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ISTITUZIONI DI
BIOLOGIA
(ISTOLOGIA)
Contenuti
- Generalità sui tessuti e sugli organi
- Tessuti connettivi
- Tessuto cartilagineo
- Tessuto osseo
- Tessuto adiposo
- Sangue
- Tessuto epiteliale
- Tessuto ghiandolare
- Tessuti muscolari (scheletrico, cardiaco, liscio)
PRINCIPI COSTRUTTIVI degli La cellula è l’unità elementare degli esseri viventi.
ORGANI: come sono strutturati gli
Più cellule che svolgono la stessa funzione e simili per morfologia
organi?
formano un tessuto negli organismi pluricellulari e nei vertebrati. Si
distinguono 4 categorie di tessuti:
2. Tessuto nervoso
3. Tessuto epiteliale
4. Tessuto connettivo
Organi diversi sia per funzione sia per struttura sia per derivazione
embriologica formano un apparato (tegumentario o di rivestimento,
locomotore, respiratorio, circolatorio, digerente, escretore,
riproduttore).
Organizzazione anatomica degli organi Gli organi rappresentano parti spazialmente e morfologicamente
definite nel corpo, formano delle unità di lavoro specializzate e
presentano rapporti, struttura e funzioni caratteristiche.
- Fibrosi/fibrillari/filamentosi
- Parenchimatosi
- A tonache sovrapposte:
o Pelle
Organi filamentosi Gli organi filamentosi hanno una struttura allungata e sono un insieme
di fibre associate a complessi connettivali che supportano
meccanicamente, vascolarizzano e innervano le fibre.
Organi parenchimatosi Gli organi parenchimatosi sono organi pieni senza una cavità
preponderante.
Organi a tonache sovrapposte Gli organi a tonache sovrapposte sono ottenuti dalla sovrapposizione
di tonache, a loro volta costituite da tessuti differenti.
TESSUTI CONNETTIVI Esistono vari tipi di tessuti connettivi, formati da cellule diverse tra
di loro, ma con caratteristiche comuni.
Caratteristiche generali
- Organizzazione strutturale: le cellule sono disperse in una
matrice, composta da fibre e sostanza amorfa con diversa
composizione a seconda della funzione e secreta dalle cellule
stesse
o A fasci paralleli
o A fasci intrecciati
o TESSUTO ADIPOSO
- Tessuto cartilagineo:
o Cartilagine ialina
o Cartilagine fibrosa
o Cartilagine elastica
- Tessuto osseo:
- Sangue
- Linfa
- Componente fibrillare:
o Fibre collagene
o Fibre elastiche
o Fibre reticolari
FUNZIONI:
- Fase dispersa:
Condroitinsolfato A, B, C
Cheratansolfato
Eparansolfato
Eparina
TESSUTI CONNETTIVI I tessuti connettivi propriamente detti sono tessuti a funzione trofo-
PROPRIAMENTE DETTI meccanica:
TESSUTO LASSO Il tessuto lasso è un tessuto povero di fibre, che sono infatti
lassamente distribuite (piccoli fasci di fibre collagene inframezzati
da fibre elasticheresistenza e elasticità), e numerose cellule;
prevale la funzione trofica infatti solitamente si trova nei pressi degli
epiteli monostratificati degli organi cavi. La matrice fondamentale
molto abbondante e che riempie gli spazi vuoti tra le fibre collagene
viene generalmente solubilizzata durante l’allestimento dei preparati
istologicispazi vuotitessuto areolare.
TESSUTO DENSO A FASCI Il tessuto denso a fasci intrecciati è un tessuto ricco di fibre
INTRECCIATI intrecciate per conferirgli un’alta resistenza meccanica e povero di
cellule e sostanza amorfa; prevale la funzione meccanica, infatti
solitamente si trova sotto agli epiteli pluristratificati.
TESSUTO DENSO A FASCI Il tessuto denso a fasci paralleli è un tessuto ricco di fibre disposte
PARALLELI in fasci paralleli e povero di cellule e sostanza amorfa, è dunque
inestensibile; si trovano specialmente nei tendini disposti nel senso di
contrazione del muscolo e nei legamenti. I fibrociti si dispongono in
file parallele tra le fibre collagene, con nuclei bastoncellari. Poiché
i fibrociti inviano sottili e lunghi prolungamenti citoplasmatici in varie
direzioni tra le fibre collagene, nelle sezioni trasversali mostrano
un’immagine stellata (cellule alate o tenociti).
TESSUTO CONNETTIVO ELASTICO ll tessuto connettivo elastico è molto ricco di fibre elastiche e
povero di cellule; esso può essere organizzato prevalentemente in
fibre parallele o in fibre sparse tra le fibre collagene. Può essere
evidenziato da colorazioni selettive, come la colorazione di Weigert e
fucsina basica (violetto-porpora).
- Proteoglicani
COMPONENTE FIBROSA:
- Elastina
Dove si trova? - Scheletro dei pesci cartilaginei, i pesci più antichi con uno
scheletro primitivo cartilagineo (es. squali)
Classificazione (in base alla In base alla composizione della matrice si distinguono 3 tipi di
composizione della matrice) cartilagine:
o MATRICE EXTRACELLULARE:
o DOVE:
cartilagine nasale
o DOVE:
o DOVE:
ISTOGENESI della CARTILAGINE Si forma dal mesenchima, tessuto connettivo embrionale: all’inizio del
differenziamento in cartilagine, con mediazione di stimoli chimici, le
cellule mesenchimali, normalmente stellate, perdono i prolungamenti
e assumono una forma rotondeggiante, divenendo condroblasti. I
condroblasti vanno incontro ad una rapida proliferazione, formando
densi agglomerati, centri di condrificazione.
TESSUTO OSSEO
- Lipidi
- Proteoglicani
- Floruro di calcio
- Fosfato di magnesio
PROPRIETA’ della MATRICE OSSEA Le proprietà della matrice ossea sono dettate dalla sua composizione:
Meccanismo di riassorbimento dell’osso Il tessuto osseo è in continuo rinnovamento per l’azione degli
osteoclasti che rimuovono la matrice vecchia, la quale viene sostituita
da matrice nuova prodotta dagli osteoblasti e osteociti. L’attività degli
osteoclasti è regolata dagli ormoni paratiroideo e calcitonina. Con
l’invecchiamento, il meccanismo di rimodellamento osseo operato
dalla componente cellulare del tessuto diventa meno efficiente.
Anche nelle donne in menopausa la fissazione del calcio diventa più
difficile per la carenza di estrogeni. Alcuni farmaci, i bifosfonati,
tipici per i malati di osteoporosi, inibiscono l’attività degli
osteoclasti per limitare la rimozione di matrice ossea che non
potrebbe essere correttamente sostituita.
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2. L’acido carbonico si dissocia in ione H+ e ione HCO3
FUNZIONI del TESSUTO OSSEO Il tessuto osseo si organizza per formare le ossa, organi che hanno le
seguenti funzioni:
CLASSIFICAZIONE del TESSUTO La matrice extracellulare del tessuto osseo può essere organizzata in
OSSEO una massa unica oppure in strutture stratificate, chiamate lamelle.
o A fasci paralleli
o A fasci intrecciati
TESSUTO OSSEO LAMELLARE Nel tessuto osseo lamellare la matrice extracellulare è organizzata
in sottili strati di 3-7 micrometri di spessore, chiamate LAMELLE
OSSEE. Le lamelle si dispongono in strati sovrapposti cementati.
Nelle lamelle ossee le fibre collagene hanno decorso parallelo e
incrociato rispetto alle lamelle adiacenti (disposizione a
COMPENSATO INTRECCIATO). All’interno delle lamelle inglobati in
lacune ossee troviamo gli osteociti che comunicano tra di loro per
l’esteso sistema di canalizzazione. Gli osteociti hanno forma
ellissoidale e si dispongono con l’asse maggiore parallelo all’estensione
della lamella ossea.
Composizione delle OSSA LUNGHE DIAFISI (parte cilindrica centrale): prevalentemente TESSUTO
OSSEO COMPATTO con una piccola % di tessuto osseo spugnoso a
ridosso della superficie interna che delimita il CANALE MIDOLLARE
TESSUTI CONNETTIVI: ENDOSTIO PERIOSTIO: tessuto connettivo denso ricco di fibre collagene e
E PERIOSTIO fibroblasti. Si inserisce e si collega all’osso tramite le FIBRE DI
SHARPEY o PERFORANTI. E’ formato da 2 strati:
Componente cellulare: ADIPOCITI Gli adipociti sono tipiche cellule del tessuto adiposo. Sono cellule di
derivazione mesenchimale (N.B. la cellula mesenchimale è una cellula
indifferenziata nell’embrione) o che si sono differenziate da
fibroblasti. La funzione principale degli adipociti è sintetizzare ed
accumulare trigliceridi nel citosol.
Adipociti multiloculari
o Nucleo centrale
TESSUTO ADIPOSO BIANCO Si trova negli strati sottocutanei e in varie parti del corpo in base
al sesso e all’età. Per esempio nelle donne gli estrogeni determinano
il deposito di grasso prevalentemente nelle cosce e nei fianchi mentre
negli uomini il testosterone concentra il grasso nell’addome.
TESSUTO ADIPOSO BRUNO E’ tipico degli animali ibernanti che, quando vanno in letargo, in
inverno consumano piano piano il grasso adiposo bruno.
o Acqua
o Proteine 7-8%
Albumine
Fibrinogeno
o Lipidi
o Glucosio
o Amminoacidi
o Ioni
o Neutrofili
o Eosinofili
o Basofili
o Linfociti
o Monociti
Caratteristiche morfologiche
Numero di eritrociti
Nei maschi è di circa 5 milioni per mm3 (µL) mentre nelle femmine è di
circa 4,5 milioni per mm3.
Emoglobina
- NEUTROFILI
- BASOFILI
- EOSINOFILI
- Neutrofili 50/70%
- Linfociti 20/35%
- Monociti 2/8%
- Eosinofili 1/4%
- Basofili 0/1%
FUNZIONE DIFENSIVA dei leucociti I leucociti svolgono la loro funzione difensiva al di fuori del torrente
circolatorio e utilizzano il torrente circolatorio come mezzo di
trasporto. Infatti attraversano gli endoteli, gli epiteli di rivestimento
delle pareti interne dei vasi sanguigni, ed entrano nel tessuto
connettivo. Il meccanismo tramite cui i globuli bianchi sono in grado di
fuoriuscire dal circolo sanguigno è chiamato diapedesi/extravasazione
leucocitaria e si basa sul movimento ameboide delle cellule che
emettono prolungamenti citoplasmatici che si infilano tra le cellule
endoteliali. Il processo di diapedesi viene innescato quando i globuli
bianchi vengono attratti da specifici stimoli chimici (chemiotassi).
AGRANULOCITI: MONOCITI - Sono le cellule più voluminose tra i globuli bianchi e sono i
precursori dei macrofagi
AGRANULOCITI: LINFOCITI - Sono cellule leggermente più grandi dei globuli rossi, con un
nucleo eccentrico che occupa buona parte del volume
cellulare
Classificazione in base alle funzioni - Epiteli di rivestimento: costituiti da lamine di cellule che
rivestono le superfici corporee esterne (la pelle) o delle
cavità interne (es. epitelio di rivestimento dell’intestino)
Classificazione in base alla morfologia - CELLULE PAVIMENTOSE: cellule appiattite, con uno
delle cellule spessore ridotto rispetto alla lunghezza e alla larghezza, con
nucleo appiattito
CLASSIFICAZIONE:
EPITELIO DI TRANSIZIONE DOVE: tipico della tonaca mucosa degli organi delle vie urinarie (es.
vescica)
POLARIZZAZIONE DELLE CELLULE Le cellule epiteliali hanno una forma geometrica regolare e sono
EPITELIALI polarizzate. È possibile definire un versante apicale che guarda
verso la superficie libera e un versante basale verso la lamina basale.
Gli organuli sono distribuiti con un ordine preciso:
- Mucinogeno
Istogenesi delle ghiandole: come si Gli epiteli ghiandolari derivano da epiteli di rivestimento che si
generano durante lo sviluppo invaginano nel tessuto connettivo sottostante, aumentando in modo
embrionale? efficiente la superficie secernente e creando un cordone di cellule.
CLASSIFICAZIONE delle ghiandole Nelle ghiandole pluricellulari si individua una porzione secernente,
esocrine in base alla ADENOMERO, costituito da cellule disposte a circoscrivere un lume
RAMIFICAZIONE dell’ADENOMERO e che si continua con il dotto escretore.
dei DOTTI
N.B.: mentre le cellule ghiandolari sono + polarizzate, le cellule dei
dotti sono cellule epiteliali con un ampio lume e un nucleo centrale
tondeggiante.
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Fibra muscolare striat É l’unità funzionale e strutturale del muscolo scheletrico.
Come si forma una bra - Durante lo sviluppo embrionale deriva da una cellula indifferenziata
muscolare (cellula medodermica) di un particolare foglietto embrionale, il
mesoderma. La cellula viene commissionata a diventare un mioblasto,
cellula precursore della bra muscolare che piano piano matura. I
mioblasti fondono le loro membrane plasmatiche per formare i miotubi,
allungati e contenenti numerosi nuclei derivati dai singoli mioblasti. I
miotubi maturano, formando uno sviluppato e organizzato apparato
citoscheletrico (necessario per la contrazione) e spostando i nuclei
(inizialmente centrali) alla periferia delle bre appena sotto la
membrana plasmatica. I miotubi si differenziano in bre muscolari
scheletriche, la cui membrana è chiamata sarcolemma. Nel muscolo
maturo rimangono ancora alcune cellule indifferenziate, paragonabili ai
mioblasti, chiamate cellule miosatelliti, che dotano il muscolo di
capacità rigenerativa. Tali cellule possono differenziarsi e diventare
bre muscolari sotto particolari stimoli (come la lesione del muscolo)
Com’è fatta una bra - La bra muscolare non è una singola cellula, ma è un sincizio
muscolare plurinucleato, struttura che deriva dalla fusione di più cellule. Il
sincizio ha una forma allungata e cilindrica ed incapace di replicarsi.
- Il citoplasma della bra muscolare è pieno di strutture lamentose, le
mio brille, visibili al microscopio elettronico e costituenti dell’apparato
citoscheletrico deputato alla contrazione. Tra una mio brilla e l’altra
sono interposti mitocondri, granuli di glicogeno (riserva di glucosio,
sul quale si compie respirazione cellulare per ricavare energia
sottoforma di ATP) e la mioglobina, una proteina simile all’emoglobina,
ma formata da una singola catena polipeptidica avvolta con un gruppo
eme che ha funzione di legare ossigeno e conferisce il colore rosso al
muscolo. La mioglobina è abbondante nelle bre lente, ma è ancora più
abbondante nei cardiociti. Le singole mio brille che riempiono il
citoplasma della bra sono circondate da un abbondante reticolo
sarcoplasmatico. Il reticolo sarcoplasmatico è organizzato in una rete
di cisterne nestrate delimitate da membrana. Periodicamente il
sarcolemma si intro ette e si in ltra periodicamente nel reticolo
sarcoplasmatico, formando strutture specializzate, denominati tubuli T
(hanno una forma a T). Ai lati dei tubuli T troviamo dei rigon amenti
delle cisterne nestrate del reticolo sarcoplasmatico. La triade,
fondamentale nel processo di contrazione muscolare, è costituita da
tubulo T (invaginazione del sarcolemma) e dalle espansioni delle due
cisterne del reticolo sarcoplasmatico che si af ancano al tubulo.
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Mio brill Le singole mio brille sono costituite da 2 tipi di lamenti, chiamati
mio lamenti
- lamenti spess
- lamenti sottili
I due lamenti decorrono in modo parallelo e sono interdigitati, dando
origine alla tipica bandeggiatura trasversale (bande chiare alternate a
bande scure, visibili al microscopio ottico, che si ripetono in modo costante
lungo tutta la mio brilla
Filamenti spess I lamenti spessi sono costituiti dall’associazione di circa 300 miosine di
tipo II. Ogni lamento spesso è costituito da due metà speculari
(bipolarità), derivate dal modo in cui si associano le miosine (coda contro
coda nella parte centrale mentre le teste sporgono all’estremità dei
lamenti spessi in modo regolare
Miosina I La miosina II è una proteina in struttura quaternaria e isoforma di
miosina in cui troviamo
- 2 catene pesanti, formate da una regione C-terminale che costituisce
la coda (porzione più brosa) e da una regione N-terminale che
costituisce la testa (porzione più globulare). Le regioni delle code delle
catene pesanti sono avvolte ad elica mentre le teste sporgono ad
un’estremità delle code. La regione della testa, dotata di attività
ATPasica (lega e idrolizza ATP) e con un sito speci co di riconoscimento
per l’actina, è chiamata dominio motore della miosina. Il dominio delle
code si lega ad altre proteine cellulari ed altre miosine.
- 4 catene leggere, due per ciascuna catena pesante che si collocano
nell’area di passaggio dalle code alle teste, chiamata regione cerniera o
collo. Le catene leggere regolano il ripiegamento della miosina II in
corrispondenza della regione del collo/dominio regolatore o del
braccio di leva.
In ogni metà del lamento spesso le molecole di miosina si associano
longitudinalmente sfasandosi di un quarto della loro lunghezza e
ruotando di 60 gradi attorno al loro asse, in modo che le teste
Filamenti sottili sporgano dall’asse principale in tutte le direzioni con un andamento quasi
elicoidale
I lamenti sottili sono costituiti da
- F-actina: 2 catene polimeriche di actina globulare avvolte ad elica con
un passo regolare. L’actina globulare è una proteina che assume una
forma approssimativamente sferic
- Tropomiosina: proteina brosa con una lunghezza di circa 40 nm che
segue l’andamento dell’actina F, mascherando i siti di legame per la
miosina presenti sull’actina
- Troponina: proteina globulare in struttura quaternaria che si intercala
lungo le molecole di tropomiosina con un periodo di 40 nm. È costituita
da 3 subunità connesse tra di loro: TnT (subunità della troponina che
prende contatto con la tropomiosina), TnC (subunità della troponina che
lega lo ione calcio), TnI (subunità inibitrice che è legata all’actina).
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Co m e si dispo ng o n o i - banda chiara/banda I (isotropa, per come ri ette la luce polarizzata):
la m e n t i s p e s s i e i è divisa a metà da una linea più scura, linea Z.
la m e n t i s o t t i l i p e r - banda scura/banda A (anisotropa): presenta al centro una banda più
formare la bandeggiatura chiara, la banda H, divisa a metà da una linea più scura, la linea M
del muscolo striato? Sarcomero: porzione di mio brilla compresa tra due dischi Z e unità
strutturale e funzionale del muscolo scheletrico. È formata da linea Z,
semibanda I, banda A (intervallata da una banda H divisa dalla linea M più
scura), semibanda I e linea Z successiva. La divisione precisa è visibile solo
al microscopio elettronico e non al microscopio ottico dove si nota solo
l’alternanza di bande chiare e scure.
Ogni mio brilla è costituita dal susseguirsi di sarcomeri e i sarcomeri
di mio brille adiacenti sono in registro (hanno linee e bande allineate).
Per questo la bra muscolare scheletrica appare striata.
La bandeggiatura delle mio brille dipende dall’organizzazione dei
lamenti spessi e sottili in ciascun sarcomero. Da ciascuna linea Z (che
assume un aspetto a zigzag al microscopio elettronico) si dipartono
lamenti sottili no al centro del sarcometro. Nella zona centrale,
invece, troviamo interdigitati ai lamenti sottili i lamenti spessi di
miosina con le code disposte al centro e le teste alle estremità esterne.
La banda H è la regione centrale del sarcomero, costituita solo dalle code
dei lamenti spessi, ed é bisecata dalla linea M che è più scura per la
presenza di ponti proteici tra le varie code dei lamenti spessi.
In sezione trasversale i lamenti sottili assumono una disposizione ad
esagoni; la sezione trasversale della banda scura mostra lamenti spessi
circondati da 6 lamenti sottili disposti ai vertici di un esagono.
La linea Z è costituita principalmente da alfa-actinina, una proteina che
collega ciascun mio lamento sottile di un sarcomero con quattro
mio lamenti sottili di un sarcomero contiguo. La proteina delimita una
piramide a base quadrangolare, una impalcatura meccanica alle cui
estremità sono collocati i quattro lamenti sottili e al vertice il quinto
lamento sottile del sarcomero adiacente.
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Proteine strutturali del Oltre ai lamenti spessi e sottili, nei vari sarcomeri troviamo proteine
sarcomero aggiuntive che non sono proteine contrattili, come actina e miosina, ma
proteine strutturali che servono a mantenere i mio lamenti in un
perfetto ordinamento all’interno delle mio brille e conferiscono
l’elasticità alle mio brille. Tra queste proteine si annoverano
- proteine della linea M che collegano i lamenti spessi tra di loro (es.
miomesina e la proteina M
- titina, proteina di grandi dimensioni che collega strutturalmente in
modo elastico per alcuni suoi tratti a molla le linee Z di ciascun
sarcomero, prolungandosi al di sopra dei lamenti spess
- teletonina, proteina scoperta con i fondi Telethon che collega la titina
con l’alfa actinina della linea
- nebulina, proteina che è collegata alla linea Z tramite alcune proteine
(es. CapZ) e si propaga lungo i lamenti sottili per mantenerne il loro
assetto dentro il sarcomero
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TEORIA D E L L O Secondo la teoria dello slittamento dei lamenti, proposta da Huxley e
S L I T T A M E N T O D E I Niedergerke ne 1954, la contrazione di un muscolo deriverebbe dall
FILAMENTI contrazione delle singole bre muscolari che a loro volta si accorciano
grazie all’accorciamento dei sarcomeri. L’accorciamento dei sarcomeri si
veri ca a seguito di uno slittamento attivo di lamenti sottili (actina F)
sui lamenti spessi (miosina) verso il centro del sarcomero. Le teste
della miosina dei lamenti spessi esercitano una trazione meccanica nei
confronti dei lamenti sottili (che si prolungano dalle due linee Z del
sarcomero verso il centro) che porta i lamenti sottili provenienti dai lati
opposti del sarcomero verso il centro del sarcomero. A causa di questo
slittamento si ha una maggiore sovrapposizione dei lamenti spessi e
sottili con riduzione delle semibande I di ciascun sarcomero e
annullamento della banda H. Come effetto, si ottiene una banda A più
omogenea con al centro una linea M. L’avvicinamento delle due linee Z
deriva da colpi di potenza ripetuti dalle teste di miosina del lamento
spesso bipolare, che si spostano via via verso l’estremità +, in
corrispondenza della linea Z, dei lamenti sottili.
INNERVAZIONE DELLE L’innervazione è la base strutturale che consente alle bre muscolari
F I B R E M U S C O L A R I scheletriche di ricevere un impulso elettrico e innescare la contrazione.
SCHELETRICHE Le singole bre muscolari di un muscolo vengono innervate da
motoneuroni che si trovano nelle corna anteriori della sostanza grigia
del midollo spinale. I motoneuroni efferenti inviano i loro assoni verso un
muscolo, facendoli uscire dal midollo spinale ed entrare a far parte di un
ner vo spinale. In prossimità delle varie bre muscolari, ogni
terminazione assonica si s occa in tante terminazioni che si chiudono
con bottoni sinaptici. Grazie alla rami cazione, ogni bra assonica
riesce ad innervare più bre muscolari.
UNITÀ MOTORIA: insieme delle cellule muscolari striate innervate
dallo stesso motoneurone.
Le terminazioni assoniche dei neuroni motori prendono contatto con il
sarcolemma delle bre muscolari grazie alle giunzioni muscolari/placca
motrice, permettendo la trasmissione dell’impulso nervoso.
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Canali rianodinici I canali per il calcio del tessuto muscolare scheletrico sono canali a
controllo meccanico sulle membrane del reticolo sarcoplasmatico. Il
canale è legato con una porzione citoplasmatica al canale voltaggio
dipendente per il calcio sulla membrana del tubulo T. Quando arriva un
potenziale di azione a livello della membrana del tubulo T, i canali del
calcio risentono della variazione di potenziale e fanno entrare calcio. Il
legame con il calcio fa avvenire un cambiamento conformazionale del
canale che, essendo collegato al canale rianodinico, determina una
modi cazione del canale rianodinico che si apre. Il calcio accumulato
all’interno del reticolo sarcoplasmatico può fuoriuscire nel citosol.
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CICLO DEL P O W E R Sono le attività della testa e del collo della miosina II a determinare lo
STROKE slittamento dei lamenti sottili. La testa, dopo essersi legata ad una actina
globulare, può muoversi progressivamente su altre actine, consentendo lo
slittamento dei lamenti sottili
La miosina va incontro ad un ciclo meccanico, de nito ciclo del power
stroke (del colpo di potenza), che spiega il movimento della miosina
lungo il lamento di actina
1. Fase di inizio del ciclo: la testa della miosina prende contatto con
un lamento di actina. Il legame tra la testa della miosina e l’actina
è un ponte trasversale estremamente forte, de nito complesso
RIGOR. Il nome del complesso viene da osservazioni svolte sui
cadaveri: i cadaveri poco dopo la morte diventano rigidi e la loro
rigidità viene de nita rigor mortis. La rigidità deriva dal fatto che nei
muscoli le teste delle miosine dei lamenti spessi sono legate
saldamente alle actine.
2. Il complesso RIGOR si dissocia (la testa della miosina si stacca
dall’actina) solo quando arriva ATP che si lega alla testa della
miosina. Nei cadaveri il rigor mortis deriva dal fatto che dopo la
morte non viene più sintetizzato ATP. Dopo un po’ di tempo, le proteine
citoscheletriche (i lamenti spessi e sottili) vanno incontro a
degenerazione e non c’è più rigidità. La testa della miosina cambia
conformazione e diventa una testa rilassata staccata dall’actina,
pronta ad effettuare il power stroke.
3. Subito dopo si innesca l’attività ATPasica della testa della miosina:
l’ATP viene idrolizzata ad ADP e fosfato inorganico, cosa che porta
ad una modi cazione conformazionale del braccio di leva. Il braccio
di leva si apre e sposta la testa della miosina di circa 10 nm verso
l’estremità + lungo il lamento. La testa della miosina viene a trovarsi
sul monomero contiguo lungo il lamento di actina. In questa nuova
posizione la miosina si de nisce armata, caricata di una potenza
derivata dall’idrolisi dell’ATP
4. Il fosfato si stacca dalla testa della miosina e il suo distacco è
accompagnato da un legame debole con l’actina in corrispondenza
della testa. Il legame tra l’actina e la testa comporta il distacco
dell’ADP: contemporaneamente il braccio di leva si richiude e tra la
testa della miosina e l’actina si crea un legame fort
Con l’arrivo di ATP, il ciclo ricomincia più volte: la testa della miosina si
muove ripetutamente lungo i monomeri di actina spostando il lamento
sottile sempre di più verso il centro del sarcomero. Finché arrivano
potenziali di azione che rendono possibile il legame della miosina con
l’actina a seguito della modi cazione conformazionale indotta dal
calcio, tutti i lamenti di miosina nella bra muscolare sono sottoposte al
ciclo del power stroke
FASE DI RILASSAMENTO: Quando il muscolo si deve rilassare, lo ione
calcio vien e re cu p e rato dalla p o mpa SERCA n el ret icolo
sarcoplasmatico. Dopo l’idrolisi di ATP, la pompa SERCA fa uire 2 ioni
calcio all’interno del reticolo sarcoplasmatico contro gradiente di
concentrazione. Un altro canale coinvolto nel rilassamento del muscolo è
l’antiporto sodio-calcio che, alimentato dalla pompa sodio potassio,
diminuisce la concentrazione di calcio nel citosol.
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C O N T R A Z I O N E 8. L’actina scoperta scatena l’attività ATP-asica della miosin
MUSCOLARE 9. Ciclo del power strok
Tutti i lamenti sottili di actina si avvicinano al centro del sarcomero. Il
sarcomero si accorcia. L’accorciamento di tutti i sarcomeri di una stessa
mio brilla determina l’accorciamento della mio brilla. Ciascuna mio brilla
di una bra muscolare si accorcia e di conseguenza la bra muscolare si
accorcia. Tutte le bre muscolari di uno stesso muscolo si accorciano e il
muscolo si contrae.
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DISCHI INTERCALARI I dischi intercalari sono complesse giunzioni tra cardiociti che ne
consentono la distinzione istologica.
I dischi intercalari presentano
- Tratti a decorso trasversale che connettono le biforcazioni di
cardiociti contigui mediante desmosomi, giunzioni di ancoraggio
connesse ai lamenti intermedi e resistenti agli stress meccanici. I
desmosomi tengono uniti i cardiociti durante la fase di contrazione
muscolare. Al microscopio i dischi intercalari appaiono come linee più
scure della normale bandeggiatura trasversale per la densità di
proteine nel desmosoma.
- Tratti a decorso longitudinale con giunzioni GAP (connessoni) che
facilitano l’accoppiamento elettrico dei cardiomiociti adiacenti. Il
tessuto muscolare cardiaco è un sincizio funzionale perché i citosol dei
cardiociti sono connessi tra di loro per mezzo di connessoni che
permettono il passaggio di svariate sostante (tra cui ioni sodio e ioni
calcio rilasciati dal reticolo sarcoplasmatico). L’accoppiamento elettrico
determina la contrazione sincrona di tutti i cardiociti del tessuto
muscolare.
Cellule del PACEMAKER I potenziali di azione per la contrazione dei cardiociti insorgono
spontaneamente e ritmicamente in alcune cellule cardiache modi cate, le
cellule pacemaker o cellule autoritmiche, localizzate a livello dell’atrio
destro (nel nodo senoatriale e atrioventricolare), che fanno parte del
sistema di conduzione del cuore. Il fascio di His consente la
trasmissione dell’impulso e della frequenza di contrazione alle varie
zone del cuore. Tra i cardiociti c’è abbondante tessuto connettivo (a
livello del nodo senoatriale questo è innervato dal sistema nervoso
autonomo che regola solo la frequenza cardiaca).
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TESSUTO MUSCOLARE Le cellule non presentano la bandeggiatura trasversale tipica delle cellule
LISCIO m u scolar i sc heletr ic he e del car dio cita p e rc hé n o n hann o
un’organizzazione in sarcomeri.
La muscolatura liscia è involontaria ed è localizzata nella parete dei vasi
sanguigni e degli organi cavi viscerali. Negli organi cavi viscerali forma
la tonaca muscolare. La muscolatura liscia costituisce anche la muscolatura
dell’iride e del muscolo erettore del pelo che provoca la pelle d’oca
Il muscolo involontario è monitorato dal centro vasomotore del midollo
allungato del SNC e di altri centri regolatori del SNC. Il controllo è
prevalentemente operato dal sistema nervoso autonomo.
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La muscolatura liscia negli Nella tonaca muscolare degli ORGANI CAVI il tessuto muscolare liscio si
ORGANI CAVI organizza in due lamine, dette tonache muscolari, una disposta
longitudinalmente (MUSCOLATURA LONGITUDINALE, più esterna e in
cui le bre muscolari sono disposte longitudinalmente rispetto all’asse
dell’organo) e l’altra trasversalmente rispetto all’asse dell’organo
(MUSCOLATURA CIRCOLARE). Nell’intestino, le contrazioni coordinate
delle due tonache muscolari provocano il restringimento del lume
dell’organo, che si propaga verso l’estremità terminale in una serie di
onde peristaltiche, atte a far progredire il contenuto intestinale
La tonaca circolare provoca contraendosi il restringimento del lume
dell’organo mentre quella longitudinale provoca un accorciamento di
quella zona dell’organo
Se si compie una sezione trasversale dell’intestino, si vede la sezione
longitudinale della tonaca trasversale e trasversale della tonaca
longitudinale.
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