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Contiene il DNA che complessato con proteine forma la cromatina, la quale grazie ad una serie di
ripiegamenti si compatta in unità strutturali distinte, i cromosomi.
Normalmente il nucleo ha forma tondeggiante e centrale, ma questo può variare a seconda delle
cellule, i globuli rossi prima presentano queste caratteristiche, mentre quando entrano nel torrente
ematico sono cellule anucleate. Le cellule muscolari inizialmente sono cellule mononucleate mentre
successivamente per fusione delle membrane diventano cellule polinucleate (sincizi).
L’involucro nucleare è costituito da una membrana esterna che è in continuità con il RER,
infatti presenta dei ribosomi adesi sulla superficie e da una membrana nucleare interna, le
quali sono separate da un sottile spazio intermembrana. La membrana nucleare interna
presenta delle proteine transmembrana che agiscono da siti di legami per la lamina nucleare
che è sostegno per l’involucro nucleare. La lamina è costituita da proteine lamine che
appartengono al gruppo V dei filamenti intermedi del citoscheletro.
L’involucro nucleare non è una struttura continua, bensì è interrotto da pori nucleari. Ciascun poro
è costituito da una struttura complessa definita complesso del poro nucleare (CPN), costituito da
un’impalcatura che si trova nel reticolo nucleare, un anello nucleare che continua con il canestro
nucleare che sporge nel nucleoplasma, da un anello citoplasmatico che prosegue con delle
estroflessioni citoplasmatiche. Questa struttura è garantita dalla presenza di alcune nucleoporine
che sono costituite da piccole sequenze amminoacidiche (X-X-F-G) dove X-X sono due aminoacidi
distinti mentre F e G sono rispettivamente fenilalanina e glicina.
Affinché una proteina possa entrare all’interno del nucleo essa deve presentare una particolare
sequenza di aminoacidi definita sequenza di localizzazione nucleare (NLS), che può trovarsi o
centralmente alla proteina o in posizione C-terminale, questa viene riconosciuta da specifici
recettori, le importine (complesso costituito da importina-α ed importina-β). Di contro ciò che deve
uscire dal nucleo deve possedere una sequenza definita sequenza di esportazione nucleare (NES)
riconosciuta dalle esportine. Il trasporto di una proteina all’interno del nucleo inizia quando la
sequenza NLS viene riconosciuta dall’importina. Questo complesso mediante i filamenti
citoplasmatici viene fatto entrare nel poro ed arriva nel nucleoplasma dove viene riconosciuto da
una proteina G, la Ran-GTP. Questa riconosce l’importina-β che induce il distacco dall’importina- α
e successivamente anche della proteina trasportata. A questo punto il complesso
Ran-GTP-importina-β deve uscire dal nucleo e lo fa seguendo il gradiente di concentrazione del
Ran-GTP, una volta nel citoplasma la Ran-GAP1 converte la Ran-GTP in Ran-GDP che si traduce nella
liberazione dell’importina. A questo punto la Ran-GDP secondo gradiente rientra nel nucleo dove
può essere riconvertita in GTP. L’ importina-α invece esce dal nucleo in quanto presenta una
sequenza NES.
Il nucleoplasma è una matrice gelatinosa costituita da acqua, proteine e DNA. All’interno del nucleo
la cromatina si dispone in maniera ordinata in spazi definiti territori nucleari. Le fibre che
costituiscono un distinto cromosoma si dispongono in spazi ben definiti noti come territorio
cromosomico. All’interno del nucleo sono presenti anche dei corpi nucleari, dei quali il più
voluminoso è il nucleolo che partecipano ai meccanismi di trascrizione e maturazione di RNA e di
controllo del ciclo cellulare e dell’apoptosi.
Il nucleolo è l’unico corpo visibile al microscopio ottico ed è costituito da una regione fibrillare che
comprende specifiche regioni di DNA che codificano per gli rRNA e i relativi fattori di trascrizione ed
una regione granulare che comprende subunità ribosomiali in vari stadi di assemblaggio.
Trascrizione e traduzione
Le proteine non si ottengono direttamente per conversione di DNA in proteine, bensì il DNA viene
trascritto in RNA e questo a sua volta tradotto in proteine. Esistono diversi tipi di RNA: l’mRNA che
è costituito da un singolo filamento lineare ha il compito di trasportare il messaggio genetico dal
DNA ai ribosomi. Il tRNA è costituito da un singolo filamento che si ripiega su sé stesso ed ha il
compito di traduttore della sequenza di basi del mRNA e trasportare l’appropriato aminoacido al
ribosoma. Infine c’è l’rRNA che ha forma globulare ed è fondamentale nella struttura dei ribosomi.
Il codice genetico è costituito da triplette di basi (codoni) i quali vengono convertiti in 20 aminoacidi
naturali. Ogni codone codifica per un singolo aminoacido, ma ogni aminoacido può essere
specificata da più codoni, questo è il fenomeno di ridondanza definito come degenerazione del
codice. Esistono dei codoni di inizio e dei codoni di fine della trascrizione, AUG è il codone di inizio
che codifica per la metionina, mentre UGA, UAG e UAA sono codoni di stop. Studi hanno dimostrato
che il codone UGA in alcune specie codifica per il 21° aminoacido la selenometionina, mentre il
codone UAG per la pirrolisina, il 22°.
Trascrizione
La trascrizione è quell’evento che consiste nella produzione di un filamento (il trascritto)
complementare ad un filamento del DNA definito stampo. Essa consta di tre fasi; inizio,
allungamento e terminazione, tutto ciò catalizzato dalla RNA polimerasi.
Negli eucarioti esistono tre tipi di RNA polimerasi, la I catalizza la sintesi del rRNA, la II del mRNA e
la III del tRNA.
La trascrizione ha inizio mediante il riconoscimento da parte dell’RNA polimerasi di un promotore,
una sequenza di basi del DNA. A valle del promotore vi è il sito di inizio, il reale punto da cui inizia la
trascrizione. A questo punto i fattori generali di trascrizione mediano il legame dell’RNA polimerasi
con il filamento di DNA. Mediante fosforilazione della coda della RNA polimerasi ha inizio la
trascrizione che procede in direzione 5’ 3’ fino a quando non riconosce una sequenza di arresto
che determina il distacco dell’RNA polimerasi sia dal DNA stampo che dall’RNA neo sintetizzato.
L’RNA presenta in posizione 5’ una sequenza leader che non codifica per alcun aminoacido, subito
dopo segue un codone AUG ed infine vi è un codone di stop seguito da una sequenza trailing in
posizione 3’. Ci troviamo difronte ad un pre-mRNA il quale subisce alcune modifiche quando è
ancora nel nucleo per diventare un RNA idoneo e funzionale. Viene aggiunto un cappuccio costituito
dalla 7-metilguanosina all’estremità 5’ per proteggerlo da esonucleasi ed in posizione 3’ avviene
una poliadenilazione per conferire stabilità ed aumentare la vita media. Il pre-mRNA è costituito da
codoni codificanti, esoni, e sequenze non codificanti, introni. Affinché possa diventare mRNA deve
avvenire lo splicing, il processo mediante il quale vengono eliminati gli introni, mediante le snRNA
(ribonucleoproteine) che tagliano gli introni e risaldano gli esoni.
La maturazione del rRNA comporta il taglio di RNA multipli. I tre più grossi rRNA vengono maturati
dalla RNA polimerasi I in rRna 45S, mentre l’rRNA 5s viene maturato dalla RNA polimerasi III.
La maturazione del tRNA avviene mediante rimozione, aggiunta e modifiche di nucleotidi.
Traduzione
La sintesi proteica non può avvenire mediante conversione del mRNA in aminoacidi, questo avviene
mediante la cooperazione del tRNA. Questo è costituito da un filamento nucleotidico che si ripiega
in quattro regioni a doppia elica per la presenza di basi complementari. Così facendo si generano 3
anse, una delle quali presenta l’anticodone che leghera l’mRNA ed in posizione 3’ del filamento è
presente una tripletta CCA che lega l’aminoacido. Mediante l’amminoacil-tRNA sintetasi un
aminoacido si lega al tRNA formando l’amminoacil-tRNA. Nell’uomo 48 tRNA bastano per
riconoscere i 61 codoni che codificano per i 20 aminoacidi.
Gli organuli dove avviene la traduzione sono i ribosomi, strutture costituite da due subunità, una
maggiore (50S nei procarioti e 60S negli eucarioti) ed una minore (30S nei procarioti e 40S negli
eucarioti), che permettono nella subunità minore di legare l’mRNA e nella subunità maggiore che
possiede tre siti di legare, allungare e staccare il tRNA e la catena polipeptidica. I tre siti sono il sito
E,P ed A.
L’inizio della traduzione richiede l’intervento di numerosi fattori di inizio che insieme alla GTP
permettono il legame dell’mRNA alla subunità minore, ribosoma che si lega all’mRNA nel sito di
legame del ribosoma. A questo punto la N-formilmetionina legata al primo tRNA può legarsi al
codone corrispondente e si inserisce la subunità maggiore del ribosoma ponendo il primo tRNA nel
sito P. a differenza delle cellule procariotiche nelle cellule eucariotiche non vi è un sito di legame
del ribosoma ma questo corrisponde al cappuccio in posizione 5’ e il primo aminoacido non è fMet
ma la metionina, oltre al fatto che i fattori di inizio sono molti di più.
La fase di allungamento consiste nella presenza di un tRNA nel sito P, successivamente arriva un
nuovo amminoacil-tRNA nel sito A vacante, mediante la fosforilazione di una molecola di GTP in
GDP e l’intervento della peptidil tranferasi l’aminoacido legato al tRNA del sito P si lega a quello
presente sul sito A. così facendo avremo un tRNA scarico nel sito P e un tRNA con due aminoacidi
nel sito A, successivamente il tRNA scarico passa nel sito E e può tornare nel citosol. La subunità
minore del ribosoma si sposta di tre triplette per portare avanti la sintesi peptidica.
La sintesi proteica ha termine quando nel sito A del ribosoma vi è una delle 3 sequenze di stop (UAA,
UGA e UAG), a questo punto un fattore di rilascio si lega in questo sito e permette la dissociazione
delle due subunità ribosomiali, dell’mRNA, del tRNA e della catena polipeptidica.