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MATERIA VIVENTE

è riconoscibile per alcune caratteristiche morfologiche e funzionali, quali:


• ADATTABILITÀ: capacità di interagire con l'ambiente modificando se stesso e l'ambiente per
garantire continuità dei processi vitali.
• IRRITABILITÀ o ECCITABILITÀ: capacità di modificarsi in risposta a variazioni di ambiente, detta
anche stimolo, grazie all'energia propria.
• MOTILITÀ: capacità di spostarsi e far spostare strutture e molecole nello spazio.
• ASSORBIMENTO: capacità di assumere sostanze dall'ambiente esterno.
• SECREZIONE: capacità di riversare nell'ambiente sostanze diverse da quelle preesistenti in esso
(no fotosintesi)
• CATALISI: capacità di far avvenire reazioni chimiche impossibili in condizioni abituali di
temperatura e pressione grazie a enzimi catalizzatori.
• GENERAZIONE DI FENOMENI ELETTRICI: capacità di generare differenze di potenziale e
correnti elettriche.
• RIPRODUZIONE: originare nuova materia vivente con caratteristiche simili a quella preesistente.
• MOLTEPLICITÀ e VARIETÀ: numerose copie simili ma non identiche tra loro.

La comparsa di nuove strutture e nuove funzioni con base molecolare ereditabili porta alla
generazione della diversità (evoluzione).

LA CELLULA

XVII - Robert Hooke con microscopio ottico osserva un tappo da sughero e vede una serie di
strutture accostate tra loro, ,e chiama cellule, da cells.
XIX - TEORIA CELLULARE - la cellula è l'unità strutturale e funzionale fondamentale della materia
vivente (Schleiden e Schwann) e Ogni cellula ha origine da un'altra cellula (Virchow).

Tutti gli organismi viventi sono costituiti da cellule disposte in strutture ordinate detti tessuti.
A costituire i tessuti concorre anche la matrice extracellulare (ECM) interposta tra le cellule, poi ci
sono fluidi biologici come il sangue che contengono pure cellule.
La cellula è la più piccola porzione di materia dotata di vita autonoma e per vivere ha bisogno di
istruzioni, le informazioni ereditarie o genetiche contenute nel DNA o RNA, altre sono acquisite
dall'ambiente in cui la cellula vive.

COMPOSIZIONE DELLE CELLULE E MATRICE EXTRACELLULARE

ACQUA = maggior parte del peso della cellula e dell'organismo. Ha struttura a dipolo con un lato
carico positivamente e uno negativamente. Da ciò dipendono:
- capacità di legarsi tra loro e con altre molecole tramite attrazioni elettrostatiche e legami a
idrogeno
- fluidità tra 0° e 100°C
- va incontro a dissociazione in ioni OH- e H+ che si lega con un'altra molecole d'acqua formando
uno ione idronio (H30)+.

La concentrazione dei protoni dipende dagli ioni idronio espressa dal pH. Neutro=7; eccesso di ioni
(H30)+ acido = <7; eccesso di basi OH- base = >7. pH interno delle cellule è come quello del
sangue, circa 7,35.

MACROMOLECOLE sono raggruppate in 4 categorie: proteine, lipidi, carboidrati, acidi nucleici.


Queste formano con l'acqua una sospensione colloidale. I colloidi sono liquidi viscosi o gelatinosi
(sol) e deformabili ed elastici (gel).

CELLULE EUCARIOTICHE E PROCARIOTICHE.

- Nucleo ricco di acidi nucleici, principalmente DNA.


- Citoplasma circonda il nucleo
- Protoplasma insieme di nucleo e citoplasma.

Tutte sono delimitate da una membrana cellulare che le separa dall'ambiente circostante e
chimicamente differente. Le cellule procariotiche come i batteri, il materiale genetico non è
separato dal citoplasma.

MEMBRANA CELLULARE (o plasmatica) e membrana citoplasmatica (o plasmalemma) è una


sottile pellicola che riveste completamente la cellula separandola dall'ambiente esterno,
regolandone gli scambi.

La membrana ha una struttura a mosaico fluido costituita da un doppio strato lipidi bipolari o
anfipatici, principalmente fosfolipidi.

Lo strato più esterno è l'unico che contiene glicolipidi ed è costituito da fosfatidilcolina (un tipo di
glicerofosfolipide) e di sfingomielina.

Lo strato lipidico interno (protoplasmatico) è l'unico a contenere fosfatidilserina, fosfatidilinositolo e


fosfatidiletanolammina.

Tutte le membrana delle cellule eucariotiche contengono colesterolo che ne modifica la fluidità
irrigidendola. Alla temperatura corporea i lipidi di membrana si trovano in uno stato semifluido e,
potendosi spostare permettono il movimento delle proteine. I movimenti da uno stato all'altro della
membrana ("flip-flop") sono invece più limitati e sono catalizzati da particolari enzimi detti flippasi.
Le proteine adagiate sull'uno o sull'altro versante del doppio strato lipidico sono dette proteine
estrinseche, mentre quelle immerse nel doppio strato o che lo attraversano a tutto spessore sono
dette proteine intrinseche.

Le proteine estrinseche (o periferiche) possono essere solubilizzate semplicemente innalzando la


forza ionica del mezzo solvente in quanto il legame tra proteine e lipidi di membrana è di tipo
elettrostatico (ponti di idrogeno, attrazioni tra dipoli, legami ionici).

Le proteine intrinseche (o integrali) possono essere separate dalla componente idrofobica solo
con l'uso di tensioattivi, il che indica che tali proteine sono unite ai lipidi da legami idrofobici, più
forti.

Sulla superficie esterna della membrana si trova uno strato ricco di glucidi, detto glicocalice,
costituito dalle catene glicidiche di glicoproteine e di glicolipidi e quindi unito alla porzione
lipoproteica della membrana tramite legami covalenti. Il glicocalice è portatore di carica elettrica di
segno negativo grazie a residui di acido sialico, dotato di un gruppo carbossilico, e a residui
glucidici solfati. Può essere rimosso senza ledere la vitalità cellulare, mediante enzimi proteolitici;
ma in breve tempo (per i mammiferi, entro un giorno) il glicocalice si riforma e le cellule riprendono
tutte le loro funzioni. La rimozione del glicocalice è impiegata per dissociare le cellule al fine di
trasferirle in coltura.
Se si perfora la membrana con una punta sottile, i bordi della lesione scivolano l'uno verso l'altro e
si saldano: si possono pungere cellule con aghi di vetro, con una punta del diametro di pochi
micron, a fini sperimentali o terapeutici (come in alcune tecniche di fecondazione artificiale).

ULTRASTRUTTURA: in sezioni esaminate al microscopio elettronico a trasmissione (TEM) la cellula


è delimitata da una lamina tristratificata. I due stati esterni sono elettrondensi, mentre lo strato
intermedio è elettrontrasparente (chiaro). I due strati densi corrispondono alle regioni polari,
mentre lo strato chiaro corrisponde alle regioni apolari della membrana. L'immagine trilaminare (al
TEM) rivela la sola porzione lipoproteica della membrana, e corrisponde alla "membrana cellulare"
visualizzata in microscopia elettronica. L’analisi di sezioni in cui siano mantenute e dimostrate
componenti glucidiche fa vedere sulla superficie extracellulare della membrana il glicocalice, di
spessore per lo più compreso tra 10 e 20 nm.

La tecnica del freeze-fracture consente di avere una visione “di piatto” della membrana che mette
in evidenza la distribuzione intramembrana delle proteine.

IMPALCATURA DI SOSTEGNO: una serie di proteine filamentose, distese nel citoplasma a ridosso
della membrana plasmatica, sono unite a proteine intrinseche di membrana tramite altre proteine
intermedie: si forma così uno scheletro di membrana che conferisce stabilità meccanica, concorre
a ridurre la mobilità di alcune proteine di membrana e, essendo una struttura elastica, permette
alla membrana di deformarsi reversibilmente in rapporto ai cambiamenti di forma della cellula. Lo
scheletro di membrana meglio studiato è quello dei globuli rossi e ad esso appartiene la proteina
filamentosa detta spectrina.

PERMEABILITÀ SELETTIVA: la zona idrofobica al centro della membrana non è di ostacolo al


passaggio di piccole molecole apolari quali i gas respiratori (O, e CO2) e l'azoto (N2). La
membrana si lascia permeare anche da piccole molecole polari, purché non si tratti di ioni; è il
caso dell'acqua (18 dalton) e di piccole molecole neutre idrosolubili (ovvero idrofile) come l'etanolo
(46 dalton) e il glicerolo (92 dalton).

La membrana è invece impermeabile a ioni di qualsiasi dimensione e a molecole organiche polari


più grandi di quelle sopra citate. Per far passare queste sostanze esistono dei sistemi costituiti da
proteine intrinseche transmembrana, singole o in complesso tra loro, che costituiscono canali e
trasportatori.

I CANALI presentano un tratto a cilindro cavo, che è idrofobico sulla superficie esterna che guarda il
doppio strato lipidico ed è invece idrofilo sulla superficie interna, che delimita il percorso seguito
dalle sostanze in transito. Canali specifici sono dedicati al passaggio di diversi ioni; in alcuni tipi
cellulari esistono anche canali che permettono un flusso di acqua (acqua-porine; proteine canale)
assai più intenso di quello altrimenti possibile. I canali possono essere aperti o chiusi in risposta a
stimoli extra- ed intracellulari.

I trasportatori sono capaci di cambiare forma e trasportare attraverso la membrana ioni o molecole
organiche polari capaci di legarsi ai siti di legame del trasportatore stesso.

- Le sostanze apolari attraversano la membrana senza consumo di energia seguendo un gradiente


di concentrazione (trasporto passivo).

- Le sostanze polari attraversano la membrana secondo un gradiente di concentrazione o di carica


elettrica con velocità maggiore di quella attesa per semplice diffusione (trasporto facilitato). Ciò
dipende dalla presenza di canali o trasportatori, altrimenti non attraverserebbero la parte idrofobica
della membrana. Gradiente di concentrazione e (per molecole ionizzate) carica elettrica si
sommano algebricamente a costituire un gradiente elettrochimico.

Grazie ai trasportatori, inoltre:

- altre molecole sono trasportate attraverso la membrana contro un gradiente elettrochimico, con
consumo di energia (trasporto attivo). Quelli in grado di sfruttare fonti di energia per ottenere il
movimento sono detti pompe di membrana.

Alcuni trasportatori associano più molecole nel trasporto: nella stessa direzione sono detti
simporto; in direzione opposta sono detti antiporto.

POTENZIALE DI MEMBRANA: la principale pompa di membrana delle cellule degli organismi


animali è la cosiddetta pompa del sodio e del potassio, che trasferisce ioni sodio all'esterno
della cellula e ioni potassio all'interno ottenendo l'energia necessaria dall'idrolisi di ATP; per le sue
caratteristiche è definita Na+/K+ ATPasi, Mg2+ dipendente, ouabaino-sensibile (la ouabaina è una
molecola vegetale che blocca questa pompa). L'attività della pompa del sodio e del potassio e
l'esistenza di canali selettivi per i singoli ioni porta ad una differente concentrazione di cariche
elettriche tra le due facce della membrana, cioè fra il citoplasma e l'ambiente extracellulare. +
+All'equilibrio, la membrana mostra una differenza di potenziale detta potenziale di membrana, di
alcune decine di milliVolt (mV) e con l'interno negativo rispetto all'esterno. Variazioni del potenziale
di membrana, determinate da modificazioni della permeabilità agli ioni sodio e potassio, possono
essere usate dalla cellula per trasferire informazioni da un punto all'altro della sua superficie, per
trasmettere informazioni tra cellule vicine, per attivare meccanismi di trasporto facilitato e per
regolare funzioni all'interno della cellula stessa.

LA MEMBRANA PLASMATICA COME SEDE DI RICONOSCIMENTO E DI INTERAZIONE TRA


CELLULA E MOLECOLE EXTRACELLULARI

Il legame tra la membrana e molecole esterne alla cellula è importante per l'adesione delle cellule tra
loro e a superfici non cellulari (come la ECM) e per il riconoscimento di molecole solubili, comprese
quelle capaci di stimolare una risposta da parte della cellula. La membrana cellulare è coinvolta nel
riconoscimento e nella decodifica di segnali provenienti dall'ambiente esterno.

Il ligando è una molecola extracellulare che si unisce specificamente ad una molecola di una cellula;

Il sito di legame è una molecola che si unisce a un ligando; questo prende il nome di recettore se
l'unione tra un ligando e un sito di legame determina una risposta da parte della cellula (movimento,
variazioni del metabolismo, proliferazione o altro ancora).

Il termine recettore si usa anche quando questa molecola è situata in un compartimento intracellulare, ad
esempio nel citoplasma, come nel caso di ormoni lipidici e/o dell'ormone tiroideo dove il ligando
(ormone) non trova ostacolo ad attraversare la membrana plasmatica. Il contatto tra molecole segnale e
recettori innesca una serie di reazioni a cascata che permette la traduzione del segnale. Molte vie di
trasduzione di segnali sono complesse e danno origine ad una o più cascate molecolari.

CITOPLASMA E CITOSOL. Il citoplasma cellulare risulta costituito da una fase omogena detta matrice
citoplasmatica o citosol e da fasi morfologicamente definite che costituiscono gli organelli e le
inclusioni. Nella matrice citoplasmatica è inoltre presente una fitta rete di filamenti proteici che vanno a
costituire il citoscheletro. Il citosol è una soluzione acquosa all'interno del quale si svolge la
maggioranza delle reazioni biosintetiche della cellula; contiene infatti migliaia di enzimi che
intervengono nel metabolismo cellulare e anche proteine citoscheletriche e le diverse classi di RNA
responsabili della sintesi proteica. Ci sono anche vari organuli, tra questi il nucleo, assieme al reticolo
endoplasmatico, all'apparato di Golgi, ai lisosomi e ai perossisomi costituisce il sistema membranoso
del citoplasma, un insieme di cavità delimitate da membrana che suddivide il citoplasma in vari
compartimenti. Altri organuli delimitati da membrana sono i mitocondri, strutture altamente dinamiche
che rappresentano le centrali energetiche della cellula. Organuli non membranosi presenti all'interno del
citoplasma cellulare sono i ribosomi, i principali responsabili della sintesi delle proteine. Questi
organuli possono trovarsi "liberi" nel citoplasma o associarsi alle membrane del reticolo
endoplasmatico. Infine all'interno del citosol troviamo delle inclusioni, quali granuli di glicogeno e
gocciole lipidiche, elementi non rivestiti da membrana che rappresentano sedi di accumulo di nutrienti.

Sono identificabili con microscopio elettronico e nelle cellule molto ricche di ribosomi, cioè in quelle impegnate nella sintesi di
grandi quantità di proteine, la presenza di abbondante acido ribonucleico si manifesta con una affinità del citoplasma per i
coloranti basici, cioè con una basofilia citoplasmatica.

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