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10/08/2009

ECOSISTEMI E CATENE

Ecosistemi e catene alimentari


ALIMENTARI

1 Prof. Pierpaolo Cavallo

CHE COSA È UN SISTEMA?


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Definizioni:
 uninsieme di elementi interagenti tra loro
Ecosistemi e catene alimentari

(von Bertalanffy , 1959)


 un insieme che funziona come un tutto in
virtù dell’interdipendenza delle sue parti
(Rapaport, 1968)
 un insieme di oggetti congiuntamente ai
rapporti tra gli oggetti stessi e i loro
attributi (Gary et al. 1969) 2

TEORIA GENERALE DEI SISTEMI


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È stata elaborata da Ludwig von Bertalanffy nel


tentativo di elaborare un linguaggio comune a
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diverse discipline scientifiche.


L’approccio sistemico è un metodo di indagine della
complessità organizzata, legato ai contributi
provenienti da diverse discipline, quali la
biologia, la teoria dell’informazione, la
cibernetica.
Il fenomeno viene analizzato nella sua complessità
focalizzandosi sulle interrelazioni tra le parti
piuttosto che sul comportamento delle singole 3
componenti.

Pierpaolo Cavallo 1
TIPI DI SISTEMI

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Un sistema è detto:
 aperto se tra esso e l’ambiente si

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verificano scambi di materia-energia o di
informazione;
 chiuso qualora attraverso i suoi confini
non avvenga alcuno scambio di materia-
energia o di informazione.
Gli organismi viventi e gli ecosistemi sono,
per definizione, sistemi APERTI.
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SISTEMI VIVENTI = SISTEMI APERTI


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I sistemi viventi sono per definizione


sistemi aperti, capaci di autoadattamento
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ed autorganizzazione, perché scambiano


con l’ambiente energia ed informazioni
per produrre lavoro e mantenersi in vita!!!
Essi, attraverso processi di feedback positivi
e negativi si adattano alle mutevoli
condizioni ambientali e si mantengono in
uno stato di organizzazione ed ordine
(negentropia o entropia negativa). 5

ENTROPIA
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L’entropia è la tendenza di un sistema


complesso, lasciato a se stesso, ad evolvere dall’
ordine verso il disordine, ovvero dal possesso
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alla perdita di energia (attenzione: questa


definizione non è scolastica, e viene data solo
per cercare di rendere più comprensibile il
concetto).
Questo “passaggio dall’ ordine al disordine” è un
processo irreversibile, e di nozione comune: un
fiammifero che brucia, una goccia di inchiostro
che si diffonde in acqua, sono comunemente
intese come processi irreversibili.
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ENTROPIA E SISTEMI

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Nella teoria generale dei sistemi la differenza tra
sistemi chiusi e aperti può essere spiegata con il
concetto di entropia, intesa come perdita di energia,

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o energia che non può essere convertita in lavoro.
Mentre i sistemi chiusi vanno verso uno stato di
entropia, quelli aperti, capaci di prendere energia
dall’ambiente, possono fruire di entropia negativa, o
negentropia.
L’entropia è lo stato di massimo disordine, di
casualità a organizzazione zero. Quindi può essere
considerata come lo stato opposto a quello proprio
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dell’organizzazione.

SISTEMI VIVENTI
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Poiché i sistemi viventi sono sistemi aperti, i loro


equilibri hanno carattere dinamico, e vengono
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perciò chiamati equilibri di flusso o stati


stazionari.
Nei sistemi instabili, è sufficiente una lieve
perturbazione per alterare lo stato di equilibrio,
mentre nei sistemi stabili le perturbazioni
vengono contrastate in modo da ristabilire lo
stato precedente.
Questa capacità di mantenere uno stato stazionario
prende il nome di omeostasi. 8

FEEDBACK
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Per FEEDBACK intendiamo la capacità dei sistemi


dinamici di tenere conto dei risultati del sistema
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per modificare le caratteristiche del sistema


stesso.
Il feedback è positivo quando è di stimolo al
cambiamento (crescita, evoluzione del sistema).
Il feedback è negativo quando tende al
mantenimento della stabilità e dell’equilibrio del
sistema (autoconservazione).

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SISTEMI: STRUTTURA E PROCESSI
La struttura è caratterizzata da un limite (frontiera

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rispetto all’ambiente esterno), dagli elementi o
componenti, dai contenitori degli elementi, da una

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rete di comunicazione.
Nei sistemi complessi le singole parti del sistema
possono essere a loro volta dei sistemi che svolgono
una funzione in vista del raggiungimento
dell’obiettivo del sistema cui appartengono
(organizzazione del sistema per livelli). La struttura
di un sistema in una dato momento rappresenta lo
stato del sistema.
I processi sono tutti gli scambi di energia-materia o 10
informazioni all’interno di un sistema.

ESEMPIO:
STRUTTURA DI UN
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SISTEMA
INFORMATICO
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PROPRIETÀ DEI SISTEMI APERTI


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Le proprietà di un sistema aperto sono


tre:
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1. Totalità;
2. Retroazione;
3. Equifinalità.

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TOTALITÀ

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Questa proprietà implica che ogni parte del sistema
sia in rapporto con il tutto: una modificazione del

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sistema influisce sulla parte, così come una
modificazione della parte influisce sul tutto.
Il principio di totalità ha come corollario la non-
sommatività: il risultato a livello di sistema
dell’interazione delle parti non è semplicemente
la somma del contributo parziale di ogni parte del
sistema, ma è un qualcosa di più, qualcosa che
implica l’emergenza di comportamenti a livello di
sistema non predicibili dai comportamenti delle
parti. 13

RETROAZIONE
La retroazione può essere positiva o
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negativa. La retroazione negativa


caratterizza l’omeostasi (stato stazionario)
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e gioca un ruolo importante nel far


raggiungere e mantenere la stabilità delle
relazioni.
La retroazione positiva provoca la perdita di
stabilità del sistema interpersonale che
per ritrovare un equilibrio deve cambiare
ovvero ricalibrare le relazioni secondo
diverse modalità. 14

EQUIFINALITÀ
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Gli stessi risultati possono essere ottenuti dallo


stesso sistema con modalità diverse da caso a
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caso.
In un sistema circolare e autoregolantesi, ciò che si
osserva allo stato attuale può essere il risultato
di numerosi processi diversi, e provenire da
condizioni iniziali differenti: i risultati a livello di
sistema non sono predicibili conoscendo
semplicemente le condizioni iniziali del sistema.
Ciò che si osserva ad un dato momento può essere
il risultato di numerosi processi diversi, e
provenire da condizioni iniziali differenti. 15

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ALCUNE DEFINIZIONI
SPECIE = individui interfertili e in grado di produrre

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prole fertile
POPOLAZIONE = gruppo di individui della stessa

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specie (es. mosche di un prato)
COMUNITA’ o BIOCENOSI = tutte le popolazioni che
occupano una data area
ECOSISTEMA = comunità più ambiente fisico (es.
prato con le comunità che lo abitano)
BIOMA = ampi biosistemi caratterizzati da un certo
tipo di vegetazione.
BIOSFERA O ECOSFERA = il massimo sistema
biologico, che include tutti gli organismi viventi sulla 16
terra interagenti con l’ambiente fisico

SISTEMI ECOLOGICI: DEFINIZIONE


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I SISTEMI ECOLOGICI o ECOSISTEMI sono


unità funzionali che comprendono:
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 la COMUNITÀ (BIOCENOSI), cioè tutti gli


organismi che vivono in una data area;
 le componenti ambientali non viventi
(ABIOTICHE).

Organismi e ambiente abiotico sono entrambi


necessari per il funzionamento dei sistemi
ecologici, e ognuno influenza le proprietà
dell’altro. 17

COMPARTIMENTI DI UN ECOSISTEMA
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CARATTERISTICHE DEGLI ECOSISTEMI
Sono sistemi aperti, in equilibrio dinamico, con

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strutture e funzionamento caratteristici.
Tale funzionamento si basa su un flusso di energia e

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una circolazione di sostanze nutrienti tra
comunità, in genere tipica di quel certo ecosistema,
e porzione non vivente dell’ecosistema.

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STRUTTURA TROFICA DEGLI ECOSISTEMI


E’ costituita da:
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 Componente abiotica, formata da sostanze


inorganiche (anidride carbonica, ossigeno,
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acqua, nitrati, ecc.) e organiche (proteine,


carboidrati, lipidi, sostanze dell’humus,
ecc.)
 Produttori (autotrotrofi): piante verdi,
batteri fotosintetici e chemiosintetici.
 Consumatori (eterotrofi): erbivori e altri
fitofagi, predatori, parassiti.
 Decompositori (eterotrofi): vari gruppi di
funghi e batteri. 20

CATENA ALIMENTARE
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In un ecosistema l’energia, immagazzinata dai


produttori sotto forma di energia chimica di
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legame, viene trasferita ai fitofagi, da essi passa


ai predatori e da tutti e tre ai decompositori, che
liberano nutrienti inorganici utilizzabili dai
produttori.
Questa serie di trasferimenti di materia e di
energia prende il nome di CATENA
ALIMENTARE.
Ogni anello della catena alimentare costituisce un
LIVELLO TROFICO.
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CATENA ALIMENTARE

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SCHEMA DI MASSIMA DI UNA CATENA


ALIMENTARE
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Volpi, falchi
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Batteri, miceti

Lumache, scoiattoli

Piante, alberi

Carbonio, azoto, sodio

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CATENE ALIMENTARI TERRESTRI E ACQUATICHE


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CATENA ALIMENTARE E LIVELLI TROFICI

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Livelli
trofici

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TIPI DI CATENE ALIMENTARI


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In ogni ecosistema sono presenti due differenti


catene alimentari che differiscono in base alle
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rispettive sorgenti di energia. Esse sono:


 Catene del pascolo: dipendono direttamente
dall’energia solare, hanno come primo anello le
piante verdi, come secondo gli erbivori e gli altri
fitofagi, come terzo i predatori di questi ultimi e
come quarti i predatori di altri predatori.
 Catene del detrito: utilizzano l’energia da
sostanze organiche morte; esse sono formate da
organismi decompositori e da loro predatori.
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CATENE ALIMENTARI DEL PASCOLO E DEL


DETRITO
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CONNESSIONI TRA CATENE: RETI TROFICHE

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Le catene del pascolo e del detrito sono
interconnesse.

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L’energia passa sotto forma di detrito dalla prima
alla seconda e ne rientra (in piccola parte)
quando organismi della catena del detrito
vengono predati da quella del pascolo.
Quindi, le varie catene di un ecosistema sono
interconnesse e formano complesse reti trofiche
o alimentari.
Le reti trofiche sono schemi complessi che
rispondono ad una domanda molto semplice: chi
mangia che cosa (e quanto)?
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RETE TROFICA: UNA IDEA QUALITATIVA


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RETE TROFICA: UNO SCHEMA (FORESTA DI


WYTHAM WOODS – INGHILTERRA)
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METODI MATEMATICI DI STUDIO

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La rete è un mezzo matematico molto potente
(ecologia, idraulica, elettronica, neural networks,

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sociologia, epidemiologia, ...)
Rete trofica: come tutte le reti, può essere descritta
da un grafo di nodi (comparti) e archi (flussi)e
studiata tenendo conto dei nodi che la formano.
Ogni NODO rappresenta un gruppo di organismi
omogenei secondo opportune caratteristiche (ad
es. dieta, abitudini di caccia, etc.).
Ogni LEGAME rappresenta “chi mangia chi”.
Più un nodo è in alto, più è un predatore di livello 31
maggiore.

RETE TROFICA DEL NORD ADRIATICO,


1996-98
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LIVELLI TROFICI ED ENERGIA


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Tutti gli organismi hanno bisogno di


energia per vivere.
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Rispetto alla modalità usata per


procurarsi l’energia classifichiamo
tutti i viventi in due gruppi:

 AUTOTROFI
 ETEROTROFI.
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ORGANISMI AUTOTROFI
Gli organismi AUTOTROFI o PRODUTTORI

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sono quegli organismi che sono in grado di
trasformare l’energia luminosa proveniente dal

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sole in energia chimica (processi di fotosintesi) e
di sintetizzare sostanze organiche complesse a
partire da sostanze organiche semplici. Essi
sono i FOTOAUTOTROFI.
Esistono anche taluni organismi capaci di trarre
energia da reazioni chimiche basate solo
sull’uso di molecole come il ferro o l’azoto: essi
sono denominati CHEMIOAUTOTROFI.
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ORGANISMI ETEROTROFI
Gli organismi ETEROTROFI o CONSUMATORI
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sono gli organismi che debbono procurarsi


energia prelevando dall’ambiente il loro
alimento e che sono in grado di utilizzare,
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trasformare e decomporre sostanze organiche


complesse.
Essi si suddividono in:
 BIOFAGI (che si nutrono di altri organismi
viventi);
 SAPROFAGI (che si nutrono di sostanze
organiche morte).
Essi si differenziano anche in base al tipo di
nutrizione. 35

TIPI DI NUTRIZIONE ETEROTROFICA


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 OLOZOICA: ci si alimenta di pezzi


relativamente grandi di sostanza organica
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morta (es.: carnivori, erbivori, onnivori).

 PARASSITARIA: ci si alimenta di sostanza


viva, spesso danneggiando l’ospite che la
fornisce (es.: pulci, tenia).

 SAPROTROFICA: ci si alimenta di piccoli pezzi


di sostanza morta (es.: batteri, mosche).

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TIPI DI ETEROTROFI

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Consumatori di primo livello (erbivori): si
nutrono di produttori (es.: chiocciola
mangia trifoglio).

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Consumatori di secondo livello: si nutrono di
erbivori (es.: tordo mangia chiocciola).
Consumatori di terzo livello: si nutrono di
consumatori del livello precedente (es.:
sparviero mangia tordo).

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LIVELLI DI ETEROTROFIA
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Secondo questo modello, è teoricamente


possibile che ogni consumatore di un
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certo livello sia preda di un consumatore


di livello superiore.
In realtà è raro che una catena alimentare
abbia più di cinque livelli, poiché più
sale il livello del predatore più si riduce
il numero di potenziali prede disponibili.

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ORGANISMI DEGRADATORI
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Sono eterotrofi specializzati: si nutrono di


sostanze organiche di origine animale e
vegetale provenienti da individui morti o
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dalle loro escrezioni.


Utilizzano l’energia del legame chimico
presente nella sostanza organica morta
per la costruzione di nuova materia
vivente, restituendo contemporaneamente
all’ambiente composti inorganici
nuovamente utilizzabili da parte dei
produttori.
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PIRAMIDE ECOLOGICA

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Rappresentazione grafica della quantità di
organismi che esistono ai vari livelli

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della catena alimentare all'interno di un
ecosistema.
Essa ha di solito un andamento a piramide
poichè, dai produttori ai consumatori
secondari,ogni livello presenta meno
organismi del precedente.

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ASPETTO DELLA PIRAMIDE


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PIRAMIDE ED ENERGIA
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Da un livello all’altro l’energia disponibile si


riduce, poiché la quantità di cibo cala
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salendo ed il cibo è la fonte dell’energia


per mezzo della quale ciascun individuo
vive.
Ecco anche spiegato perché, oltre un certo
livello di eterotrofia è impossibile andare:
un predatore di decimo livello non
troverebbe, in pratica, da mangiare!
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ASPETTO ENERGETICO DELLA PIRAMIDE

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ENERGIA PER LIVELLO DELLA PIRAMIDE


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Il tetto massimo di utilizzo ad ogni


passaggio è del 10%.
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Cosa significa:
 100.000 fiori nutriranno

 1000 cavallette che nutriranno

 100 rane che nutriranno

 10 bisce che nutriranno

 1 falco

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EQULIBRIO DI UN ECOSISTEMA
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Un Ecosistema si dice in equilibrio quando il


numero degli individui che formano le
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popolazioni rimane costante nel tempo.


Gli equilibri degli ecosistemi dipendono dalle
caratteristiche fisiche e chimiche dell’ambiente:
temperatura, quantità di acqua disponibile,
caratteristiche del suolo, luce, ossigeno disciolto
nell’acqua, etc.
Essi dipendono anche dai dannosi interventi
dell’uomo, il solo essere vivente capace di
sconvolgere questo equilibrio biologico.
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