Sei sulla pagina 1di 15

TESSUTI

I tessuti sono insieme di cellule specializzate e prodotti cellulari con funzioni e caratteristiche
simili. Lo studio dei tessuti si chiama istologia.
Si riconoscono 4 tipi fondamentali di tessuto:

 Epiteliale
 Connettivo
 Muscolare
 Nervoso.
TESSUTO EPITELIALE
È il tessuto più semplice, ma allo stesso tempo quello più diffuso. Esso comprende epiteli e
ghiandole.
Epiteli
Rappresentano gli strati di cellule che ricoprono superfici interne ed esterne. Formano la superfice
della pelle e rivestono i canali alimentare respiratorio, genitale ed urinario. Gli epiteli più delicati
rivestono le cavità e le superfici interne, come la cavità toracica, gli spazi pieni di liquor
nell’encefalo, la superfice interna dei vasi sanguigni e le camere del cuore.
Gli epiteli hanno diverse caratteristiche importanti:

 Cellularità: sono composti da cellule tenute strettamente insieme da giunzioni cellulari, le quali
fungono sia da barriera che da mezzo di comunicazione.

Sono aree specializzate della membrana che attaccano una cellula all’altra o a materiali extra cellulari:

 Proteine CAM (molecole di adesione cellulare): sono proteine di membrana che si legano le une alle
altre e ai materiali extracellulari.
 Giunzione serrata (occludente): in essa le porzioni lipidiche di due membrane plasmatiche sono
legate strettamente insieme mediante proteine di membrana incastrate. Al di sotto di questo tipo di
giunzioni, una cintura di adesione continua forma una banda che circonda le cellule e le lega alle
loro vicine. La cintura di adesione è legata ai microfilamenti della rete terminale, in modo così
serrato da impedire il passaggio di acqua e soluti tra le cellule.
ESEMPIO: le giunzioni serrate vicino alle superfici apicali delle cellule che rivestono il canale
alimentare trattengono enzimi, acidi e scorie nel lume, impedendo loro di raggiungere le superfici
baso laterali e digerire o in qualche modo danneggiare i tessuti e gli organi sottostanti.
 Giunzione comunicante (GAP junction): sono tenute insieme da proteine chiamate connessoni,
queste sono proteine canali, formate da sei subunità di connessina che formano un piccolo poro,
che unendosi a quello della cellula adiacente forma un vero e proprio canale, in questo modo
permettono il passaggio di piccole molecole e ioni da cellula a cellula. Sono comuni tra le cellule
epiteliali dove lo spostamento di ioni aiuta a coordinare funzioni.
ESEMPIO: battito delle ciglia. Nel tessuto muscolare cardiaco e nel tessuto muscolare liscio dove
sono essenziali per la coordinazione della contrazione delle cellule muscolari.
 Desmosomi: in questo tipo di giunzioni le proteine CAM e i proteoglicani legano le membrane
cellulari opposte. Un desmosoma tipico è formato da due cellule, all’interno di ciascuna è presente
un’area densa che è connessa al citoscheletro. Questa connessione rende il desmosoma e a sua
volta l’epitelio molto resistente.
ESEMPIO: sono abbondanti nelle cellule superficiali della pelle, le quali sono più soggette a stress
meccanico. Dal momento che i desmosomi sono formati principalmente da 2 cellule, le cellule
cutanee vengo di solito perse in scaglie anziché singolarmente.

Esistono 2 tipi di desmosomi:


1. Desmosomi a bottone: sono piccoli dischi connessi a bande di filamenti intermedi.
2. Emidesmosomi: somigliano a metà di un desmosoma a bottone, ma anziché tenere unite due
cellule, un emidesmosoma unisce una cellula a filamenti extracellulari nella lamina basale.
Questa unione aiuta a mantenere stabile la posizione della cellula epiteliale e la ancora ai tessuti
sottostanti.
 Polarità: il termine polarità si riferisce al fatto che la cellula viene spesso divisa in due regioni
funzionali differenti:
1. Superfice apicale: dove la cellula è esposta all’ambiente esterno, nel caso si parli di una
cellula di un organo si ci riferisce alla parte che affaccia verso il lume. La superfice
apicale può presentare delle estroflessioni più o meno evidenti:
 Microvilli: sono estroflessioni della membrana stessa, servono ad aumentare la
superfice cellulare e del canale in cui si trovano. Sono particolarmente
abbondanti sulle superfici epiteliali dove hanno luogo assorbimento e
secrezione.
ESEMPIO: tratti del canale alimentare, dove facilitano l’assorbimento delle
sostanze nutritive e lungo le vie urinarie.
 Ciglia: sono appoggiate sulla membrana, hanno il compito di ridurre il contatto
tra sostanze esogene, estranee, e le cellule. Ondeggiano in maniera coordinata,
tutte nella stessa direzione, le sostanze sono spostate verso la superfice delle
cellule proprio dal movimento sincronizzato delle ciglia. Un danno alle ciglia può
essere provocato dall’esposizione a sostanze tossiche, come la nicotina, che può
bloccare il loro movimento e il flusso protettivo del muco, conducendo a
possibili infezioni o malattie.
ESEMPIO: l’epitelio ciliato che riveste le vie respiratorie, che sposata il muco
verso l’alto, dai polmoni verso la gola, dalla quale viene poi espulso. Il muco
appiccicoso intrappola particelle estranee, come ad esempio la polvere, per
essere poi espulse.

2. Superfici baso laterali: includono sia la base, dove la cellula aderisce alle cellule
epiteliali sottostanti o ai tessuti più profondi, sia i lati, dove la cellula è in contatto con
le cellule vicine.

 Attacco: La superfice interna di ciascun epitelio è attaccata a una speciale lamina basale
bistratificata che la lega al tessuto connettivo.

 Lamina lucida o strato chiaro: è lo strato più vicino all’epitelio. È


secreta dall’adiacente strato di cellule epiteliali e contiene
glicoproteine ed un reticolo di sottili filamenti proteici. Agisce come
una barriera che limita lo spostamento di proteine e altre grosse
molecole dal sottostante tessuto connettivo verso l’interno
dell’epitelio.
 Lamina densa: è lo strato più profondo della lamina basale,
presenta cordoni di lunghe fibre proteiche prodotte dalle cellule
connettivali, la lamina densa conferisce alla membrana basale la
sua resistenza, inoltre, agisce come un filtro che determina quali
sostanze possono diffondere tra i tessuti adiacenti e l’epitelio.

 Avascolarizzazione: l’attacco alla lamina basale è molto importante per il tessuto epiteliale, in
quanto esso è privo di vasi sanguigni e deve poter ricevere i nutrienti dal tessuto connettivo.
 Rigenerazione: le cellule epiteliali che sono state danneggiate o perse a livello della superfice
esposta vengono continuamente sostituite attraverso la divisione di cellule staminali
nell’epitelio. La maggior parte delle cellule staminali, dette anche cellule germinative, è
localizzata vicino alla lamina basale, in una posizione relativamente protetta.

Gli epiteli hanno 4 funzioni fondamentali, che possono variare anche in base alla loro posizione:
1) Protezione fisica: proteggono le superfici esposte e quelle interne da abrasioni, disidratazione
e distruzione da parte di agenti chimici e biologici.
2) Controllano la permeabilità: qualunque sostanza che entri o lasci il corpo deve attraversare un
epitelio. La barriera epiteliale può essere regolata e modificata in base ad alcuni stimoli.
ESEMPIO: gli ormoni possono influenzare il trasporto di ioni e nutrienti attraverso le cellule
epiteliali. Uno stress fisico può alterare la struttura e le proprietà degli epiteli (calli).
3) Forniscono sensazioni: la maggior parte degli epiteli è estremamente sensibile agli stimoli
perché possiede un’ampia innervazione sensitiva.
4) Producono secrezioni specializzate: le cellule epiteliali che producono secrezioni sono
chiamate cellule ghiandolari e sono intercalate tra altri tipi cellulari nell’epitelio. Esse
producono secrezioni che vengono rilasciate alla superfice dell’epitelio per fornire protezione
fisica o regolare la temperatura oppure nel liquido interstiziale e nel sangue come messaggeri
chimici.
I vari tipi di epiteli possono essere classificati sia in base alla forma delle cellule, che in base agli
strati che esse vanno a formare.
 Pavimentose piatte e molto sottili,
 Semplici: un unico strato di cellule ricopre la tra il nucleo e la membrana c’è uno
lamina basale. Tutte le cellule hanno la spazio ristretto.
stessa polarità, la distanza tra il nucleo e la  Cubiche il nucleo è al centro.
lamina basale non cambia da una cellula e  Colonnare o cilindrica strette e
l’altra. Sono estremamente sottili e fragili, allungate con il nucleo verso la
in questo modo non sono dotati di grande lamina basale.
resistenza, per tale motivo si trovano solo in
zone protette all’interno del corpo. Nel
rivestimento dell’intestino o dei polmoni
questo rappresenta un vantaggio, perché
riduce il tempo necessario alle sostanze per
attraversare l’epitelio.
 Stratificati: diversi strati di cellule ricoprono
la lamina basale. Sono localizzati
generalmente in aree che richiedono
protezione da sollecitazioni meccaniche e
chimiche, come la superfice della pelle e il
rivestimento interno della bocca.
EPITELIO PAVIMENTOSO SEMPLICE
Le cellule sono sottili e piatte, talvolta irregolari nella forma. Il nucleo rotondeggiante occupa la
porzione più spessa della cellula. Questo è il tipo di epitelio più delicato del corpo. È localizzato in
regioni protette dove hanno luogo assorbimento o diffusione o dove una superfice scorrevole e
liscia riduce l’attrito.
 Nel 99% dei casi è l’epitelio che riveste
Un’eventuale irregolarità nel
le cavità ventrali del corpo ed è detto
rivestimento di un vaso sanguigno
mesotelio.
può condurre alla formazione di un
 L’epitelio che riveste le cavità interne
coagulo ematico potenzialmente
del cuore e dei vasi sanguigni è detto
pericoloso (trombosi).
endotelio.

EPITELIO PAVIMENTOSO STRATIFICATO


È generalmente situato dove le sollecitazioni meccaniche sono intense. Le cellule sono disposte in
più strati, questo tipo di epitelio protegge da attacchi chimici e fisici. Gli strati superficiali delle
cellule epiteliali sono generalmente tenuti insieme da filamenti della proteina cheratina, in questo
modo sono più dure e impermeabili. Un epitelio pavimentoso non cheratinizzato, tende a seccarsi
e a deteriorarsi se non è mantenuto umido, questi si trovano in cavità orale, faringe, esofago e
vagina.
Gli epiteli pavimentosi stratificati infatti, possono essere divisi in:

 Umido la sua funzione è quella di rivestire e proteggere, è chiamato in questo modo perché ci
sono delle ghiandole che secernono sostanze. Si trova in: bocca, faringe, esofago, vagina,
cornea, parte terminale uretra maschile.
 Secco si trova a livello dell’epidermide, è chiamato così per il fatto che il tessuto epiteliale non
è direttamente vascolarizzato per questo motivo le cellule sono scarsamente idratate. La sua
funzione è quella di protezione, anche dall’acqua.
EPITELIO CUBICO
Le cellule di questo epitelio somigliano a scatole esagonali, i nuclei sferici si trovano al centro di
ciascuna cellula e la distanza tra i nuclei adiacenti è circa uguale all’altezza dell’epitelio.

 SEMPLICE: fornisce una protezione limitata ed è situato dove avvengono secrezione e


assorbimento. Questo epitelio riveste parte dei tubuli renali.
 STRATIFICATO: è un epitelio molto raro, si trova lungo i dotti delle ghiandole sudoripare e
nei dotti maggiori delle ghiandole mammarie.
EPITELIO CILINDRICO
Le cellule di questo epitelio sono strette e allungate, i nuclei sono localizzati in una stretta banda
vicino alla lamina basale.

 SEMPLICE: si trova tipicamente in aree di assorbimento e secrezione.


ESEMPIO: nell’intestino tenue.
 STRATIFICATO: è un epitelio raro. Fornisce protezione lungo tratti di faringe, epiglottide,
ano, uretra e di pochi grossi dotti escretori. Questo epitelio presenta 2 o più strati e solo in
questo caso le cellule superficiali sono cilindriche.
 PSEUDOSTRATIFICATO: in questo tipo di epitelio, le cellule sono disposte in maniera non
omogenea, pertanto sembra essere pluristratificato. In realtà tutte le cellule di questo
epitelio sono in contatto con la lamina basale. Queste cellule possiedono tipicamente delle
ciglia.
ESEMPIO: nella cavità nasale, trachea, bronchi e tratti dell’apparato genitale maschile.

EPITELIO DI TRANSZIONE
Ha la capacità di appiattirsi e riallargarsi senza perdere le sue funzioni.
ESEMPIO: in regioni dell’apparato urinario come la vescica, quando la vescica è vuota l’epitelio
appare come un epitelio cubico pluristratificato con cellule turgide, quando la vescica è piena, il
volume di urina stira il rivestimento al suo limite e l’epitelio appare piatto e assomiglia ad un
epitelio semplice.
Molti epiteli contengono cellule ghiandolari specializzate per la secrezione e sono detti EPITELI
GHIANDOLARI.
Le cellule che producono secrezioni si chiamano ghiandole:
 Ghiandole endocrine: rilasciano i loro secreti nel circostante liquido interstiziale, dal quale
entrano poi nel torrente circolatorio per essere distribuite in tutto il corpo. I secreti rilasciati da
queste ghiandole prendono il nome di ormoni, i quali regolano e coordinano le attività di vari
tessuti, organi ed apparati.
ESEMPIO: tiroide e ipofisi. Gran parte degli ormoni che agiscono sul ciclo ovarico vengono
rilasciati dall’ipotalamo, e una volta immersi nel sangue andranno ad agire sulle ovaie dove
stimolano altri ormoni.
Riconosciamo 2 tipi di epiteli ghiandolari:
1. Follicolari: le cellule si uniscono a formare delle strutture sferiche ben precise, all’interno
della ghiandola stessa (tiroide).
2. A cordoni: gruppi di cellule si uniscono tra di loro, riversano il loro secreto all’interno di
canali che separano le diverse strutture cellulari, questi canali servono a far fluire il secreto
verso un unico condotto che immetterà il tutto nel sangue.

 Ghiandole esocrine: producono secrezioni che vengono rilasciate sulla superfice epiteliale. La
maggior parte di queste secrezioni raggiungono la superfice attraverso dotti tubulari, che si
svuotano sulla superfice cutanea o su un epitelio che riveste una via di passaggio interna
comunicante con l’esterno.
ESEMPIO: enzimi nel canale alimentare, la traspirazione della pelle, le lacrime negli occhi e il
latte nelle ghiandole mammarie.

Le ghiandole esocrine vengono classificate secondo 3 aspetti:


1) Modalità di secrezione: le cellule ghiandolari epiteliali rilasciano i secreti attraverso:

 Secrezione merocrina: è la modalità più comune. Il prodotto viene rilasciato da


vescicole di secrezione mediante esocitosi. Il processo fondamentale per l’attacco di
queste vescicole alla membrana è la contrazione muscolare e quindi è importante la
presenza di ioni calcio.
ESEMPIO: la mucina si miscela con l’acqua per formare il muco, un lubrificante efficace,
una barriera protettiva e una trappola appiccicosa per particelle estranee e
microorganismi.

 Secrezione apocrina: in queste ghiandole intorno al secreto resta un piccolo velo di


citoplasma, il secreto tende a migrare verso la parte apicale della cellula, dove si
formano delle estroflessioni sulla membrana apicale e si creano delle bollicine che poi si
distaccano. In questi casi il secreto è molto denso.
ESEMPIO: Ghiandole mammarie.
 Secrezione olocrina: questa secrezione distrugge la cellula ghiandolare. Durante la
secrezione, l’intera cellula si compatta con i prodotti di secrezione e poi scoppia,
rilasciando il secreto. ESEMPIO: ghiandole sebacee.
2) Tipi di secreti:

 Ghiandole sierose: producono una soluzione acquosa ricca di enzimi e Sali minerali.
ESEMPIO: ghiandole salivari parotidi, sudore.

 Ghiandole mucose: il secreto è denso perché è ricco di glicosamminoglicani e


proteoglicani. Secernono mucine che vanno a formare il muco.
ESEMPIO: ghiandole salivari sottolinguali, ghiandole sottomucose dell’intestino tenue.

 Ghiandole miste: contengono più di un tipo di cellula ghiandolare e possono produrre


sia secrezione sierosa, che mucosa.
ESEMPIO: ghiandole salivari sottomandibolari.

3) Struttura ghiandolare:

 Ghiandole unicellulari: si trovano negli epiteli che hanno cellule ghiandolari sparse ed
indipendenti. Le uniche ghiandole esocrine unicellulari sono le cellule calciformi
mucipare.
Secernono mucine e sono sparse tra le altre cellule
epiteliali.
ESEMPIO: epitelio cilindrico pluristratificato che
riveste la trachea, epitelio cilindrico dell’intestino
tenue e crasso.

 Ghiandole pluricellulari: comprendono epiteli ghiandolari ed aggregati di cellule


esocrine ed endocrine. Vengono utilizzate 3 caratteristiche per descrivere la struttura
delle ghiandole esocrine pluricellulari:

I. Struttura del dotto: una ghiandola è semplice se presenta un singolo dotto che non
si divide in alcun modo. La ghiandola è composta se il dotto si divide una o più volte
in rapporto alla porzione scernente.

II. Forma della parte secernente della ghiandola:


 Tubulosa: possono avere la forma di un tubo, man mano che le cellule
secernono la sostanza, essa viene immagazzinata al suo interno e poi riversata.
 Acinosa: come un chicco d’uva.
 Alveolare: l’invaginazione che accoglie il secreto è più ampia rispetto alle altre.
III. Relazione tra i dotti e le aree secernenti: nei casi in cui diverse aree secernenti
hanno in comune un dotto si parla di ghiandole ramificate.

Le ghiandole pluricellulari possono trovarsi:


• Nella parete dell’organo nella quale immettono il loro secreto, e in questo caso si
parla di intraepiteliali, o intraparietali.
• All’esterno dell’epitelio e quindi sono detti extramurale, ovvero sono al di fuori
dell’organo in cui riversano il loro secreto.
Alcune ghiandole hanno entrambe le funzioni, queste due sono ben riconoscibili a livello fisico, in
quanto sono localizzate su due zone diverse. Un esempio è il pancreas.

Secerne sia l’insulina immessa nel


sangue e veicolata in tutto l’organismo,
ma secerne anche i succhi pancreatici
che aiutano la digestione, rilasciati
nelle immediate vicinanze.

Le cellule che hanno funzione esocrina sono strutturalmente diverse da quelle che hanno funzione
endocrina. Quindi anche se una ghiandola può conservare entrambe le funzioni, le due parti sono
riconoscibili le une dalle altre.
TESSUTO CONNETTIVO
Con il termine di tessuto connettivo si intende una serie di tessuti apparentemente diversi tra loro,
ma che hanno in comune 3 componenti fondamentali:
1. Cellule specializzate
2. Fibre proteiche extracellulari
Matrice
3. Sostanza fondamentale
extracellulare

I tessuti connettivi sono presenti in tutto il corpo, ma non sono mai esposti all’ambiente esterno.
Tra le specifiche funzioni dei tessuti connettivi troviamo:
 Sostegno: costituisce un’impalcatura strutturale per il corpo.
 Intervento dinamico (riparazione di un danno)
 Trofica: assicura gli scambi nutritivi a favore dei tessuti non vascolarizzati, trasporta liquidi
e materiali disciolti.
 Difesa dell’organismo: difende il corpo dall’invasione di microorganismi (sangue).
 Protezione di organi delicati.
 Immagazzina riserve energetiche: specialmente sotto forma di trigliceridi.
 Sostenere, circondare e interconnettere altri tipi di tessuti.

 Connessione meccanica: ancora i tessuti tra loro e


sostiene e protegge gli organi (tessuto adiposo, gabbia
toracica).
 Connessione funzionale: consentire a facilitare il
transito di sostanze (nutrizione e metabolismo) cellule
(difese immunitarie). Veicola attraverso l’organismo
ossigeno e sostanze nutritive.

I tessuti connettivi sono classificati in base alle loro proprietà fisiche: dalle cellule che li
compongono e dalla presenza in termini di qualità e quantità di fibre che andranno a costituire la
matrice extracellulare.
Nel tessuto connettivo le fibre sono depositate dai fibroblasti, mentre la loro manutenzione è
affidata ai fibrociti. Esistono 3 tipi diversi di fibre:
1. Fibre collagene: sono lunghe, resistenti e non ramificate. Ciascuna fibra è un intreccio di
subunità proteiche fibrose legate insieme come una corda, questa struttura le conferisce
resistenza meccanica, e sottoposte ad una forza, le fibre di collagene, possono resistere a
trazione in entrambe le direzioni, nel momento in cui questa forza non è più applicata, le fibre
possono normalmente tornare alla loro forma originaria.
ESEMPIO: tendini e legamenti.

2. Fibre reticolari: contengono le stesse subunità delle fibre di collagene, ma le fibre reticolari
sono più sottili e formano una struttura ramificata e intrecciata. Questa struttura le consente di
resistere a forze applicate da più direzioni. Sono resistenti e flessibili, questa struttura
tridimensionale detta stroma, consente di mantenere stabili la posizione di cellule funzionali,
dei vasi sanguigni di un organo, dei nervi e di altre strutture, nonostante i cambiamenti di
posizione e la forza di gravità.
ESEMPIO: midollo osseo.

3. Fibre elastiche: in queste fibre si ritrova una proteina molto importante, l’elastina, che
conferisce elasticità a queste fibre. Possono essere sottoposte ad allungamento e ritornare poi
alle dimensioni originarie. I legamenti elastici formati quasi interamente da fibre di collagene
sono relativamente rari, ma hanno funzioni importanti come ad esempio quella di
interconnettere le vertebre.

COLLAGENE
Appartiene alla famiglia delle glicoproteine
fibrose, il collagene è prodotto per la
maggior parte da fibroblasti. Ne esistono di
diversi tipi, localizzati in diverse aree del
corpo. Tutte le molecole di collagene sono
dei trimeri formati da 3 catene
polipeptidiche, chiamate catene α, avvolte in
una tripla elica, esse sono o tutte uguali o
differenti tra loro.
La sostanza fondamentale riempie gli spazi tra le cellule e circonda le fibre del tessuto connettivo.
È formata principalmente da: acido ialuronico, proteoglicani e glicoproteine.

Sono costituiti da diverse catene di glicosaminoglicani legati a una


Ad essi si aggiungono: acqua, Sali proteina centrale. Essi possono attaccarsi ad un enorme
minerali, ormoni, vitamine e fattori di polisaccaride.
crescita. Nonostante la concentrazione
di acqua sia elevata, le cellule non riescono a muoversi facilmente perché la MEC è molto viscosa.
Nel tessuto connettivo più saranno le interazioni tra le diverse componenti della MEC, più sarà
compatto il tessuto.
Tessuto connettivo propriamente detto
Contiene fibre extracellulari, una sostanza fondamentale vischiosa ed una popolazione cellulare varia.

 Fibroblasti: sono gli elementi più numerosi e sono sempre presenti nel tessuto connettivo propriamente detto.
Secernono acido ialuronico e proteine che interagiscono per formare i proteoglicani che rendono la sostanza
fondamentale viscosa. L’acido ialuronico serve a mantenere l’elasticità del tessuto connettivo e inoltre partecipa
alla riparazione delle ferite.

 Fibrociti: si differenziano dai fibroblasti e provvedono alla manutenzione delle fibre, mantenendo costante l’acido
ialuronico.

 Macrofagi: sono cellule grandi, diffuse nella matrice. Hanno funzione di protezione, inglobano patogeni o cellule
danneggiate per fagocitosi, hanno un’azione non specifica.
Sono importanti nel mettere in moto le difese del corpo: se stimolati, rilasciano sostanze chimiche che attivano il
sistema immunitario, richiamando un grosso numero di macrofagi supplementari altre cellule coinvolte nella
difesa dei tessuti. Esistono 2 grandi classi di macrofagi:
 Macrofagi fissi: passano lunghi periodi in un tessuto. Forniscono una difesa di prima linea.
 Macrofagi liberi: migrano rapidamente attraverso i tessuti.

 Microfagi: sono cellule ematiche fagocitarie che normalmente si spostano attraverso i tessuti connettivi in
piccole quantità, richiamati da macrofagi e mastociti.

 Adipociti: sono presenti maggiormente nel tessuto adiposo, sono formati da una gocciolina lipidica e qualche
mitocondrio. Dalla dimensione della gocciolina dipende la dimensione della cellula, quanto più è grande, più
grande è la cellula.

 Cellule mesenchimali: sono cellule staminali presenti in molti tessuti connettivi, sono cellule non differenziate,
che si differenziano poi a seconda dell’occorrenza, rispondendo ad un danno locale o ad un’infezione.

 Melanociti: sintetizzano e conservano il pigmento melanina, sono responsabili del colore scuro dei tessuti.
ESEMPIO: Nel tessuto connettivo di occhio e derma, dove sono presenti in differenti quantità in base alla regione
corporea e ai singoli individui.

 Mastociti: sono cellule piccole e mobili, comuni vicino ai vasi sanguigni. Sono importanti per le risposte
allergiche, contengono granuli contenenti eparina e istamina. Queste due sostanze sono chiamate autacoidi,
Tessuto connettivo lasso
I vari tipi di tessuto connettivo lasso sono i materiali di riempimento del corpo.

 Sono una via per la diffusione delle sostanze, le cellule non sono strettamente collegate le
une alle altre e il passaggio delle sostanze avviene attraverso la sostanza fondamentale.
 Forniscono sostegno agli epiteli: si trova nella sottomucosa degli organi cavi dove da
sostegno e forma.
 Circondano e sostengono i vasi sanguigni e i nervi.
 Fungono da deposito di lipidi.
In questo tessuto le fibre di collagene non sono strettamente addensate le une alle altre, ci sono
degli spazi che permettono il passaggio delle cellule. Il tessuto connettivo lasso è permeabile,
facilita gli scambi metabolici.
Nel tessuto connettivo lasso i fibroblasti ad un certo punto possono smettere di lavorare, entrano
in uno stato di quiescenza, non sono più in grado di secernere fibre. Quando passano ad uno stato
di quiescenza sono detti fibrociti, e cambiano anche dal punto di vista morfologico. Nei fibrociti il
nucleo diventa più piccolo. L’attività dei fibroblasti è sotto il controllo di diversi ormoni e input
provenienti dall’esterno.
TESSUTO ADIPOSO.
Le sue funzioni sono:

 Protezione
 Ammortizza gli urti
 Agisce come isolante per rallentare la perdita di calore attraverso la pelle.
Le cellule caratteristiche di questo tessuto sono gli adipociti.

Sono cellule che sintetizzano e accumulano trigliceridi (grasso neutro). Ne


esistono di 2 tipi:
 Adipociti uniloculari: che formano il tessuto adiposo bianco (+ diffuso).
 Adipociti multiloculari: che formano il tessuto adiposo bruno. Esso si
trova per lo più negli animali che vanno in letargo e in misura minore nei
bambini.
Si pensa che queste cellule prendano origine dai fibroblasti che entrano in
quiescenza.

La sua percentuale dovrebbe essere una piccola parte di tutto l’organismo, ad eccezione delle
varie fasce d’età, infatti nei bambini è più alta proprio perché è importante per la crescita, proprio
per la sua funzione di deposito di sostanze di riserva.
Il tessuto adiposo è comune nel sottocutaneo dei fianchi, delle natiche e delle mammelle. Riempie
le cavità ossee dietro gli occhi, circonda i reni ed è comune sotto lo strato mesoteliale delle cavità
pericardica e addominale.
Il tessuto adiposo si distingue in:

 Grasso bianco:
È il più diffuso ed è formato da cellule adipose uniloculari. Presenta un colore pallido bianco-
giallastro.
Le sue funzioni sono quelle di:
 Riserva energetica
 Ammortizzatore meccanico
 Isolante termico, permette di sopportare maggiormente l’abbassamento delle
temperature, permette di impedire la diffusione del calore verso l’esterno,
questo grazie ai mitocondri che forniscono energia.

La sua localizzazione nelle persone normopeso è distribuita in maniera molto precisa:


 Strato sottocutaneo a protezione di organi
 Interno delle cavità: addominale, orbitaria, guance, intorno al rene
 Palmo delle mani, pianta dei piedi
 Infiltrato nel tessuto muscolare con funzione di sostegno.
 Grasso bruno:
È costituito da cellule adipose multiloculari. È molto più presente nei bambini.
Sia la sua colorazione scura, che la sua funzione di produzione di calore, sono entrambe legate
alla grande quantità di mitocondri.

Negli adulti gli adipociti non Quando gli adipociti vengono stimolati dal sistema
sono in grado di dividersi. nervoso, la scissione di lipidi aumenta e l’energia
rilasciata viene assorbita dai tessuti circostanti sotto
forma di calore, che scalda il sangue circolante e lo
distribuisce a tutto il corpo. In questo modo il neonato
può aumentare la produzione di calore metabolico del
100% molto rapidamente.

Quando i nutrienti sono scarsi, gli adipociti si sgonfiano, collassando come palloncini, così che i
lipidi presenti vengono scissi egli acidi grassi rilasciati a sostenere il metabolismo. Poiché le cellule
non sono morte, ma solo ridotte di dimensione, la perdita di peso può essere recuperata nella
stessa area.
Il tessuto adiposo indesiderato può essere rimosso attraverso la liposuzione.

Dato che il tessuto adiposo può rigenerarsi mediante il


differenziamento delle cellule mesenchimali, la liposuzione
fornisce una soluzione al problema temporanea e
potenzialmente pericolosa.
TESSUTO RETICOLARE
Le cellule che lo compongono sono quelle tipiche del tessuto connettivo, ma ciò che cambia è la
disposizione delle fibre. Le fibre di collagene tendono a formare un’impalcatura tridimensionale.
In questo tessuto i fibroblasti producono un unico particolare Serve da impalcatura per la maggior
tipo di collagene, il collagene di tipo III. parte degli organi cavi.

Si differenzia dal collagene propriamente ESEMPIO: il fegato, la milza, midollo


detto per la differenza della sequenza degli osseo, muscolo liscio e ghiandole
amminoacidi, che vanno a formare la esocrine ed endocrine.
catena polipeptidica. Non si avrà più la
continua presenza di prolina e lisina, ma gli
amminoacidi si susseguono con un ordine
diverso, in questo modo le interazioni che
verranno a crearsi tra le fibre saranno
minori, forma a reticolo.

Potrebbero piacerti anche