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genoma e la cellula
La complessità strutturale ed informazionale del genoma riflette la complessità funzionale della cellula
Concetto di complessità biologica
Complessità in termini di ordine e di composizione:
più complessa è una struttura maggiore è il numero di Le attività cellulari possono essere
parti che devono trovarsi in quella precisa posizione; estremamente precise: la replicazione del DNA
minore è la tolleranza agli errori, maggiore è il ad esempio si verifica con meno di 1 errore ogni
controllo che deve essere esercitato per il 10 milioni di nucleotidi incorporati e la maggior
mantenimento del sistema. parte di questi errori viene rapidamente
Complessità a vari livelli:
corretta dai meccanismi di riparazione.
➢ gli atomi (1 Armstrong=0.1nm) si organizzano in
molecole piccole (molecola di H20 diametro di 0,4
nm; molecola di DNA diametro 2 nm)
➢ le piccole molecole si organizzano in polimeri
giganti
https://www.nature.com/scitable/content/the-relative-scale-of-biological-molecules-and-14704956/
L'esistenza dei batteri suggerisce che l'essenza della vita si trova in organismi molto piccoli.
La teoria evoluzionistica inoltre suggerisce che I principi base della vita possono essere applicati a tutte le form
e viventi.
❖ EVOLUZIONE CHIMICA:
Esperimenti volti
a ricreare le condizioni dell'atmosfera primordiale
(il contenuto di ossigeno è rimasto molto
basso fino all'evoluzione della fotosintesi, i gas più ab
bondanti erano metano ed ammoniaca a
cui vanno aggiunti gas derivanti dall'attività vulcanica
CO2,CO,N2 )
hanno mostrato che scariche elettriche in una miscel
a metano-
ammoniaca danno luogo a sintesi chimica di una seri
e di amminoacidi tra cui alanina, glicina, valina ecc...
Si formano anche acido cianidrico e formaldeide che
partecipano a reazioni di formazione di altri ammino
acidi, purine, pirimidine e
in minor quantità zuccheri, tutti costituenti delle mac
romolecole biologiche (lipidi, carboidrati, proteine,
acidi nucleici).
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0010854518306155
Dal monomero alla
molecola biologicamente
funzionale
❖ EVOLUZIONE PREBIOLOGICA: le
biomolecole diventano sempre più
abbondanti e si combinano in modo
casuale.
L'ipotesi di W. Martin e M. Russel (2022)
sostiene che:
▪ La vita si sia originata nelle profondità
oceaniche e/o presso sorgenti idrotermali
dove lo scorrere di acqua calda fornisce una
fonte costante di energia e le molecole
semplici precipitate avviano la sintesi di
monomeri.
▪ Nelle acque più fresche i monomeri
sedimentano ed accumulandosi
formerebbero oligomeri
Dai monomeri
al polimero
https://home.cern/news/series/lhc-physics-ten/recreating-big-bang-matter-earth
Evoluzione biochimica
La delimitazione di un ambiente interno separato
dall'esterno, (indipendente, protetto, regolato) ha
permesso di selezionare specifiche reazioni
biochimiche.
Esperimenti volti a stimolare la formazione di legami peptidici
all'interno di miscugli di amminoacidi pre-riscaldati e poi raffreddati,
hanno permesso di osservare che i proteinoidi prodotti posti in
acqua tendono a circondarsi di goccioline:
https://www.nature.com/scitable/topicpage/eukaryotic-cells-14023963/
La più piccola unità morfologico-funzionale a poter essere considerata vivente
https://www.nature.com/articles/nrg2071
Storia, prime osservazioni ed esperimenti
sul "materiale ereditario"
La nascita della genetica: una rivoluzione
scientifica
http://pollinowild.blogspot.com/2018/02/le-va riazioni-casuali-in-darwin.html
Formulazione di ipotesi Evoluzione
per
verificabili mutazione
casuale
Una delle ragioni del successo di Mendel è stata la scelta del materiale
sperimentale - il Pisum sativum – i petali dei fiori della pianta
scelta chiudendosi prevengono la dispersione dei granuli pollinici e l'entrata di
pollini estranei:
➢ Incrociare due linee pure che presentano "forme" diverse per questo
carattere "Viola VS Bianco"
➢ Rimuovere le antere dalla linea pura "fiore bianco" prima che il suo polline
(contenente cellule spermatiche) sia maturo evitando l'autofecondazione
➢ Applicare sullo stigma della linea pura "fiore bianco" il polline della linea
pura "fiore viola": nell'ovario avviene la fecondazione con produzione dello
zigote diploide che si sviluppa nell'embrione, parte del seme.
Producono
solo gameti
"L" con allele Producono solo
Legge della dominanza: dall'incrocio di due linee monoibride (pure per un dominante gameti "l" con allele
unico carattere) si ottengono tutti individui che mostrano la forma recessivo
dominante di quel carattere
Producono
Legge della segregazione: quando un individuo produce gameti, le due solo gameti
"L" con allele
copie di un gene (cioè gli alleli) si separano, cosicché ciascun gamete dominante
Producono solo
gameti "l" con allele
riceve soltanto una copia del gene. recessivo
❖ "forma del seme" -> trattasi dello specifico gene codificante per un prodotto che influenza la forma del seme
❖ "colore del seme" -> trattasi dello specifico gene codificante per il pigmento
❖ "altezza"
❖ "Colore del baccello"
❖ "Forma del baccello"
➢ Le "forme" diverse per ogni singolo carattere "seme liscio VS seme rugoso" corrispondono agli "alleli" di quello
specifico gene: Esistono
sequenze di
❖ Gene codificante il prodotto che influenza la "forma del seme" -> forma 1 = allele 1 = liscio DNA che non
-> forma 2 = allele 2 = rugoso codificano?
Il Genotipo è la parte codificante del Genoma cioè l'insieme delle informazioni contenute nelle sequenze
di DNA che codificano per determinate caratteristiche biologiche ed ereditarie visibili o evidenziabili
(fenotipo)
Il fenotipo è l'insieme delle caratteristiche biologiche visibili e/o evidenziabili che si manifesta per effetto
dell'espressione del DNA
✓ Osservare il tipo di incrocio
✓ Trovare le principali differenze
rispetto all'approccio visto
precedentemente
✓ Formulare un'ipotesi
sul meccanismo molecolare che
spieghi la relazione fra
genotipo e fenotipo nelle di
✓ A quale conclusione di carattere
scientifico siamo giunti con
questa analisi? Cosa possiamo
dimostrare?
Prima che la genetica prendesse forma come disciplina si aveva solo una "comprensione intuitiva"
del fatto che durante la riproduzione qualche tipo di materiale era trasmesso dai genitori ai figli
ed influenzava le caratteristiche della progenie.
Pietre miliari
della Biologia ed
interconnessione
tra diverse
discipline CHIMICA James Watson e Francis Crick
hanno scoperto la struttura del DNA,
GENOMICA Il progetto Genoma Umano
GENETICA disciplina chestudia il ha portato alla determinazione della
una macromolecola composta da due
materiale che influenza le sequenza di nucleotidi nel DNA
catene complementari di nucleotidi. Il
modalità di sviluppo, di funzionamento dell'uomo. La sequenza di DNA di
DNA è il materiale ereditario di tutte le
e di comportamento degli organismi. un genoma fornisce dati per identificare
forme viventi, eccetto che di alcuni tipi
e catalogare i geni di un organismo
di virus, in cui è l'RNA
Dai "caratteri ereditari"...ad una visione "cellulare"
https://www.youtube.com/watch?v=TnJL_8ZVbTI
Durante la divisione
cellulare il contenuto
nucleare si organizza
in filamenti visibili che
sono chiamati
cromosomi ossia
"corpi colorati"
Cariotipo umano
https://www.youtube.com/watch?v=kQu6Yfrr6j0
Sutton comprese che le coppie di
cromosomi omologhi correlavano
con le coppie di caratteri ereditari
scoperte da Mendel
I geni sullo stesso cromosoma dovrebbero comportarsi come se fossero collegati gli uni agli altri cioè
dovrebbero far parte dello stesso gruppo di associazione (linkage group) - ovvero migrare insieme nella stessa
cellula – di fatto il crossing over ovvero la ricombinazione genetica è il meccanismo responsabile della
comparsa di discendenti (ricombinanti) con combinazioni inattese di caratteri genetici.
Le frequenze di ricombinazione sono una misura
della distanza tra i geni su un cromosoma (mappe
geniche)
Il fatto che specifiche coppie di geni mostrassero sempre la stessa frequenza di ricombinazione portò a
pensare che la posizione dei geni sul cromosoma (locus) fosse fissa e che la frequenza di ricombinazione fra
due geni fosse proporzionale alla loro distanza (e quindi utilizzabile per mappare le posizioni relative di geni
lungo un dato cromosoma: fisicamente due geni lontani presentano una maggiore probabilità di essere
separati da un crossing over che si verifichi in qualsiasi punto nello spazio che li separa.
Capacità di
Trasmissibilità:
replicazione:
esistono meccanismi
meccanismi che
che consentono il
consentono la
passaggio del
produzione di più
materiale ereditario da
copie destinate ad
una generazione a
essere trasmesse dai
quella successiva
genitori ai figli
Contenuto
informativo: contiene
Mutabilità: capacità di
informazioni che
cambiare su tempi
guidano lo sviluppo il
lunghi
funzionamento ed il
comportamento
• Osservare
• Dedurre
• Fare ipotesi
• Discutere i risultati
• Fare conclusioni
• Delineare punti di forza e
punti deboli
https://www.sciencedirect.com/topics/biochemistry-genetics-and-molecular-biology/griffiths-experiment
L'esperimento di
Griffith
Streptococcus pneumoniae:
il ceppo capsulato, grazie alla
capsula polisaccaridica che
circonda la parete batterica,
appare liscio nelle colture in
piastra Petri (S=smooth,
liscio), resiste alla
fagocitosi attivata dalla
risposta immunitaria
dell'ospite e causa la morte
dei topi per polmonite.
Il ceppo non capsulato,
forma colonie ruvide in
piastra (R=rough=rugoso),
viene eliminato dal
sistema immunitario
degli ospiti che sopravvivono
all'infezione.
https://www.sciencedirect.com/topics/biochemistry-genetics-and-molecular-biology/griffiths-experiment
Interpretazione
dell'esperimento di Griffith
La scoperta della trasformazione batterica nel 1928 ad
opera del medico inglese Frederick Griffith ha stabilito
che il DNA (principio trasformante) è il depositario
dell’informazione genetica.
• Esperimento:
inoculò ad un gruppo di topi una miscela di batteri non-
capsulati vivi e di batteri capsulati morti, uccisi con il
calore. I topi in cui veniva iniettata tale miscela morivano e
dai loro tessuti era possibile isolare batteri di tipo capsulato
(L).
• Presenza di un controllo negativo:
Il gruppo di controllo inoculato solo con gli pneumococchi
capsulati uccisi dal calore non si ammalava.
Formulazione dell'ipotesi conclusiva:
Il materiale genetico responsabile della sintesi della
capsula all'interno della miscela dei due ceppi batterici si
trasferisce dai batteri capsulati morti a quelli non-
capsulati vivi, conferendo a questi ultimi la capacità di
produrre la capsula.
Qual è la natura del materiale genetico?
Qual è l'elemento che consente la trasmissione dei caratteri?
Con l'esperimento
di Avery, MacLeod
e McCarty viene chiarita la
natura del "principio
trasformante"
https://www.sciencedirect.com/topics/biochemistry-genetics-and-molecular-biology/griffiths-experiment
Con l'esperimento
di Avery, MacLeod
e McCarty viene chiarita la
natura del "principio
trasformante"
S
Caratteristiche delle PROTEINE ISTONICHE
L’assemblaggio delle
proteine istoniche a
formare l’ottamero del
nucleosoma è un
processo ordinato, che ha
inizio con il legame al DNA
di un tetramero (H3-H4)2,
sul quale vengono poi
reclutati due eterodimeri
H2A-H2B, che
completano l’assemblaggio del nucleosoma.
S
Le code N-terminali degli istoni che sporgono all’esterno del nucleosoma, non sono in realtà
necessarie per la formazione ed il mantenimento della struttura dell’ottamero istonico:
infatti, la digestione con tripsina, che agisce unicamente sulle code N-terminali sporgenti
rimuovendole, lascia intatto l’ottamero istonico, cioè non altera l’interazione tra DNA ed
ottamero istonico.
Le code N-terminali sono costituite
da 20-35 residui e sono regioni
bersaglio di una serie di reazioni
chimiche; costituiscono, infatti, il
substrato di modificazioni chimiche
che inducono un cambiamento
strutturale ed agiscono come
segnale per il legame di proteine
non istoniche.
Modificazioni epigenetiche
Modificazioni ereditabili che non alterano
la sequenza nucleotidica dei geni ma ne
alterano l’attività.
Le modificazioni post-traduzionali degli
istoni modificano il livello di
compattamento del DNA (superavvolto/
rilassato) e quindi la regolazione
dell'espressione genica:
➢ La cromatina trascrizionalmente attiva
è demetilata e iperacetilata
➢ I geni silenziati sono deacetilati sugli
istoni e presentano metilazione delle
citosine nel DNA
Modificazioni post-
traduzionali degli istoni
e modulazione
dell’attività
trascrizionale della
cromatina:
Specifici pattern di modificazione degli istoni sono anche associati a dinamiche più generali
dello stato della cromatina. Queste osservazioni suggeriscono l’esistenza di un codice
istonico, per cui ad un determinato assortimento di modificazioni post-traduzionali
corrispondere una risposta funzionale indotta: specifiche modificazioni istoniche possono
attivare (o reprimere) la trascrizione.
Ogni modificazione che abbia luogo sulla struttura cromatinica, dunque, avrà un effetto sulla
stabilità del nucleosoma: per esempio, le acetilazioni e le fosforilazioni, diminuendo il
carattere basico degli istoni, rendono in genere meno stabile l’interazione tra l’ottamero
istonico e il DNA carico negativamente, favorendo così lo spostamento del nucleosoma
stesso e, dunque, l’espressione genica.
In altri termini, sembra evidente che – considerando che gli istoni siano proteine basiche
cariche positivamente (la carica dipende dalle catene laterali dell’amminoacido lisina),
fintantoché queste cariche positive non vengono neutralizzate da modificazioni chimiche, si
ha il massimo grado di compattamento del DNA.
Si noti che, ovviamente, le modificazioni istoniche sono tra loro connesse: ad esempio, una
certa modificazione su uno specifico residuo amminoacidico può avvenire solo se un altro
residuo è stato precedentemente modificato.
Le modificazioni degli istoni, ad ogni modo, non sono spontanee, ma richiedono l’intervento
di vari tipi di enzimi, tra cui:
- Le HAT(istone acetil transferasi) -> trasferiscono dal cofattore acetil-
CoAun gruppo acetilico sul gruppo amminico delle lisine degli istoni.
Gli enzimi HAT catalizzano il legame di un gruppo acetile alle code N-terminali che
protrudono dall'ottamero core del nucleosoma; l'acetilazione riduce l'affinità degli istoni per
il DNAe destabilizza la fibra cromatinica. In breve:
Ciò equivale ad affermare che – per poter effettuare attivazione genica – sarà necessario
attivare gli enzimi di acetiltransferasi (HAT); mentre – per silenziare – sarà necessario
attivare gli enzimi deacetilasi (HDAC).
Solitamente, dunque, gli istoni dell'eterocromatina non sono acetilati, mentre i domini
funzionali ad ansa attivi trascrizionalmente risultano acetilati.
Le lisine acetilate degli istoni, ai fini del silenziamento genico, possono poi essere deacetilate
dagli HDAC che funzionano, per lo più, come corepressori della trascrizione. Infatti, lo stato
ipoacetilato delle lisine nelle code N-terminali degli istoni correla con la condensazione dei
cromosomi, il silenziamento di promotori e, dunque, con l’assenza di trascrizione in quelle
regioni del DNA.
Gli enzimi HAT, dunque, entrano a far parte del complesso di inizio della trascrizione, nei
meccanismi di riparo delle rotture del doppio filamento e lesioni causate dai raggi UV e nel
controllo del ciclo cellulare (che infatti è un altro aspetto della funzione di riparo del DNA, in
quanto il ciclo si arresta se il genoma è danneggiato in modo esteso).
Esistono delle metil transferasi specifiche per i diversi residui di lisina e arginina negli istoni
H3 e H4; in più, solo più recentemente, sono stati scoperti altri enzimi in grado di demetilare
i diversi residui modificati degli istoni (demetilasi).
È stato anche scoperto che metilasi e demetilasi possono fare parte dello stesso complesso
multiproteico; ciò suggerisce che la metilazione degli istoni sia il risultato di un equilibrio tra
attività enzimatiche che hanno effetti opposti.
Il reclutamento
di questo
complesso
può propagare
lo stato di
condensazione
della cromatina
Le cellule vengono successivamente trasferite in un terreno normale (contenente 14 NH4 Cl) : dopo 1 divisione cellulare (20
minuti) e dopo due divisioni (40 minuti) vengono prelevati due campioni di cellule, viene estratto il DNA ed analizzato
mediante centrifugazione in gradiente di densità (il DNA contenente l'isotopo pesante si localizza più in basso nella
provetta):
dopo una divisione cellulare appare solo una banda di DNA: tutto il DNA è caratterizzato da molecole contenenti
l'isotopo pesante;
dopo due divisioni appaiono due bande che corrispondono al DNA ibrido (costituito da molecole con isotopo pesante
(filamento parentale) ed isotopo leggero (nuovo filamento).
Bande di DNA "attese" dopo
centrifugazione in gradiente di
densità 20' 40'
Il motivo HTH è costituito da 20 amminoacidi (solo una piccola parte della proteina) - altre regioni della
proteina interagiscono con la superficie della molecola di DNA, stabilizzando l'interazione complessiva
ed assicurando il corretto posizionamento dell'elica di riconoscimento nel solco maggiore del DNA.
I motivi a dito di zinco sono comuni nelle
proteine eucariotiche
Raro nelle proteine procariotiche, il dito di zinco è un motivo presente in
almeno 6 diverse versioni negli eucarioti.
Alcune volte sono presenti copie multiple del dito di zinco all'interno di
una singola proteina.
Nella versione "dito Cys2His2" ci sono in tutto 12 amminoacidi – tra cui 2
cisteine e 2 istidine – che formano un foglietto beta seguito da un'alfa
elica. Il foglietto beta e l'alfa elica costituiscono una struttura a forma di
dito che sporge dalla superficie della proteina. Nel mezzo c'è un
atomo di zinco, coordinato dalle 2 cisteine ed istidine, il
quale tiene nella corretta posizione reciproca il foglietto beta e l'alfa elica.
Funzioni delle strutture secondarie:
Il foglietto beta determina il corretto posizionamento dell'alfa
elica interagendo con lo scheletro zucchero-fosfato del DNA
L'alfa elica è la porzione del motivo che forma I contatti critici all'interno
del solco maggiore del DNA
Esperimenti di ritardo su gel: EMSA (Electrophoretic Mobility Shift Assay)
localizzare il sito di legame di una
proteina sul DNA
Nelle fasi di inizio di queste attività intervengono diversi enzimi deputati a far ruotare il DNA,
svolgere l'elica, effettuare tagli e proteggere le estremità tagliate fino a nuova saldatura.
Es. Le topoisomerasi facilitano il rilassamento della struttura di DNA mediante un meccanismo di
taglio, svolgimento d'elica e risaldatura.
Le topoisomerasi contribuiscono a
risolvere il problema topologico
Il DNA (sia nel caso che sia circolare oppure vincolato
alle estremità) man mano che la forcella replicativa
avanza non riesce ad eliminare I superavvolgimenti
positivi per semplice rotazione.
Negli eucarioti le DNA topoisomerasi costituiscono la
maggior parte della matrice nucleare (rete simile ad una
impalcatura che attraversa tutto il nucleo): non
svolgono essere stesse la doppia elica ma
controbilanciano il superavvolgimento
positivo permettendo alla doppia elica di essere aperta
come una chiusura lampo senza bisogno che la
molecola ruoti ma grazie ad un taglio ed ad
un superavvoglimento negativo.
Sono noti due tipi di Topoisomerasi: entrambe tagliano,
rilassano la struttura tridimensionale e risaldano le rotture
- non modificano la struttura primaria (covalente) del DNA,
ma solo quella terziaria (superavvolgimenti)
Topoisomerasi I: introducono una incisione
in un filamento e passano l'altro attraverso la
lacuna che è stata formata (modifica di 1
unità il numero di legame cioè il numero di
volte che un filamento incrocia l'altro)
Topoisomerasi II: taglia entrambi I filamenti
per permetterne il passaggio attarevrso
l'apertura: cambia il numero di legame di 2
unità e consuma ATP.
L'estremità del polinucleotide tagliato viene
legato covalentemente all'amminoacido
tirosina presente nel sito attivo della
topoisomerasi assicurando che una
estremità venga mantenuta ferma e l'altra
manipolata.
La replicazione del DNA
in procarioti ed eucarioti
Procarioti Eucarioti
• la duplicazione del DNA e la divisione cellulare avvengono contemporaneamente
• la duplicazione del DNA viene effettuata molto prima della divisione della
cellula (Fase S dell'interfase)
• Il genoma batterico è un'unica molecola circolare con una singola origine di
replicazione • Il genoma umano contiene 10 000 origini di replicazione
• Dimensione cromosoma: 2x106 pb (velocità di duplicazione: 10 volte superiore
a quella eucariote) • Dimensione cromosoma 1 umano: 2,5 x 10 9 (bassa velocità - durata fase S:
6-8 ore) ->l'apertura della doppia elica avviene in più punti detti repliconi
• Presenza di nucleosomi
Filamento figlio
• Presenza dei telomeri
Forcella di
replicazione
Forcella di replicazione
Filamento parentale
Sia le cellule procariotiche che eucariotiche contengono parecchie DNA polimerasi diverse che hanno
ruoli distinti nella replicazione e nella riparazione del DNA.
Tutte le DNA polimerasi hanno 2 proprietà fondamentali:
1. Sintetizzano DNA soltanto in direzione 5’-3’, aggiungendo dNTP al gruppo 3’OH libero di una catena in
crescita
2. Necessitano di un primer e non sono in grado di iniziare una nuova catena utilizzando solamente il
filamento stampo
Proteine
coinvolte
nella
Replicazione
del DNA
Replicazione del
DNA: Overview
DNA Elicasi e Single Strand
Binding proteins
L'Enzima Elicasi ha una struttura esamerica ad
anello capace di avvolgere un singolo filamento
di DNA e consumando ATP provoca la rottura dei
legami ad idrogeno e l'apertura della forcella
replicativa
• L'elicasi associata al filamento lento scorre in
direzione 5'-3'
• non modifica la struttura primaria
(covalente) del DNA, ma solo quella
secondaria (legami a H fra le catene)
Le SSBP si legano tramite interazioni
elettrostatiche con i gruppi fosfato e
impilamento con le basi (senza legami a H) in
maniera cooperativa e sequenza-indipendente
con la funzione di mantenere distesi I singoli
filamenti che vengono separati facilitando la loro
funzione di stampi per la sintesi dei nuovi
filamenti
L'apertura del DNA genera dei
superavvolgimenti della
doppia elica
Il problema topologico mette in discussione la
struttura a doppia elica del DNA ed il modello di
replicazione semiconservativo: è necessario
svolgere la doppia elica per copiare i due
polinucleotidi.
• Lo svolgimento del DNA è accompagnato da
una rotazione della molecola sul proprio asse: la
doppia elica compie 1 giro ogni 10 pb – la
replicazione dell'intero cromosoma 1 umano,
lungo 250 Mb richiede 25 milioni di rotazioni del
DNA cromosomale nel ristretto volume del
nucleo. Quale possibile meccanismo per il
rilassamento della struttura?
Nella molecola circolare di DNA i due filamenti non possono essere separati se
non per rottura di almeno 1 legame fosfodiesterico
Numero di legame Lk = numero di volte che un filamento passa attraverso l’altro = somma di due componenti geometriche, il
numero di twist Tw (n. di giri di un filamento attorno all’altro) e il numero di writhe Wr ( n. di superavvolgimenti della doppia
elica, che si ottiene quando l’asse della doppia elica si ripiega su se stesso).
Nella maggior parte delle cellule il superavvolgimento ovvero la densità-numero di giri-
di superelica per giro della doppia elica assume un valore negativo di energia libera tale da favorire
una parziale denaturazione locale della doppia elica che permette le reazioni di replicazione del
DNA e trascrizione del DNA.
Nelle fasi di inizio di queste attività intervengono diversi enzimi deputati a far ruotare il DNA,
svolgere l'elica, effettuare tagli e proteggere le estremità tagliate fino a nuova saldatura.
Es. Le topoisomerasi facilitano il rilassamento della struttura di DNA mediante un meccanismo di
taglio, svolgimento d'elica e risaldatura.
Le topoisomerasi contribuiscono a
risolvere il problema topologico
Il DNA (sia nel caso che sia circolare oppure vincolato
alle estremità) man mano che la forcella replicativa
avanza non riesce ad eliminare I superavvolgimenti
positivi per semplice rotazione.
Negli eucarioti le DNA topoisomerasi costituiscono la
maggior parte della matrice nucleare (rete simile ad una
impalcatura che attraversa tutto il nucleo): non
svolgono esse stesse la doppia elica ma
controbilanciano il superavvolgimento
positivo permettendo alla doppia elica di essere aperta
come una chiusura lampo senza bisogno che la
molecola ruoti ma grazie ad un taglio ed ad
un superavvolgimento negativo.
Sono noti due tipi di Topoisomerasi: entrambe tagliano,
rilassano la struttura tridimensionale e risaldano le rotture
Topoisomerasi I: introducono una incisione
in un filamento e passano l'altro attraverso la
lacuna che è stata formata (modifica di 1
unità il numero di legame cioè il numero di
volte che un filamento incrocia l'altro)
Topoisomerasi II: taglia entrambi I filamenti
per permetterne il passaggio attraverso
l'apertura: cambia il numero di legame di 2
unità e consuma ATP.
L'estremità del polinucleotide
tagliato viene legato covalentemente
all'amminoacido tirosina presente nel sito
attivo della topoisomerasi assicurando che
una estremità venga mantenuta ferma e
l'altra manipolata.
Forcella replicativa: zona di separazione della doppia elica
di DNA dove avviene la contemporanea replicazione dei 2
nuovi filamenti
Poiché il DNA è costituito da due filamenti polinucleotidici
antiparalleli e la DNA polimerasi aggiunge nucleotidi
all'estremità 3'OH (direzionalità 5'-3'), la replicazione è:
• continua sul filamento guida
• discontinua sul filamento ritardato
La Primasi è l'enzima che viene reclutato per generare un
innesco ad RNA con un 3'OH libero:
• Viene reclutata 1 sola volta sul filamento guida
• Viene reclutata centinaia di migliaia di volte sul filamento
ritardato man mano che la forcella replicativa avanza
Sul filamento ritardato si generano centinaia di migliaia
Frammenti di Okazaki, intermedi di replicazione a DNA che
vengono sintetizzati dal 3'OH del primer ad RNA che si forma
in prossimità dell'apertura della forcella replicativa fino al
terminale 5' del frammento che è stato sintetizzato
precedentemente: questi frammenti verranno poi uniti
covalentemente in un filamento continuo.
La DNA polimerasi III - Oloenzima nei procarioti
In E.coli sono presenti 5 DNA polimerasi:
DNA polimerasi II, IV e V (meccanismi di riparazione)
Pol I -> coinvolta sia nella riparazione del DNA, sia
nella replicazione
(rimuove i primer attraverso la sua attività esonucleasi
ca 5’-3’ e li sostituisce con frammenti di
DNA sfruttando la sua attività polimerasica)
La Pol III è il principale enzima della replicazione che
lavora su soltanto 2 forcelle di replicazione (che vanno in
senso opposto sul DNA circolare e terminano in
posizione opposta all'ORIC) come componente di un
grande complesso – oloenzima.
L’oloenzima è costituito da 17 subunità e consiste in:
due core replicativi α-ε-θ,
due β-clamp, che aumentano la processività della
replicazione,
un complesso γ, il cui compito è favorire l’associazione
dei due core al DNA, legandoli ai β-clamp.
All’oloenzima si associano le proteine con funzioni
accessorie per la replicazione (DNA elica, DNA primasi,
SSBP)
• Affinché i core replicativi della Pol
possano legarsi ad entrambi i filamenti
stampo (leading e lagging) e lavorare con il
giusto orientamento 5'-3' è necessario che
il filamento lagging si ripieghi a formare
un’ansa di DNA a singola catena.
• Lo spostamento della polimerasi da un
primer di innesco ad un altro al termine
della sintesi di un frammento di Okazaki è
mediato dalla subunità τ del complesso
Dna-gamma, che sfrutta l’energia prodotta
dall’idrolisi di una molecola di ATP per
determinare l’apertura del β clamp ed il
distacco del core in modo che possa
legarsi al nuovo primer.
Nell’oloenzima i due core replicativi, formano un dimero asimmetrico grazie all’azione del
complesso Dna-gamma, costituito da:
un dimero di τ (5 domini: 3 domini con funzione ATP-asica e di oligomerizzazione;
dominio di legame alla elicasi DnaB e sito di legame alla subunità alfa del core)
subunità γ (funzione ATP-asica e di oligomerizzazione)
altre subunità accessorie δδ’χψ
L'attività ATP-asica fornisce l’energia necessaria ai cambiamenti conformazionali del
complesso Dna-gamma che guidano l’assemblaggio con il DNA ed il coordinamento
degli spostamenti del core
Nuovo modello di oloenzima - Trimerico
La presenza di un terzo core libero
aumenterebbe la velocità di
replicazione del filamento
ritardato, riducendo il divario di
velocità rispetto al filamento
guida:
Prevede che la sintesi di un
nuovo frammento di okazaki
possa iniziare non appena la
primasi sintetizza un primer e
prima che sia terminata la
sintesi del precedente
Sebbene il core sia in grado di replicare un filamento di DNA
La DNA pol III è un enzima in presenza di un primer pur in assenza delle altre subunità
dell’oloenzima, il legame al β-clamp risulta fondamentale
processivo grazie al β-clamp per consentire la replicazione dell’intero cromosoma.
Il β clamp è un anello dimerico costituito da due protomeri,
ciascuno formato da tre domini globulari, uniti da un legame
testa-coda.
Al centro dell’anello le pareti del canale sono costituite da α
eliche cariche positivamente in grado di ospitare un
filamento di DNA a doppia elica e consentirne l'ampio
scivolamento interno.
ORI eucarioti:
-asincrone (non vengono attivate tutte
contemporaneamente)
- repliconi diversi
localizzate in siti specifici
- lunghezza variabile
- mentre i mammiferi non mostrano sequenze
consensus (caratterizzate da diverse combinazioni
di elementi di sequenza) in S. cerevisiae si trovano
invece origini di replicazione con sequenza
consenso chiamata ARS (sequenza che si replica
autonomamente) di 11 bp.
L’estensione di una bolla di replicazione
adiacente ad un’origine e la presenza di DNA
neosintetizzato impedisce l’attivazione di un’ORI
Complesso di pre-replicazione:
seleziona/attiva una specifica
sequenza (sito)
• Fase G1: produzione di proteine accessorie (Cdc6 e Cdt1) che legano
ORC e reclutano le elicasi della famiglia MCM.
L’attività di Chinasi
dipendenti da cicline
(CdK) influenza la
dissoluzione dell’involucro
nucleare in assenza del
quale le proteine del
complesso di pre-inizio
hanno accesso ai siti
di inizio.
Le CdK regolano la
formazione e l’attivazione
dei complessi di pre-
replicazione
CDK fosforila le
proteine del complesso
di pre-replicazione nel
passaggio alla fase S,
blocca la formazione di
nuovi complessi di pre-
replicazione, attiva
i complessi pre-RC
già assemblati
e assicura la
replicazione soltanto
una volta per ciclo
cellulare.
Legame cooperativo:
aumenta l'affinità di
legame man mano che si
legano
Fase S: Attivazione del complesso pre-RC
- i caricatori delle elicasi (Cdc6 e Cdt1)
vengono rilasciati e degradati
Su entrambi i filamenti vengono reclutate:
•la polimerasi alfa: ha attività primasica,
bassa processività e manca di attività proof-reading (viene
implicata soltanto nelle fasi iniziali)
https://penntoday.upenn.edu/news/penn-team-identifies-
strategy-reverse-disease-dyskeratosis-congenita
La riattivazione della telomerasi ed il tumore
• Le cellule tumorali sono in grado di
dividersi indefinitamente: nelle linee
cellulari tumorali in coltura e nel cancro in
un organismo la telomerasi è iperattiva -
i telomeri diventano più lunghi del normale
- causa o effetto del tumore?
• Approccio terapeutico: la telomerasi diventa
il bersaglio farmacologico – l'inattivazione
causata dal trattamento indurrebbe la
senescenza delle cellule tumorali,
prevenendo la proliferazione incontrollata
https://www.abbviepro.com/it/it/oncology/hemat
ology/beclose2hematology/Wave1.html
Mutabilità e
riparazione del DNA
Un basso tasso di mutazione è un requisito
essenziale per il mantenimento del materiale
genetico.
Il tasso di errore è di 1 nucleotide errato su
10 7 incorporati.
Normale
traduzione
Gli effetti delle mutazioni
Può convertire un codone di stop in un codone codificante per un amminoacido: la proteina risulta più lunga per effetto
della prosecuzione della lettura oltre il segnale di terminazione (readthrough), potrebbero esserci difficoltà nel ripiegamento e
quindi si osserva una riduzione dell'attività.
Readthrough
->
1)cambiamenti di singole
basi,
2)distorsione strutturale,
https://www.sciencedirect.com/science
/article/pii/S0002929719302307
Le mutazioni possono derivare anche da effetti dannosi dei mutageni – agenti
di natura chimica o fisica a cui il DNA è costantemente esposto (di natura endogena o
esterni), che reagiscono con il DNA e ne cambiano la struttura:
Radiazione di fondo: radiazioni ultraviolette (UV) e radiazioni ionizzanti (IR). Mentre gli UV-C sono assorbiti dall'atmosfera, le
radiazioni UV-A ed UV-B causano fotolesioni alterando la struttura dell'elica del DNA e sono alla base dello sviluppo del melanoma.
Le radiazioni con lunghezza d'onda pari a 260nm sono fortemente assorbite dalle basi: ne deriva la fusione fotochimica di due
pirimidine che occupano posizioni adiacenti sulla stessa catena polinucleotidica.
La fusione di due timine consecutive porta alla generazione del dimero di timina: forma molecolare che consiste in un anello ciclobutanico
generato dai legami tra gli atomi di carbonio 5 e 6 delle timine adiacenti.
La fusione della timina adiacente ad una citosina porta ad un addotto timina-citosina in cui il carbonio 6 della timina è legato al carbonio 4 della
citosina.
Le radiazioni gamma ed i raggi X (radiazioni ionizzanti) producono rotture a doppio filamento nel DNA, difficili da riparare.
Paraddossalmente anche l'acqua può provocare mutazioni spontanee nel DNA – il danno idrolitico genera la
deamminazione delle basi (la citosina dà uracile che normalmente non è una base naturale del DNA) oppure la
depurinazione (la guanina in seguito all'idrolisi spontanea del legame N-glicosidico genera nel DNA un sito senza
base). Diversamente dagli errori di replicazione le reazioni idrolitiche portano a modificazioni non naturali del DNA.
Analoghi delle basi vengono utilizzati erroneamente come substrati durante la sintesi di un nuovo filamento
la citosina dà uracile;
la guanina porta alla produzione di xantina la quale non dà effetto mutageno bensì blocca la
replicazione;
Nei procarioti l’espressione genica selettiva permette alle cellule di risparmiare energia: la regolazione avviene
prevalentemente a livello trascrizionale
Negli eucarioti: l’espressione genica selettiva permette alle cellule di svolgere ruoli specializzati – La regolazione avviene a
vari livelli
I geni e la loro espressione
La cellula umana contiene circa 30000 geni ma ogni cellula in un dato momento esprime solo una parte di essi in
funzione dello stadio di differenziamento ed alla sua funzione.
Tutte le cellule di un organismo portano la stessa informazione genetica, ma in ogni tipo di cellula (nelle immagini:
cardiomiocita , neurone, epatociti) viene espresso solo un sottoinsieme dei geni. I geni necessari per altri tipi di
cellule non vengono espressi.
Geni espressi = geni trascritti (codificanti proteine o RNA regolatori)
Fattori che vengono trasmessi alla progenie cioè modificazioni ereditabili che non alterano la sequenza nucleotidica dei geni ma ne alterano l’attività
2)Attivazione trascrizionale
L'espressione di determinati geni è regolata da:
l'azione di attivatori e/o repressori che mediano la
deacetilazione/acetilazione degli istoni a livello di specifici geni
2)Attivazione trascrizionale
L'espressione di determinati geni è regolata da:
Fattori trascrizionali (proteine regolatorie, attivatori e repressori) che si
legano al promotore
2)Attivazione
trascrizionale
L'espressione di determinati geni è regolata da:
Fattori trascrizionali (proteine regolatorie,
attivatori e repressori) che si legano al
promotore
Struttura del gene e del trascritto primario
Struttura del gene eucariotico
Sequenze regolatorie ESONI ED INTRONI
Sequenze codificanti e non codificanti
La presenza degli introni consente lo splicing alternativo e quindi una grande flessibilità e potenzialità nella regolazione
genica (in alcuni casi gli introni non vengono degradati e danno altri RNA funzionali nella regolazione genica ovvero
alcuni tipi di non coding RNA. Inoltre come ruolo evolutivo la ricombinazione tra introni di geni diversi può avere creato
geni con nuove combinazioni di esoni.
L'inizio della trascrizione
I due filamenti di DNA si svolgono e il DNA può essere copiato. A differenza della DNA polimerasi, la RNA polimerasi ha
attività elicasica, non ha bisogno di un innesco e non ha attività di proof-reading.
Eucarioti: i fattori di
trascrizione proteici legano il
promotore prima dell’ RNA
polimerasi II – la regolazione è
anche a carico di sequenze
poste a distanza dai geni da
esprimere
Negli eucarioti oltre alla sequenza del
promotore sono presenti altri Elementi
regolatori: sono sequenze di DNA che
possono trovarsi in posizioni e distanze
variabili rispetto al promotore
(spesso sono nella regione da –50 a –
100) ed influenzano il legame della RNA
pol al promotore:
Gli Enhancers stimolano la
trascrizione
Silencers inibiscono la trascrizione
La RNA polimerasi si lega al promotore con un orientamento prefissato, dallo stesso promotore
viene sempre trascritto lo stesso filamento. La scelta del promotore è influenzata dall'azione dei
fattori di trascrizione. Ciò determina quale filamento viene trascritto.
Direzionalità del
trascritto ad RNA:
la trascrizione
procede sempre in
direzione da 5'->3'
Terminologia della trascrizione
Il filamento di RNA ossia il prodotto della trascrizione è complementare allo stampo di DNA ed uguale all'altro filamento di
DNA definito filamento codificante (con la differenza che nell'RNA è presente uracile al posto della timina e ribosio al post
o di desossiribosio).
Coding strand (Sense strand) del DNA ha la stessa sequenza del mRNA
Antisense strand (Template strand) è quella che funge da template per la sintesi del mRNA.
RNA polymerases sono enzimi che sintetizzano RNA usando DNA come template.
Promoter è una regione di DNA dove la RNA polimerasi si lega per iniziare la trascrizione.
Startpoint (Startsite) si riferisce alla posizione sul DNA che corrisponde alla prima base incorporata nel RNA
Terminator è una sequenza di DNA che fa terminare la trascrizione alla RNA polymerase.
Transcription unit è la distanza tra i siti di iniziazione e di terminazione della RNA polymerase: può includere più di un gene.
Primary transcript è il prodo o di RNA non modificato che corrisponde ad una unità di trascrizione.
Geni posti sullo stesso cromosoma possono avere
come "coding strand" filamenti diversi del DNA
Effetto della compartimentazione sul meccanismo
di trascrizione
Nei procarioti il trascritto viene subito tradotto Negli eucarioti il trascritto primario subisce un
in proteina: si osserva la formazione di processo di maturazione prima di essere esportato
poliribosomi in prossimità di mRNA in fuori dal nucleo
allungamento.
Poliribosomi nei
procarioti
L'inizio della trascrizione nei procarioti
La polimerasi riconosce specificatamente la sequenza promotore grazie al fattore
sigma.
Grazie alla formazione del complesso promotore-polimerasi si verifica un ̀cambiamento
strutturale.
Il DNA a doppio filamento si denatura per 12-14 pb e si forma una "bolla di trascrizione".
La polimerasi utilizza il DNA stampo dal suo 3' al 5' e la trascrizione avviene in direzione
5’->3’ (un solo filamento di DNA funge come stampo/template).
Il legame della RNA polimerasi
(RNAp) al promotore batterico
Il confronto fra sequenze (nucleotidiche o amminoacidiche) può far evidenziare una omologia di sequenza
(similarità che indica la discendenza da una sequenza ancestrale comune e che implica una similarità strutturale e
funzionale).
Sequenza consenso: sequenza che contiene ad ogni posizione la base più frequente.
L'allineamento delle sequenze dei promotori ha mostrato che diversi promotori hanno sequenze che "somigliano"
a quella consenso.
RNApol core e "Holoenzyme"
Funzione di correzione:
- Editing pirofosfolitico (immediato), rimuove il nucleotide incorporato erroneamente tramite
reincorporazione di PPi.
– Editing idrolitico (torna indietro di uno o piu nt).
Stimolato dai fattori Gre che stimolano anche l’allungamento
Terminazione della trascrizione
R HO DIPENDENTE
• E' un meccanismo ATP-dipendente che
richiede l'intervento della proteina Rho
(ATPasi) che spinge la RNAP
• Le sequenze di terminazione Rut non
sono presenti sugli RNA neotrascritti
che sono associati ai ribosomi
Terminazione rho indipendente
• Il terminatore è intrinseco nella sequenza di DNA che viene trascritta e
forma una struttura secondaria (regioni ricche in GC separate da uno
spaziatore). A valle sono presenti regioni ricche in T.
• La polimerasi trascrive la regione ricca in GC – nel trascritto si forma
una struttura a stem-loop
• In prossimità della regione terminale le interazioni A-U sono deboli ed il
complesso ternario si dissolve
Regolazione trascrizionale nei batteri
La cellula batterica trascrive un gruppo diverso di geni a seconda del terreno di coltura in cui sta
crescendo-così è in grado di rispondere ai cambiamenti ambientali.
Il repressore (codificato dal gene regolatore) è Uno specifico fattore può agire anche da
una proteina che legandosi all'operatore attivatore cioè legandosi all'operatore recluta
ostacola il passaggio della RNA polimerasi la RNA polimerasi facilitandone il legame al DNA
(effettua una regolazione negativa). (effettua una regolazione positiva).
Tipi di regolazione
La presenza di una molecola "effettore" presente nel terreno di crescita può indurre un cambiamento
conformazionale nella proteina regolatrice (repressore o attivatore) ed influenzare la regolazione. Ad es. Se una
molecola effettore funge da induttore, si lega al repressore e ne impedisce il legame all'operatore. In questo
modo la polimerasi si lega al promotore e (senza trascrivere il gene operatore che non codifica per nessuna
proteina) trascrive i geni.
L'operone lac di Escherichia coli
Per trasformare il LATTOSIO in glucosio da utilizzare come fonte di energia sono necessari tre enzimi codificati dall'operone lac. Questa via
catabolica normalmente è inattiva (regolazione negativa mediata dal repressore costitutivamente presente), si attiva (l'operone è detto
inducibile) solamente in presenza del substrato da catabolizzare, cioè quando servono gli enzimi specifici per espletare questa funzione.
Regolazione negativa negli operoni reprimibili. In questo caso i geni strutturali sono normalmente attivi e avviene la
trascrizione, mentre il repressore, pur essendo prodotto, è inattivo. Questo si attiva in presenza di una molecola,
detta corepressore, la quale, modificando la conformazione del repressore, lo rende capace di legarsi all'operatore e di
bloccare quindi la trascrizione. Gli operoni reprimibili controllano in genere le vie anaboliche, attivate dal prodotto.
OPERONE TRP DI ESCHERICHIA COLI
Contrariamente all'operone lac, il repressore
dell'operone trp è inattivo quando è libero e si attiva in
presenza di triptofano, che funziona da corepressore.
L'operone comprende:
• il promotore (P),
• l'operatore (O),
• la regione leader (L), contenente un sito attenuatore (A),
• cinque geni strutturali E, D, C, B, A.
Il gene regolatore (I) produce continuamente il repressore,
che ha un sito di legame per l'operatore e uno per il
triptofano, ma non è attivo. La cellula perciò trascrive i cinque
geni per la produzione degli enzimi necessari alla sintesi del
triptofano.
Se però il triptofano è presente nell'ambiente, la cellula
smette di produrlo per assorbire quello disponibile. Infatti, il
triptofano, agendo da corepressore, modifica la
conformazione del repressore, il quale può ora legarsi
all'operatore, impedendo l'accesso dell'RNA polimerasi.
Un secondo meccanismo di regolazione del triptofano
coinvolge l'attenuatore che si trova nella regione leader.
L'operone, in presenza di un prodotto finale (in questo caso il
triptofano), provoca alterazioni della struttura secondaria
dell'mRNA, portando alla terminazione prematura della
trascrizione.
Trascrizione e meccanismi di
regolazione dell' espressione
genica negli eucarioti
NEGLI EUCARIOTI LA REGOLAZIONE
D E L L ' E S P R E S S I O N E G E N I C A AV V I E N E A VA R I L I V E L L I
E P E R M E T T E A L L E C E L L U L E D I S V O L G E R E RU O L I
S P E C I A L I Z Z AT I
PROCARIOTI EUCARIOTI
FATTORI DI PEPTIDE SIGMA GTF , TF ubiquitari, TF
TRASCRIZIONE tessuto specifici
DNA DNA SUPERAVVOLTO CROMATINA
COMPLESSATA CON
ISTONI
INTERAZIONE TF- SUFFICIENTE IL TF MEDIATOR COMPLEX
DNA
La trascrizione negli eucarioti è più complessa perché è caratterizzata dall'interazione del macchinario di
trascrizione basale con una serie di altri fattori regolativi che modificano gli istoni ed il rimodellamento della
cromatina, fanno interagire la pol II con elementi presenti a distanza dal gene da regolare e mediano la
modificazione del mRNA.
C O M P L E S S O M E D I AT O R E
Grande complesso di proteine caratteristico degli eucarioti che
media l’interazione tra la RNA pol II e i vari fattori di
trascrizione regolatori.
Agisce da "ponte molecolare" per connettere la pol II con gli
attivatori trascrizionali legati agli enhancer o agli elementi
regolatori presenti a grande distanza dal gene da regolare:
-Si associa alla coda CTD della RNA pol II e presenta superfici di
legame debole per l’interazione con attivatori legati al DNA.
–Presenta una composizione complessa, organizzata in moduli e
variabile (nell’uomo ha almeno 20 subunità).
I General transcription factor presenti negli eucarioti hanno la funzione di sigma presente nei procarioti: i GTFs aiutano la
RNA pol a legarsi al promotore, a separare la doppia elica, a lasciare il promotore per passare alla fase di allungamento. In vitro
sono capaci di dare origine ad una trascrizione basale
• TF ubiquitari: incrementano l'efficienza di inizio della trascrizione e permettono al promotore di funzionare ad un livello
adeguato (misurazione in vitro o in cellule trasfettate)
• TF inducibili/tessuto specifici: hanno un ruolo regolativo – vengono espressi solo in determinate condizioni/momenti.
T F
I ND UC I B I L I / T E S S UTO
S P E C I F I C I
TFIIB: proteina a
singola catena che
entra nel complesso
dopo TBP: riconosce
BRE, la TATA box,
l’iniziatore (Inr) e
l’elemento del
promotore a valle
(DPE, DCE e MTE)
TBP (TATA binding protein) si In genere un promotore contiene solo alcuni di questi elementi (es. TATA o
associa a circa 10 TAF (TATA DPE)
binding protein associated • Inr è comunemente trovato con TATA e con DPE.
factors) diversi per legare il • Altre sequenze sono quelle regolatrici: UAS(upstream activator sequences),
promotore. enhancer, silencers, elementi di confine (boundary elements) e isolatori
(insulators) che legano proteine attivatrici o repressori della trascrizione
PER INIZIARE LA
TRASCRIZIONE LE POL
EUCARIOTICHE
NECESSITANO DELL’AIUTO
DI UN GRAN NUMERO DI
PROTEINE
TFIID È
UN COMPLESSO MULTIPROTEICO CHE SI
LEGA ALLA TATA BOX:
LA TBP TATA BINDING PROTEIN
LEGA DIRETTAMENTE LA SEQUENZA TATA,
I TAF (TATA
BINDING PROTEIN ASSOCIATED FACTORS)
AUMENTANO LA SUPERFICIE DI LEGAME.
Vengono reclutate altre proteine che costituiscono un
complesso mediatore:
TFIIA e TFIIB
TFIIF e la RNA Polimerasi II
TFIIE e TFIIH (contiene subunità ATP-asica
che favorisce la denaturazione (melting) del promotore
e fosforila il dominio C terminale (CTD) della RNAP->
evasione della trascrizione
INIZIO, ALLUNGAMENTO E TERMINAZIONE
DELLA TRASCRIZIONE NEGLI EUCARIOTI
3) TFIIE, TFIIF,
TFIIH permettono
il corretto
caricamento della
Pol II e del
complesso
mediatore sul
promotore (il
complesso di pre-
inizio è formato).
5) TFIIH svolge diverse attività: fosforila la coda CTD
della Pol II (attività chinasica-passaggio alla fase di
allungamento dell'RNA), attiva la riparazione del DNA in
presenza di un danno che altrimenti bloccherebbe
l'espressione di quel gene ed ha attività elicasica
(favorisce il meltind del DNA che deve essere trascritto).
(Sia nei procarioti che eucarioti c’è attivazione della ripara
zione durante la trascrizione).
Apparato di trascrizione basale è costituito da RNA pol II
+ GTFs
L A C T D F O S F O RI L A T A RE C L U T A G L I
E N Z I M I P E R L A M A T U RA Z I O N E D E L L ' RN A
M A T U RA Z I O N E
D E L L ' RN A N E G L I
E U C A RI O T I
La RN A p o l II as s e mb la u n t ras c rit t o p rimario c h e è
c o mp le me n t are al D N A d e ll'in t e ra u n it à d i t rasc rizio n e :
g l i RN A t r a s cr i t t i s i a s s oci a n o con p r ot ei n e e
p a r t i cel l e p i ù g r a n d i q u a n d o è a n cor a i n a t t o i l p r oces s o
d i t r a s cr i z i on e – i t r a s c r i t t i d i p r e - m R N A v e n g o n o
mat u rat i me n t re so n o sin t e t izzat i ( c io è c o -
t ras c rizio n alme n t e ) . Le p art ic e lle RN P n o n s o n o
d ist rib u it e a c aso lu n go il t rasc rit t o n asc e n t e , ma so n o
in ve c e le gat e a sit i sp e c if ic i d o ve avvie n e la
mat u razio n e d e ll'RN A c h e p re ve d e :
La re azio n e d i c ap p in g al 5'
https://www.sciencedirect.com/topics/agricultural-and-biological-sciences/transcription-factories
La fosforilazione del CTD è un segnale per il
reclutamento degli enzimi per il capping e per lo
splicing
Il Capping del trascritto all'estremità 5'
avviene nella fase di transizione tra l'inizio e
l'allungamento nel canale di uscita dell'RNA
Lo splicing alternativo
aumenta il potenziale
espressivo negli eucarioti:
da uno stesso gene possono
derivare trascritti diversi
che, una volta
tradotti, danno luogo a
proteine simili ma diverse
Splicing alternativo dell’ mRNA per la
tropomiosina
Tropomiosina ha 5 isoforme: proteina che lega l’actina (coinvolta nella contrazione muscolare)
e fa parte delle proteine del citoscheletro nelle cellule non muscolari
La trascrizione termina
500-
2000 nt a valle della sequ
enza segnale per poliA
Se la maggior parte dei geni eucariotici è localizzata nel nucleo e le proteine sono
sintetizzate nel citoplasma, come fanno questi geni a controllare la sequenza
amminoacidica dei loro prodotti proteici?---->l'informazione genetica dal DNA deve
essere trasferita da qualche altro intermedio dal nucleo al citoplasma -> sebbene la
necessità di un messaggero sia più ovvia negli eucarioti la prima prova della loro
esistenza derivò da studi su procarioti
2. Prova dell'esistenza di un RNA messaggero instabile (Esperimento di Elliot Volkin e
Lawrence Astrachan)
3. Prova che sequenze non codificanti nel genoma vengono eliminate dalla sequenza del
messaggero (Esperimento di Susan Berget e Claire Moore)
I batteriofagi come modello di studio per dimostrare che il
DNA (e non le proteine) trasportano l'informazione
genetica
I virus sono parassiti acellulari la cui propagazione è
controllata dall'informazione genetica immagazzinata negli
acidi nucleici (esistono sia virus a DNA che ad RNA). I virus
sfruttano il macchinario metabolico dell'ospite per replicare
il proprio genoma, trascrivere geni e codificare proteine
(che caratterizzano l'involucro esterno della particella
virale).
La semplicità della loro struttura e composizione chimica e la loro rapida riproduzione (20 minuti per
alcuni virus batterici in condizioni ottimali) li rende strumenti molto utili in molti studi di
biologia molecolare.
Batteriofagi T2
Alfred D. Hershey e Martha Chase (1953) lavoravano con i batteriofagi (o fagi), virus che infettano
le cellule batteriche. In particolare, il fago T2 che infetta le cellule batteriche del colon Escherichia
coli è composto per il 50% da proteine (che costituiscono l'involucro proteico – contenente Zolfo) e per
il 50% da DNA (contenente fosforo)
• Questo tipo di struttura rendeva i fagi uno strumento ideale per definire una volta per tutte quale
fosse la natura del materiale genetico -> utilizzarono la procedura basata sulla marcatura dei fagi con
isotopi radioattivi (32P marca i nucleotidi mentre 35S marca le proteine)
Marcatura dei batteriofagi nelle colture batteriche:
i batteri metabolizzano gli isotopi 32P e 35S introducendo questi atomi radioattivi nelle biomolecole
presenti all'interno delle cellule -> i nucleotidi e gli amminoacidi utilizzati dal virus per la sintesi del
DNA e delle proteine virali sono quelli presenti all'interno della cellula batterica infettata (cresciuta
nutrendosi degli isotopi radioattivi)
1-2) I fagi neoformati (marcati) vengono separati dai due terreni di coltura ed
utilizzati per infettare altre due colture di E. coli, in questo caso cresciute su
terreni standard (privi di isotopi radioattivi).
Analisi della radioattività delle colture batteriche: dove è localizzata?
Dopo un certo tempo dall'inizio dell'infezione virale:
3) il terreno di coltura viene posto in un agitatore che consente il distacco del rivestimento proteico dei virus dalla membrana cellulare
del batterio (il DNA è già stato iniettato nella cellula batterica=ombre fagiche=gli involucri virali sono vuoti);
4) La centrifugazione permette la separazione del sovranatante contenente gli involucri proteici e di un pellet di cellule batteriche sul
fondo della provetta
La composizione nucleotidica degli RNA instabili era simile a quella del DNA
del fago T2 e diversa da quella del DNA di E.coli
https://www.pnas.org/doi/epdf/10.1073/pnas.1525084113
Prima prova dell'esistenza degli introni e dello splicing
dell'RNA
L'mRNA tardivo di Adenovirus non
ibridizza con un'unica regione
del DNA ma con 3 differenti
regioni (in rosso nell'immagine
A).
Nell'immagine B (microscopia
elettronica):
la linea rossa rappresenta la
regione di appaiamento RNA:DNA
Le anse A,B,C rappresentano il
singolo filamento di DNA
spiazzato e non ibridato che
corrisponde alla sequenza
degli introni non codificanti
1
Formazione del "lariat"
Associazione di piccoli RNA nucleari (snRNA) e
piccole proteine nucleari agli introni
La rimozione di un introne richiede
l'associazione di diverse particelle
ribonucleoproteiche chiamate snRNP
(pronunciato snurp) agli introni
neotrascritti: ogni introne del pre-
mRNA si associa con un complesso
macromolecolare detto spliceosoma.
Sono coinvolte 5 particelle
snRNP (U1,U2,U5, U4/U6) ognuna
caratterizzata da 1 snRNA e
complessi di circa 8-20 piccole
proteine nucleari.
Lo spliceosoma agisce come un ribozima
Gli small nuclear (snRNA) sono gli elementi cataliticamente attivi delle snRNP, mentre
le proteine giocano ruoli supplementari:
Mantengono la corretta struttura tridimensionale
degli snRNA e ne guidano i cambiamenti
conformazionali
Trasportano gli mRNA maturi all'involucro nucleare
Selezionano i siti alternativi di splicing da
utilizzare
Reazioni chimiche all'interno dello spliceosoma
Early complex: U1 snRNP riconosce
lo splice-donor (formazione di ibridi
RNA-RNA). Il fattore accessorio U2AF si
lega al tratto polipirimidinico ed
interagisce con BBP che si lega al branch
point. U2AF interagisce anche con le
proteine SR che si legano agli enancher
esonici per lo splicing. Queste
interazioni giocano un ruolo importante
nel riconoscimento dei confini
introne/esone.
Ciò favorisce il reclutamento di U2 snRNP
(Complex A) che attraverso interazioni
RNA-RNA riconosce il branch point site e
fa sporgere la A per l'attacco
nucleofilo.
U4, U5, U6 snRNPs si uniscono al
complesso: U6 sostituisce U1 che esce.
Anche U2AF esce dal complesso
L'assemblaggio di uno spliceosoma coinvolge una serie di inetrazioni dinamiche sia del pre-
mRNA con specifici snRNA sia di specifici snRNA tra loro
L'ibridazione RNA:RNA
è importante per lo splicing
Lo splicing alternativo aumenta la
complessità e variabilità genetica
EJC (Exon Junction Complex): proteine che si legano ai confini esone-esone indicano che
l'mRNA ha subito uno splicing corretto.
CBC (Cap binding complex): segnala che il capping è avvenuto correttamente
PABP (Poli-A Binding Protein): segnala la corretta poiliadenilazione del trascritto
Nucleus restricted proteins: segnalano i trascritti che devono essere trattenuti nel nucleo
Nuclear export receptor: recettore contenente una sequenza segnale
Trasporto attraverso
il poro nucleare