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• Prima di contrarsi, la fibra muscolare scheletrica
deve essere stimolata da un impulso, detto
potenziale di azione muscolare, emesso dal
relativo neurone motorio insieme al quale
costituisce una unità motoria.
• La sinapsi che si forma tra i terminali assonici di
un motoneurone e una placca motrice prende il
nome di giunzione neuromuscolare.
Dopo la contrazione la fibra si rilassa
• per effetto delle degradazione
dell’acetilcolina( mediatore chimico) ad opera
dell’enzima acetilcolinesterasi;
Il metabolismo del tessuto muscolare scheletrico
Nei mitocondri è presente una molecola,
chiamata ATP (acido adenosintrifosfato), che
fornisce l’energia necessaria per la contrazione –
decontrazione del muscolo.
L’ATP presente nelle fibre è sufficiente soltanto a
rifornire energia per i primi secondi di attività
muscolare. In seguito deve essere sintetizzato.
Durante queste brevi fasi, al’ATP produce energia
per la contrazione e subito dopo si trasforma in
ADP (acido adenosindifosfato).
A riposo le fibre muscolari scheletriche
producono ATP in eccesso che viene usato, in
parte, per produrre creatinfosfato, molecola a
elevato potenziale energetico costituita da
creatina.
La necessaria e continua trasformazione di ADP in
ATP si chiama ricarica dell’ATP. Ciò avviene per
mezzo di meccanismi che vanno a ricostruire
continuamente ATP ed energia: Meccanismo
anaerobico alattacido – meccanismo anaerobico
lattacido- meccanismo aerobico
Il meccanismo anaerobico
• Per produrre energia e riformare ATP dall’ADP,
questo meccanismo sfrutta la presenza nelle fibre
muscolari di un altro composto contenente
fosforo , la fosfocreatina (PC).Si attiva in assenza
di ossigeno (anaerobico cioè senza ossigeno) e
senza formazione di acido lattico
( alattacido).Questo processo è di breve durata
circa 5-8 secondi, quindi viene utilizzato per
attività di scatto, velocità.
Meccanismo anaerobico lattacido
• Quando lo sforzo si protrae oltre i 10 secondi e il
meccanismo anaerobico alattacido non basta più
per produrre energia e a riformare ATP, si innesca
un secondo processo energetico detto
anaerobico lattacido. Per ottenere l’energia
necessaria per ricaricare l’ATP, questo
meccanismo non utilizza l’ossigeno ma i depositi
di glicogeno (ottenuti dalla scomposizione di
zuccheri e grassi assunti con l’alimentazione)
presenti nel fegato e nei muscoli.