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I MITOCONDRI
I mitocondri sono organuli cellulari grandezza variabile
intorno ai 7 um, presenti nelle cellule animali e vegetali. I
mitocondri contengono batteri enzimi e di coenzimi che
coordinando la loro azione, operano le trasformazioni
energetiche cellulari. Sono quindi
indispensabili per fornire una determinata quantità di
energia alle cellule. Dal punto di vista fisiologico , quindi,
i mitocondri sono degli apparati la cui funzione è quella di
recuperare l’energia contenuta negli alimenti , per mezzo
di un ciclo biosintetico detto ciclo di krebs( ciclo
chimico che avviene sulle creste) e della catena
respiratorio.
Per mezzo della fosforilazione, l’energia recuperata
viene conservata come ATP.
Mancano solo nelle cellule procariotiche, cioè i batteri, dove le funzioni respiratorie vengono espletate da proteine
enzimatiche contenute nella membrana cellulare e nelle sue invaginazioni, dette mesosomi.
Il combustibile richiesto da un mitocondrio per espletare la propria funzione è l’ADP. Il prodotto finale sarà l’ATP,
CO2, e acqua. Le tre principali sostanze di nutrimento: carboidrati, grassi e proteine, voglio giorno degradate
dalla cellula del citoplasma, ad un composto da due atomi di carbonio che si lega insieme ha generato un composto
detto acetil-coA (detto acetil-coenzima A).
Tale composto nei mitocondri perde il gruppo acetato ed entra nel ciclo di krebs (o degli acidi
tricarbossilici), nel quale dopo una serie di tappe viene carbossilato con liberazione di CO2.
Durante questo ciclo delle deidrogenasi liberano coppie di elettroni che entra nella catena respiratoria
combinandosi con l'ossigeno formando acqua.
Tutte le cellule, quindi, sono immerse nel liquido extracellulare e tutti i costituenti sono controllati in maniera precisa.
(il liquido extracellulare permette gli scambi con l’esterno).
in realtà tutte le funzioni svolte da diversi organi ed apparati dell'organismo sono finalizzate a mantenere costanti
le condizioni fisico chimiche dell’ambiente interno.
OMEOSTASI
Il termine omeostasi definisce la capacità di autoregolazione degli esseri viventi, importantissima per mantenere
costante l'ambiente interno nonostante le variazioni dell'ambiente esterno (concetto di equilibrio dinamico).
L’assunzione di liquidi, e quindi di acqua ,consente attraverso l ‘ossigeno e l’acqua , la produzione di ATP e
l’attivazione di tutta una serie di sistemi di riequilibrio biologico con la produzione di proteine specifiche.
Quando c’è una perdita di omeostasi (schiacciamento di un tessuto, perdita di materiale) organismoil cerca
nostroin
quel caso di compensare e recuperare le condizioni fisiologiche. Se fallisce tale
compensazione, si possono avere le così dette condizioni patologiche sulle quali si cerca di intervenire.
L’organismo è un sistema aperto che scambia energia e materia con l'ambiente esterno. Per mantenere uno stato di
omeostasi l'organismo utilizza il principio dell’equilibrio di massa:
la costanza di una data sostanza è mantenuta se le entrate sono
uguali alle uscite dell'organismo.
cosa significa ciò? Che se assorbiamo delle sostante esse devono essere
metabolizzate, l’organismo per non entrare in disfunzione, deve fare in modo
che i prodotti da eliminare, che sia attraverso il sudore, o feci, o urine,
cominciano ad essere uguali alle entrate. Se tale equilibrio è
interrotto possono sopraggiungere determinate patologie.
Feedback positivo: la risposta rinforzi lo stimolo, spingendo la variabile ancora più lontano dal proprio valore
di riferimento. I feedback positivi non sono omeostatici.
(es. del parto)
AUTOCRINI PARACRINI
Se riguarda la stessa cellula se riguarda cellule diverse
TRASMISSIONE NERVOSA:
Un neurone invia un segnale alle altre cellule quando una parte di questo si collega con una cellula bersaglio
caratterizzata dalla presenza di recettori sinaptici. Il terminale nervoso del neurone rilascia i neurotrasmettitori che
reagiscono sulla cellula bersaglio legandosi a recettori specifici.
TRASMISSIONE ORMONALE:
Un ormone, rilasciato da una cellula endocrina, raggiunge, attraverso il sangue, l'organo bersaglio dove agisce
legandosi a recettori specifici.
(leggere foto)
ORGANIZZAZIONE GENERALE DEL SISTEMA NERVOSO
Sistema afferente Invia informazioni relative alle condizioni dell'ambiente esterno ed interno
centrale integra le informazioni periferiche e ne genera una risposta
sistema efferente invia informazioni gli effettori
I RIBOSOMI MITOCONDRIALI:
I mitocondri contengono DNA mitocondriale, RNA e ribosomi.
La presenza di ribosomi permette al mitocondrio di svolgere una propria sintesi proteica. Il DNA mitocondriale
umano viene ereditato per via materna, in quanto durante il processo di fecondazione i mitocondri dello
spermatozoo sono marcati con ubiquitina, una proteina che si lega ad altre proteine che devono essere degradate.
Inoltre Il genoma mitocondriale della prole sarà quasi uguale a quello materno (fatte salve eventuali mutazioni) ed,
inoltre, se la madre è affetta da una malattia a trasmissione mitocondriale, la erediteranno tutti i figli, mentre se ne è
affetto il padre, non la erediterà nessuno. Non esistono cure per queste malattie. Esistono però alcune terapie che
consentono di rallentare il processo di acutizzazione della malattia e la proliferazione di mitocondri mutati.
CARATTERISTICHE:
-sono simili a quelli batterici;
-importano dal citosol quasi tutte le proteine.(approfondire questa parte citosol, che lei non fa)
-Sono organelli semi autonomi
-contengono ina distingue da quello nucleare
-il DNA è funzionante : si replica, viene trascritto, codifica per geni
-sono capace di sintesi proteica autonoma
-tuttavia importano dal cito solo la maggior parte delle proteine
-si dividono indipendentemente dalla mitosi
-Le dimensioni del contenuto di geni del DNA mitocondriale varia da un organismo all'altro
FUNZIONI MITOCONDRIO:
Gli altri processi in cui il mitocondrio interviene sono:
-la morte programmata (apoptosi) e la morte neuronale da tossicità da glutammato,
-regolazione del ciclo cellulare,
-regolazione dello stato redox della cellula,
-sintesi dell'eme (dell’emoglobina),
-sintesi del colesterolo,
-produzione di calore.
(non si capisce
niente di sta slide)
LA TRASCRIZIONE DEL DNA MITOCONDRIALE:
ha caratteristiche simili alla trascrizione batterica.
Abbiamo un singolo promotore su ciascuno dei due filamenti:
TRASCRITTO 1: 2 rRNA; 14 tRNA; 10mRNA.
TRASCRITTO2: 8 tRNA; 1 mRNA
I due trascritti sono poi modificati dall’azione di nucleasi in modo da ottenere i singoli RNA da utilizzare. Gli mRNA
non hanno cappuccio ma hanno la coda di poli A.
SINDROME DI MERRF
E’ una encefalomiopatia mitocondriale, incapacità dei muscoli celebrali di muoversi e porta epilessia. E’ di
derivazione materna.
A livello clinico si configura come epilessia mioclonica
Difetti molecolari: mutazione del gene per il tRNA per lisina.
IL CICLO CELLULARE
Il ciclo cellulare, o ciclo di divisione cellulare (CDC), è la serie di eventi che avvengono in una cellula tra una
divisione cellulare e quella successiva. La durata del ciclo cellulare varia col variare della specie, del tipo di cellula
e delle condizioni di crescita. E’ un processo geneticamente controllato, costituito da una serie di eventi coordinati
e dipendenti tra loro, dai quali dipende la corretta proliferazione delle cellule. Gli eventi molecolari che controllano
il ciclo cellulare sono ordinati e direzionali: ogni processo è la diretta conseguenza dell'evento precedente ed è la
causa di quello successivo. Ė caratterizzato da cinque fasi: G1,S,G2, mitosi e citodieresi.
Affinché l’informazione genetica venga correttamente trasmessa dalla cellula madre alle cellule figlie, il genoma
deve essere prima duplicato durante il periodo di tempo denominato fase S e in seguito i cromosomi vengono
segregati nelle due cellule figlie durante la fase M. La fase M è a sua volta composta da due processi, strettamente
collegati: la mitosi, durante la quale i cromosomi della cellula sono divisi tra
le due cellule figlie e la citodieresi, che comporta la divisione fisica del citoplasma della cellula.
Quindi:
o Fase M divisione del nucleo, mitosi e citochinesi
o FSE G1 e G2 La cellula cresce e effettua un monitoraggio dell’ambiente interno ed esterno e si accetta che
esse siano adatte per duplicarsi.
o Fase S la cellula replica il suo DNA.
La regolazione del ciclo cellulare avviene da parte di fattori di crescita. Se essi non sono presenti le cellule entrano in
fase G0, fase quiescente, qui le cellule sono metabolicamente attive ma non proliferano.
I punti di controllo in G2 impediscono la replicazione della cellula (mitosi). Prima della meiosi, inoltre, c’è il
controllo sulla segregazione dei cromosomi, in modo che essi siano divisi in modo equo.
Il controllo è regolato quindi da fattori extracellulari (fattori di crescita) che innescano vie di comunicazione costituite
da cascate di segnali intracellulari che portano a fattori di trascrizione che modulano l’espressione genica.
La ciclina che spinge la cellula in fase M è la ciclina B. Si crea un complesso attivo von la Cdk e si forma un
fattore chiamato MPF. La CDK attiva la ciclina B e nel momento in cui si ha la sua sintesi inizia la divisione
cellulare. Abbiamo un incremento di ciclina B durante tutto il ciclo cellulare che sale di concentrazione collabora
con altre chinasi. L’eliminazione della ciclina B determina la fine della MITOSI. BERSAGLI DELLA MPF
L’mpf induce cambiamenti nucleari citoplasmatici e in particolare, agisce sulla condensazione della cromatina,
demolizione dell’involucro nucleare, frammentazione del Golgi e RE e formazione del fuso
La ciclina D lega la sua CDK e forma un complesso CDK-CICLINA D che spinge la cellula in fase S . I segnali
stimolano la sintesi di ciclina D mentre i soppressori come il p21 può inibire la sintesi di ciclina D e va a formare
tumori. La formazione del complesso cdk-ciclina D dipende dai fattori di crescita e il complesso scompare quando
scompaiono i fattori di crescita.
La ciclina A spinge la cellula, legandosi al suo fattore CDK e formando il complesso, a iniziare la
replicazione del DNA.
La concentrazione delle cicline sale e poi cade a seconda della fase del ciclo cellulare.
Lo scambio di informazioni tra le cellule avviene tra fattori solubili come ormoni, citochine, fattori di crescita e
neurotrasmettitori, tutti fattori chiamati generalmente ligando
I RECETTORI
Proteina che grazie al ligando funziona come interruttore molecolare e attiva e disattiva vie metaboliche. Ogni
recettore e ogni ligando hanno una selettività specifica di legame e quindi un diverso modo della cellula di
rispondere agli stimoli.
Caratteristiche del recettore
SPECIFICITA’ ogni recettore ed il suo ligando si riconoscono attraverso un sito di legame che ha una
specificità sterica (si lega ad un determinato recettore)
La maggior parte dei ligandi non riesce a passare direttamente nella membrana cellulare per questo effettua una
trasduzione del segnale nel citoplasma, riconoscendo il ligando. I recettori di membrana che attraversano il doppio
strato fosfolipidico, legano il segnale attivando una cascata del segnale nella cellula. I recettori di membrana
appartengono a 3 classi:
Recettori di canali ionici consentono il passaggio di ioni
Recettori accoppiati a proteina G
Recettori legati agli enzimi agiscono da enzimi attivandosi liberando nel citosol piccole molecoli.
GLI INTERRUTTORI
I segnali che sono portati da recettori, passano attraverso sistemi di molecole che si comportano da
interruttori molecolari: ricevono il segnale e passano dallo stato inattivo a quello attivo agendo fino a che
qualche segnale non le disattiva. Le protein chinasi ad esempio si attivano attraverso un gruppo fosfato.
RECETTORI LEGATI A PROTEINA G
Sono i recettori più diffusi per i quali passano neurotrasmettitori, ormoni e
mediatori locali. La loro struttura è fatta da:
Un dominio extracellulare che lega il ligando
Catena polipeptidica che attraversa 7 volte lo strato fosfolipidico Regione
citoplasmatica che lega la proteina G dentro la cellula Inizialmente esse sono
inattive e poi vengono stimolate. Esistono molti tipi di proteine G ma
funzionano tutte allo stesso modo avendo una struttura uguale.
RUOLO DELLA P 53
L’arresto al punto di controllo G1 è mediato dalla proteina p53, indotta in risposta al DNA danneggiato. Essa è
spesso mutata ne cancri umani. Se la cellula è irreparabile viene indotta all’apoptosi.