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Il segnale elettrico delle cellule eccitabili non è il classico che siamo soliti a sentire (ovvero il

flusso di elettroni su un materiale conduttore), ma è dovuto al movimento di ioni (sodio,


potassio, calcio). Affinché ci sia la differenza potenziale occorre che questi ioni si
dispongano in maniera diseguale ai lati della membrana. Questa diseguale distribuzione
ionica (senza la quale non ci sarebbe dfferenza di potenziale) deve essere generata e
mantenuta. Questo significa che ai lati della membrana dobbiamo avere dei gradienti (ioni
più concentrati da un lato e meno concentrati dall’altro).

Ricordiamo che…
Le nostre cellule sono contenute in una soluzione fisiologica (soluzione acquosa ricca di
elettroliti). Ogni ione è circondato da una corolla di molecole d’acqua, le quali sono dipolo,
che si dispongono in base all’orientamento della loro parte elettronegativa ed elettropositiva,
creando una nuvoletta che rende lo ione più o meno di voluminoso (volume di idratazione).

L’ambiente esterno e l’ambiente interno, per quanto differiscano, sono neutri, cioè la
concentrazione di ioni positivi equivale alla concentrazione di ioni negativi. Gli ioni negativi
all’interno sono delle proteine (anioni proteici, cariche negative costituite da macromolecole
proteiche) che però non riescono ad uscire fuori dalla cellula, e con la loro carica negativa
contrastano la carica positiva determinata dagli ioni potassio, mentre all’esterno abbiamo
sodio e cloro (ecco perchè in ospedale iniettano la soluzione fisiologica, formata da cloruro
di sodio), i più rappresentati nello spazio extracellulare.
C’è una differenziazione tra interno ed esterno che crea i gradienti di concetrazioni necessari
per far avvenire o per generare la differenza di potenziale.

Quando dobbiamo misurare lo stato elettrico di una cellula, se abbiamo un elettrodo,


possiamo misurare un valore.

Abbiamo un valore di attività a riposo con un potenziale di -70 mV (mediamente), altre


cellule come le fibrocellule muscolari arrivano a -90. Qual è lo ione che contribuisce ad
arrivare a questo valore? Lo ione potassio; gli ioni possono avvicinarsi ma non possono
entrare (perché sono carichi, infatti per entrare hanno bisogno di proteine transmembrana
con un foro che li fa passare -> membrana permeabile a quel particolare ione). La
permeabilità è selettiva, ad esempio gli anioni proteici non possono passare attraverso i
canali perché le proteine sono macromolecole e dunque troppo grosse per passare
attraverso un canale ionico; se invece aggiungiamo dei canali potassio, diventerà
permeabile per il potassio (più canali potassio aggiungiamo, più la membrana è permeabile
per il potassio).
Immaginiamo di avere una cellula con tre canali per il potassio (quindi passano tre ioni
potassio alla volta). Se io volessi aumentare la permeabilità per il potassio dobbiamo
aggiungere dei canali potassio (o accelerare il numero di ioni che possono passare ogni
volta, ma è più conveniente la prima opzione).

Nelle cellule eccitabili ci sono canali di diversa tipologia che fanno sì che sia permeabili per
diversi tipi di ioni.
Esistono anche canali potassio normalmente chiusi e che devono essere aperti con
particolari circostanze. In condizioni normali gli ioni potassio passano facilmente tramite
quelli di primo tipo. Se facciamo aprire i gate channels, quando la porta viene aperta con
diversi meccanismi, usciranno ioni. (VEDI LEZ. 4)
Molte cellule hanno questi canali, ma solo le cellule eccitabili hanno canali ionici di differente
natura che creano questa differenza di concentrazione all’interno della membrana per avere
gradienti che permettono la genesi del segnale elettrico.

Nei neuroni, ad esempio, il potassio si muove spinto dal suo gradiente di concentrazione,
uscendo dalla cellula: man mano che il potassio esce dalla cellula cosa succede all’interno
della cellula? L’equilibrio tra cariche positive e negative si modifica, cresce la componente
elettronegativa all’interno per la perdita dello ione potassio, quindi si altera il bilancio tra
cariche positive e negative. Questa negatività interna inizia a crescere man mano che il
potassio esce, ed aumenta anche un’altra forza di natura elettrica, che inizialmente é molto
piccola. Come agisce questa negativitá interna? Man mano che il potassio esce, la carina
negativa che influenza ha sugli ioni potassio? Ostacolerà la loro uscita; la distribuzione è
ineguale, il che creerà una differenza di potenziale; sul potassion inizia ad agire una nuova
forza, che ostacola l’uscita o tentare di richiamarlo dentro, un gradiente elettrico che tende
a richiamare il potassio all’interno (mentre il gradiente chimico, o di concentrazione, tende a
farlo uscire). La carica negativa attira il potassio all’esterno (positivo), quindi la negatività
interna, che cresce, attira sempre di più il potassio (man mano che esce). Ci sarà un
momento nel quale la forza elettrica avrà la stessa importanza di quella chimica che lo
vorrebbe spingere fuori: non ci saranno movimenti netti di potassio, ma un equilibrio
dinamico; se dovessimo misurare il valore di potenziale, esso si aggirerebbe attorno ai -90
mV (milli Volt), un valore che non è il potenziale di riposo, infatti di definisce potenziale di
equilibrio per il potassio, in cui il gradiente chimico (che spinge il potassio all’esterno della
cellula) equivale al gradiente elettrico (che spinge il potassio all’interno). Ogni ione ha il
proprio potenziale di equilibrio.
Il -90 ci dice che probabilmente il valore non è voluto necessariamente solo al potassio. Lo
scatto di 20 mV è dovuto ad uno ione positivo o negativo? È dovuto ad uno ione positivo,
che potrebbe essere il sodio (le dinamiche mediante le cui si muove il sodio all’interno dei
suoi canali sono insolite rispetto al potassio). Le forze che dunque agiscono sugli ioni non
sono solo quelle legate ad una concentrazione differenta, ma anche quelle legate a problemi
di carica elettrica.
Il potenziale si chiamerà quindi gradiente elettrochimico, perchè le forze che entrano in
gioco sono sia di natura elettrica che di natura chimica.
Ipotizziamo di avere lo ione potassio e lo ione sodio. Le forze che agiscono sullo ione
potassio, come abbiamo visto, sono di natura chmica ed elettrica, e vanno in direzione
opposta; nel sodio le forze agiscono in direzione uguale. Il gradiente elettrochimico deve
applicarsi anche per il sodio. La forma del canale sodio è insolita. In condizioni di riposo le
cellule sono molto permeabili al potassio, ma il sodio attraverso i propri canali passa con più
difficoltà: dipende da diversi fattori, uno dei quali è che che il sodio è più piccolo in confronto
al potassio ed ha un volume di idratazione più alto (rispetto al potassio), quindi in condizioni
di riposo passa con meno facilità, ma tramite questi canali che presentano una parte più
stretta, riescono a passare più facilmente, dunque ha bisogno dei propri canali.
Quindi il potenziale di riposo dipende sia dal sodio che dal potassio.
Questi ioni entrano ed escono spinti dai loro gradienti elettrochimici: questi movimenti
possiamo tenerli indefinitivamente o ci saranno situazioni strane? Una cellula eccitabile se
perde il gradiente, perdendo potassio o aumentando il sodio dentro, potrebbero perdere il
gradiente, o annullarlo. La cellula non mantiene più la capacità di essere eccitabile; i
gradienti devono necessariamente esistere ed essere mantenuti affinché la cellula resti
eccitabile.
Se i movimenti avvenissero in maniera non controllata, potrebbero portare ad una modifica
del gradiente, il potenziale non resterebbe -70, ma andrebbe verso 0, il che porterebbe la
cellula a perdere la sua capacità di eccitabilità. Cosa deve succedere affinché i gradienti si
possano mantenere? Dobbiamo far muovere sodio verso l’esterno della cellula e potassio
verso l’interno (fatto contro gradiente): deve entrare in gioco la pompa sodio-potassio, una
proteina transmembrana che co-trasporta sodio e potassio contro gradiente di
concentrazione, utilizza l’energia sotto forma di ATP (che deve essere idrolizzato, per cui
deve esistere un’attività enzimatica che fa avvenire l’idrolisi, tramite l’enzima ATPasi, che
dunque ha attività adenosintrifosfatasi, fa passare, modificando la propria conformazione, gli
ioni). Queste pompe mantengono il gradiente. Non si limitano semplicemente a mantenere il
gradiente, ma possono contribuire a generarli, quindi o funzione elettrongenica o di
mantenimento.

CANALI IONICI
Sono proteine transmembrana con ruoli abbastanza dinamici. I canali ionici permettono il
movimento di ioni ai lati della membrana e garantiscono l’eccitabilità. Esistono diverse
tipologie. Hanno caratteristiche particolari; essi sono:
● Selettivi: possono far passare alcuni ioni, ma possono non far passarne altri; dipende
dalla carica dello ione, dal suo volume di idratazione (ci sono però proteine canale
che possono far attraversare sodio in entrata e potassio in uscita)
● Attivi o passivi: quelli passivi hanno un poro sempre aperto, e gli ioni si muovono
spinti dal loro gradiente elettrochimico; i canali attivi non sono normalmente aperti,
hanno delle porte (gated), normalmente sono chiusi e la loro apertura è data dal tipo:
- il voltaggio dipendente (l’apertura di questi gate è comandata dal valore di
potenziale, che quando si modifica, il canale si apre). Il valore soglia è quello che da
l’innesco per l’apertura di questi canali (ad esempio attorno a -55 mV per il sodio)
- interazione con un ligando: sono neuromediatori; quando questi canali si legano o
interagiscono indirettamente o direttamente con un ligando, si aprono, dunque
l’apertura è comandata dall’interazione co un ligando; questi canali ionici hanno una
componente recettoriale su cui si lega questo ligando attraverso un’interazione del
tipo ‘chiave-serratura’ con il quale riconosce il ligando e si lega con esso. In questo
caso è una comunicazione diretta, ma può anche avvenire in maniera indiretta, con
la parte recettoriale non è sul canale ionico, ma su un’altra parte della membrana.
Dovremmo creare dei meccanismi di trasduzione del segnale sulla membrana per
fare in modo che il canale riceva l’istruzione per aprirsi quando il recettore non si
trova sulla stessa molecola che costituisce il canale ionico. Ammettiamo di avere
un’altra tipologia di canale dove abbiamo sempre la porzione recettoriale, ma sulla
quale si lega un altro tipo di ligando, il GABA (acido γ-amminobutirrico, il
neurotrasmettitore più diffuso in tutto il sistema nervoso) che fa aprire dei canali che
fanno passare gli ioni cloro, l’interno della cellula si è arricchioto di cariche negative
(dunque, insieme alla glicina, media risposte di tipo inibitorio che indurranno la cellula
a non generare il potenziale d’azione, perché fa entrare il cloro, che è negativo, si va
in iperdepolarizzazione e ci si allontana dal valore soglia di -55, arrivando anche a -
79); un esempio di patologia in cui il gaba può essere utilizzato per curare la
patologia stessa è l’epilessia, in cui si deve inibire l’attività cellulare.
● Localizzati in regioni specifiche, che ci consente di predire la loro funzione: i canali
passivi sono distribuiti sia sui dendriti, sia sul corpo cellulare e sia sull’assone (quindi
un pò dovunque); quelli a porta chimica si trovano prevalentemente nei dendriti e nel
corpo cellulare; quelli voltaggio dipendente per la massima parte sono localizzati nel
monticolo assonico (o cono d’emergenza, da cui fuoriesce l’assonne) e lungo
l’assone in maniera puntiforme (cioè costante) se non è presente la guaina mielinica,
mentre nei nodi di Ranvier se l’assone ha la guaina mielinica (sclerosi multipla: il
sistema immunitario, erroneamente riconosce le proteine della guaina mielinica come
un pericolo, aggredendole e creando una dislocazione della guaina mielinica, quindi i
nodi di Ranvier sono associate in zone in cui la guaina è stata aggredita ma sotto le
quali non ci sono canali; ci sono delle alterazioni dei difetti di conduzione del segnale
elettrico). Sulla base della loro localizzazione si possono individuare le loro funzioni. I
canali passivi, essendo sempre aperti, si lasciano attraversare facilmente dagli ioni,
spinti dai loro gradienti elettrochimici; i canali a porta chimica, invece, sono canali
normalmente chiusi che si aprono quando interagiscono con un ligando; ma l’azione
del ligando (che è un neurotrasmettitore) si manifesta in corrispondenza dei contatti
della cellula (sinapsi), quindi sono associati al funzionamento delle sinapsi (sono
quindi responsabili delle variazioni del potenziale, chiamato potenziale sinaptico,
composto da oscillazioni, sia in senso eccitatorio che inibitorio); i canali voltaggio
dipendenti, essendo localizzati nel monticolo assonico e nell’assone, sono invece
responsabili del fenomeno del potenziale d’azione, in corrispondenza del quale le
cellule eccitabili generanol’impulso che verrà trasmesso nella fibra nervosa per tutta
la sua lunghezza senza modificarsi (mentre il potenziale sinaptico si modifica man
mano che ci allontaniamo dalla zona di applicazione dello stimolo, perchè questi
canali non sono distribuiti in modo uniforme, ma in prossimità delle sinapsi)
● Possono avere unicità funzionale

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