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I canali ionici sono importanti nel controllo dell’eccitabilità di membrana, nella genesi del p.d.a., nella
trasmissione degli impulsi elettrici e nell’innesco della contrazione muscolare. Tuttavia, oggi sappiamo che i
canali ionici fanno molto altro e sono fondamentali in tutte le cellule del nostro organismo, anche in quelle
non eccitabili. I canali ionici non sono presenti solo sulla membrana plasmatica, ma su tutte le membrane
degli organelli cellulari, ad esempio nelle membrane del reticolo sarcoplasmatico (recettori rianodinici).
Quando un canale ionico si apre tende a portare il potenziale di membrana al valore del suo potenziale di
equilibrio.
Quasi tutti i processi di esocitosi sono calcio-dipendenti. Il calcio è un messaggero chimico. Il calcio
fuoriuscito dal RE che entra nei mitocondri spinge la bioenergetica cellulare. Nei tumori, il flusso di calcio
dal RE ai mitocondri è sottoposto a down-regulation, questo perché un sovraccumulo di calcio, sia a livello
mitocondriale che citoplasmatico, costituisce un segnale apoptotico.
Membrana plasmatica
Ruolo omeostatico: ha il compito di mantenere la composizione del citoplasma costante e diversa dalla
composizione dello spazio extracellulare. La funzione principale è quella di regolare gli scambi tra citosol e
spazio extracellulare. A livello del SNC le informazioni vengono trasmesse mediante i cosiddetti treni dei
p.d.a. (segnale elettrico generato dalla differenza di ioni a cavallo della membrana plasmatica). La
membrana plasmatica, essendo selettivamente permeabile, si avvale dei canali ionici e dei trasportatori per
regolare il flusso ionico e di molecole che non sono liberamente permeabili ad essa.
Ruolo di segnalazione: un’altra importante funzione della membrana plasmatica è il rilevamento dei segnali
extracellulari (es. ormoni, fattori di crescita, neurotrasmettitori) i quali agiscono sulle cellule inducendo una
risposta. Questa funzione è possibile grazie alla presenza di recettori di membrana. Un recettore, da un lato
ha il compito di rilevare lo stimolo chimico, dall’altro ha il compito di indurre una risposta specifica da parte
della cellula.
2. A 7 segmenti trans-membrana: ad esempio i recettori accoppiati alle proteine G, i quali sono dotati di 7
α-eliche che attraversano la membrana plasmatica. Anche in questo caso i recettori sono dotati di un
dominio recettoriale (extracellulare) che lega uno specifico agonista; il legame induce delle modifiche
conformanzianali che tramite i segmenti trans-membrana vengono trasferiti al dominio catalitico
(citosolico), responsabile dell’attivazione delle proteine G trimeriche.
Sia i recettori metabotropici che quelli dotati di attività tirosin chinasica sono costituiti da un’unica
catena polipetidica.
• Trasporto attivo, avviene contro gradiente elettrochimico, a spese di energia e si serve di pompe
ioniche o semplicemente di proteine carrier.
L’equazione che regola la diffusione facilitata è l’equazione di Fick: Fi = Pi (C1 - C2). Il flusso aumenta
all’aumentare della permeabilità della membrana ma anche all’aumentare della differenza di
concentrazione a cavallo della membrana. L’equazione di Fick è sostanzialmente l’equazione di una retta
dove la permeabilità altro non è che il coefficiente angolare della retta (pendenza).
Tanto più un soluto è lipofilo tanto più la membrana è permeabile a tale soluto.
• Trasportatori: comprendono le pompe ioniche e i carrier. Essi non creano mai un canale aperto su
entrambi i lati della membrana ma oscillano continuamente tra uno stato conformazione e l’altro: il
sito di legame per il substrato viene esposto alternativamente sul versante citosolico e sul versante
extracellulare.
Ancora una volta la fluidità della membrana plasmatica è fondamentale per consentire il passaggio dei
trasportatori da uno stato conformazionale ad un altro.
È importante notare come, dal momento che la porta di attivazione di un canale ionico è aperta, il poro
idrofilo da essi costituito è facilmente accessibile agli ioni che quindi fluiscono a grande velocità secondo il
gradiente elettrochimico. È quindi chiaro che il ciclo operativo di un trasportatore, che va incontro a
modifiche conformazionali, è più lento di quello di un canale ionico.
Nella diffusione facilitata mediata da una proteina carrier il flusso di molecole attraverso la membrana
segue il gradiente di concentrazione.
La glucosio permeasi presenta due stati conformazionali ma l’affinità del substrato (glucosio) per la
proteina è uguale per entrambi gli stati; è infatti il gradiente di concentrazione del glucosio che determina
la direzione del flusso. Dopo un pasto, il glucosio è più abbondante nello spazio extracellulare (perché viene
liberato dal torrente circolatorio) e spinto dal gradiente di concentrazione entra nelle cellule. La glucosio
permeasi allora lega il glucosio sul versante extracellulare (dove è più abbondante) e in seguito ad un
cambiamento conformazionale lo rilascia sul versante citosolico (dove è meno abbondante).
Dunque, la diffusione facilitata porta il glucosio nella cellula lungo il gradiente di concentrazione; la
diffusione si arresta all’equilibrio, quando la concentrazione interna ed esterna di glucosio sono uguali.
Trasporto attivo
Il trasporto attivo primario prevede il flusso di uno ione o di un soluto contro il proprio gradiente
elettrochimico, ed è quindi necessario fornire energia al sistema affinché sia in grado di veicolare il soluto.
Nel trasporto attivo primario l’energia deriva dall’idrolisi di ATP.
Nel caso della pompa Na/k, gli ioni Na+ vengono trasferiti dal citoplasma allo spazio extracellulare, mentre
gli ioni K+ vengono trasferiti dallo spazio extracellulare al citosol (contro gradiente di concentrazione).
Il motivo per cui le concentrazioni di ioni Na+ nel citoplasma (lo stesso vale
per gli ioni K+ nello spazio extracellulare) non si esauriscono è
riconducibile alla presenza di canali ionici definiti canali di leakage (o di
fuga). Questi canali sono sempre aperti e non sono soggetti a nessun
controllo da parte di stimoli extracellulari; il flusso di ioni è regolato
esclusivamente dal gradiente elettrochimico. Per cui, grazie a questi canali
gli ioni Na+ rientrano nel citoplasma e gli ioni K+ fuoriescono nello spazio
extracellulare.
3. Classe P: comprende la pompa Na/K, la SERCA (capta il Ca2+ e lo trasporta nel reticolo
sarcoendoplasmatico) e la PMCA (cattura il Ca2+ citosolico e lo trasporta all’esterno). È detta classe
P in quanto durante il ciclo operativo tali proteine presentano un intermedio fosforilato.
La [Na+] è più abbondante nello spazio extracellulare (LEC) rispetto al citoplasma, viceversa, la [K+] è
maggiore nel citoplasma rispetto allo spazio extracellulare.
Ione Concentrazione extracellulare (mM) Concentrazione intracellulare (mM) [ione]e/[ione]i
+
Na 145 12 12
K+ 4 155 0.026
Ca2+ 1.5 10 - 4 15 000
Cl- 123 4.2 29
Il meccanismo deputato a mantenere tale gradiente di concentrazione a cavallo della membrana plasmatica
è la pompa Na/K, che accoppia il trasferimento di 3 ioni Na+ e 2 K+.
Generalmente la pompa Na/K può consumare fino al 25% dell’ATP cellulare, nei neuroni questa
percentuale sale fino al 70%.
La pompa Na/K è una proteina costituita da 2 subunità: sub a, con un PM maggiore (113 kDa) e sub b, con
un PM inferiore (35 kDa).
La sub a è deputata al trasporto degli ioni ed è dotata di attività ATPasica; la sub b è una glicoproteina che
regola la funzionalità e organizzazione dalla sub a.
La sub a è costituta da 10 STM, le cui estremità COOH ed NH2 sono rivolte verso il citosol.
Tra il quarto ed il quinto STM è presenta una lunga ansa citosolica di collegamento che presenta: un
dominio N (sito di legame per l’ATP) e una sequenza di 4 amminoacidi (Asp-Lys-Thr-Gly), importante per
segnalare la presenza dell’Asp che viene fosforilato durante il ciclo operativo.
La regione comprese tra il secondo STM e l’ansa citosolica tra quarto e quinto STM è definita dominio
attuatore, importante affinché avvenga la modifica conformazionale che sposta i siti di legame per il Na+ e
per il K+ da un versante all’altro della membrana.
Il ciclo operativo della pompa Na/K inizia quando la sub a si trova nello stato conformazionale E1. In
questo stato conformazionale i siti di legame per il Na e per il K sono rivolti verso il citoplasma ma, a
differenza dei siti di legame per il Na, i siti di legame per il K non sono accessibili (l’affinità per il K è
bassissima). La concentrazione di Na+ nel citoplasma è bassa, tuttavia, il legame di una molecola di ATP al
dominio N della sub a aumenta l’affinità dei 3 siti di legame per il Na, per cui gli ioni Na+ possono legarsi
alla pompa sul versante citosolico. Il legame con il Na+ innesca l’attività ATPasica della pompa: viene
idrolizzata ATP, il gruppo P che ne deriva si lega al residuo di Asp e si forma l’intermedio fosforilato. Tale
intermedio possiede l’energia sufficiente per andare incontro alla modifica conformazionale che espone i
siti di legame per gli ioni dal versante citosolico a quello extracellulare. In questo stato conformazionale E2
i siti di legame sono rivolti verso l’esterno e i siti di legame per il Na perdono l’affinità per il Na+ e rilasciano
3 ioni Na+ nello spazio
extracellulare.
In seguito al distacco del Na+
aumenta l’affinità dei 2 siti di
legame per il K per il K+ stesso,
così che possono legare lo ione
anche se la concentrazione di K
nel LIC è estremamente bassa.
Legati gli ioni K, la sub a perde il
gruppo P e la proteina cambia
nuovamente conformazione
ritornando allo stato
conformazionale E1. In questo
stato i siti di legame sono rivolti
verso il citosol e i siti di legame
per il K perdono la loro affinità
per il K+ e rilasciano 2 ioni K+ nel
citosol. A questo punto il ciclo
può ricominciare.
I principali meccanismi che mantengono la [Ca2+] sono:
- SERCA è la Ca2+ ATPasi del reticolo sarco-endoplasmatico,
sequestra il Ca2+ citosolico e lo trasferisce al reticolo sarco-
endoplasmatico (dove la [Ca2+] è pari 400/600 mM).
- PMCA è la Ca2+ ATPasi della membrana plasmatica, estrude il Ca2+
citosolico verso lo spazio extracellulare.
- Scambiatore Na+/Ca2+.
SERCA è una proteina localizzata nella membrana del reticolo sarco-endoplasmatico e, come la pompa
Na/K presenta due stati conformazionali: lo stato conformazionale E1 in cui il sito di legame per il Ca è
rivolto verso il citosol e lo stato conformazionale E2 in cui il sito di legame per il Ca è rivolto verso il lume
del reticolo. L’affinità della SERCA nei confronti del calcio aumenta in seguito al legame di una molecola di
ATP allo stato conformazionale E1, cosicché la proteina è in grado di legare 2 ioni Ca2+ citosolici. Il legame
del calcio innesca l’attività ATPasica della pompa che, idrolizza ATP e con il gruppo P staccato si
autofosforila sempre in un residuo di
Asp. L’intermedio fosforilato possiede
allora l’energia necessaria per andare
incontro alla modifica conformazionale
che prevede l’esposizione dei 2 siti di
legame per il calcio dal versante
citosolico verso quello luminale.
Questo stato conformazionale E2
presenta un’affinità per il calcio molto
bassa, per cui i 2 ioni Ca2+ vengono
rilasciati nel lume del reticolo. Il
rilascio di calcio induce il distacco del
gruppo P che a sua volta consente il
ripristino dello stato conformazionale
E1, in cui i siti di legame per il Ca sono
rivolti verso il citoplasma.
Per ogni molecola di ATP idrolizzata
vengono trasportati 2 ioni Ca2+. La velocità di reazione è di circa 150 reazioni/sec.
La calmodulina (CaM) regola l’attività della PMCA. È una proteina sensore della concentrazione di Ca2+, lega
il calcio e attiva diverse vie di traduzione del segnale ma è anche in grado di modulare l’attività di canali
ionici e di trasportatori. La PMCA è costituita da un’unica catena polipeptidica con 10 STM. Questi sono
connessi da anse intra ed extracellulari. PMCA presenta estremità NH2 e COOH citosoliche e 2 siti di splicing
(20 isoforme di PMCA). I loop (anse) più importanti sono quelle che collegano il secondo e il terzo STM e il
quarto e il quinto STM (quest’ultima è la più estesa). Tale ansa presenta sia il sito di legame per l’ATP che il
residuo di Asp che viene fosforilato durante il ciclo operativo. In condizioni di riposo l’estremità COOH è
ripiegata sulle due anse citosoliche (sopra citate) e questo ripiegamento crea un ingombro storico che
previene il legame dell’ATP e la conseguente fosforilazione. Tuttavia, tale estremità presenta un dominio di
legame per la CaM (CaM binding domain). Quando aumenta la [Ca2+], il Ca2+ lega la CaM e si forma un
complesso calcio-CaM. Questo legame attiva la CaM che può quindi interagire con il sito di legame presente
sull’estremità COOH di PMCA. In seguito a questo legame l’estremità COOH si distacca dalle anse
citosoliche con le quali interagisce e consente alla proteina (PMCA) di iniziare il ciclo operativo.
Per lungo tempo si è ritenuto che i trasportatori ABC fossero espressi soprattutto nei batteri (es. in E. coli
78 geni, ovvero il 5% del genoma, codificano per queste proteine), mentre avessero un ruolo marginale
negli eucarioti.
Nei procarioti i trasportatori ABC sono specifici nei confronti del substrato che trasportano (zuccheri,
amminoacidi, peptidi, ioni inorganici, polisaccaridi) verso l’interno o verso l’esterno del citoplasma.
Nei procarioti sono generalmente formati da una singola catena polipeptidica che presenta quattro domini:
- 2 domini idrofobici, ciascuno costituito da 6 STM;
- 2 domini di legame per l’ATP a livello citosolico,
uno localizzato all’estremità COOH-terminale,
l’altro localizzato nella lunga ansa citosolica che
collega i due domini idrofobici TM.
Il meccanismo d’azione dei trasportatori ABC nei procarioti non è ancora ben chiaro.
Negli eucarioti i trasportatori ABC sono espressi nella membrana plasmatica e nella membrana del reticolo
endoplasmatico. Sono specializzati nel trasporto verso l’esterno della cellula o l’interno (RE) di: lipidi,
ormoni, polipeptidi, molecole tossiche, farmaci.
Un esempio di trasportatore in grado di espellere molecole ad azione citotossica (efficaci nel trattamento
terapeutico) è MDR (Multi Drug Resistance).
Inoltre, i trasportatori ABC possono trasportare anioni organici ed inorganici. Ad esempio, il trasportatore
CFTR è il principale responsabile del flusso di ioni Cl- attraverso la membrana plasmatica.
Ben 14 dei 48 geni che codificano per trasportatori ABC possono andare incontro a mutazioni e quindi
sottendere l’insorgenza di malattie genetiche, una tra tante la fibrosi cistica.
La fibrosi cistica è una malattia che colpisce maggiormente le vie respiratorie ma anche l’apparato
riproduttivo e quello digerente, e dipende da un ispessimento dello strato di muco che riveste le ciglia
vibratili degli epiteli. In particolare, le vie respiratorie sono ricoperte da uno strato di muco che intrappola il
pulviscolo atmosferico, virus e batteri. Grazie all’azione delle ciglia vibratili questo muco intriso di particelle
viene trasportato verso le alte vie respiratorie dove viene espulso con la tosse.
Nella fibrosi cistica lo strato di muco presente nelle vie respiratorie si ispessisce e le ciglia non sono più in
grado di veicolare il muco intriso di patogeni verso le vie respiratorie superiori. Così il muco si accumula
andando a ridurre il diametro delle stesse vie respiratorie e inducendo una risposta infiammatoria che
perdura nel tempo. L’ispessimento dello strato di muco nei pazienti affetti da fibrosi cistica non si limita alle
sole vie respiratorie ma riguarda anche il tratto digerente e le vie riproduttive. Ciò comporta problemi
respiratori, intestinali, di sterilità.
CFTR gioca un ruolo fondamentale nel mantenere la corretta viscosità del muco che ricopre gli epiteli ciliati.
CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator) è localizzato sulla membrana luminale
(apicale), affiancato da un canale ENaC (canale Na epiteliale non voltaggio dipendente), e pur avendo la
conformazione di un trasportatore opera come un canale ionico, difatti è permeabile al Cl-.
Sulla membrana basolaterale è presente un canale per il cotrasporto Na/K/2Cl e una pompa Na/K.
Il cloro entra nella cellula attraverso il cotrasporto (trasporto attivo primario) dalla membrana basolaterale,
si accumula nel citoplasma ma attraverso CFTR esce dalla membrana apicale e si riversa nel lume.
Quando CFTR funziona correttamente mantiene chiuso il canale al Na
epiteliale, ed il flusso di cariche negative (ioni Cl-), dal citosol al lume, è
accompagnato da un flusso per via paracellulare di cariche positive
dato dagli ioni Na+. Nel lume delle vie respiratorie si accumula quindi
un sale (NaCl) che determina il richiamo di H2O dal citosol al lume. La
presenza di acqua rende il muco sufficientemente fluido da poter
trasportare particolato atmosferico e agenti patogeni.
Se CFTR non funziona correttamente, non solo non è più permeabile al
Cl- ma non blocca nemmeno ENaC. Così, il Na+ passa da lume delle vie
respiratorie al citoplasma e da qui attraverso la pompa Na/K viene
riversato nel torrente circolatorio. Questo flusso di ioni Na+ è seguito
da un flusso di cariche negative dato dagli ioni Cl- per via paracellulare.
Il NaCl si sposta quindi dal lume al torrente circolatorio e per osmosi si
ha il richiamo di H2O. Così facendo il muco diventa più denso e difficile
da spostare.
Il trasporto attivo secondario consente il trasferimento contro gradiente elettrochimico di uno specifico
substrato utilizzando l’energia (potenziale) liberata dal flusso secondo gradiente di uno ione (generalmente
Na+). A differenza del trasporto attivo primario, qui le modifiche conformazionali sono indotte dalla
dissipazione del gradiente di Na attraverso la membrana plasmatica: quando lo ione Na+ si lega al suo sito
di legame, innesca una serie di modifiche conformazionali che aumentano l’affinità del cotrasportatore per
il substrato.