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LEZIONE 6 19/11/07

Un organismo pluricellulare, con miliardi di cellule, riesce a garantiire il funzionamento di tutte le cellule e
funzionare in maniera globale, grazie al meccanismo del potenziale d’azione. Esiste una funzione fisiologica
che viene definita ECCITABILITÁ, che rifuarda due diversi tipi di tessuto: il tessuto nervoso e il tessuto
muscolare.
Il TESSUTO NERVOSO ha la funzione importantissima di controllare e coordinare il funzionamento di tutti
gli altri organi interni e i tessuti dell’organismo.
Il TESSUTO MUSCOLARE si distingue in: tessuto muscolare liscio, tessuto scheletrico e tessuto cardiaco,
proprio perché ci sono tre diversità morfologiche e funzionali che consentono una funzione specifica.
La funzione specifica in un tessuto muscolare è la contrattilità, quindi l’eccitabilità e la contrattilità nel
muscolo diventano due funzioni che danno origine a una complessa funzione unica.

Quando parliamo di eccitabilità prendiamo in considerazione le cellule che si trovano nel sistema nervoso.
Queste cellule sono definite NEURONI, e presentano un corpo cellulare, con dei DENDRITI, e un ASSONE
che ha delle terminazioni nervose finali, che possono prendere contatto con altri neuroni o con altri tessuti.
Ci sono tre forme diverse di neuroni:
- multipolari (con dendriti tutti intorno)
- bipolari (un ciuffo di dendriti dal lato opposto all’assone)
- pseudounipolare (detto anche a T)

Tutte le parti di membrana di questo neurone sono oggetto di studio, nel momento in cui si studia un
potenziale di membrana con degli elettrodi posti uno all’esterno e uno all’interno, e si trova un valore di -70
mV. Le conduttanze entrano in gioco per garantire la funzionalità della mambrana.possiamo inserire una
stimolazine al sistema: quindi oltre che registrare possiamo somministrare corrente e in questo modo
possiamo studiare quali sono gli effetti che si generano nell’istante in cui somministro una certa quantità di
corrente. Naturalmente lo stimolo deve avere determinate caratteristiche: lo stimolo non deve causare danni,
deve potersi ampliare o ridurre l’ampiezza, la durata, la frequenza.
Quindi, quando stimoliamo la membrana posso decidere di dare diversi parametri allo stimolo che vado a
somministrare; questi parametri sono:
- ampiezza (voltaggio)
- durata (tempo di stimolazione)
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- frequenza ( quante stimolazioni faccio nell’unità di tempo)


Dunque, quando stimoliamo una membrana, non facciamo altro che fornire una certa quantità di energia
sotto forma di corrente, che può essere fornita con forme diverse, cioè posso modificare la direzione del
flusso dell’energia che sto somministrando.
Tutto questo deve essere graduabile, cioè lo posso modificare di poco per ogni singolo evento sperimentale,
e quando voglio smettere, questo non deve creare una variazione irreversibile, cioè devo consentire alla
membrana della cellula di ritornare nelle condizioni iniziali, e la membrana deve poter essere ulteriormente
stimolata appena termina l’evento precedente, perché non si è né alterata né modificata.
CARATTERISTICHE DEL POTENZIALE D’AZIONE
- soglia
- potenziale tutto-o-nulla
- si propaga senza decremento
- depolarizzazione
- ripolarizzazione
- potenziale postumo
- periodo refrattario
- canali ionici

Questo è un grafico del potenziale


d’azione, che però non è un asse
cartesiano

Dove:
EK+ = potenziale di equilibrio del K+ (-90
mV)
Er= potenziale di membrana
ENa+= potenziale di equilibrio del Na+
(+60 mV)

Dove c’è la freccia è il momento in cui viene applicato lo stimolo ad una membrana; questo stimolo è
sufficiente a determinare una modificazione del potenziale di membrana, che fino a questo momento era al
suo potenziale di riposo (-75 mV). Questa modificazione ha un picco, e viene caratterizzata da momenti
diversi: la prima fase è quella che và da -75 mV a +30 mV viene definita DEPOLARIZZAZIONE; la fase
seguente, che porta il potenziale da +30 mV fino a valori più negativi di quelli del potenziale a riposo, viene
dette RIPOLARIZZAZIONE; l’ultima fase, che porta questi valori negativi fino al potenziale di riposo,
viene definita IPERPOLARIZZAZIONE POSTUMA.
Quando si stimola una cellula eccitabile con un impulso in maniera tale da determinare una risposta, si
ottiene come risposta un potenziale d’azione che è la depolarizzazione della membrana. La fase di
depolarizzazione non si innalza in modo costante, ma durante il suo andamento ha una specie di gobba, che
viene detta VALORE SOGLIA del potenziale; dopo il raggiungimento del valore soglia si ha una
depolarizzazione che è invece molto rapida, e porta il valore dalla soglia fino al valore di +30 mV, definita
FASE DI PICCO del potenziale. Raggiunto il picco inizia la fase di ripolarizzazione.
Questi diversi movimenti, in questo grafico, sono messi in correlazione con due diverse conduttanze, quella
al Na+ (gNa+) e quella al K+ (gK+).
Quindi con questo grafico abbiamo una serie di informazioni che ci specificano com’è la situazione della
membrana in un preciso momento, e visto che le conduttanze sono collegate ai canali, possiamo dire che a
un aumento di conduttanza al Na+ e al K+ ci saranno sicuramente dei canali che entrano in gioco per
consentire questo aumento di conduttanza.
Si è visto sperimentalmente, con tecniche fisioelettriche, che nel momento in cui si parla di potenziale
d’azione entrano in gioco una serie di canali che si definiscono CANALI VOLTEGGIO DIPENDENTI, che
sono diversi rispetto ai soliti canali. I canali voltaggio dipendenti quindi diventano il meccanismo chiave che
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consente di spiegare tutte le caratteristiche e le varie fasi del potenziale d’azione. La caratteristica di questi
canali voltaggio dipendenti è che possono avere delle conformazioni diverse, per le quali si può passare dal
canale chiuso al canale aperto, e viceversa. I canali che entrano in gioco sono sempre canali SELETTIVI:
alcuni sono canali voltaggio dipendenti per il Na+, altri sono canali voltaggio dipendenti per il K+. I due tipi
di canali voltaggio dipendenti hanno caratteristiche diverse:
- Il canale voltaggio dipendente per il Na+ ha diverse “porte”; nello stato di riposo, questo canale ha
una porta interna che è chiusa. Allo stoto di riposo segue lo stato di attivazione che viene determinato
dall’apertura della porta interna che consente il passaggio del Na+ attraverso la membrana e quindi
un aumento di conduttanza al Na+. Questo momento di attivazione è seguito dalla fase di
INATTIVAZIONE, che è dovuta all’interposizione nello spazio interno del canale, di una seconda
porta, che è diversa dalla prima (che si trova all’interno del canale stesso). Da questa fase di
inattivazione si può passare alla condizione di riposo, grazie alla chiusura della porta interna che era
rimasta aperta durante la fase di inattivazione. Se il canale non torna allo stato di riposo non può
essere attivato e quindi non si può aprire nuovamente.
- Il canale voltaggio dipendente per il K+ invece, presenta solamente una porta di attivazione, quindi
solo un’apertura; ha solo una porta che si trova rivolta verso l’esterno della cellula, in maniera tale da
consentire il passaggio del K+ e quindi la conduttanza al K+ aumenta quando questo canale si apre.
Questo canale passa da uno stato di apertura a uno di chiusura, cioè non presenta uno stato di
inattivazione.
Lo studio del blocco del voltaggio
ha consentito l’identificazione di
questi canali; a questo proposito si
usano dei bloccanti specifici, cioè
molecole che si legano
specificamente a uno di questi
canali, in modo da identificare il
tipo di corrente che stava
attraversando la membrana in quel
momento.
Se blocco la conduttanza al Na+
mediante una molecola specifica,
osservo che il potenziale d’azione
non si genera, perché tutta la fase
di depolarizzazione del potenziale
d’azione è garantita dall’ingresso di
Na+ nella cellula, grazie appunto
all’apertura dei canali voltaggio
dipendenti che consentono
l’ingresso del Na+.
Se blocco la conduttanza al K+, avviene una depolarizzazione, che poi si esaurisce senza il ritorno al
potenziale di riposo; in questo modo si è correlata la conduttanza al K+ con la ripolarizzazione del potenziale
d’azione.
In questo tracciato abbiamo una situazione che viene successivamente da canali diversi: quindi, lo stimolo
arriva alla membrana, che attiva i canali del Na+ fino a quando si raggiunge il picco; a questo punto, chiusi i
canali del Na+ c’è un inizio graduale della conduttanza al K+: questo significa che i canali del K+ si aprono
lentamente e consentono una iniziale fuoriuscita di K+ prima della depolarizzazione, che sarà poco
inizialmente e chiaramente sarà mascherato dalla prorompente quantità di Na+ che entra; questa fuoriuscita
di K+ diventa fondamentale quando l’ingresso di Na+ viene bloccato. Il Na+ che entra tenderebbe al suo
potenziale di equilibrio e porterebbe questo valore a +60 mV; il K+ che fuoriesce da una membrana che ha
un valore di +30 mV, tende al suo potenziale di equilibrio di -90 mV; quindi automaticamente la fuoriuscita
del K+ riporta il potenziale a valori più negativi, ancora più negativi del -75 mV che viene raggiunto
dall’attivazione della pompa Na+/K+, che a questo punto prende il Na+ che è entrato e lo ributta fuori, prende
il K+ che è uscito e lo ributta dentro, riportando il valore a -75 mV.

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