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LA COMUNICAZIONE CELLULARE
Nella lezione precedente abbiamo descritto la parte relativa alla segnalazione intracellulare
mediata dai recettori a sette passaggi e avevamo anche visto che tra i secondi messaggeri
prodotti in risposta all’attivazione di questi recettori, vi era l’AMP ciclico. Esso agiva
attivando la PKA, la quale a sua volta fosforilava le proteine target, trasducendo il segnale
all’interno della cellula.
Due vie di segnalazione attraverso cui il Ca2+ entra nel citosol in risposta ad
un segnale extracellulare
Infine ci sono delle proteine che sono in grado di legarsi al calcio libero, sequestrandolo e
impedendo che questo vada ad attivare qualcosa a livello di segnalazione cellulare.
Come viene liberato il calcio?
A) Prima via di segnalazione nel caso della contrazione muscolare, che prevede
l’arrivo di un impulso nervoso che va a depolarizzare la membrana plasmatica
aprendo i canali voltaggio dipendenti; l’apertura di questi canali voltaggio dipendenti,
fa entrare il calcio secondo gradiente di concentrazione. Dunque mentre prima era
abbondante all’esterno della cellula, adesso entrerà all’interno mediando la sua
segnalazione cellulare.
In entrambi i casi porteremo ad un rilascio di calcio o dal reticolo o dall’esterno della cellula.
I fosfatidilinositoli
Come avviene l’apertura di questi canali a livello del reticolo endoplasmatico?
Si legano dei ligandi di origine lipidica, i fosfatidilinositoli, che si trovano nel doppio strato
della membrana, in particolare sul versante citosolico. Sono dei lipidi particolari con il
carbonio che può essere fosforilato nelle posizioni 3-4-5.
Normalmente lo troviamo sotto forma di fosfatidilinositolo senza fosforilazioni. Arriverà una
fosfoinositide 4 chinasi, questa prenderà un fosfato dall'ATP e attraccherà un fosfato in
posizione quattro generando il “fosfatidilinositolo 4 fosfato”.
Analogamente nello step successivo un’altra chinasi prenderà un altro fosfato dall’ ATP e lo
attaccherà in posizione 5 creando il “fosfatidilinositolo 4-5 difosfato”.
Perché è importante questo? perché viene tagliato da una lipasi (proteina in grado di tagliare
i lipidi), la Fosfolipasi c, che
separa il diacilglicerolo, che
rimane attaccato al versante
citoplasmatico della membrana,
dall’inositolo. L’inositolo libero
sarà fosforilato in posizione
1-4-5.
Avremo dunque due molecole
segnale: il diacilglicerolo e
l’inositolo 1,4,5-trifosfato
chiamato anche IP3.
Il diacilglicerolo chiaramente
rimane legato alla membrana
plasmatica per la sua coda
lipidica e attiverà una proteina
chinasi c, chiamata così perché sensibile al calcio. Mentre l’IP3 si muoverà a livello citosolico
e raggiungerà proprio quei canali presenti sul reticolo endoplasmatico.
Via di segnalazione per il rilascio di calcio dal lume del RE
Abbiamo il recettore a 7 passaggi accoppiato alla proteina G, arriva la molecola segnale (in
rosso), attiva la proteina G alfa che si lega al GTP, che si dissocia dalla subunità beta-gamma ,
questa va ad attivare la fosfolipasi C (che taglia il fosfatidilinositolo 4-5 difosfato) generando:
il diacilglicerolo (in rosso) e l’IP che si muove a livello citosolico e va a raggiungere il
recettore del canale del calcio. L’IP3 si lega a questo canale del calcio e ne determina
l’apertura.
Il calcio esce dal lume del reticolo endoplasmatico e si lega a questa proteina chinasi C. Una
volta che è arrivato il calcio, sulla membrana plasmatica, la chinasi si lega e si lega anche al
diacilglicerolo; dunque entrambi questi secondi messaggeri servono ad attivare la chinasi
che andrà ad attivare una catena di altre proteine coinvolte nella funzione del segnale.
La calmodulina
Il calcio serve anche ad attivare una serie di altre proteine tra cui la
calmodulina, una delle proteine più abbondanti nelle cellule eucariotiche,
che ha una struttura particolare a manubrio con 4 siti di legame per il
calcio.
Nella zona amminoterminale si legheranno 2 ioni calcio ed è esattamente speculare alla
zona carbossiterminale, la quale anch’essa legherà 2 ioni calcio.
Processo a cascata
Nella tabella sono elencate tutte le varie molecole che attivano tutti i recettori
tirosin-chinasici.
Come funziona questo processo? Abbiamo la proteina segnale in ambiente esterno, avrà due
regioni affini a ciascun recettore che dovrà dimerizzare. Arriva la proteina segnale, si lega ad
entrambi e li avvicina; avvicinandosi i recettori avvicinano i loro domini tirosin-chinasici, i
quali sono in grado di trans-fosforilasi (ovvero ciascuno fosforila l’altro) e si attivano.
I fosfati che si legano al dominio interno del recettore serviranno a reclutare una serie di
proteine che presenteranno un dominio specifico in grado di riconoscere queste tirosine
fosforilate. Queste proteine, che si sono avvicinate, potranno comodamente attivarsi l’una
con l’altra e mediare la cascata di segnalazione a valle.
Effetto dominante negativo
Può capitare che ci siano alcune mutazioni che bloccano il dominio di fosforilazione.
Potremo avere dunque una versione normale e una con la mutazione sul dominio
tirosin-chinasico. Quando arriverà la molecola segnale, questa sarà ancora in grado di legarsi
al recettore, ma questo non sarà in grado di auto-fosforilarsi, e quindi non si avrà la
trasduzione del segnale. Questa specifica condizione, ovvero la presenza del recettore
mutato, prende il nome di effetto dominante negativo ( dominante perché il ligando si lega
ancora e fa avvicinare i due recettori, ma negativo perché non si ha una trasduzione del
segnale in funzione dell’arrivo della molecola segnale).
Come avviene il reclutamento delle proteine sulle tirosine fosforilate? Avviene perché
queste proteine presentano un dominio SH2, che sta per Src (si legge “sarc”) Homology 2
domain; conosciuto così perché è stato trovato per la prima volta sulla proteina Src.
In realtà è presente su un grande numero di proteine che agiscono a valle dei recettori
tirosin-chinasici. Avremo la molecola segnale che arriva e fa avvicinare i due recettori;
abbiamo la trans-fosforilazione, l’esposizione delle tirosine fosforilate e le proteine che con il
dominio SH2 si legano a fosfati differenti.
I domini SH2 possono inserirsi in qualsiasi posizione perché sono a sé stanti e non
deformano la struttura. Possono trovarsi vicini sulla stessa proteina, sulla zona N-terminale o
su quella C-terminale.
In base a cosa la proteina sceglie una tirosina al posto di un’altra? Il dominio SH2 oltre a
riconoscere la tirosina fosforilata riconosce la sequenza di amminoacidi.
La fosfolipasi C
La fosfolipasi C gamma avrà un dominio SH2 che si associerà alla tirosina fosforilata,
dopodiché attraverso una molecola di ATP si potrà attivare e potrà andare a tagliare il
fosfatidilinositolo in: diacilglicerolo e IP3.
Proteine con funzioni analoghe possono attivarsi a valle sia da recettori protein-chinasici sia
a valle di recettori accoppiati a proteine G.
Avremo dunque in questo esempio una fosfolipasi C di tipo beta accoppiato a valle con una
proteina G e una fosfolipasi C di tipo gamma che sarà attivata da un recettore
protein-chinasico.
L’effetto è lo stesso, però in questo modo la cellula sarà in grado di utilizzare uno stesso
meccanismo per generare un secondo messaggero (in questo caso il calcio) a valle di
segnalazioni cellulari differenti.
La via delle proteine chinasi attivate dal mitogeno (MAPK)
Adesso andiamo a vedere alcune delle vie attivate a valle dei recettori tirosin chinasici. La
prima è la via delle MAP chinasi (MAPK) che sono delle proteine chinasi attivate da stimoli
mitogenici, cioè da molecole extracellulari, come fattori di crescita, che inducono
sopravvivenza, proliferazione e crescita della cellula. La molecola principale che trasduce a
valle dei recettori tirosin chinasici una segnalazione mitogenica, è la proteina Ras.
La proteina Ras è una GTPasi, quindi avremo la Ras inattiva GDP e la Ras attiva GTP.
Abbiamo il nostro solito recettore tirosin chinasico (RTK) attivato dalla molecola segnale, che
sarà tipicamente un fattore di crescita. Abbiamo le nostre fosforilazioni sulla tirosina e
reclutiamo una proteina adattatrice chiamata Grb2, che riconosce con un dominio SH2 una
fosforilazione della tirosina. La proteina adattatrice a sua volta recluta una GEF di Ras, cioè
una proteina che fa rilasciare a Ras il GDP e legare il GTP. Ras lo troviamo ancorato con la
regione rosa sulla membrana plasmatica. Quindi la Ras-GEF fa staccare il GDP e attaccare il
GTP. A questo punto Ras sarà attiva, sempre legata alla membrana plasmatica e trasdurrà
avanti il segnale.
La Ras-GEF si chiama Sos (che sta per “son of sevenless”. Scoperta in Drosophila dove agiva a
valle di un recettore chiamato sevenless. Per questo venne chiamata son of sevenless, fino a
quando hanno scoperto la stessa proteina nell’uomo e nei vertebrati, ma è comunque
rimasta con lo stesso nome).
Quindi quello che
succede è che avremo
questa proteina
adattatrice Grb2 che
recluta il complesso
Sos a valle di un
recettore tirosin
chinasico grazie al suo
dominio SH2 che
riconosce la tirosina
fosforilata. A sua volta
Grb avrà due domini
SH3, i quali
differiscono dai domini SH2, poichè gli SH2 riconoscono la tirosina fosforilata, mentre gli SH3
riconoscono delle sequenze di proline, quindi mediano delle interazioni proteina-proteina e
non c'entrano con la fosforilazione. Quindi Grb2 recluta Sos con cui forma queste interazioni
proteina-proteina, mediata dai domini di SH3. Sos attiva Ras, il quale scambia il GTP con il
GDP, che a sua volta trasduce il segnale reclutando la proteina Raf. Questa cascata è una
delle vie di segnalazione più importanti proprio per mediare la proliferazione cellulare.
RASopatie
Quali saranno le cellule che avranno un interesse ad iperattivare questa via di segnalazione?
Saranno delle cellule tumorali, per cui quasi il 30% di tutti i tumori di diverso genere avrà
delle mutazioni su Ras che lo rendono attivo, cioè non più in grado di idrolizzare il GTP.
Quindi indipendentemente dalla presenza dello stimolo mitogenico esterno, queste cellule
saranno in grado di sostenere una proliferazione attiva.
Inoltre se queste mutazioni a carico di Ras o delle proteine a valle di Ras della via di
segnalazione, colpiscono delle cellule germinali, avremo delle RASopatie, delle patologie
legate a mutazioni di Ras.Le due più note sono la Sindrome di Noonan (SN) e la Sindrome
Cardio-facio-cutanea (CFC). Questo nome è dovuto al fatto che i fenotipi che si osservano in
questi pazienti sono proprio a carico ad esempio del volto, per cui abbiamo dei dismorfismi
facciali (forme alterate del volto), abbiamo cardiopatie congenite, cardiopatie ipertrofiche
(ispessimento dello strato interno dei ventricoli). Inoltre tutti questi pazienti sono soggetti
ad una serie di tumori molto rari, come ad esempio la leucemia linfoblastica acuta nei
bambini. Questo perché la via di segnalazione è estremamente importante per controllare
proprio la proliferazione, la sopravvivenza e l’attività cellulare.
La via della fosforilazione della MAP- chinasi serina/treonina attivata da Ras
A valle della segnalazione attivata da
Ras troviamo le MAP chinasi, che
sono delle proteine che vengono
fosforilate non solo sulle treonine, ma
anche sulle serine e in seguito a
fosforilazione attivano la proteina
successiva.
Quindi abbiamo Ras GTP attiva che va
ad attivare Raf (chiamata anche MAP
chinasi chinasi chinasi), la quale
idrolizza l'ATP; poi va a fosforilare Mek
(chiamata anche MAP chinasi chinasi)
e infine fosforila Erk (chiamata MAP
chinasi). Questi sono i tre passaggi
essenziali nella via di attivazione di
Ras. Dopodichè Erk che è una proteina
chinasi, è in grado o di fosforilare le
proteine citosoliche di cui ne cambia l’attività, oppure può entrare nel nucleo e fosforilare
dei fattori di trascrizione alterando così l’espressione genica. Quindi avremo sia risposte
rapide dovute alla modificazione di alcune proteine nel citosol, sia risposte un po’ più lente
date da un’alterazione dell’espressione genica.
Questo non esiste nel nostro caso, perché le MAP chinasi sono citosoliche o libere e quindi
possono attivare una cascata senza essere legate a proteine impalcature. Ci saranno quindi
delle MAP chinasi che rispondono, come già detto, a stimoli di fattori di crescita e sono
quelle già viste (Ras, Raf, Mek, Erk) che danno come risposta proliferazione, differenziazione,
sopravvivenza cellulare.
Poi avremo delle altre MAP chinasi differenti che agiranno su una via attivata da citochine o
da stress proveniente dall’ambiente extracellulare. Queste coinvolgeranno altre proteine,
analoghe a queste MAP chinasi e a loro volta medieranno una risposta differente correlata
allo stimolo, quindi se lo stimolo era la citochina, la risposta sarà una diminuzione o un
aumento dell’infiammazione; se lo stimolo era uno stress per la cellula, quella cellula
potrebbe essere mandata in apoptosi e quindi la risposta potrebbe essere la morte cellulare.
A seconda di quello che è lo stimolo avremo una cascata MAP chinasi corrispondente.
La via di PI3K/Akt
Adesso vediamo un’altra via diversa da quella delle MAP chinasi: la via delle PI3 chinasi
(PI3K), che agiscono a valle dei recettori tirosin chinasici. Le PI3 chinasi sono delle lipide
chinasi, cioè non fosforilano le proteine come tutte le altre che abbiamo visto, ma
fosforilano i lipidi. In particolar modo fosforilano i fosfatidilinositoli presenti in membrana. Si
chiamano 3-chinasi poiché fosforilano la posizione 3 dell’anello dell’inositolo. Quindi
genereranno 3 tipi di fosfatidilinositolo: PI 3-fosfato, PI (3,4)-bisfosfato, PI (3,4,5)-trisfosfato .
Ciascuno di questi medierà una segnalazione differente a valle, all’interno della cellula.
Quello più studiato è il PI (3,4,5)-trisfosfato, che è quello che vedremo di seguito, perché
anche questo è connesso alla sopravvivenza e alla crescita della cellula.
Come nel caso delle chinasi proteiche che fosforilano le proteine, anche in questo caso ci
saranno degli antagonisti delle chinasi che saranno delle fosfatasi, che rimuoveranno il
fosfato attaccato all’inositolo. Questa fosfatasi in particolar modo viene chiamata PTEN, una
delle fosfatasi più mutate nel cancro, perchè avere una mutazione sulla fosfatasi permette di
avere una segnalazione mediata dal PI (3,4,5)-trisfosfato attiva e quindi mediare una
costante proliferazione cellulare.
In sostanza il risultato finale di questa catena è che noi abbiamo una proteina che impedisce
a quella cellula di andare in apoptosi e quindi ne media la sopravvivenza e la proliferazione.
Questa è una delle tante vie di segnalazione che possiamo avere, perché se guardiamo nel
complesso la segnalazione che possiamo avere a valle di recettori accoppiati a proteina G e
recettori tirosin chinasici, si vede che possono attivare tantissime proteine differenti, su
cascate di segnalatori differenti, i quali alla fine convergono nel mediare una segnalazione
comune. Quindi esistono dei sistemi per rafforzare la segnalazione e ottenere un effetto
comune da più segnalazioni differenti.
potremmo avere l’interferone γ che attiverà la JAK1 e la JAK2, che attiveranno la STAT1, che
~s
Finora abbiamo visto tutte proteine tirosin chinasi, ma ovviamente ci saranno anche delle
tirosin fosfatasi, cioè quelle che fanno l'opposto e riescono a rimuovere la fosforilazione. Tra
quelle più note abbiamo le SHP-1 e SHP2 che sono delle tirosin fosfatasi che agiscono ad
esempio sulle JAK. Quindi vanno a togliere la fosforilazione su JAK1 spegnendo tutta la via di
segnalazione a valle. Ovviamente non sono specifiche solo per la via di JAK, ma possono
agire anche sulle altre vie mediate da recettori tirosin chinasici visti in precedenza (sono
segnali di spegnimento della via).
La via di segnalazione Smad-dipendente attivata da TGF-β
Infine abbiamo ancora un’ultima tipologia di via di segnalazione che è quella caratterizzata
da fattori trasformanti di crescita beta, TGF-β. Si tratta di piccole molecole dimeriche, cioè
esistono associate a due a due e sono in grado di mediare tutta una serie di effetti correlati
allo sviluppo, quindi proliferazione cellulare, differenziamento cellulare, apoptosi e
mantenimento dell’omeostasi cellulare. Queste TGF-β agiscono sul TGF-β receptor e a
differenza degli altri recettori che erano tirosin chinasici, questi sono serin/treonin specifici,
quindi le fosforilazioni sono sulla serina e sulla treonina, non sulla tirosina. Quello che
succederà è che avremo la nostra proteina TGF-β dimerica (in rosso) che si legherà a un
recettore TGF-β di tipo II, con un dominio serin/treonin chinasico (e non tirosin chinasico).
Questi dimerizzano con un recettore differente di tipo I e quello che viene fosforilato è
questo recettore di tipo I. Questa fosforilazione, attiva delle proteine a valle chiamate Smad2
e Smad3, che sono proteine citosoliche piegate su loro stesse in forma inattiva. Quando
abbiamo la fosforilazione sul recettore TGF-β di tipo I, vengono attivate e fosforilate a loro
volta, aprendosi nella versione finale. Questa versione è in grado di attivare altre proteine
Smad (ad esempio la Smad4), formando dei dimeri, in maniera simile a quella vista per
STAT1 e STAT2 che emigravano come dimeri nel nucleo. Queste Smad fanno la stessa cosa,
cioè come dimeri si muovono dal citosol al nucleo e vanno ad alterare l’espressione genica
associandosi ad altre proteine. Queste sono vie specifiche di riparazione del danno e sono
mediate dalle TGF-β e dalle proteine BMP, che agiscono sugli stessi recettori.