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LEZIONE 9 26/10/07

Nelle cellule nervose il potenziale d’azione, mediante le sue caratteristiche e le caratteristiche della
membrana, arriva fino ai bottoni sinaptici, cioè fino alle terminazioni nervose della fibra che stiamo
considerando.
Nel momento in cui lo stimolo giunge al bottone sinaptico, c’è un rilascio di un neurotrasmettitore.
Quello che avviene all’interno, in realtà, viene definito normalmente come TRASPORTO ASSONALE, ed è
un meccanismo di trasferimento vero e proprio di sostanze che prendono origine all’interno del corpo
cellulare, e vengono trasferite nei bottoni sinaptici dei neuroni, quindi trasportano lungo tutto l’assone queste
componenti. Lo stesso vale con un andamento
opposto per ciò che viene dal bottone sinaptico verso il corpo cellulare.
Come abbiamo visto che il potenziale d’azione si poteva definire in maniera diversa, in relazione alla
direzione, con lo stesso sistema concettuale si definisce come:
-TRASPORTO ANTEROGRADOdal corpo cellulare alla terminazione nervosa;
- TRASPORTO RETROGRADO dai bottoni sinaptici al corpo cellulare.
Queste due diverse modalità di trasporto sono molto importanti per le cellule, e sono importanti per diversi
aspetti funzionali che sono legati non solo all’elettricità della membrana ma anche a tutto il metabolismo, e
quindi a tutta la funzionalità delle cellule nervose.
Il trasporto anterogrado si è visto mediante patch clamp che può avere due velocità diverse; un tipo di
trasporto che viene definito ASSOPLASMATICO più rapido, che ha una velocità di 40 cm/gg, ed è un
meccanismo che è collegato ai neurotubuli, cioè le strutture che compongono il citoscheletro, che fanno
proprio parte dell’organizzazione del citoscheletro degli assoni. La cinesina, per esempio, che è una delle
molecole che fa parte di questo sistema, è molto importante in quanto utilizzando ATP, riesce a trasferire
delle sostanze che vengono prodotte dal corpo cellulare, che vengono poi trasferite alla terminazione
nervosa. Consideriamo questi microtubuli come un sistema di binari, quindi come un sistema che veicola
queste molecole verso le terminazioni. Accanto a questo trasporto abbiamo il trasporto ASSONALE
LENTO, che ha una velocità di 1 mm/gg. Questo trasporto è messo in correlazione alla capacità di crescita
dell’assone, e di riparare eventuali punti danneggiati, il turnover dei canali, quindi questo trasporto è
continuo ed è in relazione con il rinnovamento della membrana.
Il trasporto retrogrado ha una velocità media di 25 cm/gg. In realtà ci sono state molte sostanze utilizzate per
tracciare il percorso che segue il neurone, e l’assone del neurone, sostanze che vengono proprio utilizzate ai
fini di identificare esattamente dove si trova il corpo cellulare e dove si trova la terminazione di un neurone.
Queste sostanze possono essere identificate con tecniche diverse. Una di queste sostanze, per esempio, è la
PEROSSIDASI che viene utilizzata proprio per identificare queste correlazioni; altre sostanze sono
fluorescenti, e si utilizzano per mettere in evidenza i terminali o le cellule.
Uno dei meccanismi che ha messo in evidenza la funzionalità delle sinapsi (sia del nervo che del muscolo) è
legato al “nerve graith factor”, o NGF (fattore di crescita delle cellule nervose). Si è visto che questa
sostanza può essere captata dalla terminazione del nervo e può, mediante dei recettori di membrana, essere
trasportata all’interno, ed interagire con i processi metabolici della cellula ; quindi il trasporto assonale, a
questo punto, diventa un meccanismo importante, che all’interno della struttura dell’assone si affianca
all’eccitabilità della membrana. La
struttura della membrana è qualcosa che ha all’interno un citosol, un citoscheletro, cioè tutte le strutture
presenti in tutte le cellule. L’assone non serve solo per trasferire il potenziale d’azione dal corpo cellulare
alla terminazione, ma serve per trasferire tutta una serie di molecole utili e necessarie per il proprio
metabolismo, per il turnover delle proprie parti, ecc.
Ci sono sostanze in grado di bloccare la funzionalità dei canali. Le sostanze in grado di interagire con i
canali Na+ voltaggio-dipendenti sono tante, oltre alla TTX (tetrodotossina) abbiamo la SAXITOSSINA, che
è estratta dai dinoflagellati marini, poi ancora esistono dei composti liposolubili che possono essere usati
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come anestetici locali; poi ancora abbiamo la BATRACOTOSSINA, ricavata dalla pelle delle rane.
Moltissimi bloccanti sono prodotti da altri organismi viventi per manifestare una forma di difesa contro un
altro organismo che attacca. Tutte queste sostanze agiscono sui canali Na+, per bloccare il canale, cioè per
bloccare la trasmissione dell’impulso nervoso, quindi del potenziale d’azione. Nello studio delle diverse
isoforme del canale si è visto che alcuni sono resistenti ad un particolare tipo di bloccante, quindi presentano
caratteristiche diverse. Ad esempio il canale Na+ voltaggio-dipendente 1.8 è resistente all’azione della TTS.
Ci sono dei siti di fosforilazione per le chinasi: le chinasi che si trovano all’interno della cellula possono
essere chinasi A e chinasi B, che sono correlate alla riduzione delle correnti; cioè le chinasi possono agire sui
canali e questo significa, in realtà, che la presenza di una maggiore o minore concentrazione di queste
chinasi, che sono in correlazione a meccanismi metabolici, consente di modificare la funzionalità dei canali;
quindi il canale non è una struttura sconnessa a tutto ciò che avviene nel neurone, ma è connesso proprio
all’attività metabolica del neurone stesso. Quindi se c’è un meccanismo a livello del neurone, che per un
motivo qualunque aumenta o fa diminuire la concentrazione di proteine chinasi, queste possono intervenire
all’interno e facilitare o inattivare la funzionalità del canale. A questo punto riprendendo il discorso della
soglia e del potenziale tutto-o-nulla, ci rendiamo conto che, essendo molte le componenti che entrano in
gioco, il tutto e il nulla sono due probabilità.
Alcuni canali per il Na+ vengono definiti CANALI PERSISTENTI, questi hanno consentito di capire, in
maniera specifica, qual è il voltaggio al quale possono essere attivati. Lo studio combinato attraverso voltage
clamp e patch clamp, ha consentito l’identificazione di quali sono i valori di potenziale che attivano
determinati canali; quindi ci sono canali Na+ che hanno una caratteristica propria che è differente: quindi
sotto soglia, (cioè a valori compresi tra i -70 mV e i -50 mV) ci sono canali che consentono l’ingresso di
Na+, che hanno proprio delle caratteristiche diverse perché si attivano e rimangono aperti per un po’ di
tempo, cioè consentono alla membrana la fase di depolarizzazione, e poi, quando si passa alla fase sopra
soglia, entrano in gioco gli altri canali.
Quindi la conduttanza al Na+ è legata alla presenza di canali di voltaggio differente, cioè non tutti i canali si
aprono a -70/- 50 mV ma alcuni si aprono a -60 mV, altri a -40 mV, ecc, cioè hanno caratteristiche di
voltaggio differenti.
Ci sono canali, detti CANALI CON CORRENTI RISORGENTI, cioè come se fossero riattivati dopo una
depolarizzazione (più veloci dei transienti, che sono i canali normali, che si attivano e inattivano
regolatmente); e poi ci sono i cosiddetti CANALI TRANSEPITELIALI (ENaC), questi fanno parte integrante
del meccanismo che ci consente di spiegare il potenziale di membrana a riposo, perché tutte le cellule, non
solo quelle eccitabili, presentano un potenziale di riposo, e il potenziale delle cellule epiteliali diventa
importante perché i canali fanno parte integrante della superficie delle cellule epiteliali. I canali
transepiteliali diventano importanti perché ogni volta che si utilizzano dei diuretici, non si fa altro che
andare ad agire sugli ENaC, cioè bloccando questi canali si riduce l’assunzione di Na+, riducendo così
l’assorbimento di acqua.
TETRODOTOSSINA (TTX): La tetrodotossina è un antagonista dei canali Na+ voltaggio-dipendenti. E’ una
ittiotossina prodotta da diverse specie di pesci delle famiglie Tetrodontidae, Diodontidae e Molidae (pesce
palla). Più di 50 specie di queste famiglie sono tossiche e la maggior parte vivono nelle acque del Giappone
e del sud-est asiatico e vengono utilizzate come cibo. Si è visto sperimentalmente che i pesci palla che
vivono in acquario non producono questa sostanza. La tetrodotossina è tra le più potenti tossine di natura
non proteica; è stata caratterizzata ed ottenuta per sintesi per la prima volta nel 1966. E’ localizzata
prevalentemente nelle gonadi, maschili e femminili, ma è presente anche nel fegato, nell’intestino e nella
pelle; la sua concentrazione nei muscoli è relativamente bassa. La tossicità varia notevolmente da individuo
a individuo, anche nella stessa specie, e subisce variazioni nel corso dell’anno: è massima al momento della
riproduzione. Nell’uomo i sintomi compaiono entri 5-30 minuti dall’ingestione e si manifestano dapprima
come debolezza generale, vertigini, nausea, pallore, parestesia e formicolio esteso a labbra, lingua, gola ed
estremità del corpo. Seguono sudorazione intensa, disturbi respiratori ed abbassamento della pressione
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sanguigna. Nei casi più gravi si hanno dolori muscolari e al torace, cianosi; può insorgere la paralisi a volte
preceduta da convulsioni. La morte avviene per paralisi respiratoria entro 6-24 ore. Non si conoscono
antidoti. La tossina è resistente al calore. Nel 1964 venne scoperta la presenza di tetrodotossina anche in
alcune specie di Gobiidae, nelle quali la tossina si concentra maggiormente nella pelle e nelle gonadi. In
seguito la tetrodotossina è stata trovata anche in altri organismi quali alcune specie di salamandre (Taricha
torosa, T. rivularis e T. granulosa), alcune piccole rane di Panama e della Costa Rica appartenenti al genere
Atelopus, il piccolo polpo australiano Octopus maculosus. La tetrodotossina è letale per tutti gli animali fino
ad ora sperimentati. Essa è principalmente una potente neurotossina: nello specifico blocca i canali del sodio
sulla superficie delle membrane nervose senza modificare in alcun modo il trasporto del potassio.

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