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L’ARCHITETTURA DEL CORPO UMANO

Tutti i viventi, dai semplici organismi unicellulari fino agli animali complessi come l’uomo, hanno dovuto
risolvere una serie di problematiche legate alle relazioni dell’organismo con l’ambiente. Ogni essere vivente è
caratterizzato da un alto grado di organizzazione interna, evidenziabile già a livello della singola cellula, che
negli animali complessi si riproduce a livelli di organizzazione più alti: infatti, insiemi di cellule che assolvono
alla stessa funzione sono organizzati in tessuti; tessuti diversi, uniti e integrati tra loro, formano gli organi;
gruppi di organi con funzioni correlate e integrate generano gli apparati. Tutti gli apparati, lavorando insieme,
consentono all’organismo di realizzare alcune condizioni indispensabili per la vita di ciascun organismo
vivente, a prescindere dal suo grado di complessità. I sistemi sono insiemi di organi che collaborano a uno
scopo comune ed omogenei per funzione e struttura. Ogni vivente ha elaborato un proprio modo di rispondere
a queste esigenze che porta codificato nel suo patrimonio genetico, in modo da poterlo trasmettere alla
discendenza. La selezione naturale ha poi provveduto a individuare gli organismi capaci di trovare la risposta
più efficiente a questo tipo di problemi.

DALLE CELLULE AI TESSUTI


Si è già detto che gli organismi viventi sono caratterizzati da un’organizzazione gerarchica interna che vede
l’unione di cellule in tessuti, di tessuti in organi, di organi in apparati e sistemi.
Nel corpo umano sono presenti oltre duecento tipi di cellule diverse, che tuttavia possono essere organizzate
in tessuti riconducibili a quattro tipologie fondamentali: tessuto epiteliale, tessuto connettivo, tessuto
muscolare e tessuto nervoso.
Tessuto epiteliale
Il tessuto epiteliale è quello che riveste e protegge il corpo sia esternamente (pelle) sia internamente, ricoprendo
organi, canali e cavità. A seconda della forma delle cellule che lo compongono, il tessuto epiteliale viene
distinto in squamoso (costituito da cellule piatte), cubico o cilindrico. Inoltre, in base al numero di strati delle
cellule, si differenziano tessuti epiteliali semplici (monostratificati, come quelli dei capillari e degli alveoli
polmonari) e tessuti epiteliali composti (pluristratificati, come la pelle o il rivestimento interno della bocca).
Lo strato di tessuto epiteliale è generalmente attaccato a uno strato di tessuto connettivo sottostante, chiamato
membrana basale. Dovendo impedire l’infiltrazione di sostanze tra una cellula e l’altra, le cellule che formano
i tessuti epiteliali sono strettamente unite tra loro mediante le cosidette giunzioni occludenti, saldature
continue tra le membrane, che appaiono quasi fuse tra loro. Nei tessuti sottoposti a sollecitazioni meccaniche,
come la pelle, fra cellule adiacenti si trovano veri e propri punti di saldatura, denominati desmosomi, costituiti
da placche di materiale fibroso. Infine, le cellule degli epiteli delle cavità interne risultano modificate per
secernere muco, necessario alla lubrificazione delle superfici, mentre altre cellule epiteliali, specializzate nella
secrezione di sostanze specifiche (sudore, saliva e ormoni), sono raggruppate a formare ghiandole.
Tessuto connettivo
Contrariamente ai tessuti epiteliali, in cui le cellule sono strettamente addossate le une alle altre, quelli
connettivi sono costituiti da cellule immerse in un’abbondante matrice extracellulare. Essi hanno la funzione
di connettere, appunto, e sostenere gli altri tessuti, e sono dotati di un diverso grado di rigidità in base alla
natura della matrice extracellulare, composta da una sostanza fluida e da fibre di diverso tipo, come fibre
collagene, fibre elastiche e fibre reticolari.
Si distinguono due tipi di tessuto connettivo, differenti per la quantità e la disposizione delle fibre presenti
nella matrice:
- Il tessuto connettivo lasso, quello più diffuso, caratterizzato da un’abbondante matrice extracellulare,
nonché da fibre disposte in modo irregolare e intrecciate fra loro;
- Il tessuto connettivo denso o compatto, contraddistinto da una netta preponderanza di fibre collagene
rispetto alla matrice extracellulare e alle cellule, disposte in modo parallelo a formare una struttura
regolare e compatta, oltre che notevolmente resistente.
I principali tessuti connettivi presenti nell’organismo umano sono il tessuto osseo, il sangue e la linfa.
Il tessuto osseo, in particolare, è formato da osteociti, osteoblasti (che rappresentano una fase immatura degli
osteociti) e osteoclasti (deputati al riassorbimento del tessuto invecchiato), dispersi in u na matrice contenente
una notevole quantità di fibre collagene e un’abbondante componente inorganica, soprattutto fosfato e
carbonato di calcio, che nell’adulto arrivano al 65% del peso secco. E’ organizzato in lamelle, piccole strutture
appiattite in cui si dispongono le cellule, le fibre collagene e la matrice intercellulare, e può essere distinto in:
- Tessuto osseo spugnoso o trabecolare, in cui le lamelle sono disposte in modo da creare un reticolo
ricco di piccole cavità, che gli conferiscono l’aspetto di una spugna;
- Tessuto osseo compatto, nel quale, invece, si distinguono strutture, chiamate osteoni, in cui le lamelle
sono poste concentricamente attorno ai cosidetti canali di Havers, generando una struttura più
compatta

Tessuto muscolare
Quello muscolare è il tessuto responsabile del movimento, costituito da cellule in grado di contrarsi grazie alla
presenza delle proteine contrattili actina e miosina. Si distingue in:
- Tessuto muscolare liscio, tipico della muscolatura involontaria che circonda le pareti degli organi
interni, dei vasi sanguigni, etc.;
- Tessuto muscolare scheletrico, tipico della muscolatura volontaria;
- Tessuto muscolare cardiaco.
Sia nel tessuto scheletrico che in quello cardiaco le fibre di actina e miosina sono raggruppate in fasci che
determinano caratteristiche striature, da cui il nome di tessuto muscolare striato. I muscoli scheletrici,
connessi alle ossa mediante robuste strisce di tessuto connettivo, i tendini, sono formati da fasci di fibre
muscolari tenute insieme da tessuto connettivo, ciascuna delle quali è costituita da u n’unica cellula
polinucleata, che può avere un diametro di 50-100 micron e una lunghezza di qualche centimetro.
Tessuto nervoso
E’ formato da due tipi di cellule: i neuroni, in grado di trasmettere l’impulso nervoso, e le cellule gliali, le
quali isolano, sostengono e nutrono i neuroni. Pur esistendo in molte varianti diverse, i neuroni hanno una
struttura di base costituita da un corpo, contenente il nucleo e gli organuli cellulari; dai dendriti, corte estensioni
citoplasmatiche, presenti in gran numero, deputate a raccogliere gli stimoli dalle altre cellule, e da un assone
o fibra nervosa, un prolungamento che permette la trasmissione a distanza dell’impulso nervoso, che può
raggiungere lunghezze notevoli: l’assone di un neurone motorio situato nel midollo spinale può arrivare fino
alla punta del piede.
A seconda della collocazione e della funzione svolta nel sistema nervoso, si distinguono:
- Neuroni sensoriali, che ricevono le informazioni dall’esterno e le trasmettono al sistema nervoso
centrale;
- Interneuroni, i quali trasmettono i segnali da un neurone all’altro all’interno del sistema nervoso
centrale;
- Neuroni di associazione, che trasmettono i segnali da una regione all’altra del sistema nervoso
centrale;
- Neuroni motori, incaricati di trasmettere i segnali dal sistema nervoso centrale agli organi effettori.
I neuroni possono essere collegati tra loro in vario modo, dai semplici archi riflessi alle complesse connessioni
del cervello. Gli archi riflessi semplici consentono di rispondere in modo praticamente istantaneo a stimoli
provenienti dall’ambiente; sono costituiti da un neurone sensoriale che trasmette il segnale a un interneurone
situato nel sistema nervoso centrale, ad esempio nel midollo spinale, a sua volta collegato a un neurone motorio
che stimoli l’effettore.

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