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Le due modalità di trasporto di materiale attraverso la membrana plasmatica sono l’esocitosi, attraverso la quale i
granuli secretori rilasciano il loro contenuto all’esterno della cellula, e l’endocitosi, attraverso la quale le cellule
internalizzano i materiali esterni.
Passaggi fondamentali del traffico vescicolare sono le vie di secrezione, attraverso le quali le proteine si muovono dal
RE, attraverso l’apparato del Golgi, fino alle vescicole di secrezione e ai granuli di secrezione che quindi scaricano i loro
contenuti all’esterno della cellula (vedi esperimento di Jamieson e Palalde).Le molecole che consentono il movimento
attraverso la via secretoria sono state in parte identificate utilizzando il lievito come sistema genetico. Vi sono tre
diverse vie di secrezione:
Secrezione costitutiva: dopo la gemmazione dal TGN (centro di smistamento vescicolare), alcune vescicole di
secrezione si muovono direttamente verso la superficie cellulare, dove si fondono immediatamente con la
membrana plasmatica e rilasciano i loro contenuti per esocitosi, un esempio ne è’ il rilascio continuo di muco da
parte delle cellule che rivestono l’intestino.
Secrezione regolata: le vescicole secretorie regolate si formano per gemmazione dal TGN sotto forma di
vescicole di secrezione immature, che vanno incontro ad un processo di maturazione. La maturazione delle
proteine comporta la concentrazione delle proteine (condensazione) e anche la loro maturazione proteolitica.
Alla fine del processo le vescicole si avvicinano al sito si secrezione e restano in prossimità della membrana
plasmatica finché’ non ricevono uno stimolo che scatena il rilascio dei loro contenuti tramite fusione con la
membrana plasmatica, ne sono un esempio i granulociti portanti istamina, che “esplodono” quando stimolati e
rilasciano l’istamina che contengono per esocitosi.
Secrezione polarizzata: fenomeno per cui le cellule secretorie che ad esempio rivestono l’intestino liberano
enzimi digestivi solo sul lato della cellula rivolto verso l’interno dell’intestino; le proteine destinate a questo
fenomeno sono smistate in vescicole che si legano a siti di riconoscimento localizzati in sottodomini della
membrana plasmatica
• Fagocitosi: processo noto per l’ingestione di grosse particelle (come aggregati di macromolecole), viene usata da
organismi inferiori come mezzo per assumere sostanze nutritive, mentre in organismi più complessi il processo è
ristretto ai fagociti (cellule polimorfonucleate: neutrofili e macrofagi), queste cellule inglobano e digeriscono materiali
estranei o microrganismi invasivi presenti nel flusso sanguigno o in tessuti danneggiati (usano la fagocitosi per la difesa
negli organismi più complessi). Il contatto con particelle di cibo o organismi più piccoli scatena l’inizio della fagocitosi, i
ripiegamenti della membrana (pseudopodi) circondano gradualmente l’oggetto e quindi inglobano la particella
formando un vacuolo fagocitico intracellulare, questa vescicola si fonde quindi con un endosoma tardivo o matura
direttamente in un lisosoma
• Pinocitosi: processo di endocitosi in fase fluida, poiché’ la cellula ingloba fluidi senza l’intervento di un meccanismo
che determini l’assunzione o l’esclusione di molecole particolari, la concentrazione del materiale racchiuso nelle
vescicole rispecchia la sua concentrazione nell’ambiente extracellulare, questo procede a una velocità’ relativamente
costante.
• Endocitosi clatrina-dipendente: Le cellule possono assumere certi materiali solubili o in sospensione, utilizzano
specifici recettori che si trovano sulla superficie esterna della membrana plasmatica, questo è’ il meccanismo primario
per l’internalizzazione specifica della maggior parte delle macromolecole (ligandi), ognuna di esse è’ riconosciuta dal suo
specifico recettore sulla membrana plasmatica del tipo cellulare appropriato (ipercolesterolemia mutazione sul dominio
intracitoplasmatico); appena i complessi recettore-ligando diffondono lateralmente nella membrana, incontrano regioni
specializzate della membrana, chiamate fossette rivestite, che funzionano come siti per la raccolta e l’internalizzazione
di tali complessi. L’accumulo dei complessi all’interno delle fossette innesca l’accumulo di proteine (clatrina, proteina
adattatrice della clatrina e la dinamina) sulla faccia interna citoplasmatica; queste proteine promuovono la curvatura
della membrana e l’invaginazione della fossetta, quest’ultima continua finché’ la fossetta si stacca formando una
vescicola rivestita, il rivestimento viene rilasciato cosicché’ le proteine possano essere riciclate e la vescicola diviene una
vescicola nuda (questa si può’ fondere con un endosoma precoce)