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Potenziale di equilibrio di Nernst

La comunicazione cellulare avviene rapidamente dai tessuti periferici al SNC, poi dal SNC agli organi
periferici, attraverso delle segnalazioni di tipo elettrico, che essenzialmente viaggiano come variazione del
potenziale di membrana, dal soma e i dendriti lungo l’assone, per poi propagarsi alle cellule nervose
successive.
Questa segnalazione di tipo elettrico in cui sono coinvolti gli ioni e la migrazione attraverso i canali ionici. In
genere la membrana cellulare è carica negativamente all’interno e positivamente all’esterno, quindi c’è un
addensamento di cariche elettriche.

Per definizione per potenziale di membrana si intende la differenza di


carico elettrico tra i due lati della membrana plasmatica, che è una
caratteristica costante che si trova in tutte le cellule ed è una
manifestazione intimamente legata alla loro attività vitale. Tutte le
cellule hanno un potenziale di membrana, non solo le nervose. Il calore
in genere è espresso in millivolt, ed è pari circa ad 1/20 delle comuni
batterie da 1,5V.
Il mantenimento del potenziale è essenziale per tutte le funzioni cellulari ed in particolare per gli scambi di
materiale con l’ambiente esterno. Condiziona direttamente il passaggio attraverso la membrana di tutte le
particelle cariche, sia vari processi di trasporto delle sostanze nutritizie e dei metaboliti, che abbiamo visto
con i trasporti secondari guidati dai primari.
Quello di riposo lo troviamo in tutte le cellule, mentre quello elettrotonico e d’azione li troviamo solo nelle
cellule eccitabili.

Fin quando il potenziale resta stabile non vi è una segnalazione, ma è importante per l’omeostasi cellulare.
Ci sono alcune cellule, come i neuroni, definite cellule eccitabili, in cui il potenziale si può invertire
(diventare positivo all’interno e negativo all’esterno) e dare una segnalazione. La segnalazione deve essere
un messaggio transitorio, deve essere inviato e poi annullato, altrimenti non diventa una segnalazione. La
comunicazione elettrofisiologica che avviene attraverso le cellule eccitabili avviene mediante una variazione
del segno.
Oltre ai neuroni le cellule eccitabili sono quelle del muscolo scheletrico e le cellule sensoriali, che
funzionano da recettori termici, chimici, olfattivi, acustici, ottici; tutte quelle cellule che servono a
trasformare una segnalazione esterna in una segnalazione elettrica.

Bisogna capire prima di tutto cos’è un potenziale di membrana di una cellula e perché tutte le cellule sono
cariche all’interno.
La variazione del potenziale di membrana può essere un’inversione, e questo si chiama potenziale d’azione.
È un brevissimo impulso che si propaga lungo tutto l’assone del neurone, e che permette il viaggio
dell’informazione. Nei passaggi tra cellule vicine prima della formazione del potenziale d’azione si forma il
potenziale elettrotonico, che non riesce a trasmettersi per lunghi tragitti (detto anche potenziale locale) e
non consiste in un’inversione del potenziale, ma in una variazione meno drastica: l’interno della cellula può
diventare più positivo, pur rimanendo negativo. Si parla di depolarizzazione. Possiamo avere
un’iperpolarizzazione se invece l’interno diventa più negativo. Depolarizzazione e iperpolarizzazione sono
potenziali elettrotonici, che a seconda di dove si trovano prendono il nome di potenziale sinaptico, di placca
o generatore.

Se abbiamo uno stimolo che arriva alle cellule recettrici, ad esempio la cellula termorecettore che avverte il
caldo dell’acqua bollente sulla mano, lo stimolo dell’acqua calda farà in modo che si formi un potenziale del
recettore e potenziale generatore. Se a riposo siamo a -70 mV, si avrà una depolarizzazione che ci porterà a
-65 mV ed è una risposta che può essere graduabile: se la temperatura dell’acqua bollente aumenta,
aumenta anche la depolarizzazione (anziché 65 arrivo a -50). È un potenziale locale: non si va a trasmettere.
Dove inizia l’assone il potenziale si trasforma un potenziale d’azione, che è un’inversione completa: da -70
mV arriva a +35 mV in tempi molto rapidi. Questo porta al rilascio del neurotrasmettitore dalla sinapsi, e
avremo poi nel neurone successivo la formazione di un nuovo potenziale elettrotonico graduabile che
chiameremo potenziale sinaptico, perché si forma nella membrana post-sinaptica. Sul cono d’emergenza si
formerà ancora una volta un potenziale d’azione, che si propagherà. Se la cellula successiva sarà una cellula
muscolare, la sinapsi si chiamerà giunzione neuro-muscolare, e il potenziale elettrotonico si chiamerà
potenziale di placca.

Si parla di differenza di potenziale di membrana a riposo.


“differenza” ricorda che il potenziale di membrana rappresenta una differenza di carica tra l’interno e
l’esterno. Il sostantivo “potenziale” indica che il gradiente elettrico creato è una fonte di energia
accumulata, o potenziale. L’espressione “a riposo” indica che è presente in tutte le cellule quando il
potenziale ha raggiunto uno stato stazionario e non sta variando.

Il potenziale di membrana viene misurato attraverso degli


elettrodi collegati ad un millivoltmetro, che misurerà in
millivolt la variazione di potenziale. Gli elettridi viaggiano
sempre a coppia: un microelettrodo inserito nella cellula e un
elettrodo di riferimento inserito nel liquido che circonda la
cellula.
Quando il microelettrodo si trova all’esterno della cellula, il
millivoltmetro segna una ddp pari a 0, perché microelettrodo
ed elettrodo di riferimento si trovano nella stessa soluzione.
Quando invece il microelettrodo è inserito all’interno della
cellula, il millivoltmetro registrerà la differenza di potenziale
tra interno e esterno. Nel grafico vediamo che la ddp da 0
scende a -70 mV. Questa metodica è utile a capire tutti gli
esperimenti di elettrofisiologia utilizzati per capire come
avviene la trasmissione dell’informazione nervosa.
Gli elettrodi sono impolarizzabili di argento clorurato (Ag-
AgCl) immersi:
- nella soluzione (ad elevata conduttività, KCl 3M) che
riempie il microelettrodo
- nel liquido fisiologico che bagna l’esterno della cellula

I microelettrodi sono molto sottili e riescono a penetrare la membrana senza lesionarla. Sono tubicini di
vetro di pochi mm di diametro. Vengono riscaldati e tirati finché la punta non diviene estremamente sottile,
che sia sempre cava per contenere la soluzione. La relativa fluidità della membrana plasmatica e la sua
costituzione lipidica fanno sì che essa aderisca strettamente alle pareti del microelettrodo che la perfora,
formando una saldatura che impedisca sia l’uscita del contenuto cellulare sia la fuga di corrente.
Questo tipo di lavoro è stato possibile effettuarlo sugli assoni giganti di calamaro, il cui diametro raggiunge
1 mm e la lunghezza molti cm. È molto più facile così andare ad infilare il microelettrodo.

Qual è l’origine del potenziale di membrana? Ha un’origine ionica: dipende dall’ineguale distribuzione degli
ioni ai lati della membrana (Na più concentrato all’esterno, e K più concentrato all’interno), e dalla
differenza di dotazione di canali ionici che determina la permeabilità selettiva ai vari ioni.
Per capire il potenziale di membrana a riposo dobbiamo andare a studiare sia il potenziale di equilibrio di
Nernst, quello di Gibbs-Donnan e quello di elettrodiffusione.

Bisogna ricordare cos’è la diffusione. La diffusione dipende dalla concentrazione ed è spiegata dalla prima
legge di Fick, in cui il flusso è direttamente proporzionale alla differenza di concentrazione. Se abbiamo una
migrazione in campo elettrico, l’equazione da usare è la legge di Ohm. Se invece siamo in elettrodiffusione
usiamo l’equazione di Nernst-Planck, secondo la quale il flusso è dato dalla somma dell’equazione di Fick e
dell’equazione di Ohm.
Ovviamente bisogna parlare anche di coefficiente di permeabilità.

La membrana divide due ambienti. Se abbiamo una soluzione di NaCl nel


compartimento 1, mentre nel compartimento 2 abbiamo un ambiente privo di
NaCl. Se apriamo sia i canali del sodio che del cloro, inizieranno a fluire entrambi
gli ioni. Se la membrana è ugualmente permeabile sia al sodio che al cloro, per
ogni molecola di sodio che passerà al lato 2, ci sarà anche una molecola di cloro
che passerà al lato 2. Man mano che prosegue questo flusso, si genererà anche un
flusso opposto, che via via aumenterà fin quando i due flussi saranno uguali e
contrari. Questo porterà ad un’uguale concentrazione sia di sodio che di cloro ad
entrambi i lati. Questa è una diffusione di ioni in cui l’unica forza è quella del
gradiente di concentrazione.

Ammettiamo che ci sia una migrazione di ioni sottoposti ad un


campo elettrico. In questo caso non c’è una differenza di
concentrazione tra cloro e sodio. Aprendo i due canali, il
sodio migrerà verso il polo negativo e il cloro visto il positivo.
Attraverso la membrana plasmatica della cellula gli ioni non si
muovono spinti solo dal gradiente di concentrazione, né solo
dal gradiente elettrico. Il gradiente elettrico è dovuto alla
differenza di potenziale ai due lati della membrana. Ma come
si viene a creare il campo elettrico? La risposta a questa
domanda è la genesi del potenziale di membrana di riposo.

In realtà ai lati della membrana la differenza di concentrazione può


generare una ddp quando c’è una diversa permeabilità ai diversi ioni.
Nel caso appena visto la membrana è ugualmente permeabile ai due
ioni. Immaginiamo invece KCl maggiormente concentrato da un lato
del recipiente. Prima la membrana non è permeabile a nessuno dei
due ioni, inoltre ad ogni lato della membrana le cariche positive e
negative si equivalgono per il principio di elettroneutralità.
Assumiamo di aprire dei canali solo per il potassio. Inizieranno a
passare delle molecole di potassio, e per ogni molecola di potassio
che si sposta il cloro non potrà passare quindi si genererà un
accumulo di cariche positive dal lato 2, ma ci sarà un’attrazione
reciproca a ridosso della membrana. Si crea così una ddp elettrico ai
due lati della membrana. Abbiamo creato un campo elettrico
attraverso una differente permeabilità. Man mano che continuano a
passare cariche positive, aumenta la differenza di potenziale. Questa
a sua volta rappresenta una forza spingente, che tenderà a respingere il potassio proveniente dal lato 1.
Man mano che aumenta il flusso dal lato 1 al lato 2 spinto dal gradiente di concentrazione, aumenta la
forza spingente elettrica che spinge dal lato 2 al lato 1. Le due forze diventeranno ad un certo punto uguali
e contrarie, perché il gradiente si andrà a dissipare e il potenziale si andrà a potenziare. Il flusso netto sarà
nullo e la ddp che abbiamo creato ai lati della membrana si manterrà stabile nel tempo, perché non ci sarà
più variazione di concentrazione né di gradiente elettrico. Abbiamo raggiunto quello che viene chiamato
equilibrio elettrochimico, e il potenziale si chiama potenziale di equilibrio di Nernst per lo ione permeabile.
Il principio di elettroneutralità non viene annullato se consideriamo la nostra fase c un sistema composto da
tre sottosistemi: il compartimento 1, dove c’è l’equilibrio, come anche nel compartimento 2, e il terzo
compartimento a ridosso della membrana sarà anch’esso elettroneutro, perché a ridosso della membrana
troviamo lo stesso numero di cariche positive e negative.
Un’altra cosa è invece andare a considerare se c’è una variazione di concentrazione a partire dal momento
iniziale al momento finale. Nel passaggio dalla figura a alla c non si nota una diminuzione della grandezza
delle lettere: questo significa che non c’è una diminuzione della concentrazione, questo perché è minima la
quantità che deve passare dal lato 1 al lato 2 per avere una forza spingente del gradiente elettrico tale da
controbilanciare il gradiente chimico e far sì che ci sia un equilibrio tra i due flussi.

• Il valore della differenza di potenziale si ottiene per via analitica partendo dall’equazione di Nernst-Planck
ed imponendo che il flusso netto dello ione sia nullo.

Φ ed =K d ( C 1−C2 ) + zKe (V 1−V 2 )

L’equazione di Nernst-Planck prevede che il flusso di ioni spinti simultaneamente da un gradiente elettrico e
da un gradiente di concentrazione è pari alla somma dei flussi che si avrebbero solo per il gradiente di
concentrazione e solo per il gradiente elettrico.
Se consideriamo che al raggiungimento di un equilibrio di tipo Nernst si ha che il flusso netto è nullo,
possiamo risolvere l’equazione di Nernst-Planck per calcolare la differenza di potenziale (V1-V2) ai lati della
membrana, e tale differenza di potenziale sarà direttamente proporzionale alla differenza di
concentrazione. Quindi il valore di potenziale di membrana che si raggiunge sarà strettamente dipendente
dalla differenza di concentrazione iniziale.

−Kd (C 1−C2 )
Δ V =Ei=
zKe

• Possiamo calcolare il potenziale effettuando considerazioni di tipo energetico. Poiché si tratta di un


equilibrio termodinamico in cui si bilanciano due flussi, di uguale intensità ed opposta direzione, il lavoro
che viene speso per trasferire una mole dello ione contro gradiente elettrico sarà uguale al lavoro speso per
trasferire la mole in senso opposto.

We=Wc
[i]2
We=z i F E i Wc=RT ln
[i]1
[i ] 2
z i F E i=RT ln
[i ] 1
RT [ i ] 2
Ei = ln
zi F [ i ] 1

Il potenziale di equilibrio Ei:


- non dipende dal tempo
- non dipende dal coefficiente di permeabilità
- non dipende dal valore assoluto delle concentrazioni, ma dalla loro differenza
Si definisce potenziale di equilibrio di uno ione permeante (Ei) la differenza di potenziale che si stabilisce
all’equilibrio elettrochimico tra due soluzioni separate da una membrana selettivamente permeabile ad una
sola delle specie ioniche presenti. Tale ddp non dipende dal valore assoluto, ma solo dalla differenza di
concentrazione dello ione all’equilibrio. È stabile nel tempo: essendo il flusso netto nullo non vi è
decadimento temporale del gradiente di concentrazione del potenziale di equilibrio. Il suo valore è
indipendente dal grado di permeabilità della membrana per lo ione, purché non sia nullo. Una maggiore o
minore permeabilità inciderà solo sul tempo necessario per raggiungere l’equilibrio.

Immaginiamo che due compartimenti (1 e 2) contengano rispettivamente


una soluzione di KCl e di NaCl di pari concentrazione. Per avvicinare il
modello alla cellula, immaginiamo che la membrana che separa le due
soluzioni debba la sua permeabilità solo alla presenza di canali ionici
selettivi per il K, che possano passare dallo stato chiuso allo stato aperto.
Quindi che la membrana sia impermeabile al Na e al Cl.
Nella condizione iniziale (A), immaginiamo che i canali selettivi al K siano
chiusi. Poiché la membrana di fatto è impermeabile a tutte le specie
ioniche presenti ed in ambedue i compartimenti il numero di cariche
positive bilancia il numero di cariche negative (per la legge
dell’elettroneutralità), non vi sarà alcuna differenza di potenziale elettrico
a cavallo della membrana.
Nella figura (B) immaginiamo che i canali selettivi del potassio passino allo
stato aperto. Spinti dal gradiente di concentrazione, gli ioni K inizieranno a
passare dal compartimento 1 al 2 apportandovi cariche positive in
eccesso. Tuttavia essi renderanno il compartimento 2 positivo rispetto al
compartimento 1, cioè creeranno una differenza di potenziale elettrico a
cavallo della membrana. Questa differenza di potenziale equivale ad un gradiente elettrico che spinge gli
ioni K che sono passati nel compartimento 2 a tornare nel compartimento 1, quindi a muoversi attraverso la
membrana in direzione opposta a quella voluta dal gradiente di concentrazione. Poiché la ddp a cavallo
della membrana aumenta a mano a mano che gli ioni K passano nel compartimento 2, è evidente che il
flusso netto degli ioni K in uscita dal compartimento 1 secondo gradiente sarà progressivamente fermato. È
facile prevedere che il sistema raggiungerà una condizione di equilibrio elettrochimico quando il gradiente
elettrico bilancerà esattamente il gradiente di concentrazione. In questa condizione essendo nullo il flusso
netto transmembranario di particelle cariche, sia le concentrazioni degli ioni che la ddp elettrico tra i due
compartimenti restano costanti nel tempo. La ddp che si stabilisce all’equilibrio elettrochimico tra le due
soluzioni elettrolitiche separate da una membrana selettivamente permeabile ad una sola delle specie
ioniche presenti viene detta potenziale di equilibrio dello ione permeante.

L’ipotesi di Nernst è che il potenziale di equilibrio della membrana


sia pari a quello del potassio. Sulle ascisse abbiamo le
concentrazioni esterne del potassio (che stiamo facendo variare
sperimentalmente) e sulle ordinate c’è il potenziale. A basse
concentrazioni di K (anche a quelle fisiologiche) non c’è
corrispondenza tra il potenziale di membrana registrato
(attraverso la tecnica con microelettrodo, linea continua) ed il
potenziale di membrana calcolato con l’equazione di Nernst.
Invece la vicinanza di Vm ad Ek crescerà quando la concentrazione
extracellulare di K viene aumentata. Quando la concentrazione di K
è elevata, la membrana si comporta come se fosse solo permeabile al K.

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