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CAPITOLO: APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO

Secondo quanto affermato da Shier, i muscoli sono costituiti da cellule specializzate che utilizzano l'energia
chimica immagazzinata nelle sostanze nutritive per produrre una forza di trazione sulle strutture alle quali
sono collegati. In altre parole, i muscoli sono capaci di contrarsi, generando movimento o sviluppando una
forza.

Secondo quanto affermato da Flores, la principale funzione del muscolo scheletrico consiste nell'agire come
"motore" dell'unità muscolo-tendine-osso, permettendo il movimento e la locomozione.

I muscoli possono essere suddivisi in tre distinti tipi: muscoli scheletrici, muscoli lisci e muscolo cardiaco. In
questa relazione si parlerà solamente dei muscoli scheletrici.

I muscoli scheletrici hanno un’origine (inserzione prossimale) e un’inserzione (inserzione distale), e si


inseriscono sulle ossa tramite i tendini (cordoni connettivi) o le aponeurosi (lamine connettive).
Generalmente l’origine è situata dal lato che durante il movimento si muove di meno, mentre l’inserzione
corrisponde al capo del tendine del muscolo collegato alla parte che si muove maggiormente. I muscoli
possono essere di diverse forme (quadrato, triangolare, …), possono essere composti da più capi con origini
differenti che si uniscono in un unico capo inserzionale (bicipiti, tricipiti o quadricipiti) o possono essere
digastrici, ossia essere formati da più ventri muscolari intervallati da strutture tendinee. All’interno di un
muscolo le fibre possono essere disposte parallelamente o obliquamente rispetto alla linea di trazione. Nei
muscoli a fibre parallele (fusiformi) i fascicoli muscolari (gruppi di fibre muscolari) sono paralleli all’asse
longitudinale del muscolo. Questo tipo di disposizione delle fibre consente un notevole accorciamento, ma
un limitato sviluppo di forza. L’orientamento delle fibre dei muscoli pennati (a fibre oblique) rispetto al
tendine è obliquo. In questo caso il muscolo si accorcia di meno ma sprigiona una forza maggiore. I muscoli
a fibre oblique sono suddivisi in: unipennati (le fibre muscolari si trovano sullo stesso lato del tendine),
bipennati (le fibre sono disposte su entrambi i lati del tendine) e multipennato (le fibre muscolari sono
orientate ad angoli multipli lungo l’asse che genera la forza). Esistono altri due tipi di muscoli: quelli circolari
che hanno una disposizione concentrica delle fibre intorno ad una apertura (per esempio la bocca)
consentendone la chiusura, e quelli a fibre convergenti dove le fibre sono distribuite su un’ampia area per
convergere poi su un unico punto di inserzione. (BARUSCOTTI)

L’unità muscolo scheletrica è un complesso di tessuti altamente organizzato. Essa è costituita da:

- il muscolo;

- la giunzione miotendinea, dove le fibre muscolari si intrecciano con le fibre del tendine e l'epimisio;

- il tendine o l’aponeurosi;

- l'entesi, dove il tendine si attacca all’osso;

- l’osso.

FONTI PER DIVERSE INFORMAZIONI

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8856841/

Strutturalmente, ogni muscolo scheletrico comprende una parte carnosa denominata ventre muscolare e
delle strutture di fissaggio: i tendini o le aponeurosi. Il ventre muscolare contiene le fibre muscolari ed è in
grado di accorciarsi esercitando una trazione che, attraverso le strutture di ancoraggio, muove le ossa.
Muscolo:

Il ventre muscolare è avvolto da una fascia (termine generico che indica uno strato connettivo) denominata
epimisio. Si tratta di un tessuto connettivo denso irregolare che alle estremità del muscolo continua,
avvolgendo i gruppi di fibre di collagene che compongono i tendini (tessuto connettivo denso regolare),
prendendo il nome di epitenonio. Infine questa fascia, che ricopre muscolo e tendine, si inserisce sulla
lamina connettiva che riveste l’osso denominata periostio (tessuto connettivo denso). Le aponeurosi non
sono cordoni di fibre collagene ben definiti, ma sono lamine fibrose che dipartono dall’epimisio per poi
attaccarsi all’osso o alle strutture che ricoprono i muscoli adiacenti. Il ventre muscolare è suddiviso in
fascicoli, gruppi di 10 o più fibre muscolari. I fascicoli sono avvolti da una fascia denominata perimisio
(tessuto connettivo denso irregolare), mentre, ogni singola fibra muscolare è racchiusa da un ulteriore
membrana connettiva: l’endomisio (tessuto connettivo lasso areolare). Il tessuto connettivo denso è ricco di
fibre collagene, mentre quello lasso ne contiene poche. Le fibre collagene, prodotte dai fibroblasti, sono
flessibili, leggermente elastiche e hanno una grande forza di trazione, quindi una notevole resistenza allo
stiramento. Le fibrocellule (chiamate anche cellule o fibre muscolari) dei muscoli scheletrici hanno un
diametro inferiore a 0,1 millimetri e una lunghezza pari o superiore a 40 millimetri. Ogni cellula muscolare è
composta da centinaia di nuclei cellulari, per cui viene definita polinucleata. Questa particolare struttura
deriva dalla fusione di numerose cellule staminali (i mioblasti) durante lo sviluppo embrionale. Non tutti i
mioblasti sono destinati alla formazione delle fibre muscolari; alcuni si differenziano in cellule satellite che si
localizzano fra le fibre muscolari e l'endomisio. Esse si attivano solamente in condizioni particolari, per
esempio a seguito di una lesione tissutale. L’interno della fibra muscolare è formato dal sarcoplasma
(citoplasma che contiene le fibre contrattili, corrispondente a circa il 10% del contenuto della fibra), dalle
miofibrille (fibre contrattili che corrispondono a circa il 90% del volume cellulare) e da un sistema di
membrane interne disposto tra le miofibrille e costituito da tubuli trasversi e dal reticolo sarcoplasmatico.
Ogni cellula muscolare è delimitata da una membrana denominata sarcolemma, a sua volta rivestita
dall’endomisio, che separa lo spazio extracellulare dal sarcoplasma. Il sarcolemma s’introflette nel
sarcoplasma attraverso un sistema di piccoli tubuli trasversali (tubuli T). I tubuli T sono affiancato ad
entrambi i lati dalle cisterne del reticolo sarcoplasmatico. Queste cisterne contengono ioni calcio in elevata
quantità. Il tubulo T e le due cisterne del reticolo sarcoplasmatico costituiscono la triade. Ogni miofibrilla è
circondata dal reticolo sarcoplasmatico e dalla triade. Una miofibrilla presenta l’alternarsi di bande scure A
(bande o dischi anisotropi) e bande chiare I (bande isotrope). Il disco chiaro I è diviso a metà da una linea
scura (linea Z), mentre la banda A è separata a metà dalla linea M. Il tratto di miofibrilla compreso tra due
linee Z è detto sarcomero, ossia l’unità contrattile del muscolo scheletrico. Il sarcomero è costituito dai
miofilamenti, fasci di filamenti proteici intercalati regolarmente tra loro.

Questi miofilamenti vengono distinti in sottili e spessi. Quelli sottili sono costituiti da due filamenti di actina
e dalle molecole troponina e tropomiosina, mentre quelli spessi sono formati da molecole di miosina. Un
singolo filamento spesso (filamento di miosina) è caratterizzato da una coda e da una testa dove sono
presenti sia il sito di legame con l’actina che il sito di idrolisi dell’adenosintrifosfato (ATP). Inoltre, questa
molecola proteica (miosina) è legata indirettamente alle linee Z tramite un’altra proteina, la titina, che
aggiunge elasticità e la stabilizza. I filamenti sottili (filamenti di actina) si intrecciano a formare una struttura
a spirale avvolta attorno a molecole di nebulina (proteina che mantiene il corretto allineamento dell’actina).

L Baruscotti, Anatomia e Fisiologia, Centro Professionale Sociosanitario, Lugano, 2020, pp. 89-91

CONTRAZIONE MUSCOLARE

La contrazione muscolare è volontaria ed è controllata dalle vie motorie del sistema nervoso centrale.

Esistono due principali tipi di contrazione muscolare: isotonica e isometrica. Nel primo caso il muscolo si
contrae generando uno spostamento, mentre nel secondo il muscolo sviluppa una tensione rimanendo a
lunghezza costante. Una contrazione isotonica può essere concentrica o eccentrica. Durante una
contrazione concentrica il muscolo si contrae con una forza maggiore rispetto alla resistenza esercitata
dall’oggetto che si vuole muovere. In questa situazione la lunghezza del muscolo diminuisce. La contrazione
eccentrica ha luogo quando la forza generata dal muscolo è inferiore a quella richiesta per muovere
l’oggetto, ciò causa l’allungamento delle fibre muscolari.

Nel caso della contrazione isotonica, il muscolo si contrae generando uno spostamento, mentre nella
contrazione isometrica il muscolo sviluppa una tensione rimanendo a lunghezza costante. Una contrazione
isotonica può essere concentrica o eccentrica. Durante una contrazione concentrica il muscolo si contrae
con una forza maggiore rispetto alla resistenza esercitata dall’oggetto che si vuole muovere. In questa
situazione la lunghezza del muscolo diminuisce. La contrazione eccentrica ha luogo quando la forza
generata dal muscolo è inferiore a quella richiesta per muovere l’oggetto, ciò causa l’allungamento delle
fibre muscolari. La contrazione isometrica è caratterizzata da uno sviluppo di forza senza variazione della
lunghezza delle fibre muscolari, quindi le parti in cui il muscolo è attaccato non si spostano. La forza di una
contrazione muscolare è influenzata da diversi fattori, come il numero e il volume delle fibre muscolari
presenti ed il reclutamento delle unità motorie e la lunghezza delle fibre muscolari prima della stimolazione
nervosa. Si ritiene che la forza prodotta da una fibra muscolare sia minore se la fibra è estremamente
allungata o accorciata oltre la sua lunghezza di riposo.

In seguito ad un impulso nervoso la fibra muscolare si contrae per poi ritornare al proprio stato di riposo.
Una contrazione muscolare ha una propria durata alla quale segue un periodo di rilasciamento (riposo).
Quando una fibra muscolare non riesce a rilasciarsi completamente a causa di frequenti stimoli nervosi la
contrazione diventa prolungata. Questa particolare condizione, dove la fibra muscolare non riesce a
ritornare alla propria condizione di riposo prima del successivo stimolo, è definita tetania parziale. Qualora
la frequenza degli impulsi nervosi è tale da non permettere nemmeno dei momenti parziali di rilasciamento
si parla di tetania completa. Anche quando il muscolo appare in uno stato di riposo alcune fibre muscolari si
trovano in una condizione di contrazione prolungata, ciò viene definito tono muscolare.

CAPITOLO LESIONI MUSCOLARI:

Quando un tessuto viene lesionato il corpo risponde con tre susseguenti fasi di guarigione: infiammazione,
riparazione e rimodellamento.

Poiché ogni fase ha la sua importanza, è fondamentale utilizzare terapie adeguate per favorire la
rigenerazione dei tessuti danneggiati.

Il muscolo scheletrico si adatta costantemente alle sollecitazioni meccaniche. Tuttavia, le sollecitazioni


meccaniche possono superare i parametri che inducono gli adattamenti, producendo lesioni acute. Inoltre,
la posizione relativamente superficiale di molti muscoli nel corpo li rende ulteriormente vulnerabili a lesioni
acute dovute ad esempio all'esposizione a temperature estreme, contusioni, lacerazioni o tossine. Si
dimostra che le lesioni muscolari causate da contrazioni eccentriche derivano da un danno meccanico
diretto alle miofibrille, mentre le lesioni muscolari croniche come quelle della distrofia muscolare sono
principalmente dovute a danni alla membrana delle cellule muscolari.

Estratto:
https://www.researchgate.net/publication/237017826_Mechanisms_of_Muscle_Injury_Repair_and_Regen
eration

Di norma l’apparato muscolo scheletrico può rigenerarsi completamente e spontaneamente in risposta a


lesioni minori, come uno stiramento. Al contrario, dopo lesioni gravi, la guarigione del muscolo è incompleta
e spesso porta alla formazione di tessuto fibrotico che compromette la funzione muscolare.
Vincent LESIONE MUSCOLARE

Si distinguono i seguenti tipi di lesioni muscolari: Le contusioni, causate da traumi della superficie corporea
che non determinano soluzioni di continuo della cute; si accompagnano a lesioni dei tessuti sottostanti
(sottocute, tendini, muscoli, articolazioni, vasi, nervi). Le contratture muscolari, contrazioni muscolari
persistenti e involontarie che si manifestano in seguito all'uso prolungato del muscolo. Stiramenti muscolari,
determinati da movimenti che distendono il muscolo oltre il limite fisiologico. Lacerazioni e rotture
muscolari, caratterizzate dalla rottura delle fibre muscolari per l'azione combinata di un trauma esterno e di
una violenta contrazione muscolare. Le lesioni muscolari comportano impotenza funzionale dei distretti
muscolari colpiti, di entità differente a seconda del tipo di lesione: lieve negli stiramenti e nelle contusioni,
grave nelle lacerazioni e nelle rotture muscolari (in quest'ultimo caso il movimento è completamente
impedito). La limitazione funzionale è dovuta alla contrattura antalgica dei muscoli (stato tetanico delle fibre
muscolari), alla presenza di ematomi, alla compressione dei nervi ed alla lacerazione delle fibre muscolari.
Le lesioni più gravi compromettono la circolazione locale, aggravando ulteriormente la lesione stessa e
ritardando la ripresa dell'attività muscolare. I traumi muscolari si riscontrano con maggiore frequenza tra gli
sportivi, sono frequenti, comunque, nell'infortunistica stradale e del lavoro.

Le contusioni muscolari sono causate da un trauma diretto; le contratture sono secondarie all’affaticamento
muscolare; gli stiramenti sono provocati da sollecitazioni meccaniche eccessive. Le lacerazioni e le rotture
muscolari possono essere dovute a un trauma diretto o indiretto. Nel primo caso il trauma agisce su un
muscolo in fase di attiva contrazione. Il trauma indiretto è dovuto a uno squilibrio del meccanismo
contrazione-rilasciamento dei muscoli agonisti-antagonisti, specie nei soggetti non allenati che iniziano
un'attività sportiva, in quelli con muscolatura eccessivamente affaticata o in occasione di prestazioni
sportive in ambiente freddo o umido, soprattutto se precedute da riscaldamento muscolare insufficiente.
Criteri riabilitativi possono essere il favorire il rilasciamento muscolare, ridurre l’edema e il dolore con
massaggi, termoterapia o elettroterapia. Per poi favorire la ripresa della motilità muscolare con la
fisioterapia.

Gli elementi diagnostici clinici sono: I traumi muscolari si riscontrano con maggiore frequenza tra gli sportivi,
sono frequenti, comunque, nell'infortunistica stradale e del lavoro. Mentre quelli strumentali sono i segni
ecografici di lesione muscolare.

6 Conseguenze / conclusione

Desidero sottolineare che il mio contributo è stato importante per il benessere del paziente, tuttavia
riconosco che senza il supporto di altre figure professionali, come l'osteopata il nutrizionista e il
fisioterapista, non sarei stato in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati con il paziente. La collaborazione
interdisciplinare è fondamentale per una presa in carico completa e integrata del paziente.

Attualmente, l'importanza di una buona collaborazione interdisciplinare nel campo della salute è sempre
più riconosciuta. Questa collaborazione coinvolge diverse figure professionali, come medici, infermieri,
fisioterapisti, nutrizionisti, psicologi e altri specialisti del settore. L'obiettivo principale è di garantire una
completa presa in carico del paziente, tenendo conto non solo della sua patologia, ma anche dei suoi
bisogni psicologici, sociali e familiari. Questa sinergia tra professionisti consente di fornire un'assistenza
sanitaria integrata e personalizzata, basata sulle migliori evidenze scientifiche disponibili e sui protocolli di
cura più aggiornati. Inoltre, una buona collaborazione interdisciplinare può migliorare l'efficacia dei
trattamenti e ridurre la durata della degenza, favorendo il recupero del paziente e la sua riabilitazione.
7 Bibliografia / indicazione delle fonti / referenze

- Baruscotti L., Anatomia dell'apparato locomotore. Mezzo didattico per la formazione di podologa/o dipl.
SSS, GLIMI, Mendrisio, 2020

- Baruscotti L., Anatomia e Fisiologia, Centro Professionale Sociosanitario, Lugano, 2020

- Medicina Pratica, Riabilitazione, UTET (pagine 623 - 627)

- TRATTATO DI FISIOLOGIA MEDICA GUYTON, edizione PICCIN pagine (570 - 578)

7.1 immagini

Fig. 1 https://www.chimica-online.it/anatomia-umana/immagini/tipologie-di-tessuto-muscolare.png
Fig.2 https://www.chimica-online.it/anatomia-umana/immagini/struttura-anatomica-del-tessuto-
muscolare-scheletrico.png

Fig.3 https://www.chimica-online.it/anatomia-umana/immagini/morfologie-muscolari.png

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