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FISIOLOGIA ---------> ESAME 14 FEBBRAIO

ORGANIZZAZIONE CORPO UMANO:


CELLULE- TESSUTO- ORGANI- SISTEMI DI ORGANI
Il nostro corpo è un sistema di organi composto da gruppi di cellule che svolgono funzioni simili
Cellula: Struttura Sferica che contiene il liquido intracellulare e extracellulare che accomuna tutte le cellule,
sono separati dalla membrana cellulare i 2 liquidi.
CONDIZIONE OMEOSTASI (mantenere qualcosa nel range di normaltà)
PERCHE' E' IMPORTANTE: Stimolo inziale- risposta- stimola feedback negativo ovvero la variazione di
un parametro da controllare che attiva una risposta che contrasta la perturbazione iniziale, riportando il
parametro controllato al valore originale come ad esempio la pressione che si alza.
Feedback positivo si distacca dall'omeostasi, la risposta rinforza lo stimolo, Ad esempio: Quando la
temperatura del corpo torna a livelli normali, il circolo vizioso si interrompe e la sudorazione cessa: se ciò
non avvenisse, un corpo surriscaldato rischierebbe la disidratazione.
 
MEMBRANA CELLULARE- forma sferica, con una membrana a doppio strato di fosfolipidi con testa idrofica e
coda idrofobica. Ci serve per creare un isolamento, per regolare gli scambi con l'ambiente esterno, risponde
alla presenza di molecole segnale (come col circolo del sangue) e servono per innescare un meccanismo e
vengono riconosciute grazie a delle strutture nella membrana
Le proteine possono attraversare la membrana e sono importanti per le funzioni,ovvero:
-rivestire un ruolo strutturale (recettori, enzimi, trasportatori), proteine integrali che legano la membrana
col citoscheletro ovvero una rete di filamenti che fornisce rigidità strutturale e supporto alla cellula.
Le PROTEINE DI MEMBRANA possono formare:
Giunzioni Serrate: proteine entrano in contatto con loro e danno impossibilità ad altre sostanze di
attraversare la membrana
Giunzioni Comunicanti: la differenza tra le serrate è che le proteine integrali formano un canale di
passaggio dette CONNESSONI che permette il passaggio di materiale citoplasmatico (passaggio di
comunicazioni tra 2 cellule) come le cellule cardiache. Singolarmente queste proteine si chiamano
CONNESSINE e insieme invece si chiamano CONNESSONE, e permettono di far battere il cuore
sincronamente.
Desmosomi: è giunzione filamentosa tra 2 cellule che fornisce una resistenza meccanica, costituite da una
placca, formata da glicoproteine.
 
Alcune proteine di membrana fungono da:
-recettori: sono proteine che sono localizzate sulla membrana, che fanno parte del sistema di trasmissione
di segnali chimici, fanno da riconoscenza ad altre molecole come il complesso ligando-recettore che innesca
la risposta intracellulare, ed è molto fondamentale per ciò
 
-enzimi: catalizza una reazione chimica che avvengono sulla superfice esterna della membrana o appena
dentro al citoplasma
-trasportatori (CARRIER) sono proteine transmembranali che si legano a sostante poco solubili e ne
consentono il trasporto
 
CON QUALE MODALITA'?
 
 
Diffusione semplice: con una sostanza diversamente concentrata (o anche detta meno concentrata) che ce
la fa da sola ad attraversare la membrana spinta dal proprio gradiente di concentrazione, ovvero che la
sostanza va da uno stato più contrato ad uno stato meno concentrato, e questa legge viene definita
SECONDO GRADIENTE (Legge di Fick). Avviene attraverso lo strato fosfolipidico, è direttamente
proporzionale all'area della membrana, è inversamente proporzionale allo spessore della membrana, è
direttamente proporzionale alla permeabilità della membrana. Non richiede apporto energetico, perciò è
un trasporto passivo.
Diffusione facilitatà: avviene attraverso canali ionici, ovvero proteine integrale trasportatrici. A differenza
della diffusione semplice, la velocità di diffusione dipende dal numero di trasportatori e dal gradiente di
concentrazione, con un trasporto "massimo" ovvero con una soglia.
canali ionici di diversi tipi ( sempre aperti, voltaggio-dipendenti- chemio-dipendenti, meccano-dipendenti)
Trasporto attivo: avviene CONTRO il gradiente di concentrazione e richiede apporto energetico (ATP,
molecola che noi produciamo con il nostro metabolismo)------
Si può dividere in:
ATTIVO PRIMARIO: un esempio è la POMPA SODIO-POTASSIO, dove si avrà sempre un trasportatore e una
membrana , dove il trasportatore in contemporanea trasporta 2 sostanze ioniche. Sposta il sodio dal liquido
intracellulare,dove è poca concentrata, il trasportatore utilizza atp idrolizzandola e rilascia il sodio nel
liquido extra, dove è molto concentrata, lo stesso avviene per il potassio, ma nella direzione diversa.
ATTIVO SECONDARIO: Il trasportatore secondario, a differenza del primario, NON trasporta in
contemporanea le 2 sostanze ioniche. Può succedere in COTRASPORTO ovvero che vanno tutti e 2 nella
stessa direzione, oppure in CONTRASPORTO ovvero che vanno in direzioni diverse
Endocitosi:(dentro) processo che consente a macromolecole di entrare all'interno della cellula grazie alla
formazione di vescicole. Può avvenire per:
-fagocitosi: la particella fagocitata è solida
-pincitosi: il contenuto della vescicola è composto da fluido extracellulare contenente soluti disciolti
-mediata da recettore: sulla membrana che andrà a formare la vescicola ci sono recettori specifici per una
determinata sostanza
Esocitosi:(fuori) una vescicola all'interno della cellula si fonda con la membrana plasmatica e libera il suo
liquido extra. E le sue funzioni sono:
-aggiungere componenti alla membrana plasmatica
-riciclare recettori rimossi dalla membrana
-secernere specifiche sostante all'esterno della cellula
 
 
COMUNICAZIONE TRA CELLULE
Diverse modalità:
 
Giunzioni Comunicanti e Messaggeri Chimici (PAPACRINI, AUTOCRINI e NEUROTRASMETTITORI) cellula che
produce la molecola segnale dove troverà un recettore.
Paracrino: raggiunge cellule non tanto distanti (breve distanza)
Autocrina: va su un mio stesso recettore su una stessa cellula, le cellule si autoregolano
Neurotrasmettitori: ovvero a lunga distanza con cellule nervose che rilascia una cellula che andrà su una
cellula bersaglio.
Un esempio sono gli ormoni che attraverso il circolo vanno negli organi bersaglio

POTENZIALE MEMBRANA E AZIONE:


Cellule eccitabili: attraverso uno stimolo cambiano la loro polarità ( variazione permeabilità della
membrana cellulare)
La polarizzazione cellulare riveste un ruolo importante nelle cellule eccitabili, polarità a cavallo della
membrana di -70 millivolt, che non è un valore costante, che varia da cellula a cellula, come le cardiache
hanno -90 mv.
Il potenziale di riposo vuol dire una cellula che non sta rispondendo a nessuno stimolo e dipende da una
diversa quantità di ioni. Cambia il potenziale quando la cellula riceve uno stimolo, ovvero si sta
depolarizzando, invece quando lo stimolo sta per terminare il processo si chiama ripolarizzazione.
Iperpolarizzazione vuol dire che inibisce la cellula.
Con la depolarizzazione il potenziale di membrana passa -70 a +30 mV
 
 
Il potenziale di membrana è una differenza di potenziale tra l'interno e l'esterno, dove è variabile da cellula
a cellula e il dato comune è che in condizioni di riposo il versante intracellulare della membrana risulta più
negativo di quello extracellulare. Rappresenta condizione di riposo della cellula.
La membrana di una cellula è diversamente permeabile agli ioni, ma totalmente IMPERMEABILE alle
proteine, rimanendo cosi nel liquido intracellulare
Plasma e liquido interstiziale sono praticamente uguali e fanno parte dell'extracellulare. C'è differenza tra
interstiziale e intracellulare.
La variazione del potenziale di membrana è chiamata potenziale d'azione ovvero un evento elettrico
rapidissimo circa di 3 millisecondi. Le fasi sono depolarizzazione, eccedenza e ripolarizzazione, esempi
possono essere: fibra nervosa in un ms oppure Miocardio in 200-300 ms.
I principali ioni in questi processi sono il sodio e il potassio con il processo pompa sodio-potassio e
rappresenta la fine della attivazione di un neurone.
Al termine di un potenziale d'azione il potenziale di membrana è tornato ai valori di riposo ma la
distribuzione delle specie ioniche è diversa rispetto all'inizio del potenziale. Recuperare ioni K+ all'interno
della cellula e eliminare ioni NA+ verso l'esterno della cellula.
 
CARATTERISTICHE DEL POTENZIALE D'AZIONE:
-il potenziale d'azione insorge per arrivo di uno stimolo con intensità superiore al valore SOGLIA. Uno
stimolo per eccitare la cellula deve raggiungere il valore SOGLIA.
-apertura canali per il passaggio di ioni calcio
Gli stimoli sotto-soglia vengono detti "sottoliminari" (inefficaci), viceversa invece vengono definiti: stimoli
superiori o sopraliminari
 
-Refrattarietà, vuol dire che la cellula non risponde allo stimolo. A seguito di un potenziale d'azione, la
membrana diventa meno eccitabile e non è più in grado di generare altri potenziali d'azione:
questo periodo di minore responsività è denominato periodo refrattario.
PRA= periodo refrattario assoluto, perciò la generazione di un potenziale d'azione è completamente
impedita.
PRR= periodo refrattario relativo, la generazione di un potenziale d'azione è possibile.
 
 
-Legge del tutto o nulla,
 
 
-stimolo sottoliminare, ovvero non si osserva nessun pot d'azione perché non ha raggiunto il livello soglia
(NULLA)
-stimolo liminare, l'ampiezza della risposta è la massima di cui la cellula è capace (TUTTO)
 
La frequenza più importante dell'ampiezza nel potenziale d'azione.
CELLULE ECCITABILI:
Quali sono?
-Cellule Neuronali -muscolari -endocrine
Si chiamano eccitabili perché hanno la capacità di produrre impulsi elettrici.
 
 
SISTEMA NERVOSO:
 
 
 
Si distingue per CENTRALE ovvero l'encefalo e il midollo spinale, e PERIFERICO che si dividono in fibre
afferenti ovvero che dalla periferia arrivano al sistema nervoso centrale (sensitive, perché trasferiscono le
informazioni dalla periferia al centro) e  fibre efferenti (o motorie) sono le vie nervose che trasportano il
messaggio neurale dal sistema nervoso centrale verso la periferia, che tramutano in una risposta
meccanica. L'insieme di queste fibre si chiamano NERVI.

 
La differenza tra sistema nervoso somatico e autonomo, è che il somatico ha un controllo volontario e si
dirigono verso il muscolo scheletrico invece l'autonomo non è sotto il controllo volontario, come il cuore. Il
SN autonomo si divide in simpatici perché la loro attivazione porta un aumento, come ad esempio
l'aumento della pressione arteriosa, i parasimpatici invece portano una diminuzione, sempre come nel caso
della pressione arteriosa.
 
Le cellule del SN sono:
-NEURONI, ovvero cellule eccitabili che comunicano tra loro, trasmettendo impulsi elettrici. Di solito
lavorano in circuiti neuronali e comunicano tramiti segnali elettrici.
-CELLULE GLIALI, queste non trasmettono impulsi elettrici e hanno funzione di sostegno o di "isolamento".
Si dividono in Neuroglia che si trovano nel SM centrale(oligodendrociti, astrociti, cellule della microglia)e
cellule di Schiwann che si trovano nel SM periferico, dove formano guaine e avvolgono l'assone.
L'assone è il prolungamento principale della cellula nervosa.
Cellule della microglia, fanno da pulizia ovvero che rimuovono agenti estranei.
 
NEURONI:
La parte in alto si chiama corpo o soma, il prolungamento lo chiamiamo assone o neurite dove al termine
c'è una ramificazione che prende contatti con i neuroni vicini, dentriti ovvero le fibre minori che si
ramificano a partire dal neurone, che trasportano il segnale nervoso in direzione centripeta (verso il soma,
il corpo cellulare del neurone). Più dendriti di un unico neurone formano un albero dendritico. Ricevono
informazioni da altri neuroni
Dentriti: ricevono segnali in entrata.
Assoni: portano segnali in uscita fino al bersaglio.
Nervo: è un insieme di assoni che trasportano informazioni per connettere il SNC con gli effettori o i
recettori sensoriali periferici.
CLASSIFICAZIONE STRUTTURALE: si differenziano per la morfologia
Neuroni Unipolari: sono privi di dentriti.
Neuroni Bipolari: presentano un dentrito e un assone posizionati a poli opposti.
Neuroni Pseudopolari: sono provvisti di un assone e un dentrite che presentano un tratto iniziale comune.
Neuroni Multipolari: presentano un singolo assone ma molti dentriti.
CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE:
Afferenti: cellula nervosa che riceve gli stimoli periferici e li conduce verso il SNC
Efferenti: dal SNC portano le informazioni alla periferia
Interneuroni: piccoli neuroni che collegano i neuroni afferenti a quelli efferenti, in breve creano CIRCUITI.
 
SEGNALI ELETTRICI DEI NEURONI:
La proprietà che caratterizza le cellule nervose è l'eccitabilità capacità do generare e propagare segnali
elettrici.
Quanti tipi? 2
-Potenziale graduato: agiscono a breve distanza dal punto di origine. E si osserva nel corpo del neurone
-Potenziale d'azione: si propagano per lunghe distanze senza diminuire in ampiezza. E si osserva lungo
l'assone
I 2 potenziali vengono registrati in parti differenti del neurone, il corpo il potenziale graduato, invece
l'assone il potenziale d'azione.
Ci possono essere neuroni che decidono di non trasmettere informazioni.
L'informazione dipende se ci sia o non ci sia il potenziale d'azione.
 
POTENZIALI GRADUATI: generato dal corpo del neurone
Si definisce come un evento depolarizzante che si sviluppa localmente. Si parte dal ricevimento
dell'informazione sul corpo del neurone. NON risponde alla legge del tutto o nulla, perché piano piano
perde di intensità (segnale DECREMENTALE)
Dipende dall'intensità dello stimolo
In seguito ad uno stimolo chimico, i canali ioni si aprono per far passare cariche positive. Perciò parte il
processo di depolarizzazione.
E' un fenomeno che registro solo nel corpo del neurone. Ha un andamento decrementale, ovvero perde
l'ampiezza, per essere efficace l'ampiezza deve essere pari alla soglia, se non accadde nella zona trigger, il
potenziale graduale sarà sottosoglia. Se invece lo sarà si chiamerà potenziale graduale sovrasoglia perciò si
avrà un POTENZIALE D'AZIONE, che si verifica tra il corpo e l'assone.
Un singolo potenziale graduato in genere non è sufficiente per generare potenziale d'azione; i potenziali
graduati però possono sommarsi spazialmente e temporalmente.
Perciò i potenziali graduati sottosoglia non innescano un potenziale d'azione e i potenziali graduati
iperpolarizzanti non innescano MAI un potenziale d'azione
La sommazione può essere sia spaziale che temporale, ovvero che può sommare lo stesso segnale nel
tempo per raggiungere sovrasoglia, però il tempo di stimolo deve essere ravvicinato. La sommazione può
essere eccitatoria, lo capisco in base alla direzione, che va verso la soglia, invece è inibitorio se la direzione
è opposta alla soglia.
Se nella zona trigger arriva un potenziale graduato soprasoglia si potrà innescare un potenzia d'azione che
dalla zona trigger si propagherà lungo tutto l'assone del neurone, mantenendo tutta la sua ampiezza fino al
terminale (legge del tutto o del nulla).
SOMMAZIONE TEMPORALE= ricevo più stimoli dallo stesso neurone e di conseguenza può sommarli nel
tempo.
SOMMAZIONE SPAZIALE= gli stimoli arrivano in diversi punti a differenza di quella temporale che arrivano
tutti nello stesso punto
La caratteristica principale di queste 2 sommazioni, è che gli stimoli devono arrivare tutti in un breve
periodo di tempo
 
Gli stimoli possono essere ECCITATORI ovvero che cercherà di depolarizzare il corpo di un neurone, oppure
possono essere INIBITORI ovvero sposta il potenziale di membrana il più lontano possibile dal valore soglia.

 
 
Neurone Mielinico: sono rivestiti da una guaina, in questo il potenziale d'azione viene registrato solo nei
tratti senza guaina e questi tratti vengono chiamati nodi di Ranvier.
 

POTENZIALI NEURONALI:
I neuroni comunicano attraverso segnali elettrici detti POTENZIALI NEURONALI
La trasmissione dei segnali nervosi da un neurone ad un altro avviene attraverso giunzioni specializzate
chiamate SINAPSI e sono le strutture in cui avviene la prima integrazione ed elaborazione delle
informazioni.
Il neurone prima del contatto viene chiamato PRE-PSINATTICO, e dopo la comunicazione c'è il POST-
SINAPTICO.
SINAPSI:
-eccitatoria: il potenziale di membrana post sinaptico si avvicina alla soglia e permettono il passaggio
dell'informazione da un neurone a un altro
-inibitorie: il potenziale di membrana post sinaptico si allontana dalla soglia e impedisce il passaggio da un
neurone all'altro
-convergenti: molte cellule presinaptiche su una postsinaptica.
-divergenti: una cellula presinaptica attraverso le sue ramificazioni, va su molte cellule postsinaptiche.
-Sinapsi asso-somatica: tra l’asssone del neurone presinaptico e il corpo cellulare (o pirenoforo) del
neurone postsinaptico.
-Sinapsi asso-dendritica: tra l’assone del neurone presinaptico e i dendriti del neurone postsinaptico.
-Sinapsi asso-assonica: tra l’assone del neurone presinaptico e l’assone del neurone postsinaptico.
-Sinapsi dendro-dendritica: tra i dendriti del neurone presinaptico e i dendriti del neurone
postsinaptico.
 
 
SINAPSI ELETTRICHE:
Le sinapsi di tipo elettrico, si realizzano quando 2 neuroni sono in stretto contatto tra di loro e sono
presenti 'gap junction' ovvero una connessione tra diverse cellule, e trasmettono il segnale mediante un
passaggio diretto di cariche elettriche tra due cellule in connessione. E tra tutte le sinapsi, sono quelle meno
rappresentate. Hanno influenze bidirezionali e individuare il pre-sinaptico e il post è molto difficile da
individuare.
 
SINAPSI CHIMICHE:
Qua i 2 neuroni non entrano in contatto diretto e l'informazione viene trasmessa da una cellula all'altra
grazie a molecole chimiche, dette NEUROTRASMETTITORI. Sono costituite da un tratto dalla membrana del
neurone che trasmette il segnale (neurone pre-sinaptico) al livello dell'assone, da uno spazio intersinaptico
e dalla membrana di un neurone postsinaptico, che riceve il segnale, dove è presente il recettore specifico
per il neurotrasmettitore.
Le sinapsi possono formarsi tra l'assone di un neurone presinaptico e il soma o i dentriti del neurone
postsinaptico.
-elemento pre-sinaptico
-elemento post-sinaptico
-fessura sinaptica
-vescicole sinaptiche: neurotrasmettitore
Quello che chiamiamo 'stimolo' è la quantità di neurotrasmettitori che il neurone a monte (pre-sinapsi) fa
arrivare al neurone sotto (post-sinapsi).
-possono avere carattere eccitatorio e inibitorio
-trasmissione del segnale unidirezionale, va sempre dall'elemento pre-sinaptico al post-sinaptico
-lentezza di trasmissione ( ritardo sinaptico)
-elevata affaticabilità
-elevata sensibilità farmacologica
 
SINAPSI EVENTI: (riguardare bene l'immagine)

 
NEUROTRASMETTITORI:
Possono essere chiamati 'A PICCOLA MOLECOLA' la sintesi avviene nella terminazione assonale a livello
delle terminazioni pre-sinaptiche del neurone e gli enzimi non ci sono localmente, ma provengono dal
corpo cellulare.
Possono essere anche chiamati 'A GRANDE MOLECOLA' dove l'intera sintesi avviene nel corpo del neurone.
I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche di vario tipo che mediano il passaggio dell'informazione tra le
cellule in connessione sinaptica. Nel sistema nervoso centrale e in quello somatico periferico il
neurotrasmettitore tipico è l'ACETILCOLINA. Ogni neurone rilascia un solo neurotrasmettitore e sono
sintetizzati nei singoli neuroni trasportati fino al terminale presinaptico, impacchettati in numerose
vescicole e immagazzinati nelle terminazioni assoniche presinaptiche.
Dopo la loro liberazione, i NT interagiscono con i recettori presenti sulla membrana cellulare del neurone
postsinaptico. Nella trasmissione sinaptica sono coinvolte anche altre molecole, le quali possono essere
liberate dalle stesse terminazioni assoniche e queste molecole vengono chiamate NEUROMEDIATORI. Essi
possono passare direttamente attraverso lo spazio intersinaptico ma sono anche in grado di diffondere a
distanze maggiori, influenzando numerose cellule all'interno di una certa zona del sistema nervoso centrale
che poi si legano ai recettori specifici di membrana, modificando i canali ionici o attivano secondi
messaggeri ed il loro effetto è quello di modulare la risposta della cellula al neurotrasmettitore principale.
Dopo che è avvenuta l'interazione neurotrasmettitore-recettore, le molecole di neurotrasmettitore,
vengono rapidamente rimosse o distrutte per bloccare rapidamente gli effetti. I NT possono essere
allontanati o demoliti da enzimi specifici, oppure possono venire riassorbiti nella terminazione dell'assone
per essere riutilizzati (INATTIVAZIONE NEUROTRASMITTORIALE)
 
 
RECETTORI:
Sono dei canali ionici
I neurotrasmettitori diffondono nello spazio intersinaptico, raggiungendo la membrana del neurone
postsinaptico e qui si legano a specifici RECETTORI DI MEMBRANA.
-Ionotropico, è quasi sempre una proteina canale, e significa che l'apertura e chiusura è governata da un
legame quando si collega al neurotrasmettitore. Quando si utilizza questo tipo, si dice che la sinapsi è
rapida , o anche detto eccitatorio ed entreranno gli ioni che generanno il segnale detto potenziale graduato.
Se il neurotrasmettitore è inibitorio, entreranno cariche negative
-metabotropico: qui la risposta sarà lenta. Si avrà sempre una proteina canale ma in aggiunta ci sarà anche
un'altra proteina non canale, dove si legherà il neurotrasmettitore, e la proteina con dei processi farà da
canale, perciò la risposta sarà più lenta perché la proteina deve aspettare che si leghi il neurotrasmettitore,
perciò saranno Chemio-Dipendenti.
 
MODULAZIONE SINAPTICA:
I potenziali postsinaptici che seguono ad un input presinaptico, sono estremamente variabili.
Nella inibizione presinaptica succede l'evento opposto. Ovvero il neurone modulatore inibitore ridurrà il
quantitativo di neurotrasmettitore rilasciato, diminuendo l'entità del potenziale presinaptico, e può
accadere anche nel corpo del neurone.
Un'altra sinapsi è la PLACCA NEUROMUSCOLARE, che è il contatto fra le fibre nervose e fibra muscolare.

MUSCOLO:
TIPI DI MUSCOLO:
-muscolo scheletrico (volontario, striato) ci consente di muoverci
-muscolo cardiaco (involontario, striato) ha la funzione di spingere il sangue nei vasi
-muscolo liscio (involontario non striato) ha la funzione di motilità dei vasi, tubo gastroenterico, vescica ed
ureteri, bronchi
 
MUSCOLO SCHELETRICO:
Le funzioni principali sono quella di MOVIMENTO che può essere sia volontario, che involontario, come
l'allontanamento dell'arto da una superficie di calore. Un'altra funzione è quella di POSTURA ovvero che
mantiene il tono posturale (CONTRAZIONE TONICA)
I muscoli sono in grado di CONTRARSI ovvero che il muscolo si accorcia o che si sviluppa una forza, non per
forza queste 2 caratteristiche sono abbinate.
Il muscolo scheletrico costituisce il 40-50% della massa corporea, è un muscolo striato, controllato dal
sistema nervoso centrale
attraverso i motoneuroni somatici.
I fascicoli che costituiscono un muscolo sono tenuti insieme e circondati da uno strato di tessuto
connettivo, l'epimisio, composto da un denso tessuto collagene. A sua volta ciascun fascicolo muscolare è
delimitato dal perimisio e diviso al suo interno dell'endomisio, un altro tessuto connettivo meno denso.
Le funzione principali sono il movimento che può essere sia volontario che involontario e funzione di
postura (tono posturale).
La sua principale attività è quella della contrazione che può essere di accorciamento ovvero che cambia la
sua lunghezza e/o sviluppo di forza che viene contratto senza cambiare la sua forma.
 
Il muscolo se si taglia trasversalmente, al suo interno c'è un FASCIO DI FIBRE dove all'interno avrò le FIBRE
MUSCOLARI e a sua volta trasversalmente una fibra muscolare al suo interno contiene MIOFIBRILLE, perciò
una fibra contiene un pacco di miofibrille.
Il muscolo scheletrico striato presentano difatti una striatura che all'interno risiedono le strutture che
permettono il meccanismo della contrazione.
E' costituito da centinaia di cellule multinucleate allungate chiamate fibre, che presentano una struttura
altamente organizzata. Le fibre hanno forma grossolanamente cilindrica, con diametro compreso tra 10 e
100 uM. Il citoplasma delle fibre muscolari prende il nome di sarcoplasma. Il sarcoplasma di ogni fibra
contiene centinaia di elementi più piccoli, chiamati miofibrille.
 
La struttura delle fibre muscolari:
-sono cellule cilindriche allungate polinucleate
-lunghezza fino a cm
-diametro di 100-200 uM
-sono disposte in modo parallelo da capo tendino a capo tendino
-non si riproducono più in età adulta
-possono rigenerarsi da cellule satellite (staminali), che vengono attivate dal danno muscolare
-sono composte principalmente da miofibrille contrattili, per il 90%, principalmente formate da proteine
contrattili
-sono controllate da un motoneurone motorio (fibra nervosa), ovvero neuroni che conducono un segnale al
mio muscolo
 
Per l'attività muscolare sono necessari:
-macchina per la contrazione, ovvero formata da proteine contrattili finemente organizzate
-carburante, ovvero l'ATP, una molecola altamente energetica prodotta dal nostro metabolismo energetico
-sistema di controllo, che compara il pensiero con quello che sto facendo, e se non è uguale mi corregge
-ioni calcio nella fibra cellulare
 
Ogni miofibrilla è una struttura cilindrica di 1-3 uM di diametro, che si estende da un capo all'altro della
fibra muscolare. Al suo interno possiamo individuare bande scure e bande chiare, la caratteristica striatura,
che conferisce l'attributo di striato muscolo scheletrico, è data appunto dall'alternanza delle bande A e I
nelle miofibrille. La striatura rispecchia il ripetersi, lungo ciascuna miofibrille, di una struttura chiamata
sarcomero (macchina della contrazione)costituito da una banda A e due semibande I, e delimitato da linee
Z.
Ogni miofibrilla è formata quindi dall'allineamento di un gran numero di sarcomeri in serie.
Il sarcomero è l'unità funzionale del muscolo.
Possiamo dire che all'interno delle miofibrille c'è la struttura che permette la contrazione muscolare.
E' formato da filamenti spessi e sottili.
I filamenti spessi sono composti dalla proteina contrattile miosina(motore della contrazione), invece i
filamenti sottili composti prevalentemente da una proteina contrattile actina e contenenti anche due
proteine regolatrici troponina e tropomiosina
I filamenti sottili e spessi sono gli elementi responsabili della contrazione muscolare. Ogni miofibrilla deriva
dall'assemblaggio molto ordinato di circa 1500 filamenti spessi e 3000 filamenti sottili. L'allineamento
ordinato delle miofibrille è responsabile dell'alternanza delle bande chiare e scure che si osserva nelle
sezioni istologiche longitudinali del muscolo scheletrico
 
FILAMENTI SPESSI:
 
La miosina è il motore della contrazione. Presenta sei catene polipeptidiche, ricorda una mazza da golf, con
una doppia testa e una coda. Le teste della miosina costituiscono il sito motore della proteina; esse
presentano un sito ad attività ATPasica, ossia in grado di legare e idrolizzare l'ATP(ciclo biochimico) ad
adenosinadifosfato (ADP) e fosfato inorganico (P) con conseguente rilascio di energia(stato energizzato)
libera e un sito di legame per la molecola di actina. Ciascun filamento spesso è composto da centinaia di
molecole di miosina impacchettate in maniera tale da ottenere due porzioni simmetriche con orientamento
opposto dalle teste. Le code orientate verso il centro del sarcomero costituiscono la struttura del
filamento , mentre le teste sporgono lateralmente al filamento stesso.
Nella porzione centrale di ciascun filamento, osserviamo una zona 'nuda' priva di teste e costituita soltanto
da code delle molecole di miosina.
 
 
FILAMENTI SOTTILI:
Sono un insieme di molecole di actina
L'actina è responsabile dell'interazione con i ponti trasversali della miosina (cross-bridge), e contengono
anche proteine che regolano la contrazione muscolare interagendo con la formazione dei ponti
(tropomiosina e troponina).
La tropomiosina va a posizionarsi lungo i filamenti sottili, in modo tale da occupare i siti di legame (siti
attivi)
La troponina si posiziona per ogni tratto di elica.
Nell'actina ciascun monomero di actina-G presenta un sito attivo al quale si possono legare le teste della
miosina durante la contrazione muscolare.
La tropomiosina è una proteina filamentosa disposta lungo il solco formato dall'avvolgimento delle catene
di actina. In condizioni di riposo, maschera i siti attivi dell'actina, impedendo il legame con le teste della
miosina.
La troponina è legata alla tropomiosina e consite di 3 subunità: troponina C che lega ioni calcio, troponina I
che ha un ruolo inibitorio, e troponina T è una subunità che prende connessioni con la tropomiosina
 
 
MECCANISMO DELLA CONTRAZIONE:
La teoria viene detta: TEORIA DEI FILAMENTE SCORREVOLI, ovvero i filamenti sottili scorrono sui filamenti
spessi che sono al centro del sarcomero, ciò sta a significare che il sarcomero si è contratto, ma ciò non
significa che i filamenti sottili nel sarcomero si accorcieranno, scorrono solamente verso i filamenti spessi.
La contrazione la troviamo nel sarcomero
Gli innescatori del meccanismo di contrazione, sono gli IONI CALCIO.
I sarcomeri a riposo sono posti a una certa lunghezza che equivale a 2 micron detta lunghezza ottimale.
Il muscolo quando si contrae porta il sarcomero ad accorciarsi e la sua sovrapposizione aumenta.
L'accorciamento è ottenuto grazie al che le teste della miosina si legano ai siti attivi dell'actina e si flettono
trascinando i filamenti sottili verso il centro del sarcomero.
Quando la contrazione è eccentrica il muscolo si allunga e la sua sovrapposizione diminuisce
Lo sviluppo di forza muscolare dipende dalla sovrapposizione di filamenti sottili e spessi fra di loro.
La sovrapposizione tra actina e miosina viene detta POTNI ACTO-MIOSINICI, è in questa interazione risiede
una piccola percentuale di forza, perciò più ponti, più sarà maggiore la forza. Per la creazione viene
utilizzata una molecola di ATP.
A riposo la tropomiosina blocca il sito di legame per la miosina su ogni molecola di actina perciò per
permettere il legame tra actina e miosina devo liberare i siti di legame e il muscolo deve essere in
contrazione, questo processo di liberazione viene effettuato dagli ioni calcio (troponina C) e di conseguenza
la contrazione viene effettuata tramite l'aumento di calcio nella cellula e questo calcio arriva da uno stimolo
nervoso.
La contrazione è la conseguenza data da un ciclo meccanico e un ciclo biochimico, ovvero l'idrolisi dell'ATP
 
PRE-REQUISITI INTERAZIONE ACTINA-MIOSINA:
-ATP che viene preso dal metabolismo energetico
-Attivazione della macchina grazie al Ca2+= accoppiamento eccitazione-contrazione
 
INTERAZIONE ACTINA-MIOSINA ED IDROLISI DELL'ATP:
-l'interazione actina miosina consuma ATP (idrolizzato dalla miosina)
-l'interazione actina miosina avviene in fasi
-ogni fase dell'interazione actitna-miosina è legato ad una fase specifica dell'idrolisi dell'ATP
-maggiore è la velocità di idrolisi dell'ATP maggiore è la velocita di accorciamento, grazie a miosina ad
elevata attività ATPasica
 
PONTI TRASVERSALI:
Il ciclo dei ponti trasversali è la sequenza degli eventi nel corso dei quali la testa della miosina si lega ad un
filamento sottile formando un ponte con l'actina, si muove trascinandolo e sviluppando forza e poi ripete il
processo.
Ciascun ciclo può essere suddiviso in quattro fasi:
-avvicinamento della testa della miosina
-legame actina-miosina
-colpo di forza
-stato di rigor, è quando i filamenti spessi sono strettamente legati ai filamenti sottili
Le quattro fasi si susseguono dopo essere state avviate da un passaggio preliminare ovvero l'attacco di una
molecola ATP al sito ATPasico della testa della miosina.
 
CICLO MECCANICO: teoria dello scorrimento dei filamenti nei sarcomeri
 
 
 
 
Questo processo, della contrazione muscolare, può avvenire solo in condizioni ben precise, ovvero che ci
siano gli ioni calcio e che vengono rilasciato nei sarcomeri. gli ioni calcio stanno nel reticolo plasmatico, e
non possono stare liberi.
Fin quando il calcio non è rimosso dai sarcomeri, si ha ancora una contrazione muscolare.
Il calcio nella contrazione, deve liberare i siti dalla proteina che li bloccava, e ciò è attuato dalla TROPONINA
C che lega il calcio.
Nella fase di rilasciamento il calcio deve essere recuperato, viene recuperato nel reticolo, di conseguenza la
troponina C è libera e essa torna a bloccare tutti i siti e a bloccare le interazioni ( a riposo ).
 
Un'altra proteina che troviamo nel sarcomero, ma che non partecipa, è la TITINA. La ritroveremo nella
forza del muscolo ---- TENSIONE PASSIVA.
La titina attraversa il sarcomero, ha una struttura ad elica ( molla ), che in situazione di riposo questa molla
non è tesa, ma se il sarcomero viene allungato questa 'molla' inizia a tendersi ( in contrazione ).
La tensione che vado a misurare in una fibra muscolare, è definita dalla TITANA.
 
RUOLO ATP:
-distacco della miosina dall'actina
-trasferimento energia alla testa della miosina
-trasporto attivo del Ca2 al reticolo endoplasmatico
 
Da dove andiamo a prendere l'atp per la contrazione?
Dal metabolismo energetico e dalla fosfocreatina, ovvero dai processi metabolici, più precisamente la
glicolisi.
I processi metabolici producono ATP e va nella creatina, dove viene preso dall' ATP solo il gruppo fosfato e
di conseguenza viene generata la FOSFOCREATINA ,e cosa fa? Cede il fosfato all'ADP creando l'ATP e
rilasciando la Creatina. La formazione di fosfocreatina avviene quando il muscolo è a riposo.
L'ATP la utilizzo anche per la fase di rilasciamento, dove devo recuperare il calcio.
 
ACCOPPIAMENTO ECCITAMENTO-CONTRAZIONE:
La struttura contrattile del muscolo non è in grado di lavorare autonomamente, ma obbedisce ad un
comando, che viene erogato dal sistema nervoso centrale e portato alle fibre muscolari dagli assoni dei
MONTONEURONI ALFA. Questo accoppiamento è un tipo di sinapsi, ma qua non sono entrambe cellule
nervosa, ma soltanto una cellula nervosa e una fibra muscolare ( PLACCA MUSCOLARE )
Il muscolo obbedisce ai comandi del sistema nervoso e l'attività muscolare è controllata dal sistema
nervoso centrale, dalla quale dipende l'attuazione del comando motorio, la sua coordinazione e l'intensità
della forza che il muscolo sviluppa.
Il comando inviato dal SNC al muscolo è il risultato dell'integrazione dei potenziali d'azione che confluiscono
sui motoneuroni a che innervano le fibre muscolari (contenuti nelle corna anteriori del midollo spinale per i
muscoli di collo, tronco è arti e nei nuclei dei nervi cranici per i muscoli del capo).
L'insieme della fibra nervosa e delle fibre muscolari da essa innervate costituisce una unità motoria.
L'impulso viene trasmesso alla fibra muscolare attraverso una struttura denominata giunzione
neuronuscolare o placca motrice. Qui, la terminazione nervosa rilascia acetilcolina, che si lega recettori
posti sul sarcolemma. Il legame acetilcolina-recettore comporta la depolarizzazione della membrana, con
conseguente generazione del potenziale d'azione nél muscolo: questo processo è chiamato eccitazione.
L'eccitazione della fibra è responsabile del l'aumento della concentrazione di Ca2 nel citoplasma.
L'insieme degli eventi che si verificano tra la depolarinzazione della membrana e la contrazione del
muscolo, costituisce il fenomeno denominato accoppiamento eccitazione-contrazione(EC).
La giunzione neuromuscolare è del tutto analoga a una sinapsi chimica, il cui mediatore è l'acetilcolina. La
placca neuromuscolare (EP, End Plate) E la regione della membrana della fibra muscolare che giace
direttamente sotto il terminale assonico della fibra nervosa, mentre la giunzione del terminale assonico con
la placca è denominata giunzione neuromuscolare. La placca neuromuscolare consente la trasmissione
dell'impulso nervoso tra una terminazione del nervo motore ed il muscolo. In risposta a questo stimolo
avviene la contrazione muscolare. Le terminazioni finali della fibra nervosa costituiscono il cosiddetto
terminale presinaptico.
Giunto al terminale, il potenziale d'azione depolarizza la membrana assonica, determinando l'apertura di
canali del Ca2 + voltaggio-dipendenti, cosicchè gli ioni Ca2 diffondono dal liquido extracellulare nel
terminale assonico.
Si genera in tal modo un segnale elettrico, il potenziale di placca (EPP, End Plate Potential). Si tratta di un
potenziale graduato del tutto simile all'EPSP generato nel neurone postsinaptico di una sinapsi chimica,
anche se è di ampiezza maggiore, perché maggiore è la quantità di mediatore rilasciata e, di conseguenza, il
numero di canali aperti.
Al contrario delle sinapsi nervose, il potenziale d'azione viene generalmente prodotto dalla sommazione
spaziale e temporale di molti EPSP. Per questa proprietà la giunzione neuromuscolare è denominata sinapsi
'uno a uno', (un potenziale d'azione a livello del motoneurone genera un potenziale d'azione muscolare).
Il muscolo smette di contrarsi quando la scarica di potenziali d'azione da parte del motoneurone viene
meno.
 
PLACCA NEUROMUSCOLARE:
Le sue caratteristiche sono:
NERVO;
– perde la guaina mielinica
– si divide in numerosi bottoni terminali
– ogni bottone terminale termina su una fibra muscolare
• ogni fibra riceve un solo bottone
– il bottone terminale contiene vescicole di acetilcolina
FIBRA MUSCOLARE;
–  la membrana si inspessisce a
formare la placca motrice
–  il bottone terminale si adagia in una depressione della placca motoria
–  sotto il bottone ci sono pieghe giunzionali
 
 
 
 
 
L'acetilcolina è solo eccittatoria e se viene rilasciata il muscolo si contrae
 
RETICOLO SARCOPLASMATICO:
luogo dove risiedono e dove saranno liberati li ioni calcio.
E' costituito da:
- tubuli disposti su un piano trasversale ( TUBOLI T ) che sono formati da delle invaginazioni, che
permettono ai PA di entrare velocemente nella cellula muscolare, prendendo contatto con 2 cisterne
( TRIADI )
-tubuli disposti longitudinale ( RETICOLO LONGITUDINALE ) che avvolgono ogni sarcomero e che
contengono li ioni calcio.

 
CONTRAZIONE:
Passando lungo il sarcomero nei tuboli T, la depolarizzazione determina il cambiamento conformazionale
dei recettori DHPR (diidropiridina). Questi recettori sono canali calcio voltaggio-dipendenti che, in seguito
all'attivazione, passano nello stato funzionale 'aperto', permettendo l'ingresso di calcio nella fibra.
Il cambio di conformazione induce l'apertura dei recettori RyR (raniodinico), anche loro sono canali per il
calcio attraverso i quali il Ca2 immagazzinato nelle cisterne terminali è ora libero di uscire dalle cisterne per
passare nel citoplasma della fibra. L'aumento della concentrazione di Ca2 è il fattore che permette che si
verifichi la contrazione: infatti il Ca2 si lega alla TnC, determinando l'allontanamento della tropomiosina
dall'actina e permettendo la formazione del "ponte trasversale" con la testa della miosina.
Di fatto la fibra muscolare scheletrica si può contrarre e rilasciare normalmente anche in assenza di Ca2
esterno, per un certo periodo di tempo.
 
RILASCIAMENTO:
Quando al terminale assonico non giungono più potenziali d'azione, inizia la ripolarizzazione della
membrana della fibra muscolare, che innesca il rilasciamento.
I recettori voltaggio-dipendenti DHPR riacquistano la conformazione inattiva, che determina la chiusura
anche dei canali RyR, interrompendo il passaggio di Ca2 nel citoplasma. Il Ca2 viene ripompato fuori dal
citoplasma.
Quando la concentrazione di Ca2 nel citoplasma ritorna ai valori di riposo, la troponina e la tropomiosina
tornano a legarsi
all'actina, nascondendo i siti di legame per la miosina: il muscolo si rilascia ed è pronto a ricevere un nuovo
comando a contrarsi.

Per quanto riguarda l'accoppiamento del metabolismo energetico con l'evento meccanico della contrazione
muscolare, è importante sottolineare che il ciclo completo contrazione-rilasciamento richiede idrolisi di ATP
quindi consumo di energia, in due momenti: 1) per iniziare il ciclo dei ponti, fornendo l'energia per il
movimento del ponte e 2) al termine della contrazione, per ripristinare la normale concentrazione di Ca2
libero nella fibra muscolare e permettere il rilasciamento.
Per riassumere, il processo di accoppiamento EC può essere suddiviso in due fasi: eccitatoria e contrattile.
 
RIASSUMENDO:
TIPO DI CONTRAZIONE:
-ISOMETRICA: una contrazione a lunghezza costante, rispetto alla condizione di riposo, sviluppa forza e qui
durante la contrazione muscolare la distanze tra i due capi articolari rimane invariata. Dipende dalla sezione
trasversale del muscolo
 
-ISOTONICA: la definiamo a carico costante, il muscolo sviluppa forza muscolare e si accorcia, cambiando la
sua lunghezza e i due capi articolati si avvicinano durante la contrazione
Essa può essere CONCENTRICA ovvero la fase durante la quale il muscolo si accorcia, ECCENTRICA fase
durante il muscolo si allunga.
Questa tipi di contrazioni sono stati misurati grazie all'APPARATO ISOMETRICO, la differenza è che nello
strumento l'estremità nella cont. Isotonica è libera.
 
Nella contrazione ISOTONICA applichiamo un peso che il muscolo può vincere ( peso non massimale ), lo
stimoliamo è il muscolo accorciandosi solleva il peso e possiamo dire che durante la stimolazione inizia ad
applicare forza fino ad un certo punto dove rimane costante. La prima parte di questa contrazione è
isometrica, la fase centrale è quella isotonica vera e propria, dove la forza è costante e il muscolo si
accorcia, e ciò dipende dal carico che ho applicato al muscolo, perché il muscolo attua una forza pari al
valore del peso. L'ultima fase è caratterizzata da una perdita di forza e qui il muscolo è già tornato nella sua
forma reale e questa fase viene chiamata RILASCIAMENTO ISOMETRICO. In breve questa contrazione la
definiamo una contrazione a forza costante e lunghezza variabile.
 
RELAZIONE FORZA-VELOCITA':
Utilizzando una serie di pesi diversi e misurando le corrispondenti velocità di accorciamento si può costruire
la curva forza-velocità.
Maggiore è il carico, maggiore sarà la forza ma minore sarà l'entità dell'accorciamento.
La velocità di accorciamento diminuisce all'aumentare del carico applicato secondo una relazione iperbolica
Vo: velocità massima di accorciamento a carico zero (contrazione isotonica)
Fo: forza massimale prodotta da un muscolo (contrazione isometrica)
Forza e velocità dipende molto da come usiamo il muscolo.
 
POTENZA:
La reazione F-V esprime anche la POTENZA MECCANICA
P= ( f x s )/t= f x v
 
TIPI DI FIBRE MUSCOLARI:
I muscoli hanno una natura eterogena perché composti da fibre con proprietà distinte, tutti i nostri muscoli
hanno tutti i tipi di fibre.
-Rapide o Lente: cinetica di contrazione, velocità di accorciamento
-ossidative e Glicolitiche: attività metabolica, ossidative ovvero le fibre lente e glicolitiche le fibre rapide.
Possiamo definire le fibre anche in base alla miosina. Della miosina produciamo diverse forme, hanno la
stessa funzione, ma conferisce a queste qualcosa di diverso. Di isoforme (diversa forma) della miosina ne
troviamo 3 e sono; MHC-1; MHC-2A; MHC2X, e mhc sta a significare la parte globulare perciò si
differenziano nella parte della testa.
MHC-1 la fibra prende il nome di TIPO 1 e di conseguenza MHC-2A di tipo 2A e la MHC2X di tipo 2X.
La MHC-1 sarà una fibra di tipo lento, con poca forza e velocità ma con una grande resistenza (non
affaticabili)
La MHC-2A e la MHC2X sono di tipo veloci, la quantità di forza e velocità sarà un po' diversa l'una con
l'altra. Questi 3 tipi di fibre le chiamiamo PURE.
Esistono però le combinazioni, ovvero le fibre IBRIDE, e quali sono;
MHC-1 + MHC-2A che prenderà il nome di tipo 1-2A e
MHC-2A +MHC-2X che prende il nome di tipo 2A-2X
La combinazione tra la tipo 1 e la tipo 2x sono segno che c'è qualcosa che non va nell'organismo, come in
condizioni di invecchiamento o condizioni patologiche.
In che percentuale troviamo queste fibre? Le miste sono molto basse (10%) in condizione normale, ma se
invece mi sto allenando, queste fibre aumentano (processo plastico)
La relazione forza-velocità cambia a seconda del tipo di fibra, ma principalmente le fibre si differenziano
molto sul fattore velocità
Il tipo di isoforma(velocità) della miosina è il maggiore determinante di parametri funzionali, invece la forza
non lo è
La potenza è sempre al massimo a un 1/3 e viene espressa in modo diverso dalle diverse fibre.
Il consumo di ATP (attività atipiasica) è molto importante nelle fibre, perché è il determinante cambiamento
della velocità di accorciamento, ed è diversa tra le fibre, un esempio la la fibra di tipo 1 ha un attività
atipiasica molto bassa.
 
PROPRIETA' FUNZIONALI:
In base al tipo di fibra, cambia la relazione forza-velocità. Una fibra 2A avranno una velocità massima di
accorciamento più bassa rispetto alle fibre 2X, di conseguenza le fibre di tipo 1 hanno una velocità massima
di accorciamento più bassa rispetto alle fibre 2A.
Invece le fibre 2A e 2X non si differenziano tanto in termini di massima forza prodotta, di conseguenza la
miosina non incide, ma solo se il muscolo ha fibre più lente(tipo 1) ,se considero invece le fibre di tipo 1,
posso dire che sviluppano una forza più bassa rispetto alle altre 2.
Invece le fibre Ibride si interpongono in un livello intermedio delle fibre pure che hanno.
Le fibre sono anche diverso dal punto di vista metabolico.
Le fibre di tipo 1 sono a contrazione lenta, bassa potenza, bassa capacità di idrolizzare e consumano poca
ATP. La richiesta di ATP è soddisfatta dal metabolismo aerobico (fibre ossidative) e sono molto resistenti
alla fatica.
 
Le fibre di tipo 2A sono più rapide rispetto alle fibre 1, hanno un metabolismo sia ossidativo che glicolitico
 
Le fibre di tipo 2X sono fibre a contrazione veloce, elevata potenza, alto consumo di ATP. La loro richiesta
energetica è soddisfatta dalla defosforilazione della fosfocreatina e dal metabolismo anaerobio (fibre
glicolitiche) e sono facilmente affaticabili.
Riassumendo; la velocità di accorciamento da come le fibre idrolizzano l'ATP
Possiamo dire che le fibre 2X hanno un metabolismo GLICOLITICO, le fibre 2A utilizzano un metabolismo sia
GLICOLITICO che OSSIDATIVO e infine le fibre 1 hanno un metabolismo strettamente OSSIDATIVO
FORZA MUSCOLARE:
La forza sviluppata dipende dal numero di interazioni actina-miosina(PONTI TRASVERSALI) che si formano
nella sezione trasversa di una fibra muscolare o di un muscolo.
I determinanti della forza muscolare sono:
 
-diametro della cellula, che indica quante miofibrille, e quindi quanti sarcomeri, sono disposti in
PARALLELO; maggiore è il numero di sarcomeri e maggiore è il numero di filamenti sottili e spessi e quindi il
numero di molecole di actina e di miosina che possono interagire.
 
-lunghezza dei sarcomeri, ci sarà una lunghezza ottimale dove il sarcomero svilupperà la massima forza,
perciò quando il mio sarcomero sarà sfilato, la forza sarà pari a 0, e il massimo della forza sarà quando il
sarcomero sarà a contatto con tutti i filamenti di actina.
 
-quantità di calcio che si lega nella troponina C, La quantità di CA2 che si lega alla troponina C dipende: -
quantità di Ca2 liberata e [Ca2 *] libero nel citoplasma -affinità della troponina C per il Ca2* -tempo durante
il quale la [Ca2*] resta alta nel citoplasma prima del recupero da parte del reticolo sarcoplasmatico.
Perciò, più complessi troponinici legano Ca2*, più interazioni actina miosina si posso formare, di
conseguenza avrò una maggiore forza.
 
-frequenza di stimolazione, influenza la quantità di forza, i potenziali d'azione successivi possono attivare la
fibra muscolare prima che sia completamente rilasciata, perciò aumentando la frequenza di stimolazione si
osserva una somma delle contrazione, che via via aumenta. Esistono 2 tipi particolari di contrazione, la
TETANO NON FUSO e la TETANO FUSO dove i livelli di forza sono diversi.
 
-tipo di miosina (?), fibre muscolari di tipo diverso sviluppano quantità di forza differenti, in poche parole se
avrò la miosina tipo 1 la forza sarà minore rispetto alle fibre con miosina di tipo 2A e 2X.
 
DETERMINANTI della VELOCITA' di ACCORCIAMENTO:
 
-A LIVELLO CELLULARE dipende da:
° il carico applicato, ovvero la velocità di accorciamento diminuisce all'aumentare del carico applicato
secondo una relazione iperbolica, semplicemente è la relazione forza velocità
°velocità di scissione/idrolizzazione dell'ATP, fibre diverse (1, 2A e 2X) idrolizzano ATP in maniera diversa,
difatti le fibre lente hanno una capacità più lenta di idrolizzare l'ATP rispetto alle fibre 2X.
 
Il SNC può richiedere ai muscoli scheletrici di produrre contrazioni a diversi livelli di forza, con un grado
elevato di precisione e spesso per periodi prolungati di tempo.
I comandi motori convergono sui MOTONEURONI ALFA.
I motoneuroni alfa sono attivati secondo una sequenza caratteristica
 
UNITA' MOTORIA:
L'unità motoria è formata dal neurone(motoneurone) e da tutte le fibre muscolari controllate dal neurone
stesso. Il numero di fibre per unità motoria può variare da 3-4 e 2000.
Ciascun motoneurone, che si trova a livello del midollo spinale, si occupa di un certo numero di fibre
muscolari.
 
Si riconoscono 3 tipi di unità di motorie:
-FF (fast fatigable), sviluppano elevati livelli di forza ma dopo qualche minuto la loro capacità di produrre
forza è già terminata, perciò sono molto affaticabili. Queste fibre innerveranno le 2x.
Adatte ai movimenti di massima rapidità e forza, ma per brevi periodi e hanno un motoneurone di grandi
dimensioni
-FR (fast fatigue resistant), sviluppano elevati livelli di forza ma rispetto alle precedenti sono più resistenti,
durano fino anche a 50 min. Queste fibre innerveranno le 2A.
Motoneurone di dimensioni intermedie
-S (slow fatigue resistant) , sviluppano bassi livelli di forza, ma la loro resistenza, anche dopo un ora, rimane
invariata. Queste fibre innerveranno le 1.
Un esempio può essere il mantenimento della postura con un motoneurone di piccoli dimensioni, che
saranno i primi ad essere reclutati.
 
L'attivazione delle unità motorie avviene secondo un ordine ben preciso, ovvero: prima le S poi le FR e poi
le FF.
Vengono attivate le U.M. S che sviluppano poca forza, si accorciano lentamente, resistono alla fatica,
Poi vengono attivate via via le FR e FF che sono più forti, più veloci e meno resistenti alla fatica.
 
Il numero di fibre che formano un'unità motoria è variabile.
Minore è il numero fibre/unità, tanto più può essere controllata la forza muscolare, aumentando o
diminuendo il numero di unità attive.
 
RECLUTAMENTO STREOTIPATO: SCOPO
°regolazione fine della forza sviluppata
-le prime unità motorie attivate sono deboli
-le ultime sono le più forti
 
°ottimizzazione del consumo di energia
 
°ottimizzazione della fatica
-le unità motorie attivate prima sono le meno affaticabili
 
AUMENTO DELLA FREQUENZA DI SCARICA DELLE UNITA' MOTORIE GIA' ATTIVE:
Le unità motorie scaricano a frequenza via via più alte
 
ARCHITTETURA MUSCOLARE:
La forza può essere influenza dal modo in cui le fibre si rapportano tra loro all'interno del muscolo? SI
Se avremo muscoli PENNATI o FUSIFORME la forza sarà diversa, e sarà maggiore nel caso dei muscoli
pennati.
Muscoli Fusiforme hanno le fibre disposte in modo PARALLERO, invece la differenza con i muscoli pennati è
l'orientamento delle fibre e la loro inserzione rispetto ai tendini.
I muscoli pennati formano l'ANGOLO DI PENNAZIONE, dovuto all'inserzione tra le fibre e i tendini.
I pennati sviluppano una forza maggiore, e la forza dipende dal numero di ponti nella sezione trasversa
fisiologica di un muscolo.SE
SEZIONE TRASVERSA FISIOLOGICA= ovvero guardare l'andamento delle fibre e vuol dire anche fare una
sezione trasversa che sia perpendicolare all'andamento delle fibre.
Nei muscoli pennati la sezione fisiologica non coincide con quella anatomica, anzi quella fisiologica risulta di
maggiore dimensioni, a differenza dei muscoli fusiformi dove le 2 sezioni coincidono.
Alla fine la forza del muscolo dipende da come vengono reclutate le fibre, dalla frequenza in cui il SN attiva i
muscoli e poi anche dall'architettura muscolare.
 
PLASTICITA' MUSCOLARE:
Vuol dire quando un muscolo po' cambiare le proprie caratteristiche, come le dimensioni, i tipi di fibre che
esprime, e ciò significa che il FENOTIPO CAMBIA, in condizioni differenti;
Condizioni fisiologiche, il muscolo può cambiare nella fase dello sviluppo, da una variazione dell'attività
muscolare, e infine l'invecchiamento.
Condizioni patologiche, il muscolo può cambiare per patologie non primarie al muscolo.
Se il muscolo diventa più lento verrà classificato come FENOTIPO LENTO, il contrario sarà FENOTIPO
VEOLCE, e la prima cosa che cambia durante queste modificazioni è il contenuto in isoforme della miosina.
Perciò se una miosina lenta diventa veloce, la fibra diventa ovviamente da lenta a veloce, o viceversa.
 
I muscoli sono PLASTICI perché hanno la capacità di modificare la propria specializzazione in base alle
necessità funzionali. Di conseguenza se da fibre lente diventano veloci, o viceversa cambia anche la velocità
di accorciamento e di forza, ma cambia anche l'attività metabolica, perciò se un muscolo lento che usava
prevalentemente le fibre ossidative, diventando veloce utilizzerà prevalentemente le fibre glicolitiche.
La plasticità muscolare si può definire come una risposta del muscolo a diversi fattori attraverso
meccanismi di tipo:
-qualitativo; ovvero la modificazione della composizione in tipi di fibre
-quantitativo; la modificazione a livello di dimensioni delle fibre
 
Sequenza di cambiamento delle fibre:
1 <---> 2A <---> 2X <---> 2B (le 2B non sono presenti nell'uomo)
Se si va verso destra vuol dire che si ha un periodo di INATTIVITA', passando per forza dalla 2A, perciò in un
periodo sedentario si avrà un perdita di fibre lente e un aumento di fibre veloci.
Invece se si va verso sinistra, partendo della 2X, si ha un periodo di ALLENAMENTO.
In queste transizioni, gran parte delle proteine muscolari è codificata in diverse isoforme. Di conseguenza
se si va verso destra, le isoforme diventeranno veloci.
 
Meccanismo quantitativo:
Ovvero quando il muscolo cambia in dimensioni;
E' il risultato di 2 processi, ovvero sintesi e degradazione proteica, e se i 2 processi sono in equilibrio, di
conseguenza anche la massa muscolare è in equilibrio.
Se c'è uno squilibrio ci sono due conseguenze:
-ATROFIA, ovvero diminuzione del muscolo, dove diminuisce la sintesi a scapito della degradazione
-IPERTROFIA, qua si avrà un aumento del muscolo, dove sarà aumentata la degradazione in scapito alla
sintesi
 
RIFLESSO MIOTATICO:
Un movimento riflesso è una risposta stereotipata, ovvero dato un certo stimolo la risposta è sempre la
stessa.
C'è bisogno di un circuito con diversi elementi: -stimolo; recettore; neurone sensoriale che trasferisce
l'informazione al midollo; midollo; la via d'uscita dal midollo ovvero il neurone efferente; cellula bersaglio;
risposta.
Nel riflesso miotatico lo stimolo è dato dall'allungamento muscolare, invece la risposta è una contrazione
muscolare. Nello specifico i recettori sono i FUSI NEUROMUSCOLARI che sono delle piccole strutture che si
trovano all'interno del muscolo e sono comprese tra le 2 fibre muscolari, che durante il riflesso miotatico si
allungano.
La fibre nervosa che giunge alle fibre muscolari per farlo contrarre è il MOTONEURONE ALFA, ma la
contrazione dei fusi è garantita dal motoneurone GAMMA.
Un altro esempio di come interviene il riflesso miotatico è nel caso del riflesso del fuso muscolare, che con
l'aggiunta di un carico al muscolo determina un allungamento del muscolo e dei suoi fusi, provocando una
contrazione riflessa.
 
Esiste anche il riflesso MIOTATICO INVERSO, la differenza sta nel midollo, dove c'è l'aggiunta
dell'interneurone. Lo stimolo che innesca questo circuito è un'eccessiva produzione di forza muscolare che
avrà come risposta il rilasciamento muscolare.
Il recettore sarà diverso dal MIOTATICO, e verrà chiamato ORGANO TENDINEO DEL GOLGI, che si attaccherà
all'interneurone, che inibisce il motoneurone alfa, di conseguenza il muscolo non può contrarsi e difatti il
muscolo si rilascia.
 
 
 
 
 
MUSCOLO LISCIO:
Dove si trova?
Nelle vie aeree; sistema vascolare; sistema digerente; apparata urinario; altre sedi come l'occhio. Il muscolo
liscio è involontario.
Si può fare una distinzione in base alle fibre:
-MULTI-UNITARI; non ci sono vie di comunicazione tra una cellula e l'altra, le cellule che sono in serie si
devono contrarre coordinatamente, hanno una stimolazione da parte di molte terminazioni nervose e da
ormoni e si trovano nell'iride, vasi, sfinteri
-UNITARI; le cellule sono elettricamente accoppiate ( i PA si propagano), sono innervate, ma si contraggono
anche in assenza di innervazione, contrazioni spontanee e autoritimicità
 
Si dividono anche in base alla funzione:
-MUSCOLI LISCI TONICI; sono continuamente attivi, le cellule muscolari lisce non hanno potenziali d'azione,
ma solo potenziale di membrana variabile, si trovano nelle vie aeree, vasi sanguigni e sfinteri
-MUSCOLI LISCI FASICI; si contraggono in modo intermittente o ritmico, le cellule muscolari hanno
potenziale d'azione, si trovano nell'apparato gastrointerico e urogenitale
 
L'architettura della muscolatura liscia può essere:
-TUBOLARE,
-CIRCOLARE E LONGITUDINALE, con una contrazione che fa mescolare e far progredire il contenuto
-A SACCO, ha una disposizione complessa, si trova nella vescica, e ha lo scopo di permettere aumento di
volume senza aumento della pressione e ridurre a zero il volume interno
 
STRUTTURA:
-cellule mono-nucleate
-potenziale di membrana -40/60 mv
-mancano i tuboli a T
-caveole (aumento della superficie)
-mitocondri
 
Nel muscolo liscio la contrazione passa attraverso i sarcomeri, come nel muscolo scheletrico, però la
differenza è che la muscolatura liscia è più 'modellabile' rispetto a quella scheletrica, però è più disordinato
rispetto quello scheletrico.
 
Anche per la muscolatura liscia, il trigger per la contrazione sono gli ioni calcio, però per far partire la
contrazione, abbiamo bisogno di attivare la MIOSINA, ovvero fosforilare (attacco di un gruppo fosfato) una
parte della molecola. Viene attivata da un enzima, ovvero la MIOSINA CHINASI, quando sarà finita la
contrazione, la miosina dovrà essere disattivata, il processo si chiama defosforilazione, e l'enzima coinvolto
è il MIOSINA FOSFATASI.
 
Nella muscolatura liscia ci sono varie attività di attivazione (RIGURADARE)
 
Un'altra differenza tra la muscolatura scheletrica è la regolazione della concentrazione di calcio nel
citoplasma
SISTEMA RESPIRATORIO

CONCETTI GENERALI:
Si ha 2 tipi di respirazione, una INTERNA e l'altra ESTERNA.
E' costituito dalle strutture coinvolte nella ventilazione e nello scambio di gas, che comprendono:
-ossa e muscoli del torace che permettono la ventilazione
-il sistema di conduzione che va dall'ambiente esterno ai polmoni
-gli alveoli dove ossigeno e anidride carbonica si scambiano tra aria e sangue.
 
I polmoni sono strutture spugnose che non hanno la capacità di modìficare il proprio volume, sono adesi
alla gabbia toracica grazie alle PLEURE. Difatti il polmone è rivestito dal foglietto chiamato pleura viscerale e
la cavità toracica dalla pleura parietale. Lo spazio tra questi 2 viene chiamato SPAZIO PLEURICO, dove
all'interno c'è una pressione negativa, ed è dovuta dalle 2 forze esercitate dal polmone e dal torace, che
essendo in direzione opposte, fa si che la pressione sia più bassa.
 
CICLO RESPIRATORIO= susseguirsi di una inspirazione e di una espirazione.
Si può respirare in maniera TRANQUILLA ovvero quello che facciamo regolarmente, e in maniera FORZATA
ovvero volontariarmente.
In quella tranquilla l'inspirazione viene definita come un processo attivo perché per espandere la gabbia
toracica, aziona la contrazione dei muscoli inspiratori che sono ---> il diaframma che si muove verso il
basso; gli intercostali esterni che muovono la gabbia toracica verso l'esterno e verso l'alto.
L'espirazione tranquilla viene definita----> la gabbia toracica torna alla forma di partenza, ovvero il
diaframma si rilascia e torna su e gli intercostali si abbassano, in che modo? ----> non bisogna esercitare
nessuna forza, perché è determinato dal ritorno elastico delle strutture. Infatti l'espirazione tranquilla è
classificata come processo passivo.
 
In una inspirazione forzata, la differenza con quella tranquilla, è che si aggiungono durante il processo dei
muscoli accessori, il resto rimane uguale.
In una espirazione forzata, la differenza con quella tranquilla, è che non sarà più un processo solo passivo,
ma anche attivo.
 
CARATTERISTICHE ARIA:
E' una miscela di gas, dove ogni gas esercita una pressione. La pressione di una miscela di gas corrisponde
alla somma delle pressioni dei singoli gas (legge di Dalton), e la pressione di un singolo gas è nota come
Pressione Parziale ( Pgas ).
I gas si muovono da aree ad alta pressione verso aree a bassa pressione, ovvero secondo gradiente di
pressione.
Per far si che entra aria con l'inspirazione, dovrò creare un gradiente di pressione, cioè fare in modo che tra
l'esterno e l'interno del mio sistema, si crei una differenza di pressione.
 
Se si modifica il volume del nostro sistema, aumentandolo o diminuendolo, vale la LEGGE DI BOYLE ovvero;
il prodotto tra il volume e la pressione è costante. Di conseguenza se si aumenta il volume la pressione
diminuisce, o viceversa.
Questo è ciò che avviene quando inspiriamo e quando espiriamo.
P x V= k
 
Perciò per cambiare la pressione alveolare, deve cambiare il volume del polmone.

 
Possiamo misurare i volumi d'aria grazie allo SPIROMETRO, riuscendo a misurare 4 differenti volumi
polmonari:
-Volume Corrente: il volume d'aria che entra ed esce nel corso di un singolo atto respiratorio (a riposo) 500
ml
-Volume Riserva Inspiratoria: quantità d'aria che può essere inspirata successivamente ad una normale
inspirazione (inspirazione forzata) 2500 ml
-Volume Riserva Espiratoria: quantità d'aria che può essere inspirata successivamente ad una normale
espirazione (espirazione forzata) 1000 ml
-Volume Residuo: aria che rimane nel sistema respiratorio al termine di una espirazione forzata 1000-
1500ml, non può essere misurato direttamente
 
La CAPACITA' VITALE è l'insieme dei volume mobilizzabili, ovvero il VC, VRI, VRE, e mi indica la capacità del
sistema polmonare di un soggetto ha di spostarmi i volumi corretti. Viene differenziato dalla capacità
POLMONARE TOTALE che è la somma di tutti e 4 i volumi, che mi indica quanto il sistema polmonare è sano
di contenere la quantità d'aria che dovrebbe avere.
 
 
Elasticità del polmone ha 2 componenti:
-Parenchimale: componenti elastiche del tessuto polmonare formato da fibre di elastina ( facilmente
distensibili) e collagene ( meno distensibili)
-Alveolare: tensione superficiale (Ts), generata nell'alveolo dall'esistenza dell'interfaccia aria-liquido
 
TENSIONE SUPERFICIALE
Agendo verso l'interno, comprime il gas contenuto nell'alveolo, per cui all'interno si sviluppa una pressione
che è direttamente proporzionale alla Ts e inversamente proporzionale al raggio.
La legge di Laglace------> Pressione alveolo= 2t (tensione)/ raggio alveolo --------> P=2t/r
Il surfactante fa guadagnare stabilità al sistema alveolare, ed è una sostanza che si concentra di più negli
alveoli piccoli, per abbassare la tensione superficiale. E' una miscela. Si pone in modo regolare nelle
molecole e rompe le interazioni tra le molecole d'acqua, abbassando la tensione superficiale.
Il surfactante è prodotto dalle cellule delle pareti alveolari, che sono di 2 tipi:
-cellule di tipo 1 deputate agli scambi dei gas respiratori
-cellule di tipo 2 deputate alla produzione del surfactante
Perciò alla fine, il surfactante attua la tensione superficiale uguale tra i diversi alveoli.
 
VENTILAZIONE POLMONARE TOTALE:
E' il volume di aria che entra ed esce nell'apparato respiratorio in un minuto e si può esprimere:
VPT= frequenza ventilatoria x volume corrente
VPT= 12 resp/min x 500ml/resp= 6000ml/min
La VPT aumenta all'aumentare di frequenza e/o profondità del respiro.
 
VENTILAZIONE ALVEOLARE:
E' la quantità d'aria che entra in scambio in un minuto, ovvero l'aria che parteciperà a cedere l'ossigeno al
sangue e prendere CO2 dal sangue, ovvero gli scambi di gas
(VC -VSM) X frequenza respiratoria -----> VSM= volume spazio morto
(500ml -150ml) x 12=4200ml d'aria
Aumenta all'aumentare della profondità del respiro.
 
DIFFUSIONE DEI GAS:
La diffusione dei gas tra alveoli e sangue obbedisce alle regole della diffusione semplice:
La velocità di diffusione attraverso le membrane:
-è direttamente proporzionale al gradiente di pressione parziale, perciò si muovono SECONDO GRADIENTE
-è direttamente proporzionale all'area di scambio disponibile
-è inversamente proporzionale allo spessore della membrana

 
 
PRESSIONI PARZIALI O2 e CO2:
 
Dati importanti da sapere
O2= 100/40
CO2= 40/46
 
- Diffusone dell'ossigeno(avviene tra alveolo e capillari). Il valore di ossigeno che ho negli alveoli quando
inspiro, è di 100ml di mercurio. Nel sangue venoso ho una pressione di 40 quando ritorna negli alveoli. Ho
quindi una diffusione dell'ossigeno dall'alveolo al sangue fino a quando non si ha un pari livello. Una parte
viene mandata ai tessuti periferici, che il suo valore è uguale o minore a 40mmHg.
-Diffusione di CO2. La pressione nei tessuti ha un valore più alto (46) rispetto a quello presente nel sangue
(40). Si crea un valore pressorio che faccia si che inizi la diffusione di CO2, e venga poi ceduta agli alveoli.
Qui il sangue arterioso ha una pressione di CO2 bassa, ovvero 40. Arrivando ai tessuti dove la pressione
aumenta (46) creando cosi un gradiente pressorio. La Co2 lascia i tessuti aricchendo il sangue venoso (46) ,
e si va a comparare con pressione degli alveoli, che è pari a 40, perciò si è instaurato un altro gradiente di
pressione.
Sia per l' O2 che per la CO2 la diffusione dei gas è guidata dal loro valore di pressione parziale.
 
 
 
 
TRASPORTO OSSIGENO NEL SANGUE:
Quando l'ossigeno diffonde e va nei capillari, una piccola parte viene disciolta nel plasma, invece la maggior
parte dell'ossigeno, una volta arrivato nel sangue, va nei globuli rossi, dove viene trasportato
dall'emoglobina e si lega a essa, e forma la OSSIEMOGLOBINA, ovvero l'emoglobina che ha legato
l'ossigeno.
La piccola parte disciolta nel plasma si diffonde nei tessuti, e si somma la parte dei globuli rossi, staccandosi
l'ossigeno dall'emoglobina, diffondendosi nei tessuti.
In breve queste sono le 2 modalità di trasporto dell'ossigeno dai capillari alveolari al tessuto periferico.
 
L'affinità all'emoglobina in alcune di condizioni, cambia.
Spostando la curva verso destra, vuol dire che si perde affinità dell'emoglobina per l'ossigeno e cedo più
ossigeno ai tessuti, e questo succede quando aumentano gli ioni H+, quando aumenta la produzione di CO2
e quando aumenta la temperatura. Invece se si sposta a sinistra, aumenta l'affinità dell'emoglobina per
l'ossigeno.
 
 
 
TRASPORTO CO2 NEL SANGUE:
Qua ci sono 3 meccanismi.
Ha anche essa una parte disciolta, che è il 7%, ma la maggior parte di CO2 viene trasportata/convertita in
ioni bicarbonato che è del 70%., ed un ultima parte, circa il 23% che è legata all'emoglobina.
Si parte dai tessuti periferici, che si diffonde nei capillari secondo tutti i gradienti pressori, la prima parta si
discioglie nel plasma, tutto il resto va nel globulo rosso. Quando la CO2 entra nel globulo rosso, una parte si
lega all'emoglobina e i forma CARDAMMINOEMOGLOBINA, il restante 70% segue una reazione che si
chiama REAZIONE DI IDRATAZIONE che consiste che la co2 reagisce con l'acqua, formando l'acido carbonico
che si dissocia subito, perdendo uno dei 2 H+ (FENOMENO DI HABURGER). Rimangono dopo la
dissociazione gli ioni bicarbonato, che vengono portati fuori dal globulo rosso al plasma, e si scambiano con
il cloro.
 
CONTROLLO DELLA RESPIRAZIONE:
INFLUENZA;
-frequenza della respirazione e il volume di ciascun respiro
EFFETTORI;
-muscoli respiratori
 
I siti di controllo della respirazione:
-centri respiratori, differenti nuclei nel bulbo e ponte, che generano e modificano il ritmo respiratorio di
base.
-chermocettori centrali, superficie ventro-laterale del bulbo sono strutture che sentono se cambia la
pressione parziale dei gas nel sangue.
-chermocettori periferici, glomi aortici e carotidei. Sentono la variazione delle pressioni parziale dei gas nel
sangue, in particolare
-meccanocettori polmonari, sensibili alla distensione polmonare e alla presenza di sostanze irritanti
 
CI sono dei neuroni che si organizzano che formano 2 diversi gruppi nel bulbo, ovvero: GRD gruppo
respiratorio dorsale e GRV gruppo respiratorio ventrale.
I GRD vanno nel midollo spinale dove sono localizzati i motoneuroni inspiratori e controllano la
inspirazione.
I GRV proietta nel midollo ma con motoneuroni espiratori che innervano i muscoli espiratori.
Se viene attivato un gruppo, di conseguenza l'altro gruppo viene inibito.
Nel bulbo sono presenti anche neuroni che controllano la ritmicità del respiro, attivandosi ritmicamente e
spontaneamente.
 

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