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Lezione 1

* Origine della vita * Livelli di organizzazione della materia vivente:


virus viroidi e prioni cellula procariota cellula eucariota *composizione chimica delle cellule *Tecniche per lo studio della cellula

Citologia ed istologia Cardellini et al. Idelson-Gnocchi Esame scritto e diviso in due parti(citologia-istologia) SOLO PER CHI FREQUENTA ed al PRIMO APPELLO

Lezione 1
*Livelli di
organizzazione della materia vivente:

Lezione 1 *Le dimensioni delle cellule e dei loro componenti

Lezione 1
*Tecniche per lo studio della cellula

Lezione 1
* Origine della vita
Introduzione: Gli esseri viventi si distinguono dai non viventi per la loro capacita' di effettuare la riproduzione. E' esclusiva degli acidi nucleici (DNA ed RNA) autoreplicare le molecole. L'unita' fondamentale degli esseri viventi e' la cellula. Gli esseri viventi sono organizzati come organismi unicellulari o pluricellulari. Quest'ultimi organizzati in modo progressivamente piu' complesso: cellula < tessuti (insieme di cellule) < organo (insieme di tessuti) < apparati (insieme di organi) < organismo. Ogni aggregazione e' sempre effettuata sulla base di una unita' funzionale, per es. nei tessuti le cellule si uniscono per svolgere una stessa funzione.

Origine della vita:


Una possibile sequenza dellorigine della vita e' la seguente: 1) Sintesi abiotica di monomeri organici Composizione atmosfera H20, H2, CH4, NH3 piu' gas provenienti dai vulcani (CO2,CO,N2 e tracce di O2). Da queste sostanze si sono formate le prime molecole organiche. 2) Sintesi abiotica di polimeri Unione di monomeri in polimeri (es. proteine), formazione di protenoidi 3) Formazione di protobionti Aggregati di molecole prodotte per via abiotica, non in grado di autoduplicazione, ma capaci di mantenere un ambiente chimico interno differente da quello circostante (es. microsfere, liposomi) 4) Origine dell'ereditarieta' Comparsa di molecole di RNA, i primi geni del mondo abiotico, capaci di autoreplicazione dovuta alla complementarieta' delle basi. Sono molecole autocatalizzatrici. Questa proprieta' e' mantenuta anche nelle cellule attuali I punti 3 e 4 sono caratterizzanti gli esseri viventi.

Lezione 1
*Livelli di organizzazione della materia vivente:
virus viroidi e prioni cellula procariota cellula eucariota

Virus non sono classificati come cellule perche' mancano della capacit di riproduzione autonoma; infatti possiedono RNA o DNA ma necessitano di una cellula eucariota per riprodursi. Nelle forme piu' semplici sono formati da un filamento di acido nucleico e da proteine che lo rivestono; in quelle piu' complesse si assiste alla formazione di un capside proteico, alla presenza di proteine che servono per riconoscere la cellula da infettare ed altre che permettono la replicazione del virus una volta penetrato nella cellula ospite.

Lezione 1- Virus

Cellule procariote sono presenti solo nei batteri presentano similitudini con le cellule fossili dell'Australia rispetto alle cellule eucariote ci sono molte similitudini per quanto riguarda il linguaggio genetico, vie metaboliche, membrana plasmatica e parete cellulare non esiste un nucleo definito e separato dal citoplasma ma un nucleoide mesosomi non c'e' formazione del fuso mitotico non sono sessuate locomozione tramite flagello

Lezione 1 Batteri

Lezione 1
batteri

Cellule eucariote presentano una elevata complessita' strutturale componenti cellulari: nucleo con involucro nucleare, cromatina e formazione di cromosomi, mitosi con il fuso, reticolo endoplasmatico liscio e rugoso, apparato del Golgi, lisosomi, perossisomi, vescicole di trasporto, endosomi, mitocondri, cloroplasti, membrana plasmatica specializzazione cellulare differenziamento

Lezione 1cellula eucariota

Per funzionare la cellula necessita di: controllo genetico mantenimento omeostatico apparati biosintetici per la produzione di macromolecole produrre energia essere capace di muoversi

Lezione 1 cellula procariota e cellula vegetale ed animale

La cellula eucariota ha un aspetto sferico quando e' libera (come le cellule del sangue) oppure quando e' isolata dalle altre cellule del tessuto. Allinterno del tessuto ha invece una struttura poliedrica e molto spesso risulta polarizzata (presenza di microvilli). La cellula epiteliale e' una tipica cellula polarizzata in cui e' possibile distinguere una faccia basale una faccia libera e due facce laterali contigue con le altre cellule vicine.

Lezione 1
*Livelli di
organizzazione cellulare e molecolare

*composizione chimica delle cellule Gli esseri viventi sono formati da 4 elementi fondamentali C, O, H ed N e da altri elementi presenti in tracce. O, C, H, N, Ca e P svolgono funzioni strutturali (es. creazione della massa muscolare) e funzionali (es. enzimatiche). K, S, Na, Cl, Mg sono deputate allo svolgimento di altre funzioni (es. catalizzatori enzimatici) Generalmente i composti organici possono essere classificati in : - componente strutturale: proteine, lipidi e zuccheri - componente funzionale: proteine enzimatiche/ Acidi nucleici

ACQUA
L'H2O e' una molecola fondamentale per il funzionamento di tutte le altre molecole organiche. Questa sua caratteristica deriva dal fatto che essa e' un dipolo e un solvente praticamente universale.

Lezione 1
*composizione chimica delle cellule

Idrocarburi Il carbonio con valenza quattro e' alla base delle molecole organiche (idrocarburi) struttura portante per proteine, zuccheri, lipidi. Lidrocarburo pi semplice e' il metano (CH4). Le molecole degli idrocarburi possono essere formate anche da molti atomi di carbonio ed essere presenti in forma lineare o quando la molecola formata da 5 o 6 atomi di C in strutture cicliche (esagoni o pentagoni). Gli atomi di C sono legati tra di loro con legami covalenti singoli, doppi o tripli. La sostituzione dell'idrogeno con vari gruppi funzionali determina la acquisizione di proprieta' peculiari per le molecole. I principali gruppi funzionali dei composti organici sono: Gruppo funzionale Nome del composto Ossidrile Alcool Carbonile Aldeide /chetone Carbossile Acidi carbossilici Amino Amine Sulfidrile Tioli Fosfato Fosfati organici

Monomeri e Polimeri

Lezione 2
*composizione chimica delle cellule

Lezione 2
*composizione chimica delle cellule
Zuccheri Gli zuccheri sono caratterizzati da gruppi OH e un gruppo aldeidico o un gruppo chetonico; si formano rispettivamente aldosi e chetosi. Si trovano negli esseri viventi molti zuccheri pentosi ed esosi a forma ciclica. La forma ad anello determina la presenza di isomeri (geometrici, stereoisomeri). Gli zuccheri come molte delle altre molecole dei viventi possono trovarsi in forma monomerica ed in forma polimerica, entrambe continuamente in divenire all'interno delle cellule: infatti si osservano continui processi di polimerizzzione e di depolimerizzazione.

*composizione chimica delle cellule zuccheri

Polimerizzazione: attivita' di sintesi che porta a liberare una molecola di H20 Depolimerizzazione: attivita' idrolitica in base alla quale inserendo una molecola di H20 il polimero viene scisso nei vari monomeri. Il legame che porta alla formazione di polimeri di zuccheri e' il legame glicosidico (ponte di O dopo liberazione di H20 tra due gruppi OH). Il legame glicosidico si forma tra il C 1 e C 4 o C 6. Il tipo di legame glicosidico (1-4 o 1-6) impiegato fornisce caratteristiche peculiari al polimero che viene formato. Per es. tra cellulosa e glicogeno (entrambi polimeri di glucosio) la differenza e' data dal C implicato nella formazione del legame glicosidico. Le proprieta' sono completamente differenti: la prima si trova nelle cellule vegetali e risulta indigeribile per gli animali. Il secondo rappresenta la riserva di glucosio degli animali e viene immagazzinato nel fegato sotto forma di strutture a 'rosette'. Le catene polimeriche saccaridiche sono generalmente definite ramificate.

*composizione chimica delle cellule zuccheri

Lipidi Sono formati da alcooli ed acidi organici. Acidi grassi: Sono acidi carbossilici ad elevato numero di C, con legami semplici (saturi) o doppi e tripli (insaturi).

Steroidi: struttura complessa ciclica. Svolgono funzioni strutturali ma anche funzionali (ormoni). Uno steroide molto diffuso e' il colesterolo presente nelle membrane biologiche. Linterruzione della sua simmetria influenza le caratteristiche di fluidita' delle membrane.

Trigliceridi: si formano dalla sostituzione degli OH della glicerina con tre acidi grassi. L'acido grasso si lega con un legame diesterico.

Fosfolipidi: molecole altamente polarizzate; sono i componenti principali delle membrane biologiche. Sono caratterizzati da una porzione idrofilica (testa) ed una idrofobica (coda). Sono costituiti da due catene di acidi grassi (saturi od insaturi) che formano le due code idrofobiche legate con legame diesterico al glicerolo a cui si lega la testa idrofilica costituita da fosfato piu' un gruppo specifico (es. colina, serina, etanolamina, etc.).

Lezione 2
*composizione chimica delle cellule proteine

Proteine Sono molecole polimeriche, estremamente lunghe ma mai ramificate, formate da monomeri di aminoacidi (in natura sono 20). Gli aminoacidi possiedono un gruppo aminico ed uno carbossilico impegnati nella formazione del legame peptidico. Gli aminoacidi sono schematizzabili con R
COOH-CH2-NH2

Dove R la parte della molecola che differisce per ciascun AA presentando gruppi chimici reattivi basici ed acidi. Per questo gli AA si classificano in: AA Neutri polari AA neutri apolari AA acidi AA basici. La funzione della proteina e' determinata dalla sequenza di AA che la compongono. Ogni molecola proteica presenta un gruppo N-terminale ed uno C-terminale.

Funzioni delle proteine


Strutturale: svolgono la loro azione fuori dalla cellula ma sono prodotte dalla stessa (es. proteine della matrice extracellulare, collageno, elastina etc.) Deposito: sono deposito di materiale 'importante' come gli aminoacidi. La maggior concentrazione di proteine di deposito si trova nell'embrione, in particolare nell'uovo e nel latte (ovalbumina, caseina). Trasporto: sono moltissime e permettono il passaggio ed il trasporto di proteine e/o altre molecole da diversi compartimenti. Es; emoglobina che trasporta l'O2 e la CO2; lipoproteine che trasportano i lipidi; proteine carriers che trasportano le molecole che devono entrare nel nucleo permettendo la comunicazione tra citosol e nucleo; questa attivita' di trasporto richiede energia sotto forma di ATP e GTP. Ormonali: gli ormoni sono i prodotti delle ghiandole endocrine (sono di natura proteica ma anche steroidea) e regolano l'attivita' dei diversi organi. Per es. l'insulina regola il tasso ematico di glucosio, svolgendo cos unazione antagonista a quella del glucagone che, invece, lo innalza.

Recettoriali: sono poste sulla superficie delle membrane (sia plasmatica che interne) e sono in grado di riconoscere una specifica molecola (per es. l'insulina), di legarla e di trasferire il messaggio da questa trasportato. Contrattili: sono le proteine che permettono il movimento e sono rappresentate dall'actina e dalla miosina. La prima svolge attivita' contrattile in tutte le cellule; la seconda e' caratteristica delle cellule muscolari. Difesa: immunoglobuline (anticorpi) per il riconoscimento del self e del non-self Enzimatiche: sono dei catalizzatori biologici e servono ad accellerare le reazioni chimiche. Ogni reazione biologica in chimica avviene grazie alla presenza di un enzima specifico.

Per ogni proteina e' possibile definire diverse strutture: Struttura Primaria: determinata dalla sequenza degli AA Struttura Secondaria: e' data dall'avvolgimento regolare della proteina in un ripegamento di tipo alfa-elica o beta-foglietto. La struttura a beta foglietto e' caratterizzata da legami H tra i gruppi polari delle porzioni R degli AA. La struttura ad alfa elica e' formata per un avvolgimento elicoide della proteina e mantenuto in forma da legami covalenti. La struttura ad alfa-elica puo' subire degli ulteriori avvolgimenti si formando cosi' la struttura terziaria. Struttura Terziaria: porta alla formazione di molecole globulari, il cui ripiegamento e' dovuto ai legami che si instaurano tra i gruppi R di aminoacidi affiancati. Quando si affacciano due gruppi SH di due diversi AA si crea un ponte disolfuro (-S-S-) di natura covalente e molto resistente. Struttura Quaternaria: diverse catene proteiche si associano per formare la proteina funzionale. un esempio e' dato dalle quattro catene (due alfa e due beta) dell' emoglobina che necessita anche di un gruppo prostetico EME. Tutti i legami H, ponti disolfuro, legami ionici ed interazioni idrofobiche possono mantenere ripiegata la proteina. Qualunque alterazione a carico della conformazione della proteina provoca un azione denaturante a causa della quale proteina non e' piu' in grado di svolgere la sua funzione. Esistono denaturazioni proteiche reversibili ed irreversibili.

Lezione 3
Acidi Nucleici

Il DNA e' l'unica molecola depositaria dell'informazione genetica, ossia del progetto nel quale sono immagazzinate istruzioni precise per tutte le caratteristiche ereditarie autoduplicazione ed ereditarieta': contiene tutte le informazioni per la propria duplicazione espressione del messaggio genetico: permette di utilizzare le informazioni immagazzinate in un gene per dirigere la sintesi di uno specifico polipeptide Attivita' caratteristiche del DNA sono la duplicazione e la trascrizione. Il processo di duplicazione si effettua ogni qualvolta la cellula entra in mitosi (o meiosi durante la produzione dei gameti)

Lezione 3
acidi nucleici

Lezione 3
acidi nucleici

DNA E lacido desossiribonucleico e rappresenta il nostro patrimonio genetico.

Lezione 3 acidi nucleici

DNA
E' formato da due filamenti avvolti a doppia elica; e' costituito da monomeri (nucleotidi) (purine e pirimidine) formati da basi azotate, legate al C1dello zucchero, desossiribosio ed un gruppo fosfato (in posizione 5'). Il nucleoside e' formato solo da zucchero e base azotata. Quando si aggiunge anche il fosfato si forma il nucleotide.

DNA vs RNA

Lezione 3 Acidi Nucleici


I vari nucleotidi sono mantenuti insieme da legami diesterici tra il fosfato che e' in posizione 5' e si lega con il C 3'. Il filamento avra' una estremita' libera 5' ed una 3'. Nel processo di appaiamento i due filamenti sono antiparalleli. Il filamento leader e' 5'-3' ed il complementare e' 3'-5'. La doppia elica, nella sua forma rilassata, presenta un avvolgimento completo ogni 3.4 nm (dieci basi) e forma un solco maggiore ed uno minore. I solchi serviranno per l'alloggiamento di proteine.

Sono state proposte conformazioni alternative (normalmente si ha la beta-DNA)a questa ad alfa elica, come quella ZDNA che si osserva in vitro al di sotto di un certo grado di disidratazione. I modelli del DNA sono ADNA, C-DNA, D-DNA, che insieme al B-DNA presentano un avvolgimento destrorso; Z-DNA presenta invece un avvolgimento sinistrorso.

Nei procarioti il DNA puo' essere circolare e sono possibili ulteriori modifiche alla struttura (unione di piu' cerchi di DNA in vari modi) per la presenza di enzimi che sanno tagliare ed incollare il DNA, sia con taglio a singolo filamento che a doppio. Questi enzimi sono le topoisomerasi 1 e 2 (delle endonucleasi).

Il DNA puo' subire un processo di denaturazione (apertura dei due filamenti, che se non sono ulteriormente alterati ritornano spontaneamente a formare la doppia elica) dovuto ad un aumento di calore. Tale denaturazione puo' essere reversibile, e si ha la ricostituzione del DNA (rinaturazione)

Denaturazione del DNA

Non abbiamo parlato di geni ma di filamenti di DNA, perch un concetto diverso. Non associare GENE a DNA. Il DNA a doppio filamento, perch questo permette allo stesso di autoreplicarsi. Il doppio filamento (chiuso) un modo per proteggere linformazione genetica, perch cos non funzionalmente attiva, e lmRNA non va a interagire con esso, in quanto le basi non sono raggiungibili.

Duplicazione del DNA Esistono diversi modelli per la duplicazione del DNA: conservativo, semiconservativo e dispersivo. Nel caso 'conservativo' una delle due cellule figlie non ricevera' nulla del corredo della cellula madre ma solo DNA neosintetizzato. Nel modello 'dispersivo' si hanno frammenti vecchi e frammenti nuovi allinterno dello stesso filamento. E un tipo di duplicazione ad alto rischio di errori perch ci sono troppi taglia ed incolla. Nel modello semiconservativo, si ha che la doppia elica si apre e le cellule figlie avranno un filamento vecchio ed uno nuovo ed entrambe avranno lo stesso corredo genetico: Il modello semiconservativo lunico possibile. Sfrutta la capacit del DNA di denaturarsi e di sintetizzare una copia di se stesso;

La duplicazione si effettua attraverso un processo semiconservativo in cui la doppia elica si apre e ogni filamento ne sintetizza uno exnovo. Il DNA si srotola pezzo per pezzo, in punti detti bolle di replicazione.

Lantiparallelismo dei due frammenti porta al fatto che la replicazione avviene ad opera della DNA polimerasi che in grado di legare nucleotidi al terminale 3, ossia che vanno nella direzione 5-3. I due filamenti liberati procedono in direzioni opposte. Un filamento ha una sintesi continua ed quello 5-3, mentre un altro sintetizzato in modo discontinuo formando quelli che vengono detti frammenti di OKAZAKI che vengono legati da un enzima DNA ligasi.

Perch il frammento discontinuo si formi necessario un primer per ognuno di questi frammenti che costituito da un pezzo di Rna; mentre per il filamento continuo serve solo il primer iniziale. Quando lRNA primer viene innescato, lRNA polimerasi inizia la sintesi. La primasi serve a formare lRNA primer. Gli altri enzimi implicati in tale processo sono lelicasi e la girasi. Questultima serve a girare e a far avanzare la forcella di replicazione. Per permettere la duplicazione necessario aprire la doppia elica ad opera della ELICASI, che denatura i 2 filamenti. La DNA polimerasi si aggancia sul primer e comincia a sintetizzare il frammento di DNA. La LIGASI va poi a saldare i vari frammenti.

Il DNA subisce continuamente delle modificazioni e ci pu essere rischioso perch potrebbero verificarsi degli errori e rotture (es. depurinazione, formazione di dimeri di timina a causa di radiazioni con raggi UV); che alterano il patrimonio genetico. Esistono degli enzimi (detti PARP) associati al DNA capaci di rimediare a questi errori. Ad ogni duplicazione del doppio filamento si lascia non duplicata una parte terminale detta Telomero (parte terminale del cromosoma) che nelle cellule giovani ha una lunghezza che progressivamente si accorcia. La cellula invecchia, fino a quando il telomero talmente corto che la cellula non riesce pi a duplicarsi.

Organizzazione del DNA

RNA E lacido ribonucleico. E' formato da un singolo filamento. E' costituito da monomeri (nucleotidi) formati da basi azotate (purine e pirimidine), legate al C1dello zucchero, ribosio ed un gruppo fosfato (in posizione 5'). A differenza del DNA e' presente l'Uracile invece della Timina. L'RNA e' sintetizzato nel nucleo ma e' funzionante nel citoplasma.

Esistono diversi tipi di RNA: mRNA: RNA messaggero; copia di un tratto di informazione genica (ottenuto tramite il processo di trascrizione del DNA) che verra' tradotto dai ribosomi per effettuare la intesi proteica.

tRNA: RNA transfert mediano il trasferimento dell'AA dal citoplasma ai ribosomi per la sintesi proteica.

rRNA: RNA ribosomale costituisce i ribosomi

Lezione 4 *membrana cellulare *trasporti *specializzazioni del plasmalemma

Le membrane, sia quelle che delimitano e costituiscono gli organuli cellulari che quelle che rivestono la cellula, hanno la stessa struttura; pertanto la membrana si definisce unitaria.

Al microscopio elettronico, appare formata da tre strati: uno centrale pi chiaro circondato da due strati scuri. Il modello rappresentativo della struttura della membrana plasmatica e quello del mosaico fluido.

Un modello di studio per le membrane e rappresentato dai liposomi. Questi sono delle vescicole di fosfolipidi (dello stesso tipo o differenti) e sono usati come bioreattori molecolari per studi enzimatici, come trasportatori di droghe (farmaci o cosmetici) o come veicolo pre trasfezioni.

I fosfolipidi di membrana non sono tutti uguali; variazioni di composizione sono osservabili sia nella porzione delle teste idrofiliche, che in quella delle code idrofobiche. Gli acidi grassi possono essere sia insaturi che saturi. Questa variabilita rende le membrane differenti tra di loro anche se la struttura di base e la stessa. Esistono fosfolipidi che espongono dei residui saccaridici verso lambiente extracellulare.

La facilita di movimento e in relazione alla fluidita della membrana stessa che puo essere modulata dalla qualita dei lipidi presenti: fosfolipidi e colesterolo. Inoltre, la fluidit determinata anche dal numero di code di acidi grassi insaturi presenti: maggiore il numero di acidi grassi insaturi, maggiore la fluidit della membrana. La presenza del colesterolo irrigidisce la membrana perche blocca il movimento dei lipidi vicini.

I fosfolipidi si spostano lateralmente lungo il piano della membrana in modo estremamente frequente, mentre e raro il passaggio di un fosfolipide da un foglietto superiore a quello inferiore (movimento di flip-flop); questo movimento regolato da un enzima chiamato "flippasi". Proprio in conseguenza della presenza di fosfolipidi differenti e della loro differente distribuzione, il bilayer risulta asimmetrico. Le teste idrofiliche del foglietto esterno sono diverse da quelle del foglietto interno. Per esempio, la fosfatidilserina, in una cellula integra, si trova rivolta soltanto verso il citosol, mentre viene esposta sulla superficie esterna quando la cellula muore .

Nel modello a mosaico fluido le proteine (anche loro non sono tutte uguali) si dividono in intrinseche ed estriseche, relativamente ai rapporti che stabiliscono con il doppio strato lipidico. Alcune attraversano totalmente il doppio strato e sono generalmente provviste di una componente glucidica sul loro versante extracellulare, altre si trovano solamente sul versante extracellulare o solamente su quello citoplasmatico. Le proteine che rimangono saldamente legate al doppio strato anche dopo l'utilizzo di detergenti, sono dette "intrinseche", mentre le proteine che vengono staccate dal doppio strato con tecniche blande, sono dette "estrinseche". Tramite queste proteine la cellula e in contatto con l'esterno.

STRUTTURA DELLA MEMBRANA DEGLI ERITROCITI; MOLECOLE DI ADESIONE; INTERAZIONE TRA LE CELLULE Tutte le cellule animali mantegono il proprio volume e la propria forma se poste in una soluzione isotonica, cio con pressione osmotica uguale a quella dei liquidi interni della cellula. Si hanno variazioni sia con soluzioni ipotoniche con pressione osmotica inferiore a quella della cellula, sia con soluzioni ipertoniche, con pressione osmotica maggiore rispetto a quella della cellula. La cellula subisce un richiamo di liquido all'interno fino alla sua lisi. Al contrario, una cellula in soluzione ipertonica perde liquidi perch il passaggio dalla cellula alla soluzione. Il caso che ci interessa il 1, ossia quello che porta alla lisi ed alla formazione di un'ombra eritrocitaria (nel caso della lisi di un globulo rosso). La struttura degli eritrociti umani quella di un disco biconcavo. Gli eritrociti di mammifero sono un ottimo modello per lo studio della struttura delle membrane. La membrana degli eritrociti ricca di proteine che, se sottoposte ad elettroforesi, si distribuiscono a formare una serie di bande; le diverse proteine sono identificate in base alla banda che occupano. Molte di queste appartengono al citoscheletro.

Una delle caratteristiche attivit della membrana quella di permettere l'ingresso e/o luscita di H2O e ioni dalle cellule. Questo fenomeno si chiama trasporto.

PROTEINE DELLE MEMBRANE DEGLI ERITROCITI Le due principali proteine di membrana dei globuli rossi, GLICOFORINA e PROTEINA della BANDA 3, sono esempi di proteine transmembrana. La glicoforina ha PM 30000 D. ed costituita da 131 aa. Essa attraversa la membrana con una struttura ad alfa-elica di 23 aa, esponendo sulla superficie cellulare la porzione ammino terminale glicosilata. La sua funzione non ben chiara, a differenza di quella della proteina della banda 3 che un trasportatore di anioni (HCO3- e Cl-) attraverso la membrana degli eritrociti. Le proteine presenti nelle "ombre" eritrocitarie (che sono parte del citoscheletro degli eritrociti) sono costituite dai corti filamenti di ACTINA e SPECTRINA, legati tra di loro ed alla membrana per mezzo di altre proteine: ANCHIRINA e PROTEINA della BANDA 4,1. L'ADDUCTINA serve per aumentare il numero di molecole di spectrina legate all'actina. La Proteina DELLA BANDA 4.9 o DESMOTINA, pu legare l'actina formando fasci di filamenti.

La molecola piu abbondante la SPECTRINA. E' formata da due filamenti alfa e beta organizzati in un tetramero (2-alfa e 2-beta). Ogni molecola di spectrina presenta un sito di legame per l'actina, per l'anchirina, per la proteina della banda 4,1 e per un altro tetramero di spectrina. L'anchirina forma un legame tra la spectrina e la proteina trasportatrice di anioni, legame stabilizzato anche dalla proteina della banda 4,2. La proteina della banda 4,1 forma legami crociati tra la spectrina e la glicoforina. La rete che include spectrina, anchirina, adductina, actina e proteine della banda 4,1-4,2-4,9 costituisce pi del 40% del contenuto proteico totale delle ombre eritrocitarie. Il citoscheletro legato alle membrane degli eritrociti serve per mantenere la forma discoidale biconcava e per proteggere il plasmalemma dagli stress meccanici che subisce mentre attraversa vasi sanguigni ristretti e valvole cardiache. Molte malattie eritrocitarie umane sono correlate a mutazioni riguardanti queste proteine (anemia emolitica ereditaria, distrofia muscolare di Duchenne).

Lezione 5 membrana cellulare trasporti

Lezione 5 trasporto di membrana


Una delle caratteristiche attivit della membrana quella di permettere l'ingresso e/o luscita di H2O e ioni dalle cellule. Questo fenomeno si chiama trasporto.

Lezione 5 trasporto di membrana Il trasporto pu essere attivo o passivo a seconda se necessita o meno di ATP. Il trasporto passivo quando si attua per diffusione secondo gradiente di concentrazione; attivo quando si attua con dispendio di energia contro gradiente di concentrazione.

Non pensabile comunque che lo ione, anche se piccolo, possa attraversare direttamente il doppio strato lipidico, in quanto e rappresentato da un ambiente idrofobico. Infatti, tale passaggio mediato dalla componente proteica della membrana, in particolare dalle "PROTEINE CANALE", arrangiate in modo da esporre il versante idrofilico verso l'interno e quello idrofobico verso i fosfolipidi.

Esistono dei sistemi che permettono l apertura o la chiusura del canale. Esempi sono il canale per il K+ e per il Na+. Il mantenimento di concentrazioni differenti ioniche tra linterno e lesterno della cellula importante per determinare una differenza di potenziale della membrana. Il potenziale di membrana importante durante la trasmissione degli impulsi nervosi. Il potenziale di membrana a riposo di -70 mV; variazioni, anche piccole, di questo valore alterano molte delle proprieta membranali, come per esempio la capacita di fondersi con altre membrane.

Lezione 5 membrana cellulare

Esistono tre modalita di trasporto: a) UNIPORTO: un solo ione in un'unica direzione; b) SIMPORTO: 2 ioni in una stessa direzione; c) ANTIPORTO: doppia direzione e doppia molecola, una in ingresso e l'altra in uscita; es. pompa Na+/K+.

La modalit di trasporto attivo uniporto puo essere effettuata tramite proteine vettrici-mobili o proteine fisse-canale. Le proteine vettrici riconoscono la molecola che deve essere internalizzata, la legano e con lutilizzo di energia ruotano nel versante citoplasmatico dove la riversano. Per caricare la molecola necessario un cambio conformazionale della proteina, ottenuto attraverso un processo di fosforilazione.

Lezione 5 potenziale di membrana


Il normale potenziale di membrana determinato dalla differente concentrazione di ioni K+ (maggiori all'interno della cellula) e di ioni Na+ (maggiori all'esterno della cellula). Questa differente concentrazione, insieme alla differente concentrazione di ioni Ca2+ e Cl-, determina una carica positiva all'esterno della membrana e negativa all'interno, con una differenza pari a - 70 mV. Questa differenza di potenziale viene mantenuta dal lavoro svolto dalla pompa Na+/K+. Questa pompa porta il K+ all'interno della cellula e il Na+ allesterno. La pompa Na+/K+ una proteina intrinseca di membrana che pu funzionare solo se associata ad una ATPasi che, indrolizzando lATP, libera l'energia necessaria per il trasporto. In presenza di ATP, la pompa cambia conformazione e si lega internamente con 3 Na+ ed esternamente con 2 K+. Ad ogni idrolisi di una molecola di ATP, 3 ioni sodio vengono pompati verso l'esterno della cellula, mentre 2 ioni potassio verso l'interno.

Lezione 6 membrana cellulare specializzazioni del plasmalemma

MOLECOLE DI ADESIONE Sono le molecole coinvolte nelle interazioni tra cellule e matrice extracellulare e nelle interazioni cellula-cellula. La FIBRONECTINA e una delle molecole responsabili del collegamento tra la matrice e la superficie cellulare. E una glicoproteina dimerica che possiede siti di attacco sia per il collagene che per i glicosamminoglicani (GAG). Ha un'estremit che presenta un'alta affinit per una famiglia di proteine intrinseche di membrana, i RECETTORI per la fibronectina. E' presente ad alte concentrazioni sulla superficie delle cellule connettivali (nei condrociti rappresentata dalla condronectina). Le lamine basali contengono un'altra proteina di adesione cellulare detta LAMININA assemblata sotto forma di reticoli. Le lamine basali hanno siti di legame per i recettori della superficie cellulare e per il collagene di tipo II e sono associate alla ENTACTINA o NIDOGENO, che lega anch'essa il collagene di tipo IV. I principali recettori della superficie cellulare responsabili dell'attacco della cellula alla matrice extracellulare, sono le INTEGRINE, proteine transmembrana costituite da 2 subunit alfa e beta (esistono 20 diverse integrine con diverse combinazioni di alfa e beta e precisamente 15 diverse subunit alfa e 8 diverse subunit beta). Le integrine presentano una costituzione tessuto-specifica. Esse si legano a brevi sequenze di aa presenti in molte componenti della matrice extracellulare, compresi collagene, fibronectina e laminina. Servono anche per ancorare componenti del citoscheletro.

INTERAZIONI CELLULA CELLULA Sono processi selettivi mediati da proteine transmembrana dette "MOLECOLE DI ADESIONE CELLULARE" divise in 4 gruppi principali: SELETTINE, INTEGRINE e SUPERFAMIGLIA delle IMMUNOGLOBULINE e delle CADERINE. Selettine, integrine e caderine richiedono Ca2+ e Mg2+ per funzionare. Selettine, integrine e Ig mediano adesioni transitorie, in particolare, le selettine riconoscono carboidrati specifici presenti sulla superficie cellulare. Selettina E e P sono espresse dalle cellule endoteliali e si legano ad oligosaccaridi specifici espressi sulla superficie dei leucociti. La selettina L espressa dai leucociti e riconosce un oligosaccaride della superficie delle cellule endoteliali. Le Ig-CAM comprendono molecole con domini di superficie correlati agli anticorpi, per cui sono state assegnate alla superfamiglia delle Ig. Ne sono state scoperte pi di 30 e tra queste: le L-CAM (presenti sulle cellule epatiche), le N-CAM (a livello dei neuroni), le Ng-CAM (a livello della neuroglia), le I-CAM ( presenti su diversi tipi cellulari tra cui i leucociti). Le CADERINE sono responsabili soprattutto della formazione di giunzioni stabili tra le cellule dei tessuti; esse, infatti, uniscono tra di loro cellule dello stesso tipo attraverso legami di tipo omofilo. Esistono varie Caderine: la E espressa sulle cellule epiteliali, la N detta neurale e la P placentare.

SISTEMI DI GIUNZIONE CELLULARE

Le membrane di cellule contigue presentano una serie di dispositivi specializzati che permettono un contatto pi stretto e, in alcuni casi, anche scambi tra cellula e cellula. Si distinguono due classi di GIUNZIONI CELLULARI: 1) GIUNZIONI ADERENTI: desmosomi emidesmosomi fasce aderenti fasce occludenti 2) GIUNZIONI COMUNICANTI: giunzioni serrate Le giunzioni aderenti tengono insieme le cellule e funzionano come "cerniere" intercellulari che mantengono le cellule in posizioni fisse all'interno dei tessuti. Le giunzioni occludenti chiudono gli spazi intercellulari alla diffusione, formando una specie di barriera che impedisce il flusso diretto di ioni e molecole. Le giunzioni comunicanti formano canali aperti nelle membrane plasmatiche di cellule adiacenti, permettendo la diffusione diretta di ioni o piccole molecole da una cellula all'altra.

-Desmosomi: detti anche "MACULAE ADHAERENTES".


Sono i sistemi di giunzione pi diffusi (tessuti epiteliali) e i pi complessi. Hanno forma circolare o ellittica; nella regione che contiene un desmosoma si osserva la PLACCA, uno spesso strato di materiale denso al di sotto della membrana plasmatica. A partire dalla placca, in direzione del citoplasma, si dipartono i filamenti intermedi di cheratina o vimentina. Sono detti TONOFILAMENTI e fungono da ancora per la giunzione. Si osservano emidesmosomi quando le cellule sono ancorate a materiale extracellulare anzicch ad altre cellule. Sono anche presenti a livello di cellule coltivate in vitro, dove fungono da ancoraggio alla plastica o al vetro. Tra le proteine che costituiscono i desmosomi, le DESMOPLACHINE I e II, glicoproteine associate alle placche, come la PLACOLOBINA. Esse non legano direttamente i filamenti intermedi: queste connessioni sono attuate dalla DESMOCALMINA e dalla CHERATOCALMINA, che formano dei ponti tra le proteine della placca ed i filamenti intermedi. Le DESMOGLEINE e le DESMOCOLLINE (caderine) sono glicoproteine integrali di membrana che stabiliscono adesioni intercellulari nella regione delle giunzioni. Negli emidesmosomi sono presenti solo DESMOPLACHINE e al posto delle desmogleine c' una molecola di adesione appartenente alle integrine. I desmosomi sono particolarmente abbondanti nei tessuti che sono sottoposti a stress meccanici in senso laterale o da stiramento (epidermide, epiteli che rivestono la superficie interna delle cavit corporee). Pur rappresentando i dispositivi di giunzione a pi elevata resistenza meccanica, i desmosomi sono permeabili a liquidi che possono quindi circolare liberamente negli spazi extracellulari attraverso la sostanza extracellulare.

-GIUNZIONI ADERENTI (zonula ADHERENS) Congiungono le cellule di alcuni tessuti animali con, ad esempio, quelle del muscolo cardiaco e delle membrane che avvolgono gli organi che rivestono le cavit corporee. Le placche delle giunzioni aderenti non hanno l'aspetto di uno strato denso con un punto, come nei desmosomi, ma quello di un reticolo a struttura irregolare. Le fibre che si dipartono dalle placche sono microfilamenti di actina. Esistono giunzioni aderenti di forme diverse: a bottone, a cintura, a configurazione estesa. Anche le giunzioni aderenti sono presenti in una forma dimezzata sulla membrana di cellule che entrano in contatto con strutture extracellulari. Da un punto di vista molecolare, i principali costituenti delle giunzioni aderenti sono proteine transmembrana che appartegono alla famiglia delle caderine. I segmenti citoplasmatici di queste molecole contribuiscono alla formazione delle placche ed all'organizzazione di un gruppo di proteine nella regione delle placche (alfa-actinina, vinculina, caderine, placoglobine). Le porzioni che si estendono all'esterno della membrana formano l'adesione cellulacellula che tiene unite le giunzioni aderenti. Sia le giunzioni aderenti che i desmosomi sono Ca2+ dipendenti.

- FASCE OCCLUDENTI (zonula occludens).


Formano una cintura continua attorno alle cellule che rivestono le cavit corporee. Saldano insieme le cellule ed impediscono il passaggio dei liquidi tra la cavit corporea e le cellule sottostanti. Gli emistrati esterni di due membrane che costituiscono la giunzione si fondono tra loro lungo una linea di congiunzione; la fusione elimina lo spazio extracellulare e rende la giunzione impermeabile al passaggio di liquidi extarcellulari e di ioni e molecole in soluzione. La sigillatura tanto migliore quanto maggiore il numero di filamenti sigillanti. La struttura molecolare non ben nota: sono state identificate le proteine 20-1, 20-2, CINGOLINA, localizzate in un regione simile alla placca. Le giunzioni strette sono molto pi diffuse nei Vertebrati, soprattutto negli epiteli di rivestimento dell'apparato digerente. Sono comuni anche tra le cellule delle pareti dei capillari (cervello, reticolo). La funzione delle fasce occludenti quella di impedire che sostanze provenienti dal lume penetrino negli interstizi cellulari. A livello della barriera emato-encefalica, esse bloccano il passaggio di molte molecole dal circolo sanguigno nel tessuto nervoso; passano per glucosio, neuro-ormoni, O2 e CO2. La limitazione della mobilit di alcune proteine di membrana, fa si che le molecole con funzione "pompa" siano solo nella zona di membrana rivolta verso il torrente ematico. Le ZONULE OCCLUDENS possono essere lasse o strette a secondo che siano costituite da 12 o 8-10 bande interconnesse (tubulo convoluto prossimale, dotto collettore).

GIUNZIONI COMUNICANTI (giunzioni serrate - GAP JUNCTIONS). Costituiscono un passaggio aperto attraverso cui ioni e piccole molecole passano da una cellula all'altra. Le membrane delle due cellule sono separate da uno spazio di 2-3 nm. E' stata dimostrata la presenza di un grande numero di cilindri cavi disposti con l'asse maggiore perpendicolare alla superficie delle cellule. E' stato osservato che i cilindri sulle membrane plasmatiche adiacenti si incontrano coda contro coda, formando una struttura aperta tra le cellule, non sigillando la giunzione dei fluidi extracellulari circostanti. Ogni cilindro, detto CONNESSONE, costituito da 4-6 molecole di CONNESSINA. I canali delle giunzioni possono aprirsi e chiudersi in seguito a transizioni conformazionali delle molecole di connessione che costituiscono le pareti.

Le giunzioni comunicanti rispondono a variazioni della concentrazione citoplasmatica di Ca2+ = 10-5 M. La regolazione della [Ca2+] pu essere diretta o mediata da CALMODULINA. L'abbassamento del pH citoplasmatico provoca sempre la chiusura dei canali, indotta anche da variazioni di potenziale. La chiusura indotta da elevate [Ca2+] pu costituire un meccanismo di sicurezza. Ricordiamo che le giunzioni comunicanti sono presenti al livello di tutti i tessuti. Sono strutture transitorie e si formano solo quando c' esigenza di contatto tra due cellule attigue. Le funzioni delle giunzioni comunicanti sono: trasporto dell'impulso nervoso ed inoltre interagiscono nella regolazione dei processi di differenziamento e proliferazione cellulare.

Lezione 7 organuli citoplasmatici con funzione di sintesi, secrezione e degradazione

Lintenso "traffico" cellulare e costituito dalle vescicole che attraversano la cellula in direzioni opposte: dall'interno verso l'esterno o viceversa. Le proteine che si trovano libere nel citosol hanno come loro sede definitiva il nucleo, i mitocondri, i cloroplasti o i perossisomi. Le proteine che sono state prodotte sul RER finiscono nei lisosomi, sulla membrana plasmatica e nelle vescicole secretorie. La secrezione pu essere: 1) COSTITUTIVA (produzione di sostanze per mantenere un certo ambiente) 2) REGOLATORIA (produzione di sostanze a seguito di stimoli esterni).

SISTEMA CITOPLASMATICO E SISTEMA VESCICOLARE

Il sistema vescicolare tutto ci che si trova nella cellula tranne il nucleo. Il sistema delle membrane interne comprende: REL, RER, apparato del Golgi e vescicole varie. Tutte queste cose fanno si che la cellula sia un insieme di membrane che vanno a dividere due spazi: - lume - citosol.

Il REL una rete di membrane che parte dall'involucro nucleare; rugosa se sulla faccia citosolica si viene a legare il ribosoma. IL REL non ha ribosomi. Logicamente, le proteine saranno sintetizzate l dove ci sono i ribosomi. La superficie citosolica delle varie membrane o pu essere ricoperta da altre proteine che servono a dirigerne il movimento. Il REL svolge una funzione essenzialmente di DETOSSIFICAZIONE di alcuni componenti tossici (alcooli, aldeidi), in particolare a livello epatico. La sua funzione principale la sintesi lipidica degli steroidi. Inoltre, rappresenta lo store degli ioni Ca2+, cio questi vengono presi dal citosol e vengono mantenuti nel reticolo fino a quando non siano richiesti dall'organismo. Il fatto che gli steroidi o tutto ci che si formato sul REL venga portato a destinazione, dipende dall'azione delle vescicole.

Un'altra funzione del RER quella di formare membrane. Queste ultime a differenza delle proteine non possono essere sintetizzate dal nulla. La composizione delle membrane diversa nei vari compartimenti cellulari. Le membrane si possono formare perch dalle vescicole si formano delle gemme che segregano alcuni componenti di membrana che si vanno ad inserire in alcuni punti delle membrane stesse. Quindi, ad esempio, nella membrana mitocondriale si inserir una vecsicola con fosfolipidi diversi . La proteina che si formata nel RER non pu rimanere l: deve essere trasferita ai componenti finali di utilizzo. Quseto trasferimento viene mediato da vecsicole che sono rivestite da proteine che hanno un elemento che contiene GT^P ed un elemento COP. Non sono ricoperte di CLATRINA. Queste vescicole si fondono con la porzione cis dell'apparato del GOLGI.

il sistema vescicolare forma dei comparti separati dal citosol a funzione biosintetica (sintesi dei lipidi, proteine e processi di glicosilazione), e catalitica (idrolisi). Proprio per la differente funzione da svolgere, anche la composizione delle membrane e differente nei vari compartimenti di questo sistema. Per es. il RER e provvisto, come tutti gli organuli, di una faccia citosolica ed una luminale, attarverso la quale sono immesse le proteine formate dal ribosoma, che daranno origine agli enzimi lisosomiali ed ai prodotti di secrezione, mentre le proteine che devono rimanere nel bilayer del RER sono provviste di una o pi sequenze che ne consentono l'ancoraggio alla membrana. Anche lo stesso ribosoma e legato al RER tramite un recettore sulla membrana del reticolo, mentre la proteina nascente potra entrare nel lume del RER per la presenza di un segnale della proteina nascente SRP, che verr poi tagliato da una peptidasi, terminata la traduzione. Questo meccanismo e usato per la costituzione delle proteine globulari.

Vediamo come fanno a passare le proteine dal reticolo del golgi. Esistono due sequenze: 1) le proteine che devono rimanere nel RER e che sono state prodotte e secrete nel lume devono essere poste in una vescicola. Tali proteine hanno una sequenza di AA detta "KDEL" per essere riconosciute e sono legate ad un recettore che le lega al reticolo. 2) Le proteine che devono andare via hanno una sequenza diversa e vengono immesse all'interno della vescicola che sta andando nel Golgi e vengono rispedite indietro. Le vescicole che si staccano dal reticolo sono provviste di proteine particolari dette "SNARE" che vengono riconosciute da un recettore che sul Golgi o sulla faccia interna della membrana plasmatica. Tale proteina permette lo svuotamento delle vescicole nel comparto giusto.

L'apparato del Golgi e posto vicino al nucleo, con la sua faccia CIS rivolta verso il RER e la faccia TRANS rivolta verso il citosol. Lapparato del Golgi svolge la funzione di glicosilazione e smistamento delle proteine ed inoltre coinvolto nel metabolismo dei lipidi e dei polisaccaridi. La glicosilazione avviene attraverso una serie di processi che comportano rimozione ed aggiunta di monomeri saccaridici. Le glicoproteine mature presentano una porzione terminale di ACIDO SIALICO provvisto di carica negativa. Dallesterno verso linterno i componenti glucidici sono rappresentati da: ac. sialico, Nacetilglucosammina, mannosio e glucosio. La diversa concentrazione dell'ac. sialico presente sulle membrane degli organismi adulti ed embrionali, ne determina le differenze di funzionalita. Strutturalmente, lapparato del Golgi costituito da sacculi appiattiti, alle cui estremita si distinguono le vescicole gemmanti. Pu essere diviso in 3 compartimenti: un porzione cis, la zona delle pile del Golgi e la porzione trans. Durante la loro maturazione le proteine passano dalla porzione cis a quella trans. Una teoria, oggi non piu accreditata, proponeva la maturazione in toto sia delle proteine che dei sacculi, con nuova formazione di pile golgiane che, arrivate nella zona trans, si frammentano in vescicole. Una seconda teoria afferma, invece, che da ogni singolo sacculo gemmano delle vescicole di trasporto che si muovono da sacculo a sacculo fino ad arrivare, mature, alla zona trans da dove poi si staccheranno. Dallapparato del Golgi si originano lisosomi, vescicole di secrezione e glicoproteine di membrana.

Strutturalmente, lapparato del Golgi costituito da sacculi appiattiti, alle cui estremita si distinguono le vescicole gemmanti. Pu essere diviso in 3 compartimenti: un porzione cis, la zona delle pile del Golgi e la porzione trans. Durante la loro maturazione le proteine passano dalla porzione cis a quella trans. Una teoria, oggi non piu accreditata, proponeva la maturazione in toto sia delle proteine che dei sacculi, con nuova formazione di pile golgiane che, arrivate nella zona trans, si frammentano in vescicole. Una seconda teoria afferma, invece, che da ogni singolo sacculo gemmano delle vescicole di trasporto che si muovono da sacculo a sacculo fino ad arrivare, mature, alla zona trans da dove poi si staccheranno. Dallapparato del Golgi si originano lisosomi, vescicole di secrezione e glicoproteine di membrana. Le proteine che formeranno il lisosoma sono gli enzimi idrolitici.

Il ribosoma si lega al RER tramite una proteina, SRP, che riesce a legarsi al segnale della proteina nascente. Tale proteina in seguito entrer nel lume grazie alla sequenza segnale che verr poi tagliata da una peptidasi. Una proteina di questo tipo, GLOBULARE, serve per la secrezione perch libera. Se la nostra proteina serve per la membrana, essa non deve cadere nel lume ma deve finire nel bilayer lipidico. Alla proteina si possono aggiungere dei gruppi lipidici e si forma la LIPOPROTEINA. Nel RER, gran parte delle proteine subiscono un iniziale processo di glicosilazione, cio si aggiungono porzioni oligosaccaridiche e gruppi GPI. Si trasformano nelle proteine G. La glicosilazione parziale, non completa. Quando si stanno formando delle porzioni di transmembrana pu succedere che arrivi una sequenza stop che fa si che il ribosoma si stacchi e vada ad inserire un'altra porzione di transmembrana un po pi spostata. Esiste una glicoproteina di membrana che funziona come donatore di un ramo glucidico, che per deve essere modificata altrimenti viene riconosciuta dal reticolo come propria non verrebbe trasferita sulla membrana plasmatica. Pertanto, da questo ramo glucidico viene eliminato prima glicosio e poi mannosio; ora si lega alla proteina di transmembrana del reticolo endoplasmico e, grazie a queste modifiche, viene riconosciuta come proteina.

Glicosilazione

La glicosilazione avviene attraverso una serie di processi che comportano rimozione ed aggiunta di monomeri saccaridici. Le glicoproteine mature presentano una porzione terminale di ACIDO SIALICO provvisto di carica negativa. Dallesterno verso linterno i componenti glucidici sono rappresentati da: ac. sialico, Nacetilglucosammina, mannosio e glucosio. La diversa concentrazione dell'ac. sialico presente sulle membrane degli organismi adulti ed embrionali, ne determina le differenze di funzionalita.

Nel RER, gran parte delle proteine subisce un iniziale processo di glicosilazione, grazie al quale vengono aggiunte unit oligosaccaridiche. Esiste una glicoproteina di membrana che funziona come donatore di una catena glucidica. Un'altra funzione del RER quella di formare nuove membrane. Queste ultime, a differenza delle proteine, non possono essere sintetizzate ex novo. Le nuove membrane si formano dalle vescicole che si distaccano dai vari componenti del sistema vescicolare, durante la fase di segregazione di alcuni componenti di membrana. Questi ultimi saranno poi inseriti in porzioni differenti dello stesso compartimento o in compartimenti differenti. Completata la formazione della proteina nel RER, questa deve passare nellapparato del Golgi prima di essere trasferita nel luogo dove svolgera la sua funzione. Esistono dei segnali che permettono al RER di indirizzare le proteine che devono completare la loro sintesi, all'apparato del Golgi, tramite un sistema di vescicole. Le vescicole che si liberano dal RER sono ricoperte da proteine diverse dalla clatrina, contenenti GTP e COP. Queste vescicole sono capaci di fondersi con la porzione cis dell'apparato del GOLGI. Alla superficie della vescicola ci sono delle indicazioni sulla direzione che la vescicola deve prendere. Il riconoscimento mediato da Y-SNARE e da T-SNARE. Altre proteine SNAP e NSF, favoriscono la fusione tra Golgi e vescicola. Come fanno a passare le proteine dal RER allapparato del Golgi?

Esistono due sequenze: 1) le proteine che devono rimanere nel RER e che sono state prodotte e secrete nel lume devono essere poste in una vescicola. Tali proteine hanno una sequenza di aa detta "KDEL" per essere riconosciute e sono legate ad un recettore che le ancora al reticolo. 2) le proteine che devono andare via hanno una sequenza diversa e vengono immesse all'interno della vescicola diretta nel Golgi, per esere poi rispedite indietro. Per studiare il reticolo endoplasmatico sono utili le tecniche biochimiche, che permettono lanalisi del sistema attraverso vescicole isolate dette MICROSOMI, che non esistono nella cellula in vivo, ma sono il prodotto artificiale della procedura per lisolamento che prevede la rottura della cellula. Infatti, al momento della rottura della cellula, le sue membrane si riorganizzano in varie vescicole, alcune delle quali presentano anche i ribosomi, mentre altre ne sono sprovviste (lisce). Tali vescicole derivano dal REL e dal RER. Queste vescicole sono separate mediante centrifugazione in gradiente di densit. I componenti pi pesanti (microsomi rugosi) sedimenteranno sul fondo della provetta, mentre quelli pi leggeri (microsomi lisci) occuperanno una posizione pi alta.

Lisosomi

Le proteine che formeranno il lisosoma sono gli enzimi idrolitici. Durante il processo di maturazione attraverso lapparato del Golgi, i futuri enzimi lisosomiali presentano una sequenza terminale di mannosio 6-P, al contrario delle proteine di secrezione a cui manca il mannosio 6-P. La superficie luminale del Golgi possiede dei recettori per il mannosio 6-P, i quali riconoscono e legano tutte le proteine con mannosio 6-P, segregandole nella porzione che si trasforma in LISOSOMA PRIMARIO.

Il lisosoma primario subir modificazioni morfologiche che rispecchiano il suo stato metabolico. Il lisosoma primario e una vescicola chiara contenente idrolasi acide, (acide perch funzionano a pH 5), che non vengono mai a contatto con il citosol, allo scopo di prevenire processi degenerativi. Il pH 5 allinterno dei lisosomi mantenuto dal lavoro di una pompa protonica, che trasporta controgradiente gli ioni H+,provenienti dallambiente citosolico a pH 7, allinterno dei lisosomi. Quando il lisosoma si forma dal Golgi come una vescicola piccola, trasparente e liscia, pu andare incontro e fondersi con un vacuolo di fagocitosi o con un vacuolo autofagico. In entrambi i casi, si trasforma in lisosoma secondario, la cui morfologia finale e un granulo di lipofuscina. In relazione alleta, nei vacuoli autofagici si trovano organuli cellulari a vari stadi di degradazione, e si osservano le cosi dette "figure mieliniche".

Il lisosoma secondario, formato dalla fusione con i vacuoli di fagocitosi, non produce mai figure mieliniche. Quando possibile, il contenuto dei lisosomi secondari viene liberato allesterno attraverso un meccanismo di esocitosi, altrimenti, se e dannoso per le strutture esterne, il corpo residuo si trasforma in granulo di lipofuscina.

ESOCITOSI ED ENDOCITOSI Nella cellula c' molto "traffico" : vie che, dall'interno della cellula, vanno verso l'esterno o viceversa. Le proteine che si trovano libere nel citosol sono quelle che vanno a finire nel nucleo, nei mitocondri, nei cloroplasti e nei perossisomi. Le proteine prodotte dal REL vanno a finire nei lisosomi, nella membrana plasmatica e nelle vescicole secretorie. La secrezione pu essere: 1) COSTITUTIVA 2) REGOLATORIA questo perch la cellula pu essere stimolata a produrre delle sostanze oppure per mantenere un certo ambiente deve produrre delle sostanze di continuo.

FAGOCITOSI, PINOCITOSI, ESOCITOSI, ENDOCITOSI


Indicano i processi di internalizzazione di materiale (di varia grandezza) dallesterno allinterno della cellula o viceversa (esocitosi). Per internalizzare una particella di una certa dimensione e necessario che, con laiuto del citoscheletro si formi unestroflessione della membrana che circondi il materiale da fagocitare fino a formare una vescicola o fagosoma. Le estroflessioni non sono piu necessarie per piccole particelle, ma per la formazione della vescicola di internalizzazione comunque sempre necessaria la partecipazione del citoscheletro. Infatti, il rimodellamento morfologico della cellula si attua con la fagocitosi ma non con lendocitosi.

Un particolare tipo di endocitosi e lendocitosi mediata da recettore: un ligando puo essere internalizzato dalla cellula solo se e preventivamente riconosciuto e legato da un recettore. I recettori sono situati in particolari aree specializzate della membrana, dove si formeranno (una volta che si legano con il ligando) delle fossette rivestite che si evolveranno in vescicole rivestite.

Il rivestimento presente sul versante citoplasmatico e costituito da clatrina. La clatrina una molecola costituita da un triskelion (3 proteine a forma di S tenute insieme da una quarta proteina) che forma un canestro che riveste completamente prima la fossetta e poi la vescicola di endocitosi. La clatrina collegata al citoscheletro per permettere il movimento dellendosoma allinterno del citoplasma.

La vescicola rivestita e detta endosoma primario. Il rivestimento di clatrina viene quindi rimosso dalla vescicola che si trasforma in endosoma secondario. Lendosoma secondario puo fondersi con un lisosoma e formare il lisosoma secondario oppure puo attraversare lintera cellula e riversare allesterno di un altro versante cellulare (transcitosi) il contenuto dellendosoma senza che abbia subito modificazioni.

Quando l endosoma secondario raggiunge la porzione citoplasmatica chiamata CURL (zona del distacco del recettore dal ligando), si attua il distacco del ligando dal recettore per un acidificazione dellinterno della vescicola. In questo modo il ligando puo essre avviato alla digestione lisosomale, mentre il recettore e riciclato alla superficie.

Lezione 8 sintesi proteica

Lezione sintesi proteica

sintesi proteica codice genetico

Codice genetico

sintesi proteica

sintesi RNA r

Struttura del cappuccio localizzato al 5 delle molecole di pre-mRNA e mRNA eucariotiche

Aggiunta della coda di poli(A) al premRNA

Presenza di introni nei geni codificanti proteine

Degradazione tramite segnale di ubiquitina

Lezione Mitocondri e metabolismo energetico

Mitocondri e metabolismo energetico


I mitocondri possono presentare forme e dimensioni molto diverse tra loro, ma per lo pi sono organelli allungati, a forma di sigaro. Sono organelli mobili e tendono a localizzarsi nei siti di massima richiesta energetica. Il loro numero nelle cellule molto variabile: le cellule epatiche contengono circa 2000 mitocondri, mentre le cellule inattive ne contengono molto pochi.

Composizione chimica dei mitocondri: proteine (65-70%); lipidi (25-30%); nucleotidi (ATP, ADP, NAD+, NADP+, FAD); Ioni (Na+, Ca++, Mg++). La membrana mitocondriale esterna simile a quella del RE e contiene lipidi 40/50 % (fosfolipidi fosfatidilcolina), contro il 21 % presente in quella interna. La membrana mitocondriale interna (simile alla membrana plasmatica dei batteri) contiene cardiolipina ed quasi del tutto priva di colesterolo. Ciclo vitale e biogenesi: dopo una breve fase di accrescimento, i mitocondri si dividono in mitocondri pi piccoli. Vita media 9-10 giorni negli epatociti di ratto; 5-6 giorni nel cuore di ratto. Una volta invecchiati sono eliminati mediante autofagia: prima, sono inglobati nella membrana del RER e poi degradati ad opera degli enzimi litici lisosomiali. DNA mitocondriale: e sotto forma di molecole circolari, non legate a proteine, agganciate alla membrana delle creste mitocondriali. Le molecole, in numero differente per ogni mitocondrio, sono lunghe 5 mm nelle piante superiori. Il genoma mitocondriale comprende: 1) Geni per gli mRNA dei mitocondri 2) Geni per 25 tRNA 3) Geni per una proteina della subunit ribosomiale maggiore e per alcune subunit di proteine della membrana interna (I, II, e III citocromossidasi, lapocitocromo b, ed un subuit dellATPasi).

Mitocondri e metabolismo energetico


Ogni mitocondrio circondato da una membrana a due strati; la membrana esterna relativamente permeabile e contiene enzimi che convertono certi substrati lipidici in forme che possono essere metabolizzate nei mitocondri; la membrana interna ripiegata nelle cosiddette creste che occupano la cavit interna, riempita di una sostanza amorfa chiamata matrice. La matrice contiene un certo numero di granuli densi, i granuli della matrice, la cui natura e funzione sono ancora parzialmente oscure. La membrana mitocondriale interna strettamente accostata a quella esterna, da cui separata da uno stretto spazio intermembranoso che si estende in

Biogenesi ed Evoluzione Ipotesi Endosimbiotica: i mitocondri deriverebbero dalla simbiosi tra batteri dotati di sistemi enzimatici del metabolismo ossidativo con cellule eucariotiche primitive. In seguito, i batteri avrebbero trasferito la maggior parte dei loro geni al genoma delleucariote. Le prove a favore di tale teoria sono i) DNA ad anello; ii) somiglianza tra le costanti di sedimentazione; iii) sensibilit ad alcuni antibiotici (sensibili al cloroanfenicolo e non sensibili alla cicloesimmide); iv) somiglianza tra la sequenza aa della superossidodismutasi con lenzima batterico e non con quella degli Eucarioti. Una teoria alternativa afferma che il genoma mitocondriale sia derivato dalla segregazione, entro unarea delimitata da una membrana, di una parte del DNA nucleare adibita a codificare per proteine incapaci di attraversare le membrane mitocondriali. Ci sarebbe accaduto in un Eucariote primitivo in coincidenza o subito dopo la divergenza tra Procarioti ed Eucarioti, il che giustifica le caratteristiche procariotiche degli acidi nucleici mitocondriali.

Funzioni dei mitocondri: intervengono nel metabolismo cellulare, (anabolismo/catabolismo). Lanabolismo comprende le reazioni endoergoniche , biosintetiche. Il catabolismo comprende solo le esoergoniche. Queste ultime rappresentano il metabolismo energetico, mentre quelle anaboliche rappresentano il metabolismo biosintetico. I mitocondri si introducono nellambito di queste reazioni cataboliche, intervenendo quando, zuccheri, proteine e lipidi sono gi stati demoliti in unit carboniose pi semplici e con produzione di una certa quantit di ATP. Dalla demolizione di tali molecole vengono prodotti anche equivalenti riducenti che vengono trasportati dal NAD+ e dal FAD, i quali passano dalla forma ossidata a quella ridotta: NADH + H+ e FADH2. I mitocondri rastrellano le molecole di ADP e le ricaricano ad ATP. Tutte le molecole organiche portano ad Acetil-CoA. Da Acetil-CoA in poi, comune in tutte le molecole organiche ed intervengono i mitocondri. Lenergia deriva dalla scissione dei legami C-C e del legame C-H, che avviene in tre modi: 1) Glicolisi; 2) Ciclo di Krebs; 3) Fosforilazione ossidativa.

La respirazione aerobica ha luogo nella matrice e nella membrana mitocondriale interna e questo processo incrementato dalla grande superficie offerta dalle creste. La matrice contiene la maggior parte degli enzimi coinvolti nellossidazione degli acidi grassi e gli enzimi degli acidi tricarbossilici (ciclo di Krebs); sono inoltre presenti DNA mitocondriale ed RNA. La membrana mitocondriale interna contiene i citocromi, le molecole di trasporto della catena di trasporto degli elettroni e gli enzimi coinvolti nella produzione di ATP. I mitocondri sono considerati organuli semiautonomi, perch riescono a sintetizzare molte delle proteine di cui necessitano; inoltre, vanno incontro ad unautoreplicazione mediante un processo che analogo alla divisione dei batteri. Nei mitocondri ci sono anche DNA ed RNA polimerasi ed i ribosomi (mitoribosomi con costante di sedimentazione di 55 S). I mitoribosomi sono differenti: infatti, nei lieviti hanno una costante di sedimentazione di 70 S (50 S e 30 S); nei protozoi di 80 S (2 x 55 S) e nei metazoidi 55 S (35 e 25 S). Contengono anche 2 mRNA (12 S, 21 S + 4-5 S), pi simile a quello dei procarioti. A livello delle creste mitocondriali presente un complesso proteico detto F0-F1 (F0= dove 0 sta per oligomicina).

GLICOLISI: serie di reazioni nel corso delle quali la molecola di glucosio viene scissa in 2 molecole di acido piruvico; si producono anche 2 ATP e 2 NADH+H+, in due reazioni redox. Lacido piruvico ora passer attraverso il complesso della piruvico deidrogenasi (3 enzimi e 5 coenzimi) e verr trasformato in NADH+H+: questo, in presenza di O2. Se non presente lO2, lacido piruvico ha un altro destino. Si forma lacido lattico in presenza di LDH, in modo da consentire la riossidazione del NADH+H+. Nel metabolismo aerobio si ottiene la maggior parte di ATP, seguendo il metabolismo dellAcetil CoA che attraversa la membrana mitocondriale interna e giunge nella matrice, dove entra nel ciclo di Krebs o ciclo degli acidi tricarbossilici. L Acetil coA reagisce con lossalacetico, nel corso poi di diverse reazioni redox che costituiscono il ciclo di Krebs. Lacido citrico che si forma dalla prima reazione viene poi nuovamente smontato fino a ridiventare ossalacetico. Nel corso di tali reazioni si producono 3 NADH+H+ e 1 FADH2: questo lo scopo del ciclo di Krebs. Si produce anche CO2. Ora per i nostri equivalenti riducenti si devono riossidare. Lo fanno sulla catena respiratoria. Gli enzimi di tale catena si trovano sulle creste mitocondriali. Tali enzimi formano tre complessi: 1) NADH dH2 Citocromi b, c1 2) 3) Citocromo ossidasi (a, a3) Questi tre complessi rappresentano una catena su cui vengono trasportati elettroni. Gli elettroni saltano sugli enzimi della catena respiratoria; ogni volta che ricevono gli elettroni, si riducono e poi si riossidano sul successivo fino alla riossidazione finale sullO2 con formazione di H2O.

Vediamo ora come si forma lATP. Ci sono tre teorie, la principale la CHEMIO OSMOTICA. Entrano in azione le Fo-F1 ATP sintetasi. Queste si trovano sulla membrana mitocondriale interna e sporgono nella matrice. Mentre gli elettroni saltano sulla catena respiratoria, i protoni (H+) escono dalla matrice e vanno nello spazio di intermembrana. Qui si accumulano e formano un bacino acidulo. Comunque tali H+ devono poter rientrare nella matrice e per farlo utilizzano la subunit Fo del complesso Fo-F1 ATP sintetasi. Quindi, lenergia che si liberata nel trasporto elettronico della respirazione consente di attivare la pompa protonica e quindi di pompare protoni dallinterno verso lesterno contro gradiente. A livello dellF1 si ha la formazione di ATP da ADP + Pi.

Perossisomi
organuli assemblati da proteine formate da ribosomi liberi sono in grado di dividersi contengono 50 enzimi che catalizzano reazioni ossidative. Il pi rappresentato tra gli enzimi la catalasi.

Attivit di catalisi: demolizione di acido urico, AA, acidi grassi

Attivit di sintesi: alcuni lipidi, colesterolo, dolicolo, acidi biliari, plasmalogeni (fosfolipidi con un legame estere)

Perossisoma

Fotosintesi clorofilliana riduzione di CO2 CH2O-C6H12O6 Energia fotonica trasformata in energia chimica (ATP+NADPH) Fotolisi dellacqua produce elettroni

Lezione 10 Citoscheletro e motilit cellulare

Il citoscheletro il sistema di supporto della cellula (forma cellulare e posizionamento degli organuli e delle glicoproteine di superficie) e svolge anche funzioni di movimento per lintera cellula e per gli organuli. Tra le strutture peculiari di derivazione citoscheletrica possiamo elencare i centrioli, le fibre del fuso mitotico, le cilia ed i flagelli

COMPONENTI DEL CITOSCHELETRO MICROTUBULI: servono a determinare i cambiamenti di forma ed a permettere il movimento delle vescicole. Sono costituiti da dimeri di e tubulina, organizzati a formare dei tubuli del diametro di 25 nm. Nel microtubulo si riconosce una porzione iniziale ed una terminale, che subiscono una continua attivita di polimeralizzazione e di depolimerizzazione. FILAMENTI INTERMEDI: servono per il mantenimento della forma cellulare. Presentano natura chimica specifica per ogni tipo cellulare. Hanno un diametro fra 8 e 10 nm e sono formati dallavvolgimento di subunit fibrose ( e ). MICROFILAMENTI: sono la componente contrattile. Sono costituiti da monomeri di G-actina assemblati a formare fibre di F-actina di diametro di 5 nm in attiva polimerizzazione e depolimerizzazione.

FUNZIONI: Fornire un supporto meccanico alla cellula Mantenere intatta la forma Fornire un ancoraggio agli organi citoplasmatici Associazione al movimento sia delle cellule che degli organuli al loro interno (movimento delle ciglia, flagelli e pseudopodi).

Citoscheletro e motilit cellulare

Citoscheletro e motilit cellulare MICROTUBULI: associazione di dimeri di e tubulina organizzati a formare un tubulo. Sono le strutture che formano, oltre al citoscheletro, anche il fuso mitotico, le ciglia ed i flagelli. Ogni tubulo in sezione e formato da tredici sub-unit di e tubulina. La tubulina serve per favorire lassemblaggio, ma non entra nella struttura del tubulo. Sono anche associate ai microtubuli le MAP o proteine associate ai microtubuli ed il motore molecolare dei microtubuli, CHINESINA e DINEINA, che permettono il movimento delle varie componenti citoplasmatiche sui binari di microtubuli .

Citoscheletro e motilit cellulare

Citoscheletro e motilit cellulare

Citoscheletro e motilit cellulare I microtubuli sono una struttura plastica, che possono crescere ed adeguare la forma cellulare alle necessit ambientali. Per questo, esiste una continua attivita di assemblaggio e disassemblaggio dei microtubuli. I microtubuli non possono formarsi dal nulla, necessitano del centro organizzatore dei microtutubuli (MTOC).

Citoscheletro e motilit cellulare LMTOC puo essere il: -centrosoma: struttura formata da due centrioli e dal materiale pericentriolare. I centrioli sono siti vicino al nucleo e sono implicati nella formazione del fuso mitotico. -corpo basale: si trova nel citosol, sotto la membrana plasmatica da dove organizza la formazione di ciglia e flagelli.

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Citoscheletro e motilit cellulare La crescita dei microtubuli consta di due fasi: nucleazione (fase lenta) allungamento (fase veloce). La crescita determinata dalla polarit che i dimeri di tubulina acquistano in base al loro stato energetico. Per assemblare i microtubuli serve energia e quindi e solo la porzione dei microtubuli legata con GTP che riesce a crescere. Per cui la porzione del microtubulo provvista di un cappuccio di GTP diventa la porzione di crescita, in quanto la presenza del GTP conferisce alta affinit di legame tra dimeri di tubulina. Man mano che si aggiungono file di dimeri di tubulina (porzione +), i piu vecchi perdono un fosfato e rimangono provvisti di GDP. Questa condizione energetica inferiore facilita il disassemblarsi del microtubulo (porzione -). Le porzioni e + del microtubulo sono in equilibrio dinamico.

Citoscheletro e motilit cellulare I microtubuli sono supporti strutturali importantissimi per il movimento degli organul (per es. negli assoni, dove determinano il flusso delle vescicole sinaptiche e di internalizzazione nelle due direzioni, anterogrado e retrogrado). I microtubuli sono organizzati con la parte + verso la parte sinaptica; nei dendriti sono organizzati con entrambe le polarita, grazie alla presenza di molecole di chinesina e dineina. Le chinesin si muovono verso lestremit + del microtubulo, mentre le dineine verso lestremit -. I motori molecolari sono molecole piccole formate da varie sub-unit che, per le chinesine, sono rappresentate da due molecole pesanti e due leggere, in modo da formare una coda ed una testa. La testa il motore e la coda la porzione che lega la vescicola. La dineina formata da varie subunit pesanti (teste) che si legano al microtubulo, per il movimento, e da catene leggere (code) che agganciano la vescicola mediante un recettore che riconosce una molecola presente sulla vescicola.

Citoscheletro e motilit cellulare

Citoscheletro e motilit cellulare

Citoscheletro e motilit cellulare I microtubuli formano lassonema delle ciglia e dei flagelli.

Citoscheletro e motilit cellulare Le ciglia sono formate da una serie ordinata di doppiette di microtubuli (in numero di 9) pi una coppia centrale. Le 9 doppiette di microtubuli sono formate da 1 microtubulo completo ed 1 a ferro di cavallo. La coppia centrale di microtubuli e ricoperta da una guaina legata tramite un ponte con il microtubulo completo.

Citoscheletro e motilit cellulare FILAMENTI INTERMEDI: sono caratterizzati dalla loro specificita di distribuzione nei differenti tipi cellulari e percio possono essere considerati espressione del differenziamento.

Citoscheletro e motilit cellulare Non presentano, come i microtubuli ed i microfilamenti, una polarit di assemblaggio. I filamenti intermedi sono prodotti da circa 60 geni e mutazioni in questi sono legate a gravi malattie. Hanno una struttura generale ad alfa elica con un dominio centrale, una coda C-terminale ed una testa N-terminale. Sono assemblati in modo da affiancare la testa di un dimero con la coda dellaltro; si forma in questo modo il tetradimero che formera i protofilamenti (insieme di pi tetrameri). Tetrameri autoassemblati formano il filamento intermedio.

Citoscheletro e motilit cellulare I filamenti intermedi sono: 1)cheratine acide ,neutre o basiche (cellule epiteliali); 2)vimentina, dermina, proteina gliale fibrillare acida, periferina (cellule muscolari, fibroblasti, globuli bianchi, cellule gliali e altri tipi cellulari); 3)lamine nucleari (presenti ovunque e servono a posizionare il nucleo e le zolle di cromatina); 4)nessina (cellule staminali del sistema nervoso centrale); 5)proteine dei neurofilamenti (neuroni).

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MICROFILAMENTI. I microfilamenti sono formati da F-actina. Nel citosol lactina si trova sotto forma di e Gactina e dopo polimerizzazione forma la F-actina (G sta per globulare monomerica e F per fibrillare).
La polimerizzazione dellactina legata alla presenza di Ca++ libero.

Citoscheletro e motilit cellulare I microfilamenti di actina sono polarizzati (estremit + e -) e si riconoscono non solo da un punto di vista biochimico, ma anche morfologico, perch lestremit + appuntita, quella sfrangiata. Entrambe le estremita sono siti di crescita con velocita diverse: maggiore nella estremita + e inferiore nella estremita -. La porzione + del filamento di actina rappresenta la zona di attiva crescita e per questo necessita di energia sotto forma di ATP. Se nellestremit +, i monomeri si legano velocemente, nellestremit vengono sottratti monomeri di G-actina che, caricati con ATP si spostano allestremit + per essere assemblati: il risultato che il filamento, mentre cresce, si sposta. Questo processo definito di trademilling viene usato per la formazione di pseudopodi. Quindi, lavanzamento di un filamento pu essere fatto non solo con i monomeri ex-novo, ma anche con unit che derivano dal decremento dellestremit -.

Citoscheletro e motilit cellulare Le proteine in grado di modulare il funzionamento dellactina sono quelle che producono un incappucciamento delle estremit, in modo che non sono pi riconosciute come estremit di accrescimento e/o decremento. Altre, (gelsolina), sono capaci di tagliare un filamento lungo di actina ed organizzarlo in fasci o reticoli oppure depolarizzarlo completamente. Ci sono delle proteine in grado di legarsi ai monomeri ed impedirgli processi di polimerizzazione.

Citoscheletro e motilit cellulare

Citoscheletro e motilit cellulare

Citoscheletro e motilit cellulare Lactina una proteina ubiquitaria e fornisce alle cellule caratteristiche di contrattilit: permette movimenti allintera cellula ed responsabile del processo di citodieresi (divisione del citoplasma). Lactina abbondante sotto la membrana plasmatica. Forma il supporto per i microfilamenti

Citoscheletro e motilit cellulare Il motore molecolare dellactina la miosina. Le miosine sono di due tipi: - miosina di tipo 2, si trova nelle fibrocellule muscolari; - miosina di tipo 1, si trova in altre porzioni cellulari.

Citoscheletro e motilit cellulare La miosina di tipo 2 consiste di due catene pesanti e 4 leggere. Le due catene pesanti sono divisibili in una porzione della testa globulare ed una della coda a bacchetta. Le molecole di miosina si organizzano con le molecole poste coda contro coda, mentre le teste sono sfalsate. La miosina interagire mediante la sua porzione globulare con lactina, formando un ponte trasversale fra le due proteine.

Il SARCOMERO lunit contrattile della fibrocellula muscolare striata ed e formato da una regolare organizzazione di filamenti di actina e miosina. Le bandeggiature trasversali visibili sia a livello della fibrocellula muscolare che a livello del fascio di fibre muscolari sono date dallorganizzazione dei filamenti di actina e miosina.

Citoscheletro e motilit cellulare Il SARCOMERO lunit contrattile della fibrocellula muscolare striata ed e formato da una regolare organizzazione di filamenti di actina e miosina. Le bandeggiature trasversali visibili sia a livello della fibrocellula muscolare che a livello del fascio di fibre muscolari sono date dallorganizzazione dei filamenti di actina e miosina.

Citoscheletro e motilit cellulare Il muscolo e caratterizzato da una serie alternata di bande chiare e scure. La banda chiara e detta banda I o isotropa, la banda scura detta banda A o anisotropa. I termini di isotropo ed anisotropo indicano le propriet mostrate dal sarcomero quando e attraversato da un fascio di luce polarizzata. La banda I e interrotta da una striscia pi scura o disco z. La banda A interrotta nella porzione centrale da una zona pi chiara detta banda H, che a sua volta presenta una banda pi scura detta banda M. Il sarcomero la porzione compresa tra due dischi Z.

Citoscheletro e motilit cellulare La zona chiara formata solamente da filamenti di actina pi sottili. Il disco Z rappresenta limpalcatura su cui si lega unestremit terminale dellactina, mentre laltra estremita libera. La banda A corrisponde invece alla presenza contemporanea di filamenti di actina e di miosina; la banda H corrisponde alla porzione contenente solo miosina, piu spessa. La banda M corrisponde alla giunzione delle code di miosina. Ci sono inoltre altre proteine che servono a bloccare le miosine. Queste proteine si estendono tra due strie Z e sono le pi lunghe che si conoscono. La nebulina avvolge lactina e la sostiene.

Citoscheletro e motilit cellulare Inoltre, lactina e rivestita oltre che dalla nebulina, anche dalla tropomiosina e troponina. La tropomiosina filamentosa, la troponina globulare ed ha la capacit di far interagire actina e tropomiosina. La troponina e alloggiata nella scanalatura che si forma nell avvolgimento ad -elica del filamento di actina.

Citoscheletro e motilit cellulare La contrazione dovuta allo scivolamento di filamenti di actina su quelli di miosina. Si ha laccorciamento del sarcomero, senza cambiare la lunghezza dei filamenti di actina e di miosina. Lo scorrimento cambia la bandeggiatura del sarcomero: la banda chiara H viene persa e si riduce la banda I. Lo scivolamento si effettua per cambiamenti conformazionali della miosina per laggiunta di ATP alla testa della molecola. Cio comporta il distacco della miosina dallactina e, dopo lidrolisi per liberare ATP, la miosina ritornando alla struttura iniziale fa scivolare i filamenti di actina.

Citoscheletro e motilit cellulare Al sarcomero linformazione di contrazione arriva in seguito ad una variazione di concentrazione di ioni calcio. Limpulso nervoso trasferito alla cellula bersaglio mediante un segnale chimico fa rilasciare gli ioni Ca++. Questi ioni arrivano rapidamente nel R.EL. attraverso delle invaginazioni della membrana, trasversali ai sarcomeri, dette tubuli t.

Citoscheletro e motilit cellulare La contrazione di un singolo sarcomero non permetterebbe la contrazione del muscolo intero, se ogni singola fibrocellula muscolare non fosse collegata mediante il distroglicano con la matrice extracellulare, che trasferisce limpulso della contrazione al muscolo intero.

Citoscheletro e motilit cellulare Lactina forma le adesioni focali (adesione cellula-matrice), molto importanti durante lo sviluppo embrionale e post-embrionale, che permettono il movimento di cellule aderenti al substrato. Ladesione si effettua grazie alla formazione delle stress fiber.

Citoscheletro e motilit cellulare I movimenti coordinati che le cellule compiono spostandosi su una superficie sono in sequenza: 1) estensione del bordo avanzante, 2) attacco del bordo avanzante al substrato, 3) distacco delladesioni focali e retrazione del bordo posteriore.

In pi Citoscheletro e motilit cellulare

Lezione 11 Nucleo e nucleolo morfologia e struttura

Il nucleo non contiene solo DNA, che costituisce solo il 20% del materiale nucleare, ma anche una grande quantit di proteine chiamate nucleoproteine ed RNA. La maggior parte delle nucleoproteine strettamente associata al DNA; le proteine che legano il DNA sono di due tipi: 1) istoni 2) proteine non istoniche.

Gli istoni, (H1, H2A, H2B, H3, H4), che rappresentano la maggior parte delle proteine legate al DNA, formano il nucleosoma su cui si avvolge per due giri e mezzo il filamento di DNA (200 paia di basi). Il DNA che unisce due nucleosomi e il DNA linker. Gli istoni sono proteine di peso molecolare relativamente basso, con un alto contenuto di aa carichi positivamente, che si legano con facilit alle eliche del DNA cariche negativamente. Gli istoni possono essere coinvolti nel compattamento del DNA e nella regolazione della sua attivit. Listone H1 serve per mantenere uniti due nucleosomi adiacenti. Tutti questi avvolgimenti riducono la lunghezza del DNA che, al microscopio elettronico, acquista una forma a collana di perle. A questo stadio di avvolgimento, il filamento di DNA ha circa 10 nm di spessore.

Le proteine non istoniche associate al DNA sono un gruppo eterogeneo che pu essere coinvolto nella regolazione dellattivit dei geni. Le restanti proteine nucleari comprendono enzimi responsabili della sintesi del DNA e dellRNA. Tutte le nucleoproteine sono sintetizzate nel citoplasma e quindi trasportate nel nucleo. LRNA nucleare costituito da RNA messaggero di nuova sintesi e da RNA di trasferimento e ribosomico che non stato ancora trasferito nel citoplasma.

Tranne che nel periodo della divisione cellulare, i cromosomi, ciascuno dei quali costituito da un pezzo di DNA, esistono sotto forma di filamenti aggrovigliati che si estendono attraverso il nucleo e non possono essere visualizzati individualmente mediante la microscopia elettronica. I nuclei appaiono come strutture eterogenee con aree elettron-dense ed aree elettron-trasparenti. Le aree dense chiamate eterocromatina, rappresentano quella porzione di DNA, con le nucleoproteine associate, che non attiva nella sintesi di RNA. Leterocromatina tende a raggrupparsi alla periferia del nucleo, ma forma anche agglomerati irregolari allinterno del nucleo. Nelle femmine, in cromosoma X inattivato (corrispondente al cromosoma Y nel maschio), forma una piccola massa nota come corpo di Barr. I corpi di Barr sono visibili lungo il margine esterno del nucleo in una piccola percentuale di cellule femminili in cui la sezione sia stata condotta secondo un piano favorevole. La zona elettron-trasparente, chiamata eucromatina, rappresenta quella parte di DNA che attiva nella sintesi di RNA. Globalmente, leucromatina e leterocromatina costituiscono la cromatina, denominazione derivata dallaspetto fortemente dei nuclei osservati al microscopio ottico.

NUCLEOLO Molti nuclei, specialmente quelli dotati di unattiva sintesi proteica, contengono una o pi strutture estremamente dense chiamate nucleoli, che sono i siti di sintesi dellRNA ribosomico e dellassemblaggio dei ribosomi. I nucleoli sono strutture eterogenee in cui le aree pi pallide rappresentano i siti del DNA che codificano per lrRNA e le aree scure i siti di assemblaggio iniziale dei ribosomi. Ogni tipo cellulare ha una caratteristica forma del nucleo e, in generale, il livello di attivit di ogni cellula pu essere desunto dallaspetto ultrastrutturale del suo nucleo. Le cellule relativamente inattive hanno un nucleo piccolo, in cui la cromatina prevalentemente in forma addensata (eterocromatina) ed in cui il nucleolo piccolo o assente, mentre nelle cellule molto attive, il materiale nucleare disperso (eucromatina) ed i nucleoli sono evidenti.

Masserella granulare e fibrillare dai contorni irregolari non rivestita da citomembrane Costituito da: parte granulare (RNA e proteine) parte fibrillare 5-10 nm diametro (DNA ed RNA) parte amorfa proteica nucleoscheletro

Lezione 12 Ciclo Cellulare Mitosi e Meiosi

CICLO CELLULARE Lo sviluppo di una singola cellula uovo fecondata fino alla formazione di un organismo complesso, multicellulare, implica la replicazione cellulare, la crescita e la progressiva specializzazione delle funzioni (differenziamento). Il meccanismo della replicazione cellulare delle cellule, ad eccezione di quelle germinali sia maschili, sia femminili, noto come mitosi. La mitosi o divisione mitotica di una singola cellula determina la produzione di due cellule figlie, ciascuna delle quali geneticamente identica alla cellula parentale. Dopo la mitosi, le cellule figlie entrano in un periodo di crescita e di attivit metabolica prima di affrontare una successiva divisione mitotica. Lintervallo di tempo tra le divisioni mitotiche, cio il ciclo vitale di una singola cellula, chiamato ciclo cellulare.

Ciclo cellulare

Storicamente, erano state riconosciute solo due fasi del ciclo cellulare: una fase mitotica (fase M) relativamente breve ed una fase nella quale la cellula non in grado di dividersi (interfase), che di solito occupa la maggior parte del ciclo vitale della cellula. Con lavvento dei radioisotopi stato osservato che esiste un periodo definito durante linterfase in cui si ha replicazione del DNA; questa fase, fase di sintesi o fase S, termina un po prima che inizi la mitosi. Linterfase pu essere perci divisa in tre fasi separate. Tra il termine della fase M e linizio della fase S, si realizza la prima tappa o fase G1; questa di solito molto pi lunga delle altre fasi del ciclo cellulare. In questo periodo, la cellula cresce ed adempie alle sue funzioni specifiche nellambito del tessuto di cui fa parte. Lintervallo tra la fine della fase S e linizio della fase M, la fase G2, relativamente corto e rappresenta il periodo in cui la cellula si prepara alla divisione mitotica.

Alcuni tipi cellulari procedono continuamente attraverso il ciclo cellulare, come nel caso di tessuti in crescita o ad alto turnover di cellule, mentre le cellule differenziate terminali lasciano il ciclo cellulare dopo la fase M, entrando in uno stato funzionale designato fase G0 (G zero). Le cellule in grado dividersi facoltativamente entrano nella fase G0, ma mantengono la capacit di entrare in ciclo se debitamente stimolate. In generale, le fasi S, G2, M hanno una durata relativamente costante, di parecchie ore, mentre la fase G1 molto variabile, potendo durare anche parecchi giorni. La fase G0 pu durare per lintera vita dellorganismo.

Fase S Mitosi e Meiosi

La mitosi un processo continuo che viene tradizionalmente suddiviso in quattro fasi: 1) profase 2) metafase 3) anafase 4) telofase. Ogni fase facilmente riconoscibile al microscopio ottico. La divisione cellulare richiede la presenza di una struttura chiamata apparato mitotico che comprende un fuso di microtubuli disposti longitudinalmente tra due strutture chiamate centrioli ai due poli della cellula. Lapparato mitotico visibile nel citoplasma solo durante la fase M del ciclo, poich si disaggrega rapidamente al termine della mitosi.

Profase: si considera come linizio di questa fase il momento in cui i cromosomi (che si sono gi duplicati nel corso della precedente fase S), diventano visibili allinterno del nucleo. Quando la profase continua, i cromosomi si condensano e si accorciano ed i nucleoli scompaiono. La scomparsa della membrana nucleare segna la fine della profase. Durante la profase, i microfilamenti ed i mocrotubuli del citoscheletro si disaggregano nelle loro subunit proteiche. Prima della mitosi, si avuta la duplicazione dei centrioli. In profase, questi migrano ai poli opposti della cellula mentre, fra essi, si forma un fascio di microtubuli (microtubuli interpolari). Quando i centrioli si separano, i microtubuli si allungano progressivamente per laggiunta di subunit di tubulina.

Metafase: essendo scomparso linvolucro nucleare, il fuso mitotico si muove nellarea nuclare ed i cromosomi duplicati si attaccano, in un punto detto cinetocore, ad un altro gruppo di microtubuli del fuso mitotico (cinetocore o microtubuli cromosomici). Il cinetocore unarea appiattita presente in ciascun cromosoma duplicato e coincide con il centromero, cio con la struttura che mantiene legati insieme i due cromosomi (cromatidi) duplicati. I cromosomi si dispongono quindi allequatore del fuso, noto come piastra equatoriale o piastra della metafase.

Anafase: questo stadio della mitosi caratterizzato dalla separazione del centromero che lega i cromatidi di ogni cromosoma duplicato. Il fuso mitotico si allunga per laddizione di molecole di tubulina; i centrioli si dividono ed i cromatidi di ogni cromosoma duplicato sono tirati dai tubuli connessi a livello del cinetocore, verso le estremit opposte del fuso; ci permette unesatta divisione del materiale genetico duplicato. Al termine dellanafase, due gruppi di cromosomi identici (i precedenti cromatidi) sono ammassati ai poli opposti della cellula.

Telofase: durante la fase finale della mitosi, i cromosomi cominciano a despiralizzarsi ed a riacquistare la conformazione tipica dellinterfase. Linvolucro nucleare si riforma ed i nucleoli ricompaiono. Anche il processo della citocinesi ha luogo durante la telofase; il piano della divisione citoplasmatica di solito definito dalla posizione dellequatore del fuso, la qual cosa produce due cellule di eguale dimensione. La membrana plasmatica si indenta a livello dellequatore in modo tale da formare un solco circonferenziale intorno alla cellula, il solco di divisione; questo circonda progressivamente la cellula finch questa si divide in due cellule figlie. Un anello di microfilamenti presente appena sotto il solco di divisione ed stato suggerito che la citocinesi avvenga per la contrazione di questo anello. Allinizio della fase G1, il fuso mitotico si disassembla ed in molti tipi cellulari, il paio di centrioli comincia a duplicarsi in previsione della successiva divisione mitotica.

Meiosi La produzione di cellule aploidi comporta una particolare forma di divisione cellulare chiamata meiosi che avviene solo nelle cellule germinali delle gonadi durante la formazione dei gameti; la divisione meiotica perci parte della gametogenesi. La meiosi comprende due processi di divisione cellulare, dei quali, solo il primo preceduto da duplicazione dei cromosomi.

1) La prima divisione meiotica determina la formazione di due cellule figlie; questo processo di differenzia dalla mitosi per due aspetti importanti: -Mentre nella mitosi ogni cromosoma duplicato si divide a livello del centromero e libera due cromatidi che migrano alle opposte estremit del fuso mitotico, nella proma divisione meiotica, non c tale separazione dei cromatidi, ma un cromosoma duplicato di ogni paio omologo migra allestremit opposta del fuso. Cos, alla fine della prima divisione meiotica, ogni cellula figlia contiene la met dei cromosomi duplicati, essendo un cromosoma derivato da ogni paio omologo della cellula madre. -Durante la prima divisione meiotica, si realizza uno scambio di alleli (cio di geni codificanti per il medesimo carattere, ma posti su cromosomi omologhi), tra i cromatidi di paia omologhi di cromosomi duplicati. Questo scambio, basato sulla formazione dei chiasmi, fa si che i cromatidi siano costituiti da un materiale genetico diverso da quello della cellula madre.

1) La seconda divisione meiotica comporta semplicemente la separazione di ogni cromosoma al centromero, al fine di separare i due cromatidi che migrano ai poli opposti del fuso. In questo modo, la divisione meiotica di una singola cellula germinale diploide d origine a quattro gameti aplodi. Durante entrambe le divisioni meiotiche, la cellula passa attraverso stadi che presentano caratteristiche simili alla profase, metafase, anafase e telofase della mitosi. A differenza della mitosi per, il processo di divisione meiotica pu essere sospeso per un tempo anche molto lungo.

Confronto Meiosi Mitosi

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