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FISIOLOGIA 1° LEZIONE

La fisiologia umana studia le funzioni dei vari organi, dei sistemi che costituiscono il corpo e dei meccanismi
che ne sono alla base.

Per comprendere il funzionamento degli organi è necessario partire dal funzionamento delle cellule. Una
struttura che ha una funziona attiva nelle cellule è la membrana, che è costituita da:

- Fosfolipidi: molecole particolari che possiedono una testa idrofila (solubile in acqua) e una coda
idrofoba (solubile nei lipidi ma non in acqua).
Questa caratteristica dei fosfolipidi fa sì che, se immersi in un liquido, questi tendono a disporsi
autonomamente in un doppio strato, che vede le code idrofobe interfacciarsi le une verso le altre, e
le teste idrofile volgersi verso il liquido (doppio strato di fosfolipidi).
- Proteine: sono fondamentali per il funzionamento delle membrane cellulari: se esposte verso
l'esterno si comportano da antigeni e da recettori (proteine periferiche come glicoproteine,
enzimi); le proteine integrali possono essere motivo di traduzione di un segnale, che dall'esterno
viene portato all'interno della cellula (si comportano da canali).

La membrana cellulare consente la realizzazione di compartimenti separati gli uni dagli altri, tanto che la
composizione del liquido intracellulare è decisamente differente rispetto alla composizione del liquido
extracellulare. (Es. il sodio è più concentrato all'esterno, il potassio all'interno). Molto importante è
l'osmolarità, che si presenta uguale sia nel liquido intracellulare che in quello extracellulare (300 mOsm/l).

Nonostante ci siano questi compartimenti separati, è possibile il trasporto transmembranario senza


attraversare la membrana, grazie ai processi di endocitosi.

Esso è un meccanismo di trasporto che coinvolge le molecole più grandi, in cui la membrana cellulare si
invagina su se stessa in modo da consentire la formazione di un endosoma e quindi l'ingresso di
macromolecole all'interno della cellula. Nell'endocitosi distinguiamo:

- Fagocitosi: coinvolge non solo macromolecole ma anche microrganismi, visibili soltanto al


microscopio (es. batteri). Si tratta di macrofagi, cioè cellule coinvolte nella difesa del nostro
organismo.
- Pinocitosi: coinvolge macromolecole non visibili al microscopio.

Processo opposto è l'esocitosi: è possibile che una vescicola formata all'interno della cellula, possa
spostarsi all'esterno della cellula, grazie ad una fusione della membrana cellulare della vescicola con quella
della cellula. Si tratta, quindi, della fuoriuscita della sostanza prodotta all'interno della cellula (es.
immissione degli ormoni nel sangue, oppure il meccanismo con cui i neuroni consentono il rilascio dei
neurotrasmettitori).

il trasporto di molecole attraverso le membrane mediante un trasporto passivo, che non determina un
consumo di energia.

Può avvenire attraverso:

- diffusione semplice: passaggio vero e proprio attraverso il doppio strato dei fosfolipidi. Interessa le
molecole più piccole e le molecole apolari o debolmente polari, come ossigeno, anidride carbonica
e acqua.
- diffusione facilitata: piccole molecole polari(ioni) o molecole più grandi (glucosio) utilizzano le
proteine di membrana (canali e carriers) che consentano la diffusione da un lato all'altro della
membrana cellulare.
I canali però non sono sempre aperti. Possono essere aperti o chiusi a seconda delle condizioni in cui si
trova la cellula, influenzando la permeabilità della cellula nei confronti di una determinata sostanza
(determinati ioni).

Esistono canali che possono essere:

- Controllati dal voltaggio: (es. i canali del sodio presenti sulle membrane delle cellule eccitabili o
cellule del sistema nervoso e cellule del tessuto muscolare), sono aperti solo quando la differenza di
potenziale che esiste tra l'interno e l'esterno della membrana cellulare supera un determinato
valore soglia, quindi viene applicato uno stimolo elettrico che può consentire l'apertura dei canali
voltaggio dipendenti;
- Controllati da ligandi: soltanto quando si legano ad una determinata sostanza (es.
neurotrasmettitore, una molecola che da un comando ad un’altra cellula), il legame stesso andrà a
modificare la conformazione sterica della proteina che costituisce il canale, determinandone
appunto l'apertura o la chiusura.

Diffusione di acqua e osmosi.

Il flusso d'acqua si sposta da una soluzione meno concentrata a una soluzione più concentrata, tra loro
separate da una membrana semipermeabile, cioè una membrana che consente il passaggio al
solvente(l'acqua), ma non ai soluti.

La pressione osmotica di una soluzione non è funzione tanto della concentrazione della sostanza, quanto
del numero delle particelle che sono osmoticamente attive.

Es. Cloruro di sodio in soluzione si dissocia dallo ione sodio e dallo ione cloro e quindi 1 grammomolecola
di ione sodio (NaCl) determinerà la formazione di 2 osmoli. Differente è 1 grammomolecola di glucosio che
non si dissocia e darà soltanto 1 osmole.

L'osmolarità è definita dal numero di osmoli presenti per litro di soluzione (mOsm/l).

La soluzione di cloruro di sodio è una soluzione isotonica, cioè ha la stessa osmolarità del liquido
extracellulare e del liquido intracellulare. Si tratta di una soluzione artificiale isosmotica con liquidi corporei.
Per poter raggiungere queste caratteristiche, la concentrazione della soluzione fisiologica deve essere di
9g/L di NaCl .

Se infondiamo una soluzione ipertonica, (più osmoticamente attiva rispetto ai liquidi corporei), per la
presenza delle membrane cellulari, questa determinerà un richiamo di acqua dall'interno delle cellule (es.
globuli rossi).

Se infondessimo invece una soluzione ipotonica (meno osmoticamente attiva rispetto al liquido
extracellulare e quindi intracellulare), correremmo il rischio dell'esplosione della cellula, a causa del
passaggio di acqua dall'ambiente extracellulare all'ambiente intracellulare.

Pertanto è necessario che nel momento in cui si fonde un liquido questo sia isotonico rispetto al liquido
extracellulare e quindi intracellulare (es. soluzioni infuse).

Trasporto attivo: trasporto che avviene determinando un consumo di energia, poiché avviene in modo
opposto al gradiente elettrochimico (gradiente di concentrazione e gradiente elettrico), per mezzo di
proteine di membrana che funzionano come pompe, che consumando energia (costituita da ATP),
consentono un trasporto attivo da un versante della membrana dove il soluto è meno concentrato fino ad
un versante della membrana dove il soluto è più concentrato. Esempi di queste pompe sono:

- La pompa Na/K (sodio/potassio): responsabile dei gradienti di concentrazione del Na e del K tra LIC
(liquido intracellulare) e LEC (liquido extracellulare) ed è fondamentale per l'insorgenza e la
conduzione dei segnali elettrici nei tessuti nervosi e muscolari. Consumando ATP, consente l'uscita
dalla cellula di tre ioni sodio a fronte dell'ingresso e quindi dell'accumulo all'interno della cellula di
due ioni potassio.
- La pompa H+/K+: nella mucosa gastrica e nell'epitelio dei tuboli renali consente l'acidificazione del
succo gastrico(acido) e dell'urina (eliminazione acidi in eccesso).

Il trasporto attivo può essere associato al trasporto di altre molecole. Esiste il trasporto attivo secondario:
se prendiamo in considerazione una cellula polarizzata (cellula che vede le caratteristiche delle proteine
essere nettamente differenti fra il versante baso cellulare e il versante apicale). Se nel versante baso
cellulare abbiamo una pompa sodio-potassio che determina un gradiente di concentrazione, cioè un
accumulo del sodio nell'ambiente extracellulare e un accumulo del potassio nell'ambiente intracellulare ,si
creerà un gradiente elettrochimico del sodio. Se sul versante apicale abbiamo un canale aperto, visto
questo gradiente di concentrazione, il sodio entrerà liberamente nella cellula. Se si tratta di un canale che
trasporta contemporaneamente il sodio e il glucosio, il potenziale legato al gradiente di concentrazione tra
l'esterno e l'interno del sodio, sarà una fonte di energia che potrà consentire l'ingresso all'interno della
cellula del glucosio in maniera attiva. Questo trasporto attivo secondario viene considerato soprattutto a
livello intestinale ma anche a livello renale.

Può avvenire anche il trasporto transepiteliale: il glucosio è accumulato all'interno della cellula. Se sul
versante baso cellulare metto un canale aperto al glucosio, questo tenderà ad attraversarlo secondo il
proprio gradiente di concentrazione (cioè all'interno della cellula dove è stato accumulato, grazie al
trasporto accoppiato al sodio e il versante baso cellulare della cellula vicino al quale passano i vasi
sanguigni) un passaggio quindi attraverso l'epitelio.

Le cellule possono essere unite tra loro da connessioni intercellulari.

Nel nostro organismo esistono cellule che sono libere e indipendenti l'una dall'altra, cioè sospese in un
liquido (cellule del sangue sospese nel plasma) e cellule che possono unirsi fra loro per formare dei tessuti.
Le giunzioni tra le cellule possono essere:

- strette (tight junctions): rendono poco significativo lo spazio che esiste tra una cellula e l'altra,
determinando a questo punto una polarizzazione della cellula, consentendo di differenziare anche
dal punto di vista funzionale, e quindi non solo anatomico, quello che è presente sul versante
apicale della cellula rispetto a quello che è presente sul versante baso cellulare. Si trovano
tipicamente nell'epitelio intestinale o dei tubuli renali.
- comunicanti (gap junctions): sono dei polimeri delle proteine che si organizzano in modo tale da
realizzare una giunzione che si comporta da canale. Ciò fa sì che l'ambiente intracellulare della
prima cellula tenta ad uniformarsi con l'ambiente intracellulare della cellula con cui comunica.
Questo uniformarsi determina non solo un’uguaglianza di concentrazione, ma soprattutto
un’uguaglianza di funzioni. Queste due cellule si comportano dunque come fossero un’unica cellula,
creando dei tessuti composti da cellule separate ma che hanno stessa funzione. È un
atteggiamento tipico delle cellule cardiache.

Alcune cellule, hanno la capacità di reagire all'ambiente esterno, cioè la sensibilità di percepire quello che
succede nell'ambiente esterno e reagire di conseguenza. In realtà l'organismo agisce in modo da consentire
tutte le funzioni cellulari. Infatti, una capacità dell'essere vivente è quella di reagire a modificazioni chimico-
fisiche dell'ambiente (stimoli) con una modificazione del proprio stato chimico o fisico.

La sensibilità allo stimolo (eccitabilità) porta ad una reazione del tessuto (contrattilità, capacità secretoria). I
tessuti più tipicamente eccitabili sono il tessuto nervoso e il tessuto muscolare. In questi, l'eccitabilità
dipende da uno stato elettrico di base della membrana cellulare, mentre l'eccitamento dipende da una
brusca e transitoria modificazione di questo stato elettrico (impulso).
Nei tessuti più eccitabili individuiamo una condizione di riposo.

Le membrane cellulari non sono membrane elettricamente neutre, ma la membrana plasmatica presenta
una differenza di potenziale tra interno ed esterno detto potenziale di membrana a riposo.

Il potenziale di membrana a riposo (Vm) è la differenza di potenziale che si ha tra i due lati della membrana
cellulare. Alla base del potenziale di membrana ci sono le differenze di concentrazione degli ioni tra
compartimento intracellulare ed extracellulare.

Questo in fisica è possibile misurarlo con il voltometro, che mediante microelettrodi, è in grado di
individuare la differenza di potenziale che esiste tra il versante intracellulare e il versante extracellulare e in
particolar modo, la differenza di concentrazione degli ioni che esiste tra i due versanti, fa sì che il versante
intracellulare della cellula sia negativo e il versante extracellulare della cellula sia positivo (es. Presenza
anioni proteici esclusivamente nell'intracellulare).

La diversa distruzione degli ioni ai 2 lati della membrana, e quindi il potenziale di membrana a riposo (Vm) è
dovuta a:

- diversa permeabilità della membrana cellulare agli ioni (selettività di membrana)


- meccanismi di trasporto attivo (in particolare l'attività della pompa sodio potassio)

Se una membrana, è liberamente permeabile agli ioni, e se inizialmente vi è una differente concentrazione
di ioni/molecole, gli ioni si spostano seguendo il proprio gradiente chimico per cui tenderanno ad
equilibrarsi e quindi la differenza di potenziale tenderà allo 0.

Questo non avviene nelle membrane cellulari, perché è una membrana semipermeabile, per cui se questa
membrana è liberamente permeabile agli ioni potassio, ma non è liberamente permeabile agli anioni non
diffusibili (Rna,proteine),allora il potassio tenderà a spostarsi dalla soluzione più concentrata alla soluzione
meno concentrata. Il potassio, però, contemporaneamente è attratto verso l'interno dalla carica negativa
degli anioni, quindi tenderà ad una condizione di equilibrio che vedrà le concentrazioni degli ioni tra i due
versanti della membrana non equilibrarsi (poiché sono di più le forze coinvolte); dunque non sarà solo la
differenza di concentrazione che determinerà lo spostamento degli ioni, ma anche la differenza di gradiente
elettrico che tenderà a determinare l'equilibrio finale. Questo vedrà una concentrazione degli ioni
differente sui due versanti della membrana e che dipenderà in egual modo dal gradiente di concentrazione
chimico e dalla differenza di potenziale elettrico.

L'equilibrio vedrà l'esistenza di un potenziale tra i due versanti di membrana, definito dall'equazione di
Nernst. Questa equazione permette di calcolare il potenziale di equilibrio di uno ione se si conosce la
concentrazione nei 2 compartimenti.

[spiegazione: Se non ci fosse nulla ad impedire il movimento dello ione tra un versante e l'altro della
membrana, le due concentrazioni si equilibrerebbero, il rapporto sarebbe 1 e il potenziale diventerebbe 0.
Nel momento in cui esiste un fattore che impedisce il libero movimento degli ioni tra un versante e l'altro
della membrana, il rapporto non è più uguale a 1, perciò per ciascuno ione si tenderà a realizzare un
raggiungimento di un equilibrio finale che sarà associato anche ad un potenziale di equilibrio, cioè
potenziale di membrana per ciascuno ione].
Nella cellula, oltre agli anioni che non possono attraversare la membrana, ci sono diverse specie ioniche.
Quindi in base alle concentrazioni finali che si raggiungono, ogni ione ha un proprio potenziale di
equilibrio:

Na = 60 mV

K = -90 mV

Cl = -70 mV

Il potenziale di membrana in condizione di riposo, oscilla tra -70/- 90 mV. Il potenziale finale di membrana,
è il frutto della sommatoria dei diversi ioni che lo vanno a determinare.

Il potassio e il cloro hanno un potenziale di equilibrio piuttosto simile al potenziale di membrana, poiché il
cloro e il potassio sono abbastanza liberi di muoversi tra i due versanti di membrana.

Il potenziale di equilibrio del sodio è opposto rispetto al potenziale di membrana. Se il sodio fosse libero di
muoversi, entrerebbe all'interno della cellula (si raggiungerebbero delle concentrazioni di sodio nell'interno
e nell'esterno della cellula che vedrebbero l'interno positivo e l'esterno negativo).

In condizioni di riposo però, il potenziale di membrana è molto distante rispetto al potenziale di equilibrio
del sodio perché il sodio è tutt'altro che libero di muoversi tra i versanti della membrana (la membrana è
poco permeabile al sodio).

Il secondo meccanismo con cui la membrana cellulare consente il mantenimento del potenziale di
membrana è legato al trasporto attivo (in particolar modo le pompe Na+/K+). La pompa Na+/K+
consumando molecole di ATP consente la fuoriuscita di 3 ioni sodio e l'ingresso di 2 ioni potassio.

In condizioni di attività, è stimolato l'innesco di un potenziale di azione, cioè la variazione rapida del
potenziale di membrana, seguita dal ritorno del potenziale alla condizione di riposo. La loro genesi dipende
dall'esistenza di canali ionici voltaggio dipendenti.

Questi canali, per la conformazione dei monomeri che vanno a costituirli, sono chiusi in condizioni di riposo
e si aprono in seguito ad uno stimolo, dato tendenzialmente da una depolarizzazione, cioè da una rapida
variazione del potenziale di membrana.

L'apertura del canale (attivazione) indotta dalla depolarizzazione è di breve durata ed è seguita poi da un
processo di inattivazione.

Se si stimola la cellula con correnti elettriche che superano il "potenziale soglia" si ha l'apertura dei canali
voltaggio dipendenti che consente l'innesco del potenziale d'azione.

Si aprono soprattutto i canali del sodio voltaggio dipendenti. Si ha quindi uno stimolo tale da poter superare
il potenziale soglia. Per le cellule nervose, lo stimolo deve essere sufficiente per portare il potenziale di
membrana da -70 mV a -55 mV.

Il superamento del potenziale soglia consentirà l'apertura dei canali voltaggio dipendenti. Questo
determinerà l'entrata del sodio all'interno della cellula. Ciò tenderà ad avvicinare il potenziale di
membrana, al potenziale di equilibrio del sodio. Avremo quindi una depolarizzazione della membrana. Il
potenziale di membrana passerà da -70 mV a +30 mV.

I canali del sodio quindi subito si inattivano e si aprono i canali lenti del potassio, che consentono l'uscita
dello ione concorrendo alla ripolarizzazione, che poi è completata dall'intervento dell'effetto della pompa
Na/K che ristabilirà le condizioni di riposo.
[Vale la regola del tutto o nulla. Se la cellula la stimolo in piccole quantità non si avrà un cambiamento, se la
stimolo al punto da superare la soglia si innesca il potenziale di azione].

Al potenziale d’azione segue un periodo di refrattarietà legato all'inattività dei canali (non stimolabili). Per
cui un ulteriore stimolo durante il potenziale d’azione non consentirà l'innesco di un ulteriore potenziale
d’azione (periodo refrattario assoluto). Esiste un periodo refrattario relativo durante il quale l'applicazione
di uno stimolo sovraliminare consentirà l'innesco di un ulteriore potenziale d'azione.

La membrana cellulare (su cui avviene il processo di depolarizzazione e in seguito di ripolarizzazione) è una
piccola porzione di tutta la membrana cellulare che costituisce l'intera cellula. Questo punto presenta
pertanto una differenza di potenziale rispetto alle zone circostanti della membrana. Si crea un radiente
elettrico anche tra il punto dove si è innescato il potenziale di azione e le circostanti porzioni di membrana
dove invece esiste ancora una condizione di riposo.

L'intervento della pompa sodio/potassio riporterà il tutto allo stato basale, cioè interno negativo, esterno
positivo.

Finché non si ha questo intervento, esiste una differenza di potenziale. Questa rappresenta per le zone
circostanti di membrana uno stimolo che può consentire l'innesco, nei punti circostanti, di uno stimolo
elettrico che consente il superamento della soglia, dunque l'inizio del potenziale d'azione nei punti vicini,
consentendo quindi il trasporto lungo la membrana cellulare del potenziale d'azione.

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