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MEMBRANA PLASMATICA

Le cellule sono separate dallambiente esterno tramite una sottilissima struttura, detta
membrana plasmatica, il cui spessore varia tra i 5 ai 10 nm. Essa non visibile al microscopio
ottico, data la sua sottilezza e solo negli anni 50 si riusc a studiarla tramite il microscopio
ottico. In queste prime immagini la membrana sembrava come composta da 3 strati, due
esterni scuri ed uno interno chiaro. Oltre a fornite unimmagine di questa struttura, la foto
accese unampia discussione sulla composizione molecolare dei vari strati della membrana.
La membrana riveste molteplici funzioni:
COMPARTIMENTAZIONE: le membrane formano superfici continue, ininterrotte e,
quindi, delimitano dei compartimenti chiusi. La membrana plasmatica racchiude il
contenuto dellintera cellula. I diversi compartimenti della cellula contengono sostanze
notevolmente differenti. La compartimentazione permessa dalle membrane fa si che
diverse attivit possano svolgersi senza interferenze esterne e che le attivit cellulari
possano essere indipendenti le une dalle altre;
SUPPORTO FISICO PER ATTIVITA BIOCHIMICHE: le membrane delimitano i
compartimenti, ma sono esse stesse dei distinti compartimenti. Grazie alla loro
struttura forniscono alla cellula unampia impalcatura, allinterno della quale i vari
componenti possono interagire in modo efficace;
BARRIERA CON PERMEABILITA SELETTIVA: le membrane impediscono il libero scambio
di molecole e, allo stesso tempo, forniscono un mezzo di comunicazione tra i
compartimenti che separano. La membrana plasmatica che circonda la cellula pu
essere paragonata al fossato che circonda un castello: entrambi sono delle barriere ma
possiedono anche dei ponti levatoi che favoriscono il passaggio di materiale
dallinterno allesterno e viceversa;
TRASPORTO DI SOLUTI: la membrana contiene le strutture che permettono il passaggio
di sostanze da una parte allaltra di essa, spesso da una regione a pi bassa
concentrazione ad una pi concentrata. Il trasporto di membrana permette alla cellula
di immagazzinare sostanze necessarie al suo metabolismo. La membrana plasmatica,
inoltre, in grado di trasportare soluti ionici, stabilendo gradienti ionici differenti tra i
due versanti. Tale capacit fondamentale per il funzionamento delle cellule nervose e
muscolari;
RISPOSTA A SEGNALI ESTERNI: le membrana plasmatica svolge un ruolo fondamentale
nella risposta della cellula agli stimoli esterni, un processo noto come trasduzione del
segnale. La membrana contiene dei recettori che si combinano con molecole
specifiche, le ligandi, formando strutture complementari. Tipi diversi di cellule
possiedono membrane con tipi differenti di recettori e , quindi, sono capaci di
riconoscere e di rispondere a igandi diversi nellambiente in cui si trovano. Il legame
tra recettore e ligandi pu determinare la creazione di un segnare intracellulare, che
inibisce o meno le attivit interne. Ad esempio, segnali generati a livello della
membrana plasmatica possono indurre una cellula a sintetizzare una maggiore
quantit di glicogeno, a prepararsi alla divisione cellulare, a muoversi, ecc.
INTERAZIONI INTERCELLULARI: la membrana plasmatica degli organismi pluricellulari
media le interazioni fra una cellula e quelle che gli stanno accanto.
TRASFERIMENTO DI ENERGIA: le membrane sono strettamente coinvolte nei processi
attraverso i quali una forma di energia viene trasformata in una forma diversa. La
principale forma di trasferimento avviene durante la fotosintesi, quando lenergia della
luce solare viene assorbita dai pigmenti legati alle membrane, convertita in energia
chimica ed accumulata sotto forma di carboidrati. Le membrane sono, inoltre,
implicate nel trasferimento di energia chimica dai carboidrati allATP.
La membrana plasmatica formata da 3 tipi di macromolecole:
1. lipidi;
2. Proteine;
3. Carboidrati.
LIPIDI DI MEMBRANA
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Analizziamo per primi i lipidi, in particolare i fosfolipidi: essi sono molecole composte da una
parte idrofobica ed una idrofilica (due catene di acidi grassi di cui una pu essere insatura).
Una struttura con queste caratteristiche detta anfipatica. I fosfolipidi si dispongono a
costituire la membrana secondo un doppio strato, con la parte idrofilica rivolta verso lesterno
della cellula e verso il citoplasma e con la parte idrofobica rivolta verso linterno della
struttura. Questa disposizione spaziale sarebbe quella pi favorevole dal punti di vista
termodinamico, poich le teste polari possono interagire con le molecole dacqua circostanti,
mentre le catene idrofobiche sono protette dal contatto con lambiente acquoso.
Tale concetto da integrare con un dogma fondamentale per lo studio delle membrane,
ovvero ill modello a mosaico fluido. Secondo tale teoria, i lipidi sono capaci di muoversi
lateralmente allinterno del piano della membrana. La membrana plasmatica, quindi, una
struttura dinamica, le cui componenti sono mobili e capaci di entrare in contatto per
partecipare a vari tipi di interazioni transitori o semipermanenti.
Come gi detto, i fosfolipidi possono presentare un acido grasso insaturo (gamba storta).
Una membrana formata da molti fosfolipidi con acidi grassi insaturi una struttura molto
labile, delicata, poich lo spazio tra le macromolecole maggiore e minore
limpacchettamento. Al contrario una membrana povera di acidi grassi insaturi (tutte gambe
dritte) molto rigida ed impacchettata. Nessuno dei due casi corretto: bisogna trovare un
giusto equilibrio tra i due tipi. Ci, per, dipende dalla dieta dellorganismo: la cellula pu
gestire uneccessiva rigidit o fluidit attraverso lausilio di un altro lipide, il colesterolo.
Il colesterolo una molecola che in certe cellule animali pu rappresentare fino al 50% dei
lipidi di membrana. Esso, se la membrana ricca di acidi insaturi, si insinua con la sua coda
idrofoba nel doppio strato fosfolipidico, aumentando la rigidit della membrana; al contrario
se la membrana ricca di acidi saturi, si inserisce in essa, stortando le code e diminuendo
la rigidit.
Oltre al colesterolo e ai fosfolipidi, nella membrana, sono presenti altri lipidi come i
fosfogliceridi. A differenza dei trigliceridi, che non sono anfipatici e che contengono 3 acidi
grassi, queste macromolecole presentano solo due gruppi ossidrile del glicerolo esterificati ad
acidi grassi; il terzo esterificato ad un gruppo fosfato idrofilo. Senza altre sostituzioni oltre al
gruppo fosfato e agli acidi grassi, la molecola viene chiamata acido fosfatidico, praticamente
assente nella maggior parte delle membrane, diversamente, i fosfogliceridi hanno legato al
gruppo fosfato un gruppo aggiuntivo, come la colina (fosfatidicolina), letanolammina
(fosfatidietanolammina), la serina (fosfatidiserina) o linositolo (fosfatidilinositolo). Ognuno di
questi gruppi carico, per cui, insieme al gruppo fosfato a cui legato, forma una regione
fortemente idrofila detta gruppo di testa o semplicemente testa.
Una classe meno abbondante di lipidi di membrana, chiamati sfingolipidi, rappresentata dai
derivati della sfingosina, un amminoalcool che contiene una lunga catena idrocarbuirica.
Queste macromolecole sono formate dalla sfingosina legata ad un acido grasso mediante il
suo gruppo amminico. Questa molecola una ceramide. I diversi lipidi formati dalla
sfingosina possiedono diversi gruppi esterificati al gruppo alcolico: nel caso esso sia la
fosforilcolina, la molecola detta sfingomielina.
Se, invece, il gruppo esterificato un carboidrato la molecola un glicolipide, detto
cerebroside, se il carboidrato uno zucchero, e ganglioside, se il carboidrato un
oligosaccaride. Dei glicolipidi si conosce veramente poco, nonostante si supponga che essi
abbiano un ruolo cruciale allinterno della membrana. Il sistema nervoso particolarmente
ricco di questi lipidi: esseri umano incapaci di sintetizzare un ganglioside soffrono di una seria
malattia neurologica caratterizzata da gravi convulsioni e cecit. Inoltre i glicolipidi giocano
un ruolo in alcune malattie infettive: le tossine che causano il colera penetrano nelle cellule
bersaglio legandosi prima ai gangliosidi della superficie cellulare.
Ogni tipo di membrana cellulare ha la sua composizione lipidica, differente da ogni altra per
tipo di lipidi, natura della testa polare e acidi grassi. A causa di questa variabilit, si pensa
che le membrane contengano centinaia di fosfolipidi differenti. I lipidi non sono solo elementi
strutturali di una membrana: da essi possono dipendere, infatti, importanti propriet
biologiche di questa. La composizione lipidica pu, infatti, determinare lo stato fisico della
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membrana. Inoltre queste macromolecole costituiscono i precursori di messaggeri chimici


molto attivi, che regolano le funzioni cellulari.
Le membrane formano un sistema continuo ed interconnesso, che attraversa tutta la cellula.
La loro flessibilit permette, inoltre, di cambiare quando lo si necessita, come durante la
divisione cellulare o mentre la cellula si muove. Il doppio strato fosfolipidico, infatti, capace
di autoassemblarsi: ad esempio, se una piccola quantit di fosfatidicolina viene dispersa in
soluzione acquosa, le molecole lipidiche si assemblano in una struttura sferica della liposoma.
I due strati della membrana, tuttavia, non sono uguali: rispetto allo strato interno, ad
esempio, quello esterno contiene una maggior quantit di PC (sfatidicolina) e sfingomielina
ed una pi bassa concentrazione di fosfatidiletanolammina (PE) e fosfatidilserina (PS). A
questo punto possiamo vedere il doppio strato fosfolipidico come costituito da due monostrati
indipendenti, che possiedono propriet fisiche e chimiche differenti.
Le diverse classi di lipidi di membrana hanno caratteristiche diverse: ad esempio, tutti i
glicolipidi della membrana sono situati sul foglietto esterno, dove svolgono la funzione di
recettori. A fosfatidiletanolammina, pi abbondante nel foglietto interno, tende a favorire la
curvatura della membrana, mentre la fosfatidilserina possiede una carica netta negativa che
la rende adatta a legare le cariche positive dei residui di lisina e arginina, come possono
essere quelli laterali dell-elica della gliforina.
PROTEINE DI MEMBRANA
A seconda del tipo di membrana e del particolare organello di cui fa parte la cellula, una
membrana pu contenere centinaia di proteine diverse. Le proteine possono essere distinte
in tre classi distinte, a seconda del loro rapporto con il doppio strato fosfolipidico:
PROTEINE INTEGRALI: penetrano nel doppio strato fosfolipidico. Le proteine
transmembrana, poi, penetrano del tutto la membrana plasmatica: hanno perci
domini che sporgono sia dal lato extra cellulare sia dal lato citoplasmatico. Alcune
proteine, dette intrinseche, sono inserite in un solo strato della membrana;
PROTEINE PERIFERICHE: o estrinseche, sono situate completamente allesterno del
doppio strato fosfolipidico e si legano alla superficie della membrana attraverso legami
non covalenti;
PROTEINEANCORATE AI LIPIDI: legate covalentemente ad una molecola lipidica.
PROTEINE INTEGRALI DI MEMBRANA
La maggior parte delle proteine di membrana svolge il ruolo di:
a) Recettori capaci di legare specifiche molecole alla membrana;
b) Canali o trasportatori di ioni e soluti attraverso la membrana;
c) Agenti che trasferiscono elettroni durante la fotosintesi e la respirazione.
Come i fosfolipidi, anche le proteine integrali possiedono una parte idrofilica ed una
idrofobica, che si ritrovano, rispettivamente, verso lesterno della membrana e verso
linterno.
I lipidi associati ad una proteina di membrana hanno un ruolo chiave nellattivit di questa. Le
parti di proteina che si trovano nel versante citoplasmatico ed extracellulare presentano
forma globulare. Tali domini non inclusi nel doppio strato hanno tendenzialmente superfici
idrofile che interagiscono con sostanze idrosolubili. Diverse proteine di membrana presentano
una canale interno che forma un passaggio idrofilo attraverso il doppio strato fosfolipidico.
Lidea che le proteine siano in grado di inserirsi allinterno delle membrane piuttosto che
esternamente si desunta dalla tecnica del congelamento-frattura. In questa procedura, il
tessuto viene congelato e, tramite una lama, diviso in due sezioni. Il piano di frattura passa
tra i due piani della doppia membrana: ci avviene perch congelando lacqua si solidifica
allesterno della membrana, ma non al suo interno. Questa parte, perci funge da punto di
rottura. Una volta che i foglietti sono stati separati in questo modo, si depositano atomi di
metallo sulla loro superficie, dando origine ad una replica che si pu vedere al ME. La
membrana appare, quindi, come una strada di ciottoli: questi bozzetti sono proprio le
proteine di membrana. Quando esse attraversano tutto il doppio strato, su un foglietto
lasceranno un buco mentre sullaltro una cupoletta.
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A causa dei loro domini transmembrana idrofobi, difficile isolare le proteine integrali.
Lestrazione si ottiene grazie ad un detergente, lSDS, che denatura le proteine, oppure il
Triton X-100, un detergente non carico che non modifica la struttura terziaria delle proteine.
Questi detergenti, come il fosfolipidi, hanno un estremit polare ed una non polare: queste
sostanze, quindi, si sostituiscono ai fosfolipidi, stabilizzando le proteine transmembrana e
permettendo la determinazione della composizione, della massa molecolare, della sequenza
amminoacidica e cos via.
PROTEINE PERIFERICHE DI MEMBRANA
Le proteine periferiche sono associate alla membrana mediante legami elettrostatici deboli.
Esse, di solito, possono essere solubilizzate estraendole con soluzioni ad elevata
concentrazione salina, che indebolisce le interazioni con la membrana. La distinzione tra
proteine periferiche e di membrana piuttosto sottile, perch molte proteine di membrana
sono formata da diversi polipeptidi, alcuni dei quali entrano nella membrana, mentre altri ne
rimangono fuori. Le proteine periferiche che meglio si possono studiare sono quelle che
danno allinterno della cellula, verso il citoplasma, dove formano una rete fibrillare che agisce
da scheletro della membrana. Queste proteine, quindi, forniscono supporto alla membrana
e fungono da siti di ancoraggio per le proteine integrali di membrana. Altre proteine
periferiche possono agire da enzimi, oppure come trasmettitori di segnale attraverso la
membrana.
PROTEINE DI MEMBRANA ANCORATE AI LIPIDI
Si distinguono numerose proteine ancorate ai lipidi. Molte di esse, presenti sulla superficie
esterna della membrana plasmatica, si legano alla membrana mediante un corto
oligosaccaride, legato a sua volta ad una molecola di fosfatidilinositolo, inserito nel foglietto
esterno.. proteine con questo tipo di legame sono chiamate proteine ancorate a GPI (glicosilfosfatidilinositolo). La forma normale delle proteine dello scrapie, che colpisce il sistema
nervoso di pecore, capre e mufloni, una molecola legata al GPI, come pure lo sono i vari
recettori, enzimi e proteine. Un raro tipo di anemia, lemoglobinuria parossistica notturna, il
risultato della carenza di GPI, che rende i globuli rossi suscettibili a lisi.
Altre proteine sono ancorate a membrana tramite lunghe catene idrocarburiche incluse nel
foglietto del doppio strato. Si dimostrato che due proteine cos associate alla membrana
sono responsabili della trasformazione della cellula in cellula tumorale.
I LIPIDI E LA FLUIDITA DELLA MEMBRANA
Lo stato fisico dei lipidi di una membrana si pu descrivere in base alla loro fluidit. Si
consideri, ad esempio, una membrana ricca di lipidi insaturi: alla temperatura di 37 essa
sar abbastanza fluida. A questa temperatura, infatti, il doppio strato meglio definito come
un cristallo liquido bidimensionale: come un cristallo, infatti, le molecole conservano un
orientamento specifico.
Se la temperatura, per, si abbassa, la membrana cambia notevolmente: i lipidi formano un
gel cristallino congelato nel quale il movimento degli acidi grassi molto limitato. La
temperatura alla quale avviene questo cambiamento detta temperatura di transizione. Essa
dipende dalla capacit dei fosfolipidi di addensarsi tra di loro, capacit che, a sua volta,
dipende dai lipidi che formano il doppio strato. I lipidi con acidi grassi saturi sono molto pi
vicini tra loro rispetto a quelli con lacido cis-insaturo, che presentano piegature nella catena.
Quanto maggiore il grado di insaturazione dei grassi del doppio strato, tanto pi bassa sar
la temperatura di transizione. Un altro fattore che influenza la fluidit della membrana la
lunghezza delle catene di acidi grassi: pi esse sono corte, pi bassa la loro temperatura di
fusione. Lo stato fisico della membrana anche influenzato dalla presenza di colesterolo:
esso sinsinua tra gli acidi grassi, rompendo limpaccamento ed interferendo con la loro
mobilit. La presenza del colesterolo tende a creare una fluidit intermedia.
La membrana plasmatica fluida una perfetta via di mezzo tra una struttura rigida ed
ordinata ed un pi disorganizzato liquido non viscoso e fluido. La fluidit permette che
avvengano interazioni allinterno di essa: per esempio, lassemblaggio di proteine in
determinati punti della membrana non sarebbe possibile se essa non fosse fluida. Grazie alla
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fluidit le molecole che interagiscono possono avvicinarsi, dar luogo alle reazioni necessarie
e separarsi.
Le membrane si originano solo da membrane preesistenti ed il loro accrescimento avviene
mediante linserimento di lipidi e proteine. Il movimento e laccrescimento cellulare,
lendocitosi e lesocitosi e molti altri fenomeni non sarebbero probabilmente possibili se la
membrana non fosse fluida.
Come si fa, per, a mantenere fluida la membrana?
La temperatura dei mammiferi varia in base allambiente esterno; dato che per molte attivit
necessario che le membrane siano fluide, le cellule rispondono modificando il tipo di lipidi
di membrana. Il mantenimento della fluidit della membrana avviene grazie alla
trasformazione di legami semplici degli acidi grassi in doppi legami e rimescolando le catene
tra molecole fosfolipidiche diverse, in maniera da formare fosfolipidi con due acidi grassi
insaturi. La desaturazione dei legami singoli per formare doppi legami mediata da un
enzima, la desaturasi; il rimescolamento, invece, compiuto da fosfolipasi e da
aciltransferasi.
Questo meccanismo per il mantenimento della fluidit della membrana non avviene solo
nelluomo, ma anche in mammiferi ibernanti, le piante resistenti al freddo e i batteri che
vivono in sorgenti calde.
LA NATURA DINAMICA DELLA MEMBRANA PLASMATICA
La mobilit dei fosfolipidi nella membrana pu essere direttamente osservata al microscopio
elettronico legando delle particelle di oro oppure molecole fluorescenti sulle teste dei lipidi. Si
stimato che un fosfolipide impiega pochi secondi per diffondersi da un estremo allaltro di
una cellula batterica, mentre impiega ore o giorni per spostarsi da un foglietto allaltro. Di
tutti i possibili movimenti che un fosfolipide pu compiere, quindi, il suo spostamento verso
laltro versante della membrana limitato. Questo non sorprende affatto, poich per passare
sullaltro foglietto la testa idrofilica deve passare attraverso le code idrofobiche. Tutte le
cellule possiedono enzimi in grado di facilitare questo passaggio.
Visto che le proteine sono immerse nei fosfolipidi, stabilire lo stato di queste molecole
molto importante per definire la mobilit delle proteine integrali. La dimostrazione che anche
le proteine possono muoversi una pietra miliare della teoria del mosaico fluido. Le propriet
dinamiche delle proteine di membrana sono state svelate utilizzando diversi approcci
sperimentali.
La fusione cellulare, tra questi approcci, consiste nel formare ununica cellula, con ununica
membrana e citoplasma, da due cellule di partenza. Le cellule sono portate a fare ci
rendendo la loro superficie appiccicosa e portando le due membrane ad unirsi. Si possono
indurre le cellule a fondersi attraverso due modi: aggiungendo virus inattivati che si
attaccano alla membrana, aggiungendo glicole polietilenico oppure inducendo uno shock
elettronico. I primi esperimenti per verificare che le proteine di membrana si possono
muovere sfruttarono proprio questa tecnica e furono effettuati negli anni 70. I due scienziati
Frye e Edidin fusero insieme cellule murine e umane, seguendo nel tempo la posizione di
determinate proteine dopo che le due cellule si erano unite. Per seguire il movimento furono
preparati anticorpi contro luno o laltro tipo di proteine, che furono poi legati a coloranti
fluorescenti. Gli anticorpi anti-proteine di topo furono legati ad un colorante verde
fluorescente, mentre gli anticorpi anti-proteine umane furono legate ad un colorante rosso.
Essi evidenziarono che, al momento della fusione, la cellula appariva per met umana e per
met di topo. Con il passare del tempo, per, si notava che le proteine iniziavano a mischiarsi
tra di loro.
Se lo stesso esperimento veniva condotto a bassa temperatura, la viscosit del doppio strato
aumentava e le proteine potevano muoversi di meno. Questi primi esperimenti di fusione
cellulare diedero limpressione che le proteine potessero muoversi in maniera illimitata.
Tuttavia, gli studi successivi resero evidente che la dinamica delle membrane era pi
complessa di quanto si pensava.
Esistono diverse tecniche che permettono agli studiosi di seguire il movimento delle molecole
allinterno della membrana. Una di queste il recupero della fluorescenza dopo
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fotosbiancamento: i componenti integrali della membrana di cellule in coltura sono marcati


grazia ad una sostanza fluorescente. Una volta fatto ci le cellule sono esposte al microscopio
e irradiate con un sottile raggio laser che scolora le molecole fluorescenti dellarea colpita,
lasciando sulla superficie della cellula una chiazza circolare priva di fluorescenza. Se le
proteine sono mobili, allinterno di quellarea, dopo poco tempo dovrebbero rivedersi dei tratti
fluorescenti. Il grado di fluorescenza fornisce dati riguardanti la misura delle molecole in
grado di muoversi.
La tecnica FRAP mise in evidenza che le proteine si muovono molto pi lentamente di come si
muoverebbero in uno strato fosfolipidico puro e che una significativa parte di proteine non
libera di andare nella zona irradiata. Tuttavia questa tecnica riguarda grandi numeri di
proteine, per cui non sempre facile distinguere quelle proteine immobili da quelle che si
muovono seppur di poco.
Nella tecnica del tracciamento di singole particelle (SPT), singole proteine di membrana sono
marcate con particelle di oro rivestite di anticorpi e i loro movimenti sono seguiti da un
microscopio collegato ad un computer. I risultati delle ricerche dipendono dai tipi di proteine
usate. Ad esempio:
Alcune proteine di membrana si muovono casualmente nel doppio strato;
Alcune proteine non riescono a muoversi e vengono considerate immobili;
In alcuni casi, si trova che una proteina di muove in maniera altamente direzionale
verso una parte o laltra della cellula;
In quasi tutti gli esperimenti, si osservato che la maggior parte delle proteine
evidenzia un movimento browniano; tuttavia queste molecole sono incapaci di migrare
liberamente per pi di poche decine di centimetri.
quindi chiaro che le proteine non sono proprio libere di navigare nel mare di lipidi in cui
sono immerse, ma sono soggette a vari fattori che ne influenzano la mobilit. Si pensa che
queste influenze derivino dal versante citoplasmatico della membrana: su di esso si trova una
fitta rete che funge da scheletro della membrana, costituito da proteine periferiche. Una
parte di queste proteine , quindi, ancorata allo scheletro oppure influenzata da esso in
qualche maniera.
Una serie di ricerche hanno dimostrato che lo scheletro di membrana forma delle specie di
palizzate o recinzioni attorno a determinate porzioni di membrana, creando dei
compartimenti che riducono la distanza di spostamento della proteina. Le proteine
attraversano questi confini tra un compartimento e laltro passando per alcune interruzioni
delle palizzate. Di ritiene che queste aperture appaiano e scompaiano a seconde della
dinamica di assemblaggio e disassemblaggio delle varie componenti dello scheletro di
membrana.
Le proteine sono molecole enormi, per cui ci si aspetta anche che il loro movimento sia
limitato: tuttavia si dimostrato che anche i lipidi di membrana hanno movimenti limitati.
Seguendo i lipidi marcati al microscopio si nota che esse sono confinate per brevi periodi di
tempo e poi saltano da unarea confinata allaltra. Lanalisi dimostra che il fosfolipide diffonde
liberamente in un compartimento prima di saltare la recinzione di un compartimento vicino
per poi passare ad un'altra e cos via. Eliminare lo scheletro di membrana permette una
maggiore libert di movimento: ma essendo esso al di sotto della membrana come fa ad
interagire con i fosfolipidi?
Si ipotizza che le palizzate siano costituite da file di proteine integrali di membrana i cui
domini citoplasmatici sono legati allo scheletro di membrana.
IL MOVIMENTO DI MOLECOLE ATTRAVERSO LE MEMBRANE CELLULARI
Il trasporto di soluto attraverso membrana avviene attraverso quattro meccanismi:
Diffusione semplice trasporto non mediato di sostanze direttamente attraverso la
membrana (come nel caso di O2 ) oppure tramite proteine transmembrana. Segue
gradiente di concentrazione;
Diffusione facilitata le molecole di soluto si legano ad una specifica proteina di
membrana che lo trasporta da una zona pi concentrata ad una meno concentrata;
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Trasporto attivo trasporto mediato da una proteina con un sito di legame specifico
che va incontro a cambiamento di affinit. Vi dispendio di energia. Avviene contro
gradiente di concentrazione.
La diffusione un processo spontaneo che porta un soluto a spostarsi da una regione ad alta
concentrazione ad una a bassa concentrazione. Affinch una sostanza priva di carica si possa
muovere attraverso la membrana deve essere pi presente da un lato della membrana
rispetto allaltro ed, inoltre, la membrana deve essere permeabile a quella sostanza. La
membrana permeabile a quel soluto solo se esso pu passare attraverso la membrana e
attraverso canali di questa.
La discussione sulla diffusione semplice ci porta a considerare la polarit del soluto. Una
semplice misura della polarit data dal coefficiente di ripartizione, ossia del rapporto fra la
sua solubilit in un solvente apolare e quella in acqua. Un fattore che determina la velocit di
penetrazione nella membrana la dimensione del soluto. Se due molecole hanno coefficienti
di ripartizione uguali, ma uno pi grande dellaltro, la molecola con diametro minore
tender a penetrare il doppio strato pi rapidamente dellaltra.
Molecole molto piccole e prive di carica attraversano la membrana rapidamente: si tratta di
CO2 , O2 ed NO. Diversamente, molecole pi grandi come gli zuccheri, gli amminoacidi, ecc.
mostrano una scarsa penetrabilit della membrana. Queste molecole possono entrare nella
membrana non per semplice diffusione, ma per altri meccanismi, con i quali la membrana
controlla il movimento di sostanze che entrano ed escono dalla cellula.
Lacqua, a differenza di tutte le altre particelle, si muove facilmente attraverso la membrana
plasmatica che, quindi, definita semipermeabile. Lacqua si sposta da una regione a pi
bassa concentrazione di soluto verso una a pi alta concentrazione: tale processo detto
osmosi.
Quando due compartimenti con diversa concentrazione sono separati da una membrana
semipermeabile, dal compartimento a concentrazione pi bassa (ipotonico) vi sar uno
spostamento di acqua attraverso la membrana, verso la soluzione pi concentrata
(ipertonica), in maniera da ottenere due soluzioni isotoniche, ad ugual concentrazione.
Ponendo una cellula in una soluzione 0,9%NaCl, essa non subir variazioni, poich la
concentrazione della soluzione allesterno uguale a quella allinterno: la soluzione detta
fisiologica. Diversamente, se poniamo la cellula in una soluzione pi concentrata, essa si
raggrinzir per effetto dellosmosi; ponendola, invece, in una soluzione troppo diluita, essa si
gonfier fino a scoppiare.
Come fa, per, lacqua a muoversi attraverso la membrana? Agli inizi degli anni 90, un
gruppo di ricercatori scopr una famiglia di piccole proteine integrali, le acquaporine, che
permettono il movimento passivo di acqua da un lato allaltro della membrana. Ogni subunit
di acquaporina contiene un canale centrale, rivestito da residui di amminoacidi idrofobi, che
altamente specifico per le molecole dacqua. Miliardi di molecole di acqua possono passare
+
attraverso questi canali. Allo stesso tempio gli ioni H non sono capaci di penetrare
attraverso questi condotti aperti: in prossimit del suo punto stretto, infatti, la proteina
possiede una coppia di cariche positive posizionate in modo da attrarre gli atomi di ossigeno
della molecola dacqua. Questa interazione riorienta la molecola di acqua e le impedisce di
mantenere i legami idrogeno che normalmente la legano ad altre molecole. Le acquaporine
sono particolarmente abbondante nelle celle in cui il passaggio di acqua gioca un ruolo
chiave nellattivit fisiologica dei tessuti, come le cellule dei tubuli renali e le radici delle
piante.
LA DIFFUSIONE DI IONI ATTRAVERSO MEMBRANA
Il doppio strato fosfolipidico fortemente impermeabile a sostanze carice, come gli ioni
+ .
e K
2+ , Cl Essi possono passare attraverso la membrana solo grazie a particolari canali ionici.
+ ,Ca

Na
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La maggior parte dei canali ionici molto selettiva nel consentire il passaggio di un solo tipo
di ione. La diffusione di ioni sempre in discesa, ovvero secondo gradiente di
concentrazione. I canali ionici possono esistere in conformazione aperta o chiusa: canali di
questo tipo vengono detti di sbarramento. Si possono distinguere tre categorie di canali di
sbarramento:
Canali a controllo di voltaggio, il cui stato di conformazione dipende da differenze di
carica ionica sui due lati della membrana;
Canali a controllo di ligando, il cui stato conformazionale dipende dal legame di una
determinata molecola, il ligando, che solitamente non il soluto che passa per il
canale;
Canali a controllo meccanico, il cui stato conformazionale dipende da forze meccaniche
applicate alla membrana.
I canali ionici a controllo di voltaggio del potassio sono i pi conosciuti. Nel 1998 MacKinnon e
i duoi colleghi ottennero la prima immagine a risonanza atomica di un canale ionico di un
+
batterio per il K , denominato KcsA.
Il canale KcsA costituito da 4 subunit: ognuna di queste possiede due eliche
transmembrana ed una regione del poro allestremit cellulare del canale. La regione del
poro costituita da una corta elica e da unansa non elicoidale che forma il rivestimento
+
interno del filtro di selettivit, che permette il passaggio solo agli ioni K . La superficie
interna del filtro di selettivit presenta un pentapeptide con gruppi carbonilici, i quali creano
cinque anelli di atomi di ossigeno, ognuno dei quali possiede 4 atomi di ossigeno. Lanello ha
+
un diametro leggermente maggiore dello ione K che ha perso la sua normale idratazione:
gli atomi di O che rivestono il filtro di selettivit, infatti, si sostituiscono allacqua che
+
allontanata al momento dellentrata nel poro. Se lo ione
passa tranquillamente
K
+
attraverso questo canale, ugual cosa non accade per lo ione
Na che, essendo di
dimensioni pi ridotte, non interagisce in maniera corretta con gli ossigeni del filtro.
Il canale KcsA presenta uno sbarramento, proprio come i canali eucariotici. Questa proteina,
tuttavia, cristallizzata soltanto nella forma chiusa e non in quella aperta: essa, per, stata
+
determinata tramite la struttura di un canale K procariotico omologo, il MthK. Il confronto
tra la struttura aperta dellMthK e quella chiusa del KcsA suggerisce fortemente che la
chiusura della proteina sia ottenuta mediante cambiamenti conformazionali delle estremit
citoplasmatiche. Nella conformazione chiusa le eliche sono distese e si incrociano le une le
altre formando un fascio di eliche che sigilla il lato citoplasmatico del poro. Quando il canale
si apre le eliche si piegano in un determinato punto, permettendo i passaggio degli ioni.
Dopo aver visto il funzionamento di questi canali procariotici si suppone che anche quelli
+
eucariotici si comportino analogamente. I canali voltaggio dipendenti di K , detti Kv,
giocano un ruolo chiave, nelle cellule vegetali, nel bilancio idrico e salino; i canali Kv animali,
invece, sono conosciuti per il loro ruolo nella funzione di muscoli e nervi. Le subunit dei
canali Kv eucariotici contengono sei eliche associate alla membrana, denominate da S1 a S6.
Queste eliche possono essere raggruppate in due distinti domini funzionali:
Un dominio del poro, che contiene il filtro di selettivit e ha struttura uguale del canale
batterico KcsA. Esso formato dalle eliche S5 e S6. Le quattro eliche S6 rivestono gran
parte del poro e la loro conformazione determina lapertura o la chiusura del canale;
Un dominio del sensore di voltaggio, formato dalle eliche S1-S4 che avverte il voltaggio
attraverso la membrana.
Come il canale KcsA, anche il canale Kv eucariotico composto da quattro subunit
omologhe, disposte simmetricamente attorno ad un poro centrale, che permette il passaggio
di ioni. Il filtro di selettivit uguale a quello dei procarioti, come anche i meccanismi di
sbarramento.
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Lelica S4 rappresenta lelemento chiave del sensore di voltaggio: in condizioni di potenziale


negativo, lelica S4 mantiene una disposizione tale che il poro risulta chiuso.
Un
cambiamento di potenziale verso valori positivi fa spostare i domini carichi della proteina,
+
aprendo il canale. Una volta aperto, il canale riempito da milioni di ioni K : a causa
+
dellabbondante flusso, quindi, lapertura di un numero piccolo di canali K ha un impatto
notevole sulle propriet elettriche della membrana. Dopo pochi secondi di attivazione, quindi,
il canale si richiude, per un meccanismo dinattivazione, che prevede il blocco del poro da
parte di un peptide. In un movimento successivo il peptide si sposta e lo sbarramento del
canale viene chiuso.
DIFFUSIONE FACILITATA
La diffusione attraverso membrana avviene sempre da una zona pi concentrata ad una
meno concentrata, ma non sempre le sostanza diffondono tramite il doppio strato o
attraverso un canale. In numerosi casi la sostanza si lega prima ad una proteina che
attraversa la membrana, che agevola la sua diffusione: tale processo detto diffusione
facilitata.
Il soluto, legandosi alla proteina, ne cambia la conformazione: essa, quindi, esporr la
sostanza verso il versante citoplasmatico dal quale si pu diffondere per gradiente di
concentrazione. La diffusione facilitata, per molti aspetti, simile ad una reazione catalizzata
da un enzima. I trasportatori facilitati sono specifici per ogni sostanza, come gli enzimi.
Rispetto ai canali ionici questi trasportatori possono introdurre allinterno o allesterno della
cellula molte meno sostanze. Essi sono molto importanti per il trasporto di soluti polari, come
gli zuccheri e gli amminoacidi.
TRASPORTO ATTIVO
il passaggio di sostanze contro gradiente di concentrazione definito trasporto attivo. Esso,
come la diffusione facilitata, dipende da proteine integrali di membrana capaci di legare in
modo selettivo un particolare soluto e di spostarlo attraverso le membrana a seguito di
cambiamenti della sua conformazione. Tuttavia, questo processo a differenza degli altri
illustrati richiede lapporto di energia. Le proteine che effettuano questo trasporto attivo sono
definite pompe. I sistemi di trasporto attivo trasferiscono gli ioni in una sola direzione.
Una delle pompe pi studiate senza dubbio quella sodio-potassio: proprio questa che
+
+
mantiene leccesso di ioni Na allesterno della cellula e leccesso di ioni K allinterno. Le

cariche positive portate dai due ioni sono bilanciate da ioni negativi, come Cl , oppure da
eccessi di carica negativa di proteine e acidi nucleici.
Nella pompa sodio-potassio, per ogni molecola di ATP idrolizzata, tra ioni sodio sono pompati
allesterno della cellula, mentre due ioni potassio sono pompati allinterno. A causa di questo
rapporto la pompa definita elettrogenica, ovvero contribuisce alla separazione di cariche ai
due lati della membrana.
+
La proteina si lega a tre ioni Na ; successivamente lidrolisi dellATP porta al rilascio di un
gruppo fosfato, che si lega allacido aspartico della proteina di trasporto, cambiandone la
conformazione. Tale cambiamento porta la proteina ad aprirsi verso il materiale extracellulare
+
e a non essere pi affine agli ioni Na . Dopo aver rilasciato i tre ioni, essa raccoglie due ioni
+
K , va incontro a d fosforilazione e ritorna alla sua conformazione originari. Facendo ci, il
+
sito di legame si apre verso il citoplasma, la sua affinit per gli ioni K diminuisce e questi
vengono rilasciati nella cellula.
Limportanza della pompa sodio-potassio diventa evidente quando si considera che consuma
circa un terzo dellenergia prodotta dalle cellule animali

+
+ e H
La formazione di gradienti di concentrazione, come quelli di + , K , fornisce un mezzo per
Na
immagazzinare energia libera nella cellula. Lenergia potenziale immagazzinata in tale
maniera impiegata dalla cellula per svolgere lavori di diversa natura. Ad esempio, il
movimento del glucosio attraverso la membrana plasmatica delle cellule epiteliali, contro
gradiente di concentrazione, avviene per cotrasporto con gli ioni sodio. La concentrazione di
+
ioni Na mantenuta molto bassa tramite un meccanismo di trasporto attivo primario, che
pompa gli ioni sodio fuori dalla cellula. La tendenza degli ioni sodio a diffondersi indietro
attraverso la membrana plasmatica sfruttata per attuare il cotrasporto di molecole di
glucosio allinterno della cellula contro gradiente di concentrazione. Le molecole di zucchero
sono trasportate con un sistema di trasporto attivo secondario. In questo caso la proteina
trasportatrice trascina due ioni sodio e una di glucosio per ogni ciclo.
Le cellule vegetali si affidano al trasporto attivo secondario per assorbire molti nutrienti, tra
cui saccarosio, amminoacidi e nitrati. Questi tipi di trasporto sono esempi di simporto, in cui
+
le due specie trasportate, Na e glucosio, si muovono nella stessa direzione.
La pompa sodio potassio, invece, un esempio di antiporto, in cui le due specie trasportate
vanno in direzioni differenti. Infine, il passaggio di un solo ione tramite proteine di trasporto
detto uniporto.
CARBOIDRATI DI MEMBRANA
Nella membrana plasmatica delle cellule troviamo anche carboidrati. La maggior parte di essi
legato alle proteine a formare glicoproteine; i carboidrati rimanenti sono legati a lipidi con
legami covalenti a formare glicolipidi. Tutti i carboidrati di membrana sono rivolti verso la
zona extra cellulare.
Laggiunta di carboidrati alle proteine unoperazione complessa. Nelle glicoproteine, la
parte zuccherina presente come oligosaccaride ramificato e idrofilo, dalla composizione
molto varia. Essi possono essere uniti a numerosi amminoacidi mediante due tipi di legame. I
carboidrati che sporgono dalla membrana hanno unimportante funzione nel mediare
linterazione della cellula con lambiente circostante.
I carboidrati dei glicolipidi degli eritrociti, ad esempio, determinano il gruppo sanguigno A, B,
AB o 0.

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