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I canali TRP sono stati scoperti studiando il fenomeno della foto-trasduzione in Drosophila. Questo
meccanismo negli invertebrati avviene con modalità differenti rispetto ai vertebrati. Negli invertebrati la
stimolazione luminosa stimola la rodopsina (proteina fotosensibile presente nei coni e nei bastoncelli della
retina) che attiva una proteina G simile alla proteina Gq, che a sua volta attiva la fosfolipasi C-b.
N.B. La fosfolipasi C produce IP3, il quale promuove il rilascio di Ca2+ dai depositi del reticolo
endoplasmatico.
In conseguenza dell’attivazione della fosfolipasi C-b i fotorecettori della retina si depolarizzano (nei
vertebrati si iperpolarizzano), ma si tratta di una depolarizzazione bifasica, che prevede l’attivazione di una
corrente Na+ e una corrente Ca2+.
Questa depolarizzazione prevede un picco iniziale e poi
una fase di plateau che persiste per tutta la durata dello
stimolo luminoso ed è responsabile del processo di
adattamento dell’occhio di Drosophila.
Il gruppo di ricerca capeggiato da Minke studiò ceppi
mutanti di Drosophila i cui ommatidi non adattavano in
presenza di un elevato stimolo luminoso.
Essi scoprirono che in questi mutanti la corrente rapida
iniziale, anche se di ampiezza ridotta, permaneva mentre il
plateau spariva. Attraverso esperimenti successi osservarono che, se i ceppi wild type venivano stimolati in
assenza di Ca2+ nella soluzione extracellulare, la corrente entrante iniziale compariva ma spariva la corrente
responsabile della fase di plateau; conclusero che il plateau era mediato da una corrente di Ca2+. Clonarono
allora il canale ionico responsabile della fase di plateau e poiché il potenziale di recettore dei ceppi mutanti
è transiente e non bifasico come nei ceppi wild type, chiamarono questo canale TRP (Transient Receptor
Potential). Infine, clonarono anche il canale responsabile della depolarizzazione iniziale rapida e scoprirono
che era un canale prevalentemente permeabile al Na+ e lo chiamarono TRP-like.
Nel 2021 il nobel per la fisiologia e la medicina è stato assegnato agli scienziati David Julius e Ardem
Patapoutian per la scoperta dei canali TRP, fondamentali perché regolano l’interazione dell’organismo con
l’ambiente esterno:
- TRPV1 è il canale del caldo (stimolato chimicamente dalla capsaicina);
- TRPM8 è il canale del fresco (stimolato chimicamente dal mentolo);
- PIEZO è il canale del tatto e della propriocezione.
I canali TRP sono localizzati principalmente nella membrana plasmatica e sono canali polimodali, ovvero
non sono attivati da un singolo stimolo specifico ma da stimoli di natura differente (chimica, termica e
meccanica). Ad eccezione di TRPM7 e TRPC1, gli altri canali TRP non sono ubiquitari.
TRPV1 è un termo-sensore (attivato da temperature superiori ai 43°C), sensibile anche a stimoli di natura
chimica (come la capsaicina, che stimola chimicamente le vie del calore), a riduzione del pH e alle vanillo
tossine presenti nei ragni.
TRPM8 è anch’esso un termo-sensore, ma è attivato dal fresco o da sostanze chimiche che evocano una
sensazione di fresco (mentolo, eucaliptolo).
TRPV4 è il canale polimodale per eccellenza, è attivato da: variazioni della temperatura (aumento della
temperatura al di sopra dei 27°C), stimoli chimici (acido arachidonico o suoi derivati), stimoli meccanici
(variazioni della pressione osmotica a cavallo della membrana plasmatica, che causa una distensione della
stessa membrana).
Alcuni canali della sottofamiglia TRPV, in particolare TRPV2, oltre che sulla membrana plasmatica sono
espressi sulla membrana del reticolo endoplasmatico e quindi operano nel rilascio del Ca2+.
All’estremità C-terminale di alcuni canali (TRPC, TRPV e TRPM) è presente una regione denominata TRP
Box, considerata per molto tempo l’impronta digitale dei canali TRP perché riscontrata in tutti i canali TRP
inizialmente scoperti. Tuttavia, TRPA1, TRPP e TRPML non presentano questa sequenza di amminoacidi
altamente conservata. La TRP Box fa parte di un dominio più esteso, il dominio TRP, che è in grado di legare
il PIP2, fosfolipide capace di modulare l’attività di diversi canali TRP ma non solo (canali IR, hERG).
L’idrolisi di PIP2 può attivare TRPV1 (canale del calore e del dolore) e TRPA1, anche se quest’ultimo è
sprovvisto di TRP Box, mentre determina la chiusura dei canali TRPM4, TRPM7 e TRPM8.
Alcuni membri della sottofamiglia TRPM sono definiti canali-enzimi perché oltre a condurre ioni
all’estremità C-terminale presentano un dominio con attività enzimatica. Il canale TRPM2 presenta il
dominio NUDIX, in grado di legare ed idrolizzare il secondo messaggero ADP-ribosio. I canali TRPM6 e
TRMP7, invece, hanno un’attività serin-treonin-chinasica.
I canali TRP sono canali cationici non selettivi, quindi permeabili a Na+, K+, Ca2+ ed alcune isoforme (TRPM6
e TRPM7) anche al Mg2+. Nella maggior parte dei casi la permeabilità al Ca2+ rispetto al Na+ varia da 0,5 a 10,
ovvero alcuni canali sono più permeabili al Na+ mentre
altri sono più permeabili al Ca2+. Fanno eccezione TRPV5
e TRPV6, che hanno una permeabilità al Ca2+ 100 volte
superiore rispetto al Na+, questo perché sono
responsabili del riassorbimento del Ca2+ a livello renale e
gastrointestinale. Al contrario, TRPM4 e TRPM5 sono
esclusivamente permeabili al Na+ e al K+; sono gli unici
due canali TRP che non presentano alcuna permeabilità
al Ca2+. Tuttavia, questi due canali sono canali cationici
calcio attivati, ovvero si aprono in conseguenza di
aumento della [Ca2+]int.
Essendo canali cationici non selettivi, il potenziale di inversione della maggior parte dei canali TRP si attesta
intorno a zero.
Da un lato, l’ingresso di Ca2+ previene lo svuotamento delle riserve del reticolo endoplasmatico nel corso di
una risposta di Ca2+ prolungata, dall’altro, contribuisce ad attivare gli effettori Ca2+ dipendenti che mettono
in atto la risposta della cellula al segnale (ormoni, neurotrasmettitori etc.).
Esistono due diversi meccanismi di ingresso del Ca2+ in risposta all’attivazione della PLC:
1. Meccanismo mediato da ROC (Canale Operato da Recettori). I ROC si
attivano solo se è presente l’agonista del recettore al quale sono
accoppiati. Fanno parte dei ROC i recettori ionotropici e i canali attivati da
secondi messaggeri intracellulari come il DAG, ma anche i canali attivati dal
monomero a della proteina Gi. Dunque, TRPC3, TRPC6, TRPC7 e TRPC4,
TRPC5 possono essere collettivamente denominati ROC.
TRPC2, nell’uomo è uno pseudogene, ovvero non codifica per alcuna proteina funzionale. Nei topi, TRPC2 è
localizzato nell’organo vomeronasale e media il riconoscimento dei feromoni e il comportamento sessuale.
Mediante un esperimento è stato osservato come la delezione di TRPC2 modifichi il comportamento
sessuale e riduca l’aggressività nei confronti di altri individui (male – male aggression). Ad oggi il
meccanismo di attivazione di TRPC2 non è ancora noto.
TRPC3, TRPC6 e TRPC7 pur non essendo ubiquitari sono estremamente diffusi, sia nelle cellule eccitabili che
in quelle non eccitabili. Questi canali sono attivati dal DAG e possono assemblarsi a formare eterotetrameri.
Nella muscolatura liscia di alcuni distretti vascolari TRPC3 interagisce fisicamente con i recettori per IP3.
Questi, in seguito allo svuotamento del reticolo endoplasmatico, si attivano e inducono una modifica
conformazionale che causa l’apertura di TRPC3.
Nella muscolatura cardiaca e nella muscolatura liscia delle arteriole celebrali, TRPC3 e TRPC6 sono
caratterizzati da meccano-sensibilità (indiretta). A livello delle caveole, questi due canali possono essere
associati a recettori metabotropici, ovvero proteine a 7STM accoppiati alle proteine G. Tali recettori
generalmente si attivano in seguito al legame con un agonista specifico (es. angiotensina 2). Tuttavia, alcuni
recettori possono attivarsi anche in assenza dell’agonista in risposta ad uno stimolo meccanico. Lo
stiramento della membrana plasmatica, ad esempio, causa la rotazione in senso antiorario del S7, che
ruotando va ad inserirsi nella tasca di legame dell’agonista attivando di fatto il recettore metabotropico
anche in assenza dell’agonista. Il recettore interagisce con la proteina G che stimola la PLC a produrre DAG,
che a sua volta attiva i canali TRPC3 e TRPC6.
In condizioni patologiche, questo meccanismo meccano-dipendente può favorire l’ipertrofia cardiaca.
Infatti, quando la pressione arteriosa diastolica (minima) risulta aumentata cronicamente non tutto il
sangue viene pompato nell’aorta e parte di esso si accumula nel ventricolo, che quindi comincia a dilatarsi.
Lo stiramento della muscolatura ventricolare determina l’attivazione dei canali TRPC3 e TRPC6 e il Ca2+ che
entra favorisce l’ipertrofia cardiaca.
In condizioni fisiologiche, invece, questo meccanismo risulta importante a livello delle arteriole celebrali,
poiché contribuisce all’autoregolazione miogena del circolo celebrale. A livello delle arteriole celebrali,
infatti, un aumento della pressione arteriosa media può non determinare nessun aumento significativo del
flusso ematico celebrale, che altrimenti causerebbe la rottura dei capillari e quindi emorragia cerebrale.
Questo avviene perché le arteriole sviluppano una risposta miogena (contrazione delle fibre muscolari lisce
in risposta ad un aumento di pressione da parte del sangue) per mantenere costante il flusso ematico
cerebrale. La risposta miogena è innescata dall’attivazione dei canali TRPC3 e TRPC6.
Quindi TRPC5 è un altro esempio di canale polimodale, in quanto può essere attivato da stimoli di natura
chimica (DAG), ma anche da stimoli fisici (riduzione della temperatura).
I canali TRPV5 e TRPV6 sono esclusivamente permeabili al Ca2+ e presentano perciò una
relazione corrente-voltaggio differente rispetto agli altri, che invece sono permeabili a Na+,
K+ e Ca2+.
TRPV5 e TRPV6 mediano una corrente Ca2+ a rettificazione entrante (conduttanza maggiore
a potenziali negativi).
La chemestesia è un fenomeno tale per cui si prova una sensazione di dolore/variazione della
temperatura/tattile in risposta ad un’agonista chimico.
Es. Il mentolo, che attiva TRPM8 stimola le vie del fresco; la capsaicina, che attiva TRPV1 stimola le vie del
caldo; l’aglio che attiva TRPA1 provoca una sensazione pungente o irritante.
TRPV1 è un canale polimodale, poiché può essere attivato da stimoli di diversa natura:
- Aumento della temperatura al di sopra dei 43°C;
- Capsaicina e Habanero;
- Vanillo-tossine della tarantola;
- Resiniferatossina (RTX) sostanza che si trova in una pianta simile ad un cactus;
- Riduzione del pH;
- Idrolisi del PIP2 ad opera della PLC
N.B. Tutti questi fattori chimici possono attivare il canale a temperatura ambiente!!!
Il bloccante più utilizzato nei confronti di TRPV1 è la capsazepina.
N.B. L’idea più diffusa in letteratura è che oltre a dei domini specifici la termo-sensibilità sia conferita da più
residui distribuiti in maniera uniforme lungo tutta la catena oligopeptidica.
All’estremità C-terminale, TRPV1 presenta un sensore della temperatura. Ciò è provato dal fatto che è
possibile modificare la sensibilità del canale alla temperatura, infatti, sostituendo questa regione con una
sequenza analoga di TRPM8, TRPV1 risulta attivato dal fresco. Così facendo, la soglia termica di attivazione
di TRPV1 può essere spostata verso temperatura più basse.
TRPV1 può andare incontro anche a desentitizzazione durante una stimolazione prolungata. Il canale,
infatti, è fosforilato da PKA, PKC e CaMKII, ma l’ingresso di Ca2+ rimuove questi gruppi fosfato mediante
l’attivazione di una fosfatasi e ciò induce desentizzazione del canale stesso.
A temperature superiori i 43°C si avverte il cosiddetto dolore urente. Per lungo tempo si è ritenuto che
l’unico canale responsabile del dolore urente fosse TRPV1, ma in realtà il calore nocivo è rilevato dalla
combinazione di 3 canali: TRPV1, TRPA1 e TRPM3.
Per questo, TRPV1 è diventato un bersaglio farmacologico per la cura del dolore neuropatico.
1. Una strategia terapeutica prevede l’applicazione di cerotti o gel che rilasciano capsaicina nella
regione lesionata. Basse dosi di capsaicina, infatti, sono capaci di desentitizzare TRPV1 e indurre un
effetto analgesico efficace seppur di breve durata.
2. Un ulteriore approccio terapeutico prevede un aumento della concentrazione di capsaicina nella
regione in cui ha origine il dolore neuropatico. Ciò causa una maggiore stimolazione di TRPV1 e
quindi un maggiore ingresso di Ca2+. Un aumento eccessivo della [Ca2+] nei terminali sensoriali,
evocato dalla iperstimolazione con la capsaicina, può attivare delle proteasi Ca2+ dipendenti (es.
calpaina) che degradano le proteine localizzate nei terminali assonali (ablazione chimica).
Questo approccio è più invasivo ma ha un effetto analgesico di più lunga durata.
3. Diversi trial clinici, invece, prevedono l’impiego di inibitori di TRPV1.
Se TRPV1 è considerato il recettore del caldo, TRPM8 è il recettore del freddo e si attiva quando la
temperatura scende al di sotto dei 28°C.
TRPM8 essendo un canale polimodale è anche un chemocettore, attivato dal mentolo o dall’eucaliptolo.
Questo canale è espresso quasi esclusivamente nei gangli delle radici dorsali dei neuroni sensitivi. Tuttavia,
i suoi livelli di espressione aumentano nei tumori; in particolare è considerato un marker del tumore alla
prostata.
TRPM2 convenzionalmente è il sensore dello stress ossidativo (aumento di ROS nel citoplasma), insieme a
TRPA1 e TRPV1. Tuttavia, è anche un canale sensibile al calore ed è attivo da temperature superiori ai 40°C.
La percezione del calore innocuo (che non provoca dolore) richiede lo spegnimento dei recettori per il
freddo (TRPM8) e l’accensione dei recettori per il caldo (TRPV1, TRPA1, TRPM3 ma anche TRPM2).
Infatti, anche se questi canali sono attivati da temperature superiori i 40°C, sono modulati in modo tale che
la soglia termica di attivazione si abbassi.
TRPV4 è il canale polimolale per eccellenza. È un termocettore, sensibile al calore, si attiva a temperature
superiori i 27°C, ma non è coinvolto nella percezione della temperatura ambientale. È un chemocettore,
attivato da agonisti endogeni come l’acido arachidonico e i suoi derivati, gli acidi epossi-eicosatrienoico
(EET). L’acido arachidonico è prodotto dalla fosfolipasi A2 (PLA2) a partire dai fosfolipidi di membrana cui è
legato, e può attivare direttamente TRPV4 oppure può essere convertito dal citocromo P450 in acido EET.
Tuttavia, può essere stimolato anche da agonisti non endogeni come gli esteri del forbolo.
TRPV4 è anche un osmocettore, attivato dallo stiramento della membrana plasmatica (TRPV4 contiene dei
residui di anchirina all’estremità N-terminale che gli permettono di interagire con il citoscheletro di actina)
dovuto all’esposizione delle cellule ad un ambiente ipotonico. Il Ca2+ che entra attraverso TRPV4 serve ad
innescare i meccanismi che portano la cellula a ripristinare il corretto volume cellulare.
Nell’endotelio vascolare, inoltre, TRPV4 e i canali PIEZO cooperano nel rilevare le variazioni di pressione e la
forza di taglio che il sangue esercita tangenzialmente alla superficie dei vasi durante lo scorrimento.
Come termocettore, si ipotizza che TRPV4 sia importante a livello cerebrale; è probabile che possa essere
attivato da un aumento della temperatura al fine di aumentare l’eccitabilità neuronale.
TRPV5 e TRPV6 presentano una permeabilità al Ca2+ 100 volte superiore alla permeabilità al Na+.
Sono canali costitutivamente aperti e possono operare come omotetrameri o possono assemblarsi tra di
loro a costituire eterotetrameri. Sono implicati nel riassorbimento di Ca2+, difatti, sono localizzati
selettivamente sulla membrana luminale dell’epitelio renale e intestinale. Attraverso TRPV5 e TRPV6 il Ca2+,
spinto dal gradiente elettrochimico, entra nel citoplasma dove viene legato dalla proteina calbindina D, che
lo trasporta verso la membrana basolaterale. Qui grazie allo scambiato Na+/Ca2+ e alla PMCA viene liberato
nello spazio interstiziale per passare poi ai capillari.
TRPM1 è espresso solamente nelle cellule bipolari ON della retina e nei melanociti.
Per lungo tempo TRPM1 è stato considerato un soppressore tumorale del melanoma (da qui il nome
melastatina) e solo recentemente è stata identificata anche la sua funzione come canale ionico.
Nello specifico, si pensava che l’ingresso di Ca2+ attraverso il canale prevenisse la trasformazione
neoplastica dei melanociti. Oggi sappiamo che non è così. Infatti, non è TRPM1 a operare come onco-
soppressore bensì una sequenza di microRNA (miR-211), la cui trascrizione è regolata dal fattore di
trascrizione MITF. Questo fattore di trascrizione regola sia la trascrizione degli esoni che codificano per la
proteina canale TRPM1 che l’introne 6 che codifica per miR-211.
Quando TRPM1 è down regolato, è down regolato anche miR-211 e questo comporta la proliferazione
aberrante dei melanociti e la metastatizzazione del tumore.
TRPM2 è un canale ubiquitario. È responsabile, insieme a
TRPV1, TRPA1 e TRPM3, della percezione del calore innocuo,
sebbene sia attivato di norma a temperature superiori i 40°C.
TRPM2 è considerato anche il principale sensore dello stress
ossidativo, in quanto è in grado di rilevare la presenza dei
ROS.
L’estremità C-terminale di TRPM2 presenta un dominio con
attività enzimatica, denominato NUDIX o NUDT9-H. Questo
dominio scinde l’ADP-ribosio in AMP e ribosio 5 fosfato.
L’ADP-ribosio è un secondo messaggero prodotto in seguito
a stimolazione da parte di agonisti extracellulari o dal nucleo
e dai mitocondri in risposta allo stress ossidativo (causato
dall’esposizione a raggi UV, da un aumento della temperatura o dall’enzima di membrana NADPH ossidasi).
Il dominio NUDIX offre un sito di legame per l’ADP-ribosio e questa interazione attiva il canale TRPM2.
L’attivazione di TRPM2, tramite legame diretto dei ROS o come conseguenza della produzione di ADP-
ribosio, a bassi livelli può generare una risposta virtuosa. L’ingresso di Ca2+ attraverso TRPM2, infatti, può
stimolare la proliferazione cellulare, la migrazione o il riarrangiamento del citoscheletro.
Tuttavia, se la concentrazione di ROS e quindi lo stress ossidativo aumenta, l’iperstimolazione di TRPM2
può avere effetti citotossici, in quanto un’elevata [Ca2+]int può indurre l’apoptosi.
TRPM4, così come TRPM5, è un canale cationico non selettivo calcio attivato (permeabile a Na+ e K+).
Converte l’aumento della [Ca2+]int in una depolarizzazione di membrana: media una modesta corrente
entrante di Na+.
Nelle cellule eccitabili, l’attivazione di TRPM4 facilita l’eccitabilità di membrana (stimolando l’apertura dei
canali v.d.), mentre nelle cellule non eccitabili TRPM4 riduce l’ingresso di Ca2+, che potrebbe avere effetti
citotossici. Nelle cellule non eccitabili, infatti, la depolarizzazione di membrana riduce la driving force che
sostiene l’ingresso di Ca2+ attraverso i canali non v.d. (TRP).
Nei linfociti T, la produzione di citochine durante la risposta immunitaria richiede un aumento (finemente
regolato) della [Ca2+] alla quale contribuiscono i canali SOC. L’attivazione di TRPM4, presente sulla
membrana dei linfociti T, depolarizza parzialmente la membrana e riduce l’ingresso di Ca2+, che altrimenti
avrebbe un effetto citotossico.
Nelle cellule b del pancreas, TRPM4 facilita la depolarizzazione della membrana sostenuta dai canali v.d. al
Ca2+ di tipo L. Nello specifico, il Ca2+ che entra stimola l’esocitosi delle vescicole contenenti insulina ma
attiva anche TRPM4 che a sua volta facilita la depolarizzazione della membrana.
Nelle arteriole cerebrali, in risposta ad un aumento della pressione sanguigna si distende la membrana
plasmatica delle cellule endoteliali. Ciò determina l’attivazione “indiretta” dei canali TRPC3 e TRPC6, i quali
mediano una corrente di Ca2+ entrante che depolarizza le fibre muscolati lisce e attiva i canali v.d. al Ca2+
che inducono la contrazione. La depolarizzazione della membrana può essere facilitata dall’azione di
TRPM4, che si attiva in seguito all’aumento della [Ca2+] dato da TRPC3
e TRPC6.
Nel nodo senoatriale, se da un lato i canali HCN mediano una corrente
funny responsabile del pre-potenziale che dà inizio al p.d.a., dall’altro
TRPM4 è fondamentale per mantenere una velocità di
depolarizzazione diastolica ottimale (frequenza cardiaca di 70 bpm).
Se TRPM4 viene inibito, la velocità di depolarizzazione diastolica si
riduce.
TRPM5 è anch’esso un canale cationico non selettivo calcio attivato. È localizzato nelle cellule sensoriali (di
2° tipo) delle papille gustative ed è responsabile della percezione dell’amaro, del dolce e dell’umami.
TRPM5 coopera con i recettori del gusto accoppiati ad una proteina G trimerica, la gustducina.
Il monomero a della gustducina attiva la PLC, che idrolizza il PIP2 in DAG e IP3. L’IP3 determina il rilascio di
Ca2+ dal reticolo endoplasmatico. Il Ca2+ attiva TRPM5, il quale genera una depolarizzazione in grado di
attivare i canali al Na+, che a loro volta generano un p.d.a che si propaga fino alla membrana basale dove
causa il rilascio di ATP. L’ATP non è liberato mediante vescicole, ma attraverso dei canali di membrana detti
pannessoni, costituiti da proteine dette pannessine.
TRPM6 media il riassorbimento di Mg2+ nel rene e nell’intestino (in associazione con TRPM7 con il quale
forma eterotetrameri). Questi canali sono localizzati nella membrana luminale degli epiteli di assorbimento.
Il Mg2+ entra dalla membrana luminale attraverso questi canali, e poi viene estruso dalla membrana
basolaterale (a contatto con il torrente circolatorio) probabilmente grazie ad uno scambiatore Na+/Mg2+,
che tuttavia non è stato ancora individuato. La dissipazione di Mg2+ richiede infatti un gradiente di Na+.