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4 Ruoli del RE de dell’apparato del Golgi nel traffico delle proteine


Le proteine legate alla membrana e quelle solubili sintetizzate sul RE rugoso devono essere indirizzate a diversi siti intracellulari come IL RE stesso,
l’apparato del Golgi, gli Endosomi e lisosomi.
Inoltre una volta che una proteina raggiunge un organello deve esistere un meccanismo che ne impedisca l’allontanamento.
Altri gruppi di proteine sintetizzate nel RE rugoso sono destinati all’incorporazione nella membrana plasmatica o al rilascio al di fuori della cellula.
Per questo ogni proteina contiene un marcatore che determina la sua inclusione in vescicole di trasporto che trasferiscono materiale da uno specifico sito
cellulare a un altro.
In base al tipo di proteina e alla sua destinazione, il marcatore può essere una breve sequenza amminoacidica, un catena oligosaccaridica, un dominio
idrofobico o qualche altra caratteristica strutturale.
Anche i lipidi di membrana possono essere marcati per aiutare le vescicole a raggiungere la propria destinazione con l’utilizzo di marcatori costituiti da uno
op più gruppi fosfato legati da una chinasi alle posizioni 3,4 e/o 5 di una molecola di fosfatidilinositolo presente nella membrana.
Lo smistamento delle proteine neosintetizzate inizia nel RE e nei compartimenti iniziale del Golgi, che contengono meccanismi per recuperare o conservare
proteine specifiche del compartimento atte a mantenere l’integrità delle vie di glicosilazione e di maturazione.
Lo smistamento finale delle sostanze che lasceranno l’apparto del Golgi avviene nel TGN, dove i lipidi e le proteine vengono selettivamente impacchettati
nelle vescicole di trasporto destinate a posizioni diverse nella cellula.
L’apparato del Golgi può anche essere coinvolto nel trattamento di proteine che entrano nella cellula per endocitosi
Traffico vescicolare associato al RE e all’apparato del Golgi
1) Mentre i ribosomi del RE rugoso sintetizzano le proteine, le proteine entrano nel lume del RE dove si verificano le fasi iniziali della glicosilazione
2) Le vescicole di transizione trasportano le proteine glicosiliate e i lipidi neosintetizzati al CGN
3) I lipidi e le proteine si spostano attraverso le cisterne della pila del Golgi
3) Al TGN alcune vescicole gemmano per dare origine alle vescicole secretorie che rilasciano per esocitosi i loro contenuti nella membrana plasmatica.
4) Altre vescicole gemmano dal TGN per formare gli Endosomi che a loro volta contribuiscono alla formazione dei lisosomi
5) Contemporaneamente proteine e altre sostanze vengono internalizzate nella cellula per endocitosi, formando quindi vescicole di endocitosi che si fondono
con gli Endosomi precoci
6) Gli Endosomi precoci, che contengono sostanze destinate alla digestione, maturano formando Endosomi tardivi e poi lisosomi.
7) Il movimento retrogrado permette il ritorno delle proteine compartimento -specifiche ai compartimenti iniziali

Le proteine specifiche del RE contengono marcatori di ritenzione e di recupero


La composizione proteica del RE è mantenuta sia impedendo che le proteine sfuggano dal compartimento quando le vescicole gemmano dalla sua
membrana, sia recuperando le proteine che hanno lasciato il RE raggiungendo il CGN.
Diverse proteine localizzate nel RE contengono le sequenza tripeptidica RXR (Arg-X-Arg, in cui X p un qualsiasi amminoacido) che sembra promuovere la
ritenzione nel RE
Questo marcatore di ritenzione si trova anche in alcune proteine a più subunità che sono destinate alla membrana plasmatica.
Per esempio, il recettore del N-metil-D.asparato , che è importante nella trasmissione nervosa nel cervello dei mammiferi, contiene questo tipo di segnale.
Ma perché delle proteine di membrana hanno un segnale di ritenzione nel RE?
Si pensa che il tripeptide faccia in modo che le singole subunità del recettore NMDA siano trattenute nel RE affinché non sia completato l’assemblaggio di
tutte le subunità
L’assemblaggio corretto maschera la sequenza RXR permettendo al complesso di lascia il RE
Altre osservazioni suggeriscono che la fosforilazione di questa proteina cicino alla sequenza RXR ne promuova il rilascio del RE.
Il recupero, che avviene tramite il flusso retrogrado delle vescicole di trasporto dal CGN al RE è meglio compreso della ritenzione.
Molte proteine solubili RE-specifiche contengono marcatori di recupero che si legano a specifici recettori transmembrana rivolti verso il lume dell’apparato
del Golgi.
I segnali sono brevi sequenze di aminoacidi situate al C-terminale della proteina come KDEL (Lys-Asp-Glu-Leu) o KKXX (Lys-Lyss-x-x, con x qualsiasi
amminoacido) nei mammiferi e HDEL (His-Asp-Glu-leu) nel lievito.
Quando una proteina contenente un tale segnale si lega al suo recettore, questo subisce un cambiamento conformazionale e i complesso ligando-recettore
viene impacchettato in una vescicola di trasporto che ritorna al RE.
Una dimostrazione dell’importanza dei segnali di recupero proviene da esperimenti condotti con proteine chimeriche artificiali, note anche come proteine di
fusione,
Queste proteine vengono prodotte unendo le sequenze di DNA che codificano per due segmenti polipeptidici di due differenti proteine; ciò permette la
formazione un polipeptide ibrido a partire dai DNA uniit.
Quando le proteine normalmente secrete dalla cellula vengono così modificate al fine di includere sequenze amminoacidiche che ciobtebessero un marcatore
di recupero nel RE, queste proteine venivano successivamente ritrovare nel RE piuttosto che essere secrete.
È stato interessante notare come alcune di queste proteine chimeriche riscontrare nel RE avevano subito una maturazione parziale da parte di enzimi che si
trovavano solo nell’apparato del Goli.
Questi risultati individuavano che il marcatore in questione non solo impediva la fuoriuscita delle proteine dal RE, ma promuoveva attivamente il recupero
di proteine specifiche del RE dall’apparato del Golgi.

Le proteine dell’apparato del Golgi possono essere smistate in base alla lunghezza dei loro domini transmembrana
Come le proteine residenti che sono essenziali nel RE, alcune proteine residenti nell’apparato del Golgi contengono marcatori per la ritenzione o per il
recupero.
Inoltre, come proposto per le proteine RE-specifiche la formazione di grandi complessi che sono esclusi dalle vescicole di traporto può svolgere un ruolo nel
mantenimento della composizione proteica dell’apparato del Golgi.
Tutte le proteine dell’apparato del Golgi sono proteine integrali di membrana contenenti uno o più domini idrofobici transmembrana che le ancorano alla
membrana dell’apparato del Golgi.
La lunghezza dei domini idrofobici può determinare in quale cisterna del Golgi ciascuna proteina di membrana venga incorporata, quando si sposta
attraverso l’organello.
Si ricordi che lo spessore delle membrane cellulari aumenta progressivamente dal RE /5nm) alla membrana plasmatica (8nm).
Tra le proteine specifiche del Golgi, si osserva un aumento della lunghezza dei domini idrofobici transmembrana andando dal CGN al TGN.
Tali proteine tendono quindi a spostarsi da un compartimento all’altro, fino a quando lo spessore della membrana non super la lunghezza dei loro domini
transmembrana e ne blocca la loro migrazione

L’indirizzamento delle proteine lisosomiali solubili verso Endosomi e lisosomi rappresenta un modello di smistamento elle proteine del TGN
Durante il loro percorso attraverso il RE e i primi compartimenti del Golgi, gli enzimi lisosomali solubili, come altre glicoproteina, subiscono una N-
glicosilazione seguita dalla rimozione di unità di glucosio e mannosio.
All’interno del Golgi, i residui di mannosio della catena laterale glucidica degli enzimi lisosomali vengono fosforilati, formando un oligosaccaride
contenente mannosio-6-fosfato.
Questo marcatore oligosaccaridico distingue le proteine lisosomiali solubili dalle glicoproteina e assicura il loro invio ai lisosomi
1) Nel RE, gli enzimi lisosomali solubili subiscono una N-glicosilazione, seguita dalla rimozione di unità di glucosio e di mannosio
2) All’interno del Golgi, i residui di mannosio presenti sugli enzimi lisosomali vengono fosforilati da due enzimi specifici del Golgi
Il primo localizzato in un compartimento iniziale della pila del Golgi, è una fosfotransferasi che aggiunge GlcNAc-1-fosfato all’atomo di carbonio 6 del
mannosio
Il secondo localizzato in un compartimento mediano del Golgi, rimuove GlcNAc, lasciando il residuo di mannosio-6-fosfato
3) Nel TGN, questi enzimi lisosomali marcati si legano ai recettori del mannosio-6-fosfato , presenti nella membrana del TGN.
Il pH del TGN è 6,4 e favorisce il legame degli enzimi lisosomali solubili a questi recettori.
In seguito i complessi ligando-recettore vengono impacchettati in vescicole di trasporto e convogliati verso un endosoma,
Nelle cellule animali, gli enzimi lisosomali necessari per la degradazione del materiale assunto dalla cellula per endocitosi sono trasportati dal TGN a
organelli noti come Endosomi tardivi.
Questi si sviluppano a partire dagli Endosomi precoci, che si formano dalla fusione delle vescicole proveniente dal TGN e dalla membrana plasmatica.
In alcune cellule, la demolizione e il riciclo delle componenti cellulari inutili o danneggiate vengono eseguiti da un sottoinsieme specializzato di endosomi
tardivi noti come endosomi multivescicolari (MVE) che a volte sono chiamati anche corpi multivescicolari (MVB).
Gli MVE servono da intermedi tra gli endosomi precoci e i lisosomi e contengono vescicole intraluminali che si formano per gemmazione nell’interno degli
MVE.
Queste sostanze sequestrate sono destinate alla demolizione o al riciclo.
Un MVE può poi essere fuso con un lisosoma per degradare il suo contenuto, o le sostanze che contiene possono essere riciclate
4) Quando un endosoma precoce matura per formare un endosoma tardivo, il pH del lume decresce fino a 5.5 provocando la dissociazione degli enzimi
lisosomali dai loro recettori MPR.
Questo impedisce il movimento retrogrado di questi enzimi all’apparato del Golgi quando i recettori sono riciclati all’interno di vescicole che ritornano al
TGN
Infine l’endosoma tardivo o matura per formare un nuovo lisosoma o rilascia il suo contenuto in un lisosoma attivo.

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