Sei sulla pagina 1di 14

1 Canali ionici voltaggio-dipendenti

I canali ionici voltaggio-dipendenti sono una particolare tipologia di canale ionico che viene aperto
nel momento di una variazione del potenziale di membrana (depolarizzazione di membrana).
Esistono tre tipologie di canali ionici voltaggio dipendenti:
1. Canali per il Na+
2. Canali per il Ca2+
3. Canali per il K+
Canali per il Na+

I canali ionici voltaggio-dipendenti per il Na+ sono una particolare tipologia di canale che conduce
gli ioni Na+ attraverso la membrana cellulare in seguito ad una variazione del potenziale di
membrana. I canali del sodio sono costituiti da una grossa sub-unità α che si associa ad altre
proteine, come le sub-unità β. La sub-unità-α ha quattro domini ripetuti, etichettati I, II, III, IV, e
ognuno contiene sei regioni trans-membrana, etichettate da S1 a S6. La regione S4 agisce come
sensore di tensione elettrica del canale. Quando viene stimolata da un cambiamento
nella tensione elettrica trans-membrana, questa regione ruota su se stessa indyhu777ucendo un
cambio conformazionale che porta all’attivazione della cosiddetta “regione P” (compresa tra S5 e
S6), che sprofonda nel canale permettendone l’apertura. Tutto questo accade perché il poro del
canale voltaggio dipendente per il sodio non è preformato. L'ingresso del canale sodio contiene un
filtro selettivo formato da un insieme di residui amminoacidici con carica negativa, capaci di
attirare i cationi Na+ e tenere fuori gli anioni.
Si pensa che i canali nello stato disattivato siano bloccati nel loro lato intracellulare da una "porta
di attivazione", che viene rimossa in risposta allo stimolo che apre il canale. Si pensa che la
capacità di inattivare sia dovuta ad una "porta di inattivazione", che blocca l'interno del canale in
seguito all’entrata di eccessive quantità di sodio. In condizioni di riposo la membrana presenta un
potenziale di -70 millivolt; nel momento in cui il sodio entra nella cellula, questo potenziale sale
fino a +30 millivolt, portando ad una inattivazione del canale. Per ripristinare il potenziale
originario verranno attivati i canali per il potassio.

Canali per il Ca2+


I canali ionici voltaggio-dipendenti per il Ca2+ sono una particolare tipologia di canale che conduce
gli ioni Ca2+ attraverso la membrana cellulare in seguito ad una variazione del potenziale di
membrana. Essi sono strutturalmente identici ai canali ionici voltaggio dipendenti per il Na+.
Questi canali sono coinvolti nel processo di contrazione muscolare, di esocitosi di ormoni e altri
mediatori. Esistono due famiglie principali di canali:
1. Canali a bassa soglia (T/Transient), che necessitano di piccole variazioni di voltaggio per
l’apertura e si aprono più rapidamente dei canali ad alta soglia. Ritroviamo questa tipologia
di canali a livello dei neuroni, delle cellule con attività di pacemaker cardiaco, a livello degli
osteociti.
2. Canali ad alta soglia (L, N, P/Q, R), che necessitano di grandi variazioni di voltaggio per
l’apertura e favoriscono il passaggio di elevate quantità di calcio

1. I canali L (Long Lasting/Lunga durata) sono distribuiti in vari distretti del nostro
organismo. Ritroviamo questa tipologia di canali a livello del muscolo scheletrico, del
muscolo liscio, dei cardiomiociti, dei dendriti;
Gli LTCC sono un particolare tipo di canali L, che si trova a livello delle cellule
muscolari

Una volta che il calcio è entrato nella cellula per mezzo di questi canali, viene subito
racchiuso all’interno del reticolo sarcoplasmatico, grazie ad un canale per il calcio
sensibile alla rianoidina, che ne permette anche la fuoriuscita, oppure grazie ad un
canale SERCA. Il fosfolambano è una proteina la quale, una volta fosforilata da
specifiche chinasi, disinibisce SERCA, aumentando la ricaptazione di calcio nel reticolo
sarcoplasmatico (nell’ambito cardiaco si parla di effetto lusitropo, che accelera il
rilasciamento miocardico). Uno scambiatore sodio-calcio permette di riequilibrare le
quantità di calcio e di sodio tra l’interno e l’esterno della cellula muscolare;
2. I canali P/Q (Purkinje) li ritroviamo a livello dei neuroni del Purkinje del cervelletto;
3. I canali N (Neural) li ritroviamo sempre a livello del sistema nervoso;
4. I canali R (Residual) li ritroviamo a livello del cervelletto e di altri neuroni;

Canali per il K+
I canali ionici voltaggio-dipendenti per il K+ sono una particolare tipologia di canale che conduce gli
ioni K+ attraverso la membrana cellulare in seguito ad una variazione del potenziale di membrana.
Questi canali hanno una struttura tetramerica in cui quattro subunità proteiche identiche si
associano per formare un complesso disposto attorno a un poro ionico centrale. Essi sono distinti
principalmente in due famiglie:
1. 6 TM, le cui subunità sono formate da un filamento proteico che attraversa 6 volte la
membrana

2. 2 TM, le cui subunità sono formate da un filamento proteico che attraversa 2 volte la
membrana

In entrambi i casi il segmento 5H ha il compito di formare il poro, che quindi non è preformato. Il
segmento 4 ha il compito di percepire variazioni di voltaggio, inducendo l’apertura di un cancello
proteico interno. Questi canali sono coinvolti nel processo di ripolarizzazione della membrana,
favorendo la fuoriuscita del potassio. I canali voltaggio-dipendenti per il potassio si distinguono in
tre ulteriori categorie:
1. KDR (delayed rectifier), che si aprono durante la fase di depolarizzazione (canali a 6 TM);
2. KIR (inward rectifier), che si aprono durante la fase di iperpolarizzazione (canali a 2 TM);
3. KA (transient rectifier), che si aprono durante la fase di depolarizzazione, ma con
cinetiche più rapide dei KDR.

2 Recettori ionotropi o accoppiati a canale ionico


I recettori ionotropi sono dei recettori (siti proteici che riconoscono e legano molecole specifiche
dette ligandi, con conseguente innesco di una serie di eventi che alterano l’attività di una
particolare cellula) le cui subunità costitutive racchiudono un poro attraverso il quale avviene il
flusso di ioni. I canali, in assenza di legame, sono presenti in una conformazione strutturale che
ostruisce il poro, impedendo il flusso di ioni. Avvenuto il legame con il ligando, il recettore cambia
la conformazione strutturale, aprendosi e permettendo agli ioni di attraversare la membrana.
Ogni recettore ionotropo è associato ad un particolare ligando e possono avere una funzione
eccitatoria (flusso di ioni Na+ o Ca2+) o inibitoria (flusso di ioni Cl-):

- Recettore colinergico nicotinico, formato da 5 subunità con il sito di legame per


l’acetilcolina posto a livello dell’estremità ammino-terminale della subunità α. Esso si
divide in:
1. Nicotinico muscolare, formato dalle subunità α1, α2, β, γ, δ

Per l’attivazione sono necessarie due molecole di acetilcolina.


2. Nicotinico neuronale, formato da cinque subunità α7.

Per l’attivazione sono necessarie cinque molecole di acetilcolina.


- Recettore per il glutammato, formato da 4 subunità, ciascuna in grado di combinarsi con il
ligando, motivo per il quale servono quattro molecole di glutammato per attivare un
recettore di questo tipo.

Esistono tre famiglie di recettori per il glutammato:


1. AMPA (favoriscono il passaggio di ioni Na+ rispetto agli ioni Ca2+)

Presenta solo siti di legame per il glutammato.

2. NMDA (favoriscono il passaggio di ioni Ca2+ rispetto agli ioni Na+)

I recettori NMDA presentano altri siti di legame, oltre a quello per il glutammato, in
particolare il legame con la glicina favorisce l’attività del recettore, mentre il legame
con magnesio, zinco, PCP (sostanza allucinogena), ketamina e metadone inibiscono
l’attività.

3. Kainato (favoriscono il passaggio di ioni Na+ rispetto agli ioni Ca2+)


Presenta solo recettori per il glutammato

- Recettore per la serotonina (Ormone del buon umore, regola ciclo sonno-veglia, empatia,
legami emotivi, senso di sazietà, motilità intestinale, pressione sanguigna, temperatura
corporea, respiro). Il recettore 5-HT3 è l’unico recettore ionotropo per la serotonina, tutti
gli altri sono di tipo metabotropico.

- Recettore per ATP e purine. Mentre il recettore P2X è di tipo ionotropo, il recettore P2Y e
di tipo metabotropico.

- Recettore GABAA. Mentre questo recettore è di tipo ionotropo, il GABAB è di tipo


metabotropico.
- Recettore per la glicina, formato da 5 subunità. Mediante una proteina che prende il nome
di gefirina, il recettore per la glicina è in grado di ancorarsi ai microtubuli del citoscheletro.

3 Recettori metabotropici accoppiati a proteina G

I recettori metabotropici sono dei recettori i quali, una volta legato il ligando, portano
all’avvio di una serie di reazioni a cascata intracellulari mediate da un secondo
messaggero ed alla base della trasduzione del segnale. Questi recettori sono formati da un
unico filamento proteico che attraversa sette volte la membrana. La porzione intra-
cellulare è caratterizzata da un filamento proteico a livello del quale avverrà l’ancoraggio
della proteina G. La proteina G è un trimero formato dalle subunità α, β, γ. Viene detta G
perché lega GTP o GDP a seconda dello stato in cui si trova. In condizioni di riposo le
subunità sono legate tra di loro e al recettore e la subunità α è legata al GDP. Nel
momento in cui il ligando si lega al recettore, la proteina perde affinità per il GDP che viene
rimosso, acquisita affinità per il GTP che viene legato, e la subunità α si stacca dalla βγ,
andando agire a livello di una proteina effettrice generando un secondo messaggero che
andrà ad amplificare il processo di trasduzione del segnale. La subunità βγ intanto andrà
ad agire a livello dei canali ionici e della fosfolipasi C, andando a modulare l’attività della
subunità α.

Distinguiamo quattro tipologie di proteina G, distinte in base all’attività della subunità α:


1. GS (subunità α stimolatoria): attivazione dell’adenilato-ciclasi;
2. Gi/o (subunità α inibitoria): inibizione dell’adenilato-ciclasi;
3. Gq (subunità α quiescente): attivazione della fosfolipasi C;
4. G12 (subunità α12): regolazione contrazione muscolatura liscia, attivazione Rho GEF.
1. GS

La subunità α attiva l’enzima adenilato-ciclasi, che forma AMP ciclico a partire da ATP, un
secondo messaggero che va ad attivare una protein chinasi A, la quale va a fosforilare proteine
bersaglio, inducendo altri tipi di risposte associate all’attività cellulare, in particolare va a
fosforilare CREB, una proteina che andrà a legare particolari sequenze a livello del DNA,
inducendo la trascrizione e poi traduzioni di proteine che servono in quel momento per
svolgere una determinata funzione cellulare.
Il legame di una sola molecola di messaggero porterà alla fosforilazione di milioni di proteine,
attraverso un processo di amplificazione del segnale.

3. Gq

La subunità α va ad agire a livello dalla fosfolipasi C, che avrà come bersaglio il PIP2 (fosfatidil-
inositolo), che si dissocerà in DAG (diacilglicerolo) e IP3 (inositolo trifosfato). Il primo resterà
ancorato alla membrana, il secondo andrà a favorire l’apertura di canali per il calcio a livello del
reticolo sarcoplasmatico, favorendo la fuoriuscita di ioni Ca2+ i quali andranno ad attivare la
protein chinasi C, che fosforilerà altri bersagli.

I recettori colinergici muscarinici sono dei recettori metabotropici che hanno come ligando
l’acetilcolina e si distinguono in base alla tipologia di proteina G che viene attivata.

I recettori adrenergici sono dei recettori metabotropici che hanno come ligando adrenalina e
noradrenalina e si distinguono in base alla tipologia di proteina G che viene attivata, in base
all’affinità per le catecolamine e in base alla loro posizione.
4. Recettori metabotropici ad attività tirosin-chinasica

I recettori ad attività tirosin-chinasica sono dei recettori che posseggono delle tirosine nel
dominio intra-cellulare. Quando un ligando lega il recettore, questo dimerizza e si ha un’auto
fosforilazione dei residui di tirosina della porzione carbossi-terminale, che innesca un più ampio
processo di trasduzione del segnale.

I mediatori che legano recettori legati ad attività tirosin-chinasica sono tutti i fattori di crescita,
come l’insulina, che stimola la fusione con la membrana, delle vescicole contenenti il
trasportatore GLUT4 per il glucosio.
L’attivazione di un recettore ad attività tirosin-chinasica può portare a tre vie che hanno come
obbiettivo quello della proliferazione cellulare (eccessiva proliferazione cellulare può portare a
varie forme di tumore:
- Via della PI3 chinasi (Fosfoinositide 3-chinasi);
- Via della chinasi MAP (tirosin-chinasi ⇾GRB2 e SOS ⇾Ras ⇾Raf ⇾MAPK);
- Via dell’IP3 (Inositolo trifosfato).

Per evitare un’eccessiva proliferazione cellulare il meccanismo dei recettori ad attività tirosin-
chinasica viene spento dall’attività delle fosfatasi, enzimi che hanno la capacità di defosfosforilare i
residui di tirosina.

5. Recettori ad attività guanilato-ciclasica


I recettori enzimatici ad attività guanilato-ciclasica sono recettori ad attività enzimatica con
struttura semplice, formata da un’unica catena che attraversa la membrana una sola volta, con un
dominio extracellulare che si lega ai ligandi e un dominio intracellulare ad attività guanilato-
ciclasica, cioè che attiva la guanilato-ciclasi con la formazione del secondo messaggero GMP-
ciclico (cGMP), a partire da GTP. Come i recettori ad attività tirosin-chinasica intrinseca, anche
questi recettori dimerizzano in seguito al legame col ligando; si riconoscono dei ligandi selettivi
come l’ossido d’azoto (NO). Quando l’NO si lega al recettore, viene attivato l’effettore guanilato-
ciclasi. Ciò determina la produzione del secondo messaggero cGMP che attiva una protein-chinasi
cGMP-dipendente (PKG), la quale va a fosforilare la chinasi della catena leggera della miosina
(MLCK), bloccandola e inducendo vasodilatazione.

Potrebbero piacerti anche