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Il sistema nervoso

I numerosi processi fisiologici che


si verificano all’interno degli
organismi pluricellulari sono
coordinati fondamentalmente dal
sistema nervoso.
La varietà dei tipi cellulari, quanto a
forma, volume, aspetto dei
prolungamenti e corredo
biochimico, non trova riscontro in
nessun altro tipo di tessuto e
contribuisce alla definizione
dell’individualità neuronale.

La funzione di una determinata area


nervosa, inoltre dipende spesso dal
suo grado di complessità e questa, a
sua volta, è correlata all’importanza
di una certa funzione in un
determinato ambiente.
Principi dell’organizzazione del sistema nervoso

1. Principio della polarizzazione dinamica secondo il quale in ogni


neurone i segnali nervosi viaggiano dalla zona di ricezione (dendriti e
corpo cellulare) alla zona di innesco (segmento iniziale dell’assone).
Da qui il potenziale d’azione si propaga poi unidirezionalmente per
tutta la lunghezza dell’assone fino alla terminazione nervosa.

2. Principio della specificità delle connessioni secondo il quale ciascuna


cellula nervosa stabilisce connessioni specifiche solo con particolari
cellule bersaglio postsinaptiche e non con altre.
La cellula nervosa

Il neurone è caratterizzato però dalla presenza di due


tipi di prolungamenti:

▪ dendriti, che partono dal corpo cellulare e sono


generalmente numerosi e ramificati. I dendriti
insieme al corpo cellulare forniscono le sedi per
i contatti sinaptici provenienti da altri neuroni.
▪ assone, un prolungamento in genere unico, che
parte dal corpo cellulare e si estende talvolta
fino a notevole distanza. E’ specializzato per la
conduzione dell’impulso. La parte terminale
dell’assone costituisce la terminazione
presinaptica mediante la quale il neurone
prende contatto con le cellule bersaglio.
La morfologia dei neuroni può essere diversa a
seconda della loro funzione
I neuroni, grazie alle loro membrane elettricamente eccitabili, sono in grado di ricevere segnali,
elaborarli e trasmetterli ad altre cellule. Queste funzioni sono il riflesso della differenziazione
morfologica della cellula nervosa in corpo cellulare, dendriti e assone. Tale differenziazione è sempre
mantenuta benchè vi sia una grande variabilità nella forma e dimensioni neuronali.

Neuroni sensoriali: conducono le informazioni dal corpo dell’animale in periferia


Interneuroni: connettono un neurone ad un altro neurone situato nella stessa area del SNC
Motoneuroni: trasmettono informazioni agli organi effettori, causando la contrazione dei muscoli
scheletrici o la secrezione da parte delle ghiandole
Caratteristiche del neurone
Il neurone ha due fondamentali caratteristiche:

1. La periferia della cellula nervosa può estendersi a notevole distanza


dal corpo cellulare; ad esempio l’assone del nervo sciatico di un
uomo alto 1,8 m è lungo circa 1 metro (dal midollo spinale al
piede).

2. La periferia del neurone può essere fino a 1000 volte più estesa
del corpo cellulare.

Come può il corpo cellulare servire un territorio 1000 volte


più esteso di se stesso?
Il neurone
Le cellule gliali
Astrociti: circondano neuroni e capillari con i loro
numerosi processi protoplasmatici, attraverso i quali
realizzano gli scambi metabolici.

Oligodendrociti: si avvolgono attorno agli assoni dei


neuroni del SNC costituendo un rivestimento, la
guaina mielinica.

Le cellule di Schwann: rivestono di mielina gli assoni


del SNP

Cellule microgliali: svolgono funzioni analoghe a


quelle dei macrofagi e influenzano la sopravvivenza
cellulare.
Caratteristiche delle cellule gliali
Il termine glia deriva dal greco “collante” e riflette l’opinione, diffusa nel XIX
secolo, che queste cellule servissero per tenere insieme i neuroni. Il termine è stato
conservato malgrado l’assenza di qualsiasi dato che dimostri che tra le numerose
funzioni delle cellule gliali ci sia anche quella di legare insieme le cellule nervose.
La differenza principale tra cellule gliali e nervose risiede nel fatto che le cellule
gliali non sono coinvolte direttamente nelle interazioni sinaptiche e nella
comunicazione elettrica, benchè contribuiscano grandemente a preservare i contatti
sinaptici e a modulare la capacità di comunicazione dei neuroni.

Le cellule gliali
➢ Non sono in grado di condurre gli impulsi (non hanno potenziale d'azione), anche
se si possono leggermente depolarizzare (da -90 a -60 mV) in risposta a vari
neurotrasmettitori.
➢ Sono unite da giunzioni comunicanti (gap junctions) a bassa resistenza elettrica.
➢ Sono in grado di dividersi.
➢ Hanno un potenziale di membrana a riposo di -90 mV.
➢ Hanno una permeabilità al K+ 100 volte maggiore della permeabilità al Na+.
➢ Nel sistema nervoso dei mammiferi sono da 5 a 10 volte più numerose dei
neuroni.
Funzioni delle cellule gliali

➢ Funzioni trofiche e di sostegno per i neuroni


➢ Formazione della mielina e aumento della velocità di conduzione dell'impulso
nervoso
➢ Funzione fagocitaria
➢ Formazione della barriera ematoencefalica (in quanto contribuiscono a formare
giunzioni poco permeabili tra le cellule endoteliali dei capillari cerebrali)
➢ Controllo della riassunzione dei neurotrasmettitori (trasportatori gliali per alcuni
neurotrasmettitori)
➢ Mantenimento della costanza dell’ambiente ionico delle cellule nervose; infatti
tamponano gli ioni K+ negli spazi extracellulari proteggendo le cellule nervose
dall'accumulo extracellulare di K+ che ne causerebbe depolarizzazione.
Funzioni delle cellule nervose
Una della caratteristiche fondamentali delle cellule nervose è la capacità di reagire a
stimoli esterni o interni in modo da produrre risposte sottoforma di potenziali
d’azione, una capacità che viene definita eccitabilità.

Chemiotassi amebe

Vertebrati

Celenterati
I potenziali d’azione
Le proprietà del potenziale d’azione
• Si instaura quando lo stimolo determina una depolarizzazione di circa 15 mV, cioè quando
viene superata una soglia di eccitazione
Le proprietà del potenziale d’azione
• È caratterizzato da una rapida fase di depolarizzazione seguita da un’inversione di polarità
(eccedenza), e da una fase di ripolarizzazione meno rapida (a seconda del tipo cellulare) in
cui il potenziale si riporta verso i valori del potenziale di riposo. In alcuni casi il ritorno al
potenziale di riposo può essere preceduto da una breve fase di iperpolarizzazione (valore
più negativo di quello di riposo;
Insorgenza del potenziale d’azione

Se la corrente applicata sposta il potenziale verso valori più positivi si parla di corrente depolarizzante e
depolarizzazione della membrana.
Se invece la corrente applicata sposta il potenziale di membrana verso valori più negativi rispetto all’esterno
della cellula si parla di corrente iperpolarizzante e iperpolarizzazione della membrana.
Gli stimoli 1, 2 e 3 evocano solo risposte passive della membrana, mentre lo stimolo 4 è in grado di evocare una
risposta attiva.
Insorgenza del potenziale d’azione
Quando un dato stimolo produce una variazione di
potenziale sufficiente a superare il potenziale soglia si
innesca una depolarizzazione rapida ed esplosiva che,
oltre a depolarizzare completamente la membrana,
provoca una transitoria inversione di polarità, con
l’interno della cellula che diventa positivo rispetto
all’esterno, seguita da una rapida ripolarizzazione fino
a raggiungere nuovamente il valore del potenziale di
riposo. Talvolta la ripolarizzazione continua tanto da
produrre una temporanea iperpolarizzazione
(potenziale postumo iperpolarizzante) dopo di che il
potenziale ritorna al suo normale valore di riposo.

Si dice corrente di soglia quella corrente di


stimolazione la cui intensità è appena sufficiente per
portare la membrana al potenziale soglia e avviare un
potenziale d’azione.
Il potenziale d’azione
In tutti i neuroni, i segnali generati nel
cono di emergenza dell’assone vengono
propagati lungo la fibra mediante il
potenziale d’azione. Si tratta di brevi
ed ampie oscillazioni del potenziale di
membrana che diffondono lungo gli
assoni senza attenuazione. Cioè, in un
singolo assone, ogni volta che ha inizio
un potenziale d’azione, questo produrrà
una variazione del potenziale di
membrana della stessa ampiezza e con
lo stesso andamento temporale:non
esistono potenziali d’azione di ampiezza
intermedia per cui si parla di eventi
tutto-o-nulla.

Il potenziale d’azione, una volta innescato, segue una sua evoluzione temporale indipendente
dallo stimolo e poi si estingue spontaneamente riportando il potenziale di membrana al livello di
riposo e restituendo quindi al neurone la capacità di rispondere ad un nuovo stimolo: si tratta
quindi di un fenomeno ripetibile anche con frequenza elevata.
La forma e la durata dei potenziali d’azione è però notevolmente diversa nelle diverse cellule
eccitabili
Le proprietà del potenziale d’azione

Non si genera per valori inferiori alla


soglia, ma una volta che questa viene
superata, la fibra nervosa o muscolare
risponde con la massima ampiezza
indipendentemente dall’entità dello
stimolo. Questa caratteristica è detta
legge del tutto o nulla.
Le proprietà del potenziale d’azione
• L’eccitazione è seguita da un periodo di refrattarietà assoluta durante il quale la fibra
risulta ineccitabile, indipendentemente dall’entità dello stimolo, e da un periodo di
refrattarietà relativa durante il quale la fibra può rispondere a stimoli di intensità più
elevata
Le proprietà del potenziale d’azione
• Si propaga rapidamente e senza decremento di ampiezza per tutta la lunghezza dell’assone
Hodgkin e Huxley
Il sistema modello più usato per gli studi di
elettrofisiologia è l’assone gigante di calamaro che
può raggiungere un millimetro di diametro.
L’assone gigante, isolato dal mantello del calamaro,
può sopravvivere per un giorno o due in soluzione
fisiologica.

Hodgkin e Huxley, utilizzando come modello l’assone


gigante di calamaro, trovarono che il potenziale di
membrana non si annulla semplicemente durante
l’impulso nervoso, ma si inverte di segno.
Prima che Hodgkin e Huxley scoprissero l’inversione
del potenziale si riteneva che l’impulso nervoso
consistesse in un semplice collasso a 0 del potenziale
di membrana. Con questi esperimenti invece si
dimostrò che l’eccedenza del potenziale d’azione si
avvicina al potenziale di equilibrio per il Na+.
Hodgkin e Huxley

Mediante la tecnica del blocco del


voltaggio (voltage-clamp, Cole 1949) è
possibile bloccare il livello del potenziale
di membrana ad un valore stabilito e
simultaneamente misurare la corrente
necessaria per mantenere il potenziale di
membrana stabile a quel valore.
Se il voltaggio è bloccato ad un valore
costante ogni variazione di corrente, in
base alla legge di Ohm (I = V/R), deve
riflettere variazioni di conduttanza.
Bloccando il potenziale di membrana a
tutta una serie di differenti valori è
possibile ottenere una descrizione
accurata della voltaggio-dipendenza della
conduttanza della membrana.
La tetrodotossina, una neurotossina del gruppo degli alcaloidi presente in alcuni pesci dei
Tetraodontidi, nelle rane tropicali e nelle salamandre, blocca la corrente del Na+ senza influenzare la
corrente del K+.
Al contrario il tetraetilammonio blocca le correnti del K+ senza agire sulle correnti di Na+.
Basi ioniche del potenziale d’azione

➢ Fase ascendente: gNa supera gK e la corrente netta entrante sposta il potenziale di


membrana verso il potenziale di equilibrio del Na+.

➢ Apice: gNa declina e gK aumenta.

➢ Fase discendente: la corrente uscente di K+ supera la corrente entrante di Na+, per cui il
potenziale di membrana si sposta verso il potenziale di equilibrio del K+.
Il potenziale d’azione
I canali ionici
• I canali ionici, insieme alle pompe ed ai trasportatori, rappresentano proteine
integrali di membrana che partecipano attivamente alla regolazione della
distribuzione ionica differente ai lati della membrana plasmatica

• Hanno un ruolo importante nello svolgimento di funzioni vitali come la


regolazione del volume e della motilità cellulare, l’insorgenza e la propagazione di
segnali elettrici

• Sono un bersaglio importante nella terapia farmacologica di numerose patologie


umane

• Con l’elettrofisiologia e con la biologia molecolare sono stati identificati


numerosissimi geni che codificano per proteine aventi funzione di canali ionici e
sono state caratterizzate le proprietà funzionali.

• Esistono canali ionici ad accesso regolato, la cui apertura viene controllata da:

➢ voltaggio di membrana
➢ interazione con un ligando (extra o intracellulare)
➢ stimolazione meccanica
Il canale voltaggio-dipendente per il Na+ e per il K+
Il canale voltaggio-dipendente per il Na+
Il canale voltaggio-
dipendente per il Na+
depolarizzazione

ripolarizzazione
Refrattarietà assoluta e relativa

Il periodo refrattario è quel periodo durante il quale un secondo stimolo, di intensità uguale o anche
superiore a quello che ha determinato il potenziale d'azione, non ha alcun effetto sul potenziale di
membrana.

Refrattarietà assoluta: periodo durante il quale il neurone non è in grado di rispondere a nessuno
stimolo indipendentemente dalla sua intensità. Tutti i canali del Na+ sono inattivi.

Refrattarietà relativa: periodo durante il quale il potenziale soglia è più elevato del normale, ma uno
stimolo sufficiente può evocare un potenziale d’azione, il quale può però avere una minore ampiezza.I
canali del Na+ sono in parte già chiusi e in parte ancora inattivi.
Ciclo di Hodgkin

Il ciclo di Hodgkin è un esempio di feedback positivo che si interrompe per due motivi:

➢ i canali del sodio dopo breve tempo si inattivano e cessano di rispondere alla
depolarizzazione.
➢ quando il potenziale di membrana si avvicina al potenziale di equilibrio per il sodio
diminuisce il potenziale elettrochimico del sodio.
Propagazione del potenziale d’azione
Conduzione unidirezionale del potenziale d’azione
Conduzione unidirezionale del potenziale d’azione
Velocità di conduzione

La velocità di propagazione dell’impulso varia in


funzione:
• del diametro dell’assone
• dell’isolamento della fibra (guaina mielinica)

La velocità di conduzione di un potenziale d’azione


dipende principalmente dalla rapidità con cui la
membrana a valle della zona attiva viene
depolarizzata.

Tra gli animali, la velocità di conduzione dei potenziali d’azione è andata aumentando nel corso
dell’evoluzione all’aumentare della costante di spazio degli assoni.
Una strategia evolutiva attraverso cui la costante di spazio è stata aumentata è consistita in un aumento del
diametro dell’assone (e quindi una riduzione della resistenza longitudinale interna).
Quando però gli assoni si organizzano in fasci di fibre non è possibile aumentare troppo il loro diametro; si è
così evoluto un altro meccanismo per aumentare la costante di spazio cioè la mielinizzazione.
Guaina di mielina
La guaina mielinica è formata da cellule gliali:
✓oligodendrociti nel SNC
✓cellule di Schwann nel SNP
Mielinizzazione
Myelin sheath

Only vertebrates have a myelin sheath surrounding their neurones.


The voltage-gated ion channels are found only at the nodes of Ranvier,the gaps
(approximately 1 micrometer wide) formed between myelin sheath cells long the axons.
The nodes of Ranvier contain high density of voltage-gated Na+ channels and between
the nodes the myelin sheath acts as a good electrical insulator. The action potential
can therefore jump large distances from node to node (1mm), a process that is called
saltatory propagation. This increases the speed of propagation dramatically, so while
nerve impulses in unmyelinated neurones have a maximum speed of around 1 m/s, in
myelinated neurones they travel at up to 100 m/s.
Vantaggi della mielinizzazione
Aumento della velocità di conduzione

assoni amielinici: 0,5 -10 m/s


assoni mielinici: fino a 150 m/s

Il potenziale d’azione si genera a livello di un


nodo di Ranvier dove sono concentrati i canali
ionici voltaggio-dipendenti per il sodio (10000
canali/mm2). La diffusione elettrotonica delle
correnti in circuito locale avviene poi
rapidamente lungo i segmenti internodali
(rivestiti dalla guaina di mielina che funziona
da isolante); si genera un nuovo potenziale
d’azione nel nodo di Ranvier successivo.

Risparmio energetico

La pompa sodio-potassio è localizzata solo a


livello dei nodi di Ranvier.
Conduzione saltatoria
Velocità di propagazione

Nei vertebrati il minor


diametro delle fibre
mieliniche consente ai
nervi anche di piccole
dimensioni di contenere
moltissime fibre nervose
che risultano comunque
elettricamente isolate.

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