Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Potenziali graduati
Sono piccole variazioni del potenziale che si veri cano quando i canali ionici
provvisti di gate si aprono o si chiudono in risposta a stimoli speci ci. Questi
possono essere stimoli chimici, come quelli prodotti dai neurotrasmettitori che
si legano a recettori, o stimoli sensoriali, a livello dei recettori sensoriali.
Questi cambiamenti del potenziale di membrana vengono de niti "graduati"
perché la loro dimensione, o ampiezza, è direttamente proporzionale alla
forza dell'evento scatenante: uno stimolo intenso causa un potenziale
graduato ampio, uno stimolo lieve ne causa uno di ampiezza minore.
Anche la durata, così come l’ampiezza, dipende dallo stimolo.
I potenziali graduati possono essere depolarizzanti o iperpolarizzanti; la
direzione della variazione del potenziale dipende dal tipo di cellula
interessata, dallo stimolo applicato e dal canale ionico che si apre o si chiude.
I potenziali graduati si propagano per conduzione elettrotonica, cioè sfruttano
il movimento passivo delle cariche attraverso la membrana, motivo per cui si
dissipa. Perché i potenziali graduati perdono intensità muovendosi nel
citoplasma? Due fattori svolgono un ruolo:
1. dispersione di corrente, in quanto la membrana ha canali aperti che
permettono alle cariche di disperdersi nel liquido extracellulare;
2. resistenza del citoplasma, in quanto oppone resistenza al usso di
elettricità.
Per questo, la corrente è de nita decrementale, perché il usso della carica
diminuisce con l’aumento della distanza dall’origine. Tuttavia, se si veri cano
fi
fi
fl
fl
fi
fi
fi
fi
stimoli aggiuntivi prima che il potenziale graduato si sia esaurito, questi
possono sommarsi alla depolarizzazione indotta dal primo stimolo. Gli stimoli
possono sommarsi spazialmente o temporalmente: per sommazione spaziale
intendiamo la somma dell’effetto di input multipli, simultanei ma in punti
diversi della cellula, mentre per sommazione temporale intendiamo la somma
dei potenziali graduati che non arrivano simultaneamente ma in tempi
ravvicinati, così da sovrapporsi e quindi sommarsi. Grazie alla sommazione,
un potenziale graduato è in grado di innescare un potenziale d’azione. Infatti,
un singolo potenziale graduato non è in grado di raggiungere il valore di
innesco di un potenziale d’azione. Se il potenziale graduato raggiunge e/o
supera tale valore sarà un potenziale graduato sovrasoglia, in caso contrario
il potenziale è de nito sottosoglia.
I potenziali graduati, inoltre, non hanno né valore soglia né periodo refrattario;
il periodo refrattario è un periodo di tempo in cui, a seguito di un potenziale
d'azione, la membrana diventa meno eccitabile e non è più in grado di
generare altri potenziali d’azione. Una delle funzioni del periodo refrattario è
quella di impedire, ad esempio, il riverbero dei segnali nella rete nervosa
assonale, in modo tale da garantire la loro propagazione in un'unica
direzione. Sono potenziali graduati:
• potenziali post-sinaptici, a livello delle sinapsi;
• potenziali di recettore, in relazione a stimoli sici;
• potenziali di placca motrice, nel muscolo scheletrico;
• potenziali pacemaker, nel muscolo cardiaco;
• potenziali a onde lente, nella muscolatura liscia.
Potenziale d’azione
Il PdA consiste in una repentina e transitoria variazione del potenziale di
membrana che si genera nelle cellule eccitabili quando un potenziale
graduato raggiunge il valore soglia; ad esempio, nei neuroni è il segnale
elettrico che, propagandosi lungo la bra nervosa, consente la trasmissione
di messaggi elettrici su lunga distanza, mentre nelle brocellule muscolari
innesca il processo della contrazione. E’ dovuto all’apertura o chiusura di
canali-voltaggio dipendenti per il Na+ e per il K+.
L’ampiezza della variazione di potenziale rimane costante,
indipendentemente dalla distanza del segnale e dall’intensità dello stimolo
che lo ha provocato: questo concetto è de nito “legge del tutto o nulla”, cioè
se lo stimolo raggiunge o supera la soglia, il potenziale d’azione si genera e
si sviluppa in tutta la sua ampiezza, ma se lo stimolo è sottosoglia nessun
potenziale d’azione è generato. Infatti, l’intensità dello stimolo che innesca il
fi
fi
fi
fi
fi
PdA in uenza la frequenza di scarica e non la sua ampiezza: in particolare,
più intenso è il potenziale graduato che provoca il PdA, maggiore è la
frequenza di scarica. Si de nisce frequenza di scarica lo spike al secondo,
dove spike indica il numero di impulsi elettrici lungo l'assone. Maggiore è lo
stimolo, maggiore è la frequenza di scarica, maggiore è la quantità di
neurotrasmettitore rilasciato.
Una volta raggiunto il valore soglia di innesco, il PdA è autorigenerativo, cioè
la depolarizzazione continua no a quando non si ha l’inversione di polarità,
con la chiusura di determinati canali; l’inversione di polarità della membrana
si veri ca quando il PdA raggiunge il suo picco e l’interno della membrana
diventa più positivo rispetto all’esterno. Una caratteristica importante del PdA
è il periodo refrattario assoluto, cioè il periodo che segue immediatamente
l’insorgenza del potenziale d’azione, in cui il neurone o la cellula muscolare
rimane brevemente impossibilitato a generarne altri. La refrattarietà del
neurone, ad esempio, si riferisce al fatto che, una volta che un potenziale
d'azione si è avviato, un secondo potenziale d'azione non può essere
innescato per circa 1-2 ms, indipendentemente dall'intensità dello stimolo,
perché i canali Na+ voltaggio-dipendenti sono tutti aperti e, perciò, nessuno
stimolo può aprirli se prima non ritornano allo stato di riposo. Di
conseguenza, i PdA non possono sommarsi, né viaggiare all’indietro e la
frequenza con cui un neurone può generare potenziali d'azione sarà limitata.
Al periodo refrattario assoluto segue il periodo refrattario relativo, durante il
quale non tutti i cancelli dei canali per il Na+ sono ancora tornati alla
posizione di partenza e i canali per il K+ sono ancora aperti. Perciò, può
nascere un nuovo PdA, perché alcuni canali del sodio sono chiusi, ma il
potenziale graduato deve essere di maggiore entità rispetto al normale. La
soglia è innalzata perché sono ancora aperti i canali al K+ e, di conseguenza,
qualsiasi potenziale d'azione innescato durante il periodo refrattario relativo
avrà un’ampiezza inferiore al normale. La funzione del periodo refrattario è di
impedire il riverbero dei segnali che devono essere propagati in una sola
direzione, senza poter tornare indietro e limitare la frequenza di scarica di un
neurone.
La corrente è condotta senza decremento lungo tutto l’assone o bra
muscolare.
CELLULE NERVOSE
Il neurone è l'unità funzionale del sistema nervoso. Ciascun neurone è
formato da un corpo cellulare, detto pirenoforo o soma, da cui si dipartono
uno o più processi, cioè lunghe estensioni sottili, de nite dendriti, e un
prolungamento più grande de nito assone. L’assone origina dal monticolo
assonico, si sviluppa in varie terminazioni ciascuna delle quali termina, a sua
fi
fl
fi
fi
fi
fi
fi
volta, con un rigon amento a forma di bottone
detto bottone sinaptico. Nonostante le piccole
dimensioni, il corpo cellulare, con il suo nucleo,
è fondamentale per la sopravvivenza della
cellula, poiché contiene DNA; i dendriti
aumentano la capacità di un neurone di entrare
in contatto con altri neuroni e la funzione
principale di un assone è trasmettere segnali
elettrici in uscita dal centro di integrazione del
neurone.
I neuroni si possono classi care dal punto di
vista strutturale o dal punto di vista funzionale.
Strutturalmente, la classi cazione dei neuroni
si basa sul numero di processi che si dipartono
dal corpo cellulare:
1. multipolare, caratterizzato da molti dendriti e
assone rami cati;
2. pseudounipolari, hanno il corpo cellulare posto a lato di un lungo processo,
il quale deve la sua morfologia alla fusione, durante lo sviluppo, dei suoi
dendriti che diventano così una parte dell'assone stesso;
3. bipolari, hanno due processi che escono dal corpo cellulare;
4. anassonici, privi di un assone identi cabile, ma hanno numerosi dendriti
rami cati.
dove
• Rm è la resistenza di membrana;
• Rint è la resistenza intracellulare;
• Rext è la resistenza extracellulare, che può essere trascurata in quanto il
mezzo extracellulare è talmente ampio rispetto a quello intracellulare che,
in confronto, la sua sua resistenza può essere considerata nulla.
Pertanto, la costante di spazio risulterà dalla radice quadrata del rapporto di
Rm su Rint e, di conseguenza, la velocità di propagazione sarà maggiore se
la Rm è maggiore e la Rint è minore.
fl
fi
fi
fl
Come aumentare la velocità di conduzione?
1. Una possibile strategia per aumentare la velocità di conduzione è
aumentare il diametro dell'assone riducendo così Ri. Es. alcuni animali
hanno sviluppato assoni molto grandi (es: assone gigante di calamaro).
2. Evolutivamente, però, un'altra strategia ha avuto maggiore successo:
aumentare l’impermeabilità della membrana alla dispersione di cariche.
Questo, nei neuroni, è reso possibile dalla presenza di manicotti di mielina
della lunghezza di circa 1 mm, interrotti da segmenti di circa 10 μm in cui
l'assone non è mielinizzato, de niti nodi di Ranvier, che consentono la
trasmissione dei segnali elettrici lungo l’assone. La mielina è una sostanza
composta da strati multipli di membrana fospolipidica, no a 200, ed è
generata dalle cellule di Schwann nei nervi periferici e dagli oligodentrociti
del SNC; mentre questi ultimi hanno la caratteristica di formare mielina
attorno a vari assoni, le cellule di Schwann sono associate ad un unico
assone. L'assone non mielinizzato ha una bassa resistenza alla
dispersione di corrente, perché l'intera membrana assonica è a contatto
con il liquido extracellulare e ha canali ionici dai quali la corrente può
uscire. Al contrario, gli assoni mielinizzati limitano la quantità di membrana
a contatto con il uido extracellulare; perciò, nei tratti ricoperti da mielina,
la membrana assonale è elettricamente isolata, quindi incapace sia di
generare che di condurre potenziali d’azione. Gli unici tratti dove possono
avvenire scambi ionici sono i nodi di Ranvier. Il processo di conduzione è
simile a quello descritto in precedenza per l'assone non mielinizzato, se
non per il fatto che si veri ca solo a livello dei nodi. Negli assoni mielinici,
ogni nodo presenta un'alta concentrazione di canali per il Na+ voltaggio-
dipendenti, che si aprono con la depolarizzazione e lasciano entrare Na+.
Gli ioni sodio, entrando in un nodo, rinforzano la depolarizzazione e
mantengono costante l'ampiezza del potenziale d'azione mentre questo
passa da un nodo all'altro. L'andamento del potenziale d'azione che
sembra "saltare" da un nodo all'altro viene de nito conduzione saltatoria.
Cos'è che rende più rapida la conduzione negli assoni mielinizzati?
Negli assoni non mielinizzati, i canali si devono aprire in sequenza per tutta la
lunghezza della membrana assonica per mantenere I'ampiezza del
potenziale d’azione e, l’apertura dei canali, rallenta la conduzione; negli
assoni mielinizzati, solo i nodi presentano i canali per il Na+, dunque, la
conduzione non è rallentata dall'apertura dei canali. Inoltre, maggiore saraà
la distanza tra un nodo e l’altro, maggiore sarà la velocità di conduzione.
CONDUZIONE CONTINUA VS CONDUZIONE SALTATORIA
La CONDUZIONE CONTINUA implica la propagazione del potenziale
d'azione in ogni porzione della membrana per tutta la lunghezza dell'assone.
fl
fi
fi
fi
fi
La CONDUZIONE SALTATORIA invece prevede la presenza di bre assonali
mielinizzate, e, tra queste, degli spazi nudi, detti nodi di Ranvier; quest’ultimi
sono gli unici punti in cui la corrente può uire attraverso la membrana per
produrre PdA. I canali voltaggio dipendenti per sodio e potassio sono
concentrati nei nodi.
Formazione della guaina mielinica
1. Nel corso dello sviluppo di un manicotto mielinico, un assone ancora
“nudo” affonda nel citoplasma di uno dei due tipi di cellule.
2. Successivamente, la membrana della cellula comincerà ad avvolgersi a
spirale attorno all’assone, compiendo una serie di rotazioni; ad ogni
rotazione corrisponde la rimozione di parte del citoplasma.
3. Pertanto, alla ne, il rivestimento mielinico risulta costituito da un gran
numero di doppi strati fosfolipidici sovrapposti.
PATOLOGIE DIEMIELINIZZANTI
Nelle malattie demielinizzanti, la perdita di mielina può avere effetti devastanti
sulla trasmissione dei segnali; nel SNC e nel SNP, la perdita di mielina
rallenta la conduzione dei PdA. Oltre a ciò, quando gli ioni fuoriescono dalle
regioni di membrana interposte tra i nodi di Ranvier, ora non isolate, la
depolarizzazione che raggiunge un nodo può non essere sopra la soglia e la
conduzione può essere compromessa.
La sclerosi multipla è la più comune e conosciuta patologia demielinizzante.
E’ una malattia autoimmune e può danneggiare sia la mielina, sia le cellule
specializzate nella sua produzione, che le bre nervose stesse. Tale
demielinizzazione può provocare aree di perdita o lesione della mielina, che
vengono de nite placche, e possono presentarsi ovunque nel SNC, in
particolare nei nervi ottici, cervelletto e midollo spinale. La sclerosi multipla
può manifestarsi con sintomi anche molto diversi tra loro, che dipendono
dall’entità e dalla sede della lesione; tra questi riconosciamo:
• disturbi visivi, come un calo rapido e signi cativo della vista, sdoppiamento
della vista, movimenti non controllabili dell’occhio;
• disturbi della sensibilità, rilevanti e persistenti formicolii, intorpidimento
degli arti, perdita di sensibilità al tatto, dif coltà a percepire il caldo e il
freddo;
• fatica e perdita della forza, dif coltà a svolgere anche le semplici attività
quotidiane, perdita di forza muscolare.
La sclerosi multipla è una malattia cronica: al momento non esiste una cura
de nitiva, ma sono disponibili numerose terapie che modi cano il suo
andamento, rallentandone la progressione.
fi
fi
fi
fi
fi
fl
fi
fi
fi
fi
FATTORI CHIMICI CHE ALTERANO L’ATTIVITA’ ELETTRICA
Una vasta gamma di fattori chimici possono alterare la conduzione dei
potenziali d'azione legandosi ai canali per il Na+, per il K+ o per il Ca2+ della
membrana neuronale. Per esempio, alcune neurotossine si legano ai canali
per il Na+ e li bloccano; anche alcuni anestetici locali come la procaina e la
lidocaina, che bloccano la sensibilità, agiscono allo stesso modo. Anche
alterazioni nelle concentrazioni di K+ e Ca2+ nel liquido extracellulare
causano anomalie dell'attività elettrica nel sistema nervoso.
La concentrazione di K+ nel plasma e nel liquido interstiziale è uno dei
principali fattori che in uenzano il potenziale di membrana a riposo di tutte le
cellule; se la concentrazione di K+ nel plasma esce al di fuori del normale
range, si ha come conseguenza una variazione del potenziale di membrana a
riposo. Per la maggior parte delle cellule questa variazione non è importante,
ma può avere rilevanti conseguenze sull'organismo nel suo complesso, a
causa del rapporto tra potenziale a riposo ed eccitabilità del tessuto nervoso
e di quello muscolare. Un aumento della concentrazione di K+ nel plasma,
detta iperkaliemia, sposta il potenziale di membrana a riposo di un neurone
più vicino al livello soglia e fa sì che le cellule sviluppino potenziali d’azione
meno intensi; invece, nel caso di una diminuzione signi cativa della
concentrazione di K+, condizione nota come ipokaliemia, il potenziale di
membrana a riposo delle cellule si iperpolarizza, allontanandosi dal valore
soglia. Uno stimolo abbastanza intenso da innescare un potenziale d'azione
in condizioni di normale potenziale di membrana, non riuscirebbe, in questo
caso, a raggiungere il valore soglia. Questa condizione si manifesta con
astenia muscolare, cioè la perdita di forza del muscolo, perché i neuroni non
riescono a eccitarsi normalmente.
L'ipokaliemia e l'astenia muscolare che ne deriva sono una delle ragioni per
cui sono state messe a punto bibite sportive arricchite di Na+ e K+. Quando
si suda troppo, si perdono sali minerali e acqua. Se si rimedia a questa
perdita con semplice acqua, il K+ che è rimasto nel sangue si diluisce,
provocando ipokaliemia. Rimediando invece con una soluzione salina diluita,
si prevengono cali potenzialmente pericolosi del livello di K+ nel sangue.
fl
fi