MORACCI
PROGRAMMA 2019
-La struttura dell'acqua e la sua importanza nei sistemi biologici - Legami covalenti, legami deboli (legami a
idrogeno, legami ionici, le forze di van der Waals, le interazioni idrofobiche, ecc.). La ionizzazione
dell’acqua, degli acidi e delle basi deboli. L’equazione di Henderson-Hasselbalch
Lipidi: Struttura dei principali lipidi, lineari e steroidei. Struttura, proprietà chimico-fisiche, funzioni. Le
membrane biologiche: lipidi, proteine e glicidi nelle membrane - organizzazione spontanea - fluidità –
asimmetria - permeabilità selettiva
Acidi nucleici: L'organizzazione strutturale: basi, nucleosidi e nucleotidi - la struttura primaria (legame
fosfodiesterico) e secondaria degli acidi nucleici - la struttura a doppia elica - parametri strutturali e forze
stabilizzanti. Struttura terziaria. Processi di denaturazione degli acidi nucleici: ipercromismo - temperatura
di fusione -denaturazione reversibile - ibridazione.
Livelli di organizzazione strutturale delle proteine. La struttura delle proteine: i legami coinvolti, con
particolare riguardo ai fattori energetici. La struttura primaria: il legame peptidico. Le strutture secondarie:
a-elica, le catene ed i foglietti b-, i ripiegamenti b. I motivi ed i domini proteici. Le strutture terziaria e
quaternaria.
Il folding delle proteine. La denaturazione e la rinaturazione delle proteine: elevate temperature, estremi di
pH, guanidina.
Funzione delle proteine: Mioglobina ed emoglobina nel trasporto O2. Le immunoglobuline e le interazioni
complementari tra proteine e ligandi.
Enzimologia. Struttura e proprietà degli enzimi. La cinetica delle reazioni non catalizzate: ordine e
molecolarità di una reazione, teoria degli urti molecolari e del complesso attivato. Cinetica enzimatica:
specificità di reazione e di substrato, il complesso enzima-substrato, lo stato stazionario e l'equazione di
Michaelis e Menten.
BIOENERGETICA E METABOLISMO
entropia ed energia libera), lo stato standard, i composti ad alto contenuto energetico, il loro ruolo nel
metabolismo (basi chimico-fisiche delle variazioni di energia libera di idrolisi).
Metabolismo energetico
La combustione completa degli atomi di carbonio provenienti dai diversi distretti metabolici e la produzione
dell'energia in condizioni di aerobiosi. La decarbossilazione ossidativa del piruvato – il meccanismo del
piruvato deidrogenasi. Il ciclo degli acidi tricarbossilici: le reazioni ed i loro meccanismi - significato
fisiologico del ciclo e correlazioni metaboliche - controlli dell'attività del ciclo. Le reazioni anaplerotiche:
piruvato carbossilasi ed enzima malico.
La fosforilazione ossidativa: la teoria chemiosmotica - l'ATPasi F1 - il meccanismo della sintesi di ATP. Bilanci
energetici dei vari processi metabolici.
La biosintesi degli acidi grassi saturi: il complesso della sintetasi degli acidi grassi.
Catabolismo delle proteine: Degradazione delle proteine – il meccanismo delle proteasi a serina. Generalità
sul destino dello scheletro carbonioso degli amminoacidi. Transamminazioni - deamminazione ossidativa -
ciclo dell'urea.
NB. Gli argomenti sottolineati indicano reazioni enzimatiche di cui si deve conoscere il meccanismo!!!
Biosintesi di DNA: le DNA polimerasi, concetti di stampo ed innesco, altre attività delle polimerasi. DNA
ligasi.
Biosintesi dell’RNA: RNA polimerasi-DNA dipendenti: la RNA polimerasi di Escherichia coli; enzimi degli
eucarioti, maturazione degli RNA.
Biosintesi delle proteine: Biosintesi di DNA Struttura e funzione degli RNA di trasferimento - il codice
genetico - la reazione di attivazione degli amminoacidi: caratteristiche ed energetica.
MODALITA’ D’ESAME:
PROVA SCRITTA
12 domande a risposte multiple + 3 strutture chimiche, 30 minuti di tempo; soglia per essere ammessi
7/12 e 2/3. L’ammissione all’orale è valida per 2 sessioni.
La vita sulla terra è iniziata a partire da un ultimo progenitore comune universale (definito
Luca), non sappiamo se questo progenitore sia l'unico tentativo di dare origine alla vita o se
altri esemplari non siano stati in grado di dare inizio alla vita.
I batteri sono i diretti discendenti di Luca, dopo di loro si sono originati gli Archea e da questi
ultimi gli eucarioti, quindi noi deriviamo da un parente comune agli Archea. (se derivassimo
dagli Archea stessi, questi sarebbero estinti).
Uno dei primi eventi nella storia dei viventi è stata la comparsa della compartimentalizzazione,
con la presenza di un involucro esterno che ha permesso di concentrare in un solo punto tutte
le reazioni chimiche e metaboliche
Noi siamo una forma della materia che è in grado di analizzare sé stessa.
La biochimica è unica per tutti gli organismi viventi, il sistema modello dai batteri più semplici è
vero per tutti gli organismi. Questo principio fu studiato da Jaques Monot
Di tutti gli elementi della tavola periodica soltanto una trentina sono essenziali per gli
organismi viventi, gli elementi più importanti sono quelli che formano i legami più resistenti e
sono presenti in tutti gli organismi in particolare gli elementi fondamentali sono il carbonio,
azoto, ossigeno, azoto, idrogeno, fosforo. Gli oligoelementi invece sono presenti in scarsa
quantità e vengono utilizzati dagli enzimi per svolgere le loro funzioni.
Noi siamo forme di vita basate sul carbonio, infatti questo atomo forma delle strutture
tridimensionali con degli angoli di cerca 109 gradi tutti uguali, questo fornisce enorme
versatilità e gli consente di formare legami singoli molto resistenti C-C e permettono di ruotare
consentendo il fenomeno dell'isomeria. L'isomeria è un processo fondamentale della vita, è la
base del riconoscimento molecolare.
E’ in grado di formare anche doppi legami, che limitano la sua capacità di ruotare.
Questa grande versatilità fa ritenere che se fossero presenti altre forme di vita, anche queste
sarebbero basate sul carbonio e sarebbero basate alle stesse regole fisiche e chimiche a cui
siamo sottoposti noi.
LE MACROMOLECOLE
Le cellule hanno un alto grado di complessità chimica, quindi queste piccole unità funzionali si
combinano in costituenti monomerici. I monosaccaridi costituiscono i polisaccaridi; gli
amminoacidi costituiscono le proteine, gli acidi nucleici costituiscono i nucleotidi, gli acidi
grassi e il glicerolo costituiscono i lipidi.
Le macromolecole dunque sono grandi elementi formati da piccole unità e hanno peso
molecolare maggiore di 5000.
Parliamo delle discipline che studiano le macromolecole e che rientrano tutte in una disciplina
più ampia definita Biologia Dei Sistemi (System Biology):
genomica: studio degli aspetti globali dei geni, a livello dell'intera sequenza del genoma
proteomica: studio di quali geni sono stati tradotti in proteine in maniera sistematica
glicomica: studio degli zuccheri dei taxa
I carboidrati (idrati di carbonio) sono comunemente chiamati zuccheri. Contengono solo
carbonio, idrogeno e ossigeno. Inoltre, contengono sempre un gruppo aldeidico o un gruppo
chetonico. Si classificano in base al numero di atomi di carbonio (3, 4, 5, 6) e assumono nello
spazio due forme possibili in base alla posizione dell'ossidrile: ossidrile sulla destra D, ossidrile
sulla sinistra L.
Per ragioni prebiotiche tutti gli amminoacidi all'interno delle proteine sono della forma D,
evidentemente questa forma ha preso il sopravvento sulla forma L. Questo è fondamentale
per il riconoscimento molecolare
Il capostipite è la gliceraldeide.
Polisaccaridi:
• Cellulosa → funzione
principale di sostegno
• Amido → polimero di
riserva delle piante
• Glicogeno → polimero di
riserva degli animali che si
accumula nei muscoli e nel
fegato e ci permette di
attingere al glucosio
I LIPIDI
Sono costituiti da acidi grassi cioè trigliceridi e fosfolipidi, contengono glicerolo modificato con
gli acidi grassi. Sono molecole anfipatiche ovvero costituiti da una componente idrofilica (testa
del glicerolo) e code apolari (acidi grassi ovvero idrocarburi). Questa caratteristica li porta ad
assumere conformazione micellare o a doppio strato.
BASI AZOTATE e ACIDI NUCLEICI
Costituiscono i cromosomi, i quali però non sono costituiti da DNA puro ma da DNA legato a
proteine. Gli acidi nucleici sono costituiti da una sequenza di basi, ciascun nucleotide è
formato da una base azotata, da uno zucchero pentoso, divisi tra loro da legami fosfo-
diesterici, e un gruppo fosfato.
Tra adenina e timina si formano due legami idrogeno, tra guanina e citosina se ne formano tre.
Gli enzimi sono principalmente proteine, ma non tutte le proteine sono enzimi.
Sono catalizzatori biologici, molecole che permettono lo svolgimento di reazioni, non
influenzano l'insorgenza ma la accelerano.
Svolgono funzioni metaboliche, ad esempio la degradazione del lattosio. La mancanza
dell'enzima o l'inespressione determina l'intolleranza al lattosio.
In biochimica i concetti di caos e entropia sono fondamentali e ogni processo fisico e chimico
segue il primo e il secondo principio della termodinamica
L'equilibro è ciò che ritroviamo nelle sostanze inanimate, i fossili sono in equilibrio con
l'ambiente e sono roccia di un colore diverso che rappresenta la mescolanza di sostanze del
non vivente con l'ambiente.
Gli organismi viventi non si trovano in equilibrio con l'ambiente, ma lavora duramente al fine di
mantenere uno stato stazionario dinamico cioè le nostre molecole si devono rinnovare
completamente e di continuo grazie alle attività metaboliche; perciò non si trova in equilibrio
con l'ambiente. Per fare ciò bisogna consumare energia. Questa energia si esprime con il
metabolismo.
Noi facciamo parte di un sistema aperto: scambiamo energia e materia con l'ambiente, non
violiamo il principio della termodinamica perché, pur essendo organismi estremamente
ordinati, tramite questi scambi alimentiamo l'entropia producendo materia portando in ogni
caso all'aumento del caos dell'ambiente circostante. Noi sottraiamo energia all'ambiente e la
usiamo, poi aumentiamo l'entropia rilasciando materia nell'ambiente. Usiamo energia per
produrre altre forme di energia
Se fossimo un sistema chiuso invece violeremmo il primo principio della termodinamica
(«L'energia interna di un sistema termodinamico non si crea e non si distrugge ma si
trasforma assumendo altre forme»). Ne deduciamo che: In ogni processo chimico o fisico la
quantità totale di energia dell’universo rimane costante anche se le forme in cui l’energia si
presenta possono cambiare.
Gli organismi si dividono in autotrofi ed eterotrofi.
Gli autotrofi utilizzano come fonte energetica la luce, formano dalla luce molecole complesse a
partire da molecole semplici
Gli eterotrofi, come noi, si nutrono di altri organismi e siamo chemiotrofi cioè utilizziamo
molecole complesse per produrre energia.
Il metabolismo è dunque costituito dalla fase del catabolismo cioè della degradazione del
glucosio e dall'anabolismo. Sono due processi opposti
Le reazioni del metabolismo possono essere sia spontanee che non spontanee.
Lo studio della variazione di energia libera ci dà una misura di quanto una reazione è
spontanea o meno. Di nuovo: la biochimica è una scienza quantitativa.
Se la variazione di energia libera è negativa ΔG < 0 allora la reazione è esoergonica e viene
rilasciata energia e il processo è spontaneo. Al contrario se ΔG > 0 la reazione è endoergonica cioè
richiede energia per avvenire e il processo non è spontaneo.
LEZIONE 2 del giorno 8/03
INTERAZIONI IDROFOBICHE
Le interazioni idrofobiche avvengono tra molecole non polari quindi
non parliamo di atomi che hanno una parziale o totale carica ma
parliamo di atomi che hanno una carica netta, queste interazioni
sono molto comuni nelle macromolecole perché un atomo che
chimicamente è coinvolto nelle interazioni idrofobiche è il carbonio.
Quando mettiamo una sostanza non polare (es.metano) all’interno
dell’H2O quest’ultima non è in grado di interagire direttamente con
questa sostanza perché è un parziale dipolo e quindi si organizza in
una struttura regolare intorno alla molecola non polare. Questa
struttura prende il nome di Clatrato ed è un processo che determina
una riduzione di entropia e avendo un entalpia quasi uguale a 0, la
variazione di energia libera è positiva quindi il processo non è
favorevole perché avremo un aumento di ordine e quindi una
riduzione di entropia nel solvente.
In foto è presente un acido grasso che possiede una testa polare
dovuta al gruppo carbossilico e una coda non polare dovuta a una
componente idrocarburica (CH2-CH2……CH3). Osservando la
figura intuitivamente si pensa che l’interazione idrofobica, che è
quella che si crea tra le catene non polari, si deve a queste
molecole stesse ma la forza che porta queste molecole a mettersi a
contatto fra loro è dovuta dalla componente idrofobica. In altre
parole le molecole delle catene non si cercano fra loro ma è l’H2O
che le porta a contatto. Nel disegno in alto a destra ciascuna coda
idrofobica ha 13 molecole d’acqua che si dispongono intorno ma la
disposizione di queste molecole d’acqua diventa una riduzione della
libertà della molecola d’acqua e si riduce l’entropia. Facendo lo
stesso ragionamento per ogni coda avremo 13 per 3 =39 molecola
d’acqua ordinate e quindi questo è un danno per l’entropia, se
invece queste sostanze si mettono insieme (figura sottostante) si
hanno 15 molecole d’acqua per tre molecole quindi da 39 molecole
che erano ordinate ora ne abbiamo 15 ordinate. Questo perché
l’acqua tende al caos e quindi all’entropia maggiore.
Se facciamo un esempio in cui mettiamo molte molecole non polari
nella soluzione acquosa (ULTIMA FIGURA) si creano strutture
particolari che prendono il nome di MICELLE cioè quando queste
sostanze non polari sono tante e sono ANFIPATICHE (testa
idrofilica e coda idrofobica) le teste di queste sostanze tendono a
mettersi vicine e lo stesso succede anche per le code (ovviamente
è l’acqua a disporle in questo modo ). Vedremo che sono poche le
molecole d’acqua ordinate proprio per aumentare il grado di
entropia. Se invece mettiamo una sostanza anfipatica nel solvente
non polare le code si dispongono all’esterno e le teste si
dispongono all’interno portando alla formazione di una struttura
chiamata MICELLE INVERSE.
LE FORZE DI VAN DER WAALS.
Un'altra interazione debole sono le forze di van der Waals, queste forze si
creano quando due atomi che sono privi di cariche si trovano molto vicine
al di sotto di una certa distanza quindi non possono formare un legame
covalente ma quando si trovano al di sotto di questa distanza le nuvole
elettroniche si influenzano vicendevolmente e si viene a creare un dipolo
transitorio. Questo lo si può vedere attraverso il grafico sottostante dove
sull’asse delle Y è riportato l’energia che determina la repulsione o
l’attrazione e quindi il comportamento di una molecola. Sull’asse delle X si
riporta invece la distanza. Quindi al di sotto di una certa distanza c’è il
principio di impenetrabilità quindi le due sostanze si respingono, quando
si arriva ad una certa distanza si vede che la repulsione tende a diminuire
fino a diventare attrazione, si crea così il raggio di van der Waals dove
l’attrazione è massima. Ogni atomo ha il suo raggio di van der Waals.
Le forze di van der Waals e le interazioni idrofobiche sono molto
importanti nella conformazione delle macromolecole.
RICORDA: nel DNA le due eliche sono tenute insieme non solo da legami
idrogeno (da ricordare A-T DUE LEGAMI H, C-G TRE LEGAMI H) ma anche
da interazioni idrofobiche. Le basi si trovano una sotto l’altra dove due
basi successive sono tenute insieme da interazioni idrofobiche (forze di
van der waals ) quest’ultime sono appunto il risultato dell’impilamento
delle basi azotate.
IONIZZAZIONE DELL’ACQUA, ACIDI E BASI DEBOLI
GLUCIDI
I carboidrati come dice il termine sono degli idrati del carbonio ma con
una definizione più approfondita si possono definire poliidrossialdeidi o
poliidrossichetoni. In questo caso è chiaro che vedendo le strutture in
figura i due più semplici sono la gliceraldeide e diidrossiacetone. in
particolare si capisce che che sono degli idrati del carbonio poiché gli
atomi che li costituiscono sono di tre tipi C, O, H. sia la gliceraldeide che il
diidrossiacetone sono costituiti da 3 atomi di carbonio, la differenza tra
questi due è che la gliceraldeide contiene la funzione aldeidica al carbonio
uno (C1) mentre il diidrossiacetone contiene una funzione chetonica al
carbonio due (C2). Tra i carboidrati troviamo:
-monosaccaridi
Es. l’acido maleico e l’acido fumarico che hanno gli stessi atomi e che
sono legati allo stesso modo ma nello spazio questi gruppi si dispongono
diversamente. Infatti i gruppi carbossilici possono disporsi entrambi dallo
stesso lato rispetto al doppio legame (configurazione cis) oppure sui lati
opposti (configurazione trans). Non è possibile passare da una
conformazione all’altra senza un consumo di energia, è necessario che il
legame venga interrotto.
-il carbonio chirale deve essere posto nella posizione più bassa della
molecola
La stessa cosa del glucosio, che è un aldoso succede con i chetosi per
esempio con il fruttosio in questo caso sarà il carbonio 2 che ha funzione
carbonilica chetonica a reagire con l’ossidrile del carbonio 5 non più il
carbonio 1 perché non ha una funzione carbonilica, in questo caso si crea
la ciclizzazione ma la ciclizzazione porta a uno zucchero che ha un anello a
5 atomi in questo caso come prima per analogia si parla di furanoside cioè
una struttura furanosica perché il furanosio è un anello a 5 atomi con l’O.
In questo caso la numerazione del fruttosio è riportata nella figura
sottostante il carbonio 2 è quello legato all’O quindi quello che aveva la
funzione carbonilica.
Ci sono due zuccheri con anelli a 5 atomi molti importanti che sono il
deossiribosio e il ribosio che sono due zuccheri che costituiscono il DNA. Il
fruttosio e questi zuccheri sono dei falsi amici (sono simili ma che hanno
un significato diverso) perché il fruttosio è a 6 atomi di carbonio mentre
questi zuccheri sono a 5 atomi di carbonio perché il fruttosio presenta un
gruppo CH2OH che il ribosio e il deossiribosio non hanno.
Perché una molecola possa passare all’altra in tutti questi casi perché
stiamo parlando di configurazioni deve avvenire l’interruzione di un
legame covalente almeno un legame covalente se no non si passa
dall’una all’altra. Questo ci porta ad un altro gruppo i cosiddetti
isomeri conformazionali.
Questo non avviene per caso ma che è una regola per cui questa
rappresentazione è quella alla base della successiva disposizione di questi
gruppi segue questa regola, quando invece si passa dalla forma D alla
forma L il gruppo CH2 va al di sotto del piano dell’anello. Quando si passa
alla rappresentazione più propria del glucosio in questa forma a sedia
vedete che non si può più parlare di alto e basso perché in questo caso
questi ossidrili si dispongono in maniera cosiddetta equatoriale oppure
assiale in particolare vedrete che l’alfa-glucopiranosio mostra un unico
gruppo OH assiale tutti gli altri sono equatoriali. Anche in questo caso si
dice in basso è assiale in alto equatoriale.
Gli zuccheri sono sostanze reattive che vengono utilizzate dalla cellula per
vari scopi intanto la loro ossidazione e riduzione entra a far parte del
metabolismo. In esso i processi di ossido-riduzione degli zuccheri sono tra
i processi fondamentali per capire come noi produciamo ATP questo
avviene come già detto precedentemente perché gli zuccheri sono
reattivi. Quindi nello zucchero è possibile identificare un orientamento. I
monosaccaridi hanno un’estremità con una funzione emiacetalica e
un'altra estremità con una funzione alcolica, la funziona emiacetalica è
una funzione reattiva perché è un estremità di tipo riducente infatti
quando reagisce con dei composti come l’idrossiammoniato di argento si
osserva la formazione della colorazione a specchio perché l’argento
precipita ciò avviene proprio perché lo zucchero viene convertito da
funzione emiacetalica a funzione carbonilica. Questo ci fa capire che tutti
i carboidrati hanno un orientamento e lo stesso per le macromolecole. Gli
zuccheri hanno un orientamento perché avviene un processo di
ciclizzazione con formazione di un emiacetale. Gli emiacetali possono
reagire con un altro alcool e si ha la formazione di acetale e H2O. quindi si
avranno due reazioni di condensazioni. La stessa cosa succede per gli
emichetali.
Quando abbiamo già un emiacetale formato quest’ultimo può reagire con
un altro alcool portando alla formazione di un legame covalente tra i due
zuccheri che prende il nome di legame glicosidico in questo modo
otterremo da due monosaccaridi un disaccaride. Quando processo
avviene numerose volte si producono oligosaccaridi e polisaccaridi. Una
cosa importante da ricordare che il legame glicosidico che si forma tra gli
zuccheri è un legame molto resistente e che essendo coinvolto un atomo
di O prende il nome di O-glicosidico. Nel momento in cui abbiamo un
gruppo acetale è coinvolto in un legame covalente non si può più avere
mutarotazione. Prendendo in esame il maltosio ha un legame alfa 1- 4 tra
due molecole di glucosio come possiamo vedere in figura la prima
partecipa al legame con il carbonio 1 la seconda con il carbonio 4,
siccome non si può verificare una mutarotazione il legame sarà sempre
alfa 1-4, lo zucchero che può andare in mutarotazione è il secondo poiché
presenta ancora la struttura di emiacetale.
Anche i disaccaridi come i monosaccaridi presentano un orientamento
avendo un’ estremità riducente e una non riducente ovviamente
l’estremità riducente è quella del secondo zucchero poiché ha la funzione
emiacetale.
Per quanto riguarda la prima categoria (alfa) i più importanti sono l’amido
e il glicogeno, l’unità strutturale dell’amido è il maltosio
(glucosio+glucosio) anche l’amido ha un estremità riducente e una non.
L’amido è costituito da due componenti l’amilosio e l’amilopectina, il
primo è una catena lineari quindi legami alfa 1-4, mentre il secondo è
costituito sia da catene lineari e ogni 24-30 residui si osserva una
ramificazione con legame alfa 1-6.
Fino a pochi anni fa si credeva che gli zuccheri avessero solo una funzione
alimentare e strutturale è stato osservato che gli zuccheri negli organismi
hanno delle funzioni molto più importanti. Infatti questi zuccheri hanno
una funzione importantissima nel riconoscimento delle molecole fra di
loro in particolare trovandosi sulla superficie gli zuccheri sono il primo
elemento di contatto quando due macromolecole vengono a contatto.
Inoltre questi zuccheri sono coinvolti nei processi di trasduzione del
segnale e mediano le interazioni tra ospite e parassita.
I LIPIDI
I lipidi non sono molto solubili in acqua mentre sono molto solubili in
solventi organici come ad esempio il cloroformio, l’acetone. I lipidi che
studieremo sono caratterizzati ad avere delle strutture lineari idrofobiche
e delle teste polari quindi delle strutture a catena idrocarburica che
generalmente possono avere diverse lunghezze e diverse caratteristiche.
In particolare parleremo di tre categorie principali di lipidi i trigliceridi, i
fosfolipidi e gli steroidi, nello specifico di due principali gruppi: nel primo
gruppo ci sono i trigliceridi e i fosfolipidi mentre nel secondo gruppo ci
sono gli steroidi che sono caratterizzati ad avere delle catene aromatiche
fuse tra di loro.
NB che le catene costituite soltanto da atomi di carbonio non ossidati
quindi dotati di carbonio legato ad idrogeno e gli anelli aromatici che
possono essere o senza doppi legami o con doppi legami sono un marchio
di idrofobicità e quindi non polarità.
Gli acidi grassi sono degli acidi carbossilici quindi hanno un gruppo
carbossilico (contengono il gruppo funzionale COOH) al quale è legata una
catena che può avere una diversa lunghezza ovvero una catena
idrocarburica e quindi va da 4 atomi di carbonio nel caso degli acidi grassi
più corti a 36 atomi di carbonio.
La nomenclatura più semplice degli acidi grassi si basa sul fatto che il
carbonio del gruppo carbossilico viene numerato come carbonio 1 e poi
leggendo la sequenza di CH si numerano gli altri atomi di carbonio. Inoltre
c’è un'altra classificazione che invece chiama gli atomi di carbonio con
lettere greche però il primo atomo di carbonio che viene numerato
ovviamente con la lettera alfa non è il carbonio del gruppo carbossilico
ma è il primo carbonio della catena idrocarburica.
Negli acidi grassi nella foto precedente sono mostrati anche con la
formula che mostra anche i raggi Van der Waals è possibile incontrare dei
doppi legami questi doppi legami sono molto importanti dal punto di vista
della comprensione della funzione di queste sostanze, i doppi legami
quindi rappresentano una insaturazione cioè la catena idrocarburica è
insaturata perché il carbonio non forma tutti i legami con l’idrogeno ma
ne forma due quindi uno in più in questo caso con il carbonio vicino.
Generalmente i doppi legami degli acidi grassi hanno un isomeria di tipo
cis cioè si porta quindi l’acido grasso ad avere le due catene dallo stesso
lato degli atomi di carbonio coinvolti nel doppio legame. L’acido grasso in
figura presenta 18 atomi di carbonio e un insaturazione al carbonio 9
quindi è un acido cis-9-ottadecanoico. Nello specifico la lettera delta
maiuscola sta ad indicare l’insaturazione e 18 sta per gli atomi di carbonio
1 per il numero delle insaturazioni e il delta elevato alla 9 ci indica che
l’insaturazione si trova al carbonio 9.
18:1(Δ9 ) Acido cis-9-ottadecanoico
NB Gli acidi grassi non sono i lipidi ma i lipidi sono gli esteri degli acidi
grassi finora abbiamo parlato dei componenti dei lipidi in particolare i
trigliceridi sono formati da una molecola di glicerolo
(CH2OHCHOHCH2OH), evidenziata in rosa in figura, che mostra tre legami
esteri con tre acidi grassi. In questo caso il lipide mostra una testa
leggermente polare dovuta alle tre molecole di ossigeno (in rosso in
figura) per questo i trigliceridi sono più solubili in sostanze apolari.
Nel momento in cui si ha un legame di questi tre acidi grassi come mostra
in figura il carbonio può diventare chirale in particolare il carbonio 2
perché è legato a 4 gruppi differenti mentre questi due carboni il
carbonio 1 e il 3 non possono diventare chirali perché non sono legati a 4
gruppi diversi ma sono legati a due idrogeni. In generale i grassi
soprattutto negli animali vengono utilizzati come deposito energetico
cioè i grassi si accumulano per consentire l’utilizzo in una fase in cui non
ci sono elementi quindi è necessario attingere a delle riserve di energia.
Una delle caratteristiche negative degli acidi grassi è che quando vengono
esposti all’aria si ossidano e producono cattivo odore (es il burro diventa
rancido) questo succede perché ossidazioni a carico delle catene
idrocarburiche sature del burro che produce dei fenoli e degli acidi
carbossilici che hanno cattivo odore ovvero queste catene si
interrompono e producono nuove sostanze che hanno cattivo odore. Per
evitare tutto questo e per aumentare il punto di fusione si produce il
fenomeno dell’idrogenazione e cioè le sostanze che hanno dei gradi di
insaturazione vengono trattate con metodi chimici aggiungendo idrogeno
e portando ad una riduzione dei doppi legami. Questo porta al processo
di idrogenazione cis-trans cioè queste sostanze assumono una
configurazione di tipo cis o trans, quando assumono una configurazione di
tipo trans diventa un problema perché queste sostanze anche se non
sono piegate sono un problema per la salute quindi in conclusione è
meglio nutrirsi di oli vegetali anziché delle loro forme trattate ad es gli oli
da frittura.
Inoltre abbiamo altri grassi che sono le cere in questo caso l’acido grasso
della catena forma un legame estere con un alcool che però non è il
glicerolo (che è un alcool piccolo ed è molto ossidato mostrando tre
atomi di ossigeno) ma è un alcool a lunga catena che può avere dai 14 ai
36 atomi di carbonio. In natura le cere sono utilizzate dagli animali per
impermeabilizzare il proprio mantello per cui gli uccelli marini hanno una
ghiandola che si trova alla base del becco che secerne le cere.
NB i lipidi di cui abbiamo parlato finora sono lipidi passivi perché la loro
funzione è solo quella alimentare quindi come fonte energetico esempio
trigliceridi o una funzione strutturale per esempio il glicerofosfolipide. I
lipidi attivi sono gli ormoni oppure i lipidi coinvolti nel trasferimento dei
carboidrati durante la glicosilazione, oppure quelli che funzionano da
pigmenti andando a colorare gli alimenti come nel caso della carota
perché assorbono la luce a una determinata lunghezza d’onda.
Gli ormoni steroidei sono generalmente più polari del colesterolo e quindi
vengono trasportati dal flusso sanguigno agli organi bersaglio, riescono ad
entrare all’interno della cellula senza l’aiuto dei trasportatori polari
perché riescono ad attraversare la membrana. Inseguito si legano a
proteine recettoriali all’interno della cellula e quindi nel nucleo e attivano
un espressione genica.
Un altro lipide che ha la funzione di segnale è la vitamina D più
propriamente detta vitamina D3, quest’ultima si chiama colecalcifenolo e
vedremo che non viene prodotta dal corpo spontaneamente ma viene
prodotta a partire da un precursore che è il deidrocolesterolo essa è
presente sulla nostra pelle, quando noi abbiamo l’irradiamento della luce
solare si ha l’energia sufficiente per spezzare questa molecola e si ha la
formazione della vitamina D3. Questa vitamina non è molto efficace, lo
diventa nel momento in cui due enzimi nel rene e nel fegato la
trasformano in calcitriolo che ha la funzione di trasportare il calcio verso
le ossa.
Un altro lipide di segnale molto importante è la vitamina A (A1) che è
chiamato anche retinolo, questa è importante perché è il pigmento
essenziale per la visione. Il precursore della vitamina A è il beta-carotene
che va incontro ad una rottura e produce il retinolo (per conto suo
funzione nel meccanismo della pressione),ma quando viene svolta un
ossidazione porta alla formazione del retinale che a sua volta viene
modificato in acido retinoico (stimola il tessuto epiteliale per questo è
presente in molte creme per il trattamento di rughe e acne).
I lipidi hanno la capacità di formare le membrane e presentano un
orientamento ovvero una testa polare e una coda idrofobica per cui la
molecola si dice che è anfipatica, questa caratteristica fornisce ai lipidi la
tendenza di potersi aggregare quando si trovano all’interno di una
soluzione acquosa.
RICORDA che cos’è che determina l’aggregazione dei lipidi? -> è l’H2O che
cerca di ridurre il suo grado di ordine.
Quando si formano delle strutture come quelle degli acidi grassi abbiamo
la testa polare perché c’è un acido carbossilico (è polare e anche carico) e
una singola catena idrocarburica, quando rappresentiamo questa
molecola nello spazio somiglia a un cono rovesciato. Quando il precursore
ha questa forma possiamo solo ottenere delle micelle, per ottenere delle
strutture più complesse come le vescicole o il doppio strato lipidico è
necessario un lipide che ha una testa idrofilica e ha più catene di acidi
grassi nei glicerofosfolipidi abbiamo due catene. In questo caso la forma
tridimensionale somiglia ad un cilindro questo significa che nello spazio le
molecole assumono un tipo di impacchettamento diverso. Come si può
notare nel secondo disegno ci sono delle parti idrofobiche (ai due lati) che
sono comunque a contatto con l’acqua per questo quando il doppio
strato si allunga si richiude su stesso e porta alla formazione di una
vescicola. Quest’ultima rispetto alle micelle presentano un ulteriore
strato lipidico dove una testa è rivolta verso l’esterno mentre un’altra è
rivolta verso l’interno.
MEMBRANA PLASMATICA
4- 3- 2- +
ATP + H O à ADP + HPO + H ΔG = -30.5 kJ/mole
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Nella funzione della cellula si è verificato una cosa del genere, e cioè un’unica
molecola che servisse alla cellula per tutti i processi in piena richiesta di energia. Se
più di una fossero state tante il metabolismo sarebbe stato completamente indafinato.
Perche? Perché se per fare la glicolisi oppure per fare la gluconeogenesi ovvero la
sintesi del glucosio serviva l’ATP, ma invece per fare la sintesi e se in un acido
grasso serviva un altro nucleotide e non c’era nucleotide di quel tipo disponibile io
dovevo bloccare il metabolismo perché non c’era quella molecola di scambio.
Sviluppandosi, invece, un’unica molecola che andasse bene per tutti i processi
metabolici ho ottimizzato l’ammicolismo (?) il processo che porta alla sintesi delle
macromolecole.
Quindi sia se voi dovete sintetizzare le proteine, acidi nucleidi, zuccheri, lipidi e
qualsiasi altro componente cellulare avete bisogno di una banca di ATP.
Passiamo adesso ad una notazione di tipo biochimico: perché l’ATP ha questa natura
e perché è una molecola che può essere utilizzata per dei processi energetici.
Perché i legami che sono disegnati qui: