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Anatomia e fisiologia
del sistema muscolare
Percorso di potenziamento-orientamento
“BIOLOGIA CON CURVATURA BIOMEDICA”
Prima annualità
Regolazione del
volume degli organi Produzione di calore
Movimento di liquidi e sostanze all’interno del corpo
involontario striato involontario striato volontario
Tessuto muscolare scheletrico
• Al microscopio presenta cellule con una
tipica striatura trasversale
• È responsabile dei movimenti volontari
• Nei muscoli scheletrici si collega alle ossa
tramite i tendini
• Nei muscoli pellicciai è connesso con la
cute, formando sottili lamine situate
nello spessore del tessuto sottocutaneo.
I muscoli pellicciai del capo sono detti
anche mimici perché permettono
cambiamenti dell'espressione facciale.
Istogenesi del tessuto muscolare striato
Il tessuto muscolare striato scheletrico deriva dal
mesenchima (di origine mesodermica).
Le cellule mesenchimali cominciano a
differenziarsi diventando mononucleate e
creando così i mioblasti.
I mioblasti si fondono fra loro formando dei
sincizi, detti miotubi, formati da un’unica massa
cellulare multinucleata derivata dalla fusione di
più cellule.
I miotubi in gruppi a loro volta diventeranno
delle fibre muscolari.
Alcuni mioblasti permangono nell’adulto come
cellule staminali unipotenti quiescenti dette
cellule satelliti che si trovano adagiate su ogni
fibra e in seguito a traumi si attivano e
proliferano per la riparazione di eventuali danni.
Struttura del muscolo scheletrico
Ogni muscolo scheletrico è un organo distinto
composto da migliaia di cellule allungate dette
fibrocellule o fibre muscolari.
Alla muscolatura scheletrica sono associati molti
rivestimenti di tessuto connettivo:
Epimisio : avvolge l’intero muscolo
Perimisio: circonda fasci da 10 a 100 o più fibre
muscolari detti fascicoli
Endomisio: avvolge ciascuna fibra.
L’epimisio, il perimisio e l’endomisio si estendono
oltre il muscolo proseguendo con il tendine, un
cordone di tessuto connettivo regolare denso,
composto da fasci paralleli di fibre collagene, la cui
funzione è quella di collegare il muscolo all’osso.
Innervazione e vascolarizzazione
• I muscoli scheletrici sono provvisti
di nervi e vasi sanguigni
• Ogni nervo che penetra in un
muscolo scheletrico è
accompagnato da un’arteria e una o
due vene.
• All’interno dell’endomisio, ogni
fibra muscolare è a contatto con
uno o più capillari e con la porzione
terminale di un neurone.
• La contrazione muscolare richiede
un enorme apporto di sangue per
rifornire le fibre di nutrienti e
ossigeno e per asportare i prodotti
metabolici.
Le fibre muscolari scheletriche
• Sono grosse cellule cilindriche, con
un diametro di 50-100 micrometri
• Ogni fibra è una cellula
plurinucleata, perché deriva dalla
fusione dei mioblasti
• I nuclei sono situati in periferia, a
ridosso della membrana cellulare
detta sarcolemma.
• Dal sarcolemma originano i tubuli
trasversi (tubuli T) che penetrano
all’interno della fibra
Le fibre muscolari scheletriche
Il citoplasma, detto sarcoplasma, contiene
• un esteso reticolo sarcoplasmatico, simile al
R.E.L., una rete di tubuli membranosi che
immagazzina gli ioni Ca2+ fondamentali per la
contrazione muscolare.
• molti mitocondri che producono ATP
• numerose molecole di mioglobina.
La mioglobina
è una piccola proteina globulare formata da
una singola catena polipeptidica ripiegata
intorno al gruppo eme
è un pigmento rosso simile all’emoglobina che
fornisce al muscolo il suo colore caratteristico
immagazzina ossigeno, come riserva, per la
produzione di ATP nei mitocondri
Struttura della fibra muscolare striata
Ogni fibra presenta due tipi di striature:
• Striatura longitudinale: dovuta alla presenza
nel sarcoplasma di piccole strutture cilindriche
dette miofibrille disposte parallelamente alla
propria lunghezza. La miofibrilla è
un’associazione di filamenti sottili e filamenti
spessi disposti in maniera ordinata, in unità
dette sarcomeri
• Striatura trasversale: determinata dalla
ripetizione ordinata dei sarcomeri lungo la
miofibrilla, visibile sotto forma di un’alternanza
di bande chiare (filamenti sottili) e bande scure
(filamenti spessi).
Struttura del sarcomero
I filamenti spessi sono
costituiti da fasci di miosina,
una proteina con una coda
fibrosa e una testa globulare.
Presentano enzimi con attività
ATPasica, in grado di scindere
l’ATP per fornire energia alla
contrazione.
Quando i potenziali d’azione cessano, si Gli ioni calcio presenti nel sarcoplasma vengono
interrompe la liberazione dell’acetilcolina rapidamente trasportati all’interno del reticolo
nella giunzione neuromuscolare sarcoplasmatico, grazie a pompe di trasporto attivo.
Il neurotrasmettitore ancora presente nella La riduzione della concentrazione degli ioni calcio nel
fessura sinaptica viene rapidamente sarcoplasma determina il ritorno alla posizione
metabolizzato dall’enzima acetilcolinesterasi originaria del complesso troponina-tropomiosina
Di conseguenza i potenziali d’azione muscolari Ciò provoca il mascheramento dei siti di legame
non insorgono e i canali di rilascio del calcio del miosinici sull’actina e lo scivolamento dei filamenti
reticolo sarcoplasmatico si chiudono. sottili del sarcomero alla posizione di riposo.
Il metabolismo del muscolo
Per entrare in contrazione, il muscolo ha Per azione dell’ enzima ATP-asi, che nel muscolo risulta
bisogno di una quantità di energia associato alla miosina, l’ATP viene scisso in ADP e
notevolmente superiore a quella che gli fosfato inorganico e si libera energia che viene
occorre per il suo normale metabolismo. convertita nell’energia meccanica della contrazione
muscolare
L’ATP presente nelle fibre a riposo è
sufficiente a fornire energia per i primi ATP →ADP + P + ENERGIA
secondi di attività muscolare. Se l’attività
prosegue occorre produrre altro ATP.
Le fibre muscolari dispongono di tre fonti per la
produzione di ATP:
Il creatinfosfato per i primi 15 secondi
La respirazione cellulare anaerobica
(glicolisi) per 30-40 secondi
La respirazione cellulare aerobica per
attività muscolare superiore al mezzo
minuto
ATP dal creatinfosfato
A riposo le fibre scheletriche producono più ATP del
necessario.
Parte dell’ATP in eccesso viene utilizzato per la produzione di
creatinfosfato (CP o fosfocreatina) ricco di energia.
La creatina è una piccola molecola simile ad un aminoacido,
sintetizzata nel fegato, nei reni , nel pancreas e presente
soprattutto nella carne rossa, nel pesce e nel latte.
Quando il muscolo è rilassato, l’ATP trasferisce alla creatina un gruppo fosfato ad alta energia formando il creatinfosfato,
una ulteriore riserva energetica.
Creatina + ATP → creatinfosfato + ADP
Quando il muscolo è in contrazione , per sforzi superiori ai 10-15 secondi, il creatinfosfato accumulato nel citosol si scinde
in creatina e radicale fosforico e quest’ultimo si unisce all’ADP per formare rapidamente ATP dal quale si ricava energia per
la contrazione.
Fosfocreatina + ADP → creatina + ATP reazione di Lohman (enzima creatinchinasi)
Questo sistema energetico adoperato dal muscolo per produrre ATP è detto meccanismo anaerobico alattacido.
Tale sistema ha il vantaggio di fornire energia in tempi rapidi, ma data la scarsa quantità di materiale disponibile (ATP e PC)
si esaurisce velocemente, pertanto è adoperato nel lavoro muscolare breve e intenso .
ATP dal creatinfosfato
Perché l’organismo esegue questo
processo di “carico” e “scarico” della
creatina e non accumula direttamente
ATP?
La molecola di fosfocreatina è piccola ed
occupa poco spazio, l’ATP è molto più
ingombrante.
La sintesi di fosfocreatina è un meccanismo
che permette di accumulare la massima
quantità di energia nel minor spazio
possibile.
Ogni giorno poco meno del 2% della creatina totale (circa 2 g) presente nell’organismo è trasformata in creatinina,
sostanza eliminata dal rene. Per questa ragione una quantità analoga deve essere reintrodotta quotidianamente
con la dieta affinché le concentrazioni totali di creatina nel muscolo e nel sangue rimangano invariate.
ATP dalla glicolisi e dalla respirazione aerobica
Se l’attività muscolare supera i 15 secondi, il creatinfosfato si
esaurisce e la fonte di energia successiva è la glicolisi.
Il glucosio, proveniente dal sangue o dalla scissione diretta del
glicogeno muscolare, è scisso in due molecole di acido piruvico,
liberando ATP.
Quando i livelli di ossigeno sono bassi, l’acido piruvico si
trasforma in acido lattico nella glicolisi anaerobica.
Questa reazione può fornire energia sufficiente per circa 30-40
secondi di attività muscolare.
Affaticamento
mioglobina e densità capillare
intermedia meno veloce
• producono una quantità notevole di
ATP per respirazione cellulare
aerobica
• presentano un elevato contenuto di
Fibre ossidative lente
Affaticamento
glicogeno per cui generano ATP
anche per glicolisi lento
• rapide, rispetto alle fibre ossidative
lente, con una buona resistenza
all’affaticamento.
Distribuzione dei tre tipi di fibre nei muscoli
La maggior parte dei muscoli scheletrici è costituita da tutti e tre i tipi di fibre (metà delle
quali sono ossidative lente) in proporzioni variabili a seconda dell’azione del muscolo,
dell’attività fisica svolta e dei fattori genetici.
Contrazione isotonica
movimento
Contrazione isometrica
Il sistema muscolare scheletrico
• È costituito da quasi 700 muscoli
• Il muscolo scheletrico è un organo composto
da vari tipi diversi di tessuto, che comprendono
il tessuto muscolare scheletrico, il tessuto
nervoso e vari tipi di tessuto connettivo.
• I muscoli lunghi hanno forma fusata con la
parte centrale rigonfia detta ventre e le
estremità attaccate alle ossa tramite i tendini
(robuste strisce di tessuto connettivo)
• L’attacco del muscolo all’osso fisso è detto
origine. L’altra estremità è ancorata in un punto
detto inserzione.
Il ruolo dei muscoli scheletrici nel movimento
Tutti i movimenti si producono perché molti muscoli lavorano in gruppo. A seconda che agiscano nel
provocare un movimento nello stesso senso o in senso opposto, i muscoli scheletrici vanno distinti in:
.
SINERGICI ANTAGONISTI
Flessione:
Bicipite contratto
Tricipite rilassato
Estensione:
Bicipite rilassato
Tricipite contratto