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Le vescicole endolisosomiali occupano una porzione ridotta del volume cellulare (circa il 3%). I lisosomi
contengono delle idrolasi acide, chiamate catepsine, che sono in grado di degradare diversi tipi di
macromolecole. Il pH lisosomiale si aggira intorno a 5 per effetto di una V-ATPasi (vacuolare) che pompa H+
contro gradiente. I lisosomi così come gli endosomi sono in grado di rilasciare Ca2+, e la capacità di
accumulare Ca2+ al loro interno dipende proprio dal gradiente protonico.
Oltre ai canali a 2 pori, le vescicole lisosomiali contengono i canali TRPML (tutte e 3 le isoforme). A seconda
del tipo cellulare, inoltre, possono essere presenti anche altri canali permeabili al Ca2+.
Canali TRPML
TRML1 è stato scoperto studiando una malattia neurodegenerativa, la mucolipidosi di tipo 4, appartenente
alle cosiddette “malattie di accumulo lisosomiale”. Queste malattie sono caratterizzate da un
malfunzionamento dei lisosomi, che non sono più in grado di smaltire il materiale e ciò comporta
l’accumulo di mucopolisaccaridi, sfingolipidi, lipofucsina e fosfolipidi.
TRML1 presenta una relazione corrente voltaggio a rettificazione entrante (flusso di
ioni verso il citoplasma). Essendo permeabile al Na+, al Ca2+, allo Zn2+ ma anche al
Fe2+, ha un potenziale d’inversione estremamente positivo.
N.B. Non è permeabile ai H+.
TRPML1 è attivato da un fosfolipide, il fosfatidilinositolo 3,5 – difosfato, localizzato
esclusivamente sulla membrana delle vescicole endolisosomiali.
Il ruolo principale di TRPML1 è quello di generare segnali di Ca2+ (confinati alla zona peri lisosomiale) che
guidano la fusione delle vescicole.
Quando mediante endocitosi viene internalizzato del materiale, le vescicole contenenti il materiale si
fondono con gli endosomi precoci. Da questi, per un successivo processo di maturazione e di acidificazione
del lume, si originano gli endosomi tardivi che si fondono con i lisosomi, in modo tale che le catpesine
possono degradare il materiale che è stato internalizzato.
TRPML1 controlla il processo di autofagia, non solo mediando la fusione del lisosoma con l’autofagosoma,
ma stimolando anche la traslocazione nucleare del fattore di trascrizione TFEB, fondamentale per
l’attivazione del processo autofagico (stimola la biogenesi di nuovi lisosomi e l’espressione di idrolasi acide).
In una cellula che ha a disposizione tutti i nutrienti, l’autofagia è inibita dalla proteina mTORC1. Questa
chinasi ha come bersaglio: ULK1, una proteina fondamentale nella formazione dell’autofagosoma, ma
anche TFEB, che fosforilato da mTORC1 non può traslocare nel nucleo.
In una cellula starvata (in carenza di nutrienti) la [ATP] si riduce drasticamente poiché la fosforilazione
ossidativa è rallentata per la mancanza di substrato (glucosio). In compenso, aumenta la [AMP] che attiva la
chinasi AMPK, la quale ha come bersaglio mTORC1. La proteina mTORC1 fosforilata è inibita e quindi non è
più in grado di fosforilare ULK1 e TFEB.
Allo stesso modo la starvation (esposizione di una cellula ad una soluzione cellulare priva di nutrienti) causa
l’attivazione di TRPML1. TRMPL1 genera un segnale di Ca2+ locale (nel citoplasma) e attiva la calcineurina, la
quale defosforila TFEB che può quindi traslocare nel nucleo.
N.B. TRPML1 è attivato dall’enzima PIKfyve, che catalizza la fosforilazione del fosfatidilinositolo 3 – fosfato
in fosfatidilinositolo 3,5 – difosfato. Inoltre, PIKfyve è l’enzima che genera l’agonista endogeno PIP2, in
grado di attivare TRPML1.
Canali TPC
I canali a 2 pori giocano un ruolo fondamentale nell’attivazione dei virus (Ebola, MERS-CoV e SARS-CoV)
una volta che sono stati endocitati.
MERS e SARS sono dei coronavirus: hanno un envolope
con numerose copie della proteina SPIKE mediante la
quale legano uno specifico recettore presente sulla
membrana della cellula ospite. Il recettore di MERS è una
proteina chiamata dipeptidil-peptidasi IV, mentre il
recettore di SARS è ACE2. Quando la proteina SPIKE lega il
recettore specifico il virus viene introdotto nel sistema
delle vescicole endolisosomiali. Una volta che gli
endosomi tardivi si fondono con i lisosomi le catepsine
lisosomiali, ed in particolare le catepsine L, tagliano la
SPIKE protein causando la liberazione del genoma virale
nel citoplasma. Bloccando la fusione degli endosomi
tardivi con i lisosomi questo processo può essere
ostacolato.
Nel caso di Ebola, il virus penetra nella cellula ospite per
macropinocitosi. Quando gli endosomi tardivi contenenti
il virus si fondono con i lisosomi, le glicoproteine che
decorano il pericapside sono tagliate dalle catepsine L e B.
Una volta tagliate, le glicoproteine possono legare un
trasportatore per il colesterolo, NPC1, presente nella
membrana lisosomiale in modo tale da consentire la
fusione tra la membrana lisosomiale e la membrana di
Ebola. A questo punto il genoma virale viene liberato nel
citoplasma della cellula ospite.
N.B. Qualche anno fa uno studio ha dimostrato come l’infezione delle cellule ospiti da parte di uno
pseudovirione di Ebola veniva inibita in seguito al silenziamento genico di TPC1 e TPC2.
Mediante altri esperimenti di elettrofisiologia è stato dimostrato, inoltre, che la corrente mediata da TPC2
veniva bloccata da un farmaco tradizionale della medicina cinese, la tetrandrina. Tuttavia, questo farmaco
non è selettivo in quanto blocca numerosi altri canali ionici, al contrario di NED19 che è un bloccante
specifico dei TPC.
I TPC sono inibiti anche da un bloccante dei canali al Ca2+ di tipo L, il verapamil. Questo farmaco, che
normalmente è impiegato nella terapia antipertensiva, è in grado di bloccare l’infezione da Ebola.