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Supponendo che la cellula neuronale sia a riposo, il suo potenziale di membrana o potenziale di riposo ha un valore
di -70 mV. Se al neurone arrivano stimoli sinaptici il potenziale di membrana:
Inizia ad aumentare (depolarizzazione) causando l’aumento della probabilità di apertura dei canali del Na+
voltaggio-dipendenti che fanno entrare Na+ secondo gradiente elettrochimico
In conseguenza dell’entrata del Na+ il neurone si depolarizza ulteriormente tramite un feedback positivo che
all’aumentare del voltaggio associa un maggior numero di canali del Na+ aperti
Il potenziale raggiunge il picco al +30 mV e non può più aumentare in quanto:
Il potenziale di membrana si avvicina significativamente al potenziale di equilibri del Na+ (che è +60
mV)
I canali del Na+ iniziano ad inattivarsi e rimangono momentaneamente refrattari ad ulteriori aperture
Dopo il picco si aprono i canali del K+ che fanno uscire il K+ dalla cellula riportando il potenziale di
membrana a valori negativi (ripolarizzazione) e addirittura inferiori rispetto al potenziale di riposo
(iperpolarizzazione) perché tende ad avvicinarsi al potenziale di equilibrio del K+ (che è -80 mV)
Dopo aver raggiunto il minimo di -80 mV i canali del K+ si inattivano il potenziale di membrana torna a -70
mV
Il potenziale d’azione è quindi un’onda di potenziale che dura 4-5 ms e ha ampiezza di 100 mV (da -70 mV a +30 mV).
Nei neuroni il potenziale d’azione si genera a livello del cono di emergenza (o monticolo assonico), in cui è massima
la densità dei canali del Na+ voltaggio-dipendenti: da qui il potenziale invade il soma (a volte si retropropaga
attraverso i dendriti) e si propaga nell’assone, in direzione dei bottoni pre-sinaptici (propagazione ortodromica).
Il meccanismo di propagazione varia a seconda che gli assoni siano mielinizzati o meno:
Nel SNC la guaina mielinica è costituita dai processi degli oligodendrociti che avvolgono l’assone
Nel SNP la guaina mielinica è costituita dalle cellule di Schwann, che lasciano zone libere, i nodi di Ranvier
La mielina isola l’assoplasma dal liquido extracellulare e riduce la dissipazione del potenziale elettrico.
Il PDA si è appena generato in prossimità del monticolo assonico, quindi vi sarà un gradiente di potenziale per cui in
prossimità del monticolo assonico la membrana sarà depolarizzata con potenziale positivo (+30 mV), le zone
limitrofe saranno ancora a riposo (-70 mV): in virtù della ddp le cariche si muoveranno nell’assone secondo
gradiente, creando una corrente interna per cui il potenziale si muoverà verso le zone a riposo, tuttavia il PDA non è
in grado di percorrere lunghe distanze (si dissipa facilmente), quindi grazie ad un feedback positivo, è possibile la
rigenerazione del potenziale d’azione, ossia la genesi di una nuova onda di depolarizzazione, grazie all’apertura dei
canali Na+ e K+ voltaggio-dipendenti. Il potenziale non può propagarsi all’indietro grazie al meccanismo di
refrattarietà.
Dal monticolo assonico, il PDA si propaga passivamente per un tratto più lungo, da un nodo di Ranvier al nodo
successivo (conduzione saltatoria), in cui sono concentrati i canali del Na+ e K+ voltaggio dipendenti che si apriranno
secondo un feedback positivo generando il nuovo potenziale e così via.
Il potenziale si propaga più rapidamente nella fibra mielinica e nelle fibre di grande calibro:
Le fibre mieliniche conducono alla velocità di circa 100 m/s (i riflessi spinali impiegano 10 ms per propagarsi);
Le fibre amieliniche conducono con una velocità minima pari a 0.5 m/s, per non sono coinvolte in circuiti nervosi
che sfruttano una risposta immediata (riflessi vitali nocicettivi), ma sono coinvolti nella sensibilità viscerale.
SINAPSI
La sinapsi è una zona di contatto tra due neuroni responsabile della trasmissione del segnale elettrico.
Le sinapsi elettriche si trovano a livello della retina, cervelletto, midollo spinale, talamo, ippocampo, bulbo olfattivo.
Le membrane dei due neuroni, presinaptico e postsinaptico, sono in contatto tramite gap junctions che presentano
strutture di connessione aspecifiche e non regolate detti connessoni, costituiti a da 6 subunità dette connessine: la
vicinanza fra due connessoni, sulle rispettive membrane (3.5 nm), crea il canale che permette il passaggio
dell’impulso.
Quando il potenziale d’azione arriva al bottone presinaptico, tramite questi canali, gli ioni possono passare tra i due
neuroni, dal bottone presinaptico al neurone postsinaptico, per cui la depolarizzazione si propaga passivamente da
un neurone all’altro. Tali canali sono generalmente sempre aperti ma il pH o la [Ca2+] ne possono modulare
l’apertura.
Le sinapsi elettriche risultano essere molto veloci consentendo una propagazione istantanea del potenziale d’azione:
la velocità di trasmissione delle sinapsi chimiche è di circa 0.5 ms mentre nelle sinapsi elettriche è inferiore ai 0.2 ms.
Le sinapsi chimiche possono essere presenti a livello dei dendriti o del soma del neurone, che riceve in media 1000
bottoni sinaptici (nel nostro cervello vi sono circa 10 11 neuroni, ognuno dei quali forma circa un migliaio di sinapsi).
Il bottone presinaptico presenta vescicole contenente il neurotrasmettitore che viene rilasciato nello spazio
sinaptico (20 nm) quando l’arrivo del PDA apre i canali Ca2+-dipendenti i quali promuovono la fusione delle
vescicole con la membrana e il rilascio del neurotrasmettitore, tramite l’attivazione di due proteine:
Sinaptotagmina = promuove direttamente la funzione delle vescicole con la membrana
CAM-chinasi = attiva la sinapsina che favorisce la fusione delle vescicole con la membrana
L’avvicinamento e la fusione delle vescicole alla membrana è mediata da proteine v-SNARE e t-SNARE.
Il bottone presinaptico possiede anche pompe di riassorbimento per il neurotrasmettitore che permettono
di diminuire la concentrazione del neurotrasmettitore nella fessura sinaptica tramite la sua ricaptazione.
La membrana post-sinaptica presenta recettori ionotropi che permettono di convertire il segnale chimico in
segnale elettrico grazie all’apertura dei canali Na+ voltaggio-dipendenti che determinano depolarizzazione
Le sinapsi chimiche a differenza di quelle elettriche sono in grado di eccitare ma anche di inibire lo stimolo.
Sommazione temporale = dopo una prima attivazione, prima della caduta del potenziale post-sinaptico, la
sinapsi viene attivata nuovamente con la conseguente sommazione del secondo segnale post-sinaptico al
primo: questa somma porta a superare la soglia di attivazione con la formazione del potenziale d’azione.
Sommazione spaziale = se vengono attivate due o più sinapsi nella stessa finestra temporale, per esempio il
potenziale post-sinaptico generato della sinapsi A viene sommato al potenziale post-sinaptico generato dalla
sinapsi B (collocata spazialmente in un punto diverso) superando la soglia di attivazione
Le sinapsi non integrative sono sinapsi che in cui non avviene la sommazione temporale o spaziale in quanto il PDA
del bottone pre-sinaptico genera un potenziale post-sinaptico sempre sopra la soglia di attivazione, quindi non serve
la sommazione per la trasmissione del segnale (es. giunzione neuromuscolare)
GIUNZIONE NEUROMUSCOLARE
Le sinapsi non integrative hanno potenziale post-sinaptico eccitatorio così elevato da superare sempre la soglia.
le fibre rampicanti che dal nucleo olivare inferiore del cervelletto arrivano alle cellule del Purkinje
la giunzione neuromuscolare, la sinapsi che si forma tra motoneurone e cellule muscolari.
Il motoneurone, che si trova nel corno anteriore del midollo spinale, emette le sue fibre tramite le radici anteriori
proiettandole sui muscoli bersaglio – si possono distinguere:
alfa-motoneuroni = principali responsabili dell’innervazione delle fibre muscolari
gamma-motoneuroni = modulano la contrazione tramite i fusi muscolari
L’assone del motoneurone si ramifica per innervare diverse cellule muscolari scheletriche formando più giunzioni
neuro-muscolari: ogni fibra muscolare riceve quindi una sola innervazione e quindi presenta una sola giunzione
neuro-muscolare, mentre ogni motoneurone può contattare più fibre muscolari in base alla precisione del
movimento controllato. Il motoneurone, insieme alla fibra muscolare da esso innervata, costituisce l’unità motoria:
unità motorie piccole = il numero di fibre muscolari innervate è limitato = movimenti raffinati
unità motorie grandi = centinaia di fibre muscolari innervate (muscoli posturali) = movimenti grossolani
Il fenomeno per cui riusciamo a controllare la contrazione di un muscolo richiamando le varie unità motorie viene
detto reclutamento.
Miastenia Gravis = malattia autoimmune in cui il sistema immunitario colpisce i recettori nAChR diminuendone la
funzionalità, compromettendo l’efficienza di trasmissione della giunzione neuromuscolare, portando alla sviluppo di
astenia con progressiva perdita di controllo dei muscoli scheletrici e a lungo andare paralisi flaccida
L’elettromiografia (EMG) è una tecnica di misurazione non invasiva importante in clinica per verificare, ad esempio,
se la conduzione nervosa che coinvolge i motoneuroni è normale o compromessa. Può essere eseguita quando si
sospetta una compressione delle radici anteriori del midollo spinale perché questa può comportare un rallentamento
della conduzione a livello degli assoni dei motoneuroni. Per eseguirla vengono posti degli elettrodi sulla cute che
misurano le differenze di potenziale generate a livello cutaneo dalla contrazione delle fibre muscolari. Nel caso di un
movimento molto lieve, come la flessione delle dita, si osserverà un tracciato con picchi ben distinguibili
corrispondenti all’attivazione di singole unità motorie; viceversa, quando aumentiamo la forza della flessione, si
otterrà il reclutamento di più unità motorie i cui segnali si sovrappongono risultando in un tracciato molto più
complesso.
Grazie all’utilizzo di elettrodi è possibile eccitare la fibra muscolare scheletrica tramite elettrostimolazione del
muscolo: si va a stimolare la fibra o direttamente gli assoni dei motoneuroni che la innervano, tramite impulsi
nell’ordine dei Volt. In clinica questa metodica viene impiegata nella riabilitazione di individui paraplegici in cui è
necessario mantenere un certo trofismo della muscolatura.
RECETTORI E NEUROTRASMETTITORI
NEUROTRASMETTITORI
Eccitatori Inibitori
Glutammato GABA
Acetilcolina Glicina
Noradrenalina
Dopamina
Serotonina
Esistono anche i neurotrasmettitori purinici come l’ATP e l’ADP, usati in casi particolari, come la sensibilità gustativa.
Alcune molecole, come il NO, fungono da neurotrasmettitori non convenzionali liberati in funzione dell’attività
neuronale: il NO viene sintetizzato in seguito all’ingresso di Ca2+ nella membrana post-sinaptica e svolge un ruolo
importante nella plasticità sinaptica: la peculiarità del NO è la possibilità di retro-propagare nel bottone pre-sinaptico
andando a modulare la produzione del neurotrasmettitore dell’assone.
Il principio di Dale afferma che si possono trovare neuroni che utilizzano, a livello della sinapsi, prevalentemente un
tipo di neurotrasmettitore, detto neurotrasmettitore principale, ma co-rilasciano altri neurotrasmettitori o
neuromodulatori per la trasmissione sinaptica.
Oltre ai neurotrasmettitori, i neuroni possono liberare neuromodulatori, spesso in aggiunta al vero e proprio
neurotrasmettitore, in grado di agire in maniera più diffusa nel sistema nervoso, rispetto ai neurotrasmettitori.
Endorfine = peptidi rilasciati dall’ipofisi, possono modulare l’attività delle vie dolorifiche del sistema nervoso
Encefaline = rilasciate in condizioni di stress per ridurlo
I neuropeptidi invece necessitano di essere sintetizzati nel soma del neurone per poi essere trasportati al bottone col
trasporto assonale in vescicole chiamate Large Dense Core Vescicle (LDCV). Questo meccanismo è molto più lento.
Le sinapsi colinergiche sono presenti sia nel SNC che nel SNC e sfruttano l’acetilcolina, impacchettata in vescicole e
secreta nello spazio sinaptico, quindi recuperata tramite pompe di ricaptazione o degradata dalle acetilcolinesterasi.
Due recettori dell’acetilcolina (AChR) sono implicati nella risposta all’acetilcolina: i recettori nicotinici e i muscarinici.
I recettori nicotinici (nAChR) sono recettori ionotropi distribuiti nel SNC e nel SNP nei gangli del SNA
(simpatico e parasimpatico) e nelle giunzioni neuromuscolari.
Nel SNC l’acetilcolina può avere azione modulatoria, psicostimolante e nella plasticità sinaptica;
Nel SNP l’acetilcolina attiva il SNA
La nicotina, agonista dell’acetilcolina, migliora l’attenzione e stimola la secrezione e l’attività dei visceri.
I recettori muscarinici (mAChR), sono recettori metabotropi presenti in 5 sottotipi, tutti accoppiati a
proteine G, alcuni dei quali regolano l’attività della fosfolipasi C, altri dell’adenilato ciclasi. Sono
particolarmente diffusi nel SNC ma presenti anche nel SNP dove mediano gli effetti del sistema
parasimpatico.
I recettori muscarinici sono presenti nel cuore a livello del NSA, dove sono accoppiati a canali GIRK, che sono
canali per il K+ attivati da proteine G che permettono l’uscita del K+ dalla cellula del NSA cui segue
iperpolarizzazione che sfavorisce la genesi del PDA e di conseguenza abbassano la frequenza cardiaca.
Esistono vari farmaci in grado di agire sulle sinapsi colinergiche:
Curaro: è un miorilassante iniettato localmente in piccole dosi durante le pratiche chirurgiche che ha come
effetto una paralisi flaccida inibendo il recettore nicotinico
Nicotina e carbacolo: sono agonisti dell’acetilcolina per il recettore nicotinico;
Procaina e clorpromazina: bloccano il recettore nicotinico;
Fisostigmina: è un inibitore dell’acetilcolinesterasi che viene utilizzato nella miastenia grave, per aumentare
la permanenza dell’acetilcolina nello spazio sinaptico e migliorare l’efficienza della sinapsi.
La sinapsi glutammatergica è una tra le più rappresentate nel SNC e sfrutta il glutammato, sintetizzato a partire
dalla glutammina nel terminale presinaptico e poi immagazzinato in vescicole. Gli astrociti sono fondamentali per
evitare l’effetto citotossico del glutammato che non può accumularsi nello spazio sinaptico in quanto iper-
stimolerebbe il terminale post-sinaptico, quindi i trasportatori del glutammato presenti sugli astrociti ne permettono
il recupero e la restituzione al neurone presinaptico. L’intervento degli astrociti fa della glutammatergica una sinapsi
tripartita.
I recettori coinvolti nella risposta al glutammato comprendono:
Recettori AMPA = inotropo = utilizzato nella trasmissione “standard” dell’impulso
Recettori NMDA = inotropo = è molto complesso, è coinvolto nell’instaurazione di meccanismi di plasticità
sinaptica, è più lento del recettore AMPA e si attiva solo in concorrenza di diversi eventi:
il legame a due molecole di glutammato;
il legame a una molecola di glicina (co-rilasciata insieme al glutammato);
la depolarizzazione della membrana post-sinaptica, che permette la rimozione di uno ione Mg 2+
associato al recettore, che in condizioni standard costituisce un blocco all’apertura del canale ionico
Farmaci anestetici come la ketamina bloccano il recettore NMDA e hanno effetto allucinogeno.
Recettori del Kainato = ionotropo
Recettori metabotropici (mGluR) = sono costituiti da proteine a 7 eliche transmembrana, concorrono alla
modulazione della trasmissione sinaptica e in particolare:
mGluR2 = terminale pre-sinaptico = ha effetto inibitorio in quanto inibisce l’adenilato ciclasi
mGluR1 e mGluR5 = terminale post-sinaptico = attivano le fosfolipasi C promuovendo la chiusura dei
canali del K+ e l’apertura dei canali del Ca2+ quindi hanno effetto eccitatorio
mGluR3 = membrana dell’astrocita = ha effetto inibitorio in quanto inibisce l’adenilato ciclasi
Le sinapsi GABAnergiche sono sinapsi inibitorie presenti nel SNC che sfruttano l’acido γ-amminobutirrico (GABA).
Presentano tre recettori principali, con struttura pentamerica, che rispondono al legame del GABA:
GABA A = ionotropo = principale recettore inibitorio dei neuroni e delle cellule gliali del SNC
GABA B = metabotropo = è un recettore modulatorio che:
A livello pre-sinaptico = contrasta l’apertura dei canali del Ca2+ e il rilascio del neurotrasmettitore
A livello post-sinaptico = inibisce l’adenilato ciclasi e provoca l’apertura dei canali del K+
GABA C = ionotropo = di minor importanza
L’epilessia è causata da un’alterazione corticale dell’equilibrio tra inibizione GABA-mediata ed eccitazione.
Dal punto di vista farmacologico ci sono delle sostanze che agiscono a livello dei recettori del GABA, in particolare:
Bicucullina: è un inibitore di queste sinapsi;
Picrotossina: un altro inibitore, con azione convulsivante;
Benzodiazepine: agiscono potenziando le sinapsi GABAnergiche e comprendono i sedativi e i miorilassanti;
Barbiturici: agonisti delle sinapsi GABAnergiche con effetti ipnotici e antiepilettici.
Nei bambini in età evolutiva e negli anziani, gli agonisti del GABA, ad esempio le benzodiazepine, possono avere un
effetto eccitatorio (depolarizzante) in quanto perché il potenziale di equilibrio del Cl- è diverso; il Cl- infatti può
essere più concentrato rispetto all'individuo adulto e quindi causare un’azione eccitatoria che provoca effetti
collaterali.
Le sinapsi glicinergiche presentano recettori ionotropi pentamerici permeabili al Cl- e sono particolarmente presenti
nel midollo spinale e nel midollo allungato.
Le sinapsi noradrenergiche e adrenergiche presentano recettori metabotropi che sono localizzati nel SNC dove
hanno azione psicostimolante e nel SNA, dove sono coinvolti nelle reazioni di stress e rappresentano il mediatore del
sistema nervoso ortosimpatico.
Alfa 1 = attivano la fosfolipasi C e possono ridurre l’apertura dei canali del K+ portando a depolarizzazione;
Alfa 2 = agiscono inibendo l’adenilato ciclasi e attivando i canali del K+ con conseguente iperpolarizzazione;
Beta 1 = aumentano i livelli di AMP ciclico
Beta 2 = agiscono sulla protein-chinasi A generando rilassamento muscolare.
Vi sono sostanze che agiscono a livello delle sinapsi noradrenergiche, ad esempio:
la L-DOPA, le anfetamine, la cocaina, agiscono come agonisti potenziando l’effetto della sinapsi
le xantine (teina, caffeina) agiscono su queste sinapsi con azione psicostimolante.
Le sinapsi peptidergiche presentano particolari recettori a 7 eliche transmembrana associati a proteine G attivati da
neuropeptidi di piccole dimensioni che agiscono in concentrazioni talvolta nanomolari: i più importanti sono i peptidi
oppioidi che hanno una funzione di modulazione nel SNC e comprendono:
Encefaline = sono coinvolte nelle reazioni di stress
Endorfine = sono coinvolte nella regolazione delle vie dolorifiche
Oltre a questi neuropeptidi, ve ne sono altri fra cui la sostanza P, la somatostatina, l’ormone rilasciante la
tireotropina (TRH), l’ormone luteinizzante (LH), l'angiotensina II, la vasopressina, l’ossitocina.
I neuropeptidi sono sintetizzati nel soma del neurone e trasportati mediante trasporto assonico vescicolare a livello
del bottone pre-sinaptico, quindi il rifornimento di queste sinapsi è più lento e anche la risposta sinaptica sarà più
lenta, per cui hanno prevalentemente funzione modulatoria.
La localizzazione principale delle sinapsi e, quindi, dei neuroni che rilasciano peptidi oppioidi riguarda:
Il corno posteriore del midollo spinale, dove c’è un gate della via dolorifica in cui agiscono le endorfine;
La sostanzia grigia periacqueduttale del tronco encefalico, dove è presente un’importante via di controllo del
dolore: il centro di controllo del respiro e del vomito;
L’ipotalamo, la corteccia cerebrale e il sistema limbico, in particolare il nucleo accumbens.
Il meccanismo di coattivazione recettoriale prevede che spesso nelle sinapsi chimiche la neurotrasmissione sia
mediata simultaneamente da diversi recettori, sia ionotropi che metabotropi, quindi ci sarà un co-rilascio di
neurotrasmettitori differenti, comunque mantenendo la diversità funzionale dei rispettivi tipi recettore.
Nella sinapsi glutammatergica i recettori ionotropi (più presenti) mediano una risposta più rapida, ma breve, mentre
i recettori metabotropi (meno presenti) hanno un’azione modulatoria (lenta) e danno una risposta più prolungata.
Nella sinapsi colinergica del SNC vari recettori possono contribuire alla risposta post-sinaptica:
il recettore nicotinico (nAChR) è quello che produce la risposta più rapida (verde)
il recettore muscarinico (mAChR) produce una risposta più lenta (blu)
l’ormone stimolante il rilascio dell’ormone luteinizzante (LHRH) produce una risposta ancora più lenta e
ritardata rispetto ai due precedenti (rosso).
Risulta evidente che la trasmissione del segnale sia mediata da diversi recettori e diversi neurotrasmettitori.
CELLULE GLIALI
Le cellule gliali rappresentano un tipo cellulare molto importante del SNC, sono equivalenti in termini quantitativi
rispetto ai neuroni (~1011), partecipato alla risposta immunitaria del sistema nervoso e anche alla trasmissione,
come nel caso delle sinapsi glutammatergiche.
Microglia = cellule piccole con corti e numerosi processi citoplasmatici, che hanno funzioni di sorveglianza
immunitaria (mobilità, fagocitosi e citotossicità) nel caso ci fosse un corpo estraneo o una piccola emorragia
del SNC, possono proliferare ed intervenire nella risposta immunitaria che forma una cicatrice detta gliosi;
Macroglia = comprende numerosi tipi cellulari:
Oligodendrociti = cellule gliali del SNC
Astrociti = possono entrare a far parte della costituzione delle sinapsi nel caso della sinapsi tripartita:
isolano il bottone sinaptico e partecipino al re-uptake del neurotrasmettitore;
Cellule ependimali = rivestono i ventricoli cerebrali e il canale centrale del midollo spinale
Cellule di Schwann = cellule gliali del SNP
La barriera emato-encefalica è un’unità anatomo-funzionale realizzata dalle particolari caratteristiche delle cellule
endoteliali che compongono i capillari del SNC, le quali possiedono tight junctions che impediscono la libera
diffusione di soluti, anche di piccole dimensioni. Inoltre all’esterno i processi astrocitari degli astrociti formano un
rivestimento del capillare, e sono tra loro sigillati da zone di adesione molto strette. Il passaggio di sostanze
dall’interno del capillare all’esterno nel liquido cerebrospinale e viceversa è quindi mediato esclusivamente da
trasportatori che sono presenti sia sulla membrana delle cellule endoteliali, sia sui processi astrocitari.
Per esempio, i trasportatori GLUT di glucosio dal plasma al liquido cerebrospinale più rappresentati nella barriera
emato-encefalica sono GLUT-1 e GLUT-3, che trasportano glucosio in maniera insulino-indipendente
(contrariamente a quanto accade in altri tessuti, in cui il trasporto è insulino-dipendente). Il cervello ed in particolare
i neuroni sfruttano largamente il glucosio per il loro metabolismo, quindi è essenziale che il rifornimento avvenga
indipendentemente dalla concentrazione di insulina.
PLASTICITA’ SINAPTICA
La plasticità sinaptica è la capacità delle sinapsi di cambiare la propria efficienza di trasmissione in funzione della
storia della loro attività (siti di immagazzinamento della memoria), scuperta da Cajal, Donald Hebb e Kandel. La
perdita dei meccanismi di plasticità ha un impatto clinico molto importante, infatti è alla base dell’insorgenza
dell’Alzheimer.
Le sinapsi, si è scoperto, rispondono esse stesse a meccanismi di plasticità short-term o long-term, e si ritiene,
anche se non è stato dimostrato, che questi meccanismi siano alla base dei due meccanismi di memoria.
Breve termine (STP, short-term plasticity): modifiche della capacità di trasmissione della sinapsi che durano
pochi minuti o pochi secondi, passati i quali la sinapsi torna alla situazione iniziale;
Lungo termine (LTP, long-term potentiation): modifiche della capacità di trasmissione della sinapsi che
perdurano molto più a lungo (ore, mesi o anni).
Ad ogni modo è una distinzione “artificiosa”, nel senso che la transizione tra plasticità a breve e a lungo termine non
è netta ma continua, di conseguenza è in realtà spesso difficile stabilire un confine chiaro tra le due forme. I
meccanismi che sottendono questi processi sono spesso intersecati quindi una plasticità a breve termine può
diventare una plasticità a lungo termine se subentrano processi di stabilizzazione.
Plasticità omosinaptica = si manifesta direttamente tra i due neuroni di interesse
Plasticità eterosinaptica = coinvolge anche sinapsi differenti che si formano con i due neuroni di interesse
Plasticità sinaptica a breve termine
La facilitazione è un meccanismo di memoria a breve termine che tende a migliorare la trasmissione dal neurone A
al neurone B, che sembra avvenire dal lato pre-sinaptico di una sinapsi, dove le vescicole contenenti il
neurotrasmettitore sono rilasciate, e la facilitazione sembra essere il risultato di un incremento della probabilità di
rilascio delle vescicole.
Si considerano quindi due neuroni (A e B), collegati da una sola sinapsi: potendo essere in grado di inviare una rapida
scarica di potenziali d’azione molto frequenti, i valori
e l’ampiezza dei potenziali post-sinaptici generati
comincerebbero ad aumentare: la sinapsi trasmette
sempre di più, fino a raggiungere un plateau che
corrisponde alla saturazione del processo, ossia
l’ampiezza massima raggiungibile dalla facilitazione.
Al termine di questa rapida scarica di potenziali
d’azione, nel neurone post-sinaptico i potenziali post-
sinaptici ritornano rapidamente al valore iniziale.
Durante lo stimolo, la sinapsi è diventata più
efficiente nel trasmettere i potenziali d’azione
(facilitazione), poi rapidamente è ritornata alle condizioni iniziali.
La facilitazione è determinata dalla concentrazione di Ca2+ nel bottone pre-sinaptico: qualora si abbiano potenziali
d’azione che si ripetono a lunghi intervalli, il Ca2+ ha sufficiente tempo per tornare ai livelli citoplasmatici basali tra
un potenziale e l’altro, ma se invece si avesse una frequenza di potenziale maggiore, il Ca2+ non avrebbe il tempo di
venire espulso dal citoplasma, e rimarrebbe una
concentrazione di Ca2+ citoplasmatica maggiore, che
viene ulteriormente amplificata dall’ingresso di altro
Ca2+, indotto dal successivo PDA: si creerebbe così
un accumulo di Ca2+, che favorisce un maggiore
rilascio di neurotrasmettitore. Terminata
l’eccitazione del bottone pre-sinaptico, si torna
velocemente ad un livello basale di Ca2+, e si ha un repentino blocco del rilascio di neurotrasmettitore.
Il potenziamento a breve termine (STP) è un processo simile alla facilitazione, tuttavia l’aumento del potenziale
post-sinaptico si instaura molto più lentamente, e ritorna più lentamente alla condizione basale, una volta terminata
la fase ad alta frequenza del potenziale pre-sinaptico. In questo caso si necessitano, dunque, un numero maggiore di
potenziali d’azione per l’aumento dell’ampiezza del potenziale post-sinaptico. L’ampiezza stessa si esaurisce poi più
lentamente, in un arco temporale anche di minuti, prima di raggiungere i livelli basali. È dunque un processo
mnemonico che perdura per più tempo.
La depressione a breve termine (STD) è un processo durante cui l’ampiezza dei potenziali post-sinaptici diminuisce,
e la sinapsi s’indebolisce. Si può vedere come un processo speculare al potenziamento.
Tutti questi processi sono regolati da meccanismi molecolari differenti, e possono avvenire in sinapsi diverse; non si
esclude, comunque, che una stessa sinapsi possa andare incontro a tutte e tre queste possibilità, secondo l’attività
dei due neuroni coinvolti. È il caso dell’ultimo grafico, in cui si vede il tracciato di una sequela di meccanismi
differenti che si compongono in un’unica sinapsi. Questo suggerisce la complessità della plasticità sinaptica, benché
si inizino a scoprire le sue varie sfaccettature e meccanismi molecolari.
Il potenziamento a lungo termine (LTP) può essere associativo o non associativo, NMDA-dipendente o indipendente.
L’esperimento in cui venne scoperto fu effettuato stimolando tetanicamente dei circuiti dell’ippocampo.
Lo psicologo Donald Hebb aveva formulato un’ipotesi, che si è dimostrata in parte vera, secondo la quale due
neuroni collegati tra loro e sono attivi contestualmente rafforzano la loro connessione sinaptica: in altre parole si
afferma che le sinapsi siano rafforzate da attività correlata tra i neuroni pre- e post-sinaptico (potenziamento a lungo
termine).
La sinapsi glutammatergica va incontro a potenziamento grazie ai suoi recettori AMPA e soprattutto NMDA.
AMPA = canali per il Na+ che depolarizza il neurone post-sinaptico (partecipano alla trasmissione sinaptica)
NMDA = canali per il Ca2+ e per il Na+ che normalmente sono inattivi a causa del Mg2+ che li blocca
La depolarizzazione per lungo tempo del neurone post-sinaptico favorisce il rilascio del Mg2+ e l’attivazione dei
NMDA, per la quale sono necessarie anche due molecole di glutammato e la glicina, co-rilasciata dal neurone pre-
sinaptico.
Quando i canali NMDA si aprono la concentrazione del Ca2+ nel neurone post-sinaptico aumenta e:
si lega alla calmodulina e attiva la CaM-chinasi 2, la PKA e la PKC che fosforilano i recettori AMPA della
membrana post-sinaptica, aumentandone la probabilità di apertura, per cui per una stessa quantità di
glutammato il potenziale post-sinaptico generato dagli AMPA sarà più alto;
determina un aumento della sintesi proteica, cioè attiva la traslocazione di recettori AMPA sulla membrana
post-sinaptica che quindi aumenteranno la loro densità
porta all’attivazione dell’adenilato ciclasi, che attiverà la CMP-ciclasi che attiva a sua volta una MAP-chinasi,
che attiva il CREB che promuove, tramite il CRE, la trascrizione genica:
dei geni per AMPA,
dei geni per la stabilizzazione della sinapsi potenziata
dei geni promuovono il fenomeno della duplicazione sinaptica
Queste due modifiche, aumento della probabilità di apertura e aumento di densità, possono essere mantenute a
lungo termine però questi meccanismi non sono sufficienti per un potenziamento che duri mesi o anni. Più questa
connessione viene stabilizzata più si assiste a meccanismi cellulari di rafforzamento, come la neoformazione di
sinapsi.
Il PDA che si genera nel monticolo assonico si può retro-propagare anche nei dendriti, tramite da canali voltaggio-
dipendenti. Quando il neurone, che supponiamo essere post-sinaptico, è attivo, e cioè “spara” PDA, alcuni di questi
potenziali possono retro-propagare e depolarizzare i dendriti: in tal modo il neurone può “avvertire” i neuroni
circostanti che è eccitato. Con la retro-
propagazione si possono rinforzare le sinapsi
dalle quali lo stimolo era partito.
Il fenomeno di Spike Timing Dependent Plasticity (STDP) si basa sul ritardo temporale tra due potenziali di azione
nel neurone pre- e post-sinaptico. Se il potenziale di azione post-sinaptico segue, come è logico aspettarsi, il
potenziale di azione pre-sinaptico (ciò avviene per più stimoli sequenziali) la sinapsi si potenzia. Tuttavia, se, per
motivi circuitali, il neurone post-sinaptico genera il potenziale di azione prima dell’altro neurone, e quindi non c’è un
rapporto di causa-effetto, la sinapsi si deprime. Per cui un mismatch temporale positivo porta al potenziamento della
sinapsi, un mismatch negativo porta alla sua depressione. Esiste un sistema analogo nel nostro organo uditivo, che
permette di discriminare la direzione di provenienza del suono.
Meccanismi simili a quelli appena descritti di plasticità nell’adulto, si possono riscontrare nello sviluppo embrionale
del sistema nervoso, nell’ambito della stabilizzazione dei circuiti del sistema nervoso centrale. Lo stesso meccanismo
ha anche a che fare con la necessità di input sensoriali per stabilizzare le sinapsi in periodi critici dell’età evolutiva.