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LEZIONE 7 24/10/07

Come abbiamo già detto, il potenziale d’azione si può registrare all’interno della membrana quando la si
stimola elettricamente, e il potenziale d’azione corrisponde ad una variazione dei valori che si spostano da
-70 mV a +30 mV. Abbiamo anche visto che in correlazione a questa c’era l’attività di canali, definiti
voltaggio-dipendenti. I canali voltaggio-dipendenti hanno una diversa organizzazione, ad esempio i canali
voltaggio-dipendenti per il Na+ manifestano tre stadi diversi, uno stadio di riposo, uno di attivazione, e uno
d’inattivazione; mentre il canale voltaggio-dipendente per il K+ non presenta uno stadio d’inattivazione, e
quindi si passa da uno stadio di apertura ad uno di chiusura, e da uno stadio di chiusura ad uno di apertura.
Queste differenze risultano importanti se mettiamo in relazione il tracciato del potenziale d’azione con la
condizione dei canali dell’apertura e della chiusura dei due diversi tipi di canali voltaggio-dipendenti (Na+ e
K+).
All’inizio ci ritroviamo in uno stadio di
riposo, in cui la membrana si trova ad avere
una condizione di negatività all’interno e di
positività all’esterno. In condizione di
riposo si vede che i canali per il K+
risultano aperti, sono in numero maggiore
rispetto ai canali Na+ e quindi consentono la
fuoriuscita per gradiente di concentrazione,
sia l’ingresso per gradiente elettrico di K+.
La depolarizzazione a causa dello stimolo
elettrico, avviene nel primo tratto di
potenziale e consente il raggiungimento del
VALORE SOGLIA. In questo stadio ci
troviamo ad una prima fase di
depolarizzazione che avviene in maniera
graduale ed è determinata dall’apertura di
questo primo canale per il Na+.

Quindi la depolarizzazione iniziale che consente il raggiungimento del valore soglia è in diretta
corrispondenza della parte iniziale dell’aumento di conduttanza al Na+, cioè l’apertura del canale Na+, quindi
una piccola parte di Na+ che entra determina il raggiungimento del valore soglia. Il valore soglia diventa
importante per il potenziale, perché il valore di potenziale della membrana può essere in grado di proseguire
in due maniere diverse: se arrivati al valore soglia questa depolarizzazione non è sufficiente a continuare il
potenziale ritorna al valore di riposo; se invece questa depolarizzazione iniziale che arriva alla soglia è
sufficiente ad innescare l’attivazione di altri canali, il potenziale che si genera, a questo punto, avrà sempre
la stessa ampiezza, quindi arriverà sempre al valore massimo per quella determinata cellula eccitabile.
Questi due possibili eventi probabilistici, nel senso che dipende dai canali, dalla conduttanza in quel
momento, danno al potenziale d’azione la definizione di POTENZIALE TUTTO-O-NULLA. Nel momento
in cui si arriva al valore soglia, che normalmente dista dal potenziale di membrana di 20-25 mV, possiamo
avere il tutto o il nulla. Riferendoci al potenziale “tutto”, nell’istante in cui si raggiunge la soglia ci troviamo
davanti ad un meccanismo in cui l’ingresso di Na+ che ha depolarizzato la membrana durante il tratto che
porta il potenziale al valore soglia, non fa altro che attivare, in quanto depolarizzazione e in quanto
variazione del voltaggio, un altro canale voltaggio-dipendente per il Na+ che a questo punto, aprendosi,
permette l’ingresso di un’ulteriore quantità di Na+. In contemporanea, andando a vedere cosa succede nel
tracciato, l’aumento del Na+ viene identificato con la fase di picco del potenziale d’azione, cioè quello
spostamento che va da -55 mV fino a +30 mV.
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L’aumento di conduttanza al Na+ iniziale determina l’attivazione di altri canali, e quindi ingresso di altro
Na+; in realtà questo meccanismo si definisce come un meccanismo a feedback positivo, perché provoca
l’ingresso di altro Na+. Quindi si ripetono queste tre situazioni: ingresso di Na+, depolarizzazione, apertura
dei canali, ingresso di Na+, depolarizzazione, apertura di canali... e così via, ed è per questo motivo che
questo meccanismo si chiama CICLO DI HODGKIN, proprio perché è un’azione ciclica che viene innescata
dall’aumento di conduttanza al Na+. Questo ciclo di Hodgkin ci mette davanti una rapida depolarizzazione
della membrana, che non solo raggiunge lo zero, ma va fino a valori positivi, il passaggio dallo zero fino al
valore,in questo caso, di +30 mV viene definito OVERSHOOT, cioè depolarizzazione al di sopra dello zero.
In effetti, in questo modo ci troviamo ad avere un capovolgimento del potenziale della membrana. A questo
punto l’interno della cellula passa da un valore negativo (-75 mV) ad un valore positivo (+30 mV), questo
capovolgimento viene detto “inversione della polarità della membrana”.
In contemporanea all’attivazione di altri canali per il Na+, si attiva anche un canale per il K+, anche questo è
un canale voltaggio-dipendente,e naturalmente, la presenza del canale per il K+ che permette la fuoriuscita di
K+, a questo punto consente il passaggio di questi ioni e genera la conduttanza al K+. Quindi, in
contemporanea a quella che è l’attivazione dei canali per il Na+, quindi l’aumento della conduttanza al Na+,
ci troviamo ad avere un aumento della conduttanza al K+ e quindi una fuoriuscita di questo ione:
naturalmente questi due eventi,conduttanza al Na+ e conduttanza al K+, ci consentono di spiegare perché il
potenziale d’azione non raggiunge come valore il potenziale d’equilibrio del Na+ (ENa). Tramite l’equazione
di Nernst si calcola che Ek=-90 mV e che ENa=+60 mV; allora nell’istante in cui studiamo il potenziale di
membrana a riposo diciamo che questo è vicino a quello che è lo ione più diffusibile, che è il K+: infatti il
potenziale di riposo è di -75 mV.
In realtà, il potenziale d’azione raggiunge un valore positivo, ma non raggiunge il ENa, questo si spiega
proprio con il fatto che contemporaneamente alla possibilità di movimento del Na+, quindi all’ingresso di
Na+ che porta il potenziale verso il ENa , abbiamo anche un aumento della conduttanza al K+ che tende verso
valori negativi, cioè verso EK.
Prima che inizi la fase di
RIPOLARIZZAZIONE abbiamo un canale
per il Na+ ancora attivo, mentre l’altro è
passato alla fase d’inattivazione. Durante la
fase di ripolarizzazione i canali per il Na+
passano in successione (quindi prima alcuni,
poi altri, poi tutti) allo stadio d’inattivazione.
Una volta che i canali si inattivano, bloccano
la conduttanza al Na+, quindi si blocca il
passaggio di Na+ all’interno della cellula.
Bloccando questo passaggio ci ritroviamo ad
avere sempre meno Na+ che entra perché i

canali aperti sono sempre meno, mentre invece osserviamo che i canali per il K+, a questo punto, sono tutti
aperti, e questo permette la fuoriuscita di una gran quantità di K+, e a questo punto la conduttanza al K+ è
massima: questo comporta la fase di ripolarizzazione della membrana. La conduttanza al K+ si mantiene
elevata fino alla fine del potenziale; anche nel successivo POTENZIALE POSTUMO (iperpolarizzante) che
ha un valore più negativo rispetto al valore di riposo, ci accorgiamo che ancora alcuni canali per il K+ sono
aperti mentre quelli per il Na+ possono essere o nella fase di inattivazione oppure sono passati alla fase di
riposo. Durante la fine della fase di ripolarizzazione e durante tutta la fase d’iperpolarizzazione entra in
funzione la POMPA Na+/K+, prendendo 2Na+ dall’interno e portandoli all’esterno, e 3K+ dall’esterno e
portandoli all’interno: in questo modo ristabilizza il normale potenziale di membrana, garantendo così un
possibile nuovo potenziale se c’è un nuovo stimolo.
Se stimoliamo la membrana in tempi diversi, si osserva solo il processo che si è innescato a causa del primo
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stimolo; il secondo non si osserva ed è per questo che si parla di PERIODO REFRATTARIO. Questo
periodo refrattario non è altro che il periodo durante il potenziale d’azione nel quale la membrana stimolata
ulteriormente non dà risposta, perché è in corso il potenziale d’azione azionato dal primo stimolo. Se diamo
un secondo stimolo, non otteniamo risposta perché la membrana ha già attivato quelli che erano i suoi
canali, quindi non ci sono altri canali da attivare e quindi, chiaramente, la risposta sarà un potenziale con
un’ampiezza. Quando i canali per il Na+ si cominciano ad inattivare è chiaro che non possono consentire il
passaggio di altri ioni Na+, cioè si riduce la conduttanza perché i canali passano dalla fase di attivazione a
quella di inattivazione, e prima che si possa riaprire, il canale per il Na+ si deve chiudere, quindi se il canale
non attraversa tutte queste fasi e non ritorna alla fase di riposo, non si può riaprire. Ecco che a questo punto
finché avremo dei canali per il Na+ che sono inattivati, ma non sono chiusi si dice che la membrana si trova
nel PERIODO REFRATTARIO ASSOLUTO.
Nell’istante in cui i canali per il Na+
cominciano a chiudersi, e quindi possono
essere riattivati, allora si potrà avere una
seconda attivazione, quindi una risposta,
e questo solamente quando i canali per il
Na+ sono chiusi e possono essere
riattivati, infatti in questo caso si passa
dal periodo refrattario assoluto che è il
periodo nel quale assolutamente non si
ha una risposta, al PERIODO
REFRATTARIO RELATIVO.
Se io voglio stimolare nel periodo
refrattario relativo e ottenere una
risposta, devo aumentare l’intensità della
stimolazione, e sebbene aumento
l’intensità dello stimolo, la risposta avrà
caratteristiche diverse perché presenta
una
soglia più alta, e poi è un potenziale che ha un’ampiezza minore rispetto a quella precedente.
Questo perché mi ritrovo ad avere un numero di canali chiusi che è inferiore rispetto a quelli disponibili
nella membrana, quindi può entrare meno Na+, quindi meno conduttanza del Na+, maggiore difficoltà a
raggiungere il valore soglia e naturalmente una minore ampiezza del potenziale. E solo dopo che la
membrana ritorna al valore di riposo, si può ottenere un nuovo stimolo e un nuovo potenziale con la stessa
ampiezza del primo.

Nel momento in cui ci ritroviamo a studiare i canali attraverso la tecnica del patch clamp si vede che le
correnti che fanno parte di un determinato pezzo di membrana riguardano naturalmente un certo tipo di
canale. Questo si fa studiando innanzitutto la direzione della corrente, perché se noi consideriamo l’esterno e
l’interno della membrana, se la corrente che noi misuriamo, è una corrente Na+, va dell’esterno all’interno,
se misuriamo, la corrente K+ sarà sicuramente dall’interno verso l’esterno. Quindi la corrente che studiamo
ci dà un’informazione; in seguito si va ad individuare di quale corrente si tratta. Questo si può fare
utilizzando delle sostanze che servono ad inattivare il canale. Significa che esistono dei bloccanti, o
ANTAGONISTI, che riducono o bloccano la funzionalità di un canale. Se io utilizzo un antagonista per i
canali Na+, registro inizialmente e vedo che passa una certa quantità di corrente, nel momento in cui utilizzo
l’antagonista, la corrente per il Na+ viene eliminata, se si tratta però di una corrente K+ rimane inalterata. In
questo modo è stato osservato che i canali sono selettivi: sostanze diverse possono bloccare canali diversi e
nel momento in cui si è passati all’identificazione, da un punto di vista strutturale, mediante la possibilità di
clonare canali, si sono poi inseriti in membrane artificiali e si è visto com’erano fatti questi canali.
Il canale voltaggio-dipendente del Na+ è costituito da diversi tratti:
- un tratto modifica la struttura in relazione al voltaggio;
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- porta d’inattivazione,
- altri tratti.
Andando avanti nella ricerca si è osservato che non esiste un singolo canale ma che ne esistono isoforme
diverse, comunque tutti mantengono la stessa caratteristica di base, cioè le isoforme del canale del Na+
passano tutti da tre stadi. Idem per quelli del K+. L’unica cosa che varia nelle diverse isoforme è la cinetica,
cioè il tempo che il canale impiega per attivarsi, inattivarsi e chiudersi.
Nell’ambito del sistema nervoso prendono origine due grosse famiglie cellulari che sono: i neuroni e la glia.
La glia è costituita da tipi diversi di cellule che sono: astrociti, cellule di Schwann, microglia,
oligodendriciti. Tutte queste cellule hanno la funzione di aiutare le cellule nervose, ad esempio mantenere la
concentrazione ionica costante,ecc.. quindi diciamo che mantengono l’esterno dei neuroni in condizioni
controllate.
Il neurone ha una struttura particolare, ha dei dendriti e un assone più o meno lungo. Gli assoni dei neuroni
hanno generalmente due possibilità: o essere degli assoni mielinici oppure essere rivestiti da una guaina
mielinica. L’assone del calamaro gigante è mielinico. La particolare condizione di assone mielinizzato è una
caratteristica degli organismi superiori. In realtà i neuroni del sistema nervoso centrale possono trovarsi, in
pratica, con gli assoni avvolti in maniera da isolare il singolo assone da quello che è il citoplasma di un
oligodendrocita. Quando un assone deve fuoriuscire dal sistema nervoso centrale, si dice che è circondato
dalla guaina mielinica che lo protegge dall’esterno, e questa guaina mielinica è rappresentata da un
avvolgimento delle membrane delle cellule di Schwann. Quindi diverse cellule di Schwann non fanno altro
che avvolgere diversi tratti di assone del neurone.
Normalmente in una fibra vitale in genere a livello del cono di emergenza dell’assone, quindi in quel tratto
di membrana che si trova in congruenza tra il corpo cellulare e l’assone. Una volta che il potenziale d’azione
si genera, essendo un evento elettrico, come tutti gli eventi elettrici si può propagare, si può cioè spostare de
un tratto ad un altro della membrana.
C’è la possibilità di propagazione del potenziale d’azione da un tratto all’altro della membrana,cioè dal cono
di emergenza al primo nodo di Ranvier, da questo al secondo, dal secondo al terzo e così via.
C’è un tratto di membrana, un nodo di Ranvier con cariche positive, cioè è già depolarizzato. Questa
depolarizzazione è il punto di partenza della propagazione, allora, le cariche positive si spostano all’interno
dell’assone saltando il tratto di membrana che sta sotto alla guaina mielinica e si spostano verso il nodo di
Ranvier successivo.
Lo stesso discorso avviene all’esterno, cioè dal tratto che è al riposo, quindi con le cariche positive
all’esterno, queste cariche si spostano verso il negativo che è il tratto depolarizzato. Questo spostamento di
cariche che si ottiene sia all’interno che all’esterno genera quelle che sono definite le CORRENTI LOCALI.
La corrente locale non fa altro che determinare nel punto D un flusso di cariche positive che consente, a
questo punto, la depolarizzazione della membrana. Questa depolarizzazione che si ottiene in D raggiunge la
soglia, a questo punto si aprono altri canali voltaggio-dipendenti per il Na+ e si ottiene un potenziale
d’azione. Le cariche positive del tratto depolarizzato si spostano verso il tratto negativo che è quello a
riposo; nel momento in cui in quest’altro nodo di Ranvier si raggiunge la soglia si genera un altro potenziale
d’azione. In questo modo si dice che il potenziale d’azione si è propagato senza decremento, perché il
potenziale si genera con la stessa soglia, la stessa ampiezza e la stessa durata dal cono di emergenza
all’ultimo nodo di Ranvier dell’assone.
Questo meccanismo di movimento del potenziale d’azione si chiama CONDUZIONE SALTATORIA, da un
nodo di Ranvier all’altro. Quando si considerano le fibre amieliniche invece, si parla di CONDUZIONE
PUNTO A PUNTO, ma il procedimento è uguale.

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