assorbimento delle sostanze nutritive avvengono nell’intestino,
mentre le sostanze non digerite sono espulse attraverso l’ano.

L’APPARATO DIGERENTE UMANO


[I denti e la lingua sono organi della cavità orale annessi al sistema digerente.]
1. Il cibo, introdotto nella bocca e masticato nella cavità orale, viene spinto dalla lingua
nella faringe.
2. Dopo essere stato deglutito, il bolo viene sospinto nel sistema digerente dalla
peristalsi (serie di movimenti ondulatori della muscolatura liscia del tubo del
digerente), attraversando faringe, esofago e arrivando nello stomaco.
3. Due valvole muscolari, chiamate sfinteri, regolano il passaggio del cibo: il cardias
dall’esofago allo stomaco, il piloro dallo stomaco all'intestino tenue. Quest’ultimo è in
grado di chiudere lo stomaco e trattenere lì il cibo per 2-6 ore, affinché enzimi e
succhi gastrici inizino la digestione.
4. Nell’intestino tenue si ha la fase finale della digestione e l’assorbimento delle
sostanze utili in circa 5-6 ore, mentre le sostanze non digerite transitano nell’intestino
crasso, vengono accumulate nel retto e poi espulse dall’ano.
La digestione comincia nella cavità orale, dove la saliva, un liquido ricco di enzimi prodotto
da ghiandole salivari, entra in contatto con il cibo. Le ghiandole salivari secernono più di un
litro di saliva al giorno e sono sei:
● due parotidi, poste sotto le orecchie
● due sottomandibolari, vicino all’angolo interno della mandibola
● due sottolinguali, collocate al sotto della lingue.

LA SALIVA
Essa contiene sostanze estremamente importanti per la trasformazione del cibo:
● una glicoproteina, che protegge il rivestimento della bocca e lubrifica il cibo per
facilitare la deglutizione
● alcune sostanze che neutralizzano gli acidi presenti nel cibo, impedendo di
danneggiare i denti
● il lisozima, enzima della saliva che svolge una funzione antibatterica, uccidendo
microrganismi che entrano in bocca con il cibo o contenuti in esso
● l’amilasi salivare o ptialina, un altro enzima che avvia l’idrolisi dell’amido, facendo
ottenere maltosio (disaccaride) e destrina (polisaccaride)

LA MASTICAZIONE
La masticazione inizia la digestione meccanica, che frantuma e sminuzza il cibo,
rendendolo più facile da deglutire e aumentando la superficie esposta agli enzimi digestivi.
Gli esseri umani hanno quattro tipi di denti: due incisivi, un canino, due premolari e tre
molari.
La cavità orale ospita la lingua, un organo muscolare rivestito da papille gustative,
contenenti recettori del gusto in grado di trasmettere al cervello gli stimoli del cibo. La lingua
rimescola il cibo con la saliva e lo plasma in una massa, il bolo. Terminata la fase orale della
digestione, la lingua spinge il bolo verso la faringe con la deglutizione, dove comincia la fase
faringea.
La faringe comunica sia con l’esofago, che sbuca nello stomaco, sia con la laringe e la
trachea, appartenenti all’apparato respiratorio.
Il passaggio del bolo nell’esofago è controllato dal movimento dello sfintere esofageo e
dell'epiglottide, una piega di tessuto cartilagineo e fibroso che chiude l’ingresso alla laringe.
L’esofago è un canale rivestito da una parete muscolare che ha il compito di convogliare il
bolo alimentare dalla faringe allo stomaco: i muscoli del primo tratto dell’esofago sono
muscoli scheletrici quindi volontari (siamo noi che decidiamo di deglutire il cibo una volta
masticato), il resto dell’esofago è costituito da muscoli lisci, si contrae in modo involontario
(le onde successive spingono il bolo verso lo stomaco, tramite la peristalsi).
I muscoli si contraggono sopra il bolo, spingendolo in basso, mentre quelli attorno al bolo si
rilassano consentendo l’apertura del canale.
L’esofago è costituito da quattro strati di tessuto, le tonache:
● Tonaca sierosa: epitelio di rivestimento esterno, formata da cellule epiteliali che
secernono un liquido lubrificante.
● Tonaca muscolare: formata da due strati di tessuto muscolare liscio.
● Tonaca mucosa: tessuto epiteliale che secerne muco e tessuto protettivo, in parte è
striato, consente una sostituzione delle cellule superficiali.
● Tonaca sottomucosa: tessuto connettivo lasso dove si trovano i vasi sanguigni e
linfatici e terminazioni nervose, strato resistente ed elastico.

IL CIBO NELLO STOMACO


Lo stomaco può dilatarsi fino a contenere due litri di liquidi e cibo, sufficienti per soddisfare le
necessità del corpo per 3-6 ore.
Nello stomaco avviene parte della digestione chimica grazie alla secrezione di un succo
gastrico, costituito da muco, enzimi e HCl. Il succo gastrico è acido in modo da rompere le
cellule presenti nel bolo alimentare, denaturare le proteine e uccidere molti dei
microrganismi ingeriti con il cibo.
La superficie interna della parete dello stomaco presenta ripiegamenti ed è punteggiata da
fossette gastriche collegate alle ghiandole gastriche. Queste sono costituite da tre tipi di
cellule, che secernono diversi componenti del succo gastrico:
● cellule mucose, che secernono il muco per lubrificare e proteggere il rivestimento
dello stomaco
● cellule parietali, che secernono ioni H+ e Cl- nel lume dello stomaco
● cellule principali, che secernono il pepsinogeno, forma inattiva dell’enzima digestivo
pepsina.
Il pepsinogeno e l’HCl sono secreti nel lume dello stomaco, dove l’ambiente acido fa sì che
parte del pepsinogeno non si sia convertita in pepsina.
La pepsina a sua volta stimola la conversione di altre molecole di pepsinogeno, innescando
una reazione a feedback positivo, in cui il prodotto finale stimola la formazione di ulteriori
quantità di prodotto stesso. Essa dà inizio alla digestione chimica delle proteine,
frammentando le catene polipeptidiche in catene più piccole che verranno demolite
nell’intestino tenue.

La protezione dello stomaco


La secrezione della pepsina nella forma inattiva (pepsinogeno) protegge le cellule delle
ghiandole gastriche, mentre il muco protegge le pareti dello stomaco dalla pepsina e dagli
acidi gastrici. Nonostante ciò, le cellule dell’epitelio dello stomaco sono usurate, ma grazie ai
processi di divisione cellulare l’epitelio è sostituito da nuove cellule ogni tre giorni circa.
Un’altra forma di protezione dello stomaco è data dal fatto che le ghiandole gastriche non
secernono continuamente gli acidi dello stomaco. La loro attività è regolata da una
combinazione di segnali nervosi e ormonali, soprattutto l’ormone gastrina, che controlla la
produzione di HCl, secreto dalle cellule G, controllata dall’ipofisi.
Il contenuto dello stomaco è rimescolato dalla contrazione dei muscoli della parete gastrica.
Grazie a processi chimici e meccanici ciò che vi era entrato come una massa solida di cibo,
il bolo, ora è diventato una specie di brodo acido con il nome di chimo.

Le patologie dello stomaco


Il succo gastrico demolisce le cellule presenti nel cibo, uccide i batteri, dà inizio alla
digestione delle proteine, però può essere molto dannoso. La secrezione gastrica è regolata
da meccanismi di controllo e le pareti dello stomaco sono ricoperte dal muco, che protegge
la mucosa gastrica, neutralizzando gli acidi. A volte però questi meccanismi non funzionano
correttamente e si può creare un iperacidità gastrica o un aumento della secrezione
acida, che provoca dolore e bruciore. Un’eccessiva produzione di acido gastrico o una
diminuzione dei meccanismi di difesa, può causare delle patologie che vanno dalla
dispepsia al reflusso gastroesofageo.

Il reflusso estrofageo
Il passaggio tra esofago e stomaco è chiuso dalla contrazione del cardias, però può
verificarsi il reflusso di chimo acido nell’esofago, condizioni chiamata pirosi gastrica, tuttavia,
nel caso in cui il riflusso avvenga in modo frequente, si parla di reflusso gastroesofageo.

Le ulcere gastriche
Il contenuto acido dello stomaco può causare problemi allo stomaco stesso. In genere un
rivestimento di muco protegge la parete dagli effetti corrosivi del succo gastrico, ma a volte
la protezione non funziona nella parete dello stomaco e si sviluppano lesioni chiamate
ulcere gastriche. Prima si pensava che le ulcere gastriche dipendessero da una produzione
eccessiva di acido o una scarsa presenza di muco, oggi invece il responsabile è identificato
in un batterio dalla forma a spirale chiamato “Helicobacter pylori”. Il basso pH dello stomaco
uccide parte dei microbi, ma non “H.pylori”, tollerante agli acidi; il batterio dunque si insinua
nel muco e rilascia sostanze chimiche nocive, provocando una perdita del muco protettivo,
con danno al rivestimento dello stomaco. I globuli bianchi si spostano sulla parete gastrica e
la loro presenza induce uno stato infiammatorio chiamato gastrite. Le ulcere gastriche si
formano quando la pepsina e l’acido cloridrico distruggono le cellule epiteliali dello stomaco
a una velocità superiore a quella di rigenerazione, tanto che l'erosione è tale da provocare la
formazione di un buco.

L’INTESTINO
La digestione, iniziata nella bocca grazie all’amilasi e proseguita nello stomaco per azione
della pepsina, termina nell’intestino tenue grazie a una serie di enzimi intestinali.
L’intestino tenue è l’organo più lungo del tubo digerente (può superare i 6 metri in un
adulto) ed è diviso in tre parti distinte: duodeno, digiuno e ileo.
Due grandi ghiandole, il pancreas e il fegato, aiutano l’intestino nell’azione digestiva.
→ Il pancreas produce succo pancreatico, una miscela di enzimi digestivi immersi in una
soluzione basica, che svolge la fondamentale funzione di neutralizzare l’acidità del chimo,
proveniente dallo stomaco.
→ Il fegato produce la bile, una soluzione di sali in grado di emulsionare i grassi.
Prima di essere riversata nell’intestino, la bile è accumulata nella cistifellea, alla base del
fegato. Pancreas e cistifellea rilasciano i loro secreti nel duodeno, dove si mischiano succo
pancreatico, bile ed enzimi digestivi.
Nell’intestino tenue avviene la digestione di tutti e quattro i micronutrienti: carboidrati,
proteine, acidi nucleici e lipidi, grazie all’azione di alcuni enzimi digestivi.
➢ Carboidrati: l’amilasi pancreatica idrolizza l’amido e lo trasforma in maltosio, scisso
in glucosio dalla maltasi. La saccarasi idrolizza il saccarosio, mentre la lattasi il
lattosio.
➢ Proteine: tripsina e chimotripsina frammentano i polipeptidi in molecole più corte,
mentre l’amminopeptidasi e la carbossipeptidasi staccano un amminoacido per volta,
lavorando all’estremità della catena. Infine, la dipeptidasi idrolizza i frammenti
composti solo da 2/3 amminoacidi.
➢ Acidi nucleici: un altro gruppo di enzimi detti nucleasi idrolizzano gli acidi nucleici, le
molecole di DNA e RNA sono scisse in nucleotidi, poi trasformati in basi azotate,
zuccheri e gruppi fosfato.
➢ Lipidi: la digestione dei lipidi è più complessa perché comincia solo nel duodeno e
essi sono insolubili in acqua. I sali biliari della bile scindono le particelle lipidiche in
piccole goccioline (processo di emulsione), più facilmente esposte all’azione della
lipasi, che scinde gli acidi grassi in glicerolo.

La digestione chimica si completa nel tempo necessario alla peristalsi per far passare la
miscela di chimo e succo gastrico attraverso il duodeno.
La funzione principale di digiuno e ileo, invece, è l’assorbimento di sostanze nutritive e
acqua. L’assorbimento è possibile grazie alla struttura delle pareti dell’intestino tenue, che
sono ripiegate in pliche circolari, dotate di estroflessioni chiamate villi. Inoltre, ciascuna
cellula epiteliale che riveste un villo possiede minuscole estroflessioni dette microvilli, che
nel loro insieme costituiscono l’orletto a spazzola che aumenta la superficie attraverso cui
sono assorbiti i nutrienti. L’epitelio che ricopre i villi è costituito da cellule cilindriche che
hanno funzioni diverse:
● enterociti, cellule assorbenti che secernono enzimi;
● cellule caliciformi, producono il muco che protegge le pareti dell’intestino.
Ciascun villo è attraversato da un vaso linfatico e da una rete di capillari sanguigni, i lipidi
sono ricostruiti e entrano in circolo con un vaso linfatico.
Nel caso di intolleranza al glutine l’intestino non si piega in villi ma è completamente liscio e
la superficie di assorbimento è molto ridotta.

Esiste una fine regolazione del processo digestivo, coordinata dal sistema nervoso
involontario e dal sistema endocrino. É il cosiddetto sistema nervoso enterico, che ha
sede nell’esofago, nello stomaco e nell’intestino, che regola la motilità del tratto
gastrointestinale.
Il sistema endocrino rilascia degli ormoni, i quali assicurano che le secrezioni digestive
siano presenti solo se necessarie. Quando il cibo arriva nello stomaco, stimola il rilascio di
gastrina, che entra nel circolo sanguigno e torna allo stomaco. Quando il pH è troppo
basso, il rilascio di gastrina è inibito. Nel momento in cui il chimo passa dallo stomaco al
duodeno, quest’ultimo risponde rilasciando enterogastrone, un gruppo di ormoni che
comprende la secretina (stimola il pancreas a rilasciare una soluzione di bicarbonato di
sodio che neutralizza l’acidità del chimo e inibisce la produzione di gastrina) e la
colecistochinina CCK (stimola il rilascio di enzimi digestivi dal pancreas e lo svuotamento
della cistifellea). Se il chimo è ricco di grassi, la CCK e la secretina inibiscono la peristalsi e
la secrezione di succhi gastrici, rallentando il processo digestivo.

Il pancreas
È una ghiandola esocrina ed endocrina annessa al tubo digerente di forma triangolare
che svolge due funzioni fondamentali:
● il controllo del metabolismo del glucosio
● la produzione del succo pancreatico.
In particolare, ogni funzione è svolta da una parte specifica del pancreas:
● la parte endocrina (1%) è costituita dalle isole di Langerhans, agglomerati di cellule
che producono gli ormoni (insulina e glucagone) in grado di regolare la glicemia, a
cui sono sensibili
● la parte esocrina produce il succo pancreatico, rilasciato nel duodeno mediante il
dotto pancreatico. Gli enzimi contenuti in tale soluzione basica sono prodotti in forma
inattiva e convertiti in forma attiva nel duodeno, per evitare che il pancreas stesso o
l'intestino vengano digeriti.

Il fegato
Il fegato ha una posizione strategica all’interno del corpo, tra intestino e cuore.
Esso è avvolto nel peritoneo, una membrana sierosa che ricopre la maggior parte degli
organi interni, e ricoperto da una capsula di tessuto connettivo.
L’unità funzionale del fegato è il lobulo epatico, struttura poligonale costituita da cellule
epiteliali, dette epatociti.
I capillari provenienti da intestino tenue e crasso convergono in vasi che terminano nella
vena porta, che trasporta le sostanze nutritive direttamente al fegato. Inoltre, esso riceve
sangue ossigenato dall’arteria epatica.
Il fegato ha diverse funzioni importanti:
● produce la bile, soluzione acquosa fondamentale per la digestione e l’assorbimento
dei lipidi
● rimuove l’eccesso di glucosio nel sangue convertendolo in glicogeno, accumulato
e conservato nelle cellule
● produce glucosio dal fruttosio, dal galattosio o dall’acido lattico
● converte il glucosio stesso in amminoacidi e altre molecole (processo di
gluconeogenesi)
● controlla il metabolismo dei lipidi mediante la sintetizzazione delle lipoproteine
● degrada l’emoglobina e i globuli rossi che non sono più pienamente funzionali
(alcuni pigmenti di scarto sono incorporati nella bile e vengono eliminati mediante le
feci)
● modifica eventuali sostanze tossiche assorbite (come alcol o farmaci),
rendendole innocue e facilmente eliminabili sotto forma di urina (processo di
detossificazione). Tale processo, tuttavia, può danneggiare le cellule epatiche, per
cui particolari combinazioni di alcol e farmaci sono molto pericolose per il fegato.
● sintetizza l’urea e fa da deposito di ferro e vitamine.

L’intestino crasso
L’intestino crasso (lungo circa 1,5 metri) è diviso in tre regioni: cieco, colon e retto.
Esso è collegato all’intestino tenue mediante una giunzione a T (valvola ileocecale), che ha
un braccio cieco, a fondo chiuso, provvisto di una piccola estensione, l’appendice.
La principale funzione del colon è l’assorbimento di acqua, man mano che essa è
assorbita, i resti di cibo non digeriti diventano sempre più solidi trasformandosi nelle feci,
costituite perlopiù da fibre vegetali e batteri che di norma vivono nel colon. Sono
immagazzinate nel retto, fino al momento dell’eliminazione.

Le patologie del fegato


Il fegato può essere infettato da alcuni virus (A, B, C, D e E), in grado di provocare epatiti. In
seguito, la pelle e la sclera si colorano di giallo (ittero), essendo che la bilirubina entra in
circolo nel sangue a seguito della distruzione degli epatociti.
A ed E hanno un decorso di 1-2 mesi e si trasmettono attraverso cibo infetto.
B e C durano 3-4 mesi, D infetta sempre insieme a B e nel 30% dei casi tali epatiti possono
diventare croniche e portare alla progressiva distruzione del fegato (cirrosi), che consiste
nella sostituzione degli epatociti con tessuto connettivo.
B, C e D si trasmettono attraverso il contatto con sangue infetto o con rapporti sessuali non
protetti.
Esistono forme di epatite tossica, dove avviene un avvelenamento della epatociti, la più
comune delle quali è quella alcolica.
La calcolosi biliare è una patologia causata dalla presenza di calcoli all’interno della
cistifellea, se aumenta la concentrazione di colesterolo o diminuisce quella degli acidi biliari,
il colesterolo precipita formando cristalli, nucleo dei calcoli. Essa colpisce perlopiù donne in
sovrappeso.

Le patologie del pancreas


La pancreatite è un’infiammazione del pancreas che può avere varie cause, tra cui la più
comune è l’aumento della pressione delle vie biliari ostruite da un calcolo. La pancreatite
cronica è dovuta a un lento processo infiammatorio che porta ad atrofia la ghiandola,
causato perlopiù dall’abuso di alcol.

Le patologie dell’intestino
I disturbi intestinali più comuni sono la diarrea e la stipsi, dovuti a infezioni o alterazioni
della motilità intestinale che modificano il riassorbimento dei liquidi nel colon (diarrea =
troppa acqua, stipsi = troppo poca acqua). La diarrea può anche essere causata da
intossicazioni alimentari, cioè dal consumo di cibi a carica batterica elevata.
L’intestino è anche bersaglio di patologie infiammatorie come il morbo di Crohn e la
rettocolite ulcerosa. Inoltre è sede di una delle forme più comuni di cancro: il tumore del
colon-retto.

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