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ESAMI ECOLOGIA

1°ESAME
DISPENDIO ENERGETICO
Le basse temperature accelerano o rallentano il metabolismo?
Rallentano il metabolismo, e quindi c’è un risparmio energetico.
Organismi eterotermi, cioè organismi la cui temperatura corporea è
regolata dalla temperatura esterna hanno il vantaggio di rallentare il
metabolismo e di conseguenza un dispendio energetico minore.
Questo discorso del dispendio energetico a quale altro argomento può
farci ricollegare?
L’energia ovviamente è necessaria per tutti i processi che avvengono
nell’ecosistema. Nello specifico noi parliamo di energia nel momento in
cui ci riferiamo alla riproduzione. Giustamente i processi riproduttivi
avvengono con utilizzo di energia.
Nel caso che hai appena citato, stiamo parlando di energia a livello di
specie quindi siamo nell’autoecologia, vediamo invece nella sinecologia
quindi nell’ecologia di sistema, di cosa mi parleresti?
L’energia che attraversa i vari livelli della catena trofica per esempio è uno
degli argomenti cruciali in cui noi parliamo di flusso di energia.
Ovviamente parliamo di efficienza energetica correlata anche alla
lunghezza della catena:
più è lunga una catena trofica, minore è l’efficienza dell’energia.
Quest’energia che attraversa la catena trofica? Di quale catena trofica
stiamo parlando?
Stiamo parlando della catena del pascolo.
Molta energia sfugge dalla catena del pascolo sotto forma di che cosa?
Sotto forma di energia chimica o di legame.
Perché c’è una quota di energia intrappolata come energia di legame
(ancora non energia termica) che sfugge alla catena del pascolo? Dove
va a finire questa energia di legame e sotto quale forma avviene questa
perdita momentanea?
Sotto forma di scarto e non viene persa per sempre, ma viene utilizzata a
livello dei microrganismi.
Qual è il processo che ha come momento culminante l’azione dei
microrganismi?
Il processo della “catena del detrito”.
2° ESAME (NICCHIA ECOLOGICA)
A quale argomento ci può portare il concetto delle relazioni
interspecifiche?
Ci si può collegare al concetto di “nicchia ecologica”.
Nicchia ecologica-> Insieme di fattori fisici, chimici e biologici in cui
l’organismo vive ed entra in relazione.
Nicchia ecologica vuol dire modalità di nutrirsi, se l’organismo non è un
autotrofo ma è un eterotrofo questo implicherà delle relazioni
interspecifiche, quindi siamo nel rapporto preda-predatore.
Il rapporto preda-predatore ha naturalmente implicazioni nelle rispettive
dinamiche di popolazione.
Cosa intendiamo per dinamica di popolazione?
Lo studio dei cambiamenti del numero di individui.
La popolazione che misuriamo prima di tutto in termini di densità, quindi
di abbondanze riferite ad uno spazio (quindi densità), la densità non è un
parametro costante ma varia nel tempo in funzione dei rapporti tra
natalità/mortalità ed immigrazione/emigrazione.
Questo passaggio immigrazione/emigrazione è fondamentale perché se
non ci fosse processi di entrata/uscita dalla popolazione, molto
probabilmente la popolazione stessa andrebbe incontro a declino oppure
potrebbe dare luogo a processi di “speciazione”.
QUINDI Sono queste due coppie contrapposte di forzanti che
determinano la dinamica di popolazione.
Con cos’altro puoi collegare il concetto di nicchia ecologica?
Si può collegare anche al concetto di “successione ecologica” in
particolare allo stadio climax, che è uno stadio dove si instaura un
equilibrio che non può essere alterato da cause endogene (interne).
Se invece si verifica un fattore di disturbo esogeno cosa succede allo
stadio climax?
Può variare. Cioè lo stadio climax è in una condizione stabile finché non
interviene un fattore di disturbo. Se il fattore di disturbo è moderato si
ricostituisce l’equilibrio rapidamente, se è un fattore più intenso bisogna
“ripartire a zero” ovvero la successione ecologica diventa retrograda e nel
caso di disturbo estremo, possiamo trovarci in una condizione azzerata (la
famosa COLATA LAVICA o l’ASTEROIDE che però capita molto più
raramente).
3° ESAME (CATENA TROFICA + EFFICIENZA ENERGETICA)
Le migrazioni di tipo trofico hanno anche implicazioni di tipo energetico,
cosa intendiamo?
Nel senso che c’è una questione che riguarda il metabolismo degli
organismi. Nelle zone ad alta profondità dell’oceano troviamo che il
metabolismo è rallentato quindi di conseguenza il dispendio energetico è
minore a differenza degli strati più superficiali in cui arriva una buona
quantità di energia solare (da non confondere con l’energia luminosa
poiché in superficie non è la luce a riscaldare l’acqua e nel linguaggio
comune si tende a confondere questi due aspetti).
Collegandoci al concetto di catena trofica, cosa intendiamo per
“efficienza energetica”?
Per efficienza energetica intendiamo il rapporto tra l’energia in entrata e
l’energia in uscita (cioè che raggiunge l’ultimo livello del sistema).
Quando è maggiore l’efficienza e quando è minore in funzione di questo
rapporto?
Maggiore è la quantità di energia che raggiunge l’ultimo livello, maggiore
è l’efficienza energetica.
Maggiore è il numero dei passaggi dei livelli, minore sarà la quantità di
energia che raggiunge.
Perciò si deduce che più la catena è corta, maggiore sarà l’energia che
raggiungerà l’ultimo livello trofico, maggiore sarà l’efficienza del sistema
inteso come catena trofica.
Secondo te, perché nel caso della catena trofica, noi parliamo di ‘livelli’?
1)Il concetto di livello indica una gerarchia (chi sta sopra e chi sta sotto). Il
top predator sta al di sopra di tutti (posizione dominante).
2)Possiamo fare un discorso legato alla qualità dell’energia (nei primi 2
livelli). Il modo in cui l’energia è intrappolata è qualitativamente migliore.
L’energia che alimenta il sistema della catena trofica del pascolo che
energia è?
Partiamo da energia luminosa che poi si converte in energia chimica (di
legame).
In questo caso si può notare un passaggio qualitativo dell’energia.
(Energia luminosa-> diffusa / Energia di legame-> concentrata)
4° ESAME (NICCHIA ECOLOGICA)
Possiamo dire che la nicchia ecologica è la funzione esatta che una specie
esplica nel suo ecosistema, ma anche lo spazio N-dimensionale dove la
specie svolge le sue funzioni.
E’ l’insieme di tutti i fattori responsabili dell’espressione di una specie nel
suo ecosistema. Più sono i fattori che interagiscono, maggiore è il numero
delle interazioni che possiamo considerare.
Nel caso in cui parliamo di un singolo parametro, questo possiamo
rappresentarlo in una curva dove, nell’asse delle x metteremo il
parametro della temperatura o del pH e nell’asse delle y il parametro che
misura il benessere della specie (quindi il numero di individui), che più ci
sono più la popolazione risulta essere adattata.
In realtà a valori bassi del parametro della temperatura la maggior parte
degli individui si assesta, anche se è possibile che una specie sia più
sensibile ad un abbassamento di temperatura piuttosto che a un suo
incremento. Questo vale per esempio per molte specie di coralli che sono
più tolleranti verso l’incremento delle temperature piuttosto che verso il
decremento, quindi questa curva gaussiana che descrive il range di
tolleranza in realtà non simmetrica ma è asimmetrica.
Noi distinguiamo una nicchia ecologica potenziale rispetto a una nicchia
realizzata, che cosa intendiamo?
In realtà diciamo che la nicchia ecologica è un’entità estremamente
dinamica sotto due aspetti:
È dinamica in primo luogo perché c’è una nicchia ecologica potenziale che
si va costantemente aggiustando in relazione al contesto, quindi della
nicchia ecologica potenziale complessiva alcune funzioni saranno
espresse mentre altre no.
Però dobbiamo tener conto anche della dinamica evolutiva della specie,
perché ci sarà sicuramente una continua spinta ambientale che spinge la
specie a trasformarsi.
La spinta evolutiva è una spinta forte che agisce in continuazione, per
cui la nicchia ecologica non è un’entità statica ma, non solo è dinamica
perché le nicchie ecologiche realizzate possono essere apparentemente
diverse l’una dall’altra, ma la stessa nicchia ecologica potenziale evolve
attraverso processi evolutivi che sono i processi evolutivi della specie.
Cioè la specie evolve non solo in termini morfologici- anatomici –
fisiologici – comportamentali ma l’evoluzione delle singole strutture si
traduce in evoluzione della nicchia ecologica.
Sempre collegato al concetto di nicchia ecologica cosa succede in un
“processo invasivo”? Ci riferiamo in particolare alle specie esotiche che
penetrano nell’ecosistema in cui prima non c’erano (es. le specie del
Mar Rosso che penetrano nel Mediterraneo).
Una specie del Mar Rosso avrà una nicchia ecologica in cui la sua
esistenza nel Mediterraneo non è a priori compresa, però penetrando nel
Mediterraneo riesce ad adattarsi. Naturalmente questo adattamento in
cui una nicchia ecologica viene realizzata non può prescindere dalla
nicchia ecologica potenziale che la specie già aveva.
Quindi questo è un processo di “riarrangiamento” della nicchia ecologica
che noi abbiamo costantemente sotto gli occhi, ma attenzione non è che
tutte le specie che entrano nel Mediterraneo si affermano, ma quelle che
si affermano si affermano perché la loro nicchia ecologica potenziale gli
consente di realizzare.
Questo è ben diverso da una cosa che si sente dire spesso “quella specie
è entrata, ha trovato una nicchia ecologica vuota è si è affermata”.
Perché quest’affermazione è scorretta?
Può esistere una nicchia ecologica “vuota”? NO, quindi non ha senso
quest’affermazione.
Quindi se si afferma è perché ha realizzato una sua nicchia ecologica
potenziale, non esiste una nicchia ecologica vuota che deve essere
occupata.
Parlando di specie pioniere, qual è il nesso tra specie pioniere e
successione ecologica?
Gli organismi pionieri sono gli organismi che per primi colonizzano
ambienti estremi come quelli della colata lavica e per farlo devono essere
sicuramente adattati ad un ampio range di parametri ambientali, quindi
devono essere specie eurivalenti, che si avvantaggiano del fatto di avere
un alto potenziale riproduttivo. Adottano una strategia di tipo R quindi
investono la maggior parte dell’energia nella riproduzione, quindi nel
macroecosistema le specie pioniere trovando uno spazio ecologicamente
vuoto iniziano a colonizzarlo. Il modello ci propone come i primi
colonizzatori della roccia lavica siano i muschi o licheni.
In pratica i muschi non hanno le radici perché se le avessero dovrebbero
sforzarsi inutilmente ad attingere nutrienti dal substrato.
Hanno in ogni caso la capacità di poter sciogliere lentamente la roccia e
da questa poi ricavare i nutrenti. Il difetto però di questo modello è che
prevede singole specie di licheni laddove i licheni però non sono una
specie.
E cosa sono i licheni?
I licheni sono un’associazione simbiontica tra due organismi, un autotrofo
(l’alga) e un eterotrofo (il fungo).
Quindi questa relazione tra specie è talmente stretta che nessuna delle
due specie può vivere indipendentemente.
La strategia del lichene quindi è una strategia di tipo simbiontico, quindi
di massimizzazione dell’energia.
Però nel processo successionale noi sappiamo che esiste una fase
dominata dalla produzione e quindi dall’attività di sintesi.
Parliamo dei diversi stadi della successione ecologica, riferendoci
principalmente a come l’energia viene immagazzinata?
Innanzitutto quando noi parliamo di stadi successionali parliamo di stadi
che fanno parte della successione ecologica, quindi una serie di step che
noi vedremo all’interno di questo processo continuo.
Diversi stadi: deserto roccioso-> colonizzazione licheni-> erba piante
annuali -> piante arbustive-resistenti
In realtà non c’è un salto vero e proprio tra uno stadio e l’altro ma una
graduale transizione. Riferendoci all’erba, l’erba è una pianta che ha
adottato una strategia molto importante perché la gemma si trova a
livello del sottosuolo e questa è una strategia, perchè il fatto che la
gemma sia sottoterra protegge la pianta da tutto (la pianta è protetta non
soltanto dal pascolo, ma ha una relativa protezione da sbalzi termici).
L’energia che alimenta questo sistema e che fluisce attraverso
l’ecosistema, non fluisce rapidamente in quanto una parte dell’energia
viene immagazzinata, cosa intendiamo con questo?...
Per definizione, qual è l’energia che alimenta gli ecosistemi?
L’energia luminosa.
Questa però una volta che entra nella componente biotica non è più
presente come energia luminosa ma è convertita in energia chimica o di
legame. Questa energia di legame viene trasmessa nella catena trofica,
la catena trofica quindi è il flusso di energia intrappolata sotto forma di
energia di legame nella materia. Quindi più materia, più energia (e più
energia, più materia).
Nel corso della successione ecologica la materia aumenta o diminuisce?
Aumenta, quindi nel corso della successione ecologica c’è un continuo
intrappolamento di energia nella materia.
Mentre fino allo stato di climax la materia e di conseguenza l’energia si
è andata accumulando, nello stato di climax cosa succede?
Nello stato di climax non è che la successione si interrompe, ma accade
come nel modello della curva ad S dove a un certo punto si assiste ad un
plateau. Quindi vi è un aumento della popolazione che poi procede
asintoticamente all’infinito e anche in questo caso raggiunta la condizione
di climax l’ecosistema non evolve più, ma non si ferma.
Ma dal punto di vista energetico?
Il climax è lo stadio di equilibrio energetico che viene raggiunto grazie
all’equilibrio che c’è tra le specie.
In cosa consiste questo equilibrio energetico?
In pratica l’energia si accumula insieme alla materia fino a raggiungere lo
stadio di climax (bilancio energetico in parità), a quel punto non c’è più un
ulteriore incremento di energia. La successione ecologica aggiunge
energia fino allo stato di climax, a quel punto tutto quello che è entrato
esce.

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