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Traffico vescicolare intra ed extracellulare

Il trasporto vescicolare viene utilizzato per portare delle sostanze fuori dalla cellula, e si parla di
esocitosi, oppure per portare delle sostanze della cellula, e si parla di endocitosi.
Questo trasporto avviene attraverso vescicole per separare dal resto della cellula quello che è il
materiale da trasportare da una parte all’altra. Questo materiale viene isolato dal resto della cellula
perché altrimenti andrebbe incontro a delle reazioni chimiche attraverso i diversi enzimi che sono
presenti all’interno del citosol. Se racchiudo il materiale in vescicola sono quindi sicuro che nessuno
degli enzimi presenti all’interno del citosol può alterale la molecola che si trasporta.
Tipos De Transporte Vesicular
Il trasporto vescicolare è un trasporto di molecole e di sostanze varie che avviene attraverso vescicola.
La molecola da trasportare è quindi racchiusa all’interno di una vescicola. Il trasporto vescicolare si
divide in due categorie:
- L’endocitosi
- L’esocitosi.
LA ENDOCITOSIS
L’endocitosi è il meccanismo che porta all’internalizzazione delle sostanze nella cellula mentre
l’esocitosi porta materiale all’esterno della cellula. Attraverso questo bilanciamento tra il meccanismo
di endocitosi e quello di esocitosi rimane costante la superficie della membrana plasmatica.
L’endocitosi e l’esocitosi sono infatti meccanismi che riguardano la membrana plasmatica, si tratta
di materiale che entra o esce dalla cellula.
L’endocitosi può essere di diverso tipo a seconda della grandezza del materiale da internalizzare:
- Pinocitosi:che è un’endocitosi in fase fluida di sostanze con diametro minore di 150
nanometri.
- Fagocitosi :che è un’endocitosi che porta all’internalizzazione di sostanze con diametro
maggiore di 150 nanometri.
Endocitosis mediata da un recetor
La endocitosi mediata da un recettore che porta all’internalizzazione specifica di determinate
sostanze sulla base del riconoscimento ligando-recettore. Il ligando è la sostanza che deve essere
internalizzata mentre il recettore è una proteina integrale della membrana plasmatica.
Un particolare tipo di esocitosi, quindi per portare fuori del materiale dalla cellula, è poi la
gemmazione in cui le sostanze da trasportare all’esterno si concentrano in un determinato punto della
membrana plasmatica. A causa della concentrazione delle sostanze la membrana plasmatica si curva
e si stacca una vescicola di trasporto secretoria. Dalla gemmazione dipende poi anche la
comunicazione intercellulare, ci sono ovvero sostanze solubili che vanno a regolare quello che è il
meccanismo di un’altra cellula e sostanze invece incapsulate all’interno di una cellula che vanno
sempre a regolare il metabolismo di un’altra cellula che prende il nome di cellula target.
L’endocitosi mediata da recettori è un meccanismo di internalizzazione di sostanze a partire
dall’ambiente extracellulare verso l’ambiente intracellulare mediata da recettori. I recettori sono
proteine integrali di membrana. Il trasporto avviene attraverso le vescicole, o fossette rivestite da
clatrina, che permettono anche di concentrare i recettori. La clatrina quindi oltre a permettere la
curvatura della membrana permette anche di concentrare i recettori. Questi ultimi devono essere
concentrati per ottimizzare il processo. Concentrando un recettore in una determinata zona della
membrana plasmatica ovviamente il meccanismo si ottimizza perché in quel punto ci saranno tutta
una serie di molecole uguali che saranno trasportate all’interno della cellula.

Formación de vesículas y proteínas involucradas


Se immaginiamo che durante l’endocitosi deve staccarsi una vescicola dalla membrana plasmatica
quest’ultima deve subire dei cambiamenti. Questo cambiamento è garantito dal fatto che si vengono
a creare quelle che prendono il nome di fossette rivestite.
Le fossette rivestite sono un agglomerato di una particolare proteina che è la clatrina. La clatrina
grazie alla sua conformazione vanno a creare una rete sotto la membrana plasmatica che determina la
curvatura di una parte della membrana fino a creare una vescicola. La vescicola poi si stacca verso
l’interno grazie all’intervento di un’altra proteina che è la dinamina.
In questo caso parliamo di un’endocitosi mediata da recettori in quanto è presente un riconoscimento
specifico tra la molecola da internalizzare che prende il nome di ligando e i recettori. Il rivestimento
fatto da clatrina poi si stacca in quanto non serve più, il suo ruolo era soltanto quello di curvare la
membrana plasmatica. Così la vescicola contenente la sua sostanza va a fondersi con un endosoma
precoce, poi con un lisosoma e alla fine la molecola che sta trasportando viene smontata e i recettori
riciclati verso la membrana plasmatica sempre attraverso la formazione di una vescicola. Las clatrinas
forman una red debajo de la membrana plasmática.
Le vescicole possono anche essere rivestite da COP I e COP II e marcano se sono delle vescicole che
vanno verso il reticolo o verso il Golgi. Le COP funzionano un po' come la clatrina, si vanno ad
aggregare sulla membrana da cui deve staccarsi la vescicola e ne causano la distorsione e la
formazione della vescicola stessa. La clatrina ha una forma con tre bracci che quando si vanno ad
organizzare l’uno accanto all’altro formano la struttura a rete. Quando la clatrina comincia a disporsi
tutta sotto la membrana plasmatica ne vedremo una forma distesa, mentre poi si viene a creare
un’invaginazione data dalla disposizione particolare delle molecole di clatrina.
Esistono quindi come già detto altre proteine che vanno a formare un rivestimento sulle vescicole e
sono le proteine COP II che marcano le vescicole che vanno verso l’apparato del Golgi e le proteine
COP I che marcano le vescicole che vanno verso il reticolo.
La clatrina è invece come già detto l’unica proteina di rivestimento di cui si conosce effettivamente
la conformazione e la modalità con cui si organizza a formare le fossette rivestite. Il fine delle
rivestimento è sempre quello di curvare la membrana e poi andare verso il compartimento target. Nel
momento in cui va verso il rivestimento target la vescicola perde il rivestimento perché non serve più.
Il rivestimento viene smontato a opera di enzimi presenti nel citosol e andrà poi a creare tanti
monomeri di COP II che saranno poi riciclati e riutilizzati.
La stessa cosa accade per quanto riguarda la proteina COP I. Quando la vescicola contenente la
sostanza da trasportare arriva alla membrana dell’organello target si fonde attraverso tutta una serie
di proteine presenti sulla membrana che servono per l’ancoraggio della vescicola al sito target. Il
riconoscimento quindi deve essere specifico. Le vescicole prima si ancorano e poi si fondono, in
particolare quindi la membrana che circonda la vescicola deve fondersi con la membrana del sito
target in modo che il suo contenuto vada a finire all’interno del bersaglio. Queste proteine presenti
sulla membrana dell’organello sono essenzialmente le t-SNARE mentre quelle presenti sulla
membrana delle vescicole sono essenzialmente le v-SNARE.
La clatrina ha una forma caratteristica che prende il nome di triscelio. Si tratta di una proteina con
tre bracci disposti l’uno rispetto all’altro di 120 gradi. La clatrina è formata da catene leggere e catene
pesanti alle cui estremità è presente un dominio globulare. Il disegno inoltre ci mostra come si vanno
ad organizzare nello spazio le molecole di clatrina a formare delle strutture pentagonali o esagonali.
Queste strutte pentagonali o esagonali vanno poi a formare la curvatura e la relativa vescicola.
La clatrina si organizza sul foglietto della membrana plasmatica rivolto verso il citosol ma non lo fa
direttamente, lo fa attraverso una molecola ponte. Se parliamo di endocitosi mediata da recettori
questa molecola ponte è una adattina che permette il legame tra il recettore e la clatrina. Il legame
tra il recettore specifico e la clatrina è avviene quindi come si può vedere attraverso la adattina.
Quando la clatrina si aggancia otteniamo la curvatura della membrana. La vescicola a questo punto
deve staccarsi e per farlo interviene la dinamina, un’altra proteina dalla forma filamentosa a spirale
che si pone intorno alla vescicola e attraverso energia sotto forma di GTP è come se stringesse il collo
della vescicola facendola staccare.
La clatrina con annessa la adattina che vengono riciclate per la formazione di altre vescicole. La
vescicola non rivestita contenente il ligando, che in questo caso è il mannosio 6 fosfato, si fonde con
l’endosoma a formare il lisosoma. Quindi in generale la vescicola si fonde e viene smontato il legame
tra recettore e ligando. Il ligando è libero e viene utilizzato dalla cellula mentre il recettore viene
riciclato.
L’adattina è quindi la molecola ponte tra la clatrina e il dominio intracellulare del recettore di
membrana che è una proteina integrale di membrana. Con il dominio extracellulare il recettore lega
la molecola specifica mentre con quello intracellulare il recettore lega la clatrina.
Abbiamo diversi tipi di adattina a seconda del sito e quindi del tipo di recettore cui dovranno mediare
il legame con la clatrina:
- L’adattina di tipo 1: lega i recettori specifici al livello della faccia trans del Golgi.
- L’adattina di tipo 2: è quella che lega recettori specifici al livello di membrana plasmatica.
- L’adattina di tipo 3: lega sempre i recettori specifici al livello della faccia trans del Golgi ma
è presente solo ed esclusivamente in cellule specializzate come piastrine, melanociti, linfociti
T e le cellule natural killer.
Il funzionamento è uguale ma cambia il tipo di adattina a seconda del sito in cui si va a formare la
vescicola e in particolare con l’adattina di tipo 3 anche a seconda del tipo cellulare.
Resumen del proceso de endocitosis mediada por receptores
Nell’immagine possiamo osservare il recettore con il dominio extracellulare in grado di legare la
molecola che prende il nome di ligando. Abbiamo poi il dominio intracellulare che invece si lega alla
proteina clatrina attraverso il ponte di una adattina. Infine abbiamo la dinamina che va invece
attraverso energia sotto forma di GTP a staccare la vescicola. Una volta che la vescicola si stacca il
rivestimento di clatrina si smonta in quanto non serve più e viene riciclata nuovamente verso la
membrana plasmatica.
Il ligando-recettore quindi come già detto viene riciclato. La vescicola contenente il ligando legato al
suo recettore specifico va verso un endosoma precoce. L’endosoma precoce ha una pompa protonica
che trasferendo protoni all’interno dell’endosoma lo acidifica e diventa poi un endosoma tardivo e
infine un lisosoma. In questo ambiente acido inizieranno a funzionare degli enzimi idrolitici che
andranno a staccare il ligando dal recettore. Quindi da una parte si stacca una vescicola che va verso
l’endosoma tardivo mentre dall’altra parte avremo una zona di questo endosoma precoce che
concentra tutti i recettori scarichi del rispettivo ligando. Da questa particolare zona dell’endosoma
che prende il nome di comparto di riciclaggio e contiene i recettori scarichi del ligando avremo una
gemmazione di una vescicola che riporta i recettori scarichi verso la membrana plasmatica in modo
da riciclare tutto. Quindi la clatrina viene riciclata come molecola all’interno del citosol mentre il
recettore viene riciclato trasportato attraverso vescicola. Questo accade perché la clatrina è una
proteina del citosol in quanto viene sintetizzata sui ribosomi liberi nel citoplasma mentre i recettori
della membrana in quanto proteine integrali di membrana vengono trasportati attraverso le vescicole
all’interno del reticolo endoplasmatico rugoso durante la traduzione, nello smistamento co-
traduzionale. Per cui i recettori hanno una zona idrofoba che li fa mantenere all’interno della
membrana del reticolo endoplasmatico e non possono viaggiare liberi senza vescicole perché sono
appunto proteine che hanno una zona idrofoba. Per questo motivo allora i recettori vengono riciclati
in vescicole rispetto alla clatrina.
Transporte vesicular
Le vescicole viaggiano nel citosol ma non a caso, esse viaggiano attraverso il loro legame con gli
elementi del citoscheletro, i microtubuli, attraverso le proteine motrici. Queste ultime sono la dineina
o la chinesina a seconda del fatto che il movimento è verso l’interno o verso l’esterno della cellula.
Quindi c’è una direzione di movimento e un mezzo su cui muoversi che è il citoscheletro. La direzione
del movimento è garantita da due famiglie di proteine:
- Le proteine Rab: garantire l’aggancio sull’organello bersaglio
- Le proteine SNARE: garantiscono la fusione della vescicola che contiene il materiale da
trasportare con il compartimento bersaglio.
Per il cammino ci pensano invece le proteine motrici che a loro volta vengono reclutate dalle proteine
Rab. Quindi le proteine Rab regolano sia il sistema di movimento attraverso le proteine motrici
chinesina e dineina sia l’aggancio al compartimento bersaglio.
La membrana bersaglio che può essere la membrana di un organello o la membrana plasmatica.
Innanzitutto le proteine Rab sono proteine ad attività GTPatica, quindi sono legate a molecole di GTP
che serve quando la cellula ha bisogno di energia per determinate funzioni che deve espletare. Esiste
una proteina Rab sulla membrana bersaglio ed esiste una proteina Rab sulla membrana della
vescicola. Il riconoscimento specifico tra Rab sulla membrana bersaglio e Rab sulla vescicola avviene
attraverso l’interposizione di altre proteine che vengono reclutate dalle Rab, queste sono le cosiddette
proteine laccio. Le proteine laccio hanno una struttura filamentosa che serve proprio per agganciare.
Quindi queste proteine laccio si agganciano sempre con un riconoscimento specifico tra proteine e
vanno ad arrotolarsi tra di loro per creare l’aggancio. La vescicola sarà così agganciata alla membrana
bersaglio. Poi le proteine Rab vanno a reclutare chinesina o dineina per permettere poi a questa
vescicola di camminare sui microtubuli. Quindi abbiamo questa vescicola che cammina sui
microtubuli grazie alle proteine Rab che arrivano anche sulla membrana plasmatica e si agganciano
attraverso le proteine laccio.
Ma ora tutto ciò deve fondersi altrimenti quello che è contenuto nella vescicola non passa nel
compartimento bersaglio. Per la fusione intervengono quindi le proteine SNARE.
La v-SNARE sono proprie della vescicola mentre le t-SNARE sono presenti sul sito target. Questa
famiglia di proteine si riconosce tra di loro in maniera specifica, in particolare sulla membrana
bersaglio abbiamo un tipo di proteine intrinseca di membrana agganciata alla t-SNARE che porge
all’esterno del compartimento bersaglio con cui si forma quindi il primo legame. Poi sarà questa
proteina intrinseca di membrana a stringere fino ad avvicinare quanto più possibile le due membrane
che poi si fondono, i fosfolipidi di una si fondono con i fosfolipidi dell’altra. A questo punto il
contenuto della vescicola di trasporto passa all’interno del compartimento bersaglio.
Le proteine SNARE sono una famiglia di proteine che sono diverse a seconda dei compartimenti in
cui deve avvenire la fusione tra la vescicola e il compartimento bersaglio. C’è però un’unica proteine
SNARE che è ubiquitaria e la troviamo in tutti i diversi compartimenti in cui deve avvenire lo
smistamento delle vescicole. Questa proteina è la SNAP-25 che è una proteina periferica di membrana
senza dominio transmembrana e rappresenta quindi un’eccezione.

LA EXOSCITOSIS
L’esocitosi è la fusione di vescicole intracellulari con la membrana plasmatica per permettere il
rilascio del contenuto della vescicola all’esterno della cellula. Ad essere trasportati tramite il
meccanismo di esocitosi sono:
- Innanzitutto la componente della matrice extracellulare che è formata da fibre collagene.
- Neurotrasmettitori,
- Enzimi
- Ormoni.
- Prodotti di scarto.
Tutto questo materiale viene portato quindi all’esterno racchiuso in vescicole attraverso il
meccanismo dell’esocitosi. Ovviamente ogni volta che una vescicola si fonde con la membrana
plasmatica avviene un aumento della superficie della membrana plasmatica che viene compensato dal
meccanismo di esocitosi. L’esocitosi fa in modo che la membrana plasmatica rimanga sempre la
stessa. Quindi i due meccanismi di endocitosi ed esocitosi si bilanciano proprio per garantire che la
superficie totale della membrana plasmatica rimanga uguale nel tempo.
Exocitosis Constitutiva
Durante l’esocitosi la cellula porta del materiale all’esterno in base a delle tempistiche, ovvero un
portare all’esterno continuamente dl materiale. Un esempio è rappresentato da tutte le componenti
della matrice extracellulare che continuamente sono sintetizzati dalla cellula e per questo sono
continuamente riportati all’esterno.
Ovviamente l’esocitosi costitutiva che avviene continuamente comprende oltre al caso della matrice
extracellulare quello degli anticorpi. Quindi con l’esocitosi costitutiva abbiamo una fusione non
regolata delle vescicole con la membrana plasmatica. Le vescicole durante questo meccanismo sono
rivestite da proteine COP I.
Exocitosis Regulada
Si parla invece di esocitosi regolata quando questo meccanismo avviene solo in determinati processi
della vita della cellula in risposta ad uno stimolo.Un esempio basta pensare agli ormoni o ai
neurotrasmettitori. Il neurotrasmettitore viene rilasciato all’esterno della sinapsi da un neurone solo
quando c’è un meccanismo di depolarizzazione della membrana plasmatica dell’assone. Lo stimolo
può essere di natura fisica come avviene per i neurotrasmettitori o di natura chimica quando avviene
attraverso il legame specifico di una molecola ad un recettore che si traduce in un imput per la cellula
di portare all’esterno delle molecole attraverso il meccanismo di esocitosi regolata. Un altro esempio
di esocitosi regolata è quello del trasporto degli enzimi digestivi solo dopo che è stato introdotto del
cibo. Gli enzimi digestivi non vengono continuamente secreti all’interno dello stomaco ma solo
quando viene introdotto il cibo. Lo stimolo in questo caso è proprio l’introduzione del cibo.
L’esocitosi si dice regolata perché viene indotta da stimoli particolari e quindi riguarda anche cellule
specializzate. L’esempio fatto prima degli ormoni in particolare riguarda le ghiandole endocrine
mentre l’esempio delle ghiandole dello stomaco rappresenta un esempio di ghiandole esocrine. Altre
cellule specializzate come abbiamo visto sono quelle nervose in cui lo stimolo è di tipo fisico, si tratta
ovvero di un fenomeno elettrico della membrana. Nell’esocitosi agisce un ligando esterno che lega
una molecola che poi si traduce con un imput all’interno della cellula per portare fuor del materiale.
In questo caso entra in gioco anche l’aumento della concentrazione dello ione calcio. Lo ione calcio
è molto importante perché va a determinare diversi tipi di processi nella cellula e il suo store è il
reticolo endoplasmatico liscio. Nel momento in cui avremo il legame tra recettore e ligando si innesca
all’interno della cellula una risposta che porta allo svuotamento del reticolo endoplasmatico di calcio
che si traduce poi in una induzione della esocitosi, un meccanismo che porta all’esterno materiale
chiuso in vescicole. Nel caso dell’esocitosi regolata le vescicole sono rivestite da clatrina.
La Fagocitosis
La fagocitosi quindi è un processo che porta all’internalizzazione di particelle grandi e che avviene
solo in cellule specializzate del sistema immunitario come i macrofagi. I batteri per esempio o le
cellule morte vengono rimosse dal circolo in modo che non vadano ad innescare dei danneggiamenti
ai tessuti proprio attraverso questo processo di fagocitosi. In questo caso esistono dei recettori perché
il riconoscimento su quella che è la sostanza da eliminare deve essere specifico altrimenti la cellula
inizia ad internalizzare a caso e questo rappresenta un danno. La formazione della vescicola che porta
all’interno la sostanza da eliminare non avviene attraverso la formazione di una molecola di
rivestimento quale la clatrina ma interviene il citoscheletro. Quest’ultimo va ad innescare un
innalzamento con la relativa formazione dei due braccini che circondano la sostanza e prendono il
nome di pseudopori. Gli pseudopori si sollevano, circondano la sostanza e la portano all’interno della
cellula.
La fagocitosi è un processo che riguarda solo cellule specializzate che sono in grado di fagocitare e
di distruggere poi le particelle internalizzate. Tra le cellule specializzate nell’attività fagocitaria
abbiamo i macrofagi, i granulociti neutrofili e le cellule dendritiche. Le particelle di materiale che si
va a considerare in questo caso sono maggiori di 250 nanometri.
Il meccanismo di fagocitosi funziona grazie alla formazione di pieghe della membrana plasmatica che
prendono il nome di pseudopodi grazie all’intervento del citoscheletro e in articolare grazie alla
formazione dei microfilamenti di actina. Questi microfilamenti di actina vanno a sollevare le pieghe
che si incontrano in alto portando all’interno della cellula il materiale. Questo materiale poi si fonde
con i lisosomi e avremo la degradazione. Nell’immagine possiamo osservare un macrofago, in
particolare ci sono dei batteri ingeriti dalla cellula che vengono poi degradati all’interno dei lisosomi.
Come si può vedere i batteri sono presenti anche all’esterno vicino agli pseudopodi che si stanno
formando.
La fagocitosi permette l’internalizzazione di patogeni e cellule morte ed è un processo selettivo che
avviene sempre con un meccanismo specifico attraverso i recettori. Lo scopo della fagocitosi è
quello di degradare il materiale ingerito e poi produrre antigeni per la risposta immunitaria sulla
base del materiale ingerito.
Il disegno ci fa vedere il batterio un patogeno in generale, con gli pseudopodi che si vengono a formare
grazie all’intervento del citoscheletro. Il batterio viene spinto all’interno della cellula tramite una
vescicola che prende il nome di fagosoma. Avviene poi la fusione con un lisosoma attraverso gli
enzimi idrolitici che andranno a degradare completamente il patogeno e a trasportare all’esterno quelli
che sono i prodotti di scarto. Quello che invece può essere riciclato passa all’interno della cellula
come molecole semplici per essere riutilizzato. I prodotti di scarto vanno invece all’esterno della
cellula.
La prima immagine di microscopia elettronica a trasmissione ci fa vedere la fagocitosi. In particolare
nella prima immagine possiamo osservare un batterio in cui si può osservare il materiale genetico che
non è incluso nel nucleo perché parliamo di procarioti. Possiamo inoltre osservare la parete batterica
e gli pseudopodi che stanno circondando il batterio. La seconda immagine è di microscopia elettronica
a scansione e ci mostra un altro esempio di fagocitosi in cui si possono osservare i patogeni da
eliminare e gli pseudopodi. Il microscopio a trasmissione a differenza dell’altro ci permette di avere
una visione tridimensionale del processo di fagocitosi.

La Pinacitosis
La pinocitosi è un importo non selettivo di fluidi che vengono rilasciati nel citosol. Si vengono a
creare delle zone che portano all’interno le sostanze da trasportare e una volta che si staccano
all’interno della cellula eliminano il fluido che hanno inglobato. A seconda che le sostanze da
internalizzare siano di grandi o piccole di dimensioni avremo:
- La micropinocitosi: internalizza delle sostanze fino a 200 micron. Dalla membrana si solleva
il braccino che circonda la sostanza e si stacca all’interno.
- La macropinocitosi: le vescicole che si vengono a formare sono più piccole in quanto le
sostanze che si trasportano all’interno hanno una grandezza massima di 65 nanometri.

Endocitosis Del Colesterol


Un particolare tipo di endocitosi mediata da recettore è il meccanismo che trasporta il colesterolo. Per
quanto riguarda il colesterolo esso non viaggia libero nel sangue ma viaggia immagazzinato in delle
particelle che sono le LDL. Il colesterolo non viaggia libero nel sangue in quanto è idrofobo e non
può quindi stare nel sangue dove il contenuto dell’acqua è preponderante rispetto a tutto il resto.
Esistono quindi queste particelle LDL che sono lipoproteine a bassa densità e contengono al loro
interno il colesterolo idrofobo. Queste particelle in particolare contengono circa 1500 molecole di
colesterolo. Queste lipoproteine sono formate da un singolo strato di fosfolipidi che contiene il
colesterolo idrofobo e da una sola proteina di 500000 dalton detta Apo-b. La proteina Apo-b
rappresenta il sito di legame per il recettore che è presente sulla membrana e in più ha anche la
funzione di andare ad organizzare la forma sferica della lipoproteina. Stiamo andando a considerare
gli epatociti in quanto è in questi che si presenta questo processo di internalizzazione delle
lipoproteine a bassa densità contenenti colesterolo attraverso il processo di endocitosi mediata da
recettore. L’Apo-b quindi si lega mediata da recettore che è una proteina integrale di membrana.
Sul dominio extracellulare del recettore va proprio a legarsi la proteina Apo-b.
Nel disegno di possono osservare le particelle LDL che contengono le 1500 molecole di colesterolo
che sono disperse nel sangue. Queste particelle incontrano poi il recettore specifico e si agganciano,
si forma così la fossetta rivestita che entra all’interno. Si forma così la vescicola rivestita, poi la
clatrina si perde e la vescicola fonde con l’endosoma precoce il quale ha una pompa protonica che
acidifica. Poi abbiamo la fusione con l’endosoma tardivo e il lisosoma. Nel lisosoma la vescicola
LDL viene smontata nei componenti base grazie agli enzimi idrolitici. A questo punto il colesterolo
passa all’interno della cellula e viene o utilizzato all’interno della cellula per costruire le membrane
oppure viene trasportato all’esterno e di nuovo incapsulato in una particella LDL per essere trasportato
in un altro sito. Il colesterolo quindi diventa colesterolo libero che può essere utilizzato dalle cellule.
Anche in questo caso parliamo di endocitosi mediata da recettore il quale viene riciclato. In particolare
al livello del lisosoma precoce tutti i recettori si addensano in un punto e la vescicola si stacca, in
questo modo il recettore ritorna poi sulla membrana plasmatica pronto per internalizzare di nuovo la
particella LDL che contiene il colesterolo. In questo modo il colesterolo viene sempre portato in
cellula libero per essere utilizzata da essa.
Hipercolesteromia Familiar
Si tratta di una malattia genica in quanto esiste una mutazione al livello del gene che codifica per il
recettore della LDL. In particolare le particelle LDL sono internalizzate in maniera insufficiente e
quindi esse rimangono nel sangue a formare degli aggregati chiamati placche aterosclerotiche. Si
tratta di particelle LDL in abuso circolanti che poi si aggregano tra di loro a formare delle placche nel
sangue, in particolare nelle pareti dei vasi sanguigni.
Endocitosis Mediada Por Receptores Independiente De Clatrina
La caveolina funziona un po' come la clatrina in quanto va a creare delle invaginazioni della
membrana plasmatica che prendono il nome di caveole. Queste caveole sono formate
dall’aggregazione di molecole di caveolina che si vengono a formare in quelle zone della membrana
plasmatica dove sono presenti i famosi rafts lipidici. I rafts lipidici sono dei punti della membrana
ricchi di fosfolipidi e che servono perché si vengono a creare delle zone che presentano dei recettori
particolari che andranno a legare in maniera specifica determinate molecole. Per esempio questo tipo
di endocitosi mediata da recettore ma indipendente dalla clatrina è abbondante nei muscoli e negli
adipociti. Le caveole in particolare sono importantissime per andare ad innescare il fenomeno di
contrazione delle cellule muscolari lisce.
Transcitosis
Che riguarda solamente alcuni tipi cellulari, in particolare riguarda le cellule endoteliali che vanno a
costruire le pareti dei vasi sanguigni e i microvilli che formano la parete dell’intestino.
La transcitosi è un meccanismo che port la sostanza da internalizzare da una parte all’altra della cellula
e avviene sempre attraverso vescicole. Si passa da un compartimento luminare o apicale verso il
compartimento basale per andare a trasportare la sostanza all’interno del sangue. Nell’intestino
avviene la fase di assorbimento dei nutrienti. Anche per le cellule endoteliali il passaggio di questa
sostanza nel sangue avviene attraverso la parete delle arterie. La vescicola attraversa tutta la cellula
attraverso il movimento sui microtubuli senza fondersi né con endosomi né con lisosomi e arriva sulla
porzione basale. La sostanza da trasportare quindi passa nel liquido interstiziale e poi sempre
attraverso questo meccanismo passa tutta la parete dei vasi sanguigni costituiti da cellule endoteliali.
Il meccanismo di transcitosi può avvenire attraverso due vie, verso il sangue o dal sangue verso gli
organi. Questo perché attraverso il sangue vengono veicolate le sostanze nutritive che poi devono
arrivare ai diversi tessuti del nostro organismo.

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