Sei sulla pagina 1di 11

BIOLOGIA 6

I MITOCONDRI
I mitocondri sono organuli cellulari grandezza variabile
intorno ai 7 um, presenti nelle cellule animali e vegetali. I
mitocondri contengono batteri enzimi e di coenzimi che
coordinando la loro azione, operano le trasformazioni
energetiche cellulari. Sono quindi
indispensabili per fornire una determinata quantità di
energia alle cellule. Dal punto di vista fisiologico , quindi,
i mitocondri sono degli apparati la cui funzione è quella di
recuperare l’energia contenuta negli alimenti , per mezzo
di un ciclo biosintetico detto ciclo di krebs( ciclo
chimico che avviene sulle creste) e della catena
respiratorio.
Per mezzo della fosforilazione, l’energia recuperata
viene conservata come ATP.
Mancano solo nelle cellule procariotiche, cioè i batteri, dove le funzioni respiratorie vengono espletate da proteine
enzimatiche contenute nella membrana cellulare e nelle sue invaginazioni, dette mesosomi.

STRUTTURA DEL MITOCODRIO


-Un mitocondrio è costituito da due membrane e da due scomparti, il
più ampio dei quali forma la matrice mitocondriale. Il
mitocondrio è avvolto da una membrana
limitante esterna di circa 60 Amstrong di porine , che non
sono altro che tutte quelle sostante che consentono il trasporto
al di fuori del mitocondrio della molecola di ATP. Racchiusa da
questa membrana e da essa separata da uno spazio di circa 60-
80 Amstrong, vi è una membrana
interna che a tratti si solleva entro la cavità del mitocondrio
formando pieghe complesse, dette creste o cristae
mitocondriali.
-Un ruolo fondamentale è svolto dai COMPLESSI
PURINICI, tali purine sono costituite da un complesso F1 e un complesso F2.
Il complesso F2 è costituito da peduncoli, la cui distruzione permette lo scorrimento delle molecole di ATP.
-La membrana interna divide il mitocondrio in due scomparti: la CAMERA ESTERNA compresa tra le due
membrane e che occupa la parte centrale delle creste, e la CAMERA INTERNA limitata della membrana
interna. La camera interna contiene un materiale detto MATRICE MITOCONDRIALE.
- Le creste mitocondriali formate dalle estroflessioni della membrana interna, costituiscono dei setti
incompleti o delle pieghe che non interrompono la continuità della camera interna, perciò la matrice sarà
continua. La membrana interna e le creste mitocondriali appaiono coperte da particelle di 85 Amstrong collegate alla
membrana per mezzo di un PEDUNCOLO. Tali particelle sono formate da una parte che si protende verso l’interno
detta COMPLESSO F1, con funzione ATPasica (scinde l’ATP) e da una porzione
interna alla membrana detta COMPLESSO F0.
Le due parti sono connesso, quindi, da questo peduncolo. Tutto l’insieme è chiamato complesso F1F0. Tale
complesso ha funzione di ATP sintasi, è cioè responsabile della produzione della maggior parte dell’ATP che si
attua nel mitocondrio.

I MITOCONDRI COME CENTRALE ENERGETICA, ATP


Ruolo fondamentale in questo caso è quello svolto dall’ATP che viene prodotto e utilizzato per diverse funzione.
Nel caso in cui l’ATP è in una forma attiva serve per: 1.
MOBILITA’ DEI MUSCOLI
2. SINTESI DELLE SOSTANZE CELLULARE
3. TRASPORTO ATTIVO
4. BIOLUMINESCENA
5. TRASMISSIONE IMPULSI
E’ un vero è proprio trasporto di energia.
Nel caso in cui l’ATP è in una forma inattiva , ovvero ADP( rilasciando atomo di fosforo) esso verrà
nuovamente ritrasformato in ATP all’interno del mitocondrio grazie al processo di fosforilazione presente sulle
creste mitocondriali , presenza di ossigeno e carboidrato grasso e conseguente liberazione di CO + H20 ( ha
riassunto il ciclo di krebs in breve.)

STRUTTURA MOLECOLARE E FUNZIONE DEL MITOCONDRIO


La produzione di energia è la funzione principale del mitocondrio e viene svolta utilizzando il principale
prodotto della glicolisi (glucosio) e della beta-ossidazione (grassi): l’acetil Coenzima A
Questo viene sfruttato in due processi: 1.il
ciclo di Krebs
2.la fosforilazione ossidativa.

Il combustibile richiesto da un mitocondrio per espletare la propria funzione è l’ADP. Il prodotto finale sarà l’ATP,
CO2, e acqua. Le tre principali sostanze di nutrimento: carboidrati, grassi e proteine, voglio giorno degradate
dalla cellula del citoplasma, ad un composto da due atomi di carbonio che si lega insieme ha generato un composto
detto acetil-coA (detto acetil-coenzima A).
Tale composto nei mitocondri perde il gruppo acetato ed entra nel ciclo di krebs (o degli acidi
tricarbossilici), nel quale dopo una serie di tappe viene carbossilato con liberazione di CO2.
Durante questo ciclo delle deidrogenasi liberano coppie di elettroni che entra nella catena respiratoria
combinandosi con l'ossigeno formando acqua.
Tutte le cellule, quindi, sono immerse nel liquido extracellulare e tutti i costituenti sono controllati in maniera precisa.
(il liquido extracellulare permette gli scambi con l’esterno).
in realtà tutte le funzioni svolte da diversi organi ed apparati dell'organismo sono finalizzate a mantenere costanti
le condizioni fisico chimiche dell’ambiente interno.

COSA E’ IL MEZZO INTERNO?

Il mantenimento della costanza del mezzo interno


definito omeostasi.
I diversi meccanismi fisiologici che operano per
mantenere le condizioni ottimali del mezzo interno per
ristabilirle in caso di alterazioni sono quindi
meccanismi omeostatici.

OMEOSTASI
Il termine omeostasi definisce la capacità di autoregolazione degli esseri viventi, importantissima per mantenere
costante l'ambiente interno nonostante le variazioni dell'ambiente esterno (concetto di equilibrio dinamico).
L’assunzione di liquidi, e quindi di acqua ,consente attraverso l ‘ossigeno e l’acqua , la produzione di ATP e
l’attivazione di tutta una serie di sistemi di riequilibrio biologico con la produzione di proteine specifiche.
Quando c’è una perdita di omeostasi (schiacciamento di un tessuto, perdita di materiale) organismoil cerca
nostroin
quel caso di compensare e recuperare le condizioni fisiologiche. Se fallisce tale
compensazione, si possono avere le così dette condizioni patologiche sulle quali si cerca di intervenire.

L’organismo è un sistema aperto che scambia energia e materia con l'ambiente esterno. Per mantenere uno stato di
omeostasi l'organismo utilizza il principio dell’equilibrio di massa:
la costanza di una data sostanza è mantenuta se le entrate sono
uguali alle uscite dell'organismo.
cosa significa ciò? Che se assorbiamo delle sostante esse devono essere
metabolizzate, l’organismo per non entrare in disfunzione, deve fare in modo
che i prodotti da eliminare, che sia attraverso il sudore, o feci, o urine,
cominciano ad essere uguali alle entrate. Se tale equilibrio è
interrotto possono sopraggiungere determinate patologie.

La maggior parte dei sistemi di controllo dell’organismo agiscono


mediante un meccanismo a feedback negativo.

Per feedback negativo si intende la variazione di un parametro da controllare


attiva una risposta che contrasta la perturbazione iniziale,
riportando il parametro controllato al valore originale.

Per mantenere un equilibrio omeostatico sono richiesti:


-un sistema di sensori, che misurano la variabile controllata.
-un centro di integrazione dove la misura è paragonata ad un valore di riferimento (set- point) come nel caso
dell’assunzione di cibo avariato.
-un sistema di effettori capaci di modificare il parametro da controllare, riportando il valore di riferimento ogni
volta che esso si modifica.
Il grado di efficienza con il quale un sistema di controllo mantiene
condizioni costanti e stabilito dal guadagno del feedback negativo.
se il parametro controllato si è scostato dei valori normali ( valore
di riferimento, VR ) I meccanismi di compenso correggono la
variazione (valore corretto , VC).
la differenza tra VR e VC rappresenta l'errore (E) del
sistema feedback.

FORMULA il guadagno (G) = VR/E


Minore è l'errore maggior guadagno del sistema. se il parametro controllato viene riportato il valore normale non
esiste errore, il guadagno è infinito.

Figura 1 esempio di feedback

Feedback positivo: la risposta rinforzi lo stimolo, spingendo la variabile ancora più lontano dal proprio valore
di riferimento. I feedback positivi non sono omeostatici.
(es. del parto)

CONTROLLI ANTICIPATORI (FEED


FORWARD)
Modificano il valore di riferimento per evitare
la corruzione di variazioni che sono
funzionati e comunque conosciuti
dall’organismo. L' ambito di operazioni del
sistema feedback è diverso da quello
normalmente considerato.

MECCANISMI DI COMUNICAZIONE INTERCELLULARE


Essi sono fondamentali per la costruzione effettiva dei tessuti.
Esempio  giunzioni comunicanti: comunicazione diretta tra due cellule, in realtà quest’ultime sono
legate da alcuni segnali specifici.

AUTOCRINI PARACRINI
Se riguarda la stessa cellula se riguarda cellule diverse
TRASMISSIONE NERVOSA:
Un neurone invia un segnale alle altre cellule quando una parte di questo si collega con una cellula bersaglio
caratterizzata dalla presenza di recettori sinaptici. Il terminale nervoso del neurone rilascia i neurotrasmettitori che
reagiscono sulla cellula bersaglio legandosi a recettori specifici.

TRASMISSIONE ORMONALE:
Un ormone, rilasciato da una cellula endocrina, raggiunge, attraverso il sangue, l'organo bersaglio dove agisce
legandosi a recettori specifici.

(leggere foto)
ORGANIZZAZIONE GENERALE DEL SISTEMA NERVOSO

Sistema afferente Invia informazioni relative alle condizioni dell'ambiente esterno ed interno
centrale  integra le informazioni periferiche e ne genera una risposta
sistema efferente invia informazioni gli effettori

SEMIAUTONOMIA GENETICA DEI MITOCONDRI

-I mitocondri possiedono un genoma proprio, ma sono organelli semiautomatici.


-DNA circolare presente in numerose copie in ogni mitocondrio.

-il numero di copie di DNA per mitocondri varia a secondo


dell’organismo.
-Il DNA mitocondriale codifica per geni, viene trascritto e tradotto.
(questo DNA deve essere replicato attraverso RNA, quindi cio’
significa che il mitocondrio ha una proprio capacità di replicazione
di DNA tramite la produzione di tRNA, subunità ribosomiali, e
proteine sintetizzate nel mitocondrio stesso).

I RIBOSOMI MITOCONDRIALI:
I mitocondri contengono DNA mitocondriale, RNA e ribosomi.
La presenza di ribosomi permette al mitocondrio di svolgere una propria sintesi proteica. Il DNA mitocondriale
umano viene ereditato per via materna, in quanto durante il processo di fecondazione i mitocondri dello
spermatozoo sono marcati con ubiquitina, una proteina che si lega ad altre proteine che devono essere degradate.
Inoltre Il genoma mitocondriale della prole sarà quasi uguale a quello materno (fatte salve eventuali mutazioni) ed,
inoltre, se la madre è affetta da una malattia a trasmissione mitocondriale, la erediteranno tutti i figli, mentre se ne è
affetto il padre, non la erediterà nessuno. Non esistono cure per queste malattie. Esistono però alcune terapie che
consentono di rallentare il processo di acutizzazione della malattia e la proliferazione di mitocondri mutati.

CARATTERISTICHE:
-sono simili a quelli batterici;
-importano dal citosol quasi tutte le proteine.(approfondire questa parte citosol, che lei non fa)
-Sono organelli semi autonomi
-contengono ina distingue da quello nucleare
-il DNA è funzionante : si replica, viene trascritto, codifica per geni
-sono capace di sintesi proteica autonoma
-tuttavia importano dal cito solo la maggior parte delle proteine
-si dividono indipendentemente dalla mitosi
-Le dimensioni del contenuto di geni del DNA mitocondriale varia da un organismo all'altro

FUNZIONI MITOCONDRIO:
Gli altri processi in cui il mitocondrio interviene sono:
-la morte programmata (apoptosi) e la morte neuronale da tossicità da glutammato,
-regolazione del ciclo cellulare,
-regolazione dello stato redox della cellula,
-sintesi dell'eme (dell’emoglobina),
-sintesi del colesterolo,
-produzione di calore.

CARATTERISTICHE DEL mtDNA UMANO


-è circolare
-è compatto
-16.569 BP
-Il DNA mitocondriale umano contiene 13 Geni codificanti per subunità proteiche
-Contiene complessivamente 37 geni: due geni per RNA.
-22 geni per TRNA e 13 geni per proteine.

(non si capisce
niente di sta slide)
LA TRASCRIZIONE DEL DNA MITOCONDRIALE:
ha caratteristiche simili alla trascrizione batterica.
Abbiamo un singolo promotore su ciascuno dei due filamenti:
TRASCRITTO 1: 2 rRNA; 14 tRNA; 10mRNA.
TRASCRITTO2: 8 tRNA; 1 mRNA
I due trascritti sono poi modificati dall’azione di nucleasi in modo da ottenere i singoli RNA da utilizzare. Gli mRNA
non hanno cappuccio ma hanno la coda di poli A.

CARATTERISTICHE DEL GENOMA MITOCONDRIALE:


o -Compatto
o -Uso rilassato del codiceNei mitocondri molti tRNA riconoscono un nucleotide qualunque nella terza
posizione del codone.
o -Codice genetico variante.

MIGLIAIA DI COPIE DI DNA MITOCONDRIALI IN OGNI CELLULA


Abbiamo:
OMOPLASMIA: tutte copie di mtDNA sono identiche tra loro
ETEROPLASMIA: copie di mtDNA sono diverse tra loro:
L’eteroplasmia porta a patologie mitocondriali e il fenotipo si manifesta solo quando viene superata una certa %
di mitocondri mutati: la soglia critica.
La soglia critica varia a seconda delle mutazioni, e varia da tessuti a tessuti.
Le patologie mitocondriali sono associate a malfunzionamenti della catena respiratoria e della
fosforilazione ossidativa.

SINDROME DI MERRF
E’ una encefalomiopatia mitocondriale, incapacità dei muscoli celebrali di muoversi e porta epilessia. E’ di
derivazione materna.
A livello clinico si configura come epilessia mioclonica
Difetti molecolari: mutazione del gene per il tRNA per lisina.

IL CICLO CELLULARE
Il ciclo cellulare, o ciclo di divisione cellulare (CDC), è la serie di eventi che avvengono in una cellula tra una
divisione cellulare e quella successiva. La durata del ciclo cellulare varia col variare della specie, del tipo di cellula
e delle condizioni di crescita. E’ un processo geneticamente controllato, costituito da una serie di eventi coordinati
e dipendenti tra loro, dai quali dipende la corretta proliferazione delle cellule. Gli eventi molecolari che controllano
il ciclo cellulare sono ordinati e direzionali: ogni processo è la diretta conseguenza dell'evento precedente ed è la
causa di quello successivo. Ė caratterizzato da cinque fasi: G1,S,G2, mitosi e citodieresi.
Affinché l’informazione genetica venga correttamente trasmessa dalla cellula madre alle cellule figlie, il genoma
deve essere prima duplicato durante il periodo di tempo denominato fase S e in seguito i cromosomi vengono
segregati nelle due cellule figlie durante la fase M. La fase M è a sua volta composta da due processi, strettamente
collegati: la mitosi, durante la quale i cromosomi della cellula sono divisi tra
le due cellule figlie e la citodieresi, che comporta la divisione fisica del citoplasma della cellula.

Quindi:
o Fase M divisione del nucleo, mitosi e citochinesi
o FSE G1 e G2 La cellula cresce e effettua un monitoraggio dell’ambiente interno ed esterno e si accetta che
esse siano adatte per duplicarsi.
o Fase S la cellula replica il suo DNA.

CONTROLLO CICLO CELLULARE


Il ciclo cellulare è un processo estremamente importante; errori in questo processo potrebbero compromettere la
vitalità cellulare. Per tale motivo, nel ciclo cellulare, sono presenti dei punti di controllo o checkpoints, localizzati a
livello delle transizioni G1/S e G2/M.
G1 fra la fine della mitosi e l’inizio della fase S G2 fra il termine della fase S e l’inizio della fase M.
In questi periodi di tempo si ha la maggior parte della sintesi proteica con conseguente aumento della massa cellulare
e la realizzazione dei controlli che impediscono l’inizio della fase successiva se non è stata completata quella
precedente.

La regolazione del ciclo cellulare avviene da parte di fattori di crescita. Se essi non sono presenti le cellule entrano in
fase G0, fase quiescente, qui le cellule sono metabolicamente attive ma non proliferano.

I punti di controllo in G2 impediscono la replicazione della cellula (mitosi). Prima della meiosi, inoltre, c’è il
controllo sulla segregazione dei cromosomi, in modo che essi siano divisi in modo equo.
Il controllo è regolato quindi da fattori extracellulari (fattori di crescita) che innescano vie di comunicazione costituite
da cascate di segnali intracellulari che portano a fattori di trascrizione che modulano l’espressione genica.

IL CONTROLLO TRAMITE CICLINE CDK


Per attivare e disattivare le proteine che controllano il ciclo cellulare, vengono utilizzati strumenti come:
Fosforilazione: ad opera di protein-chinasi
Defosforilazione: ad opera di protein-fosfatasi. esse sono:

Cicline: la loro concentrazione varia e fungono da accensione spegnimento delle protein-chinasi


CLK chinasi-ciclina-dipendenti: la protein chinasi presente in tutte le fasi ma vengono attivate dalle cicline solo
in momenti ben definiti del ciclo per essere rapidamente disattivate quindi la loro attività sale e scende rapidamente.

La ciclina che spinge la cellula in fase M è la ciclina B. Si crea un complesso attivo von la Cdk e si forma un
fattore chiamato MPF. La CDK attiva la ciclina B e nel momento in cui si ha la sua sintesi inizia la divisione
cellulare. Abbiamo un incremento di ciclina B durante tutto il ciclo cellulare che sale di concentrazione collabora
con altre chinasi. L’eliminazione della ciclina B determina la fine della MITOSI. BERSAGLI DELLA MPF
L’mpf induce cambiamenti nucleari citoplasmatici e in particolare, agisce sulla condensazione della cromatina,
demolizione dell’involucro nucleare, frammentazione del Golgi e RE e formazione del fuso

La ciclina D lega la sua CDK e forma un complesso CDK-CICLINA D che spinge la cellula in fase S . I segnali
stimolano la sintesi di ciclina D mentre i soppressori come il p21 può inibire la sintesi di ciclina D e va a formare
tumori. La formazione del complesso cdk-ciclina D dipende dai fattori di crescita e il complesso scompare quando
scompaiono i fattori di crescita.

La ciclina A spinge la cellula, legandosi al suo fattore CDK e formando il complesso, a iniziare la
replicazione del DNA.

La concentrazione delle cicline sale e poi cade a seconda della fase del ciclo cellulare.

I MECCANISMI DI SEGNALAZIONE CELLULARE


Le cellule sono esseri sociali, comunicano tra di loro attraverso la SEGNALAZIONE CELLULARE;
La cellula segnalatrice produce una molecola segnale individuata da una molecola bersaglio per mezzo di un recettore
che capisce il segnale e risponde. La proteina bersaglio riceve un segnale extracellulare e ne ricava segnali
intracellulari che modificano il comportamento della cellula.
I meccanismi possono essere:
Endocrina: permette di raggiungere cellule bersaglio molto distanti.
Autocrina: La molecola agisce sulla stessa cellula che l’ha prodotta.
Nuronica: Il neurone invia impulsi che vengono trasmessi in forma chimicaneurotrasmettitore
Contatto-dipendente: Il contatto avviene tramite matrice extracellulare

Lo scambio di informazioni tra le cellule avviene tra fattori solubili come ormoni, citochine, fattori di crescita e
neurotrasmettitori, tutti fattori chiamati generalmente ligando
I RECETTORI
Proteina che grazie al ligando funziona come interruttore molecolare e attiva e disattiva vie metaboliche. Ogni
recettore e ogni ligando hanno una selettività specifica di legame e quindi un diverso modo della cellula di
rispondere agli stimoli.
Caratteristiche del recettore
SPECIFICITA’ ogni recettore ed il suo ligando si riconoscono attraverso un sito di legame che ha una
specificità sterica (si lega ad un determinato recettore)

AFFINITA’ DI LEGAME definisce le interazioni necessarie a formare il complesso recettore-ligando,


costituito da interazione deboli, più legami ci sono più c’è affinità.

CASCATA DEL SEGNALE


Quando un recettore si lega al ligando, si forma la trasduzione primaria riceve un segnale esterno e lo trasforma in
uno interno. Inizia cosi’ una serie di processi che attiva molecole di segnale intracellulare che ne attiverà altre fino a
che non entra in gioco un enzima metabolico. L’esito finale è la risposta cellulare.

La maggior parte dei ligandi non riesce a passare direttamente nella membrana cellulare per questo effettua una
trasduzione del segnale nel citoplasma, riconoscendo il ligando. I recettori di membrana che attraversano il doppio
strato fosfolipidico, legano il segnale attivando una cascata del segnale nella cellula. I recettori di membrana
appartengono a 3 classi:
Recettori di canali ionici consentono il passaggio di ioni
Recettori accoppiati a proteina G
Recettori legati agli enzimi agiscono da enzimi attivandosi liberando nel citosol piccole molecoli.

GLI INTERRUTTORI
I segnali che sono portati da recettori, passano attraverso sistemi di molecole che si comportano da
interruttori molecolari: ricevono il segnale e passano dallo stato inattivo a quello attivo agendo fino a che
qualche segnale non le disattiva. Le protein chinasi ad esempio si attivano attraverso un gruppo fosfato.
RECETTORI LEGATI A PROTEINA G
Sono i recettori più diffusi per i quali passano neurotrasmettitori, ormoni e
mediatori locali. La loro struttura è fatta da:
Un dominio extracellulare che lega il ligando
Catena polipeptidica che attraversa 7 volte lo strato fosfolipidico Regione
citoplasmatica che lega la proteina G dentro la cellula Inizialmente esse sono
inattive e poi vengono stimolate. Esistono molti tipi di proteine G ma
funzionano tutte allo stesso modo avendo una struttura uguale.

VEDERE RECETTORI ACCOPPIATI A PROTEINA G (NON LI HO CAPITI)

RUOLO DELLA P 53
L’arresto al punto di controllo G1 è mediato dalla proteina p53, indotta in risposta al DNA danneggiato. Essa è
spesso mutata ne cancri umani. Se la cellula è irreparabile viene indotta all’apoptosi.

INDUZIONE CICLINE TIPO D


Mutazioni che portano alla sovra espressione della ciclica D sviluppano molti cancri umani e tumori della
mammella.

REGOLAZIONE DURANTE IL CICLO DI RB ED E2F


La proteina Rb è stata identificata nel retinoblastoma ed è un soppressore dei tumori. L’Rb lega fattori di
trascrizioni E2F che regolano geni coinvolti nella progressione del ciclo cellulare.
L’Rb nella forma ipofosforilata lega l’E2F che rimane legato al DNA.
Il cdk4-ciclina D fosforila Rb e lo dissocia da E2F che rimane legato al DNA
INIBITORI DEL CICLO CELLULARE
La proliferazione del ciclo cellulare è regolata anche da fattori inibitori che fanno parte delle CKI che legano
complessi cdK. chinasi ciclina
dipendente
INDUZIONE DELLA P21 IN SEGUITO AL DANNEGGIAMENTO DEL DNA
Un inibitore, ad esempio è il p21 che in seguito al danno del DNA e ll’aumento di p53, esso attiva la
trascrizione del gene p21 che inibisce le CDK, inoltre la p21 può inibire o il ciclo cellulare o la
replicazione del DNA.

Potrebbero piacerti anche