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Ogni cellula è racchiusa da una membrana plasmatica che separa il citoplasma dall’ambiente
extracellulare. Più specificamente, la membrana rappresenta la zona di confine cellulare attraverso
la quale avviene un efficace scambio di ioni, molecole e gas che sono vitali per il mantenimento degli
equilibri cellulari e per sostenere le complesse attività molecolari necessarie per la sopravvivenza
cellulare. La membrana plasmatica contiene enzimi, recettori, trasportatori, canali ionici e antigeni
che svolgono svariatissime funzioni.
La membrana plasmatica o cellulare è una struttura molecolare che racchiude il citoplasma e separa
l’interno della cellula dall’ambiente extracellulare. La membrana cellulare e tutte le altre membrane
che formano compartimenti intracellulari come il nucleo, i mitocondri, il reticolo endoplasmatico e
l’apparato del Golgi hanno un’unica struttura di base: sono formate da un doppio strato di fosfolipidi
nel quale sono inseriti proteine, molecole di colesterolo e una piccola percentuale di glucidi in forma
di glicoproteine e glicolipidi.
• Diffusione
• Osmosi e osmolarità
Dal punto di vista fisiologico uno dei processi diffusivi più importanti e cruciali per la sopravvivenza
cellulare è lo spostamento di acqua attraverso le membrane che può cambiare significativamente il
volume cellulare e quello di un intero organo. Da un punto di vista strettamente fisico l’acqua si
muove liberamente attraverso le membrane lungo il proprio gradiente di concentrazione. Questo
processo è detto osmosi. Nell’osmosi l’acqua si muove sempre verso il compartimento con più alta
concentrazione di soluto.
Il compartimento 1 contiene inizialmente una concentrazione di glucosio più alta del compartimento
2 (CI > CII). Questo crea un gradiente di concentrazione sia per l’acqua che per il glucosio. Tuttavia la
membrana non è permeabile al glucosio e quindi il glucosio non diffonderà per raggiungere
l’equilibrio. L’acqua invece può attraversare liberamente la membrana e si muove per osmosi dal
compartimento 2 al compartimento 1 fino a che le due concentrazioni di glucosio sono uguali (CI =
CII) e si raggiunge una condizione di equilibrio. A questo punto, il movimento netto di acqua si
interrompe. L’aumento di volume del compartimento 1 dovuto allo spostamento d’acqua causa un
netto innalzamento del livello di liquido e quindi crea una pressione idrostatica che si oppone alla
diffusione osmotica dell’acqua. La pressione idrostatica necessaria per annullare la diffusione
osmotica dell’acqua viene chiamata pressione osmotica della soluzione nel compartimento 1.
1.3) Trasporto passivo attraverso la membrana
Alcune molecole e ioni possono attraversare passivamente la membrana utilizzando tipi di trasporto
molto diversi tra loro.
Esistono tre tipi di trasporto funzionalmente diversi tra loro. Il primo consiste in una diffusione
semplice di molecole lipofiliche attraverso la membrana. Le molecole abbandonano la fase acquosa
per diffondere all’interno della fase lipidica della membrana e ne fuoriescono dal lato opposto.
Nel secondo caso lo ione o la molecola non abbandona mai la fase acquosa ma transita attraverso
pori acquosi che sono proteine di membrana specificamente strutturate per permettere il passaggio
di ioni o piccole molecole cariche attraverso la membrana secondo gradiente (canali ionici).
Nel terzo caso, la molecola si lega a una proteina trasportatrice (carrier) che ne facilita il passaggio
da un lato all’altro della membrana cambiando conformazione. Le proteine carrier non mettono mai
in comunicazione il compartimento interno con quello esterno.
L’acqua è il solvente principale dell’organismo e la maggior parte dei nutrienti, ioni e molecole si
sciolgono in essa grazie alla loro natura polare. Perché una molecola polare (che forma ponti idrogeno
stabili con l’acqua) possa abbandonare la fase acquosa per diffondere in quella lipidica deve avere
una sufficiente energia termica per rompere i ponti idrogeno e deve inoltre essere sufficientemente
solubile nella fase lipidica.
Se una molecola di soluto viene a contatto con la fase lipidica della membrana, la facilità con cui la
molecola può permeare dipende da alcuni fattori tra cui il peso molecolare e la forma della molecola
nonché la composizione del doppio strato attraverso il quale essa diffonde. Tuttavia, il parametro che
condiziona maggiormente la velocità di diffusione transmembrana (permeabilità) è il coefficiente di
partizione K, definito come il rapporto tra la quantità di molecole disciolte nei lipidi e la quantità di
molecole sciolte in acqua in condizioni di volumi uguali di solvente:
È stato dimostrato che esiste una relazione di stretta linearità tra il coefficiente K e la permeabilità di
membrana. La diffusione semplice attraverso il doppio strato lipidico segue una cinetica di non
saturazione. Ciò significa che la velocità di trasporto (permeabilità) aumenta proporzionalmente alla
concentrazione in un ampio intervallo di valori.
Ioni e piccole molecole cariche non possono attraversare il doppio strato lipidico a causa della loro
forte polarità. Il loro trasporto è mediato da proteine di membrana (canali ionici). Quando è aperto,
il canale mette in contatto diretto i compartimenti intracellulari ed extracellulari e permette il
passaggio rapido e senza ostacoli di decine di milioni di ioni al secondo. Il movimento degli ioni
avviene secondo gradiente elettrochimico ed è strettamente condizionato dalla selettività del canale.
Dal punto di vista funzionale i canali si distinguono in base alla loro selettività e modalità di attivazione
(gating):
• Selettività – In base alla selettività si distinguono canali con alta selettività per un solo ione
(Na+, K+, Ca2+ e Cl−) e canali con selettività intermedia permeabili a Na+ e K+ oppure a Na+,
K+ e Ca2+. La selettività di un canale è strettamente determinata dal tipo di cariche nette
(positive o negative) che formano le pareti del poro di permeazione e dalla loro disposizione
geometrica.
“Gate” di attivazione – Molto importante è la classificazione dei canali in base alla loro modalità di
attivazione, ovvero al cambio di conformazione da canale chiuso (non permeabile) a canale aperto
(permeabile). Esistono tre principali categorie di “canali a porta” (gated-channels), che differiscono
in base al meccanismo che determina l’apertura o chiusura della porta (gate):
1. canali voltaggio-dipendenti la cui probabilità di apertura dipende strettamente dal potenziale
elettrico di membrana.
2. canali attivati da ligandi, la cui probabilità di apertura e chiusura è determinata dall’azione di
particolari molecole messaggere che agiscono extracellularmente (neurotrasmettitori) e
inducono cambi conformazionali capaci di aprire il poro di permeazione;
3. canali attivati da secondi messaggeri, la cui probabilità di apertura è condizionata dalla presenza
nel liquido intracellulare di ioni e molecole comunemente indicati come secondi messaggeri
intracellulari;
4. canali attivati da stimoli meccanici, la cui probabilità di apertura è proporzionale all’ampiezza
dello stiramento meccanico.
Molto spesso in fisiologia si usa identificarli anche in base alle loro cinetiche di attivazione, chiusura
e inattivazione e in funzione dell’azione farmacologica di alcune tossine o farmaci che alterano la
permeabilità o l’attivazione del canale.
Alcune molecole polari come zuccheri, aminoacidi, nucleotidi e alcuni metaboliti diffondono
attraverso la membrana utilizzando specifiche proteine trasportatrici (carrier). Il processo è noto
come diffusione facilitata ed è rigorosamente passivo. La diffusione facilitata mediante carrier ha
carattere di uniporto in quanto viene trasportato solo un tipo di molecola e si distingue nettamente
dal trasporto accoppiato indicato come cotrasporto che utilizza anch’esso proteine trasportatrici.
Questo secondo tipo di trasporto facilitato, che ha caratteristiche di simporto se vengono trasportate
due tipi di molecole (o più ioni) nella stessa direzione o di antiporto se le molecole (o ioni) vengono
trasportate in direzioni opposte (scambiate).
Tutti e tre i tipi di trasporto facilitato (uniporto, simporto e antiporto) hanno tre proprietà comuni:
specificità, competizione e saturazione che sono molto simili a quelle delle reazioni enzimatiche:
I. Specificità – Il carrier trasporta solo una molecola o gruppi di molecole molto simili.
II. Competizione – Se due molecole hanno affinità per lo stesso sito di legame del trasportatore,
l’occupazione del sito da parte di una molecola ostacolerà il legame dell’altra. Questo effetto
è detto inibizione competitiva ed è strettamente regolato dalla concentrazione e dall’affinità
dei substrati per il sito comune del carrier.
III. Saturazione – Il trasporto facilitato raggiunge saturazione (velocità massima di trasporto)
quando la concentrazione del substrato è sufficientemente elevata da occupare tutti i siti di
trasporto dei carrier.
1.4) Trasporto attivo attraverso la membrana
La concentrazione di Na+ è circa 12 volte maggiore all’esterno della cellula rispetto all’interno mentre
la concentrazione di K+ è distribuita in maniera opposta. Queste condizioni di disequilibrio sono
mantenute grazie a varie forme di trasporto attivo transmembranale, che muovono ioni e molecole
contro gradiente anziché secondo gradiente come nel caso del trasporto passivo. Il movimento di
ioni e molecole contro gradiente richiede un apporto di energia metabolica.
In funzione di come viene utilizzato l’ATP, il trasporto attivo può essere suddiviso in:
1. Il trasporto attivo primario (diretto) utilizza direttamente l’energia che deriva dal legame fosfato
dell’ATP.
2. Il trasporto attivo secondario (indiretto) utilizza invece l’energia di un gradiente di concentrazione
che è stato precedentemente creato da un trasporto attivo primario.
equilibrio del K+ (EK). Pertanto, quando uno ione è in equilibrio elettrochimico non esiste alcun flusso
netto di corrente dello ione attraverso la membrana (Vm = EK).
Se per qualsiasi motivo il potenziale di membrana Vm non è uguale al potenziale di equilibrio si genera
una forza elettromotrice (f.e.m) uguale alla differenza tra Vm ed EK e tale f.e.m. è capace di indurre
flussi di ioni dall’interno all’esterno della cellula, o viceversa, in funzione del segno e del valore
assoluto.
Si possono generare forme d’onda di potenziali di membrana che cambiano nel tempo e possono
essere utilizzati come segnali di comunicazione tra cellule eccitabili. Perché ciò accada si richiedono
due condizioni essenziali:
1. l’esistenza di gradienti stabili di concentrazione per i vari ioni, mantenuti dal lavoro continuo delle
pompe ioniche;
2. la possibilità di aprire e chiudere canali ionici nel tempo e quindi di cambiare la permeabilità (o
conduttanza) di membrana mediante specifici meccanismi molecolari.
Potenziali d’azione
3.1) Proprietà elettriche passive della membrana
Immaginiamo una cellula eccitabile in una soluzione fisiologica come illustrato in Fig. A nella quale
sono stati posizionati due microelettrodi di vetro: uno di corrente per stimolare (a sinistra) e uno di
potenziale per registrare l’attività elettrica (a destra). In questo modo è possibile far passare corrente
attraverso la membrana e quindi misurare come cambia Vm durante la stimolazione. In queste
condizioni, se attraverso l’elettrodo di sinistra si fanno passare brevi impulsi di corrente (Im) crescenti
e di bassa intensità, si osserva che la cellula risponde con segnali prima iperpolarizzanti e poi
depolarizzanti (Fig. B). Si dice che la cellula risponde linearmente (passivamente) allo stimolo e la
risposta può essere ottenuta artificialmente sostituendo la membrana plasmatica con un circuito
elettrico equivalente composto da una resistenza (Rm) e da una capacità (Cm) poste in parallelo. I
due componenti circuitali hanno una specifica corrispondenza a due elementi strutturali diversi della
membrana plasmatica:
1. La resistenza, Rm, rappresenta la componente resistiva di trasporto degli ioni attraverso la
membrana associata ai canali ionici. Più canali sono aperti e più alta è la loro permeabilità agli ioni
e minore sarà Rm.
2. La capacità, Cm, rappresenta la componente capacitativa della membrana ed è associata alle
proprietà dielettriche del doppio strato lipidico, che mantiene separate cariche elettriche di segno
opposto sui due lati della membrana, come le armature di un condensatore.
Le Fig. B mostrano chiaramente che mentre lo stimolo di corrente Im cambia rapidamente da zero al
suo valore massimo, la risposta della cellula Vm è molto più lenta. Il potenziale di membrana
raggiunge il suo valore massimo dopo qualche millisecondo che è il tempo necessario perché il
condensatore si carichi delocalizzando cariche opposte sulle sue armature. Durante la carica del
condensatore la corrente capacitiva Ic diminuisce mentre la corrente resistiva Ir aumenta e questo
fenomeno caratterizza il ritardo della risposta. La lentezza della risposta è proporzionale al valore di
Rm e Cm e si può stimare calcolandone il prodotto.
Infatti, il prodotto RmxCm ha le dimensioni di un
tempo (secondi) ed è noto come costante di tempo
(τm) della risposta della membrana. τm descrive la
rapidità con cui il flusso di corrente modifica il
potenziale di membrana e caratterizza la risposta
passiva della cellula.
Sono proteine integrali di membrana presenti in tutti i tessuti eccitabili e formano una famiglia di
canali ionici relativamente omogenea sia strutturalmente che funzionalmente. Dal punto di vista
funzionale, sono i principali responsabili della fase di depolarizzazione del potenziale d’azione.
La loro “gate” di attivazione è voltaggio-dipendente e molto rapida (1-2 ms) ed è seguita da una
veloce fase di inattivazione (4-6 ms), che blocca il passaggio degli ioni attraverso il canale e lo rende
non conduttivo. Il canale del Na+ possiede tre configurazioni diverse: canale chiuso (non conduttivo),
canale aperto (conduttivo) e canale inattivato (aperto ma non conduttivo). Nella fase di
depolarizzazione il canale inizialmente si apre e conduce ioni per circa 1-2 ms. Successivamente la
gate di inattivazione, attraverso un meccanismo “ball-and-chain”, si muove e ostruisce il passaggio di
ioni. Il canale non è più conduttivo pur essendo ancora aperto.
NOTA: La tetrodrotossina è una molecola che blocca il canale sodio e non consente di generare
potenziale d’azione.
Sono proteine integrali di membrana presenti in tutti i tipi di tessuti eccitabili e formano una famiglia
di canali ionici con un certo grado di eterogeneità sia strutturale che funzionale.
Causano potenziali di azione prolungati e ritmici; sono altamente voltaggio dipendenti e regolano il
flusso di Ca2+, necessario per la contrazione muscolare, la trasmissione sinaptica, la secrezione
ormonale e la generazione di segnali chimici intracellulari.
Esistono due tipi di canali Ca2+:
1. HVA (tipo L) che si attivano rapidamente e si disattivano lentamente, adatti per potenziali
d’azione prolungati;
2. LVA (tipo T) che si attivano lentamente ma si disattivano velocemente, importanti per la
generazione di segnali autoritmici.
• Canali del K+
I canali del K+ formano una famiglia di canali molto eterogenea sia strutturalmente che
funzionalmente anche se il loro ruolo fondamentale è quello di “smorzare” l’eccitamento. L’apertura
dei canali del K+ “stabilizza” il potenziale di riposo negativo di membrana. Quando sono aperti, i canali
del K+ portano infatti il potenziale di membrana al potenziale di equilibrio del K+ e quindi lontano
dalla soglia di eccitazione.
I canali del K+ aperti fissano il potenziale di riposo, accorciano i potenziali d’azione veloci, terminano
i periodi di intensa attività, influenzano gli intervalli tra potenziali d’azione durante un treno di
potenziali e generalmente abbassano l’efficacia dei segnali eccitatori.
Infatti quando sono aperti, il flusso di K+ all’interno della cellula fa avvicinare il potenziale di
membrana a quello di equilibrio del K+, ossia parecchio lontano dal potenziale di azione.
Esistono 3 tipi di canali del potassio:
1. quelli voltaggio-dipendenti;
2. quelli calcio dipendenti;
3. quelli inward rectifier che hanno una attivazione voltaggio-dipendenza invertita, cioè si chiudono
con le depolarizzazioni e si aprono con le iperpolarizzazioni.
• Canali del K+
Il Cl− è l’anione predominante sia nel compartimento extracellulare che in quello intracellulare.
I canali del Cl− sono canali anionici ubiquitari, permeabili anche ad altri anioni quali HCO3−, I−, SCN−
e NO3−. Sono raggruppati in 5 famiglie:
1. i canali attivati da ligando;
2. i canali voltaggio-dipendenti;
3. il canale regolatore di conduttanza transmembrana della fibrosi cistica (CFTR);
4. i canali attivati dal Ca2+;
5. i canali intracellulari;
Per quanto riguarda la loro funzione, i canali del Cl− sono implicati in diversi processi fisiologici, ad
esempio, a livello dello stomaco o delle vie aeree si attivano per generare muco (con funzione di
protezione contro l’ambiente acido dello stomaco e da lubrificante generale).
Il cloro viene pompato all’esterno della cellula perché attira molecole d’acqua e mi diluisce il muco.
Il caso di fibrosi cistica è quando il muco è troppo denso.
• Canali TRP
I canali TRP (Transient Receptor Potential) costituiscono una superfamiglia di canali cationici espressi
in tutte le cellule eucariotiche. Da un punto di vista funzionale, i canali TRP sono sensori cellulari per
una serie molto eterogenea di stimoli, di natura fisica e chimica. Sono infatti coinvolti nella
regolazione di svariati processi fisiologici quali la percezione sensoriale, il controllo del tono vasale, la
proliferazione, la sopravvivenza e la morte cellulare. La loro attivazione è controllata da diversi fattori,
tra cui il voltaggio, la temperatura e stimoli meccanici e chimici. Una peculiarità dei canali TRP
riguarda la loro attivazione di tipo polimodale, ad esempio il canale TRPV1 è sensibile alla capsaicina,
al pH extracellulare ed al calore, mentre TRPM8 risponde al mentolo e al freddo.
Il secondo tipo di cellule che formano il sistema nervoso, le cellule gliali (o neuroglia), svolgono
molteplici funzioni quali partecipare direttamente alla genesi e alla trasmissione dei potenziali
d’azione ma svolgono un’azione importante nel sostenere fisicamente i neuroni. Contribuiscono
inoltre al metabolismo dei neuroni e a mantenere l’omeostasi del liquido extracellulare, eliminando
l’eccesso di K+ che si accumula nel liquido extracellulare durante l’attività dei neuroni.
Il SNP contiene due tipi di cellule gliali:
1. le cellule di Schwann
2. Le cellule satelliti,
Il SNC ne contiene quattro tipi: oligodendrociti, astrociti, microglia e cellule ependimali.
Un ruolo particolare lo svolgono le cellule di Schwann nel SNP e gli oligodendrociti nel SNC che
sostengono meccanicamente gli assoni e li isolano elettricamente formando la guaina mielinica,
composta da strati multipli di membrana.
3.6) Potenziali graduati e potenziali d’azione
Una proprietà comune a tutti i neuroni che compongono il sistema neuronale è che operano
utilizzando due soli tipi di segnali elettrici: i potenziali graduati e gli impulsi tutto-o-niente (treni di
potenziali d’azione).
A causa delle proprietà passive di membrana il potenziale graduato originato dalle terminazioni
sensoriali non è in grado di essere propagato per lunghe distanze. Di fatto, un potenziale graduato
decade elettrotonicamente lungo il soma della cellula sensoriale e a livello del monticolo assonico è
convertito in un segnale del tipo “tutto-o-niente” e dà origine a singoli o a treni di potenziali d’azione.
Il potenziale graduato è pertanto l’evento primario che dà origine a una serie di potenziali d’azione,
la cui frequenza è in qualche modo proporzionale all’ampiezza dello stimolo e rappresenta; dato che
i potenziali d’azione sono eventi “tutto-o-niente” che non cambiano ampiezza, la trasmissione
dell’informazione lungo gli assoni avviene prevalentemente in frequenza, che è il modo più efficiente
per trasmettere informazioni a lunga distanza con minime distorsioni.
Il potenziale che si genera nel punto dove è iniettata la corrente è al massimo della sua ampiezza (Vo)
e decade esponenzialmente con la distanza secondo la seguente equazione:
• Sinapsi elettriche
L’efficienza della trasmissione elettrica richiede anche che la cellula postsinaptica abbia dimensioni
inferiori o simili alla cellula presinaptica, solo in tal caso le correnti elettrotoniche riescono a variare
in modo significativo il valore del potenziale di membrana e a generare un potenziale d’azione nella
cellula postsinaptica.
In una sinapsi elettrica la direzione della trasmissione del segnale è di volta in volta imposta
dall’elemento sinaptico che per primo genera il potenziale d’azione. Per questo motivo le sinapsi
elettriche sono definite sinapsi non rettificanti.
La trasmissione via sinapsi elettrica è molto rapida poiché è il risultato di un passaggio diretto di
corrente dalla cellula presinaptica alla cellula postsinaptica. Il ritardo con cui la cellula postsinaptica
genera il potenziale d’azione postsinaptico, la cosiddetta latenza, è brevissimo.
• Sinapsi chimiche
Sia nelle sinapsi chimiche veloci che nelle sinapsi chimiche lente, le caratteristiche elettriche del
potenziale postsinaptico dipendono dalle proprietà biofisiche dei canali ionici attivati direttamente o
indirettamente dal neurotrasmettitore. I canali ionici attraverso i quali operano i neurotrasmettitori
sono canali cationici (recettori canali) con una permeabilità prevalente per il Na+, K+ o Ca2+ oppure
canali anionici per il Cl−. In seguito alla loro apertura, la variazione del potenziale di membrana della
cellula postsinaptica sarà dettata dai potenziali d’equilibrio degli ioni che permeano attraverso i canali
e dal potenziale di membrana a riposo (Vr) della cellula postsinaptica.
Se il neurotrasmettitore attiva direttamente o indirettamente un canale ionico con permeabilità
prevalente per il Na+ o per il Ca2+, i canali attivati renderanno più positivo l’interno della cellula
postsinaptica e la variazione transiente del potenziale della membrana postsinaptica sarà in senso
depolarizzante. Al contrario, se il neurotrasmettitore controlla l’apertura di un canale ionico con
permeabilità prevalente per il K+ o selettivo per il Cl−, il potenziale di membrana della cellula
postsinaptica cambierà in senso iperpolarizzante.
Quando il neurotrasmettitore causa depolarizzazione della cellula postsinaptica, il
neurotrasmettitore, il potenziale postsinaptico e la sinapsi chimica sono definiti eccitatori. Se il
neurotrasmettitore causa iperpolarizzazione della cellula postsinaptica, il neurotrasmettitore, il
potenziale postsinaptico e la sinapsi chimica sono definiti inibitori.
• Sinapsi neuromuscolari
4.3) Neurotrasmettitori
I neurotrasmettitori sono una famiglia di molecole molto eterogenee, suddivise in due classi in
funzione della loro struttura e processo di sintesi ed immagazzinamento all’interno delle vescicole:
1. i neurotrasmettitori a basso peso molecolare (ACh, amine biogene, aminoacidi e purine);
2. i neuropeptidi, che sono molecole relativamente grandi, costituite da catene
aminoacidiche di lunghezza variabile (3-36 aminoacidi).
I neurotrasmettitori a basso peso molecolare, come l’acetilcolina (ACh) e alcuni aminoacidi, sono
sintetizzati nel terminale assonico e impacchettati in piccole vescicole. Gli enzimi necessari per la
sintesi di questi trasmettitori vengono prodotti nel corpo cellulare e trasportati alla terminazione
nervosa tramite trasporto assonico lento (pochi millimetri al giorno). Nella terminazione assonica, i
precursori dei neurotrasmettitori sono trasportati nel citoplasma per mezzo di trasportatori specifici.
In questa sede il neurotrasmettitore a basso peso molecolare viene sintetizzato, impacchettato in
vescicole tramite proteine trasportatrici espresse sulla membrana vescicolare e poi liberato per
esocitosi, per essere infine degradato enzimaticamente o rimosso. Questi neurotrasmettitori
vengono liberati molto rapidamente.
I neuropeptidi sono contenuti in vescicole di dimensioni maggiori, denominate large-dense core (a
nucleo denso). I trasmettitori di natura peptidica sono sintetizzati come pre-propeptidi nel reticolo
endoplasmatico ruvido, dove la sequenza segnale che indica il peptide da secernere viene rimossa. Il
propeptide risultante viene impacchettato in vescicole a livello dell’apparato di Golgi. All’interno della
vescicola avviene una serie di reazioni che porta il neurotrasmettitore alla sua completa maturazione.
Le vescicole contenenti il neuropeptide vengono trasportate al terminale nervoso mediante trasporto
assonico rapido. A differenza dei trasmettitori a basso peso molecolare, quelli peptidici sono
degradati enzimaticamente e non sono ricaptati da trasportatori. Le sostanze peptidiche che
agiscono come neurotrasmettitori sono centinaia, tra cui: oppiacei endogeni (endorfine, encefaline,
dinorfine).
L’ACh è il neurotrasmettitore della sinapsi neuromuscolare ed esercita la sua azione in molte sinapsi
del sistema nervoso centrale e periferico e a livello dei gangli del sistema nervoso autonomo. Nel
sistema nervoso periferico l’ACh è il neurotrasmettitore delle sinapsi tra:
a. motoneuroni spinali e muscolo striato;
b. fibre pregangliari e postgangliari simpatiche e parasimpatiche;
c. terminazioni postgangliari parasimpatiche e cellule effettrici ghiandolari, pace-maker
cardiache, muscolari lisce;
d. fibre simpatiche del nervo splancnico e cellule cromaffini della midollare surrenale.
Nel sistema nervoso centrale il sistema colinergico ha un ruolo regolatorio complesso che coinvolge
diversi livelli dell’attività nervosa: regolazione dei movimenti volontari, postura, sonno, sensazioni,
percezioni, processi cognitivi.
L’ACh viene sintetizzata nella terminazione nervosa a partire da due composti, acetilcoenzima A e
colina, in una reazione catalizzata dell’enzima colina acetiltransferasi (CAT): un neurone viene definito
colinergico in base alla presenza di questo enzima. Una volta rilasciata nello spazio intersinaptico,
l’ACh può produrre sulla cellula bersaglio azioni molto diverse, a seconda del recettore a cui si lega:
nicotinico (nAChR) o muscarinico (mAChR).
Il recettore nicotinico (nAChR) deve il suo nome alla nicotina, un alcaloide di origine vegetale che è
l’agonista di riferimento di questo recettore. È uno dei recettori-canale meglio studiati, soprattutto
per il suo ruolo a livello della giunzione neuromuscolare. È un recettore ionotropo che ha effetti
postsinaptici eccitatori, in quanto permeabile ad una corrente cationica aspecifica (Na+/Ca2+/K+) con
un potenziale di inversione intorno a −10, −20 mV.
Il recettore muscarinico (mAChR) prende il nome dalla muscarina, un alcaloide naturale di origine
vegetale. È espresso nelle cellule effettrici del sistema nervoso autonomo innervate da neuroni
postgangliari parasimpatici, nel cervello e nei gangli periferici.
È un recettore metabotropo che a differenza dei canali attivati da ligando, non forma pori ionici, ma
interagisce con proteine G per attivare o inibire enzimi e modulare di conseguenza canali ionici. Nel
cervello sono diffusi i sottotipi M1 , M3 e M4 , mentre a livello cardiaco è espresso il tipo M2.
• GABA
Il GABA è il trasmettitore inibitorio per eccellenza nel cervello. Viene immagazzinato in vescicole
sfruttando il gradiente elettrico e di pH tra il lume vescicolare e il citoplasma generato dalla H+-
ATPasi. Il meccanismo principale di inattivazione del GABA è dovuto alla sua ricaptazione ad opera di
trasportatori ad alta affinità presenti sia sui neuroni che nelle cellule gliali.
Studi elettrofisiologici e biochimici hanno dimostrato l’esistenza di tre diversi recettori per il GABA,
che differiscono per struttura molecolare, trasduzione del segnale, distribuzione e farmacologia. Due
di questi sono recettori ionotropi, GABAa e GABAc, un terzo è di tipo metabotropo, GABAb.
a. Recettore GABAa – Il recettore GABAA sono strutturalmente simili al nAChR, costituiti da più
subunità disposte intorno ad un poro ionico centrale con un sito di legame per il
neurotrasmettitore sul lato extracellulare. Nel caso del recettore GABAA, il complesso
proteico ha un peso molecolare di 275 kDa e il canale ionico associato è selettivamente
permeabile al Cl. L’attivazione del GABAa causa una corrente in ingresso di ioni Cl− che
produce iperpolarizzazione e quindi allontanamento del potenziale di membrana dalla soglia
di eccitabilità.
b. Recettore GABAb – I recettori GABAb sono ubiquitari nel sistema nervoso centrale. A livello
presinaptico, la loro attivazione causa inibizione del rilascio di trasmettitore, tramite
l’apertura di canali permeabili al K+ e il blocco di canali del Ca2+. Postsinapticamente, i
recettori GABAb causano iperpolarizzazione, attivando conduttanze al K+ tramite inibizione
dell’adenilato ciclasi.
c. Recettore GABAc – È un recettore ionotropo accoppiato ad un canale del Cl− e risulta
prevalentemente espresso a livello della retina (cellule bipolari).
• Glicina
• Glutammato
• Altri neurotrasmettitori
a. Adrenalina e noradrenalina – Nel sistema nervoso centrale, a livello delle sinapsi adrenergiche, il
neurotrasmettitore più comunemente utilizzato è la noradrenalina. Questo neurotrasmettitore è
importante per la regolazione del sonno, della veglia e del comportamento alimentare. A livello
periferico, la NA è rilasciata dalle terminazioni simpatiche postgangliari.
b. Dopamina – La dopamina esercita la sua azione soprattutto a livello del sistema nervoso centrale,
dove il sistema dopaminergico ha un ruolo importante nel controllo extrapiramidale del
movimento, in alcune funzioni comportamentali e percettive. Nel morbo di Parkinson vi è una
degenerazione dei neuroni dopaminergici a livello della substantia nigra che causa la tipica
disfunzione motoria.
c. Serotonina – La serotonina (5-HT) è sintetizzata a partire dall’aminoacido triptofano. La funzione
della serotonina a livello cerebrale è prevalentemente associata alla regolazione dei cicli
circadiani, dell’alimentazione, del sonno e della reazione di allerta. La serotonina può anche agire
come ormone sulla muscolatura liscia, regolandone l’attività contrattile.
d. Istamina – Nel sistema nervoso centrale si trova concentrata a livello dell’ipotalamo ed è
importante nel controllo dello stato di veglia e di attenzione; a livello periferico l’istamina agisce
come ormone nelle reazioni infiammatorie e allergiche. È infatti localizzata nella maggior parte
dei tessuti del corpo, in particolar modo nei polmoni, nella pelle e nel tratto gastrointestinale.