Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
AA 2017-18
Rev. 2
3
4 INDICE
• Corretta la soluzione numerica, e migliorato il testo dell’indizio nelle soluzioni, dell’esercizio 1.38
7
8 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
È data una funzione generica reale f (x1 , x2 , . . . , xm ) di m variabili indipendenti reali, che per ora
assumiamo definita in Rm . Nel seguito, assumiamo che la funzione f abbia un buon comportamento
(derivabile ovunque, invertibile rispetto a tutte le coordinate etc., salvo al più che in un numero finito
di punti). La derivata parziale di f rispetto a xi è il limite del rapporto tra la variazione della
funzione e la variazione di xi mantenendo tutte le altre m − 1 coordinate costanti
∂f f (x1 , . . . , xi + δxi , . . . , xm ) − f (x1 , . . . , xi , . . . , xm )
= lim
∂xi xj6=i δxi →0 δxi
dove dxi è una variazione infinitesimale e arbitraria della i-esima variabile indipendente xi .
Esercizio 1.1 Data la relazione p(n, V, T ) = nRT /V , con R una costante, calcolate le derivate prime
di p.
Soluzione
Le derivate sono
∂p RT
=
∂n V,T V
∂p nRT
= − 2
∂V n,T V
∂p nR
=
∂T n,V V
Esercizio 1.4 Date le grandezze α = V1 ∂V
(coefficiente di espansione termica) e κ = − V1 ∂V
p∂T ∂p T
∂p
(coefficiente di compressibilità), dimostrate che =α κ
∂T V
∂p
Soluzione Dalla regola ciclica abbiamo che ∂V ∂T = −1, quindi
∂T V ∂p T ∂V p
∂V
∂p 1 ∂T p Vα α
= − = − = =
∂T V ∂V ∂T ∂V Vκ κ
∂p T ∂V p ∂p T
10 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
Esercizio 1.5 Date due funzioni F = F (X, Y ) e G = G(X, Y ), dimostrate la regola della catena
(chain rule)
∂F ∂F ∂Y
=
∂G X ∂Y X ∂G X
e che
∂F ∂F ∂F ∂Y
= +
∂X G ∂X Y ∂Y X ∂X G
Soluzione Consideriamo
i differenziali
totali di F = F (X, Y ) e Y = Y (X, G)
∂F ∂F
dF = dX + dY
∂X Y ∂Y X
∂Y ∂Y
dY = dX + dG
∂X G ∂G X
Sostituendo la seconda nella prima otteniamo
∂F ∂F ∂Y ∂F ∂Y
dF = + dX + dG
∂X Y ∂Y X ∂X G ∂Y X ∂G X
Le ultime due espressioni per dF devono essere identiche, per dX, dG arbitrarie. Quindi devono essere
vere le due regole enunciate inizialmente
Esercizio 1.6 Calcolate il rapporto tra il coefficiente di espansione termica α e quello di compressi-
bilità κ per un gas perfetto avente volume molare pari ad 1.005 dm3 mol−1 .
α p R
= =
κ T Vm
Se Vm = 1.005 × 10−3 m3 mol−1 , con R = 8.31447 Pa m3 K−1 mol−1 , il rapporto vale 8.273 × 103 Pa
K−1 .
1.1. DERIVATE PARZIALI E DIFFERENZIALI TOTALI 11
Esercizio 1.7 Calcolate il rapporto tra il coefficiente di espansione termica α e quello di compressi-
bilità κ per il metano, descritto come un gas di van der Waals, con volume molare pari ad 0.990 L
mol−1 .
Soluzione Il problema è analogo al precedente, ma il calcolo diretto delle derivate parziali del volume
molare è reso difficile dal fatto che Vm è ottenibile in modo esplicito solo come soluzione di una
equazione cubica. Possiamo però impiegare un’utile identità algebrica, che sarà discussa in un uno dei
Capitoli successivi: per una funzione generica F di tre coordinate X, Y , Z, se F (X, Y, Z) = 0 allora
∂F
∂Y ∂X Y,Z
= −
∂X Z ∂F
∂Y X,Z
α R
=
κ Vm − b
Se Vm = 9.90 × 10−1 L mol−1 e b = 4.278 × 10−2 L mol−1 , con R = 8.20574 × 10−2 L atm K−1 mol−1 ,
il rapporto vale 8.66 × 10−2 atm K−1 = 8.77 × 103 Pa K−1 .
Esercizio 1.8 Calcolate le espressioni per il volume molare critico, la temperatura critica e la pressione
critica di un gas descritto dall’equazione di stato di van der Waals.
Soluzione Nel diagramma pVm costruito per l’equazione vdW, possiamo distinguere due regioni: nella
prima, per T < Tc , le isoterme presentano un massimo ed un minimo; nella seconda, per T > Tc , le
isoterme decadono in modo monotòno. L’isoterma a T = Tc separa le due regioni (quella inferiore è
associata ad un sistema che passa da un fase ’condensata’ ad una fase ’gas’, quella superiore corrisponde
ad un sistema in condizioni supercritiche, senza transizioni di fase) ed è dotata di un flesso a tangente
orizzontale, che è identificato con il punto critico. Per calcolare pc , Vc e Tc dobbiamo solo valutare le
derivate prima e seconda di p in funzione di Vm e porle pari a zero
∂p
RT 2a
∂V = − + =0
2m T (Vm − b)2 Vm3
∂ p 2RT 6a
= − 4 =0
∂Vm 2 T
(Vm − b)3 Vm
Esercizio 1.9 Elaborate una procedura sistematica per mettere in relazione i coefficienti del viriale
nelle due formulazioni (pressione e volume) che descrivono il comportamento di un gas reale
X
Z = An pn−1
n=1
X Bn
Z =
V n−1
n=1 m
con A1 = B1 = 1 e dove Z = pVm /RT è il fattore di compressibilità
Soluzione Poiché Z = pVm /RT , dalla seconda equazione del viriale otteniamo
X Bn
p = RT
Vmn
n=1
e sostituendo nella prima espressione del viriale abbiamo la seguente relazione per Z
!n−1
X X Bk
Z = An RT =
Vk
n=1 k=1 m
! !2
X Bk X Bk
= 1 + A2 RT + A3 RT + ... =
Vmk Vmk
k=1 k=1
A2 RT B1 A2 RT B2 + A3 (RT )2 B1
= 1+ + + ...
Vm Vm2
da cui segue che B2 = RT A2 , B3 = (RT )2 (A22 + A3 ) e cosı̀ via.
Esercizio 1.10 Calcolate il volume occupato da 1 mole di CO2 , descritta dall’equazione vdW, ad 1
atm e 300 K.
Soluzione Il problema è risolvibile analiticamente, ma richiede la soluzione di un’equazione cubica.
Infatti, partendo dall’equazione di stato otteniamo che il volume molare di un gas vdW verifica la
relazione
RT + pb 2 a ab
Vm3 − Vm + Vm − =0
p p p
che ammette tre soluzioni (complesse). Conviene risolvere l’equazione numericamente, per esempio
con il metodo di Netwon (si veda per esempio W.H. Press, S.A. Teukolsky, W.T. Vetterling e B.P.
Flannery Numerical Recipes: the art of scientific computing (III ed.), New York: Cambridge Univer-
sity Press, ISBN 978-0-521-88068-8). Si verifica che delle tre soluzioni, una sola è reale e coincide con
il volume molare.
Per la CO2 , con a = 3.5924 atm L2 mol−2 e b = 4.267 · 10−2 L mol−1 , si ottiene Vm = 24.51 L mol−1 .
Esercizio 1.11 Il modello di van der Waals descrive in modo approssimato il comportamento di un
gas mediante le due equazioni
nRT n2 a
p = − 2
V − nb V
3 2
n a
U = nRT −
2 V
dove a, b sono costanti. Trovate un’espressione per ∂U in funzione di n, V e T
∂p n,T
Esercizio 1.12 La capacità termica a volume costante di un sistema è CV = ∂U . Dimostrate
∂T V
14 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
che
∂U ∂U
= CV + αV
∂T p ∂V T
Esercizio 1.13 Stimate le costanti critiche secondo l’equazione di van der Waals per l’anidride car-
bonica.
1.2 Differenziali
Un differenziale si dice esatto se esiste una funzione F tale che dF = dz. In due variabili, la condizione
necessaria e sufficiente perchè il differenziale sia esatto è che
∂M ∂N
=
∂y x ∂x y
∂M i ∂Mj
mentre in generale dovrà essere = Considerate ora una curva C nel piano xy,
∂xj x ∂xi x
k6=j k6=i
che connetta due punti Pin (xin , yin ) e Pfin (xfin , yfin ) Dato il differenziale 1.2, definiamo l’integrale di
linea I sulla curva come
n
X Z
I = lim [M (xi , yi )∆xi + N (xi , yi )∆yi ] ≡ dz
n→∞ C
i=1
dove i punti (xi , yi ) sono i vertici di una spezzata che parte da Pin e arriva a Pfin . Si dicono inte-
H
grali ciclici I = C dz gli integrali di linea di un differenziale dz con un cammino di integrazione
rappresentato da una curva chiusa (Pin = Pfin ). Valgono le seguenti importanti proprietà
H
1. se dz è esatto I = C dz = 0 per ogni curva chiusa C
infinitesimale delle varie funzioni di stato dp, dV , dU , dH, dS, dG, dA e cosı̀ via sono differenziali
esatti; il lavoro dw ed il calore dq scambiati dal sistema invece non lo sono. Per una trasformazione
finita dallo stato 1 allo stato 2, la variazione finita ∆F di una funzione di stato F è ottenuta come
∆F = F2 − F1 ; il lavoro ed il calore totali scambiati si devono invece calcolare dagli integrali di linea
relativi al cammino specifico della trasformazione (se esiste un cammino, cioè una successione continua
di punti di equilibrio del sistema!).
Esercizio 1.15 Calcolate l’integrale di linea del differenziale (inesatto) dw = x2 dx + xydy lungo la
curva y = x da (0, 0) a (1, 1).
16 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
Soluzione Poiché y = x
1
2 3 1 2
Z Z Z Z
2 2
I= dw = x dx + xydy = 2 x dx = x =
C C C 0 3 0 3
Esercizio 1.16 Calcolate l’integrale di linea del differenziale (inesatto) dw = x2 dx + xydy lungo la
curva y = x2 da (0, 0) a (1, 1).
Esercizio 1.17 Determinate il differenziale totale delle seguenti funzioni: z = exy , z = 1/(x + y),
z = ln xy e z = x sin y + y sin x
Esercizio 1.18 A basse temperature e pressioni, l’equazione di stato di un gas può essere utilmente
definita come
RT a
p(Vm , T ) = − 2
Vm Vm
∂p ∂p ∂Vm
dove a è una costante. Derivate espressioni per le seguenti quantità: , , ,
∂T Vm ∂Vm T ∂p T
∂Vm
∂T p
∂f ∂f
2 +y 2 )
Esercizio 1.19 Date le funzioni f (x, y) = x2 y + xy 2 e g(x, y) = e−(x calcolate e
∂g x ∂x g
3 ydx + x2 y 2 dy)
H
Esercizio 1.21 Valutate l’integrali di linea: C (x dove C è il triangolo formato nell’or-
dine da tre punti A(0, 0), B(0, 1) e C(1, 1).
1.3. I PRINCIPIO 17
1.3 I Principio
Esercizio 1.22 I sistemi 1, 2 e 3 sono gas descritti dalle coordinate termodinamiche p1 , Vm,1 , p2 ,
Vm,2 , p3 , Vm,3 dove pi , Vm,i sono la pressione ed il volume molare del sistema i-esimo. Si trova
sperimentalmente che quando 1 e 3 sono in equilibrio termico, è soddisfatta la relazione
acp3 Vm,3
p2 Vm,2 − p3 Vm,3 + =0
Vm,2
Soluzione In condizioni di equilibrio termico devono valere entrambe le relazioni precedenti. Possiamo
quindi scrivere dalla prima equazione:
e dalla seconda
p2 Vm,2
= p3 Vm,3
1 − Vac
m,2
da cui segue che le tre funzioni definibili come temperatura empirica sono
p2 Vm,2
θ = p1 Vm,1 − abp1 = = p3 Vm,3
1 − Vac
m,2
Esercizio 1.23 Una reazione chimica sta avvenendo in un contenitore cilindrico, la cui area è A =
50 cm2 . A causa della reazione, un pistone viene spinto per una distanza ∆l = 15 cm contro una
pressione costante pext = 121 kPa. Si calcoli il lavoro compiuto dal sistema.
Soluzione Il lavoro compiuto dal sistema è di volume ed essendo l’espansione contro una pressione
esterna costante, si calcola
Esercizio 1.24 Si vuole determinare la capacità termica a pressione costante di un campione di una
sostanza A, CA . Si procede ponendo il campione in un calorimetro a pressione costante, ed effettuando
una quantità nota di lavoro sul sistema, wA , misurando nel contempo l’aumento di temperatura del
18 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
sistema calorimetro + campione, ∆TA . Si procede poi nello stesso modo per un campione di una
sostanza, B, di cui è nota la capacità termica, CB , esercitando il lavoro wB e misurando ∆TB . Si
suppone che le capacità termiche siano costanti negli intervalli di temperatura considerati.
Soluzione Per il primo principio, in un calorimetro adiabatico a pressione costante, il lavoro fatto sul
sistema coincide con la variazione di entalpia. Se chiamiamo C la capacità termica del calorimetro,
abbiamo (per semplice integrazione dell’equazione che definisce la capacità termica, se si suppone che
sia costante con la temperatura)
wA = ∆HA = (C + CA )∆TA
wB = ∆HB = (C + CB )∆TB
da cui, eliminando C, segue che
∆HA ∆HB
CA = CB + −
∆TA ∆TB
Esercizio 1.25 Qual è la temperatura finale di una massa di acqua pari a m = 6.785 × 10−2 kg,
inizialmente a 25.6 ◦ C, posta in un calorimetro a pressione costante di capacità termica trascurabile,
se si fa passare attraverso un resistore immerso nel campione una corrente elettrica i di 1.94 A, alla
differenza di potenziale elettrico V di 10.00 V, per un tempo t di 120.5 s?
Soluzione Per effetto Joule, il lavoro elettrico effettuato sul sistema si trasforma in calore, pari alla
variazione di entalpia. Il lavoro elettrico è w = V it = 2.33 × 103 J. Assumendo che la capacità termica
specifica dell’acqua sia pari a Cp = 4.184 × 103 J kg−1 K−1 , otteniamo una variazione di temperatura
w
∆T = = 8.23 K
mCp
Esercizio 1.26 Qual è la capacità termica specifica dello stirene, sapendo che un campione di massa
m = 5.500 × 10−2 kg subisce un aumento di temperatura ∆T pari a 3.36 K se riscaldato con una
resistenza elettrica per 100 s con lo stesso apparato dell’esercizio precedente ?
w
Cp (stirene) = = 10.5 kJ kg−1 K−1
m∆T
Esercizio 1.27 L’applicazione delle proprietà delle funzioni di stato ai sistemi termochimici è di gran-
de utilità e ritorneremo sulla loro applicazione alla fine dei capitoli sussessivi, dopo avere introdotto
1.3. I PRINCIPIO 19
altre funzioni di stato (come l’entropia, l’energia libera etc.). Per ora ci limitiamo ad un esempio di
natura chimica che riassume le proprietà dei sistemi gassosi ideali, il primo principio e la definizione
e proprietà dell’entalpia. È noto che quando 1 mole di acido malonico cristallino viene bruciata in
atmosfera di ossigeno a volume costante vengono liberati 8.66× 102 kJ a 298.15 K. Qual è la variazione
di entalpia per la reazione di una mole di acido malonico alla stessa temperatura, a pressione costante?
Chiarite le condizioni di misura e le approssimazioni necessarie per la risposta al quesito. Considerate
come uniche specie che contribuiscono alle variazioni di volume le specie gassose, descritte come gas
perfetti. Informazione aggiuntiva: l’energia interna di un gas perfetto dipende solo dalla temperatura.
Soluzione Si tratta di un problema semplice, ma che richiede una definizione attenta del sistema.
Consideriamo la Figura 1.2. Il sistema è costituito dalle specie che subiscono la reazione chimica,
ed è sempre in contatto con un termostato che assorbe o cede calore per mantenerlo a temperatura
uniforme.
La reazione è rappresentata dalla trasformazione verticale ”b”. Essa, però, può essere composta dalla
combinazione della trasformazione orizzontale ”a” (isobara), seguita dalla trasformazione isoterma ”c”
(la temperatura è tenuta costante dal termostato accoppiato al sistema che sta reagendo).
Nella trasformazione orizzontale a pressione costante p1 il sistema subisce una variazione di volume
∆V = V2 − V1 ; la corrispondente variazione di entalpia, che è pari per definizione al calore liberato
20 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
od assorbito dal sistema a pressione costante deve valere ∆Ha = ∆Ua + p1 ∆V , dove ∆Ha e ∆Ua si
riferiscono alla trasformazione a dallo stato (p1 , V1 ) allo stato (p1 , V2 ). Nella trasformazione verticale
b a volume V1 costante il sistema non compie lavoro e secondo il primo principio, deve obbedire alla
relazione ∆Ub = −q, dove q è il calore di combustione (il segno meno deriva dal fatto che il dato nel
testo è riferito al calore misurato dal punto di vista dell’ambiente esterno; quando si parla di calore di
combustione, si intende solitamente il calore che l’ambiente ha ricevuto dal sistema, e si tratta quindi
di una perdita di energia per il sistema), per giungere allo stato finale (p2 , V1 ) caratterizzato da una
pressione p2 e dallo stesso volume iniziale. La misura sperimentale fornisce q, ovvero −∆Ub , ed il
problema richiede di calcolare ∆Ha . Per conoscere ∆Ha dobbiamo conoscere ∆Ua e ∆V . Il valore di
∆Ua si determina tenendo conto della natura di funzione di stato di U , possiamo passare dallo stato
(p2 , V1 ) allo stato (p1 , V2 ) mediante una trasformazione isoterma: tenendo conto dell’informazione
aggiuntiva (che sarà discussa meglio nei capitoli successivi), segue che lo stato (p2 , V1 ) e (p1 , V2 ) hanno
lo stessa energia interna, cioè che ∆Ua = ∆Ub . Si ha perciò che ∆Ha è uguale a q più una correzione
p1 ∆V , che può essere calcolata considerando che solo le specie presenti in forma gassosa contribuiscono
significativamente al volume totale del sistema e che le specie gassose si comportino da gas perfetti:
quindi ∆ngas = 3 − 2; ∆Ub = −8.66 × 102 kJ; segue che ∆Ha = −8.61 × 102 kJ. Si noti che nelle
reazioni in cui il numero di moli di specie gassose è invariato, la variazione di entalpia coincide con
quella di energia interna (ad esempio in C(s) + O2 (g) = CO2 (g)).
Soluzione Il lavoro di volume per una trasformazione reversibile (pressione interna ed esterna sono
sempre tra loro uguali) è dato in forma differenziale come
δw = −pdV
Inoltre, essendo la trasformazione adiabatica non c’è scambio di calore tra il sistema e l’ambiente, per
cui
δw = dU = CV dT
Si tratta di una equazione differenziale a variabili separabili, che può essere riscritta come
CV nR
dT = − dV
T V
Per un gas ideale, il calore specifico a volume costante non dipende dalla temperatura, per cui
l’equazione differenziale sopra scritta può essere facilmente risolta
Z T2 Z V2
1 1
CV dT = −nR dV
T1 T V1 V
ovvero
T2 V2
CV ln = −nR ln
T1 V1
e usando la monotonicità della funzione logaritmo, l’ultima eguaglianza può essere epsressa anche
come eguaglianza tra gli argomenti dei logaritmi, ossia
1
T2 γ−1 V1
=
T1 V2
oppure
γ−1
T2 V1
=
T1 V2
nd.o.f.
cv = R
2
dove nd.o.f. è il numero di gradi di libertà per una molecola di gas. In questo esercizio, il gas è composto
da molecole di N2 . Una molecola biatomica è lineare, per cui possiede nd.o.f. = 5 gradi di libertà, di
cui 3 traslazionali e solo 2 rotazionali considerando la molecola rigida, per cui:
5 7 7 2
cv = R; cp = R; γ = ; (γ − 1) =
2 2 5 5
Usando le prime equazioni, il lavoro per la trasofrmazione adiabatica reversibile (ricordando che il CV
di un gas ideale è indipendente dalla temperatura) è
Z T2
w = CV dT = CV (T2 − T1 ) = ncV ∆T
T1
22 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
3.12 g
n= g = 0.111 mol
28.0
mol
per cui il lavoro è
5 J
w = 0.111 mol × × 8.314472 × (156 − 296.15) K = −323 J
2 K mol
Come commento finale, si vuol far notare che durante una trasformazione adiabatica reversibile
T V γ−1 = cost.
da cui deriva, ricavando T in funzione di pressione e volume usando la legge dei gas ideali:
pV γ = cost.
Esercizio 1.29 Sul pelo dell’acqua avviene una reazione che sviluppa ossigeno molecolare, a tempera-
tura di 27.5 ◦ C. Con un tubo del volume di 27.8 cm3 si raccoglie un campione di miscela gassosa sopra
il pelo dell’acqua, contenente vapore acqueo e ossigeno. Sapendo che la tensione di vapore dell’acqua
alla temperatura data è 27.5 Torr e che la pressione nel tubo è di 751.4 Torr, si calcoli il volume che
occuperebbe l’ossigeno secco a 25.0 ◦ C e 1.00 bar.
Soluzione La pressione misurata nel tubo di vetro è la pressione totale, somma delle pressioni parziali
di vapore acqueo ed ossigeno molecolare:
p = pO2 + pH2 O
pO2 = p − pH2 O = 751.4 Torr − 27.5 Torr = 723.9 Torr = 9.651 · 104 Pa
Assumendo l’ossigeno un gas ideale, si possono trovarne le moli
Esercizio 1.30 I valori di pressione e temperatura critica per l’etano sono: pc = 48.2 atm e Tc = 305.4
K. Si calcoli la pressione che esercitano 74.8 g di etano in un recipiente del volume di 200 cm3 alla
temperatura di 37.5 ◦ C usando come equazione di stato:
Soluzione Innanzitutto è conveniente calcolare il numero di moli di etano, data la sua massa molare
M M = 30.07 g/mol:
74.8 g
n= g = 2.49 mol
30.07
mol
a) Gas ideale:
27 × 8.3144722 J2 × 305.42 K2
27R2 Tc2 K mol2
2 Pa m6
a= = = 0.55696
64pc 64 × 4.883865 · 106 Pa mol2
R2 : C2 H6 O + 3 O2 −
)−
−*
− 3 H2 O + 2 CO2 ∆H2 = −484.76 kJ/mol
La reazione di fermentazione si può ottenere combinando le due reazioni di combustione: R1 − 2R2 .
In altre parole la reazione di fermentazione può, in maniera concettuale, avvenire prima per una
completa combustione del glucosio e i prodotti che se ne formano si ricombinano per dare etanolo e
ossigeno. Indipendentemente dalla realizzabilità di un simile percorso, la variazione di entalpia per la
fermentazione del glucosio, essendo quest’ultima una funzione di stato, è scomponibile nel contributo
24 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
della combustione del glucosio e in quello della formazione di etanolo a partire dai prodotti della sua
combustione, per cui
kJ kJ kJ
∆H = ∆H1 − 2∆H2 = −2820.0 + 2 × 484.76 = −1850.5
mol mol mol
Soluzione Le tre reazioni chimiche che avvengono nei tre diversi esperimenti, scritte in maniera tale
che le variazioni di entalpia siano espresse rispetto ad 1 mol di (a) Au, (b) Cl2 e (c) AuCl,sono
Ra : ICl4− + Au −
)−
−* −
− AuCl4 + 21 I2 ∆Ha
2 −
Rb : 3 HCl + Cl2 + 31 I2 −
)−
−− 23 ICl4 + 23 H+
* ∆Hb
1
∆H = ∆Ha + ∆Hb − ∆Hc
2
Per ogni processo, dobbiamo calcolare la variazione di entalpia dalla massa di mercurio aspirata. Siano
VG e VL , mG e mL , ρG e ρL il volume, la massa e la densità (cioè l’inverso del volume specifico) di
ghiaccio e acqua liquida prima della reazione. Il volume di acqua totale è VG + VL = mG /ρG + mL /ρL ;
se dopo la reazione si ha una variazione ∆m della massa di ghiaccio, la variazione del volume totale
di acqua è
mG + ∆m mL − ∆m mG mL 1 1
∆V = + − − = ∆m − = ∆m (VG,s − VL,s )
ρG ρL ρG ρL ρG ρL
La variazione di volume è anche pari alla massa di mercurio aspirata divisa per la densità del mercurio.
Quindi
∆mHg
∆m =
ρHg (VG,s − VL,s )
1.3. I PRINCIPIO 25
Risulta infine che la variazione di entalpia per il processo è legata alla massa di mercurio aspirata
secondo la relazione
∆mHg cal
∆H = −L∆m = −L = −64.990 × ∆mHg (g)
ρHg (VG,s − VL,s ) g
La variazione di entalpia molare si ottiene per ciascun processo dividendo ∆H per il numero di moli
della specie dissolta. Per il processo di solubilizzazione dell’oro abbiamo ∆Ha = −64.99 × 143.6 ×
10−3 = −9.3326 cal e per mole di oro −9.3326 /(98.6 × 10−3 /196.97) = −18.64 kcal/mol. Per la
seconda reazione, la variazione di entalpia per mole di Cl2 vale ∆Hb = −14.22 kcal/mol. Infine, per
la terza reazione, la variazione di entalpia per mole di AuCl vale ∆Hc = −17.30 kcal/mol.
Segue che l’entalpia di reazione è -8.47 kcal/mol.
R2 CO + 12 O2 )
−−
−*
− CO2
Dove per la prima reazione ∆H1 = −94.20 kcal/mol e per al seconda ∆H2 = −67.65 kcal/mol. Trovate
∆H3 per la reazione C + 12 O2 )
−−
−*
− CO
Soluzione La reazione di formazione dell’anidride dal carbonio è la somma della reazione di sintesi
dell’anidride dal monossido e di sintesi del monossido da carbonio; quindi, per la legge di Hess ∆H1 +
∆H3 = ∆H2 , cioè −67.65 + ∆H3 = −94.20 kcal/mol, e quindi ∆H3 = 26.55 kcal/mol
Esercizio 1.34 Sapendo che il calore di fusione del ghiaccio a 0 ◦ C è 79.69 cal per un grammo trovare
il calore di fusione di 1 kg di ghiaccio a -10 ◦ C. Assumete che i calori medi specifici di ghiaccio e acqua
siano 0.494 e 1.010 cal K−1 g−1 (i dati sono riferiti ad 1 atm di pressione).
H2 O(s, 0◦ C) )
−−
−* ◦
− H2 O(s, −10 C) ∆H2 = −10 × 0.494 = −4.94cal
H2 O(l, 0◦ C) )
−−
−* ◦
− H2 O(l, −10 C) ∆H3 = −10 × 1.010 = −10.10cal
H2 O(l, −10◦ C) −
)−
−* ◦
− H2 O(s, −10 C) ∆H4 = . . .
La somma delle prime due reazioni o delle ultime due è pari alla reazione H2 O(l, 0◦ C) −
)−
−− H2 O(s, −10◦ C)
*
Quindi per la legge di Hess −79.69 − 4.94 = −10.10 + ∆H4 cal/g da cui ∆H4 = −74.53 cal e per 1 kg
di sostanza -74.53 kcal.
Esercizio 1.35 Si consideri 1 mol di un gas ideale, la cui energia libera segua la legge U = A + BT ,
con A e B costanti. Il sistema si trova inizialmente nelle condizioni p1 , T1 , V1 , e viene trasformato in
quattro passaggi successivi:
Le trasformazioni b e d sono cosı̀ veloci che non si considera avvenga scambio di calore. Si calcoli
la relazione tra il lavoro totale fatto dal sistema, il calore scambiato in a e il calore scambiato in d,
esprimendo il risultato in termini di T1 e T3 .
qa + wa = 0; qc + wc = 0
Per cui, wb + wd = 0, che significa che il lavoro netto compiuto sul sistema è
w = wa + wc
nRT
δw = −pdV = − dV
V
nRT
BdT = −pdV = − dV
V
Quindi, per
le strasformazioni
b ed:
T3 V3
B ln = −R ln
T1 V2
T1 V1
B ln = −R ln
T3 V4
1.3. I PRINCIPIO 27
da cui si ricava che V3 /V2 = V4 /V1 ovvero V1 /V2 = V4 /V3 e, usando tale osservazione nelle espressioni
dei lavori wa e wb , si ottiene
wa wc
=−
T1 T3
T3 T3 − T1 T3 − T1 T3 − T1 T3 − T1
w = −wa − wc = −wa + wa = wa = −wc = −qa = qc
T1 T1 T3 T1 T3
Esercizio 1.36 L’acqua sulla cima delle cascate del Niagara ha una temperatura di 10.00 ◦ C e precipi-
ta per una altezza di 50.00 m. Se si assume the tutta l’energia potenziale iniziale viene dissipata in ca-
lore, si calcoli la temperatura dell’acqua ai piedi delle cascate, conoscendo Cp (H2 O, 283.15 K) = 4.192
J/ g K.
Esercizio 1.37 Una sfera del diametro di 50.0 cm contiene una miscela di Ne e Ar al 50.0% in volume.
La temperatura è di 20.0 ◦ C e la pressione 2.0 bar. Quali sono le frazioni molari e le percentuali in
peso dei due gas?
Esercizio 1.38 Una mole di CO2 , la cui equazione di stato è descritta dall’equazione di Van der Waals
con parametri a = 3.640 L2 atm/mol2 e b = 0.04267 L/mol, alla temperatura di T = 300.15 K subisce
una compressione isoterma reversibile da un volume iniziale V1 = 1.00 L ad un volume finale V2 =
0.250 L. Si calcoli il lavoro da compiere sul sistema affinché avvenga tale compressione.
Esercizio 1.39 Un campione di zinco metallico reagisce completamente con un eccesso di acido clo-
ridrico acquoso. L’idrogeno prodotto è gorgogliato in acqua a 25.0 ◦ C. Il volume del gas è 7.80 L e la
pressione 0.980 atm. La pressione di vapore dell’acqua a 25.0 ◦ C è 23.8 Torr. Quale massa di zinco
metallico è stata consumata nella reazione?
Esercizio 1.40 Un campione di 6.0 mol di un gas ideale monoatomico viene riscaldato a volume
costante da 17.00 ◦ C a 35.00 ◦ C. Si calcoli la variazione di entropia del gas.
Esercizio 1.41 In una macchina di Carnot, contenente 1 mole di un gas perfetto, la temperatura
della sorgente di calore è 726.85 ◦ C mentre quella del refrigerante è 96.85 ◦ C. Nell’espansione isoterma
il volume finale è il doppio di quello iniziale. Si calcoli il lavoro compiuto da questa macchina in un
ciclo e il suo rendimento.
28 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
Esercizio 1.42 Quando l’acido benzoico viene bruciato in una bomba calorimetrica a 30 ◦ C vengono
liberati 26.424 J per ogni grammo di acido benzoico. Qual è il ∆H per la combustione di una mole di
acido benzoico a 30 ◦ C?
Esercizio 1.43 A circa 18 ◦ C, il ∆U per la combustione di una mole di acetilene è -1303.3 kJ, mentre
per una mole di benzene è -1161.2 kJ. Trovare ∆U e ∆H a 18 ◦ C per la formazione di una mole di
benzene liquido dall’acetilene.
Esercizio 1.44 Quando 6.00 g di CaCl2 sono dissolti in 100.00 g d’acqua, la temperatura passa da 18.0
◦C a 27.9 ◦ C. Quanto vale la variazione di entalpia in kJ? N.B. La soluzione corretta presupporrebbe
la conoscenza delle capacità termiche a pressione costante parziali molari; si può però assumere, in
modo approssimato, che la soluzione abbia la capacità specifica dell’acqua pura ...
−−
3 Fe2 O3 (s) + CO(g) )−*
− 2 Fe3 O4 (s) + CO2 (g) –59 kJ/mol
−−
Fe3 O4 (s) + CO(g) )−*
− 3 FeO(s) + CO2 (g) +38 kJ/mol
Esercizio 1.46 Attraverso una soluzione di NaOH viene fatto gorgogliare del fluoro gassoso e come
prodotto si ottiene una miscela di F2 O e O2 . La miscela viene fatta gorgogliare attraverso una
soluzione di KOH al 40 % in un calorimetro con una capacità termica di 1.028 kcal ◦ C−1 . Parte
di F2 O reagisce formando F– e O2 . Il peso della soluzione aumenta di 52.8 mg e la temperatura
aumenta di 0.293 ◦ C. Si trascurino l’evaporazione dell’acqua ed il calore specifico dei gas. Sono noti
i seguenti dati termochimici: i calori svolti quando una mole di (a) KF si forma dagli elementi (b)
acqua liquida viene formata dagli elementi (c) KF viene disciolto in acqua (d) K reagisce con l’acqua
sono rispettivamente 134.5, 68.5, 3.6, 46.5 kcal ad 1 atm e 18 ◦ C, che è la temperatura a cui si svolge
l’esperimento. Calcolate il ∆H di formazione di F2 O ad 1 atm e 18 ◦ C.
Esercizio 1.47 Calcolate l’entalpia e l’energia interna standard a 283 e 298 K della reazione
−−
CH3 COOH(l) + H2 (g) )−*
− CH3 CHO(l) + H2 O(l)
sapendo che le entalpie standard di formazione dell’acido acetico, dell’aldeide acetica e dell’acqua
sono rispettivamente -484.5, -192.30 e -285.83 kJ mol−1 a 298 K. Considerate l’idrogeno come una
1.3. I PRINCIPIO 29
gas perfetto, trascurate la capacità termica di tutti i componenti meno l’acqua. Assumete che l’acqua
liquida abbia una Cp,m costante tra 273 e 373 K pari a 77 JK−1 mol−1 .
Esercizio 1.48 Si dimostri che in una espansione o compressione isoterma di un gas ideale ∆U = 0
e ∆H = 0.
Esercizio 1.49 Due barrette, una di Au e una di Ag, della stessa lunghezza ed area sono messe in
contatto. L’estremità libera della barretta di Au è tenuta a contatto con un termostato a TAu = 80.0
◦ C, mentre l’estremità libera della barretta di Ag è a contatto con termostato a temperatura TAg =
30.0 ◦ C. Quale sarà, all’equilibrio, la temperatura nel punto di contatto tra i due metalli?
30 CAPITOLO 1. NOZIONI DI ANALISI MATEMATICA - I PRINCIPIO
Esercizio 1.50 Un gas ideale viene sottoposto al ciclo di trasformazioni schematizzato in Figura 2.1.
Da A a B, il processo è adiabatico; da B a C è isobaro e durante la trasformazione 100 kJ di energia
sono assorbiti dal sistema sotto forma di calore. Da C a D, il propcesso è isotermo; infine da D ad
A è isobaro con 150 kJ di energia ceduti all’ambiente sotto forma di calore. Si calcoli la differenza di
energia interna ∆UAB = ∆UB − ∆UA .
31
32 CAPITOLO 2. II PRINCIPIO, GRANDEZZE STANDARD E RELAZIONI DIFFERENZIALI
2.1 II Principio
Si dimostri che la variazione di entropia nel ciclo è nulla. Qual è l’efficienza del ciclo di Carnot?
Soluzione Le trasformazioni 1 e 3 (isoterme reversibili) avvengono con scambio di calore. Dato che
per un gas ideale l’energia interna dipende esclusivamente dalla temperaura, si ha:
In particolare, nella trasformazione 1 (espansione) il sistema compie lavoro (whot < 0) e di conseguenza
assorbe calore (qhot > 0). Viceversa, nella trasformazione 3 (compressione), viene compiuto lavoro sul
sitema (wcold < 0) per cui quest’ultimo cede calore (qcold < 0). Le variazioni di entropia nelle due
trasformazioni saranno ∆S1 = qhot /Thot e ∆S3 = qcold /Tcold .
Nelle trasformazione 2 e 4 (adiabatiche reversibili), invece, non vi è scambio di calore e non comportano
variazione di entropia.
Quindi, la variazione complessiva di entropia nel ciclo sarà
Esercizio 2.2 Una mole di gas perfetto viene riscaldata in modo isobaro fino a Vf = 2Vi (dove con i
e f si intende, rispettivamente, iniziale e finale). Quindi, il gas viene espanso isotermicamente fino a
pf = pi /2 e poi raffreddato in modo isocoro fino a che si ritorna alla temperatura iniziale. Qual è la
variazione totale di entropia?
J
∆S = ∆Sisob. + ∆Sisot. + ∆Sisoc. = (cp + R − cV ) ln (2) = 2R ln (2) = 11.52
mol K
K segue la legge
c
p (T ) / J K
−1
mol−1 = 25.72 + 12.58 · 10−3 T − 38.62 · 10−7 T 2
Soluzione
Z Tf
∆S = dT cp (T )/T =
Ti
Z 1200
dT 25.72 + 12.58 · 10−3 T − 38.62 · 10−7 T 2 /T =
=
400
2 1200
−3 −7 T J
= 25.72 ln (T ) + 12.58 · 10 T − 38.62 · 10 =
2 400 mol K
J
= 35.85
mol K
Esercizio 2.4 Si calcolino ∆S, ∆H, q e ∆U quando 0.018 mol di metano sono riscaldate e p costante
da 25 ◦ C a 1475 ◦ C sapendo che il calore specifico del metano è cp = 35.32 J/mol K.
Soluzione
T2 J
∆S = ncp ln = 1.1245
T1 K
∆H = ncp ∆T = 921.852 J = q
J J
cp − cV = R ⇒ cV = (35.52 − 8.314) = 27.01
mol K mol K
∆U = ncV ∆T = 704.844 J
Soluzione
T2
∆S = ncp ln
T1
2.1. II PRINCIPIO 35
100 g
Il numero di moli d’acqua è n = g = 5.55 mol.
18.01
mol
Inoltre, il calore specifico per l’acqua è cp = 4.184 gJK = 75.3 J
mol K
Per cui,
J 310.15 J
∆S = 5.55 mol × 75.3 × ln = 23.58
mol K 293.15 K
Esercizio 2.6 Una mole di O2 esegue un ciclo di Carnot (si veda l’esercizio 2.1), partendo da T =
373 K, seguendo lo schema
Sapendo che per O2 si ha γ = cp /cV = 1.4, si calcoli il lavoro nelle quattro fasi del ciclo ed il rendimento
di quest’ultimo.
Soluzione Sapendo che cp − cV = R, con il dato (γ) fornito dal problema si possono ricavare
cV = 21 J e cp = 29 J . [N.B. per un gas ideale biatomico, cV = 5R/2]
mol K mol K
V2
a) wa = −RT1 ln V1 = −2.15 kJ.
wb = ∆Ub = cV ∆T = −1.2 kJ
V4
c) wc = −RT2 ln V3 = 1.83 kJ.
d) wd = ∆Ud = cV ∆T = 1.2 kJ
T2
Il rendimento del ciclo è = 1 − T1 = 0.150, ossia il 15%,
12 g
Il numero di moli d’acqua è: nH2 O = g = 0.67 mol, per cui si può ricavare
18.01
mol
per cui, la variazione totale di entropia è: ∆S = ∆SH2 O + ∆SAu = 0.020 J K−1 .
Soluzione Supponiamo che i gas siano perfetti; per una trasformazione isoterma di un gas perfetto
valgono le semplici relazioni
∆U = ∆H = 0
pf Vf
∆A = ∆G = nRT ln = −nRT ln
pi Vi
pf Vf
∆S = −nR ln = nR ln
pi Vi
Nel quesito (a) abbiamo che ∆U =∆H=0, mentre ∆A = ∆G = −57 kJ, ∆S = 0.19 kJ K−1 ; nel
quesito (b) troviamo invece ∆U =∆H=0, ∆A = ∆G = 4.4 kJ e ∆S = −15 J K−1 .
Esercizio 2.9 Il calore di fusione del ghiaccio a 0 ◦ C è 79.7 cal g−1 ed il calore di espansione dell’acqua
a 100 ◦ C è 539 cal g−1 . Il calore specifico medio dell’acqua nell’intervallo di temperatura tra 0 e 100
◦C è 1.00 cal K−1 g−1 . Valutate l’aumento di entropia per la trasformazione di 1 g di ghiaccio a 0 a
vapore acqueo a 100 ◦ C.
Soluzione Più avanti studieremo le proprietà delle transizioni di fase delle sostanze pure e nei Capitoli
successivi delle soluzioni. Per ora ci limitiamo a ricordare che quando un sistema passa da una fase
(cioè uno stato caratterizzato da valori omogenei di determinate proprietà intensive) ad un’altra, in
condizioni di pressione costante, subisce una trasformazione che è per definizione reversibile ad una
temperatura T ben definita, detta temperatura di transizione, cioè le due fasi sono in equilibrio ed
una quantità di calore ∆H entra od esce dal sistema; la variazione di energia libera è nulla, ∆G = 0,
2.1. II PRINCIPIO 37
da cui segue che la variazione di entropia è ∆S = ∆H/T . Per il processo descritto dal problema
abbiamo perciò che la variazione di entropia totale è data dalla somma dell’entropia di fusione a 0 ◦ C
più l’entropia di riscaldamento dell’acqua liquida fino a 100 ◦ C più l’entropia di ebollizione a 100 ◦ C.
Dai dati del problema abbiamo perciò che
Z Teb Z 373.15
∆Hfus Cp,s ∆Hfus 79.7 dT 539
∆S = + dT + = + 1.00 × + = 2.05 cal K−1
Tfus Tfus T Tfus 273.15 273.15 T 373.15
pi Viγ
pf = = 101.40 = 25.4 atm
Vfγ
La temperatura finale si ottiene tenendo conto che pR/Cp,m /T = cost. per una trasformazione adiaba-
tica, da cui
R/Cp,m
pf
Tf = Ti = (25.4)0.28 × 273.15 = 693 K
pi
Il numero di moli si può calcolare dalla legge dei gas perfetti come 0.45, segue perciò che ∆A =
0.92 − 0.45 × 30.63 × (694 − 273)/1000 = −4.88 kcal, mentre ∆G = −4.50 kcal; infine ovviamente
∆S = 0.
Soluzione Poichè il calore scambiato dal sistema con l’ambiente è nullo, il lavoro totale è pari
all’opposto della variazione dell’energia interna,
X X
wmax = Ui − Uf = Cn Tn − Tf Cn
n n
Esercizio 2.13 Il calore molare del disolfuro di carbonio è stato misurato a varie temperature.
Sapendo che il calore di fusione è 1049.0 cal mol−1 e che il punto di fusione è 161.11 K, trovare
l’entropia molare del CS2 a 25 ◦ C.
Tabella 2.1: Calore molare a pressione costante a varie temperature per il CS2 .
40 CAPITOLO 2. II PRINCIPIO, GRANDEZZE STANDARD E RELAZIONI DIFFERENZIALI
T1 T1
T13
Z Z
Cp,m Cp,m (T1 ) 1.65
≈ aT 2 = a ≈ = = 0.55
0 T 0 3 3 3
I contributi integrali restanti si possono ottenere interpolando i dati disponibili dei calori molari ed
integrando numericamente. Infine in base la terzo principio si pone S(0) = 0. Si ottiene S(298.15) =
36.0 cal K−1 . Il programma Fortran entropia, richiede in input dati relativi alle transizione di fase
note di una sostanza, una serie di calori molari misurati a varie temperature e restituisce l’entropia
calcolata ad una qualunque temperatura.
Esercizio 2.14 Si consideri un ciclo di Carnot in cui il gas non sia ideale e le quattro trasformazioni
non siano reversibili. Qual è l’efficienza di tale ciclo? Sarà maggiore o minore di quella calcolata
nell’esercizio 2.1?
Esercizio 2.15 Un gas ideale subisce una espansione durante la quale raddoppia il suo volume. Se
tale operazione venisse eseguita in maniera isobara, isoterma o adiabatica, quale sarebbe il lavoro
maggiore eseguito dal gas? Quale il lavoro minore? Si dia anche una risposta grafica al problema
avvelendosi di un grafico p - V .
Esercizio 2.16 Un gas ideale monoatomico viene scaldato in due modi diversi: a pressione costante
e a volume costante. Quale deve essere, nei due casi, il calore da fornire al gas per scaldarlo da 30 ◦ C
a 50 ◦ C?
Esercizio 2.17 Una macchina termica che funziona con il ciclo di Carnot trasferisce 3240 J di calore
dentro una stanza alla temperatura di 19 ◦ C dall’esterno della stanza. Tale operazione richiede che
sul sistema venga compiuto un lavoro netto di 400 J. Qual è la temperatura esterna?
Esercizio 2.18 Una massa di 100 g di acqua alla temperatura di 20.0 ◦ C vengono messi un un
congelatore che ha una efficienza del 25%. Si calcoli il lavoro che deve compiere il congelatore per
portare la massa d’acqua alla temperatura di -5.00 ◦ C. [Calore latente di fusione del ghiaccio: Lf =
335 kJ/kg]
Esercizio 2.19 Una massa di 20.00 g di H2 O(l) alla temperatura di 100 ◦ C viene fatta trasformare
completamente in vapore. Quanto calore deve essere fornito per far avvenire il completo passaggio di
stato? [Calore latente di vaporizzazione dell’acqua: Lv = 2260 kJ/kg]
2.1. II PRINCIPIO 41
Esercizio 2.20 Il sole, la cui temperatura è 5500 ◦ C, emette energia termica con una potenza di
3.80 · 1026 W. Tale calore viene assorbito dallo spazio circostante, la cui temperatura media è di 3.0
K. Qual è la variazione di entropia dell’universo in un giorno?
Esercizio 2.21 Un gas ideale biatomico inizialmente alla pressione di p1 = 600 kPa subisce questa
trasformazione ciclica:
Si calcolino il lavoro, il calore e la variazione di energia interna per ognuna delle tre trasformazioni.
Qual è l’efficienza del ciclo?
42 CAPITOLO 2. II PRINCIPIO, GRANDEZZE STANDARD E RELAZIONI DIFFERENZIALI
Esercizio 2.22 Date le reazioni I e II, determinare ∆r U per la reazione III oltre ai ∆f H per HI(g)
e H2 O(g) a 298 K. Si assuma che i gas hanno comportamento ideale.
∆r U = ∆r H − p∆r V
Dato che la reazione III può essere scritta combinando le prime due reazioni, in particolare sottraendo,
alla prima, due volte la seconda, la variazione di entalpia standard è
Esercizio 2.23 Si calcolino entropie, entalpie ed energie libere standard a 298.15 K delle seguenti
reazioni:
Per cui,
a) ∆r S = 2Sm
(CH COOH, l) − 2S (CH COOH, g) − S (O , g) = −385.2 J
3 m 3 m 2 K mol
∆r H = 2∆f H (CH3 COOH, l) − 2∆f H (CH3 COOH, g) − ∆f H (O2 , g) = −636.6 kJ
mol
∆r G = −521.8 kJ
mol
b) ∆r S = 2Sm
(AgBr, s) + S (Cl , g) − 2S (AgCl, s) − S (Br , l) = 92.7 J
m 2 m m 2 K mol
∆r H = 2∆f H (AgBr, s) + ∆f H (Cl2 , g) − 2∆f H (AgCl, s) − ∆f H (Br2 , l) = 53.40 kJ
mol
∆r G = 26.1 kJ
mol
Esercizio 2.24 Calcolate l’entalpia molare della reazione seguente: FeO(s) +CO(g) −
)−
−*
− Fe(s) +CO2 (g) ,
date le reazioni, con le corrispondenti entalpie di reazione
−−
c) Fe3 O4 (s) + CO(g) )−*
− 3 FeO(s) + CO2 (g) (38 kJ/mol)
Esercizio 2.25 La riduzione dell’ossido di ferro da parte dell’idrogeno è descritta dalla reazione
Fe2 O3 (s) + 3 H2 (g) −
)−
−− 2Fe(s) + 3H2 O(l) . Calcolate l’entalpia standard di reazione a 25 ◦ C sapen-
*
do che le energie libere standard di formazione a partire dagli elementi dell’ossido di ferro e dell’ac-
qua seguono le leggi, rispettivamente, ∆r G /Jmol−1 = −824200 + 254.0(T /K) e ∆r G /Jmol−1 =
−285830 + 54.8(T /K)
44 CAPITOLO 2. II PRINCIPIO, GRANDEZZE STANDARD E RELAZIONI DIFFERENZIALI
Esercizio 2.26 In un contenitore, mantenuto alla pressione di 1 bar e alla temperatura di 100 ◦ C,
viene posta una mole di CuSO4 ·H2 O(s) che si decompone interamente in solfato di rame solido e vapor
acqueo. Sapendo che il sistema assorbe una quantità di calore pari a 72.59 kJ, e utilizzando i dati
forniti nella tabella seguente (a 25 ◦ C), si determini l’entalpia di formazione standard del solfato di
rame monoidrato a 25 ◦ C.
Tabella 2.2: Dati termochimici relativi alla decomposizione del solfato di sodio monoidrato a a 25 ◦ C
Esercizio 2.27 Ricavate le relazioni di Gibbs-Helmholtz, che correlano la variazione con la tempera-
tura di
A e G con i valori di U e H:
∂A/T U
= − 2
∂T T
V
∂G/T H
= − 2
∂T p T
Dalla relazione
∂p ∂V ∂T
= −1
∂T V ∂p T ∂V p
e dalle definizioni di C, κ e α
∂p ∂V ∂T 1 1
= pC = −V κ = =
∂T V ∂p T ∂V p ∂V Vα
∂T p
α
C=
pκ
Esercizio 2.29 Trovate la relazione che esiste tra le capacità termiche a pressione e volume costanti.
Soluzione Ricordiamo
che
∂U ∂S
CV = =T
∂T V ∂T V
∂H ∂S
Cp = =T
∂T p ∂T p
Possiamo
scrivere
∂S ∂S ∂S ∂V
= +
∂T p ∂T V ∂V T ∂T p
∂S Cp
=
∂T p T
∂S CV
=
∂T V T
∂S ∂p α
= = pC =
∂V T ∂T V κ
∂V
= Vα
∂T p
dove la penultima eguaglianza si ottiene utilizzando le relazioni di Maxwell. Quindi
Cp CV α T V α2
= + × V α ⇒ Cp − CV =
T T κ κ
46 CAPITOLO 2. II PRINCIPIO, GRANDEZZE STANDARD E RELAZIONI DIFFERENZIALI
Esercizio 2.30 Ricavate la relazione tra le capacità termiche a pressione e volume costanti per un
gas perfetto ed un gas di van der Waals.
otteniamo
" #
∂V ∂H ∂H
Cp dT + V − T dp = dT + dp
∂T p ∂T p ∂p T
e per dT = 0
∂H ∂V
=V −T = V (1 − T α)
∂p T ∂T p
da cui segue
V
µJT = (T α − 1)
Cp
= −S kαT
Esercizio 2.32 Dimostrate che ∂A
∂p V
Esercizio 2.33 Dimostrate che S = −Cp ∂G
∂H p
αT − kT p
Esercizio 2.34 Dimostrate che ∂U =
∂S T α
Esercizio 2.35 Dimostrate che ∂H 1
=T−α
∂S T
CV kT
Esercizio 2.36 Dimostrate che ∂V =
∂T U pkT − T α
∂p pC
Esercizio 2.37 Dimostrate che = − V Cp
∂V S V
= V − Sk
Esercizio 2.38 Dimostrate che ∂G T
∂p V
α
49
50 CAPITOLO 3. SOSTANZE PURE E SOLUZIONI
3.1 Sostanze
Esercizio 3.1 La tensione di vapore di un liquido nel range di temperature tra 200 e 260 K segue la
relazione empirica ln p/torr = 18.361 − 3036.8 K/T . Calcolate l’entalpia di evaporazione del liquido.
Z Z
∆H ∆H
d ln p = dT ⇒ ln p = cost −
RT 2 RT
Esercizio 3.2 Calcolate il punto di fusione del ghiaccio per una pressione di 10 MPa. Assumete che le
densità del ghiaccio e dell’acqua siano costanti e pari a ρs = 0.915 e ρl = 0.998 g cm−3 rispettivamente,
e che l’entalpia di fusione sia ∆HF = 6.01 kJ mol−1 .
Soluzione Posto che TF = 273.15 K sia la temperatura di fusione a 1 atm, cioè 101325 Pa, assumiamo
che il secondo membro dell’equazione di Clapeyron sia costante, cioè che
dp ∆HF ∆HF
= ≈
dT T ∆VF TF ∆VF
da cui, con ∆p/∆T ≈ ∆HF /TF ∆VF , con ∆p = (10.0 − 0.101325) MPa = 9.9 × 106 Pa si ottiene
TF ∆p 1 1
∆T = T|p=10 MPa − TF = MH 2 O −
∆HF ρl ρs
273.15 K × 9.9 × 106 Pa × 18.02 × 10−3 kg mol−1
= 3 J mol−1
×
6.01 × 10
1 1
× − = −0.74K
9.98 × 102 kg m−3 9.15 × 102 kg m−3
quindi la temperatura di fusione a 10 MPa è pari a 273.15 − 0.74 K = 272.41 K.
Esercizio 3.3 Calcolate la differenza tra le pendenze delle curve µ vs. p ai due lati a) del punto
normale di congelamento e b) del punto normale di ebollizione dell’acqua. Usate i seguenti dati:
ρs = 0.971 e ρl = 1.000 g cm−3 a 0 ◦ C; ρl = 0.958 g cm−3 e ρg = 0.598 g L−1 a 100 ◦ C. N.B. Il punto
normale di transizione è la temperatura di transizione di fase ad 1 atm di pressione; il punto standard
di transizione è la temperatura di transizione di fase ad 1 bar = 0.987 atm di pressione.
Nel caso b:
∂µg ∂µl 1 1
− = Vm,g − Vm,l = MH2 O −
∂p T ∂p T ρg ρl
−1 1 1
= 18.02 g mol × −
0.598 g L−1 0.958 × 103 g L−1
= 30.1L mol−1
Esercizio 3.4 Calcolate la pressione necessaria per convertire la grafite in diamante a 25 ◦ C. Usate i
seguenti dati:
dove v è un volume specifico, e tenendo conto che la differenza tra il potenziale chimico standard
del diamante e della grafite alla pressione standard, cioè l’energia libera di reazione standard della
reazione C(G) −
←−
−→ −1 ◦
− C(D) , è ∆r G = µD − µG = 2.8678 kJ mol a 25 C.
Soluzione All’equilibrio, i potenziali chimici del diamante e della grafite devono essere uguali (come
vedremo più avanti, questo significa che l’energia libera della reazione C(G) −
)−
−*
− C(D), vale a dire
∆r G = µD − µG , deve essere zero). Possiamo calcolare ∆rG come funzione della pressione:
∂ 2 ∆r rG
∂∆r G 1
(p−p )2 +O((p−p )3 )
∆r G(T, p) = ∆r G(T, p )+
(p−p )+
∂p T
p=p 2 ∂p2 T
p=p
∂∆ G
Abbiamo che ∆r G(T, p ) = ∆r G , mentre r
= ∆r V = (vD − vG ) × MC = (0.284 −
∂p T
p=p
52 CAPITOLO 3. SOSTANZE PURE E SOLUZIONI
da cui
∂ 2 ∆r G
= −(κT,D vD − κT,G vG )MC ≈ 1.56 × 10−7 cm−3 kPa−1 mol−1
∂p2
T p=p
L’equazione di secondo grado ha due soluzioni, che corrispondono a p = 1.6 × 106 kPa e p = 2.3 × 107
kPa; la prima corrisponde alla transizione grafite → diamante, la seconda alla transizione (ipotetica)
diamante → grafite.
Esercizio 3.5 Data una generica transizione di fase di una sostanza pura tra le fasi α e β, α → β,
determinate la variazione dell’entalpia di transizione ∆tr H = Hα,m − Hβ,m
che è valida lungo la curva di coesistenza delle due fasi. Se consideriamo una transizione in cui la fase
α sia un gas, possiamo scrivere ∆tr V ≈ RT /p (trascurando il volume molare della fase condensata β
e assumendo che la fase gas sia perfetta); sostituendo nell’espressione di Planck otteniamo
d∆tr H ∆tr H ∂ln RT /p ∆tr H ∆tr H
= ∆tr Cp + − ∆tr H = ∆tr Cp + − = ∆tr Cp
dT T ∂T p T T
3.1. SOSTANZE 53
Esercizio 3.6 Calcolate un’espressione generale per l’integrazione della relazione di Clausius-Clapeyron
Esercizio 3.7 Calcolate la relazione pressione/temperatura per una fase condensata pura volatile in
equilibrio con il suo vapore ed un gas inerte.
Soluzione Sia α la fase gas, in cui la sostanza pura è presente con una frazione molare y; sia β la fase
condensata; infine siano p e pv la pressione totale e la pressione parziale dovuta alla sola sostanza. Il
potenziale chimico della sostanza nelle due fasi deve essere lo stesso µα = µβ , e quindi
dµα (T, p, y) = dµβ (T, p)
∂µα ∂µα ∂µα ∂µβ ∂µβ
dT + dp + dy = dT + dp
∂T p,y ∂p T,y ∂y T,p ∂T p ∂p T
∂µα
−S α dT + V α dp + dy = −Sβ,m dT + Vβ,m dp
∂y T,p
dove sono state usate le consuete indentità tra grandezze termodinamiche molari, parziali molari etc.;
assumendo che la miscela gassosa sia perfetta pv = yp (legge di Dalton) e
p
µα = µ
α + RT ln + RT ln y
p
RT RT pv
−S α dT + dp + dy = −S α dT + RT d ln = −Sβ,m dT + Vβ,m dp
p y p
riarrangiando
pv pv
∂ln
∂ln
pv S α − Sβ,m Vβ , m p p
d ln = dT + dp ≡ dT + dp
p RT RT ∂T ∂p
p T
54 CAPITOLO 3. SOSTANZE PURE E SOLUZIONI
e quindi
pv
∂ln
p S α − Sβ,m ∆tr H
= =
∂T RT RT 2
p
pv
∂ln
p Vβ , m
=
∂p RT
T
La prima equazione è molto simile all’equazione di Clausius-Clapeyron, ma è ricavata con un’appros-
simazione di meno, ossia che la fase condensata abbia volume molare trascurabile rispetto al volume
molare del vapore.
Esercizio 3.8 L’entalpia di evaporazione del tetracloruro di carbonio è pari a 30.00 kJ mol−1 ; il punto
di ebollizione normale si ha a 77 ◦ C. A quale pressione il tetracloruro bolle a 85 ◦ C ?
Esercizio 3.9 Qual è il punto di fusione del ghiaccio a 100 atm? Assumete che l’entalpia di fusione
sia costante e pari a 333.5 J g−1 e che i volumi specifici di ghiaccio ed acqua siano pari a 1.0002 e
1.0908 cm3 g−1 rispettivamente (e costanti).
Esercizio 3.10 In prossimità del punto triplo dell’ammoniaca la pressione di vapore sopra il liquido
ed il solido varia con la temperatura secondo le espressioni
p 3063 K
ln = 15.16 −
1atm T
p 3754 K
ln = 18.70 −
1atm T
Determinate la temperatura e la pressione del punto triplo e le entalpie di evaporazione, sublimazione
e fusione.
Soluzione Le due curve si intercettano al punto triplo, quindi
3063 K 3754 K
15.16 − = 18.70 −
T3 T3
3.1. SOSTANZE 55
da cui T3 = 195.2 K e quindi p3 = 0.5886 atm. Dalla relazione di Clausius-Clapeyron, per esempio
applicata alla sublimazione, abbiamo che per due generiche coppie di valori p0 , T0 e p, T che giacciono
sulla curva di sublimazione
p ∆S H 1 1
ln = −
p0 R T0 T
assumendo naturalmente ∆S H costante; scegliendo p0 = 1 atm, sia ha che
p ∆S H 1
ln = cost −
1atm R T
da cui segue per confronto con la relazione empirica ∆S H = 3754 K × 8.314472 J K−1 mol−1 =
31.21 kJ mol−1 . Analogamente troviamo che ∆E H = 25.47 kJ mol−1 . Infine ∆F H = ∆S H − ∆E H =
5.74 kJ mol−1
Esercizio 3.11 50 L di aria secca vengono fatti passare attraverso un bicchiere (isolato termicamente)
contenente 250 g d’acqua, inizialmente a 25.0 ◦ C. Calcolate la temperatura finale del sistema. Dati:
tensione di vapore dell’acqua 23.8 torr, capacità termica molare a pressione costante dell’acqua 75.5 J
K−1 mol−1 . Supponete che l’aria sia a temperatura costante e che il vapore acqueo sia un gas perfetto.
pv V
Soluzione Parte dell’acqua evapora, ng = RT e sottrae calore q = ng ∆E H, quindi la temperatura
si abbassa ∆T = − nl Cqp,m (ng moli di acqua vapore, nl moli di acqua liquida, con ng nl ), con
m
nl = MH2 O . Combinando le varie relazioni otteniamo
pv V ∆E HMH2 O
∆T = − = −1.56 K
RT mCp,m
Esercizio 3.12 Un liquido bolle a Th = 368 K sulla cima di una montagna ad altezza h dal livello
del mare, dove invece bolle a T0 = 378 K. Sapendo che ∆vap H = 45 kJ mol−1 , stimate l’altezza della
montagna. Assumete che la temperatura esterna media si mantenga costante lungo tutto il versante
della montagna intorno a Taria = 20 ◦ C.
Soluzione Stimiamo la variazione della pressione in funzione dell’altezza: dp = −ρm (p)gdz dove ρm
è la densità di massa, g l’accelerazione di gravità, z è l’altezza. Ma ρm = M ρ, dove M è il peso
molecolare dell’azoto (assumiamo che si possano trascurare gli altri gase dell’aria), ρ è la densità
molare; inoltre assumendo che l’aria si comporti da gas perfetto p = RTaria ρ; Taria è la temperatura
dell’aria. Quindi dp = −M gρ(p)dz = −M g(p/RTaria v)dz, da cui
Z ph Z h
dp mg M gh
=− dz ⇒ ph = p0 exp −
p0 p RTaria 0 RTaria
Usiamo ora la relazione di Clausius-Clapeyron (o meglio la relazione formalmente identica per la
tensione di vapore di una fase condensata volatile in presenza di un gas esterno inerte):
ph ∆vap H 1 1
ln = −
p0 R T0 Th
56 CAPITOLO 3. SOSTANZE PURE E SOLUZIONI
Esercizio 3.13 Stimate un’espressione per l’entropia di transizione ∆S = Sα,m − Sβ,m lungo la curva
di coesistenza di due fasi α, β in funzione della temperatura.
Soluzione Lungo la curva di coesistenza la pressione è funzione della temperatura, p = p(T ) e quindi
dSα,m Cp α,m dp
= − Vα,m αα
dT T dT
dove αα è il coefficiente di espansione termica della fase α etc. Analoga espressione vale per la fase β,
quindi:
d∆S ∆Cp,m ∆p
= − ∆(Vm α)
dT T ∆V
Esercizio 3.14 Nell’esercizio 3.2, assumete che nel secondo membro dell’equazione non si possa
approssimare T con TF .
Esercizio 3.15 Partendo dai risultati dell’esercizio 3.3, di quanto è maggiore la differenza tra i po-
tenziali chimici del vapore acqueo e quello dell’acqua liquida a 100 ◦ C e 1.2 atm rispetto alla stessa
differenza a 100 ◦ C e 1.0 atm?
Esercizio 3.16 In una notte d’inverno un viaggiatore misura la temperatura dell’aria, che è 4.5 ◦ C.
Se la pressione parziale dell’acqua nell’aria è pari a 1.95 torr a questa temperatura, potrebbe formarsi
la brina? Dati: il punto triplo dell’acqua è a 0.0006 bar e 273.16 K; l’entalpia di sublimazione è pari
a 51 kJ mol−1 .
3.2. DIAGRAMMI DI FASE E SOLUZIONI 57
Esercizio 3.18 I volumi parziali molari dell’acetone e del cloroformio in una miscela con una frazione
molare di cloroformio pari a 0.47 sono 74.2 e 80.2 cm3 mol−1 . Qual è il volume di 500 gr di soluzione?
Esercizio 3.19 In una cantina enologica sono disponibili 10000 L di alcol etilico al 96 % in peso di
etanolo. Si vuole aggiungere acqua per ottenere vodka al 56 % in peso di etanolo. Alla temperatura
della cantina, 15.00 ◦ C, sono noti i seguenti dati (W acqua pura, E etanolo, A soluzione di alcol
A A
concentrato iniziale, V vodka): ρW = 0.9991 g mL−1 , V W = 14.61 mL mol−1 , V E = 58.01 mL mol−1 ,
V V
V W = 17.11 mL mol−1 , V E = 56.58 mL mol−1 . Quanti litri di acqua devono essere aggiunti e quanti
litri di vodka si ottengono?
nA V
E = nE
dove nA è il numero di moli totali della soluzione A. Dalle percentuali in peso possiamo ricavare le
frazione molari; in generale, per N soluti con pesi molecolari Mi si ha che
pi
ni M
xi = = N i
n X pj
Mj
j=1
pari a nVW = xVW nV = 3.2 · 105 mol; le moli di acqua aggiunte sono dunque nW = nVW − nA
W = 3.0 · 10
5
mol, ed il volume di acqua aggiunto è VW = nW MW /ρW ≈ 5.4 · 103 L. Il volume di vodka totale
V V
è V V = nVW V W + nVE V E ≈ 15 · 103 L. N.B. Il volume ottenuto semplicemente sommando il volume
iniziale con quello dell’acqua aggiunta è 15.4 · 103 L.
Esercizio 3.20 In una soluzione binaria A + B i volumi parziali sono V A = VA∗ + ax2B − 23 (a − b)x3B
e V B = VB∗ + bx2A + 23 (a − b)x3A , dove VA∗ , VB∗ , a, b sono funzioni di T , p. Verificate la relazione
di Gibbs-Duhem per i volumi parziali molari e calcolate il volume di mescolamento per una mole di
soluzione.
Esercizio 3.21 Data una soluzione binaria A + B, sapendo che la fase liquida è formata da 2.75 mol
e la fase vapore da 4.255 mol, consocendo la frazione molare totale della specie A, zA = 0.420 e la
frazione molare della stessa specie nella fase liquida, xA = 0.310, calcolate la composizione della fase
gassosa
Soluzione Il numero di moli totali è n = nl + ng = 7.01 mol, da cui nA = nzA = 2.94 mol e
nA,l = nl xA = 0.853 mol; quindi nA,g = (nA − nA,l ) = 2.09 mol e perciò yA = nA,g /ng = 0.491
3.2. DIAGRAMMI DI FASE E SOLUZIONI 59
Esercizio 3.22 Calcolate al differenza tra il potenziale chimico dell’etanolo puro e dell’etanolo che
contenga il 10% in peso di acetone a 25 ◦ C.
Soluzione Assumiamo che la soluzione sia ideale. Le frazioni molari sono xA = 0.0811 e xE = 0.919
(vedi l’esercizio 3.19) , quindi: µE = µ∗E + RT ln xE ⇒ µ∗E − µE = −RT ln xE = 210 J mol−1
Esercizio 3.23 A 50.0 ◦ C la tensione di vapore del benzene (B) è 271 torr, mentre quella del toluene
(T ) è 92.6 torr. Assumendo che la soluzione formata dai due composti sia perfetta, e che sia ottenibile
in tutte le proporzioni, calcolate la tensione di vapore di una miscela formata dal 4.0 · 101 % in peso
di benzene; stimate anche la composizione del vapore.
Soluzione Le frazioni molari in soluzione sono xB = 0.440 e xT = 0.560 (vedi l’esercizio 3.19); dalla
legge di Raoult pB = xB p∗B = 1.19 ·102 torr e pT = xT p∗T = 5.18 ·101 torr, quindi p = pB +pT = 170 torr;
la composizione del vapore (che si suppone perfetto) è data da yB = pB /p = 0.70, yT = 1−yB = 0.30.
Esercizio 3.24 La pressione osmotica di una soluzione acquosa a 298 K è 99 kPa. A quale temperatura
congela? Dati: Kf = 1.86 K mol−1 kg, ρH2 O = 1.000 · 103 kg m−3 .
Soluzione La pressione osmotica si trova in funzione della legge di van’t Hoff, la variazione del punto
di fusione dalla relazione lineare per l’abbassamento del punto crioscopico:
n ΠV
Π = cRT = RT ⇒ n =
V RT
n n
∆T = KF m = KF ≈ KF
VH2 O ρH2 O V ρ H2 O
dove il volume di acqua è approssimato con il volume totale della soluzione; si trova perciò
KF Π
∆T = = 0.077
RT ρH2 O
Esercizio 3.25 Calcolate l’energia libera, l’entropia e l’entalpia di mescolamento di una soluzione
formata da 1.00 mol di esano e 1.00 mol di eptano a 298 K
Soluzione Assumendo che la soluzione sia ideale si ha in generale per N soluti ∆mix H = 0, ∆mix G =
nRT N
P PN
i=1 xi ln xi , ∆mix S = −nR i=1 xi ln xi . Con N = 2, n = 2 e x1 = x2 = 0.5 si trova ∆mix G =
Esercizio 3.26 In quali proporzioni di frazioni molari si ha la massima entropia di mescolamento tra
benzene ed etilbenzene?
si deve porre
d∆mix S xB
= −nR ln =0
dxB 1 − xB
da cui xB = 1/2. Una soluzione binaria ideale ha la massima entropia di mescolamento quando è
equimolare.
Esercizio 3.27 Un soluto non volatile di peso molecolare pari a 241 g mol−1 è sciolto in acqua a
T = 293 K; sapendo che la tensione di vapore dell’acqua pura e della soluzione sono rispettivamente
p∗ = 0.02308 e p = 0.02239 atm, che la concentrazione è 0.122 kg di soluto in 0.920 kg di acqua,
calcolate il coefficiente di attività dell’acqua nella soluzione
Soluzione L’attività aH2 O dell’acqua è ottenuta dalla legge di Raoult p = p∗ aH2 O , aH2 O = p/p∗ =
0.97010 ; la frazione molare dell’acqua è ottenibile sapendo che le moli di soluto sono nS = 122 g/241 g mol−1 =
0.5062 mol e quelle dell’acqua nH2 O = 920 g/18.02 g mol−1 = 51.05 mol, da cui xH2 O = 0.9902 , quindi
γH2 O = aH2 O /xH2 O = 0.980.
Esercizio 3.28 Una soluzione A + B in equilibrio con il suo vapore a 30 ◦ C e 1 atm è tale che
xA = 0.220 e yA = 0.314. Calcolate le attività dei due componenti sapendo che p∗A = 73.0 kPa,
p∗B = 92.1 kPa
Soluzione pA = pyA = 760×0.314 = 31.82 kPa, pB = p−pA = 69.51 kPa, quindi aA = pA /p∗A = 0.436,
aB = p/pB = 0.755.
Esercizio 3.29 Se una soluzione forma un’azeotropo, nell’ipotesi che la miscela gassosa del vapore sia
perfetta, note le pressioni di vapore dei componenti puri e la tensione di vapore totale, quanto valgono
i coefficienti di attività in soluzione dei vari componenti?
Soluzione Si ha che xi = yi = pi /p, quindi pi /xi = p = pi /xi p∗i = p/p∗i . Ma per definizione
γi = pi /xi p∗i dalla legge di Raoult, quindi γi = p/p∗i .
Esercizio 3.30 In uno studio sulle miscele di acido propionico (1) in ossano (2) si trova che il volume
di eccesso molare segue l’espressione VmE = x1 x2 [a0 + a1 (x1 − x2 )], con a0 e a1 costanti. Calcolate
un’espressione generale per i volumi parziali molari dei due componenti
Soluzione Si ha che:
∆mix Videale = 0
quindi
a0 n1 n2 a1 n1 n2 (n1 − n2 )
V = n1 Vm,1 + n2 Vm,2 + +
n1 + n2 (n1 + n2 )2
e si ottiene
∂V
V1 = = Vm,1 + a0 x22 + a1 (3x1 − x2 )x22
∂n1 p,T,n2
∂V
V2 = = Vm,2 + a0 x21 + a1 (x1 − 3x2 )x21
∂n2 p,T,n1
Esercizio 3.31 La naftalina (1) forma soluzioni ideali con il benzene (2); la nafatalina pura fonde a
90.0 ◦ C, ed ha un’entalpia di fusione di 4600 cal mol−1 . Qual è la frazione molare di nafatalina in una
soluzione con benzene che fonda a 60.0 ◦ C?
GE = nRT βx1 x2
dove β è una costante. Trovate un’espressione per i coefficienti di attività delle due sostanze in funzione
della composizione.
dove con n0i si intende il numero di moli di tutte le componenti tranne della i-esima, si trova che
!
∂GE ∂ n1 n2
= βRT = βRT x22
∂n1 ∂n1 n1 + n2
T,p,n2
γ2 = exp(βx21 )
Esercizio 3.33 È data una soluzione binaria, dove il componente 1 è il benzene ed il componente 2 è
il cicloesano, a 40.0 ◦ C; p∗1 = 182.6 e p∗2 = 184.5 torr; i due componenti formano un azeotropo quando
le moli di benzene sono uguali a quelle di cicloesano, con una tensione di vapore p = 206.2 torr. Il
sistema può essere descritto dal modello della soluzione regolare, descritto nel precedente esercizio?
62 CAPITOLO 3. SOSTANZE PURE E SOLUZIONI
Soluzione Dall’esercizio precedente otteniamo che per x1 = x2 i due coefficienti di attività dovrebbero
essere uguali, γ1 = γ2 . Ma nell’esercizio 3.29 abbaimo imparato a valutare i coefficienti di attività
date le tensioni di vapore dei componenti puri e la tensione di vapore dell’azeotropo; troviamo che
γ1 = 1.129 e γ2 = 1.117, che sono abbastanza vicini, giustificando cosı̀ il modello adottato.
Esercizio 3.34 Due sostanze, A e B, mostrano il seguente diagramma di fase solido-liquido. Si dia
una descrizione di tutte le regioni del diagramma, indicando (se vengono formati) anche i composti
tra le due sostanze. Si indichi anche se le varie sostanze, nelle diverse regioni, si trovano nello stato
liquido o gassoso.
Soluzione Il diagamma di fase mostra la formazione di 2 composti tra A e B in fase solida. Uno è
A2 B (per xB = 0.33), mentre l’altro è AB2 (per xB = 0.67). In fase solida non si formano soluzioni tra
questi due composti o tra uno dei due e una delle due sostanze A o B. Sulla base di queste osservazioni,
vengono di seguito discusse le diverse regioni:
Zona 1: i punti del diagramma, a composizione fissata, si trovano ad una temperatura maggiore
delle curve T (x) che indicano l’equilibrio solido-liquido. Non essendoci zone di immiscibilità
indicate, si può dire che nella zona 1 si hanno soluzioni liquide (in tutte le proporzioni), delle due
sostanze, per cui: A(l) + B(l) .
Zona 2: una miscela preparata in questa regione vedrà in equilibrio A(s) (da un punto nella
regione 2, spostandosi a sinistra si trova A puro sotto la sua temperatura di fusione) e la soluzione
(A(l) + B(l) ), che è la fase che si incontra spostandosi, nella regione 2, verso destra, aumentando
la frazione molare di B.
Zone 3 e 4: in queste regioni co-esisteranno due fasi, una solida costituita da A2 B(s) ed una
liquida, costituta da (A(l) + B(l) ).
3.2. DIAGRAMMI DI FASE E SOLUZIONI 63
Zona 5: in questa regione co-esisteranno due fasi, una solida costituita da AB2 (s) ed una liquida,
costituta da (A(l) + B(l) ).
Zona 6: in questae regione co-esisteranno due fasi, una solida costituita da B(s) ed una liquida,
costituta da (A(l) + B(l) ).
Zona 7: i punti in questa regione descrivono una situazione in cui sono presenti due fasi solide
distinte, una formata da A(s) puro e l’altra dal composto A2 B(s) .
Zona 8: in questa regione coesistono due fasi solide distinte, una formata dal composto A2 B(s)
e l’altra dal composto AB2 (s) .
Zona 8: i punti in questa regione descrivono una situazione in cui sono presenti due fasi solide
distinte, una formata da B(s) puro e l’altra dal composto AB2 (s) .
Si aggiunge che la cuspide più a sinistra corrisponde all’eutettico per questo sistema.
Tutte le osservazioni sopra scritte sono riassunte nel diagramma di fase riportato nella figura seguente.
Esercizio 3.35 A 90 ◦ C, le pressioni di vapore di 1,2-dimetilbenzene è p∗A = 2.0·101 kPa, mentra quella
di 1,3-dimetilbenzene è p∗B = 18 kPa. Si disegni il diagramma di fase pressione vs. composizione,
sapendo che in fase liquida i due composti sono miscibili in tutte le proporzioni. Se una miscela
liquida delle due sostanze, a T = 90 ◦ C, mostra una tensione di vapore p∗ = 19 kPa, qual è la sua
composizione? Qual è la composizione del vapore? Si considerino gas e misclela liquida ideali.
Per quanto riguarda la dipendenza della pressione dalla composizione del liquido, essendo la soluzione
ideale si può usare la legge di Raoult per scrivere la pressione parziale della miscela:
Si nota che la relazione tra la pressione e la composizione di A in fase liquida è una retta, ed è
rappresentata in rosso nella figura 3.2.
Per la dipendenza tra pressione e composizione in A nel vapore, ricordiamo che, durante la transizione
di fase, la pressione parziale del componente in fase gas equivale alla tensione di vapore del componente
in fase liquida. Per cui
pA = xA p∗A = yA p
p
x A = yA
p∗A
p∗A p∗B
p=
p∗A + (p∗B − p∗A )yA
Da cui si vede che la relazione tra la pressione e la frazione molare di A nel vapore è un’iperbole,
rappresentata in verde in figura 3.2. Sapendo che la miscela a composizione incognita ha una tensione
di vapore di 19 kPa, si può usare la legge di Raoult per calcolare
p − p∗B 19 − 18
xA = = = 0.50
p∗A − p∗B 20 − 18
da cui xB = 1 − xA = 0.50.
In fase vapore,
p∗A 20
yA = xA = 0.5 = 0.53
p 19
e yB = 1 − yA = 0.47.
Esercizio 3.36 Un sistema viene preparato aggiungendo AlCl3 in acqua, in due condizioni diverse:
(a) l’acqua è solo liquida e (b) l’acqua è in equilibrio con vapore acqueo. Si calcoli la varianza del
sistema nei due casi considerando che il tricloruro di alluminio (III) idrolizza e che nel sistema è
presente l’equilibrio di precipitazione di Al(OH)3 .
Figura 3.2: Diagramma di fase pressione contro composizione per il sistema 1,2-dimetilbenzene -
1,3-dimetilbenzene.
-Precipitazione di Al(OH)3 : AlCl3 (aq) + 3 H2 O(l) −Al(OH)3 (s) + H+ (aq) + Cl– (aq)
Si noti come si consideri l’equilibrio di idrolisi di HCl completamente spostato verso la dissociazione,
per cui, come approssimazione, non si sta considerando la presenza di HCl nel sistema (e quindi nep-
pure il vincolo tra l’acido cloridico e i prodotti della sua idrolisi).
Il numero di specie (o componenti) libere è quindi C = 7 − 4 = 3.
Aggiungere l’equilibrio dell’acqua liquida con il proprio vapore ha l’effetto netto di aggiungere un
vincolo in più nel sistema, rispetto al caso (a), e quindi un minore numero di gradi di libertà.
Esercizio 3.37 UF4 e ZrF4 fondono, rispettivamente, a 1035 ◦ C e 912 ◦ C. Essi formano una serie
continua di soluzioni solide, con una temperatura minima di fusione a 765 ◦ C; tale soluzione solida
(l)
ha composizione xZrF4 = 0.77. A 900 ◦ C, la soluzione liquida ha xZrF = 0.28, mentre quella solida
4
(s) (l) (s)
xZrF = 0.14. A 850 ◦ C, invece, xZrF = 0.87 e xZrF = 0.90. Si disegni il diagramma di stato,
4 4 4
(l)
descrivendo cosa accade se una soluzione liquida con xZrF = 0.40 viene raffreddata lentamente da 900
4
◦C a 500 ◦ C.
Soluzione Usando i dati forniti dal problema, il diagramma di stato viene rappresentato approssima-
tivamente in figura 3.3.
Seguendo la trasformazione data nel testo dell’esercizio, nel punto di partenza, A, il sistema è liquido
(l)
con xZrF = 0.40. Abbassando la temperatura, quando si arriva al punto B, a circa 860 ◦ C, comincia
4
(s)
a staccarsi dalla soluzione una miscela solida con xZrF ≈ 0.24. Man mano che si abbassa la tempe-
4
ratura tra B e C, la soluzione liquida si impoverisce in UF4 , che va a formare la miscela solida, via
via più ricca in ZrF4 . Al punto C (circa 820 ◦ C), la miscela inizialmente liquida diventa solida, con
(s)
xZrF = 0.40. Infine, procedendo a D, e giù fino a 500 ◦ C, non succede più nulla per quanto sia dato
4
Esercizio 3.38 In figura 3.4 è riportato il diagramma di fase per miscele Sn / Pb. Si calcoli la varianza
del sistema nei punti del diagramma indicati con A, B e C considerando la pressione costante.
Soluzione P unto A
Il numero di componenti indipendenti è C = 2 (non vi sono vincoli, come reazioni chimiche, tra i due
metalli). La fase è unica (liquida), per cui F = 1; la temperatura (o il volume) è l’unica variabile
di stato liberamente modificabile, dato che il testo sottolinea che la pressione è costante. Per cui,
V = C − F + 1 = 2 − 1 + 1 = 2.
P unto B
3.2. DIAGRAMMI DI FASE E SOLUZIONI 67
Figura 3.3: Diagramma di fase temperatura contro composizione per il sistema binario UF4 - ZrF4 .
Il numero di componenti indipendenti è C = 2 (non vi sono vincoli, come reazioni chimiche, tra i due
metalli). Sono presenti due fasi, una solida (piombo puro) ed una liquida (piombo e stagno), per cui
F = 2. Come prima, considerando che la pressione è mantenuta costante, V = C −F +1 = 2−2+1 = 1.
P unto C (eutettico)
Il numero di componenti indipendenti è C = 2 (non vi sono vincoli, come reazioni chimiche, tra i due
metalli). Co-esistono F = 3 fasi: miscela liquida dei metalli, Sn solido e Pb solido. Considerando che
la pressione è mantenuta costante, V = C − F + 1 = 2 − 3 + 1 = 0.
Esercizio 3.39 Si derivi, per una sostanza pura, la derivata seconda delle linee di coesistenza di due
fasi.
Esercizio 3.40 Data la soluzione binaria dell’esercizio 3.20, per quale valore della frazione molare xA
si ha il massimo volume di mescolamento quando b = 0 e b = a/2?
68 CAPITOLO 3. SOSTANZE PURE E SOLUZIONI
Figura 3.4: Diagramma di fase temperatura contro composizione per il sistema binario Sn - Pb.
Esercizio 3.41 La tensione di vapore dell’etere etilico è 291.8 torr. A 10.0 ◦ C sciogliamo 4.16 g di
acido salicilico in 80.15 g di etere. La tensione di vapore si abbassa di 8.5 torr. Stimate da questi dati
il peso molecolare dell’acido salicilico.
Esercizio 3.42 Calcolate l’energia libera e l’entropia di mescolamento di una miscela gassosa perfetta
formata da N sostanze, nell’ipotesi (1) che il sistema sia formato inizialmente come una serie di
comparti separati con pareti mobili, che vengano poi eliminate per effetturare il mescolamento (cioè
che la pressione finale sia uguale alle pressioni parziali dei componenti iniziali) (2) che il sistema sia
formato inizialmente come una serie di comparti separati con pareti rigide.
Esercizio 3.43 Calcolate l’energia libera, l’entropia e l’entalpia di mescolamento di una soluzione
formata da 1.00 · 102 mol di esano e 1.00 mole di eptano a 298 K
Esercizio 3.44 Dato l’esercizio 3.26: qual è la proporzione in massa dei due componenti per la quale
si ha la massima entropia di mescolamento?
Esercizio 3.45 Nell’esercizio 3.30 sapendo che a0 = −2.4697 cm3 mol−1 , a1 = 0.0608 cm3 mol−1 ,
le densità dei due componenti puri sono ρ1 = 0.97174 e ρ2 = 0.86398 g cm−3 rispettivamente e la
temperatura è 313.15 K, valutate i volumi parziali molari dei due componenti per n1 = n2 .
3.2. DIAGRAMMI DI FASE E SOLUZIONI 69
Esercizio 3.46 Nell’esercizio 3.31 utilizzate la realzione che lega la frazione molare del solvente alla
temperatura di fusione senza ipotizzare che sia necessariamente molto maggiore delle frazioni molari
dei soluti.
Esercizio 3.47 La canfora è un solvente adatto alla determinazione del peso molecolare di mol-
te sostanze organiche perchè basta sciogliere pochi milligrammi di sostanza per ottenere variazioni
significative del punto di fusione, dato l’alto valore della Kf = 40 K mol/kg.
Sapendo che il punto di fusione normale della canfora è 172 ◦ C, se si sciolgono 7.9 mg di una sostanza
incognita X in 129.2 mg di canfora e si ottiene un ∆T di 8 K, è più probabile che X sia fenoftaleina,
naftalene o alcol propilico?
Esercizio 3.48 La tensione di vapore del gas mostarda (vedi pagina Wiki) a 30 ◦ C è 0.1576 atm. In
miscele formate da questa sostanza (M) e dal difeniletere (D) si misurano coefficienti di attività di M
pari a 1.179, 1.022 per xM pari a 0.400 e 0.800 rispettivamente. Stimate la pressione parziale di M a
30 ◦ C sopra una miscela di M e D al 50.00 % in peso di M.
Esercizio 3.49 Una soluzione contenente 1.000 mol di idrossido di sodio in 4.599 moli di acqua ha
una tensione di vapore di 4.474 torr a 15.00 ◦ C; la tensione di vapore dell’acqua pura è 12.788. Qual
è l’attività dell’acqua nella soluzione e quanto vale la differenza tra i potenziali chimici dell’acqua in
soluzione e pura?
Esercizio 3.50 Qual è l’umidità relativa dell’aria in equilibrio con una soluzione di saccarosio 2.00
M, assumendo che la soluzione abbia un comportamento ideale ed una densità di 1.255 g cm3 ?
70 CAPITOLO 3. SOSTANZE PURE E SOLUZIONI
Capitolo 4
71
72 CAPITOLO 4. EQUILIBRIO CHIMICO ED ELETTROCHIMICO - CINETICA CHIMICA
Esercizio 4.1 Una miscela di gas contiene il 51.3 % di H2 S ed il resto è CO2 . 1.750 L di questa miscela
a 21.00 ◦ C e 760 torr sono fatti passare attraverso un tubo a 350.0 ◦ C e raffreddati rapidamente. Il
gas in uscita viene fatto passare attraverso un secondo tubo contenente cloruro di calcio, il cui peso
aumenta di 34.7 mg. Trovate la costante di equilibrio a 350.0 ◦ C per la formazione del solfuro di
carbonile COS da acido solfidrico e anidride carbonica.
Soluzione La reazione è H2 S + CO2 −
)−
−*
− COS + H2 O; la costante di equilibrio è perciò (miscela
pCOS pH O
perfetta): K = pH S pCO .
2
La pressione totale a 350 ◦ C iniziale (prima che il sistema raggiunga
2 2
l’equilibrio chimico) si ottiene semplicemente come pin = 760torr × 623.15K/294.15K = 1.610 · 103 torr;
inoltre pH2 S in /pin = 0.513 da cui pH2 S in = 8.260 ·102 torr; analogamente si ricava che pCO2 in = 7.841 ·102
torr. Se chiamiamo x la pressione parziale dell’acqua pH2 O all’equilibrio abbiamo
p H2 O = x
pCOS = x
pH2 S = pH2 S in − x
pCO2 = pCO2 in − x
x si ricava dalla variazione di peso del CaCl2 , che la assorbe completamente:
34.7×10−3 g
nH2 O RT × 62.361 torr L mol−1 K−1 × 623.16 K
18.02 g mol−1
x= = = 42.76 torr
V 1.750 L
Soluzione Ammettiamo che la pressione totale sia un’atmosfera e che i coefficienti di fugacità siano
unitari; elenchiamo le relazioni note tra le pressioni parziali delle tre specie:
pNO
1/2 1/2
= 0.0455
pN pO
2 2
pNO + pN2 + pO2 = 1atm
p N2 79.2
= = 3.808
pO2 20.8
possiamo ricavare dalle ultime due equazioni le pressioni parziali dell’ossigeno e dell’azoto in funzione
della pressione del monossido, e sostituirle nella prima equazione, ottenendo
pNO
= 0.01847
1 − pNO
da cui pNO = 0.01813 atm, e quindi le moli in percentuale sono 100pNO /1atm = 1.81%.
4.1. EQUILIBRIO CHIMICO ED ELETTROCHIMICO 73
Esercizio 4.3 Una certa quantità di pirite viene bruciata all’aria e convertita in anidride solforosa e
ossido ferrico. I gas ottenuti vengono fatti passare attraverso un forno contenente un catalizzatore, a
528 ◦ C. In uscita, si ottiene anidride solforica che viene convertita in acido solforico. Quanti metri cubi
di aria a 12◦ C e 1 atm devono essere forniti per ogni tonnellata di pirite, al fine di convertire il 90 % di
tutto lo zolfo contenuto nella pirite stessa in acido solforico? È nota la Kc per la dissociazione di due
moli di anidride solforica in anidride solforica e ossigeno, pari a 1.55 × 10−5 M a 528 ◦ C. Considerate
la composizione dell’aria come nell’esercizio precedente.
quindi si formano 2 × 8.3354 · 103 = 16.667 · 103 moli di anidride solforosa. Di queste il 90 % viene
trasformata in anidride solforica, quindi 15.004 × 103 . La Kc della reazione di conversione è
[SO2 ]2 [O2 ]
Kc = M
[SO3 ]2
notate che non è adimensionale (ha le dimensioni di una molarità) ed il suo uso non è più consigliato.
Ricaviamo la relazione tra K e Kc , nella solita ipotesi che la miscela sia perfetta
pSO2 2 pO2 nSO2 2 nO2 p nSO2 2 nO2 RT RT
K= 2
= 2
= 2
= Kc
pSO p nSO np nSO Vp p
3 3 3
dove p, n, V sono la pressione, il numero di moli ed il volume totali. Dalla precedente relazione
otteniamo (sostituendo i valori T = 801.15 K e R = 0.08205670 atm L mol−1 K−1 ) K = 1.032 × 10−3 .
Si noti che il numero di moli totali della miscela comprende anche l’azoto (inerte in questa reazione)
quindi n = nSO2 + nSO3 + nO2 + nN2 . Infine consideriamo che il rapporto tra il numero di moli di
azoto e la somma del numero di moli di ossigeno e la metà del numero di moli di anidride solforosa
deve essere uguale al rapporto iniziale tra azoto e ossigeno nell’aria, cioè
nN2
= 3.808
nO 2 + nSO3 /2
Riassumendo, abbiamo tre relazioni in n, nO2 e nN2 . Risolvendo troaviamo nN2 = 28.6×103 . Il numero
di moli di aria aggiunte è pari a (1 + 20.8/79.2)nN2 = 1.26nN2 = nN2 + nO2 + nSO3 /2 = 36 × 103 ; da
questo possiamo risalire (legge di stato dei gas perfetti) al volume occupato a 12 ◦ C ed 1 atm, che è
pari a 36 · 100.08205670 × 285.15/1 = 841 × 103 L vale a dire 841 m3 .
p H2
K= = exp(−∆f G /RT ) = 0.0450
p H2 O
Esercizio 4.5 L’acido cianidrico forma probabilmente un dimero se disciolto in benzene, mentre si
presenta come monomero in acqua. Data una soluzione acquosa di HCN, questa viene sbattuta con
benzene a 15 ◦ C fino al raggiungimento dell’equilibrio; per titolazione con NaOH si determina la seguen-
te relazione tra le concentrazioni (molalità totale) di HCN in benzene (mB ) ed in fase acquosa (mA ):
mB /mA = 0.2458 + 0.039(mA /m ). Trovate la K di equilibrio della reazione 2HCN −
)−
−*
− (HCN)2 in
benzene.
Soluzione Dal testo, ricaviamo che: mA = mHCN,A , mB = mHCN,B + 2m(HCN)2 ,B . L’equilibrio di
ripartizione del sistema è
Assumendo le due soluzioni come ideali, approssimiamo tutti i coefficienti di attività ad uno; dalle due
relazioni di equilibrio e dalle due relazioni in mA , mB otteniamo
mB mA
= Kr + 2Kr2 K
mA m
−−
CH4 (g) )−*
− C(s) + 2H2 (g)
a 298 K; l’entalpia e l’entropia standard diformazione del metano a questa temperatura sono rispetti-
vamente ∆f H = −74.85 kJ mol−1 e ∆f S = −80 J K−1 mol−1 . Calcolate la costante di equilibrio
della reazione di decomposizione.
U(s) + 23 H2 (g) )
−−
−*
− UH3 (s)
4.1. EQUILIBRIO CHIMICO ED ELETTROCHIMICO 75
p 1.464 × 104
ln = 69.32 − − 5.65 ln(T /K)
p (T /K)
Calcolate l’entalpia e la capacità termica a pressione costante standard di formazione per l’idruro di
uranio in funzione della temperatura.
∂∆f H
∆f Cp,m = = 8.48R
∂T
Esercizio 4.8 A 1 atm e 25 ◦ C le entalpie di combustione della grafite è -94.20, dell’idrogeno -68.31
e del benzene liquido -783.4 kcal mol−1 . L’entropia molare a 1 atm e 25 ◦ C della grafite è 1.36,
dell’idrogeno 31.23 e del benzene 41.50 cal K−1 . A quale fugacità dell’idrogeno sarebbero in equilibrio
benzene liquido e grafite a 25 ◦ C in presenza di un catalizzatore capace di decomporre il benzene
esclusivamente in grafite e idrogeno?
Soluzione Assumiamo che la pressione standard sia 1 atm. Consideriamo la reazione di decomposizio-
ne del benzene in grafite ed idrogeno. L’entalpia di reazione si ottiene sommando le entalpie di combu-
stione ∆f H = −∆c HC H + 6∆c HC + 3∆c HH mentre l’entropia è ∆f S = SmC
− 3S ;
− 6SmC mH
6 6 2 6 H6 2
fH2 3
K= = exp(∆f G /RT ) ⇒ fH2 = 4.3 × 107 atm
p
Esercizio 4.9 In figura 4.1 è data una pila con elettrodi a idrogeno e rame. Scrivete lo schema della
pila, le reazioni agli elettrodi e la reazione complessiva di cella.
Soluzione Pila:
Catodo:
Anodo:
Reazione di cella:
Esercizio 4.10 È data la pila Daniell, illustrata in figura 4.2. Scrivete lo schema della pila, le reazioni
agli elettrodi e la reazione complessiva di cella.
Soluzione Pila:
Catodo:
Anodo:
Reazione di cella:
Soluzione La molalità del catione è mM+ = S, quella dell’anione è mX− = S + C, quindi S(S +
2
hp i √
C)/m = KS , da cui S = C 2 + 4m 2 KS − C /2. Se C 2m KS , allora espandendo in serie
2
di Taylor la radice e fermandosi al primo ordine si ha S ≈ KS m /C.
Esercizio 4.12 Ora risolvete l’esercizio precedente assumendo che la soluzione non sia ideale, quindi
2
KS = aM+ aX− /m .
Soluzione Possiamo assumere che valga la relazione di Debye-Huckel per il calcolo dei coefficienti di
attività medi. Abbiamo quindi:
S(S + C)
= KS exp(2.344 C/m ) = KS0
p
2
m
Soluzione Dato che i due nitrati sono elettroliti forti, la reazione effettiva è
Ag+ (aq) + Cl−(aq) −
)−
−*
− AgCl(s)
L’entalpia standard è perciò:
= −65.49 kJ mol−1
2 2
Soluzione la reazione è PbS(s) −
)−− Pb2+ (aq) + S2 −(aq) , con KS ≈ mPb2+ mCl2− /m = S 2 /m .
−*
Assumendo che i coefficienti di attività siano unitari, si ha che:
∆s G ∆f G (S2− ) + ∆f G (Pb2+ ) − ∆f G (PbS)
ln KS = − =−
RT RT
[85.8 + (−24.43) − (−98.7)] · 103 J mol−1
= −
8.314472 J mol−1 K−1 × 298.15K
= −64.57 ⇒ KS = 9.06 × 10−29
Esercizio 4.15 Qual è la relazione tra forza ionica e molalità per il cloruro di magnesio, il solfato di
alluminio (III) ed il solfato di ferro (III)?
1 P mi 2
Soluzione La forza ionica è I = 2 i m zi , quindi per una soluzione in cui sia presente solo l’elet-
trolita forte generico Mp Xq tale che Mp Xq → pMz+ + qXz− , si trova che I = 12 [p(z+)2 + q(z−)2 ] mm .
Nei tre casi si ha perciò: I(MgCl2 ) = 3m/m , I(Al2 (SO4 )3 ) = 15m/m , I(Fe2 (SO4 )3 ) = 15m/m .
Esercizio 4.16 Considerate la cella Pt(s) | H2 (g, p ) | HCl(aq) | AgCl(s) | Ag(s) . A 25 ◦ C e una molalità
della soluzione di acido cloridrico pari a 0.010 mmol Kg−1 la fem è 0.4658 V. Scrivete la reazione di
cella, l’equazione di Nerst, e calcolate l’energia libera di reazione ed il potenziale standard dell’elettrodo
AgCl|Ag.
−−
Soluzione la reazione di cella è AgCl(s) + H2 (g) )−*
− 2Ag(s) + 2HCl(aq) , mentre la relazione di Nerst
4.1. EQUILIBRIO CHIMICO ED ELETTROCHIMICO 79
è
RT 2RT γ± m
E = E − ln aH+ 2 aCl− 2 = E − ln
2F F m
4
dove abbiamo posto aH+ = γ+ mH+ /m , aCl− = γ− mCl− /m , quindi aH+ 2 aCl− 2 = γ±
4 m4 /m ,
Esercizio 4.17 Qaundo viene riscaldato, il solfato di manganese (II) si dissocia completamente in
Mn3 O4 , SO3 e SO2 . L’anidride solforica si converte parzialmente in anidride solforosa e ossigeno. Se in
un recipiente preventivamente evacuato e scaldato a 1030 ◦ C viene introdotto del solfato, all’equilibrio
la pressione totale del gas è 778 torr. Qual è la pressione parziale di anidride solforosa se la Kc è 0.504
M?
Esercizio 4.18 La pressione di equilibrio del vapore acqueo sopra una miscela di TlOH e Tl2 O è 125
torr a 100.0 ◦ C. Trovate l’energia libera standard per la sintesi dell’idrossido di tallio da Tl2 O e vapore
acqueo a 100 ◦ C.
Esercizio 4.19 Trovate la costante di equilibrio per la formazione del monossido di azoto a partire
dagli elementi a 25.00 ◦ C, sapendo che l’entalpia standard di formazione è 21.5 kcal mol−1 e che
l’entropia standard delle specie è 50.35, 49.02, 45.79 cal K−1 mol−1 per il monossido, l’ossigeno e
l’azoto rispettivamente.
−−
Esercizio 4.20 Per la reazione H2 (g) + I2 (g) )−− 2 HI(g) la costante di equilibrio vale 8.00 · 102 alla
*
temperatura di 900 K. Calcolate il numero di moli di acido iodidrico presenti all’equilibrio in un
reattore in cui siano state poste inizialmente 1.00 mol di idrogeno ed 1.00 mole di iodio, alla pressione
di 1 atm.
Esercizio 4.21 Calcolate la costante di dissociazione dell’acido nitrico in acqua a 70 ◦ C note le energie
libere standard di formazione e le entropie assolute riferite alla temperatura di 25 ◦ C: ∆f G (HNO3 (aq)) =
−111.25, ∆f G (NO3− (aq)) = −108.74 kJ mol−1 e Sf (HNO3 (aq)) = 155.6, Sf (NO3− (aq)) = 146.4 J
K−1 mol−1 .
80 CAPITOLO 4. EQUILIBRIO CHIMICO ED ELETTROCHIMICO - CINETICA CHIMICA
Esercizio 4.22 Si consideri una miscela gassosa in equilibrio costituita da H2 , CO2 , CO e H2 O alla
temperatura di 1260 K e con pressioni parziali dell’idrogeno, anidride, monossido e acqua pari rispet-
tivamente a 0.55, 0.20, 1.25 e 0.10 bar. Calcolate l’energia libera di reazione per la trasformazione di
idrogeno e anidride in acqua e monossido.
Esercizio 4.23 La costante di equilibrio di solubilità di Ag2 CrO4 è 4.05×10−12 ; qual è la sua solubilità
(in mg L−1 ) in una soluzione acquosa di KNO3 di molarità 2.0 × 10−3 ?
Esercizio 4.24 A 298 K la costante di equilibrio di solubilità di AgIO3 è 5.3 × 10−8 . Trovate l’energia
libera standard della reazione Ag+ (aq) + IO3− (aq) −
)−
−*
− AgIO3 (s)
Esercizio 4.25 A 25 ◦ C per la coppia Pb|Pb2+ il potenziale redox standard è 126.3 mV, mentre per
Pb, PbF2 |F− è 350.2 mV. Trovate la costante di equilibrio di solubilità di PbF2 .
Esercizio 4.26 Note l’entalpia e l’energia libera standard di formazione della specie Cl−(aq) a 298
K, pari rispettivamente a -167.16 e -131.23 kJ mol−1 , calcolate il potenziale standard di riduzione
dell’elettrodo a 323 K.
Esercizio 4.27 Per una cella Ag, AgCl | HCl(aq) | Hg2 Cl2 , Hg la forza elettromotrice vale 45.5.mV a
298 K ed il coefficiente di temperatura dE/dT vale 0.338 mV /K. Scrivete la reazione di cella e
determinare l’energia libera di Gibbs, l’entalpia e l’entropia di reazione.
Esercizio 4.28 Considerate un elettrodo ad idrogeno in soluzione acquosa di acido cloridrico a 25.00
◦C e 1 atm. Calcolate come varia il potenziale dell’elettrodo quando la molalità della soluzione passa
da 5.00 mmol Kg−1 a 50.0 mmol Kg−1 . Assumete che attività e molalità coincidano.
Esercizio 4.30 L’entalpia standard di reazione della decomposizione di CaCl2 · NH3 (s) in CaCl2 (s)
e NH3 (g) è 78 kJ mol−1 nell’intervallo di temperature compreso tra 350 e 470 K. Se la pressione di
equilibrio dell’ammoniaca è 12.8 torr a 400 K, qual è la relazione ∆r G (T ) ?
Esercizio 4.31 Per la reazione in fase gas 2A + B = 3C + 2D si trova che partendo da 1.0 mol di
A, 2.0 mol di B, 0 mol di C e 1.0 mol di D si trovano all’equilibrio 0.90 moli di C. Se la pressione è
costante e pari ad 1.0 bar, quanto vale K?
4.1. EQUILIBRIO CHIMICO ED ELETTROCHIMICO 81
Esercizio 4.32 In una cella di cammino ottico l viene immesso NO2 ad una pressione p. Si attende che
il sistema vada all’equilibrio e si misura l’assorbanza del campione (ad una fissata lunghezza d’onda),
la quale è proporzionale a lp. L’equilibrio da considerare è la dimerizzazione 2NO2 (g) −
)−
−*
− N2 O4 (g) ,
dove NO2 è la specie assorbente. 1) Date due celle i cui cammini ottici sono l1 e l2 , siano p1 e p2 le
pressioni iniziali a cui i campioni, all’equilibrio, assorbono in modo identico; esprimete la costante di
equilibrio K in funzione di l1 , l2 , p1 , p2 . 2) Se l’assorbanza è pari a 0.10, p1 = 2.10 torr, p2 = 12.00
torr, l1 = 395 mm, l2 = 75.0 mm, quanto vale K ?
Esercizio 4.33 Calcolate v = VA /VB in funzione del pH per una soluzione acquosa ottenuta mesco-
lando un volume VB di una base debole di molarità B0 ed un volume VA di un acido forte di molarità
A0 .
Esercizio 4.34 Consideriamo la stabilità termodinamica degli idrati dell’acido nitrico, per i quali
sono noti a 190 K i seguenti dati
−−
H2 O(g) )−*
− H2 O(s) ∆r G = −23.6 kJ mol−1
−−
H2 O(g) + HNO3 (g) )−*
− HNO3 · H2 O(s) ∆r G = −57.2 kJ mol−1
−−
2 H2 O(g) + HNO3 (g) )−*
− HNO3 · 2 H2 O(s) ∆r G = −85.6 kJ mol−1
Esercizio 4.35 Stimate il coefficiente di attività medio di NaCl in una soluzione 0.020 molale di NaCl
e 0.35 molale di Ca(NO3 )2 .
Esercizio 4.36 Determinate la fem standard di una cella in cui la reazione sia:
con i potenziali di elettrodo EAgCl = 0.22 V, ECo3+ | Co2+ = 1.81 V e ECo2+ | Co = −0.28 V.
| Ag, Cl−
a 298.15 K, dove m1 = 1.00 × 10−4 mol kg−1 e m2 = 1.00 × 10−2 mol kg−1 .
La fugacità dell’idrogeno è pari alla pressione standard, la molalità dell’acido cloridrico è 0.124 mol
kg−1 , la fem della cella è 0.342 V, il potenziale standard del catodo è 0.222 V, la temperatura 298.15
K. Trovate il coefficiente di attività medio.
”Sol” è una soluzione tampone a pH = 6.86. A 25.00 ◦ C la fem è 740.9 mV. Sostituendo la soluzione
tampone con una soluzione a pH ignoto, si trova una fem di 609.0 mV. Trovate il pH della seconda
soluzione.
Esercizio 4.40 È data una cella formata come segue: una semicella destra composta da un filo di
platino immerso in una soluzione di Sn2+ 1.0 M e Sn4+ 1.0 M, e una semicella sinistra con una
bacchetta di tallio immersa in una soluzione di Tl+ 1.0 M; le due celle sono collegate da un ponte
salino. Scrivete le semireazioni agli elettrodi, la reazione di cella, e lo schema della cella; calcolate
la costante di equilibrio a 25 ◦ C ed il voltaggio della cella quando la concentrazione di Tl+ aumenta
di dieci volte. Ponete ad uno i coefficienti di attività medi. I potenziali di riduzione standard sono
ETl+
/Tl
= −0.3363 V, ESn 2+ /Sn = −0.136 V, ESn4+ /Sn2+ = 0.150 V.
4.2. CINETICA CHIMICA 83
Esercizio 4.41 Per la reazione di primo ordine SO2 Cl2 −−→ SO2 + Cl2 la costante di velocità è k =
2.20 × 10−5 s−1 a 593 K. Qual è la percentuale di moli di SO2 che si decompone dopo due ore?
Esercizio 4.42 Considerate la figura seguente, che rappresenta quattro modi diversi di diagrammare
dati relativi alla reazione A + B −−→ C, che supponiamo sia una reazione del primo ordine con una
costante di reazione k. Quale di questi quattro grafici, in cui è riportata una funzione di k contro una
funzione della temperatura, è più utile per la determinazione dell’energia di attivazione?
x0 [A]0 [A]0
1 + e−2x0 kt quindi [A] = [B] = 1 + e−2x0 kt e [C] = [D] = 1 − e−2x0 kt
da cui segue che x = 2 2 2
−−
Esercizio 4.44 La reazione di sintesi dell’acido bromidrico in fase gassosa H2 + Br2 )−*
− 2 HBr segue
una cinetica complessa:
M + Br2 −−→ 2 Br · + M
Br · + H2 −−→ HBr + H ·
H · + HBr −−→ H2 + Br ·
M + 2 Br · −−→ Br2 + M
Soluzione La velocità di formazione dell’acido è ottenuta sommando i contributi delle reazioni 2,3 e
4
d[HBr]
= k2 [H2 ][Br · ] + k3 [H · ][Br2 ] − k4 [H · ][HBr]
dt
4.2. CINETICA CHIMICA 85
e per l’idrogeno:
Esercizio 4.45 Per una certa reazione A → P del primo ordine, l’energia di attivazione vale 40.00
kJ/mol. Sapendo che a 30.00 ◦ C il tempo di dimezzamento è pari a 10.0 s, si calcoli dopo quanto
tempo la concentrazione di reagente si riduce del 90.00% alla temperatura di 50.00 ◦ C.
Esercizio 4.46 L’enzima ribonucleasi esplica un’attività catalitica (degradazione dell’acido ribonu-
cleico) seguendo la cinetica di Michaelis-Menten; sapendo che k2 = 7.9×10−2 s−1 e che KM = 7.9×10−3
M−1 , calcolate la velocità massima di catalisi, data una concentrazione di enzima pari a [E]0 = 0.15
M.
Esercizio 4.47 L’idrolisi del saccarosio ad opera dell’enzima invertasi è seguita misurando la velocità
a varie concentrazioni di saccarosio (vedi tabella). Calcolate per mezzo di un diagramma di Lineweaver-
Burk la costante di Michaelis per l’idrolisi. Risposta: KM = 0.044 mol−1 dm3 .
Esercizio 4.48 La cinetica del secondo ordine in fase gassosa A(g) + B(g) −−→ C(g) viene condotta
isotermicamente e a volume costante a partire da una miscela equimolare dei due reagenti. Descrivere
86 CAPITOLO 4. EQUILIBRIO CHIMICO ED ELETTROCHIMICO - CINETICA CHIMICA
l’evoluzione temporale della pressione p del sistema di reazione in funzione della costante cinetica k,
della pressione iniziale p0 e della temperatura T .
Esercizio 4.49 La concentrazione di atomi di trizio (isotopo radioattivo dell’idrogeno) nell’aria è circa
di 5 × 10−15 mol/litro. Il suo tempo di dimezzamento è circa 12 anni. Quanto tempo è richiesto per
avere una riduzione del 90 % della concentrazione di trizio in assenza di processi di formazione dello
stesso?
Esercizio 4.51 La reazione in fase gassosa 2NO(g) + Cl2 (g) −−→ 2NOCl(g) è del secondo ordine in NO
e del primo ordine in Cl2 . 5.00 mol di NO e 2.00 mol di Cl2 sono poste in un recipiente termostatato
con un volume di 2.00 L, e si misura una velocità iniziale di reazione di 2.4 × 10−3 mol/L s. Qual è la
velocità di reazione quando metà del cloro ha reagito?
Esercizio 4.52 Il tempo di dimezzamento di una data sostanza a causa di una reazione di dissociazione
del primo ordine è di 100 minuti a 323.2K e 15 minuti a 353.2K. Calcolate l’energia di attivazione
della reazione di dissociazione.
Esercizio 4.53 Per la reazione in fase gassosa 2 NO + O2 −−→ 2NO2 , è stato proposto il seguente
meccanismo di reazione
2NO −−→ N2 O2
N2 O2 −−→ 2NO
N2 O2 + O2 −−→ 2NO2
con costanti cinetiche k1 , k−1 e k2 per le tre reazioni elementari. Derivate la velocità di formazione di
NO2 in funzione delle concentrazioni di O2 e NO applicando l’ipotesi dello stato stazionario alla specie
labile N2 O2 . Sotto quali condizioni si ottiene una cinetica approssimativamente del secondo ordine?
Esercizio 4.54 Il tempo di dimezzamento di una data sostanza a causa di una reazione di dissociazione
del primo ordine è di 100 minuti a 323.2 K e 15 minuti a 353.2 K. Calcolate l’energia di attivazione
della reazione di dissociazione.
C + A −−→ D
4.2. CINETICA CHIMICA 87
con costanti cinetiche k1 , k2 . Applicando l’ipotesi dello stato stazionario all’intermedio labile C, de-
terminate l’ordine di reazione e la costante di velocità effettiva nell’equazione cinetica per la comparsa
della specie D.
Esercizio 4.56 Una reazione del I ordine ha un’energia di attivazione pari a 20 kcal mol−1 , ed un
t1/2 di 6 ore, a 25 ◦ C. A quale temperatura il tempo di dimezzamento è uguale ad un giorno?
Esercizio 4.57 L’isomerizzazione per via termica del ciclopropano a propene ha una costante di
velocità pari a 5.95 × 10−4 s−1 . Calcolate l’energia libera di transizione a 298.15 K.
A + B −−→ P
dove la prima coppia di reazioni è un equilibrio raggiunto velocemente, con una costante K; la terza
reazione è lenta con una costante di velocità k. Qual è la legge cinetica?
Esercizio 4.59 Derivate un’espressione integrata che dia il prodotto P in funzione del tempo per una
reazione 2 A + 3 B −−→ P, avente una cinetica del II ordine v = k[A][B]
Esercizio 4.60 Per una generica reazione A −−→ P di ordine n 6= 1, i.e. v = k[A]n , calcolate il
rapporto t1/α /t1/β , dove α, β sono due numeri reali positivi
Esercizio 4.61 Il nuclide 90 Sr si accumula nelle ossa e decade a 90 Y con un tempo di semivita di 28.1
anni. Se 1 µg di 90 Sr è assorbito da un neonato, quanto ne rimane dopo 18 e 70 anni?
HA + H+ )
−−
−*
− HAH
+
con un pre-equilibrio veloce seguito da una bimolecolare lenta; le costanti delle tre reazioni sono k1 ,
k−1 (reazione diretta ed inversa del pre-equilibrio) e k2 . Qual è la legge cinetica ?
d[P]
Esercizio 4.64 È data la reazione A −−→ P, caratterizzata da una legge cinetica v = t = k[A][P]2
(autocatalisi), con le condizioni iniziali [A]0 = A0 , [P]0 = P0 . Trovate una relazione tra [P] e t.
Suggerimento: conviene limitarsi ad esprimere t in funzione di [P].