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Secondo nucleo tematico

Anatomia e fisiologia
del sistema muscolare
Percorso di potenziamento-orientamento
“BIOLOGIA CON CURVATURA BIOMEDICA”
Prima annualità

Prof.ssa Francesca Torretta


Mantenimento della postura
Produzione dei movimenti del corpo

FUNZIONI DEL TESSUTO MUSCOLARE

Regolazione del
volume degli organi Produzione di calore
Movimento di liquidi e sostanze all’interno del corpo
involontario striato involontario striato volontario
Tessuto muscolare scheletrico
• Al microscopio presenta cellule con una
tipica striatura trasversale
• È responsabile dei movimenti volontari
• Nei muscoli scheletrici si collega alle ossa
tramite i tendini
• Nei muscoli pellicciai è connesso con la
cute, formando sottili lamine situate
nello spessore del tessuto sottocutaneo.
I muscoli pellicciai del capo sono detti
anche mimici perché permettono
cambiamenti dell'espressione facciale.
Istogenesi del tessuto muscolare striato
Il tessuto muscolare striato scheletrico deriva dal
mesenchima (di origine mesodermica).
Le cellule mesenchimali cominciano a
differenziarsi diventando mononucleate e
creando così i mioblasti.
I mioblasti si fondono fra loro formando dei
sincizi, detti miotubi, formati da un’unica massa
cellulare multinucleata derivata dalla fusione di
più cellule.
I miotubi in gruppi a loro volta diventeranno
delle fibre muscolari.
Alcuni mioblasti permangono nell’adulto come
cellule staminali unipotenti quiescenti dette
cellule satelliti che si trovano adagiate su ogni
fibra e in seguito a traumi si attivano e
proliferano per la riparazione di eventuali danni.
Struttura del muscolo scheletrico
Ogni muscolo scheletrico è un organo distinto
composto da migliaia di cellule allungate dette
fibrocellule o fibre muscolari.
Alla muscolatura scheletrica sono associati molti
rivestimenti di tessuto connettivo:
 Epimisio : avvolge l’intero muscolo
 Perimisio: circonda fasci da 10 a 100 o più fibre
muscolari detti fascicoli
 Endomisio: avvolge ciascuna fibra.
L’epimisio, il perimisio e l’endomisio si estendono
oltre il muscolo proseguendo con il tendine, un
cordone di tessuto connettivo regolare denso,
composto da fasci paralleli di fibre collagene, la cui
funzione è quella di collegare il muscolo all’osso.
Innervazione e vascolarizzazione
• I muscoli scheletrici sono provvisti
di nervi e vasi sanguigni
• Ogni nervo che penetra in un
muscolo scheletrico è
accompagnato da un’arteria e una o
due vene.
• All’interno dell’endomisio, ogni
fibra muscolare è a contatto con
uno o più capillari e con la porzione
terminale di un neurone.
• La contrazione muscolare richiede
un enorme apporto di sangue per
rifornire le fibre di nutrienti e
ossigeno e per asportare i prodotti
metabolici.
Le fibre muscolari scheletriche
• Sono grosse cellule cilindriche, con
un diametro di 50-100 micrometri
• Ogni fibra è una cellula
plurinucleata, perché deriva dalla
fusione dei mioblasti
• I nuclei sono situati in periferia, a
ridosso della membrana cellulare
detta sarcolemma.
• Dal sarcolemma originano i tubuli
trasversi (tubuli T) che penetrano
all’interno della fibra
Le fibre muscolari scheletriche
Il citoplasma, detto sarcoplasma, contiene
• un esteso reticolo sarcoplasmatico, simile al
R.E.L., una rete di tubuli membranosi che
immagazzina gli ioni Ca2+ fondamentali per la
contrazione muscolare.
• molti mitocondri che producono ATP
• numerose molecole di mioglobina.
La mioglobina
 è una piccola proteina globulare formata da
una singola catena polipeptidica ripiegata
intorno al gruppo eme
 è un pigmento rosso simile all’emoglobina che
fornisce al muscolo il suo colore caratteristico
 immagazzina ossigeno, come riserva, per la
produzione di ATP nei mitocondri
Struttura della fibra muscolare striata
Ogni fibra presenta due tipi di striature:
• Striatura longitudinale: dovuta alla presenza
nel sarcoplasma di piccole strutture cilindriche
dette miofibrille disposte parallelamente alla
propria lunghezza. La miofibrilla è
un’associazione di filamenti sottili e filamenti
spessi disposti in maniera ordinata, in unità
dette sarcomeri
• Striatura trasversale: determinata dalla
ripetizione ordinata dei sarcomeri lungo la
miofibrilla, visibile sotto forma di un’alternanza
di bande chiare (filamenti sottili) e bande scure
(filamenti spessi).
Struttura del sarcomero
I filamenti spessi sono
costituiti da fasci di miosina,
una proteina con una coda
fibrosa e una testa globulare.
Presentano enzimi con attività
ATPasica, in grado di scindere
l’ATP per fornire energia alla
contrazione.

I filamenti sottili sono formati da tre proteine: actina, tropomiosina


e troponina.
L’ actina è una proteina globulare in cui le singole molecole formano
due filamenti che si avvolgono in una catena elicoidale.
Ogni molecola contiene un sito di legame al quale si può attaccare
una testa miosinica.
Quando il muscolo è rilassato, nastri di tropomiosina rivestono i siti
di legame impedendo la formazione del legame actina-miosina.
La tropomiosina è fissata al proprio posto da molecole di troponina.

filamenti sottili filamenti spessi


Struttura del sarcomero
• Nella miofibrilla, due sarcomeri adiacenti sono
ancorati ad una linea a zig-zag di materiale
proteico detta linea Z
• I filamenti spessi di miosina hanno una posizione
centrale nel sarcomero e formano una banda
scura detta banda A
• Al centro della banda A vi è una zona H, che
contiene solo filamenti spessi
• Alle estremità della banda A invece filamenti
spessi e sottili si sovrappongono
• Ai lati della banda A si trovano bande chiare
dette bande I formate solo da filamenti sottili.
La contrazione del muscolo scheletrico
•Durante la contrazione muscolare le teste miosiniche
dei filamenti spessi si muovono come remi che spingono i
filamenti sottili a scorrere verso il centro del sarcomero

•quando la contrazione è al massimo, le bande I e le zone


H si accorciano fino a scomparire del tutto.

•L’accorciamento del sarcomero è dovuto all’aumento


della sovrapposizione dei filamenti spessi e sottili, non
alla variazione della loro lunghezza.

•L’accorciamento dei sarcomeri delle miofibrille


determina l’accorciamento della fibra muscolare

•La forza della contrazione di un muscolo dipende dal


numero di fibre muscolari che si contraggono.
La giunzione neuro-muscolare
• Il sarcomero è l’unità funzionale del muscolo
• Per contrarsi la fibra muscolare scheletrica deve
essere stimolata da un impulso nervoso detto
potenziale di azione muscolare, generato da un
neurone motorio.
• Il motoneurone, insieme alle fibre da esso
stimolate costituisce un’unità motoria.
• la stimolazione del motoneurone fa contrarre
simultaneamente tutte le fibre dell’unità motoria.
• I muscoli che controllano movimenti di precisione
hanno 10-20 fibre per unità motoria, quelli che
controllano movimenti ampi 2000-3000 fibre.
La giunzione neuro-muscolare
• L’assone del motoneurone, avvicinandosi al
muscolo si ramifica e le sue terminazioni
formano piccole espansioni dette bottoni
sinaptici, contenenti vescicole ripiene del
neurotrasmettitore acetilcolina (Ach)
• La zona del sarcolemma vicina al terminale
assonico è detta placca motrice
• Lo spazio tra il terminale assonico e il
sarcolemma è detto fessura sinaptica
• La sinapsi che si forma tra i terminali assonici
del motoneurone e la placca motrice della fibra
muscolare è detta giunzione neuromuscolare.
Placca motrice
Funzionamento della giunzione neuro-muscolare
• Rilascio dell’acetilcolina
L’arrivo dell’impulso nervoso ai bottoni sinaptici determina
il rilascio dell’acetilcolina nella fessura sinaptica tra
motoneurone e placca motrice.
• Attivazione dei recettori dell’acetilcolina
Il legame tra l’acetilcolina e i recettori della placca motrice ,
aumenta la permeabilità del sarcolemma agli ioni Na+
(apertura dei canali ionici che permettono il passaggio
secondo gradiente all’interno della fibra).
• Generazione del potenziale d’azione muscolare
Il flusso di Na+ genera il potenziale di azione muscolare che
si propaga dal sarcolemma al sistema dei tubuli trasversi,
causando l’apertura dei canali per il rilascio degli ioni
Ca2+ dal reticolo sarcoplasmatico.
• Degradazione dell’acetilcolina
L’acetilcolina viene rapidamente degradata
dall’acetilcolinesterasi
Il ruolo degli ioni Ca2+ e dell’ATP nella contrazione
ioni Ca2+ troponina
• Gli ioni Ca2+ liberati dal reticolo sarcoplasmatico, in seguito al
potenziale d’azione muscolare, esplicano la loro azione a livello
dei filamenti sottili dove i siti di legame sui filamenti di actina
per la miosina sono normalmente mascherati da molecole di
troponina e tropomiosina
• Quando lo ione Ca2+ si combina con le molecole di troponina,
produce lo scivolamento delle catene di tropomiosina,
modificando la conformazione dell’actina e provocando la
liberazione dei siti di legame per la miosina.
• Quando i siti di legame risultano scoperti inizia il ciclo di
contrazione.

Nella fibra a riposo, il sarcoplasma ha una bassa concentrazione di ioni


Ca2+ poiché questi vengono immessi di continuo all’interno del reticolo
sarcoplasmatico grazie a pompe di trasporto attivo.
Il ciclo della
contrazione
muscolare
Fasi del ciclo di contrazione

1. Scissione dell’ATP 3. Sviluppo della forza


L’enzima ATPasi contenuto nelle I ponti trasversali si flettono
teste di miosina idrolizza l’ATP. 2. Formazione di ponti trasversali liberando ADP. La forza prodotta
Tale scissione trasferisce energia dalla flessione di centinaia di ponti
alla testa miosinica. Le teste di miosina cariche di energia si trasversali fa scivolare il filamento di
legano ai siti di legame dell’actina liberando actina verso il centro del sarcomero.
i gruppi fosfato e formando ponti trasversali.

Quando l’ATPasi scinde la nuova


molecola di ATP, la testa miosinica 4. Legame all’ATP e distacco
viene ricaricata di energia e si
orienta verso un altro sito di legame Il legame delle teste di miosina con una
presente sul filamento di actina e il nuova molecola di ATP ne determina il
ciclo si ripete finché sono disponibili distacco dall’actina.
ATP e ioni Ca2+
Il ruolo dell’ATP e il rigor mortis
• L’ATP è essenziale per la contrazione dei
sarcomeri.
• L’idrolisi dell’ATP da parte della miosina fornisce
l’energia per interagire con l’actina, far scorrere il
filamento sottile e distaccarsene.
• Qualora l’apporto dell’ATP dovesse mancare,
actina e miosina resterebbero stabilmente legate
tra loro.
• Ciò accade poche ore dopo la morte nei cadaveri
in cui il persistere dei ponti trasversali provoca una
rigidità muscolare detta rigor mortis.
• Tale rigidità scompare circa 24 ore dopo, quando
gli enzimi lisosomiali scindono i ponti trasversali.
Il rilassamento della fibra
è dovuto a due eventi:

Quando i potenziali d’azione cessano, si Gli ioni calcio presenti nel sarcoplasma vengono
interrompe la liberazione dell’acetilcolina rapidamente trasportati all’interno del reticolo
nella giunzione neuromuscolare sarcoplasmatico, grazie a pompe di trasporto attivo.

Il neurotrasmettitore ancora presente nella La riduzione della concentrazione degli ioni calcio nel
fessura sinaptica viene rapidamente sarcoplasma determina il ritorno alla posizione
metabolizzato dall’enzima acetilcolinesterasi originaria del complesso troponina-tropomiosina

Di conseguenza i potenziali d’azione muscolari Ciò provoca il mascheramento dei siti di legame
non insorgono e i canali di rilascio del calcio del miosinici sull’actina e lo scivolamento dei filamenti
reticolo sarcoplasmatico si chiudono. sottili del sarcomero alla posizione di riposo.
Il metabolismo del muscolo
Per entrare in contrazione, il muscolo ha Per azione dell’ enzima ATP-asi, che nel muscolo risulta
bisogno di una quantità di energia associato alla miosina, l’ATP viene scisso in ADP e
notevolmente superiore a quella che gli fosfato inorganico e si libera energia che viene
occorre per il suo normale metabolismo. convertita nell’energia meccanica della contrazione
muscolare
L’ATP presente nelle fibre a riposo è
sufficiente a fornire energia per i primi ATP →ADP + P + ENERGIA
secondi di attività muscolare. Se l’attività
prosegue occorre produrre altro ATP.
Le fibre muscolari dispongono di tre fonti per la
produzione di ATP:
Il creatinfosfato per i primi 15 secondi
La respirazione cellulare anaerobica
(glicolisi) per 30-40 secondi
La respirazione cellulare aerobica per
attività muscolare superiore al mezzo
minuto
ATP dal creatinfosfato
A riposo le fibre scheletriche producono più ATP del
necessario.
Parte dell’ATP in eccesso viene utilizzato per la produzione di
creatinfosfato (CP o fosfocreatina) ricco di energia.
La creatina è una piccola molecola simile ad un aminoacido,
sintetizzata nel fegato, nei reni , nel pancreas e presente
soprattutto nella carne rossa, nel pesce e nel latte.

 Quando il muscolo è rilassato, l’ATP trasferisce alla creatina un gruppo fosfato ad alta energia formando il creatinfosfato,
una ulteriore riserva energetica.
Creatina + ATP → creatinfosfato + ADP
 Quando il muscolo è in contrazione , per sforzi superiori ai 10-15 secondi, il creatinfosfato accumulato nel citosol si scinde
in creatina e radicale fosforico e quest’ultimo si unisce all’ADP per formare rapidamente ATP dal quale si ricava energia per
la contrazione.
Fosfocreatina + ADP → creatina + ATP reazione di Lohman (enzima creatinchinasi)
Questo sistema energetico adoperato dal muscolo per produrre ATP è detto meccanismo anaerobico alattacido.
Tale sistema ha il vantaggio di fornire energia in tempi rapidi, ma data la scarsa quantità di materiale disponibile (ATP e PC)
si esaurisce velocemente, pertanto è adoperato nel lavoro muscolare breve e intenso .
ATP dal creatinfosfato
Perché l’organismo esegue questo
processo di “carico” e “scarico” della
creatina e non accumula direttamente
ATP?
La molecola di fosfocreatina è piccola ed
occupa poco spazio, l’ATP è molto più
ingombrante.
La sintesi di fosfocreatina è un meccanismo
che permette di accumulare la massima
quantità di energia nel minor spazio
possibile.

Ogni giorno poco meno del 2% della creatina totale (circa 2 g) presente nell’organismo è trasformata in creatinina,
sostanza eliminata dal rene. Per questa ragione una quantità analoga deve essere reintrodotta quotidianamente
con la dieta affinché le concentrazioni totali di creatina nel muscolo e nel sangue rimangano invariate.
ATP dalla glicolisi e dalla respirazione aerobica
Se l’attività muscolare supera i 15 secondi, il creatinfosfato si
esaurisce e la fonte di energia successiva è la glicolisi.
Il glucosio, proveniente dal sangue o dalla scissione diretta del
glicogeno muscolare, è scisso in due molecole di acido piruvico,
liberando ATP.
Quando i livelli di ossigeno sono bassi, l’acido piruvico si
trasforma in acido lattico nella glicolisi anaerobica.
Questa reazione può fornire energia sufficiente per circa 30-40
secondi di attività muscolare.

L’attività muscolare prolungata


dipende dalla respirazione cellulare
aerobica che produce ATP nei
mitocondri utilizzando ossigeno.
I tipi di fibre muscolari scheletriche
I muscoli scheletrici contengono tre
tipi di fibre, presenti in proporzioni
variabili:

1.Rosse o ossidative lente


2.Bianche o glicolitiche rapide
3.Intermedie o ossidative-
glicolitiche rapide
Fibre ossidative lente Fibre glicolitiche rapide o
o fibre rosse (tipo I) fibre bianche (tipo II)
• piccole • grandi
• rosse perché ricche di mioglobina e di • bianche, cioè pallide con basso
una fitta rete di capillari arteriosi contenuto di mioglobina e pochi capillari
• molti mitocondri
• pochi mitocondri
• poco glicogeno
• molto glicogeno
• ossidative, generano ATP soprattutto • glicolitiche in quanto generano ATP per
per respirazione cellulare aerobica
glicolisi anaerobica
• lente perché si contraggono e si • ultrarapide, generano contrazioni
rilassano più lentamente delle fibre vigorose e veloci (contengono il maggior
rapide
numero di miofibrille)
• resistenti all’affaticamento, possono • affaticamento rapido, servono per
sostenere contrazioni prolungate. movimenti intensi e di breve durata
• sviluppano meno forza • sviluppano forza maggiore
Fibre ossidative-glicolitiche Fibre glicolitiche rapide

rapide o intermedie Affaticamento


veloce
• diametro intermedio rispetto ai tipi
precedenti
• colore rosso: grandi quantità di
Fibre ossidative rapide

Affaticamento
mioglobina e densità capillare
intermedia meno veloce
• producono una quantità notevole di
ATP per respirazione cellulare
aerobica
• presentano un elevato contenuto di
Fibre ossidative lente

Affaticamento
glicogeno per cui generano ATP
anche per glicolisi lento
• rapide, rispetto alle fibre ossidative
lente, con una buona resistenza
all’affaticamento.
Distribuzione dei tre tipi di fibre nei muscoli
La maggior parte dei muscoli scheletrici è costituita da tutti e tre i tipi di fibre (metà delle
quali sono ossidative lente) in proporzioni variabili a seconda dell’azione del muscolo,
dell’attività fisica svolta e dei fattori genetici.

I muscoli delle braccia, che


I muscoli del dorso, del collo, sono usate ad intermittenza e I muscoli delle gambe, che oltre a
delle gambe, che devono brevemente, per sviluppare sostenere il corpo servono anche
mantenere costantemente la grande tensione, hanno per camminare e correre, hanno
postura, hanno alte percentuali un’alta percentuale di fibre sia fibre ossidative lente che
di fibre ossidative lente glicolitiche rapide ossidative-glicolitiche rapide.
Tipi di contrazioni muscolari
Nelle contrazioni isotoniche Nelle contrazioni isometriche
• la tensione sviluppata dal muscolo • la tensione generata non basta a superare la
rimane pressoché costante resistenza dell’oggetto da muovere es. quando si
cerca di sollevare un peso ma questo non si muove
• il muscolo cambia di lunghezza. perché troppo pesante.
Queste contrazioni sono utilizzate per i • la lunghezza del muscolo non cambia.
movimenti del corpo o per spostare Queste contrazioni sono importanti per mantenere la
oggetti postura e sostenere oggetti in posizione fissa

Contrazione isotonica

movimento
Contrazione isometrica
Il sistema muscolare scheletrico
• È costituito da quasi 700 muscoli
• Il muscolo scheletrico è un organo composto
da vari tipi diversi di tessuto, che comprendono
il tessuto muscolare scheletrico, il tessuto
nervoso e vari tipi di tessuto connettivo.
• I muscoli lunghi hanno forma fusata con la
parte centrale rigonfia detta ventre e le
estremità attaccate alle ossa tramite i tendini
(robuste strisce di tessuto connettivo)
• L’attacco del muscolo all’osso fisso è detto
origine. L’altra estremità è ancorata in un punto
detto inserzione.
Il ruolo dei muscoli scheletrici nel movimento
Tutti i movimenti si producono perché molti muscoli lavorano in gruppo. A seconda che agiscano nel
provocare un movimento nello stesso senso o in senso opposto, i muscoli scheletrici vanno distinti in:
.
SINERGICI ANTAGONISTI
Flessione:
Bicipite contratto
Tricipite rilassato
Estensione:
Bicipite rilassato
Tricipite contratto

I muscoli antagonisti lavorano in coppia con azioni


opposte (es. il bicipite e il tricipite) .
Sono sinergici, nella flessione dell'avambraccio Il muscolo che produce l’azione si chiama agonista o
sul braccio, il bicipite brachiale, il brachiale ed il primo motore.
brachioradiale (sono detti flessori del braccio).
Quando l’agonista si contrae l’antagonista si rilascia.
Il tessuto muscolare liscio
Aspetto:
• cellule piccole di forma fusata
• singolo nucleo centrale ovale
• presenza di filamenti intermedi, oltre a filamenti spessi e sottili
• fibrille non striate, ma di aspetto omogeneo perché i vari filamenti non si
sovrappongono in modo regolare →fibre lisce
• filamenti sottili e filamenti intermedi ancorati a strutture dette corpi densi, che
in parte sono liberi nel sarcoplasma e in parte sono legati al sarcolemma.
Sede:
• pareti di organi interni (tubo digerente, utero, vescica) e dei vasi sanguigni
Funzione:
• forma la muscolatura involontaria
• ha una contrazione più lenta e duratura del tessuto striato, perché consuma
meno ATP
• durante la contrazione, lo scorrimento dei filamenti di actina e miosina genera
una tensione che viene trasmessa ai filamenti intermedi, i quali esercitano una
trazione sui corpi densi ancorati al sarcolemma, producendo l’accorciamento
della fibra.
Tipi di muscolatura liscia
Muscolo liscio a unità multipla
• Si trova nelle pareti delle grandi arterie, nelle grandi vie aeree,
nei muscoli erettori del pelo, nei muscoli interni dell’occhio
• Consiste di fibre singole, ciascuna con fibre nervose motorie
situate alle estremità
• La stimolazione di una singola fibra fa contrarre solo la fibra
interessata
Muscolo liscio viscerale o unitario
• Si trova nelle pareti di piccole arterie, vene, organi cavi (stomaco,
intestino, utero e vescica)
• Le fibre sono interconnesse da giunzioni comunicanti e formano
un reticolo continuo
• Quando un segnale autoritmico o un ormone o un
neurotrasmettitore stimola una fibra il potenziale d’azione si
trasmette alle fibre vicine che si contraggono in contemporanea
come una singola unità.
La contrazione del muscolo liscio
• inizia più lentamente e dura più a lungo
• gli ioni calcio entrano con lentezza nelle fibre muscolari lisce ma ne escono altrettanto lentamente,
ritardando il rilassamento
• la prolungata presenza degli ioni calcio nel citosol fornisce il tono del muscolo liscio, uno stato di
contrazione parziale continua.
• Il muscolo liscio si può accorciare ed allungare molto di più degli altri tipi di muscoli (capacità espansiva di
organi cavi come utero, stomaco e vescica)
• La maggior parte delle fibre si contrae e si rilascia in risposta a
 impulsi nervosi provenienti dal sistema nervoso autonomo (involontario),
 stiramento meccanico
 ormoni (es. l’adrenalina prodotta dalla midollare del surrene determina il rilassamento della muscolatura
liscia delle vie aeree)
 variazioni di pH, di temperatura, di ossigeno e biossido di carbonio
Il tessuto muscolare cardiaco
Detto anche miocardio
si presenta come un ibrido dei tessuti muscolari scheletrico e
liscio.
Come il tessuto scheletrico:
• È striato
• Ha una contrazione potente e rapida, in grado di
assicurare a tutti i tessuti e gli organi l'apporto di sangue
• Presenta cellule ben distinte tra loro, quindi non si può
considerare un sincizio anatomico (anatomicamente non
possiamo considerarlo come un'unica fibra)
Come il tessuto liscio:
• È involontario
• Allo stimolo elettrico si contrae come un'unica fibra, per
questo è da considerarsi un sincizio funzionale.
Il tessuto muscolare cardiaco
Le fibre della muscolatura cardiaca
• sono ramificate, più corte e di diametro maggiore
rispetto a quelle della muscolatura scheletrica
• hanno un solo nucleo centrale
• sono interconnesse tramite ispessimenti irregolari
del sarcolemma detti dischi intercalari i quali
contengono giunzioni cellulari comunicanti che
permettono ai potenziali d’azione di passare
rapidamente da una fibra cardiaca all’altra
• Hanno mitocondri più numerosi e più grandi
rispetto alle fibre scheletriche
• Producono ATP soprattutto per respirazione
aerobica, utilizzando anche l’acido lattico prodotto
dalle fibre scheletriche.
Il tessuto muscolare cardiaco
• Il miocardio si contrae senza l’intervento
di una stimolazione nervosa, batte
perché alcune fibre muscolari cardiache
specializzate (miocardio specifico)
agiscono da stimolatori per l’inizio di ogni
contrazione
• Il ritmo automatico delle contrazioni
cardiache è detto autoritmicità
• Il ritmo cardiaco è influenzato da
numerosi ormoni e neurotrasmettitori
che lo accelerano o lo rallentano
• In condizioni di riposo, il cuore si contrae
e si rilascia in media 75 volte al minuto
Nomi dei muscoli in base alla funzione

I muscoli che provocano tali movimenti


vengono detti: flessori, estensori, rotatori,
abduttori, adduttori, supinatori, pronatori…

Vanno ricordati inoltre i muscoli


mimici e gli oculomotori…

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