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Tensegrità
(Nelson,Ingber,1998)
La forma delle cellule è importante anche nel determinare l'attività fisiologica di esse.
Le differenti forme favoriscono nelle cellule una differenziazione ed una
specializzazione. Il cambiamento di forma di una struttura tensintegra del sistema può
modificare la forma delle cellule e dei tessuti. Il cambiamento della forma può essere
la risultante di una modificazione biochimica addirittura può alterare la forma delle
cellule nella loro espressione genetica.
Meccano-transduzione
La rete dei filamenti del citoscheletro si espande all’interno della cellula, creando
tensione e attraendo la membrana cellulare verso il nucleo.
Allora la tensione dei recettori sulla superfice cellulare produrrà, in modo immediato,
cambiamenti strutturali all’interno della cellula.
Cambiando la sua geometria la cellula subisce alterazioni e, perfino, la distribuzione
delle proteine che ne definiscono i geni (A. Pilat).
Carica piezo-elettrica
Miofibroblasti
sono cellule del tessuto connettivo con capacità contrattili simili alla muscolatura
liscia. Scoperte nel 1970, queste cellule hanno un ruolo importante nella guarigione
delle ferite, nella fibrosi dei tessuti, e nelle contratture patologiche della fascia.
I risultati suggeriscono che la fascia sia a tutti gli effetti un organo contrattile proprio
in virtù della presenza dei miofibroblasti. Questa capacità è espressa ad esempio da
un lato dai tessuti in contrattura cronica che esitano in un ri-modellamento dei tessuti
stessi; dall'altro in una lieve contrazione come quella muscolare in tempi che possono
andare da minuti ad ore, e che può essere forte abbastanza da influenzare ad esempio
la stabilità del tratto lombare e tanti altri aspetti della biomeccanica umana. Tutto
questo offre spiegazioni plausibili rispetto patologie che trovano notevole
miglioramento con trattamenti fasciali come l'osteopatia, l'agopuntura o il rolfing.
* rafe mediano anteriore, incrocio anteriore delle fibre (linea alba cervicale);
Aponeurosi media non contiene solo muscoli ma sostiene anche dei visceri, in special
modo a livello del collo. E' il luogo dove s'incontrano visceri e sistema superficiale,
ad esempio l’unione del foglietto profondo dell’aponeurosi media con l’aponeurosi
profonda, forma la lamina tiro-pericardica, ossia il sistema di sospensione del cuore.
dispositivi:
muscolari.
Giorgio Baglivi, ad esempio, alla fine del 1600, nel suo libro “De fibra motrice et
morbosa” si affretta a precisare che ‘chiunque considerasse con attenzione tutte le
tuniche membranose del corpo, la struttura, il colore, la continuazione, l’uso di esse,
delle ghiandole, delle viscere e dei vasi “e qualunque parte che non fosse carnea o
rossa” avrebbe dovuto confessare, anche suo malgrado, che tutte queste parti non
erano altro che una continuazione delle meningi e delle fibre midollari del cervello’.
Quel che si può subito notare è che ogni dispositivo possiede un diaframma proprio:
il dispositivo superficiale ha il diaframma pelvico e quello dello stretto toracico
superiore. Il dispositivo viscerale ha il diaframma toracico propriamente detto. Il
dispositivo duramerico ha il diaframma intracranico.
Già nei vecchi testi di osteopatia si notava come riequilibrando i tre diaframmi si
sarebbe avuto un effetto complessivo sull’equilibrio del sistema aponeurotico in toto.
È inoltre interessante notare che il diaframma più alto è anche il più profondo, quello
più basso è il più superficiale. Questo ci farà notare come il diaframma propriamente
detto sia centrale rispetto tutti i parametri: centrale rispetto la superficialità e la
profondità, centrale rispetto l’alto e il basso. È un collegamento tra tutti gli aspetti del
paziente, è centrale nel trattamento e soprattutto è la struttura gerarchicamente più
importante in quanto presiede alla funzione prima nella gerarchia: la respirazione.
Postura interna ed esterna
Il corpo ha una sua postura interna. Il corpo con gli occhi chiusi, che non ha problemi
dal punto di vista vestibolare, potrebbe essere per esempio sospeso nell’acqua, con la
bocca aperta e mantenere comunque un suo equilibrio interno. Questo equilibrio è il
modo in cui il corpo cerca di preservare la sua integrità funzionale, l'omeostasi.
meccaniche.
Dinamiche diaframmatiche
C'è, come detto, una relazione tra dinamica diaframmatica e aponeurosi superficiale
la quale si fonde con la media.
le funzioni biochimiche
Non può esistere un equilibrio che non contenga al suo interno l'idea di dinamismo,
l'equilibrio statico, specialmente per un organismo vivente, è pura teoria.
nell'inserzione e nella lunghezza delle fibre, nel rapporto tra contenuto di fibre lente e
veloci, nel contenuto di fusi neuromuscolari e nella distribuzione delle terminazioni
nervose. Questa compartimentazione strutturale ha un chiaro significato funzionale,
in quanto corrisponde a differenti proprietà meccaniche e fisiologiche delle fibre
muscolari.
Inoltre, attraverso tali prove sperimentali si stanno mettendo sempre più in evidenza
che questo tipo di suddivisione in compartimenti ha una corrispondenza topografica a
livello dei motoneuroni e delle afferenze propriocettive.
potrebbero essere coinvolti ad esempio i fusi nelle fibre muscolari vicine e forse
alcuni recettori intrafasciali del Golgi.
Unwinding
Lo srotolamento fasciale è un processo nel quale dal corpo emerge una reazione
spontanea al tocco del terapista, il rilasciamento delle restrizioni fasciali è
incoraggiato dal movimento del corpo o parti di esso, in aree di facilitazione. Il
modello ipotetico di funzionamento è basato sulla teoria dell'azione ideomotoria di
Carpenter e Dorko, sulla teoria neurobiologica della fascia di Schleip, e sulla
psicologia della consapevolezza di Halligan e Oakley.
Forti emozioni, soprattutto se il corpo non riesce a trovare un modo naturale per
“scaricarle”, o situazioni prolungate di stress emotivo, possono lasciare “cicatrici” a
livello fasciale.
BTL
Le tecniche di bilanciamento delle membrane e quindi dei fluidi hanno un effetto sul
sistema nervoso autonomo, questo è stato studiato tramite indicatori come pulsazione
cardiaca e arteriosa, frequenza respiratoria e pressione arteriosa. R. Schneider
2006
Conclusioni
Il riequilibrio del sistema fasciale a nostro avviso passa attraverso una possibilità di
differenziazione delle tecniche che dipende dalla qualità del tessuto principalmente
ma che non dimentica altri fattori.
Da una tecnica di tipo diretto, ad una indiretta fino ad una funzionale che ricerca il
punto neutro della mobilità tessutale.
Equilibrio dei diaframmi, perchè ogni diaframma lavora in consonanza con gli altri.
tutto questo per avere un armonizzazione della funzione tessutale che corrisponderà
ad una più generale armonizzazione del SNV. tutto ciò può rimettere in fase e in
armonia i concetti di postura esterna e postura interna.