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Umana
Fisiologia Umana
Università degli Studi G. d'Annunzio Chieti - Pescara
32 pag.
Inoltre, comprende estensioni delle cellule di Schwann che formano uno strato sottile di
rivestimento per le estremità dei terminali assonici.
Sul lato postsinaptico la zona di membrana localizzata di fronte al terminale assonico viene
modificata e va a formare una placca motrice che contiene un’alta concentrazione di
recettori nicotinici per l’ACh. La fessura sinaptica è occupata da una matrice fibrosa, le cui
fibre mantengono il terminale assonico e la placca motrice correttamente allineati.
l’ACh, legandosi ai recettori nicotinici presenti nella placca motrice, apre i canali per il Na +,
l’ingresso netto di sodio nella fibra muscolare depolarizza la fibra stessa.
11. RUOLO DI MENINGI E LIQUIDO CEREBROSPINALE NELLA PROTEZIONE DEL SISTEMA NERVOSO
Le meningi sono 3:
▪ DURA MADRE è la più spessa e contiene i vasi venosi che drenano il sangue grazie a delle
cavità chiamate seni
▪ ARACNOIDE connessa con la membrana più interna e contiene uno spazio subaracnoideo
▪ PIA MADRE più interna e sottile, essa aderisce alla superficie dell’encefalo e del midollo
spinale, contiene vasi arteriosi che irrorano l’encefalo.
Il LIQUIDO CEREBROSPINALE (LCS) è una soluzione salina secreta dai plessi corioidei ed ha la
funzione di protezione chimica e fisica e fornisce una sorta di imbottitura protettiva dagli urti
(assimilabile ad un ammortizzatore idraulico).
15. QUANTI E QUALI TIPI DI MUSCOLO SONO PRESENTI NEL NOSTRO ORGANISMO? SIMILIRATÀ E
DIFFERENZE FRA DI ESSI.
Caratteristiche Muscolo Muscolo Muscolo liscio
Scheletrico cardiaco
Tipo di cellule Polinucleate Mononucleate Mononucleate
Componenti Endomisio
connettivali Epimisio attaccato allo
Perimisio scheletro Solo Endomisio
Endomisio filamentoso del
cuore
Presenza di Si, ma le No, ma i
miofibrille costituite Si miofibrille filamenti di
da sarcomeri hanno spessore actina e miosina
irregolare sono presenti
Presenza di tubuli T Si, 2 in ciascun Si a livello delle No, ma caveole
sarcomero a livello linee Z con lungo il
delle giunzioni A e I diametro sarcolemma
maggiore
Reticolo Meno del Come nel
sarcoplasmatico (RS) muscolo cardiaco, e il RS
Si scheletrico, è a contatto con
poche cisterne il sarcolemma
terminali
Presenza di giunzioni No Si a livello dei Si nel muscolo
comunicanti dischi intercalari unitario
Cellule che No, nel muscolo
innervano giunzioni Si No unitario
neuromuscolari Si, nel muscolo
multiunitario
Fonte di Calcio per la RS RS e fluido RS e fluido
contrazione extracellulare extracellulare
22. RELAZIONE TRA EVENTI ELETTRICI ED EVENTI MECCANICI NELLA FIBRA MUSCOLARE: COSA È
UNA SCOSSA SEMPLICE E MI PARLI DELLA SOMMAZIONE DEL TETANO.
Un potenziale d’azione proveniente dal SNC depolarizza
la membrana della fibra muscolare, questo evento
elettrico permette la contrazione del muscolo stesso. La
contrazione del muscolo costituisce l’evento meccanico.
La scossa semplice (single twich, a) è la risposta del
muscolo ad un singolo impulso, si può dire che è una
misurazione della forza.
▪ A seconda del modello di contrazione, in funzione del fatto che alterni stati di rilasciamento
e di contrazione o se presenta uno stato di continua contrazione.
o Muscoli lisci fasici, sono i muscoli sottoposti a cicli di contrazione e rilasciamento
periodici. Es. Esofago si contrae solo quando il cibo lo attraversa.
o Muscoli lisci tonici, sono muscoli che sono continuamente contratti, perché devono
sempre mantenere un certo livello di tono muscolare.
▪ A seconda di come avviene la comunicazione con le cellule vicine
o Muscolo liscio unitario, muscoli in cui le cellule sono elettricamente collegate
attraverso gap junction e si contraggono come unità coordinate.
o Muscolo liscio multi – unitario, muscoli in cui le cellule non sono accoppiate
elettricamente e ciascuna cellula muscolare ha funzionamento autonomo. Per
questo ogni fibra può anche essere stimolata indipendentemente.
Nel muscolo liscio il segnale di inizio della contrazione è l’aumento del calcio citosolico, il
calcio si lega alla calmodulina, questo legame rappresenta il primo step e susseguono altri
eventi che terminano con la fosforilazione della catena leggera della miosina e questo
aumenta l’attività ATPasica e porta alla contrazione.
27. FUSI NEUROMUSCOLARI ED ORGANI DEL GOLGI: RUOLO NEI RIFLESSI MIOTATICO E DA
RILASCIAMENTO DEL MUSCOLO.
I riflessi sono innescati da uno stimolo che attiva un recettore sensoriale e possono essere
classificato secondo diversi criteri in base:
Alla sezione efferente del snc che controlla la risposta:
o Riflessi somatici, sono riflessi che coinvolgono i motoneuroni somatici e i muscoli
scheletrici
o Riflessi autonomici o viscerali, sono riflessi che presentano una risposta controllata
dai neuroni del sistema nervoso autonomi
o Riflesso monosinaptico
o Riflesso polisinaptico
I riflessi autonomici sono definiti anche viscerali perché spesso coinvolgono gli organi interni.
Alcuni di questi riflessi sono spinali e sono modulati da informazioni inibitorie o eccitatorie di
origine encefalica, altri sono integrati a livello encefalico. Questi riflessi sono tutti
polisinaptici e molti hanno attività tonica.
I riflessi motori somatici sono coinvolti in quasi tutte le nostre azioni e sono costituite da:
▪ Recettori sensoriali, propriocettori che sono localizzati all’interno dei muscoli scheletrici,
nelle capsule articolari e nei legamenti. Rilevano la posizione delle diversi parti del corpo
nello spazio.
▪ Interneuroni eccitatori e inibitori, costituiscono vie attraverso le quali il SNC integra il
segnale
▪ Motoneuroni somatici, trasportano il segnale in uscita. Quelli che innervano le fibre
contrattili vengono definiti motoneuroni alpha.
▪ Fibre extrafusali, sono gli effettori cioè le fibre contrattili del muscolo scheletrico.
• Recettori articolari: sono localizzati nelle capsule e nei legamenti di ogni articolazione e
portano l’informazione sulla posizione dei segmenti corporei.
• Fusi neuromuscolari: sono recettori sensibili allo stiramento del muscolo, cioè inviano
informazioni sulla lunghezza del muscolo e sulle sue variazioni. Presente in tutti i muscoli.
• Organi tendinei del Golgi: sono recettori che si trovano a livello della giunzione tra tendine
e fibre muscolari, disposte in serie rispetto ad esse. I riflessi tendinei del Golgi causano il
rilasciamento, cioè sono responsabili di un riflesso inverso a quello di stiramento. Le fibre
afferenti dall’organo del Golgi eccitano interneuroni inibitori nel midollo spinale. Questi
interneuroni inibiscono i motoneuroni alpha che innervano il muscolo e così la contrazione
diminuisce o termina. L’organo del Golgi previene contrazioni eccessive che potrebbero
danneggiare il muscolo.
30. STRUTTURA DELLE CELLULE CONTRATTILI CARDIACHE E GRAFICO DEL LORO POTENZIALE
D’AZIONE.
La maggior parte del muscolo cardiaco è contrattile ma solo l’1% delle cellule miocardiche è
specializzato nel generare spontaneamente potenziale d’azione. Il cuore può contrarsi senza
una connessione con altre parti del corpo perché il segnale per la contrazione è miogeno (si
origina all’interno del muscolo stesso). Lo stimolo viene da cellule miocardiche specializzate
chiamate autoritmiche, dette anche pacemaker perché regolano la frequenza del battito
cardiaco. Queste cellule non presentano sarcomeri organizzati, sono più piccole ed hanno
poche fibre contrattili. Queste cellule si connettono tra loro tramite i dischi intercalari
costituiti da 2 tipi di giunzioni: i desmosomi che legano insieme cellule adiacenti e
trasferiscono la forza da una cellula all’altra e quelle comunicanti che connettono
elettricamente le cellule adiacenti. I tubuli T sono più grandi di quelle muscolari e il reticolo
sarcoplasmatico è più piccolo rispetto a quello scheletrico e infine i mitocondri occupano
Dal nodo SA l’impulso si propaga lungo le VIE INTERNODALI e giunge con alcuni centesimi di
secondo in ritardo al nodo AV (ritardo fondamentale per consentire agli atri di spingere il
sangue nei ventricoli prima che questi si contraggono) situato vicino alla giunzione tra atrio e
ventricolo destro.
Dal nodo AV parte il FASCIO di HIS che attraversa lo scheletro cardiaco e si porta all’interno
del setto interventricolare fino all’apice. Il FASCIO di HIS si divide in 2 rami: uno di destra e
uno di sinistra. Il ramo fa contrarre direttamente i 3 muscoli papillari di destra che tengono le
corde tendinee e mantengono chiuse le valvole.
Il ramo di sinistra fa contrarre i 2 muscoli papillari del rispettivo lato e un gruppo di cellule
chiamate del PURKINJE all’apice. Queste cellule sono in tutto il ventricolo di sinistra e in
minima parte in quello di destra. Queste cellule sono altamente eccitabili e quindi fanno in
modo che il ventricolo si contragga con più forza.
Le cellule pacemaker hanno la capacità unica di generare spontaneamente potenziale d’azione
senza ricevere stimoli dal sistema nervoso, questa capacità deriva appunto dal loro potenziale di
membrana instabile. Infatti, si pensa che le cellule autoritmiche contengano canali diversi da quelli
degli altri tessuti eccitabili. Quando il potenziale della membrana cellulare è -60 mV, si aprono i
canali If che sono permeabili sia al K+ sia al Na+ Questi canali sono chiamati canali If, perché
permettono alla corrente (l) di fluire con una cinetica particolare. Questo potenziale di membrana
instabile è detto potenziale pacemaker piuttosto che potenziale di membrana a riposo, perché
esso non si trova mai a un valore costante. Quando i canali If si aprono per potenziali di membrana
negativi, il Na che entra supera il K che esce. L’ingresso netto di cariche positive depolarizza
lentamente la cellula auto-ritmica. Nel momento in cui il potenziale di membrana diventa più
positivo, i canali If, si chiudono gradualmente e alcuni canali del Ca2+ si aprono. Il conseguente
ingresso di Ca2+ continua la depolarizzazione, e il potenziale di membrana si sposta
progressivamente verso il valore soglia. Quando il potenziale di membrana raggiunge la soglia, si
aprono ulteriori canali del Ca2+. Il Ca2+ entra velocemente nella cellula, generando la fase di
depolarizzazione rapida del potenziale di azione. Quando i canali del Ca 2+ si chiudono al picco del
potenziale d'azione, i canali lenti del K+ si aprono ne consegue l'efflusso di K+ che risulta quindi
responsabile della fase di ripolarizzazione del potenziale d'azione auto-ritmico. La velocità alla
quale le cellule pacemaker si depolarizzano determina la frequenza alla quale il cuore si contrae
(frequenza cardiaca).
La pressione alla quale il tono Korotkoff è udibile per la prima volta rappresenta la pressione
più alta e corrisponde alla pressione sistolica. Il punto in cui il tono di Korotkoff scompare è la
pressione più bassa dell’arteria e corrisponde alla pressione diastolica.
43. LE 4 FASI DELLA RESPIRAZIONE ESTERNA: QUALI SONO E QUALI COMPITI SVOLGONO?
Le 4 fasi della respirazione esterna sono:
• La ventilazione. È il processo in cui si ha lo scambio di aria tra atmosfera e
polmoni, questo processo è costituito da una prima fase inspiratoria e da una
seconda fase espiratoria.
• Lo scambio gassoso polmonare. (polmone → sangue)
• Il trasporto sanguigno
• Lo scambio gassoso sanguigno. (sangue → tessuti)
47. MI PARLI DELLA SPIROMETRIA: VOLUMI E CAPACITÀ POLMONARI CHE CON ESSA POSSONO
ESSERE MISURATI.
Lo spirometro è uno strumento che misura il volume di aria spostato ad ogni atto
ventilatorio.
Quando un soggetto è connesso ad uno spirometro, gli vengono chiuse le narici così da
costituire un sistema chiuso. Quando
inspira si crea un flusso d’aria dallo
spirometro ai polmoni e la penna di
registrazione si alza; quando espira
l’aria fluisce dai polmoni allo
spirometro e la penna si abbassa.
La quantità di aria che viene mossa
durante la ventilazione può essere
divisa in quattro volumi polmonari:
• Volume corrente: 500 ml
• Volume di riserva
respiratoria: 3000 ml
• Volume di riserva
espiratoria: 1100 ml
• Volume residuo: 1200 ml
Il volume corrente (VC) è il volume di aria che si muove durante una singola inspirazione o
espirazione e il suo valore medio durante la ventilazione tranquilla è circa 500 ml. Il volume
aggiuntivo inspirato oltre al volume corrente è il volume di riserva inspiratoria (VRI) che è di
circa 3000 ml. Il volume di aria esalata forzatamente dopo la fine di un’espirazione tranquilla
è detto volume di riserva espiratoria (VRE) ed è di circa 1100 ml. Il volume di aria presente
dopo un’espirazione massimale vie detto volume residuo (VR) e non può essere misurato
direttamente dallo spirometro e pertanto viene solo stimato ed è di circa 1200 ml.