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LEZIONE 2 11/10/07

Nel momento in cui andiamo a considerare gli organismi viventi ci rendiamo conto che questi, siano essi
unicellulari che pluricellulari, sono in grado di comunicare con l’esterno; sia gli organismi unicellulari che
gli organismi pluricellulari sono costituiti da cellule che sono in grado di comunicare tra di loro, e questo
significa in realtà, che c’è un interscambio continuo tra le cellule, mediante dei segnali intercellulari.
La comunicazione tra le cellule è possibile perché le cellule sono in grado di produrre delle sostanze, dei
segnali, dei meccanismi, e sono in grado ovviamente una volta prodotti questi segnali, di riceverli, quindi di
recepirli. In realtà esistono molti meccanismi che ci consentono di parlare di comunicazione cellulare: nel
momento in cui noi consideriamo un organismo vivente costituito da miliardi di cellule , tutte, nessuna
esclusa, sono in grado di comunicare tra di loro e la coordinazione della funzione di tutte queste cellule dà
all’organismo la proprietà di omeostasi, quindi mette in relazione qualunque cellula con l’altra, in maniera
da costituire un tutto unico.
Nella comunicazione cellulare quindi ci sono chiaramente dei recettori che si trovano nell’ambito della
membrana e che sono fondamentali ai fini della comunicazione. Pensiamo ad una comunicazione
qualunque, se due persone parlano una l’italiano e l’altra lo spagnolo non si capirebbero; lo stesso vale per le
cellule: se una cellula produce un messaggio, quelle che stanno accanto sono in grado di sentire quel
messaggio solo se hanno dei recettori di membrana in grado di poter comprendere il messaggio inviato.
Questo discorso rientra in tantissime funzioni che sono indispensabili per un organismo perché rientrano
nella normalità di quelli che sono i rapporti tra le cellule.
Le cellule di un organismo si riconoscono tutte, infatti è impossibile fare una qualunque azione con cellule
molto diverse dell’organismo stesso (pensiamo ai trapianti, alle trasfusioni di sangue, ai globuli rossi che
hanno una vita media di 120-140 giorni dopodiché vengono eliminati dal circolo non appena perdono
determinate molecole della membrana e quindi invecchiano). Quindi il meccanismo di riconoscimento
cellulare è alla base dei processi che avvengono quotidianamente in un organismo.
Un altro esempio può essere quello di inviare segnali chimici sotto diverse forme, meccanismi che sono alla
base della comunicazione tra cellule nervose e cellule di altra natura, tra cellule endocrine e cellule
dell’organismo, e quindi segnali che possono avere un’importanza per diverse funzioni.

Se una cellula produce una sostanza X e contiene nella sua membrana cellulare i recettori che legano la
sostanza X, la sostanza prodotta si lega alla stessa cellula e agisce in maniera AUTOCRINA (dal greco autos
= su se stessa). Quando invece la sostanza viene prodotta da una cellula, e una volta rilasciata all’esterno
agisce sulle cellule vicine si dice che ha un’azione PARACRINA.
Ci sono poi le GAP-JUNCTION , che sono delle giunzioni comunicanti tra le cellule, dei tratti della
membrana in comune tra una cellula e un’altra, che permettono che il liquido intracellulare di una cellula
può diffondere attraverso questa giunzione comunicante, spostarsi alla cellula adiacente e quindi trasferire
un’informazione direttamente. Quindi nella comunicazione cellulare sono molto usate perché garantiscono
una rapidità d’azione e una rapidità di funzione tra le cellule che sono legate.
Poi ci sono altre funzioni:
- Riconoscimento di cellule estranee: ci mette davanti alla possibilità da una parte di riconoscere per
esempio i batteri, ma dall’altra anche di rigettare un organo dopo un trapianto.
- Funzione delle cellule bersaglio: tutte le cellule possono essere un “bersaglio” quando presentano dei
recettori per una determinata sostanza, e in questo sono in grado di rispondere all’effetto che è legato
all’azione di una sostanza particolare.
A queste situazioni si collegano sempre degli eventi intracellulari.

La risposta di una cellula può essere una modificazione nel metabolismo, per esempio degli enzimi che
prima non erano funzionanti diventano attivi, o viceversa degli enzimi che prima funzionavano vengono
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inattivati; la risposta può essere una modificazione all’interno di una cellula, cioè un tratto di DNA può
essere trascritto e quindi si ha la produzione di una singola proteina oppure il blocco della sintesi di una
proteina. Risposta cellulare è un termine generico che ci consente di identificare tutte le possibili risposte
cellulari di una cellula.
Specializzazioni a risposte diverse sono in relazione alle caratteristiche di un tessuto, quindi le cellule di
tessuti diversi manifestano recettori di membrana diversi. In questo discorso entrano tutti i farmaci e tutte
quelle sostanze che noi possiamo utilizzare su tutti i punti di vista, perché i farmaci agiscono solo perché ci
sono dei recettori nell’ambito delle membrane cellulari a cui possono legarsi e quindi possono dare un
effetto, e a tutte le sostanze di origine naturale che si possono legare ai recettori di membrana e dare così
degli effetti.
MEMBRANA PLASMATICA
La membrana è una struttura che separa due ambienti, il liquido intracellulare o citosol e il liquido
extracellulare; questi due liquidi presentano composizione diverse, quindi la membrana cellulare è una
barriera, un limite o una via di comunicazione. Sia l’esterno che l’interno sono due ambienti acquosi, nel
senso che sono delle soluzioni che contengono acqua e soluti. La membrana cellulare è costituita da un
doppio strato lipidico in cui sono immerse le proteine. I lipidi di membrana sono così organizzati:
testa polare - coda idrofobica - coda idrofobica - testa polare.
La struttura chimica del doppio strato lipidico non è la stessa, ma è differente tra lo strato lipidico esterno e
lo strato lipidico interno. La zona interna favorisce la presenza di cariche negative, quello esterno favorisce
invece le cariche positive. Anche se tutte le membrane hanno un doppio strato con immerse proteine, cellule
diverse appartenenti a tessuti diversi hanno delle membrane che differiscono tra loro per i tipi di costituenti e
per la presenza percentuale dei costituenti stessi.
La composizione della membrana può essere interessante da un punto di vista funzionale. Ad esempio, il
recettore della tossina del colera è una componente carboidrata della membrana e viene definita ganglioside
GM1 (cioè nell’organismo umano è presente nell’ambito della membrana un recettore che consente alla
tossina colerica di legarsi e di determinare l’ effetto del colera). Un altro esempio è dato dagli antigeni del
sangue di gruppo A, B sono componenti carboidrate di gangliosidi posti sulle membrane degli eritrociti
umani. Il gruppo 0 non ha gangliosidi e per questo è un donatore universale.
Il doppio strato doppio lipidico contiene nella sua struttura molecole proteiche, che sono sempre polari,
(quindi se il doppio strato lipidico si definisce apolare, cioè prevalentemente senza cariche è perché la parte
maggiore è priva di cariche, la componente proteica invece presenta delle cariche positive e negative).
Abbiamo proteine che attraversano tutto il doppio strato lipidico e che vengono definite INTRINSECHE, e
proteine che sono solamente da un lato e che vengono definite ESTRINSECHE. Le proteine sono
importantissime per:
- Localizzazione
- Composizione chimica
- Struttura tridimensionale

La carica negativa della superficie cellulare dipende molto dall’acido sialico caricato negativamente presente
in glicolipidi e glicoproteine. Le GLICOPROTEINE in particolare rappresentano un modo importante per il
riconoscimento cellulare e un modo per poter interagire tra le cellule. Sono sostanze che consentono alle
cellule di legarsi insieme, come le integrine che servono a mantenere le cellule collegate insieme; un altro
esempio è dato dai virus che riescono a legarsi a cellule ospiti tramite le proprie glicoproteine di membrana.
Le funzioni che svolgono le proteine di membrana sono diverse:
- Canali
- Trasportatori (carrier)
- Enzimi
- Recettori
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Le proteine estrinseche e intrinseche possono


Proteine di Membrana rientrare in una di queste quattro funzioni,
perché queste sono strutture che consentono
una funzione ben precisa. La prima funzione
B
che possiamo considerare è legata alla presenza
di un citoscheletro all’interno delle cellule. Per
fare questi studi si utilizzano dei globuli rossi
(perché sono cellule separate le une dalle altre,
sono privi di nucleo, e sono facili da reperire).
Il citoscheletro è ancorato alla membrana
A C D E plasmatica, e lo possiamo immaginare simile ad
una impalcatura, ed è importante perché
garantisce la forma cellulare

Il modello classico è quello del mosaico fluido (proposto da Singer-Nicholson nel 1972), detto così perché i
due strati di fosfolipidi e le proteine di membrana si muovono. Quindi la membrana non è una struttura
statica, ma è dinamica, le proteine si muovono; ciò significa che questi recettori, questi canali, questi
trasportatori possono essere formati, inseriti, cambiati, spostati, regolati; in definitiva c’è quindi un turn-over
( regolati vuol dire che possono essere aumentati o diminuiti di numero).
Le cellule viventi possono avere forma e dimensione diversa quando si passa a un tipo cellulare ad un altro,
queste caratteristiche sono correlate al tipo di cellula considerata; tutte però sono circondate da una
membrana cellulare. La membrana cellulare svolge numerose funzioni; la prima di queste funzioni ci mette
in correlazione allo scambio di materia e di energia tra la cellula e l’ambiente extracellulare (cioè materia ed
energia passano dall’esterno verso l’interno e viceversa).
La membrana plasmatica svolge le seguenti funzioni:
1. Scambio di materia ed energia tra cellula e ambiente esterno
2. Permeabilità
3. Diffusine del soluto e del solvente
4. Canali ionici
5. Trasporti mediati

Uno scambio è la possibilità di diffusione attraverso la membrana di molecole diverse (d’acqua, di soluti, di
solventi) e quindi per poter identificare cosa avviene esattamente a livello delle membrane biologiche in
genere si fa riferimento a concetti di chimica e fisica. A livello della membrana abbiamo la possibilità di
studiare due tipi di trasporto:
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1. Trasporto passivo
2. Trasporto attivo

Il trasporto passivo consente la


DIFFUSIONE SEMPLICE, ossia la
possibilità di poter attraversare il
doppio strato lipidico attraverso le
proteine di membrana.
Un altro tipo di diffusione è consentita
dalla presenza di particolari molecole,
e si parla in tal caso di DIFFUSIONE
FACILITATA: cioè esistono dei
trasportatori di membrana (carrier) che
facilitano il passaggio di una
determinata molecola all’esterno o
all’interno di una cellula.

Il TRASPORTO ATTIVO richiede energia, che viene prodotta dal metabolismo cellulare, ed è sempre un
trasporto che avviene contro gradiente. Il trasporto attivo si differenzia in TRASPORTO ATTIVO
PRIMARIO e TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO; entrambi questi tipi sono dipendenti da strutture di
membrana che facilitano il passaggio di una determinata specie ionica e quindi dipendono da un vettore, da
una struttura proteica che funge da vettore.
Per la diffusione semplice e la diffusione facilitata non c’è utilizzo di energia, mentre per il trasporto attivo
è necessario il dispendio energetico della cellula.
In chimica e in fisica la DIFFUSIONE è il flusso di energia o materia da zone in cui la concentrazione è
maggiore verso dove è minore, in modo da formare una distribuzione finale omogenea. La diffusione è
garantita da un gradiente di concentrazione, e nel momento in cui si raggiunge l’equilibrio trai due gradienti
si dice che il gradiente è zero, ma non il flusso. Attraverso una membrana biologica si può studiare lo stesso
fenomeno, anche se la membrana riesce a differenziare l’ambiente extracellulare da quello intracellulare.
Il solvente di tutte le soluzioni in questioni è l’ acqua. Quando modifichiamo la concentrazione dei liquidi,
modifichiamo la condizione di pressione osmotica del liquido che bagna la nostra cellula: se aumentiamo la
concentrazione all’esterno, l’acqua all’interno della cellula fuoriesce e la cellula raggrinzisce. Se la
concentrazione della soluzione all’esterno della cellula è maggiore rispetto all’interno, condizione detta
IPOSMOTICA, l’acqua si sposta dall’esterno verso l’interno e si ha la lisi cellulare. A livello della
membrana ci sono delle cinetiche diverse, cioè la velocità di un processo è differente se c’è un meccanismo
o se ce né un altro.

Generalmente il flusso ai due lati della


membrana si mantiene costante, anche
quando i due ambienti sono diversi.
In questo caso invece, la diffusione si blocca
perché NH3 riesce ad attraversare la
membrana, mentre NH4+ non ci riesce.
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La saturabilità nella diffusione facilitata è


dovuta ad un numero limitato del
trasportatore interessato. Un esempio di
diffusione facilitata si ha con le proteine
liposolubili. Certe vitamine liposolubili
possono attraversare per diffusione
semplice la membrana, così come uno ione
può attraversare per diffusione semplice un
canale. Ciò che ha una formula chimica
liposolubile si discioglie nel doppio strato
lipidico, ciò che invece ha una struttura
polare, trova una via di diffusione
attraverso un canale o un trasportatore di
membrana.

L’acqua si muove con svariati meccanismi, che sono comunque legati alla presenza di ioni, quindi
sicuramente l’acqua non può attraversare il doppio strato lipidico, ma lo fa attraverso canali seguendo lo
spostamento di ioni e sicuramente attraverso particolari canali che vengono chiamati acquaporine.

Il canale è costituito da subunità proteiche che delimitano il tratto che permette l’ingresso di ioni carichi
positivamente o negativamente. Questi canali sono importantissimi proprio perché grazie all’ambiente che
c’è dentro il canale consentono il passaggio di tutte le molecole polari, di acqua e di ioni.
La diffusione facilitata ha la caratteristica , se la concentrazione di soluto è elevata, di arrivare ad una
condizione di stallo della velocità di trasporto del soluto, questo perché avviene mediante dei trasportatori
che una volta impegnati non riescono più a trasportare materiale. Questi trasportatori hanno siti di legame
specifici che riconoscono molecole specifiche e li trasportano da un lato all’altro della membrana
Alcune sostanze come la fluoretina, sono in grado di bloccare il meccanismo, e quindi queste molecole a
volte, legandosi ad un trasportatore non lo fanno funzionare più; in questo caso esistono due categorie di
sostanze, quelle che bloccano e vengono definite ANTAGONISTE, e quelle che promuovono la funzione di
quella molecola o di quel canale e vengono definite AGONISTE.
L’ esempio classico di questo tipo è il trasporto di glucosio. Il glucosio entra nel metabolismo cellulare,
viene trasformato subito in glucosio 6-fosfato e utilizzato per ottenere ATP. Una cellula quindi è in grado di
vivere grazie al glucosio che entra nella cellula, grazie ad un trasportatore di membrana che ne facilita il
passaggio. Il trasporto attivo primario per eccellenza è la pompa Na+/K+, che consente il passaggio di ioni
da un lato all’altro della membrana. Lo ione K+ è quello intracellulare e lo ione Na+ è quello extracellulare.
Le ATPasi di membrana come la pompa Na+/K+ ATPasica sono di diversi tipi e sono presenti non solo nella
membrana di tutte le cellule, ma anche in quella di alcuni organuli come i mitocondri, i lisosomi etc.

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