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PARTE GENERALE
“Teoria cellulare”: tutti gli organismi sono costituiti da cellule e inoltre la cellula
rappresenta l’unità base vivente dell’organizzazione della materia.
Eccezioni: Virus, Viroidi, Prioni.
CELLULE PROCARIOTICHE:
- il nucleo non distintamente individuato rispetto al citoplasma in quanto
manca un involucro nucleare;
- posseggono modalità di riproduzione più semplici rispetto alla mitosi e alla
meiosi;
- manca un organizzato sistema membranoso interno capace di organizzare il
citoplasma in aree di competenza biochimica, spazi isolati in cui un
determinato ciclo metabolico può svolgersi senza interferenza alcuna:
- esistono principalmente come organismi unicellulari; quando si aggregano,
formano colonie, senza che a tale evento segua alcuna differenziazione o
specializzazione.
CELLULE EUCARIOTICHE:
- possono costituire organismi unicellulari o pluricellulari;
- possono esistere territori citoplasmatici PLURINUCLEATI, come è il caso
dei sincizi e dei plasmodi.
Nell’uomo la maggior parte delle cellule ha un diametro che oscilla entro limiti
molto ristretti, da 20 a 30 μm. Il diametro di un globulo rosso è normalmente
di 7,5 μm; gli ovociti raggiungono 100 μm di diametro.
Definizione: indica il magma interno della cellula nel quale stanno immersi gli
organuli.
La sostanza vivente è un sistema colloidale eterogeneo costituito da elementi
chimici combinati in composti semplici e composti.
Si presenta sotto varie e livelli di organizzazione.
L’acqua è la componente principale della sostanza vivente, essendo il
solvente degli altri elementi chimici presenti.
Gli elementi più importanti dal unto di vista quantitativo presenti nel
protoplasma sono:
il Carbonio, l’Ossigeno, l’Idrogeno e l’Azoto (97%); seguono lo Zolfo e il
Fosforo, e altri.
R = λ/( 2n∙sen α)
MICROSCOPIO A FLUORESCENZA:
In questo microscopio il preparato viene illuminato con luce ultravioletta, a
una determinata lunghezza d’onda, e i suoi componenti vengono osservati
grazie alla fluorescenza emessa.
Le sostanze fluorescenti sono tali in quanto capaci di assorbire nel campo
spettrale dell’UV e, quindi, di rispondere a tale sollecitazione con l’emissione
di luce nella zona visibile dello spettro.
FISSAZIONE
La fissazione di un tessuto consiste nel bloccare, nel minor tempo possibile,
tutte le sue attività vitali allo scopo di impedire le successive modificazioni
dovute a
fenomeni regressivi post-mortali: il risultato sarà quello di conservare nel
modo più
inalterato possibile la struttura e la composizione molecolare del tessuto,
limitando gli
effetti di autolisi che si instaurano dopo la morte dell’organismo anche
all’interno di un
frammento appena prelevato.
La fissazione può avvenire mediante due principali modalità: fissazione fisica
(ad esempio per congelamento) e fissazione chimica.
I più comuni fissativi primari appartengono al gruppo delle aldeidi: aldeide
formica (in soluzione acquosa al 40 % è commercializzata con il nome di
formalina);
aldeide glutarica; tetrossido d’Osmio (usato anche come postfissativo nella
preparazione di campioni per la microscopia elettronica); acroleina; acetone
(soprattutto nel caso di preparati per striscio).
In microscopia elettronica si usa la glutaraldeide.
INCLUSIONE
L’inclusione è un passaggio necessario affinché il frammento di tessuto da
sezionare raggiunga una sufficiente durezza da poter essere sezionato
utilizzando una
lama d’acciaio portata da un microtomo e ottenerne quindi delle sezioni sottili.
Per la
microscopia ottica, l’inclusione utilizza generalmente come mezzo la
paraffina, se lo
scopo è ottenere sezioni di spessore superiore ai 2µ, oppure la resina (resine
epossidiche), se si vogliono ottenere sezioni più sottili pari ad 1µ (tecnica
delle sezioni
semifini).
TAGLIO
Il taglio del tessuto incluso in un blocchetto solidificato di paraffina si fa con
uno strumento chiamato microtomo. l’ultramicrotomo si usa per la
microscopia elettronica.
COLORAZIONE
Questa fase dell’allestimento dei preparati istologici permette di creare un
contrasto che le strutture biologiche per loro natura non possiedono: tale
contrasto
consente di riconoscere e distinguere le varie componenti cellulari e tissutali
ad una
osservazione microscopica. Con questo passaggio è possibile ottenere
preparati
microscopici colorati che con il successivo montaggio diventano permanenti.
Esistono molte tecniche di colorazione, il cui principio è sempre una reazione
chimica, di solito acido-base. Si tratta la sezione da colorare con una
sostanza
pigmentata o con più sostanze in miscela, allo scopo di accentuare il
contrasto tra i
componenti del tessuto o della cellula. Sfruttando l'affinità chimica dei
componenti
cellulari con i coloranti (es. nucleo, di natura acida con i coloranti basici, e
citoplasma,
basico, con i coloranti acidi) si ottengono colorazioni policromatiche come la
colorazione Ematossilina-Eosina, una delle più usate in istologia come
colorazione morfologica di base e d'insieme. Il risultato della colorazione con
Ematossilina-Eosina
consiste nei nuclei colorati in viola ed il citoplasma in rosa.
MONTAGGIO
Il montaggio ha lo scopo di rendere permanente il preparato, cioè renderlo
inattaccabile dagli agenti atmosferici e consentirne una conservazione
pressoché
illimitata nel tempo. Il montaggio si effettua ponendo sul vetrino portaoggetti
(su cui
si trova la sezione colorata) una goccia di mezzo di montaggio, e
successivamente
ricoprendo il tutto con un vetrino coprioggetto.
DA FARE
CITOLOGIA
Fig. 1: Gli ERITROCITI sono privi di nucleo e sono anche privi di organuli, in
quanto contengono solo EMOGLOBINA. Sono le cellule (o derivati cellulari)
più adeguate per vedere l’ultrastruttura. Bisogna però eliminare l’emoglobina,
e per farlo devo immergere queste cellule in una soluzione ipotonica, di modo
che l’acqua tende ad entrare, rompe la membrana facendo fuoriuscire
l’emoglobina.
Il risultato prende il nome di OMBRE DEI GLOBULI ROSSI o GHOSTS.
Fig. 4
Esistono due tipi di trasporto:
- TRASPORTO ATTIVO (con consumo di energia);
- TRASPORTO PASSIVO (senza consumo di energia).
Fig. 5
DIFFUSIONE SEMPLICE: quando una sostanza si sposta lungo un gradiente
di concentrazione negativo, cioè nella direzione di concentrazione
decrescente.
Fig. 9
COTRASPORTO: quando le proteine trasportatrici possono avere siti
specifici di legame per più di un soluto.
Le molecole possono essere trasportate nella stessa direzione (SIMPORTO),
oppure in direzioni opposte (ANTIPORTO).
UNIPORTO: sono sistemi in cui le proteine carrier trasportano un solo tipo di
molecole.
Vedi Fig. 13-14 per integrazione del REL con il REG e loro funzioni.