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BERSAGLI CELLULARI DEI FARMACI

I bersagli cellulari sono le strutture cellulari con le quali andrà ad interagire il farmaco per modificarne
l’attività, questi target sono principalmente proteine e acidi nucleici. Le interazioni del farmaco con essi
può essere reversibile o irreversibile a seconda delle caratteristiche chimico-fisiche del farmaco e della
macromolecola. Le proteine che fungono da target possono essere:
- Recettori
- Enzimi
- Proteine di trasporto e canali

RECETTORI
È una proteina che per interazione con una molecola specifica detta ligando subisce una modificazione
conformazionale in grado di generare una risposta biologica, in questo caso è sempre identificabile una
molecola endogena che funge da ligando specifico. Essi possono trovarsi all’interno della cellula
(citoplasma o nucleo) o all’esterno (sulle membrane cellulari).
I recettori si classificano in base al mediatore al quale essi rispondono o in base a composti esogeni che si
legano in modo specifico. Si suddividono in:
1) Recettori accoppiati a proteine-G (G Protein-Coupled Receptor - GPCR)
2) Recettori ionotropici (o Canali ionici ad apertura ligando-dipendente): costituiscono canali selettivi per
determinati ioni e trasmettono il segnale alterando il potenziale di membrana della cellula o la
composizione ionica del citoplasma.
3) Recettori catalitici: il legame di un agonista nella porzione extracellulare promuove l’attività enzimatica
presente nella porzione intracellulare.
4) Recettori endocellulari: si distinguono in citosolici e nucleari.

Recettori accoppiati a proteine G


Sono costituiti da sette eliche idrofobiche di un’unica catena amminoacidica che attraversano la membrana
cellulare (domini transmembrana). La porzione citoplasmatica è coinvolta nell’accoppiamento con la
proteina-G che ha attività ATPasica. Il gruppo COO- si affaccia nel lato intracellulare mentre il gruppo
amminico si affaccia nella parte extracelluare. La rodopsina è stato il primo membro della famiglia dei
GPCR di cui è stata determinata la struttura mediante cristallografia a raggi X, questo ha permesso di
identificare gli AA fondamentali per l’interazione. La G protein è legata al recettore tramite i loop. Molti
GPCR sono definiti recettori orfani in quanto non si conosce il loro ligando naturale. I recettori accoppiati a
proteine G di interesse farmaceutico sono: recettori dell’adenosina, recettori adrenergici, recettori
dopaminergici, recettori serotoninergici, recettori degli oppioidi, recettori istaminergici, recettori colinergici
di tipo muscarinico.
È stato dimostrato che la trasduzione del segnale coinvolge l’attivazione da parte del recettore di una
classe di GTPasi chiamate proteine G le quali interagiscono con GDP e GTP. Le proteine G sono dei trimeri
costituiti da 3 subunità espresse da geni differenti, α, β, γ e sono localizzate verso il lato citoplasmatico
della membrana cellulare, in modo da poter interagire con il recettore. L’attività delle proteine dipende dal
tipo di subunità associata al dimero beta-gamma. Le subunità α appartengono a 4 grandi famiglie: α s , αi,
αq , α12.13.

Da questa classificazione discende la corrispondente classificazione delle proteine G:

- Gs: proteina G stimolatoria, aumenta la concentrazione di cAMP


- Gi: proteina G inibitoria, diminuisce la concentrazione di cAMP
- Gq: aumenta i livelli di IP3 e DAG
- G12,13: attiva le Rho (famiglia di GTPasi)
I GPCR sono recettori metabrotobici in quanto attivano sistemi enzimatici endocellulari che producono
sostanze in grado di attivare una cascata di eventi cellulari (secondi messaggeri).

Secondi messaggeri
I sistemi effettori accoppiati alle proteine G comprendono canali ionici e enzimi. La via di trasduzione del
segnale che segue all'attivazione dei recettori accoppiati alle proteine G q ha come principale effettore la
fosfolipasi C la quale determina l’ idrolisi dei lipidi di membrana come il fosfolipide fosfatidilinositolo
difosfato (PIP2). Esso viene scisso in inositolo trifosfato (IP3) e diacilglicerolo. L'IP3 mobilizza il calcio
intracellulare invece il diacilglicerolo (DAG) agisce attivando la proteina chinasi C.
L'adenilato ciclasi invece provoca la trasformazione di ATP in AMP ciclico. Esso è degradato da un enzima
fosfodiesterasi che ne provoca l’idrolisi a AMP. L'adenilato ciclasi quindi stimola la produzione di cAMP che
porta l'attivazione di una proteina chinasi A che a sua volta provoca la fosforilazione di specifiche molecole
effettrici. Altri secondi messaggeri importanti sono cGMP e il monossido d’azoto (NO) il quale svolge un
ruolo nel rilassamento della muscolatura liscia.

Recettori ionotropici
Nei recettori ionotropici la trasduzione del segnale è più veloce che nei GPCR e avviene ad opera di ioni che
determinano una variazione di potenziale della membrana, di solito i farmaci che agiscono su questi canali
si legano ad un sito allosterico sul dominio transmembranario e non sul sito ortosterico del recettore. Sono
raggruppati in tre classi:
- Classe I: sono denominati recettori Cys-loop e sono dei complessi pentamerici le cui 5 subunità sono
disposte intorno ad un poro centrale che costituisce il canale che regola il passaggio di ioni. Le
subunità sono costituite da quattro domini transmembrana ad alfa-elica e inoltre due residui di
cisteina nella porzione N-terminale formano ponti disolfuro dando origine ad un’ansa definita
appunto Cys-loop. La famiglia ha come prototipo il recettore nicotinico per l'acetilcolina (nAchR),
questo recettore rappresenta il modello di riferimento per l’intera classe dei recettori ionotropici.
- Classe II: sono tetrameri le cui subunità sono costituite da centinaia di AA che formano una tasca in
cui interagiscono le molecole del glutammato. La famiglia ha come prototipo il recettore
ionotropico per l’acido glutammico.
- Classe III: la famiglia dei recettori ionotropi di nucleotidi ciclici. I recettori canale di classe III sono
attivati da ATP e indicati come recettori purinergici P2X per distinguerli dall’altro sottotipo di
recettori attivati da ATP, i P2Y che sono metabotropici. I P2X sono costituiti da 3 subunità, ogni
subunità è costituita da due segmenti transmembrana (M1 e M2), separati da una regione
extracellulare che contiene dieci residui di cisteina conservati che formano legami disolfuro tra essi.
Le porzioni N- e C-terminali sono entrambe intracellulari e costituiscono tutto il dominio citosolico.
Almeno 3 molecole di ATP devono legarsi alla porzione extracellulare per aprire il canale P2X.

Recettori endocellulari
I recettori intracellulari sono suddivisi in due famiglie principali (recettori citosolici e recettori nucleari),
ognuna delle quali è suddivisa in altre sottoclassi recettoriali. I recettori citosolici sono localizzati nel citosol
e sono accoppiati a strutture proteiche che mantengono il recettore in una forma inattiva. I recettori
nucleari sono presenti a livello del nucleo cellulare, anch'essi in forma inattiva. Essi devono ricevere segnali
attraverso molecole che entrano nella cellula e che quindi devono essere in grado di attraversare la
membrana cellulare, devono essere perciò molecole lipofile. Questi recettori possono interagire con gli
acidi nucleici e quindi modulare l’espressione genica.

Recettori catalitici
Sono anche detti recettori tirosin chinasici (o receptor tyrosine kinase, RTK) sono proteine di membrana
aventi attività chinasica, e agiscono fosforilando residui di tirosina nella proteina bersaglio. Tali recettori
sono essi stessi enzimi che una volta attivati attraverso autofosforilazione determinano, ad esempio, la
fosforilazione dei residui tirosinici delle proteine bersaglio della cellula. Questi recettori sono costituiti da
una catena polipeptidica che attraversa la membrana una sola volta con la porzione N-terminale
extracellulare e C-terminale intracellulare. Sono monomeri che si attivano quando dimerizzano e il
processo di dimerizzazione avviene quando si lega l’agonista. La porzione catalitica si trova nella parte
intracellulare. Le proteine recettoriali tirosin chinasiche hanno numerose caratteristiche comuni. Sono
costituite da un dominio extracellulare che possiede un sito di legame per il ligando specifico, e un dominio
citoplasmatico che possiede un sito di attacco per l’ATP. Questi recettori possono interagire tra loro (cross-
talk) cioè i segnali che propagano a volte si incrociano e convergono sugli stessi mediatori cellulari. Sono
classificati in base al ligando specifico:
Famiglia delle citochine
• Famiglia GDNF (fattore neurotrofo derivato dalla linea delle cellule gliali)
• Integrine
• Famiglia del peptide natriuretico
• Recettori che riconoscono profili molecolari
• Recettori chinasici
• Recettori tirosina chinasi-simili
• Recettori tirosina fosfatasi
• Famiglia del fattore di necrosi tumorale

ENZIMI
Anche gli enzimi possono essere bersaglio dei farmaci, ad esempio l’aspirina è un inibitore delle
ciclossigenasi, enzimi coinvolti nel processo di infiammazione. L’inibizione di un determinato enzima
determina due eventi:
-l’aumento della concentrazione del substrato;
-la diminuzione della concentrazione del metabolita.
L’effetto farmacologico dipende dall’azione del substrato o del metabolita.

L’inibizione di un enzima può essere:


1. reversibile: l’inibitore lega l’enzima attraverso interazioni deboli.
2. irreversibile: l’interazione tra enzima e substrato determina la formazione di legami covalenti.

Concetto di druggability: è un termine utilizzato per descrivere un target biologico (recettori) che possono
effettivamente fungere da target dei farmaci e che inoltre il loro legame con la molecola possa alterare la
loro funzione con effetti terapeutici.

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