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cellule nervose vere e proprie (i neuroni). Sono circa cento miliardi, sono responsabili
della ricezione, elaborazione e trasmissione dei segnali che caratterizzano le attività
nervose.
-cellule della Nevroviglia. Sono elementi di supporto sia strutturale che funzionale delle cellule
nervose.
I neuroni possono essere di diverso tipo:
muscolo scheletrico: è il tessuto più abbondante del nostro organismo. Rappresenta quasi
la metà del peso corporeo. Per massima parte si inserisce grazie ai tendini sullo scheletro,
ed è sotto stretto controllo del sistema nervoso e può essere attivato soltanto dalla volontà
(muscolo volontario). È detto anche muscolo striato. Il muscolo scheletrico, grazie ai
tendini, determina il movimento dello scheletro. Fisiologicamente è sotto stretto controllo
del sistema nervoso. È costituito da fasci di fibre muscolari, avvolte da tessuto connettivo
che si continua con il tessuto che avvolge tutto il muscolo. Ciascuna fibra ha uno spessore
di circa 10/100 µm. È dotato di parecchi nuclei.
muscolo liscio: non presenta striature evidenti al microscopio. È tipico degli organi della
vita vegetativa (vasi sanguigni, organi cavi come il tubo gastro-intestinale, vescica urinaria)
e la sua attività viene modulata ma non determinata dal sistema nervoso (muscolo
involontario).
muscolo cardiaco o miocardio: è presente solo nel cuore. Ha caratteristiche intermedie tra
il muscolo scheletrico e il muscolo liscio. Si tratta di un muscolo striato, dotato di attività
spontanea, modulabile dal sistema nervoso e da fattori chimico-umorali (involontario).
Il muscolo osservato al microscopio si caratterizza per essere formato da bande alternate più
chiare I (isotope) e più scure A (isotrope). Ciò avviene per una ordinata organizzazione delle
miofibrille presenti all'interno delle fibre muscolari. Esse sono esili filamenti di materiale
contrattile, presenti a centinaia nella fibra muscolare e perfettamente allineati, in modo da
realizzare bande più chiare I che hanno al centro una linea più scura Z; le bande A hanno al centro
una zona più chiara detta zona H, che ha a sua volta una stria più scusa, detta linea M.
Sostanzialmente, le miofibrille sono delle proteine del citoscheletro, in particolar modo sono dei
polimeri che costituiscono i filamenti di actina(sottili) e i filamenti di miosina(spessi).
L'unità funzionale di questi filamenti è il sarcomero, cioè quanto compreso tra una linea Z e l'altra.
Nella zona H, abbiamo i filamenti spessi di miosina, la quale ha una testa più grossa e una coda
lunga che si attorciglia con la coda di un altro filamento di miosina. Questi presentano le teste
esposte verso l'esterno e le code esposte verso la linea M (unisce le varie code). Nelle bande I
abbiamo filamenti sottili di actina (muscolo rilassato). Alla linea Z si attaccano i polimeri di actina,
affacciandosi verso i sarcomeri. Nella parte centrale sono presenti i filamenti di miosina
Oltre i filamenti principali, esistono proteine regolative (tropomiosina e troponina) e proteine
strutturali (actinina, tinina, nebulina).
A questi miofilamenti vengono portate le informazioni che provengono direttamente dalla
membrana cellulare.
I tubuli T sono un’invaginazione della membrana cellulare che tagliano trasversalmente il
sarcomero e permettono un invio diretto del potenziale d'azione. Il reticolo sarcoplasmatico,
situato all'interno della fibra muscolare, è una specializzazione del reticolo endoplasmatico ed è
costituito da un sistema di tubuli disposti intorno alle miofibrille.
Si costituisce pertanto il sistema sarco-tubulare, che ha un ruolo essenziale nel garantire il
processo di accomodamento tra eccitamento-contrazione (trasformare energia elettrica in energia
meccanica).
Il reticolo endoplasmatico possiede sulla sua membrana dei canali voltaggio dipendenti, del calcio,
che sono stati raggiunti dal potenziale d’azione, il quale ne determina un’apertura. In condizioni di
riposo la concentrazione del calcio libero nel mioplasma (citoplasma della cellula muscolare), è
tenuta a un livello basso, grazie all'esistenza di pompe del calcio che lo accumulano nel reticolo
sarcoplasmatico.
Quando arriva il potenziale di azione si aprono i canali del calcio e quindi la concentrazione del
calcio all'interno del citoplasma della cellula muscolare aumenta. Quando la concentrazione del
calcio è bassa, il complesso tropomiosina/troponina è legato all'actina in modo tale da coprire i siti
di legami con la miosina.
Quando la concentrazione del calcio supera, nel mioplasma, il calcio si lega alla troponina
modificandone la conformazione e determinando l'esposizione dei siti di legame con actina-
miosina.
Nel momento in cui la concentrazione del calcio aumenta, il potenziale d'azione raggiunge il
reticolo sarcoplasmatico attraverso i tubuli T e determina l'apertura dei canali del calcio, che
raggiunge concentrazioni nel mioplasma fino a 10 µM/l.
Quando il potenziale d'azione è esaurito i canali si chiudono e le pompe del calcio riportano le
concentrazioni in condizioni di riposo.
Come interagiscono fra loro?
Prima dell'attacco all’actina, le teste di miosina legano ATP. Essendo dotate di attività ATPasica, lo
scindono in ADP e ione fosfato. I prodotti della scissione rimangono legati alle teste e queste sono
pronte a formare i ponti trasversali. Alla formazione dei ponti, le feste di miosina ruotano
trascinando i filamenti di actina (colpo di forza) e il fosfato e l'ADP vengono rilasciati. Nel sito
liberato si lega una nuova molecola di ATP, determinando il distacco dal filamento di actina.
Questo movimento si ripete più volte durante la contrazione. Il sarcomero dunque si accorcia.
Le due bande I si avvicinano: si avrà il muscolo contratto.
Ciò che garantirà l'attività muscolare è il supporto energetico.
Il muscolo scheletrico -Proprietà elettriche
Ha un potenziale di riposo pari a -90 mV, una durata del potenziale d'azione pari a 2-4 ms e una
velocità di propagazione dell'impulso di qualche metro/s.
Proprietà meccaniche
Un muscolo che si contrae sviluppa una forza o tensione che, applicata ad un oggetto o carico ne
determina lo spostamento.
- se la tensione è maggiore del carico si ha lo spostamento
-se la tensione è uguale o minore rispetto al carico non si ha lo spostamento
Abbiamo due tipi di concentrazione:
Tensione passiva: tensione che si sviluppa nel muscolo sottoposto a stiramento. Comincia a
svilupparsi quando il muscolo viene stirato oltre la lunghezza del riposo.
Tensione attiva: tensione effettivamente sviluppata dal muscolo durante la contrazione
(raggiunge il massimo quando il muscolo si trova alla lunghezza di riposo: ottimale
interazione tra actina e miosina).
Rapporti forza/frequenza
La latenza tra il fenomeno elettrico e quello meccanico consente di stimolare il muscolo quando la
contrazione non è ancora terminata.
La risposta meccanica, in conseguenza del nuovo stimolo, diventa più forte che nella singola scossa
(fenomeno della scala). Se si prosegue nella stimolazione si ottiene una contrazione forte e
sostenuta (tetano muscolare) la cui forza è circa 4 volte maggiore della singola scossa.
Le stimolazioni ravvicinate mantengono elevata la concentrazione di calcio (Ca++) nel mioplasma.