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IL SISTEMA

MUSCOLARE

SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE


I I S S G . T O R N O – C A S TA N O P R I M O
IL SISTEMA MUSCOLARE

CONTRAZIONE: azione caratteristica del muscolo.

Avviene quando i filamenti proteici di cui è composto il muscolo scorrono gli uni sugli altri in
seguito a uno stimolo nervoso.

MOVIMENTO: risultato della contrazione muscolare.


I TIPI DI MUSCOLI

SCHELETRICI: Volontari e striati.


Volontari perché innervati dal sistema nervoso periferico e agiscono sotto il controllo della volontà.

Striati perché il tessuto muscolare mostra una caratteristica striatura con zone chiare e scure.

MUSCOLI CARDIACO: Involontario e striato.


Innervato dal sistema nervoso autonomo.

LISCI: Involontari.
Controllati dal sistema nervoso autonomo, sono muscoli dei vasi sanguigni ed organi interni.
LE PROPRIETÀ DEL MUSCOLO

Le proprietà specifiche del muscolo sono:


• Contrattilità: la capacità di accorciamento;
• Estensibilità: la capacità di allungamento;
• Elasticità: la capacità di tornare alla lunghezza originale quando cessa l’azione di trazione;
• Eccitabilità: la capacità di reagire a uno stimolo nervoso.

La fibra muscolare può accorciarsi fino a metà della sua lunghezza a riposo, mentre può essere
distesa fino a una volta e mezza.
ORGANIZZAZIONE DEL MUSCOLO
SCHELETRICO

Il muscolo scheletrico è composto da migliaia di cellule: le fibre muscolari. Le fibre hanno


lunghezze molto differenti e sono organizzate in fasci. Ogni fibra, fascio di fibre e l’intero
muscolo sono rivestiti di tessuto connettivo. All’estremità il tessuto connettivo si fonde e
prosegue con un tessuto più denso che forma il tendine.

TENDINE: rappresenta la struttura, sufficientemente elastica ed estensibile, ma soprattutto


robusta, attraverso la quale il muscolo, ancorandosi al tessuto osseo, può esercitare la trazione e
determinare lo spostamento di una parte del corpo.
CLASSIFICAZIONE DEL MUSCOLO

Fusiformi: fibre disposte parallelamente


In base alla FORMA Pennati: tendine al centro e fibre disposte parallelamente
Semipennati: le fibre sono disposte su un solo lato di un lungo tendine
Triangolari: appiattiti e con un piccolo tendine a un’estremità.
CLASSIFICAZIONE DEL MUSCOLO

Bicipite: due ventri;


In base al NUMERO Tricipite: tre ventri;
DEI VENTRI MUSCOLARI Quadricipite: quattro ventri.

Muscoli monoarticolari: a cavallo di una sola


articolazione (deltoide);
In base al NUMERO DI
ARTICOLAZIONI COMPRESE
TRA L’ORIGINE E L’INSERZIONE
Muscoli poliarticolari: inserzione su più articolazioni
(quadricipite)
MUSCOLI AGONISTI E ANTAGONISTI

MUSCOLI AGONISTI: muscoli che realizzano l’azione di spostamento di un segmento scheletrico.


Il movimento è reso possibile dalla contrazione di uno o più muscoli.

MUSCOLI ANTAGONISTI: azione contraria, i muscoli sono rilasciati per non frenare il movimento.

I ruoli si invertono nello svolgimento dell’azione opposta.

AZIONE SINERGICA: insieme di gruppi muscolari che concorrono a compiere un movimento.


ORIGINE E INSERZIONE DEL MUSCOLO

I muscoli normalmente congiungono i segmenti ossei attraversando una o più articolazioni.

L’estremità tendinea con cui un muscolo si collega al punto più vicino al tronco o all’osso più
stabile si definisce origine.
Inserzione: punto di collegamento sull’osso più lontano o più mobile.

Nella meccanica muscolare di solito l’origine corrisponde al punto fisso e l’inserzione al punto
mobile, ma le cose possono cambiare, come nel caso dei muscoli retti dell’addome
LA FIBRA MUSCOLARE

La fibra muscolare è costituita da:


1. FIBRA MUSCOLARE: cellula di forma allungata rivestita dalla membrana cellulare.
2. SARCOLEMMA: membrana cellulare che riveste la fibra muscolare.
3. SARCOPLASMA: liquido presente nel sarcolemma.
4. MIOFIBRILLE: filamenti presenti all’interno del sarcoplasma.
Le numerose miofibrille, racchiuse in una fibra muscolare, sono costituite da proteine filamentose
raggruppate in fasci:
- ACTINA: filamenti sottili; Queste proteine si ripresentano nei sarcomeri
- MIOSINA: filamenti tre volte più spessi.
Il SARCOMERO è l’unità funzionale del muscolo.
LA FIBRA MUSCOLARE

La disposizione spaziale dei filamenti è


particolare: ogni filamento di miosina è
circondato da sei filamenti di actina, mentre
ogni filamento di actina ha rapporti con tre
filamenti di miosina. Al momento della
contrazione quindi ogni filamento di miosina
trascinerà verso il centro del sarcomero sei
filamenti di actina e ogni filamento di actina
subirà l’azione di trascinamento da parte di
tre distinti filamenti di miosina.
COME AVVIENE LA CONTRAZIONE?

Perché avvenga la contrazione del muscolo occorrono due condizioni:


1. Presenza di energia: si ottiene dalla demolizione dell’ATP (acido adenosintrifosfato);
2. Impulso di comando: generato dal sistema nervoso e arriva al muscolo sotto forma di
impulso elettrico.
in presenza di queste due condizioni
I filamenti di actina scorrono con un movimento ciclico sul quelli di miosina, spostandosi verso il
centro del sarcomero.
L’accorciamento dei vari sarcomeri impilati determina l’accorciamento del muscolo, che inoltre
s’ingrossa a causa del sovrapporsi dei filamenti.
I TIPI DI FIBRE MUSCOLARI

Ogni muscolo contiene differenti fibre muscolari:


• fibre tipo I, lente o ST (Slow Twich), denominate anche rosse;
• fibre di tipo II, veloci o FT (Fast Twich), denominate anche bianche o pallide perché non
presentano colorazione.
I TIPI DI CONTRAZIONE MUSCOLARE

La contrazione muscolare produce una forza che consente di muovere le singole parti del corpo.

CONTRAZIONE CONCENTRICA: contrazione dinamica in accorciamento.


Il muscolo si accorcia e le inserzioni muscolari si avvicinano perché la forza muscolare è superiore
alla forza esterna.
I TIPI DI CONTRAZIONE MUSCOLARE

CONTRAZIONE ECCENTRICA: contrazione dinamica in allungamento che rallenta o resiste


il movimento.
La forza esterna è più grande della forza muscolare applicata.
Si produce cioè un movimento con allontanamento di origine e inserzione del muscolo in
contrazione.
I TIPI DI CONTRAZIONE MUSCOLARE

CONTRAZIONE ISOMETRICA: contrazione statica.


Esiste un equilibrio tra la forza muscolare e quella esterna.
Durante questa contrazione non c’è quindi movimento esterno.
IL CICLO STIRAMENTO-
ACCORCIAMENTO
La particolare proprietà del muscolo di immagazzinare e restituire energia elastica viene chiamata
“ciclo stiramento-accorciamento”. È necessario però che vengano rispettate alcune condizioni:
• Il passaggio da fase eccentrica a fase concentrica del movimento deve essere il più rapido
possibile;
• Il muscolo interessato deve essere allungato eccentricamente in modo estremamente rapido;
• L’ampiezza del contromovimento deve essere ridotta;
• È necessaria un’ottimale coordinazione tra muscolatura antagonista e agonista.
L’UNITÀ MOTORIA
UNITA’ MOTORIA (UM):
• è l’unità di base per la contrazione muscolare;
• è un insieme costituito da un certo numero di fibre muscolari collegate fra loro;
• le fibre muscolari sono raggiunte da un’unica fibra nervosa motoria comandata da un
motoneurone;
• in ogni muscolo ce ne sono migliaia;
• tutte le fibre dell’UM si contraggono nello stesso tempo e al massimo grado.

LEGGE DEL TUTTO O NULLA


o si contraggono tutte le fibre dell’UM oppure tutte rimangono a riposo
L’UNITÀ MOTORIA

La possibilità di graduare la forza muscolare


dipende dal numero di UM reclutate e dalla
frequenza di scarica delle UM attive; la
modalità di reclutamento basata sul numero
crescente di UM reclutate è chiamata spaziale,
quella sull’aumento di frequenza di scarica è
detta temporale.
IL RECLUTAMENTO SPAZIALE

• All’aumentare della richiesta di forza


necessaria per svolgere un compito motorio
viene reclutato un sempre maggior numero di
UM e quindi di fibre.
• Prima vengono reclutate le fibre lente di tipo
I e poi se necessario, le fibre II più veloci.
• Solo in caso di movimenti esplosivi, cioè
estremamente dinamici (salti), vengono
reclutate subito le fibre veloci.
IL RECLUTAMENTO TEMPORALE
La frequenza di impulsi nervosi che giungono al muscolo
contribuisce alla graduazione della contrazione e quindi
alla generazione di forza. Una singola stimolazione di
un’UM viene chiamata scossa singola e induce un breve
periodo di contrazione della fibra. Se gli impulsi che
eccitano l’UM si succedono nel tempo e raggiungono la
fibra muscolare prima che si sia rilasciata, la produzione
di forza aumenta in funzione della frequenza dell’impulso
nervoso. Si ottiene un fenomeno detto di sommazione,
che permette alle fibre di sommare l’effetto delle singole
scosse e di sviluppare in questo modo una forza più
elevata. Se la sommazione continua, le singole scosse si
fondono tra loro realizzando una contrazione tetanica,
cioè una tensione massima, che può essere mantenuta per
un tempo limitato (crampo).
IL CICLO DELL’ENERGIA

ENERGIA
L’energia per vivere viene ottenuta dalla trasformazione dei carboidrati (zuccheri), dei lipidi (i
grassi) e, in casi particolari, gli aminoacidi (le proteine).

Queste sostanze sono usate per formare la molecola di ATP (adenosintrifosfato).


IL CICLO DELL’ENERGIA

Contrazione: accorciamento della fibra muscolare che avviene attraverso la trazione esercitata dai
filamenti di miosina su quelli di actina.

Perché possa realizzarsi la contrazione occorre un’interazione tra ATP e filamenti.

Questo si produce attraverso un processo che, dopo aver reso disponibili le sostanze da utilizzare,
le brucia, liberando energia e ottenendo prodotti di scarto come risultato della reazione.

MECCANISMO DI PRODUZIONE ENERGETICA


ATP

• Dalla degradazione degli alimenti non si ottiene direttamente energia, bensì ATP, che poiché
può essere immagazzinato in quantità molto limitata nelle cellule, deve essere rigenerato di
continuo.
• Dalla demolizione dell’ATP tutte le cellule, anche quelle muscolari, ricavano l’energia per
svolgere il proprio lavoro specializzato.
• L’ATP è formato da una molecola di adenosina e da tre molecole di fosfato inorganico.
• I legami esistenti tra le molecole di fosfato sono altamente energetici. Quando uno di questi
legami viene spezzato si libera energia e si forma ADP (adenosindifosfato) e fosfato
inorganico (Pi), dopo di che occorre rapidissimamente risintetizzare la molecola di ATP.
LE VIE DI PRODUZIONE DELL’ATP

Per rigenerare la molecola di ATP in modo che sia ancora in grado di produrre energia

3 meccanismi

ANAEROBICO ANAEROBICO AEROBICO


ALATTACIDO LATTACIDO
IL MECCANISMO ANAEROBICO
ALATTACIDO
È il meccanismo che permette la più veloce e semplice via per ripristinare le molecole di ATP.
Viene chiamato anche sistema ATP-PC, cioè si basa sull’utilizzo del PC (fosfocreatina o
creatinfosfato), che è una molecola altamente energetica presente nella miofibrilla.
Il PC libera una grande quantità di energia cedendo la propria molecola di fosfato. Tale molecola si lega
all’ADP riformando così l’ATP.
PC C + Pi Pi + ADP ATP
Tutte queste reazioni avvengono in assenza di ossigeno (meccanismo anaerobico) e grazie a particolari
enzimi che permettono di velocizzare le singoli reazioni.
Una volta esaurita la riserva di PC (circa 120g in tutto l’organismo), essa viene ripristinata in circa 3-5
minuti (70% in 30 secondi).
IL MECCANISMO ANAEROBICO
ALATTACIDO

Il meccanismo ATP-PC è il meccanismo usato per la fornitura di ATP (senza la produzione di


acido lattico: alattacido) durante attività di alta intensità e breve durata (salti, lanci, tutti).
Questo sistema rappresenta la fonte di ATP più rapidamente disponibile per l’utilizzo da parte dei
muscoli. È un meccanismo di grande potenza (fornisce cioè grandi quantità di energia nell’unità
di tempo), ma di scarsa capacità (esaurisce nel giro di pochi secondi le proprie riserve)
IL MECCANISMO ANAEROBICO
LATTACIDO
Con questo meccanismo viene risintetizzato ATP all’interno del muscolo attraverso la
demolizione, parziale , del glucosio in assenza di ossigeno.

GLICOLISI
Questo processo utilizza solo le scorte di carboidrati che nell’organismo si trovano sotto forma di
glucosio nel sangue e di glicogeno nei muscoli e nel fegato.
Glucosio e glicogeno, per mezzo di una serie di reazioni accelerate da enzimi, vengono demoliti
fino a produrre acido lattico, da cui il termine di meccanismo lattacido.
IL MECCANISMO ANAEROBICO
LATTACIDO
Questo meccanismo possiede un’elevata potenza, accoppiata però a una capacità decisamente
superiore rispetto al meccanismo anaerobico alattacido.
Esso permette di mantenere la massima potenza per un periodo di tempo compreso tra 1 e 3
minuti. Il fattore limitante di questo meccanismo è l’acido lattico che, quando si accumula nei
muscoli, in seguito a esercizi estremamente intensi, causa fatica muscolare che rende difficoltosa
la contrazione.
IL MECCANISMO AEROBICO

Il meccanismo aerobico (o ossidativo) è il processo attraverso il quale la cellula degrada i


substrati (glucidi, grassi e proteine) in presenza di ossigeno.

RESPIRAZIONE CELLULARE
Tutto questo avviene nella cellula muscolare, in particolare nei mitocondri.
Attraverso numerose e complesse reazioni e interventi di enzimi, la molecola di ossigeno brucia i
substrati producendo acqua, anidride carbonica e ATP necessario alla contrazione.
Il risultato di queste reazioni è che da una molecola di glucosio si riescono a risintetizzare 38
molecole di ATP. Nel meccanismo lattacido se ne risintetizzano solo 2.
IL MECCANISMO AEROBICO

Questo meccanismo ha una capacità elevatissima, in quanto l’attività aerobica si potrebbe


protrarre per giorni. Al contrario, la potenza è più ridotta.
Tutte le attività che si prolungano nel tempo utilizzano in maniera predominante questo
meccanismo: attività di fondo.
UTILIZZO DEI SISTEMI ENERGETICI

Il meccanismo ossidativo può utilizzare carboidrati, proteine e grassi.


• Le riserve di carboidrati sono sufficienti per svolgere fino a 2 ore di attività continuativa.
• Le proteine vengono impiegate solo quando le scorte di carboidrati si esauriscono e la richiesta
energetica è elevata.
• I grassi sono una notevole riserva energetica ma hanno un rendimento inferiore del 10%
rispetto ai carboidrati (consumano una maggior quantità di ossigeno per produrre la stessa
quantità di ATP).
In un esercizio fisico continuo, il meccanismo aerobico diventa sempre più prevalente con
l’aumentare della durata del lavoro: dopo 5 min oltre il 90% di energia prodotta è di origine
aerobica.
IL METABOLISMO NEL RECUPERO
Al termine di un esercizio intenso nella fibra muscolare sarà diminuito il livello di PC e parte del
glicogeno intracellulare sarà stato convertito in acido lattico.
Per riportare la fibra alla sua condizione originaria occorre convertire il lattato in glicogeno e
risintetizzare il PC: processi che richiedono l’energia dell’ossidazione, data dal sistema aerobico.
Al termine dello sforzo fisico, sebbene i muscoli abbiano cessato di contrarsi, l’attività cardiaca e
respiratoria rimangono elevate perché l’organismo ha bisogno di un livello elevato di ossigeno per
poter svolgere processi di ripristino.

Ripristino: periodo di recupero durante il quale vengono utilizzate le riserve energetiche per riportare
RIASSUMENDO…
I MUSCOLI
I MUSCOLI DEL CAPO E COLLO

MASSETERE STERNOCLEIDOMASTOIDEO
- Regione anatomica: capo - Regione anatomica: collo
- Azione: masticazione - Azione: flette il collo in avanti
I MUSCOLI DEL PETTO E DORSO

GRAN PETTORALE GRAN DORSALE


- Regione anatomica: petto - Regione anatomica: dorso
- Azione: avvicina e ruota le spalle verso l’interno. - Azione: estende dietro e abbassa il braccio
I MUSCOLI DELL’ADDOME

RETTO DELL’ADDOME TRASVERSO DELL’ADDOME


- Regione anatomica: addome - Regione anatomica: addome
- Azione: flette la colonna vertebrale. - Azione: deprime la parete addominale.
I MUSCOLI DELL’ADDOME

OBLIQUI ESTERNI ed OBLIQUI INTERNI


- Regione anatomica: addome
- Azione unilaterale (stesso lato): flessione laterale del tronco
- Azione bilaterale (2 muscoli in entrambi i lati): flette la colonna vertebrale insieme al retto
- Azione sinergica (obliquo esterno e obliquo interno controlaterale): torsione del tronco
I MUSCOLI DELLA SPALLA

TRAPEZIO DELTOIDE
- Regione anatomica: spalla - Regione anatomica: spalla/braccio
- Azione: flette e ruota la testa - Azione: flette, estende e ruota l’omero
I MUSCOLI DEL BACINO

GRANDE GLUTEO ILEOPSOAS


- Regione anatomica: bacino - Regione anatomica: bacino
- Azione: estende il ginocchio - Azione: flette l’anca
I MUSCOLI DEL BRACCIO

BICIPITE BRACHIALE TRICIPITE BRACHIALE


- Regione anatomica: braccio - Regione anatomica: braccio
- Azione: flette avambraccio su braccio - Azione: estende avambraccio su
braccio
I MUSCOLI DELLA COSCIA

QUADRICIPITE BICIPITE FEMORALE

- Regione anatomica: coscia - Regione anatomica: coscia


- Azione: estende la gamba sulla coscia - Azione: estende la coscia

ADDUTTORI
- Regione anatomica: coscia
- Azione: adduzione dell’arto inferiore
I MUSCOLI DELLA GAMBA

TIBIALE ANTERIORE GASTROCNEMIO


- Regione anatomica: gamba - Regione anatomica: gamba
- Azione: flette la caviglia dorsalmente - Azione: flette il ginocchio e solleva i
talloni
I MUSCOLI DELLA GAMBA
SOLEO
R E G I O N E A N ATO MI C A : G A MB A
A Z I O N E : E S T E N D E L A CAV I G L I A S O L L E VA I TA L L O N I

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