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2 BIOENERGETICA

Gli organismi viventi hanno la necessit e la peculiarit di conservare le proprie strutture altamente organizzate e mantenere un preciso ordine interno attivando processi che possano contrastare linesorabile degrado della materia. Le cellule hanno sviluppato meccanismi molto efficaci per catturare l'energia dalla luce del sole (organismi fotosintetici) o per estrarla da sostanze ossidabili e accoppiarla ai processi che questa energia consumano. In questultimo caso esse prelevano molecole dallambiente, i nutrienti, dai quali, tramite i processi degradativi, (catabolici) trasferiscono l'energia all'ATP. Sono le reazioni esoergoniche di demolizione che rendono disponibile lenergia da usare per fare avvenire i processi che consumano energia come il lavoro meccanico, il lavoro osmotico ed elettrico, il trasferimento dell'informazione genetica, il mantenimento dell'omeostasi termica e i numerosi processi biosintetici, riduttivi, quelli delle reazioni endoergoniche che oltre a produrre molecole importanti per la funzionalit della cellula, concorrono al mantenimento delle strutture ordinate degli organuli cellulari. Tutte le trasformazioni energetiche che avvengono in natura seguono le leggi della termodinamica e gli esseri viventi non sfuggono a questi principi.Le cellule sono trasduttori (trasformatori) di energia efficacissimi e sono sistemi termodinamici che operano a temperatura costante. Il primo principio della termodinamica il principio della conservazione dellenergia, quello che ci ricorda che lenergia non si pu n creare n distruggere ma solo trasformare e quindi che lenergia totale sistema-ambiente costante. Un'altro modo di enunciare il primo principio "l'energia totale scambiata in un sistema termodinamico indipendente dal percorso che si compie nelle trasformazioni ma dipende dal punto iniziale e da quello finale. Cos la quantit di energia liberata dallossidazione del glucosio in una bomba calorimetria, che avviene in una frazione di secondo e in un'unica tappa, la stessa liberata dalla cellula nel lungo e complesso percorso catabolico. Il secondo principio della termodinamica introduce il concetto di entropia (S), che lequivalente matematico del disordine molecolare Il secondo principio dice che in ogni trasformazione energetica la somma delle variazioni di entropia del sistema-universo aumenta. Come dire che in tutte le reazioni con scambi denergia il disordine molecolare delluniverso aumenta. Se consideriamo una cellula il sistema e lambiente intorno luniverso avremo che: .

S universo + S sistema > 0


Lenergia libera di Gibbs (G) lenergia in grado di produrre lavoro utile durante una reazione a temperatura e pressione costanti. Nelle reazioni esoergoniche il sistema perde energia libera e i prodotti si trovano ad un livello energetico pi basso e quindi G sar < 0. In quelle endoergoniche, quelle in salita i prodotti si trovano ad un livello energetico superiore e quindi guadagnano energia libera per cui sar G > 0. Lentalpia H il contenuto termico di un sistema ed esprime il numero e la qualit dei legami dei reagenti e dei prodotti. Nelle reazioni che rilasciano calore (esotermiche) H sar < 0. In quelle che assorbono calore (endotermiche) sar H > 0. A temperatura e pressione costanti, le condizioni esistenti nei sistemi biologici, S,H,G sono correlate dalla seguente equazione:

G = H - TS
Poich nei processi spontanei H < 0 e S > 0 si avr G < 0 (vedi anche le relazioni tra G, H e S) Apparentemente gli esseri viventi sfuggono al secondo principio della termodinamica ma ci, oltre a essere impossibile, non vero. Essi riescono a mantenere lordine interno e quindi entropia negativa, rilasciando nellambiente fattori antropici che compensano ampiamente lordine interno ed in modo che lentropia ambiente-sistema cellula sia maggiore di 0.

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Nello studio del metabolismo energetico incontreremo vie degradative esoergoniche (quindi con G < 0) che sono reazioni spontanee, in senso termodinamico, che avvengono nei tempi e nei modi fisiologici solo se ogni tappa viene catalizzata da uno specifico enzima. Queste reazioni che fanno parte, nel loro insieme, del catabolismo, sono ossidazioni biologiche. Le ossido-riduzioni biologiche Rimandandovi al corso di chimica per una completa trattazione delle ossido-riduzioni, a noi interessa, in questa sede capire quali sono le strategie degli esseri viventi per estrarre energia dalle ossidazioni e come poi utilizzano questa energia per "spingere" le numerosissime reazioni endoergoniche di biosintesi che le consentano, oltre a produrre molecole fondamentali, di mantenere il peculiare ordine interno. L'atomo che dobbiamo mettere al centro delle nostre osservazioni l'atomo di Carbonio che, negli organismi viventi, si trova in cinque diversi stati d'ossidazione. La figura mostra i cinque stati d'ossidazione del C partendo dal pi ridotto (nell'alcano, nella tabella) a quello pi ossidato: il diossido di C. L'etano un idrocarburo ed il C si trova a condividere i doppietti elettronici con un atomo meno elettronegativo. Il risultato che il C, negli idrocarburi, ad un alto stato di riduzione e questo comporta che la sua ossidazione libera una elevata quantit d'energia. Ecco perch gli idrocarburi sono combustibili largamente usati per produrre energia. Passando da un idrocarburo ad un alcol si ha una ossidazione purch si introduce un legame CO. E' intuitivo capire che, nel suo insieme l'alcol mantiene comunque un alto grado di riduzione: ecco perch le bevande alcoliche sono alimenti energetici. L'aldeide presenta uno stato d'ossidazione superiore a quello dell'alcol perch un atomo di C condivide due doppietti elettronici con l'O, l'atomo pi elettronegativo tra gli elementi (F escluso). Gli acidi organici hanno un C ancora pi ossidato. Ma anche dagli acidi e, a maggior ragione dalle aldeidi, ancora possibile estrarre energia ossidandoli ad anidride carbonica (diossido di C) che la forma pi ossidata del carbonio. Una ossidazione (combustione) completa quando i prodotti finali sono CO2 e H2O Possiamo scrivere cos una reazione generale e semplificata: Combustibile + comburente + nO2

nCO2 + nH2O + Energia nCO2 + nH2O + Energia

(Idrocarburi/alcol/aldeide/acido)

Alcune considerazioni:E' evidente una "scala" di ossidazione del carbonio che in senso crescente : Idrocarburi

Alcol Aldeide Acido Anidride carbonica.

Passare, in questo ordine, dall'uno all'altro una ossidazione. Nell'ordine inverso una riduzione.Le sostanze ossidabili contengono una certa quantit di energia di legame che viene gradatamente liberata da sistemi multienzimatici che formano le vie o i cicli metabolici. Una parte di questa energia sar energia utile capace di essere sfruttata per compiere un lavoro ed una parte si disperder nell'ambiente sotto forma di fattori entropici. Una reazione di ossidoriduzione un trasferimento di elettroni e nella cellula vi sono tre modi principali di farlo Un substrato ridotto lo possiamo rappresentare legato a due atomi di H ed il donatore di protoni ed elettroni

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Gli enzimi che operano i trasferimenti di elettroni tramite trasferimenti di idrogeno Si chiamano deidrogenasi e saranno fondamentali nel metabolismo energetico (e non solo). I loro coenzimi FAD e NAD+ saranno in grado di accettare rispettivamente 2 atomi di H,E uno ione idruro.

Le reazioni accoppiateConsideriamo una reazione di una ipotetica via metabolica in cui


A si trasforma in C, e ammettiamo che la reazione globale avvenga in due passaggi, come nel seguente esempio: 1) AB con G1'> 0. Questa reazione non avviene se non si fornisce energia al sistema. 2) BC con G2'<< 0 Questa reazione esoergonica (un ossidazione) e libera pi energia di quanto ne occorra per fare avvenire la prima Dato che A si trasforma in B che a sua volta si trasforma in C, possiamo scrivere la reazione globale considerando B un intermedio e quindi possiamo trascurarlo. La reazione nel suo insieme sar:A C I valori di G'nelle reazioni sequenziali sono addittivi e quindi il valore della variazione d'energia libera nella reazione AC dato dalla somma algebrica delle due reazioni separate. Essendo il G di BC maggiore in valore assoluto di quello sfavorevole di AB, la reazione globale AC ha un G <0 e quindi avviene, nonostante che la prima parte sia endoergonica. Questo principio spiega perch una reazione termodinamicamente sfavorita pu avvenire se accoppiata e guidata da una reazione esoergonica attraverso un intermedio comune. In biochimica molte reazioni biosintetiche endoergoniche sono guidate e accoppiate a reazioni esoergoniche. Ad esempio la fosforilazione del glucosio a glu-6-P la prima tappa della utilizzazione del glucosio nelle cellule. Essa una reazione endoergonica che avviene perch contemporaneamente si ha l'idrolisi dell'ATP in ADP + Pi. La tabella seguente molto chiara! (i valori dell'energia libera sono espressi in KJ. Ricordiamo che dividendo per 4.18 otteniamo le Kcal.) Glucosio + Pi ATP + H2O

Glucosio 6-Pi
ADP + Pi

G = + 14 KJ/mole G = -30 KJ/mole

avendo comuni gli intermedi Pi le reazioni sono sequenziali e quindi addittive ATP+ Glucosio 6P

ADP+ Glucosio- Gtotale= -17


KJ/mole(7.3Kcal/mole)

Il metabolismo: una visione d'insieme L'insieme delle trasformazioni che avvengono in un organismo vivente si chiama metabolismo. Il metabolismo si divide in catabolismo che comprende tutte le reazioni degradative che trasformano composti complessi, con una certa quota di energia di legame, in sostanze sempre pi semplici estraendo intermedi importanti o, nel catabolismo energetico, l'energia necessaria per le varie attivit biologiche quali il movimento, il trasferimento dell'informazione genetica, il passaggio selettivo attraverso le membrane, il mantenimento

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dell'omeostasi termica, l'eliminazione di sostanze tossiche (come l'NH3). Una parte importante della trasduzione dell'energia chimica di legame in energia libera, e che fondamentale nello nostro studio successivo, sar destinata a rendere possibili tutte le sintesi di molecole indispensabili per un corretto funzionamento delle cellule che nel loro insieme sono l'altra parte del metabolismo: l'anabolismo. L'anabolismo costituito da tutte le reazioni endoergoniche che partendo da relativamente pochi composti semplici, attraverso reazioni riduttive, permette alle cellule di sintetizzare numerose e complesse biologiche di fondamentale interesse. Si pensi alla sintesi delle proteine e della loro importanza biologica. Nelle cellule le reazioni cataboliche e quelle anaboliche non sono accoppiate temporalmente per cui esse devono disporre di un serbatoio di raccolta dellenergia: un composto intermedio secondo lo schema: AH2 + I redox A + IH2
A viene ossidato da un composto che assume + elettroni e protoni (H ) e che quindi si riduce.

Questo intermedio deve essere comune ad altre reazioni e cio entrare in altre redox e, col suo potere riducente acquisito, riossidarsi per ridurre un nuovo composto B sul quale verr trasferita l'energia (potere riducente). IH2 + B redox I + BH2. Osservare che l'intermedio in una classica ossidoriduzione funziona da deidrogenasi. In questa reazione lintermedio si riduce ossidando A. Ma il suo potere riducente deve essere ripristinato e questo avviene permettendo una reazione riduttiva accoppiata a quella ossidativa. Alla fine delle due reazioni I esce inalterato. Gli enzimi che contengono coenzimi che operano le deidrogenazioni sono accettori di H2. Lossidazione di AH2 ha liberato energia che si trasferita nellintermedio che porta il potere di ridurre altre molecole e quindi di innescare le vie biosintetiche. Vedremo la struttura e il meccanismo d'azione di due coenzimi delle deidrogenasi, il FAD e il NAD+ , fondamentali nel metabolismo come intermedi capace di accettare elettroni e quindi di ridursi e di cederli in altre reazioni, riossidandosi, per ricominciare di nuovo. E' naturale che il metabolismo energetico sar alimentato e dipender da questi coenzimi ossidati. Vedremo anche che, alla fine della glicolisi, Il NAD si riduce a NADH....ma non viene ripristinato dalla via metabolica. La cellula dovr trovare una soluzione, pena il blocco della glicolisi e quindi di tutto il catabolismo del glucosio. Una cellula ha bisogno di una riserva di energia autonoma e capace di essere ceduta in una molteplicit di reazioni. Una specie di accumulatore che immagazzina energia, capace di essere sintetizzato in molte reazioni esoergoniche e utilizzabile in molte reazioni endoergoniche. La molecola, non la sola, ma la pi importante, che svolge queste funzioni lATP. L'ATP un nucleotide in cui l'adenina, una base azotata presente anche nel DNA si lega ad una molecola di ribosio, con un legame N-glicosidico, il quale a sua volta lega, con legame estere forte, un fosfato. I legami del primo fosfato col secondo e quello del secondo col terzo sono legami fosfoanidridici, abbastanza forti, ma idrolizzabili enzimaticamente. Come si vede in figura l'ATP, in acqua, presenta quattro cariche elettriche negative che rendono instabile la molecola. L'acqua si addiziona al legame fosfoanidridico terminale provocandone la rottura. Questa rottura catalizzata dall'enzima ATPasiche nel sito attivo espone uno ione bivalente positivo Mg+2 che destabilizza, avvicinandole tra loro, le cariche negative. L'allontanamento successivo degli ioni Mg provoca una violenta repulsione elettrostatica che determina la rottura del legame fosfoanidridico.

ATP + H2O

ADP + Pi

La reazione ha un G' di -7.3 Kcal/mole (-30.5 KJ/mole)

ed quindi fortemente esoergonica. L'idrolisi dell'ATP spostata a destra perch i prodotti presentano una maggiore stabilit complessiva dovuta sia allo ione fosfato, stabilizzato per risonanza, che all'ADP che si ionizza liberando H+ in ambiente pressoch neutro. La funzione dell'ATP quella di mettere a disposizione energia libera immediatamente e non quella di conservarla. Il turnover dell'ATP elevatissimo. Un uomo a riposo consuma circa 40 Kg di ATP in 24 ore. Durante uno sforzo considerevole la velocit di utilizzazione dell'ATP di circa 1/2 Kg al minuto! E' del tutto evidente che questo possibile solo se la cellula in grado di rigenerare ATP dall'ADP secondo la reazione: ADP + Pi ATP. Come vedremo sar, per i chemiotrofi, l'ossidazione dei nutrienti la strada che porter alla produzione di ATP. Come abbiamo visto, l'ATP cede Pi (fosfato inorganico) all'acqua con una certa facilit e allora definiamo il suo potenziale di trasferimento di gruppi fosfato uguale all'energia liberata da questo processo: G' = -7.3 Kcal/mole. Nella cellula ci sono composti estremamente importanti, con un potenziale di trasferimento di fosfato superiore a quello dell'ATP e li incontreremo nel corso di studio. Uno di questi la fosfocreatina. Questi composti possono trasferire un gruppo fosfato all'ADP per rigenerare ATP. Nel muscolo la quantit di ATP presente pu sostenere l'attivit contrattile per meno di un secondo. L'abbondanza di fosfocreatina, con il suo elevato potenziale di trasferimento di fosfato, permette una generazione immediata di ATP secondo la reazione: Fosfocreatina + ADP ATP + Creatina. Quindi durante l'esercizio muscolare la fosfocreatina che mantiene elevata la concentrazione di ATP.

L'ATP un ottimo trasportatore di gruppi fosfato anche per il fatto che ha un potenziale di trasferimento intermedio rispetto ai principali composti fosforilati che ci sono nella cellula. Abbiamo capito cos perch l'esochinasi pu trasferire un Pi dall'ATP al glucosio. Infatti il glucosio-6-P ha un potenziale di trasferimento inferiore a quello dell'ATP. Vedremo, nella glicolisi, che si generer ATP per un trasferimento di Pi dal fosfoenolpiruvato all'ADP. Si tratta di sintesi di ATP a livello del substrato

I coenzimi delle deidrogenasi: NADH e FADH2

Generare ATP quindi lo scopo principale di tutto il metabolismo energetico. Abbiamo visto come questo avvenga alla fine di un lungo processo di demolizione dei nutrienti che caratterizzato da una serie di ossidoriduzioni in cui, partendo da un substrato ridotto (un carboidrato, un acido grasso e anche un aminoacido) con una determinata energia potenziale di legame, gli elettroni e i protoni vengono trasferiti da intermedi specifici. Questi trasportatori di "potere riducente" sono i coenzimi delle deidrogenasi: il flavin-adenin-dinucleotide (FAD) e ilnicotinammide-adenin-dinucleotide (NAD+). Sar bene abituarsi, e lo capiremo presto, a distinguere i quattro modi in cui questi coenzimi si trovano scritti che sono le seguenti: NAD+ che si legge NAD ossidato, NADH che si legge NAD ridotto; FAD che si legge FAD ossidato e FADH2 che si legge FAD ridotto. Incontreremo anche il NADP+ che si legge NAD fosfato ossidato e il NADPH, NAD fosfato ridotto.Questi coenzimi sono complessi molecolari che, per la loro struttura, possono addizionare protoni ed elettroni di atomi di idrogeno rimossi dalle deidrogenasi. E precisamente: Il NAD+ in grado di accettare uno ione idruro e quindi un protone e due elettroni : H:(ione idruro) H+ + un doppietto elettronico. Il FAD in grado di accettare due atomi di H e cio due protoni (2 H+) + un doppietto elettronico. Evidentemente il NAD ossidato che addiziona due elettroni e un protone si riduce e passa nella forma NADH (ridotto). Il FAD passa da FAD a FADH2. Ma vediamo meglio le loro strutture.

Il nicotinammide-adenin-dinucleotide (NAD+; NADH)

La figura ci mostra la sua forma ossidata (NAD+). Come si pu vedere all'anello eterociclico dell'adenina legato un ribosio. Il ribosio lega due gruppi fosfato che, tramite un nuovo ribosio, legano l'anello nicotinammidico (parte grigia chiara) che la parte reattiva della molecola, cio quella che accetta il doppietto elettronico e un protone. (ricordate: lo ione idruro) La nicotinammide la vit. PP. Poich le deidrogenasi rimuovono nel complesso due atomi di idrogeno, la reazione globale liberer un protone H+

NAD+

+ H2

NADH + H+

Come si vede nel dettaglio protoni ed elettroni attaccano il sito reattivo. Un idrogeno si addiziona al sito reattivo mentre l'arrivo del doppietto elettronico, attratto dall'azoto positivo genera un

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riarrangiamento della distribuzione, nell'anello, che porta all'annullamento della carica sull'azoto che passa da valenza 4 alla valenza 3.

Nota importante: osservando la struttura del NAD, sul ribosio legato all'adenina, in posizione 2' troviamo il gruppo OH. Se al posto di H sostituiamo un gruppo fosfato, allora si parla di NADP+ che, come detto si chiama NAD fosfato ossidato. La presenza di un gruppo fosfato, ad alta energia, conferisce al NADP+, nello stato ridotto, NADPH, la propriet di essere il principale donatore di elettroni nelle biosintesi riduttive. Il meccanismo di trasferimento degli elettroni lo stesso sia nel NADH che nel NADPH. E' importante comunque saperli distinguere perch se studiamo una reazione in cui presente il NADPH allora siamo all'interno di riduzioni anaboliche mentre se presente il NADH allora ci troviamo in tappe cataboliche per la produzione di ATP. Il NADPH viene generato nella via del pentoso fosfato, che vedremo in seguito.

Il flavin-adenin-dinucleotide (FAD FADH2)


Nella struttura del FAD troviamo ancora un adenina che si lega ad un ribosio che a sua volta lega due gruppi fosfato. La parte centrale il derivato da una vitamina idrosolubile la riboflavina, la vit.. B12. La

parte reattiva sta nell'anello isoallossazinico che pu accettare due protoni e due elettroni sugli atomi di N, come si vede in figura.

Mentre i coenzimi NAD possono essere legati a diverse deidrogenasi e sono mobili, i FAD sono legati covalentemente alle loro proteine enzimatiche che per questo prendono il nome di flavoproteine.

Come si pu facilmente osservare, sia ATP che NAD che FAD sono derivati da nucleotidi (l'ATP un nucleotide).

Gli organismi chemiotrofi prelevano dall'ambiente materiali ricchi di energia potenziale di legame e attraverso una

Schema generale del metabolismo energetico

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complessa serie di reazioni estraggono l'energia libera necessaria per le molteplici funzioni fisiologiche e per permettere le sintesi di numerose molecole indispensabile per la vita. Attraverso l'apparato digerente introduciamo con la dieta oltre all'acqua, ai sali minerali e alle vitamine, tre classi di nutrienti contenuti negli alimenti.vedi Protidi: sono le proteine alimentari che, nel caso dei batteri, possono essere aggiunti al terreno di coltura sottoforma di polipeptidi o peptoni, e che rappresentano la fonte di aminoacidi. Attraverso l'apparato digerente esse vengono prima idrolizzate tramite l'azione di enzimi proteolitici gastrici ed intestinali liberando i 20 aminoacidi che saranno poi assorbiti nell'intestino tenue e riversati nel sangue dal quale possono raggiungere tutte le cellule. vedi Glucidi: sono principalmente i carboidrati complessi come l'amido ma anche i disaccaridi come il saccarosio, il lattosio ed il maltosio. I monosaccaridi sono scarsamente presenti negli alimenti ma sono il prodotto della lunga idrolisi che, cominciando nella bocca si interrompe temporaneamente nello stomaco e continua vigorosamente nel duodeno per l'azione dei succhi pancreatici e termina nell'intestino tenue le cui cellule producono gli enzimi della digestione finale. Il fruttosio e il galattosio vengono convertiti in glucosio che quindi l'unico monosaccaride presente nel sangue periferico e l'unico ad essere utilizzabile dalle cellule. Il glucosio il primo e fondamentale composto di trasformazione biologica dell'energia radiante in energia chimica. vedi Lipidi:rappresentano una classe di composti per nulla o scarsamente solubili in acqua. i principali costituenti delle molecole lipidiche, a seconda dei casi sono: glicerolo, acidi grassi, colesterolo, acido fosforico basi azotate, sfingosina, inositolo ecc. Negli alimenti gli acidi grassi, molecole principalmente dirette al metabolismo energetico, sono esterificate alle tre posizioni OH del glicerolo e prendono il nome di trigliceridi. Anche essi subiranno una complessa idrolisi nel tubo digerente che richiede l'intervento di sostanze tensioattive come la bile, prodotta dal fegato, col compito di emulsionare i lipidi per renderli attaccabili dalle lipasi pancreatiche ed enteriche idrosolubili. vedi

Le tre fasi del metabolismo energetico


La figura mostra in maniera schematica le tre fasi del metabolismo energetico a partire dai prodotti dei processi digestivi: glucosio. acidi grassi e aminoacidi. Come si vede le vie cataboliche sono convergenti ed individuano loione acetato come un gruppo chimico comune alle tre classi di principi nutritivi Con vie metaboliche separate, molti aminoacidi, gli acidi grassi e il

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glucosio vengono trasformati in acetato caratterizzato dalla presenza di un gruppo acilico: CH3-COOH

per ogni glucosio) e quindi tramite il ciclo di Krebs, chiamato anche ciclo degli acidi tricarbossilici o ciclo dell'acido citrico, si ha l'ossidazione dei rimanenti quattro atomi di C a CO2 Il glucosio, come vedremo, subir l'ossidazione dei primi due C nel passaggio da piruvato ad acetato. Durante il ciclo di Krebs vedremo in azione le deidrogenasi NAD+ e FAD dipendenti che assumeranno elettroni con il meccanismo gi studiato e li porteranno nella terza fase, quella che corrisponde al metabolismo finale: la catena respiratoria in cui tramite una serie di ossidoriduzioni gli elettroni e l'idrogeno saranno portati all'ossigeno per formare H2O. Questo flusso elettronico e protonico generer una tensione di membrana mitocondriale che determiner la produzione di ATP tramite una fosforilazione dell'ADP spinta dell'energia accumulata durante tutto il processo ossidativo. Questa fase si chiama Fosforilazione ossidativa. Anche il CoA, come i dinucleotidi delle deidrogenasi composto da adenina, ribosio e due gruppi fosfato. Al secondo fosfato legato il nucleo di una vitamina che l'acido pantotenico (vit. B5). La parte reattiva del CoA, cio quella che addiziona l'acetato il gruppo sulfridilico terminale. HS in figura. Questo gruppo forma un legame tioestere con col carbonio carbonilico dell'acetato, come si pu vedere.

Nella prima fase, attraverso percorsi diversi, i prodotti delle digestione vengono degradati ad acetato. L' acetato verr addizionato ad un coenzima, ilCoA, specifico per i gruppi acilici (C=O) contenente una vitamina del gruppo B . <vedi in seguito> Il coenzima, oltre al annullare l'acidit dello ione acetato, funge da trasportatore dell'acetato all'interno dei mitocondri, compartimento cellulare nel quale avvengono le fasi intermedie e finali del metabolismo energetico. La seconda fase corrisponde al ciclo di Krebs nel quale si ha l'ossidazione definitiva dei due atomi di C dell'acetato a CO2(entrano nel ciclo, come vedremo, due acetati

Il CoA deve per avere la propriet di rilasciare l'acetato nel ciclo dell'acido citrico. Calcolando il G'della reazione di idrolisi mitocondriale: Acetil-CoA + H2O acetato + CoA + H+ si ottiene G' = - 7.5 Kcal/mole. Da ci si deduce che l'idrolisi del tioestere una reazione termodinamicamente favorevole e si pu concludere che il CoA ha un elevato potere di trasferimento di ioni acetato. Il CoA in grado di attivare, trasportare e liberare un numero elevato di gruppi molecole contenenti gruppi acile ed interessante, a questo punto, osservare come il disegno metabolico selezionatosi nell'evoluzione biochimica nella strategie cellulare per lo scambio di gruppi attivi estremamente efficiente perch effettuata da un gruppo relativamente piccolo di trasportatori, alcuni dei quali troveremo in questo corso.

La glicolisi e il destino del piruvato


La glicolisi una via metabolica, presente in tutti gli organismi viventi, che converte il glucosio
in due molecole di piruvato generando energia metabolica sottoforma di ATP. Negli

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organismi aerobi essa prelude al ciclo di Krebs e alla catena di trasporto degli elettroni, con cui si ottiene l'ossidazione completa del glucosio a H2O e CO2. Negli organismi anaerobi il piruvato viene ridotto in vari composti in assenza di ossigeno. Ad esempio l'etanolo il prodotto della conversione del piruvato in alcuni lieviti. Anche negli aerobi per, se la fibrocellula muscolare impegnata improvvisamente in uno contrazione intensa e non sufficientemente rifornita di ossigeno, il piruvato viene ridotto a lattato. Sia l'etanolo che il lattato sono esempi di fermentazione che una via strategica, come vedremo, di ricavare energia immediata riossidando il NADH citoplasmatico formatosi in una tappa della glicolisi. Il glucosio, entrato nella cellula sotto stimolo ormonale, viene immediatamente fosforilato in posizione '6. Questo passaggio catalizzato dalla glucochinasinel fegato e dallaesochinasi nel muscolo e nel cervello, attiva il glucosio e lo incanala verso il suo destino metabolico (che non solo la glicolisi). Si ha quindi consumo di una mole di ATPperch le chinasi trasferiscono un gruppo fosfato dall'ATP al substrato (esse necessitano della presenza di ioni Mg+2 necessari all'idrolisi dell'ATP). Se la cellula ha bisogno di ricavare energia il glucosio-6-P subisce una isomerizzazione a fruttosio-6-P. Con ci l'anello piranosico del glucosio viene convertito in quello furanosico, pi instabile. Una nuova chinasi, lafosfofruttochinasi(PFK) trasferisce un secondo gruppo fosfato in posizione '1 formando il fruttosio 1,6 difosfato. Si consuma cos un'altra mole di ATP e si crea una molecola particolarmente instabile. Il passaggio della PFK irreversibile e il suo prodotto, il fru1,6difosfato, destinato alla successiva rottura e quindi "obbligato" a continuare nella via glicolitica. Ma questa tappa cruciale perch la PFK un enzima allostericomodulato a feedback dall'ATP e dall'acido citrico, primo intermedio del ciclo di Krebs. Osservare che nella glicolisi intervengono tre chinasi e tutte controllano tappe irreversibili. La esochinasi, la

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fosfofruttochinasi e la piruvatochinasi, sono presidi allosterici per il controllo enzimatico della produzione di energia. La rottura del fruttosio 1,6 difosfato produce il chetotrioso diidrossiacetone fosfato l'aldotrioso gliceraldeide 3-fosfato. Il diidrossiacetone viene convertito in gliceraldeide-3-fosfato che continua la via metabolica. Fino a questo punto la glicolisi in rimessa energetica, avendo consumato due moli di ATP (con le fosforilazioni operate dalle chinasi) ed ha trasformato il glucosio in due molecole di gliceraldeide-3-P. D'ora in poi dovremo moltiplicare per due! Comincia cos una fase di recupero che oltre ad ATP produrr coenzimi ridotti. La gli-3-P viene ossidata a difosfoglicerato ad opera di una deidrogenasi NAD+dipendente. Sommando un fosfato in posizione '1 si ha la rimozione di uno ione idruro che con il suo doppietto elettronico riduce il NAD in NADH, trasferendo l'energia di legame dal substrato al coenzima ridotto. Il NADH citoplasmatico cos formato dovr essere riossidato. Potr entrare nei mitocondri ed inserirsi nella catena di trasporto di elettroni alla fine della quale per ogni NADH riossidato si sintetizzano 3 moli di ATP. Ricordando che i NADH formati in questa tappa sono 2, potenzialmente potrebbero, da soli, produrre 6 moli di ATP! La tappa successiva mette in pareggio il bilancio di ATP prodotto e consumato. Infatti, una nuova chinasi trasferisce il gruppo fosfato in posizione 1 del difosfoglicerato all'ADP generando una mole di ATP ( moltiplicato x 2 = 2 moli di ATP). Dopo una tappa di riarrangiamento, il 2fosfoglicerato viene deidratato. La deidratazione provoca la formazione di un doppio legame tra i carboni e si forma ilfosfoenolpiruvato (PEP), gi visto per il suo alto potenziale di trasferimento di fosfato. Infatti nella ultima tappa la piruvato chinasi trasferisce un fosfato dal PEP all'ADP con formazione di nuovo ATP (2 moli) a livello del substrato. Si forma ilpiruvato, un importante chetoacido centrale nel metabolismo, non solo energetico. Termina cos la glicolisi che ha prodotto 2 moli nette di ATP e 2 moli di NADH (che, se riossidato nella catena respiratoria, produrr ulteriori 6 moli di ATP). Reazione complessiva: Glucosio + 2Pi + 2ADP + 2NAD+ e

2 piruvato + 2ATP +2NADH + 2 H+ + 2 H2O

Osservazioni importanti: - Da quanto detto si capisce che ci sono due modi per produrre ATP. A livello del substrato quando una chinasi trasferisce un fosfato da una molecola (substrato) ad alto potenziale di trasferimento all'ADP e a livello della catena respiratoria nella riossidazione dei coenzimi ridotti. - Nella tappa n 6 si ha una deidrogenazione NAD dipendente. Dal substrato, la gli-3-P, viene rimosso uno ione idruro che si addiziona all'anello nicotinammidico del NAD + riducendolo a NADH. (Ricordate? SH2 + I IH2 + S: ma perch SH2 possa essere nuovamente ossidato occorre che IH2 venga riossidato in I [in questo caso NADH] in una diversa reazione). Allora questo passaggio pu andare avanti solo in presenza, appunto, di NAD ossidato. Nelle restanti tappe della glicolisi, non ce n' una che "si occupi" di riossidare il NADH! Allora? Quando tutto il NAD+ sar consumato, la glicolisi non pu andare avanti e si blocca! Ma possibile bloccare la principale via metabolica del catabolismo energetico? No, allora cosa succede?

La glicolisi, come detto, una via universale, presente cio in tutti gli organismi viventi e in tutti i tipi di cellule. Questa un ottima dimostrazione di come, nel corso dell'avventura biologica del pianeta essa abbia "vinto" la pressione selettiva e si sia affermata come la via migliore per estrarre ATP dal glucosio.

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Il piruvato invece ha un destino diverso che dipende da tipo di organismo e anche, all'interno del medesimo organismo, dal tipo di cellula (in certe condizioni). Vediamo alcuni esempi:

1.In alcuni microrganismi e nei lieviti il piruvato viene ridotto ad etanolo in due
passaggi: una decarbossilazione ed una deidrogenazione. La prima tappa, la decarbossilazione, operata da un enzima contenente, come coenzima, una vitamina idrosolubile, la tiamina pirofosfato un trasportatore di CO2. La seconda tappa una riduzione operata da una deidrogenasi NAD dipendente. Si ha cos, in questi organismi la riossidazione del NADH citoplasmatico! Nel complesso questa via metabolica si chiama fermentazione alcolica. In moltissimi microrganismi e anche nelle cellule muscolari degli organismi superiori, quando la disponibilit d'ossigeno insufficiente, il piruvato viene ridotto a lattato (acido lattico). Questa riduzione il passaggio che permette di riossidare il NADH citoplasmatico.

proseguir nei mitocondri.

Il piruvato viene ridotto a lattato nelle fibrocellule muscolari quando, per una insufficiente ossigenazione esso non pu proseguire nel catabolismo aerobico che, come vedremo,

Quando la cellula muscolare chiamata ad uno sforzo molto intenso e/o improvviso, essa ha bisogno di contrarsi indipendentemente dalla ossigenazione. Tale contrazione, in condizioni anaerobiche, non pu durare per molto tempo perch l'acido lattico che viene prodotto tossico e non pu essere accumulato, pena il blocco dell'attivit muscolare. La conversione del glucosio in lattato si chiamafermentazione lattica. Si ha cos la rigenerazione del NAD+ che mantiene costante il flusso della glicolisi in condizioni anaerobiche. Osservare che la riduzione del piruvato e la contemporanea riossidazione del NADH sottrae alla cellula i coenzimi che, in condizione aerobica entreranno nei mitocondri dove la loro riossidazione produrr 3 moli di ATP per ogni coenzima. Quindi la riduzione a lattato una reazione "in salita" necessaria per in condizioni anaerobiche permettendo alla glicolisi di continuare a livello della gli-3-P.

3.La via aerobica del piruvato: in condizioni di sufficiente ossigenazione il piruvato


viene decarbossilato, ossidato e addizionato al CoA da un complesso enzimatico mitocondriale chiamato, nel suo insieme, complesso della piruvato deidrogenasi. Sar l'innesco che porter l'acetato alla completa ossidazione mitocondriale nel ciclo di Krebs.

Il ciclo di Krebs
(chiamato anche ciclo dell'acido citrico o ciclo degli acidi tricarbossilici) Quando l'ossigenazione della cellula sufficiente e il fabbisogno di un surplus di energia immediata non un emergenza, il piruvato citosolico viene trasportato nei mitocondri e, in quella sede, subisce l'azione della piruvato deidrogenasi (PDH), un complesso enzimatico estremamente raffinato. L'azione della PDH produce acetil-CoA. Vediamo meglio. In Escherichia Coli la PDH costituita da numerose copie di tre diversi enzimi (una sessantina di catene polipeptidiche). Un enzima l'E1, che l'enzima deidrogenante NAD+ dipendente contiene latiamina pirofosfato (TPP) che un trasportatore di unit monocarboniose (CO2) e che quindi opera la decarbossilazione ossidativa del piruvato. Un enzima E2, contiene

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l'acido lipoico che provvede al trasferimento dell'acile al CoA e l'ultimo enzima E3, che rigenera l'acido lipoico. Il risultato dell'azione della PDH quindi: piruvato + CoA + NAD+

acetil-CoA + Co2 + NADH

vengono decarbossilati con produzione di CO2.) Ricordando la reazione globale dell'ossidazione completa del glucosio... ...scopriremo che nel ciclo di Krebs vengono ossidati gli altri quattro atomi di C, producendo le altre quattro molecole di CO2 ed in seguito si former l'acqua

In questo passaggio due dei sei atomi di carbonio del glucosio sono stati completamente ossidati a CO2. (entrano due moli di piruvato ed entrambi

metabolica. Negli animali il passaggio da piruvato ad acetil-CoA un passaggio irreversibile e fondamentale nel metabolismo poich gli eterotrofi non sono in grado di convertire l'acetil-CoA in glucosio per cui questa conversione dirige gli atomi di C del glucosio o verso il ciclo di Krebs per ricavarne energia oppure nella sintesi di lipidi. Quando i livelli di ATP nella cellula sono elevati, la conversione del piruvato in acetil-CoA non deve avvenire perch il piruvato viene utilizzato prevalentemente per la gluconeogenesi. L'attivit della PDH, enzima allosterico in un punto d'incrocio fondamentale, controllata in modo estremamente rigoroso. L'aumento del NADH, dell'acetil-CoA, dell'ATP inattiva il complesso. In sintesi la deidrogenasi viene inibita quando l'ATP o i suoi intermedi biosintetici sono abbondanti. I due acetati formati dalla conversione del piruvato e addizionati al CoA contengono i restanti 4 atomi di carbonio del glucosio. Il ciclo dell'acido citrico consiste in una serie di reazioni catalizzate da enzimi localizzati nella matrice mitocondriale, tranne uno, la succinico deidrogenasi che una proteina della membrana interna del mitocondrio. In queste reazioni ciascun acetato sar completamente ossidato a CO 2 e produrranno tre molecole di NADH e una di FADH2. Su questi coenzimi sar cos trasferita l'energia contenuta nei legami che hanno generato glucosio durante la biosintesi diretta dall'energia elettromagnetica della luce del sole. Come dire: Energia radiante Glucosio coenzimi ridotti..... Questi coenzimi saranno poi riossidati in una catena di trasporto di elettroni, la catena respiratoria, e per ogni NADH ossidato si otterranno 3ATP, mentre per ogni FADH2 se ne formeranno 2 in un processo chiamato fosforilazione ossidativa. Inoltre il ciclo di Krebs produce un GTP, analogo dell'ATP, a livello di substrato, per ogni acetato. Vediamo tra i nove, i passaggi cruciali del ciclo di Krebs, seguendo lo schema. 1) Nel primo passaggio si ha l'addizione dell'acetato all'ossalacetato, un chetoacido fondamentale non solo nel metabolismo energetico. Un composto a quattro atomi di carbonio condensa con l'unit acetile formando un composto a sei atomi di carbonio. Si forma il primo acido tricarbossilico: il citrato. Il CoA si libera pronto per un nuovo acetato... se ce n' bisogno. 2) i passaggi due e tre sono isomerizzazioni che portano all'isocitrato. Si ha dapprima una deidratazione con formazione di un doppio legame e la successiva addizione di acqua sposta il gruppo OH del citrato in posizione '2. E' la preparazione alla successiva decarbossilazione ossidativa. 3) Nel passaggio quattro l'isocitrato viene decarbossilato e ossidato da una deidrogenasi NAD dipendente (isocitrato deidrogenasi). Si ha l'ossidazione

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completa di un atomo di C dell'acetato a CO 2 e liberazione di NADH. Si forma un nuovo chetoacido (5 atomi di carbonio) l' a-chetoglutarato che, insieme al piruvato e all'ossalacetato avranno ruoli importanti in altri metabolismi. Segue nella 4) tappa cinque una nuova decarbossilazione ossidativa con gli stessi prodotti della tappa precedente. A questo punto si completa l'ossidazione di tutti gli atomi di carbonio del glucosio. Questo passaggio catalizzato dal complesso della a-chetoglutarato deidrogenasi con meccanismo molto simile a quello della PDH: infatti si addiziona anche CoA e si forma il succinil-CoA, con 4 atomi di C. Nel successivo passaggio, (6) l'idrolisi del legame tioestere, che ha un G' = -35 KJ, libera l'energia necessaria per favorire la sintesi del legame fosfoanidridico del GTP, analogo dell'ATP. Si ha cos produzione di energia a livello del substrato. Il succinato che ne deriva sar ossidato due volte, nelpassaggio 7, in cui operano le flavoproteine formando FADH2 , e 9(produzione di nuovo NADH) per rigenerare l'ossalacetato che l'importante chetoacido che finisce il ciclo e lo ricomincia accettando l'acetato, come si vede nel dettaglio in figura:

Alcuni bilanci
Considerando un giro completo del ciclo dell'acido citrico facile capire che nella prima met i due atomi di carbonio dell'acetato che entra e che si somma all'ossalacetato, vengono completamente ossidati entrambi a CO2. Nell'altra met il ciclo si "occupa" di rigenerare

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l'ossalacetato necessario per la ripresa del ciclo. Nelle quattro ossidazioni i coenzimi NAD+ e FAD raccolgono molti elettroni che trasferiranno nella catena respiratoria portando alla sintesi di molte molecole di ATP. Alla fine del ciclo tutti e sei gli atomi di carbonio del glucosio hanno perso gli elettroni e quindi l'energia di legame, trasferita momentaneamente ai coenzimi nucleotidici. Le sei molecole di diossido di carbonio si sono formate nei seguenti passaggi: Piruvato isocitrato a-chetoglutarato

acetato

2 CO2 (una per ogni piruvato) 2 CO2 (una per ogni a-chetoglutarato isocitrato) 2 CO2 (una per ogni achetoglutarato)

succinil-CoA

Sappiamo che alla bomba calorimetrica la combustione completa del glucosio libera circa 680 Kcal/mole. Per fare un bilancio della "resa" energetica del processo d'ossidazione cellulare, se il glucosio viene ossidato completamente attraverso il ciclo di Krebs e gli elettroni trasferiti all' ossigeno dalla catena respiratoria, occorre calcolare quante moli di ATP vengono prodotte nel processo. La seguente tabella schematizza il numero di moli di ATP prodotte nelle varie fasi:

moli di ATP 2 6 6 2 3x2x3=18 2x2= 4 2x3= TOTALE =38moli

tappe di produzione a livello di substrato nella glicolisi dalla riossidazione del NADH citoplasmatico dalla riossidazione dei 2 NADH prodotti nella deidrogenazione del piruvato a livello di substrato nel ciclo di Krebs dalla riossidazione dei 3x2 NADH prodotti nel ciclo di Krebs dalla riossidazione dei 2 FADH2 prodotti nel ciclo di Krebs

Quindi nella ossidazione completa del glucosio si ottengono 38 moli di ATP e cio una quantit di energia libera, espressa in calorie, di: 38 x 7.3 Kcal/mole = 277, 4 Kcal che rappresenta circa il 40% della quantit totale dell'energia (liberata in ambiente fisico: bomba calorimetrica) contenuta nei legami del glucosio.

Alcune importanti considerazioni


Il ciclo dell'acido citrico oltre ad essere centrale nel metabolismo energetico anche una fonte di precursori fondamentali per alcune biosintesi. Questo significa che alcuni intermedi possono essere sottratti al ciclo per essere utilizzati come precursori per alimentare vie metaboliche biosintetiche fondamentali. Si dice perci che il ciclo dell'acido citrico una via anfibolica, che

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vuol dire che collocata sia nelle via cataboliche che in quelle anaboliche e quindi la sua funzione essenziale anche senza considerare il ruolo nel metabolismo energetico. Ilcitrato pu uscire dai mitocondri e fungere da precursore per la sintesi di acidi grassi. Anche l'ossalacetato e l'-chetoglutarato possono essere sottratti dal ciclo per la sintesi di aminoacidi. L'ossalacetato, pu anche convertire in fosfoenolpiruvato, PEP, tramite la PEPcarbossichinasi. Il PEP, gi visto nella glicolisi, pu servire per la sintesi di glucosio (gluconeogenesi). Come sappiamo i livelli d'ossalacetato per devono rimanere costanti per permettere il normale flusso del ciclo, essendo l'accettore degli acetati. Per ricostituire la normale concentrazione di ossalacetato esistono altre vie, detteanapletoriche, utili per rimpiazzare l'ossalacetato sottratto. Una delle pi importanti la carbossilazione del piruvato con CO2 per formare ossalacetato catalizzata dall'enzima piruvato carbossilasi. In condizioni normali deve esistere un equilibrio perfetto tra le reazioni che rimuovono intermedi e quelle, anapletoriche, che lo riforniscono di tali intermedi.

L'ossidazione degli acidi grassi


Gli acidi grassi sono componenti essenziali dei fosfolipidi di membrana, sono una potenzialmente enorme riserva energetica e alcuni derivati degli acidi grassi fungono da ormoni e messaggeri intracellulari. I trigliceridi, triacilgliceroli, sono le principali molecole portatrici di acidi grassi nella dieta dei vertebrati ed anche la forma di accumulo lipidico nei tessuti adiposi. Inoltre il fegato dei vertebrati riesce a convertire i carboidrati in eccesso in acidi grassi da esportare negli altri tessuti. I triacilgliceroli sono la principale fonte di energia per il muscolo a riposo o in contrazione modesta, per il fegato e il cuore. Ricordiamo che un triacilglicerolo formato da una molecola di glicerolo esterificato nei suoi tre ossidrili da tre acidi grassi. [vedi] I trigliceridi ingeriti, costituiti da macroscopiche particelle insolubili in acqua, vengono convertiti in micelle finemente disperse, dall'azione dei sali biliari in modo d'aumentare notevolmente la superficie d'esposizione alle lipasi solubili in acqua. I prodotti dell'azione delle lipasi, acidi grassi, mono-di-trigliceridi e glicerolo passano nelle cellule parietali intestinali nelle quali avviene la riesterificazione degli acidi grassi e la successiva incorporazione in speciali proteine allo scopo di evitare la formazione di grossi aggregati insolubili in acqua. Si formano cos complessi lipoproteici, i chilomicroni, in cui la componente lipidica all'interno e quella proteica, idrofila, all'esterno. I chilomicroni vengono trasferiti dalla mucosa intestinale al sistema linfatico dal quale passano nel sangue che li trasporta al tessuto adiposo e a quello muscolare. Gli acidi grassi si trovano in uno stato di riduzione pi elevato dei glucidi per cui la loro completa ossidazione richiede un processo pi energico e da essi si ricava una quantit di energia superiore a quella fornita dai glucidi. L'utilizzazione degli acidi grassi dei trigliceridi, nel tessuto muscolare, avviene dopo idrolisi diretta da una lipasi regolata dall'attivit di ormoni come l'adrenalina e il glucagone che l'attivano e come l'insulina che, al contrario, inibisce la lipasi. Mentre il glicerolo venendo convertito in diidrossiacetone e quindi in gliceraldeide prende la via glicolitica, gli acidi grassi vengono degradati mediante rimozioni sequenziali di unit acetato. Questo processo, mitocondriale, prende il nome di -ossidazione degli acidi grassi. Il passaggio degli acidi grassi dal citosol al mitocondrio prevede operazioni preliminari comel'attivazione degli acidi grassi che avviene a livello della membrana mitocondriale esterna ad opera di una acil-CoA sintetasi secondo lo schema: Acido grasso + CoA + ATP acil-CoA + AMP + PPi. Il passaggio attraverso la membrana interna avviene dopo che l'acil-CoA si legato reversibilmente alla carnitina, per l'azione di un trasportatore specifico (translocasi). Una volte nella matrice mitocondriale l'acido grasso pronto per l'ossidazione da parte di enzimi specifici.

La -ossidazioNE

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I quattro passaggi della ossidazione: Lo schema a sinistra mostra i quattro passaggi in cui un acido grasso a 16 atomi di carbonio, l'acido palmitico, attivato col legame al CoA entra, tramite la carnitina, nella matrice mitocondriale ed soggetto all'azione sequenziale di quattro enzimi che ossidano l'atomo di C in che dal -CH2iniziale lega, alla fine un gruppo acido esterificato dal gruppo tiolico del CoA. Ne risulta un acil-CoA con due atomi di carbonio in meno. L'atomo adiacente al gruppo carbossilico l'atomo in , al quale si lega l'atomo in . Questo atomo sar soggetto aiquattro passaggi alla fine del quali sar ossidato fino al punto di rompersi in quella posizione e liberare un acetil-CoA e un acido grasso con due atomi di carbonio in meno. Le reazioni ricominciano nello stesso modo (schema a destra) fino a frantumare l'acido grasso in tanti gruppi acetato pari alla met degli atomi di Carbonio della catena. Come si vede nella figura, (FASE 1) un acido grasso a 16 atomi di C liberer 8 acetil-CoA. Ciascuno entra nel ciclo di Krebs (FASE 2) per l'ossidazione completa a CO2. Gli elettroni sottratti entrano nella catena

respiratoria (FASE 3) per il trasferimento definitivo all'ossigeno e la contemporanea fosforilazione dell'ADP. Resa energetica dell'ossidazione degli acidi grassi a CO2 e H2 Prendiamo come esempio un acido a 16 atomi di carbonio, come nei due schemi in questa pagina. Procediamo in sequenza. L'acido grasso entra nei mitocondri e in questa sede comincia l'attacco all'atomo di carbonio in che dapprima viene deidrogenato dalla acil-CoA deidrogenasi. Si forma un doppio legame tra gli atomi in e quello in al quale verr addizionata acqua ed in si addizione l'ossidrile. Una nuova deidrogenasi termina l'ossidazione e la tiolasi, addizioner un CoA provocando la rottura e la liberazione del primo acetil-CoA che entrer nel ciclo di Krebs. Resta un acido grasso con due atomi di carbonio in meno che ricomincia la spirale con un nuovo attacco della acil-CoA deidrogenasi. E cos via fino alla produzione di 8 acetil-CoA che entreranno tutti nel ciclo di Krebs. In questi cinque passaggi si liberano un NADH ed un FADH2 per ogni giro della "spirale". In totale, da un acido grasso a 16 acidi di carbonio, si libereranno 7 NADH e 7 FADH 2. (l'ultimo passaggio libera direttamente due acetati) Considerando che otto acetati entrano nel ciclo di Krebs per la totale ossidazione a CO2 seguiamo il solito schema

Poich durante l'attivazione dell'acido grasso vengono consumate 2 moli di ATP, la resa netta di 129 ATP. Considerando che l'ossidazione completa alla bomba calorimetrica fornisce, per un acido grasso a sedici atomi, un G' di circa 2344 Kcal/mole, calcolando avremo una liberazione di energia libera fisiologica pari a 129 x - 7.3 = 941 Kcal/mole. Anche in questo caso la resa, altissima, di circa il 40%. del massimo teorico. I corpi chetonici Nel fegato dei mammiferi non tutto l'acetil-CoA derivato dall'ossidazione degli acidi grassi entra nel ciclo di Krebs ma, quando la degradazione lipidica eccessiva, una certa parte di acetilCoA viene convertito in " corpi chetonici". Il perch lo si capisce facilmente ricordando che l'acetato utilizzabile nel ciclo dell'acido citrico dipende dalla concentrazione di ossalacetato che a sua volta legato al catabolismo dei glucidi. L'ossalacetato infatti si forma, con reazione anapletorica, dal piruvato. (vedi) E' interessante osservare come durante il digiuno l'ossalacetato viene sottratto e utilizzato in una via metabolica (che vedremo) per formare glucosio (gluconeogenesi): cos l'acetil-CoA in eccesso viene trasformato in corpi chetonici, utili combustibili alternativi per molti tessuti "nobili" come il cuore e i reni, ma anche, in caso di necessit, per il cervello. I corpi chetonici sono composti solubili sia nel sangue che nelle

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urine. A parte l'acetone, che viene eliminato con la respirazione, i due corpi chetonici pi importanti sono l'acetoacetato e il idrossibutirrato, che, prodotti nei mitocondri epatici, da questi diffondono nel sangue e vanno ai tessuti che li ossidano. IN DEFINITIVA: Quando, come nel caso di digiuno, si determina un aumento della biosintesi di glucosio, nella cellula epatica si si ha la sintesi e l'esportazione dei corpi chetonici.

L'ossidazione degli aminoacidi

Il pool plasmatico di aminoacidi deriva, oltre che dalla dieta, dalla degradazione delle proteine intracellulari (proteine tissutali). A differenza dei lipidi che possono essere conservati in quantit notevoli nel tessuto adiposo e dei glucidi che, se in eccesso, possono essere conservati solo nei pochi mg di glicogeno contenuti nel muscolo e nel fegato oppure eliminati con le urine, gli aminoacidi che eccedono il fabbisogno delle sintesi di proteine o di altre biomolecolecole non possono essere n conservati n escreti. Il destino degli aminoacidi in eccesso quindi quello di essere indirizzati verso il metabolismo energetico previa rimozione dei gruppi -amminici. Lo scheletro carbonioso che rimane, un -chetoacido, entra, in qualche modo, nei cicli ossidativi che abbiamo studiato. (ciclo di Krebs) L'utilizzazione degli aminoacidi nel catabolismo avviene ovviamente anche se le necessit energetica non soddisfatta da altri nutrienti ed in questo caso sono le proteine tissutali ad essere degradate per fornire aminoacidi. Lo schema mostra gli aspetti generali del metabolismo degli aminoacidi. E' interessante sapere che il catabolismo degli aminoacidi contribuisce al fabbisogno energetico per oltre il 15% del totale. La prima tappa del catabolismo aminoacidico dunque la rimozione del gruppo -amminico tramite enzimi altamente specializzati chiamati aminotransferasi o, pi comunemente, transaminasi. Le transaminasi non operano una vera e propria perdita dei gruppi amminici, ma un trasferimento su un chetoacido, generando un nuovo aminoacido. Nella maggior parte degli aminoacidi il gruppo amminico viene trasferito all'atomo di carbonio in dell'a-chetoglutarato con formazione dell'a-chetoacido corrispondente all'aminoacido che trasferisce il gruppo amminico. Come si vede nell'esempio di transaminazione in figura, il gruppo amminico viene trasferito dall'alanina, un aminoacido, all'a-chetoglutarato, un chetoacido che diviene cos glutammato (acido glutammico, un importante aminoacido). L'alanina, a sua volta, perdendo il gruppo amminico, forma il chetoacido piruvato. Sia il piruvato che l'a-chetoglutarato li abbiamo gi incontrati nel metabolismo energetico.

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Questa reazione catalizzata da una transferasi, e precisamente l'alanina aminotrasferasi, ALAT, chiamata anche glutammico piruvico transaminasi (GPT). il distacco del gruppo amminico avviene perch le transaminasi contengono, come coenzima, il piridossalfosfato (PLP), derivato dalla piridossina, la vitamina B6. Il meccanismo di catalisi delle transaminasi si chiama meccanismo a ping-pong. L'aminoacido si lega all'enzima, cede al PLP il gruppo amminico e si allontana come chetoacido. Il sito attivo del PLP pu cos legare il chetoacido e cedere il gruppo amminico rimosso precedentemente. Molti aminoacidi vengono transaminati cedendo il gruppo amminico all'a-chetoglutarato. E' evidente quindi che il glutammato che si forma un aminoacido importante nel metabolismo dei gruppi amminici (-NH2, NH3, NH4+) raccogliendoli, per transaminazione sull'achetoglutarato, da molti aminoacidi. Il glutammato, citosolico, entrer nei mitocondri epatici dove ceder il gruppo amminico sotto forma di ione ammonio NH4+ che entrer nel ciclo di produzione dell'urea ed eliminato con le urine. La rimozione mitocondriale dei gruppi amminici del glutammato operata, tramite una deaminazione ossidativa, da un enzima che si chiama glutammato deidrogenasi (GDH), come si vede nella figura. Come si vede la GDH un enzima allosterico, modulato positivamente dall'ADP ed inibito dalla GTP. L'azione combinata delle transaminazione e della deaminazione ossidativa, convoglia, nel citosol, i gruppi amminici nel glutammato dal quale verranno in sede mitocondriale definitivamente rimossi. Nei tessuti extraepatici, oltre alla transaminazione, sono attivi meccanismi ossidativi di rimozione che liberano un gruppo amminico netto che si converte in ammoniaca, NH3, molecola estremamente neurotossica alterando, probabilmente, il pH intracellulare. L'organo deputato alla eliminazione dell'NH3 il fegato. Non potendo essere esportata nel sangue, per la sua tossicit, l'ammoniaca viene, nei tessuti extraepatici, cervello compreso, convertita in un composto non tossico, la glutammina. Come si vede in figura, la glutammina, si forma per addizione enzimatica, catalizzata dalla glutammina sintetasi, di un gruppo amminico al glutammato preventivamente esterificato con un gruppo fosfato su un gruppo acido. Si ha cos la trasformazione del glutammato, polare, in glutammina che, essendo neutra, pu facilmente attraversare le membrane cellulari e, passata nel sangue, viene trasportata al fegato. Il suo azoto ammidico verr rilasciato sotto forma di ammoniaca solo nei mitocondri epatici ad opera di un enzima chiamato glutamminasi, ed entrer nel ciclo di produzione dell'urea, molecola solubile che sar escreta con le urine. Si realizza cos l'eliminazione dell'N amminico degli aminoacidi. Il loro scheletro carbonioso, un a-chetoacido, entrer nel metabolismo energetico. [vedi destino degli scheletri carboniosi]

L'alanina un aminoacido chiave nel trasporto di gruppi amminici al fegato in forma non tossica. Nel muscolo si ha la transaminazione del glutammato sul piruvato. L'alanina passa nel sangue per raggiungere il fegato nel quale subir una nuova transaminazione sull'a-chetoglutarato (reazione inversa della precedente) cedendo cos il gruppo NH2 e riproducendo glutammato che lo convoglier tramite la GDH, nel ciclo dell'urea. il piruvato pu, tramite la gluconeogenesi produrre glucosio da immettere in circolo ed esportare nel tessuto muscolare, che tramite la glicolisi, lo riconverte in piruvato. (ciclo del glucosio-alanina) L'ammoniaca liberata dalla deaminazione del glutammato (GDH) e dalla glutamminasi converge nel ciclo dell'urea. L'ossidazione degli aminoacidi destino degli scheletri carboniosI Il pool plasmatico di aminoacidi deriva, oltre che dalla dieta, dalla degradazione delle proteine intracellulari (proteine tissutali). A differenza dei lipidi che possono essere conservati in quantit notevoli nel tessuto adiposo e dei glucidi che, se in eccesso, possono essere conservati solo nei pochi mg di glicogeno contenuti nel muscolo e nel fegato oppure eliminati con le urine, gli aminoacidi che eccedono il fabbisogno delle sintesi di proteine o di altre biomolecolecole non possono essere n conservati n escreti. Il destino degli aminoacidi in eccesso quindi quello di essere indirizzati verso il metabolismo energetico previa rimozione dei gruppiamminici. Lo scheletro carbonioso che rimane, unchetoacido, entra, in qualche modo, nei cicli ossidativi che abbiamo studiato. (ciclo di Krebs) L'utilizzazione degli aminoacidi nel catabolismo avviene ovviamente anche se le necessit energetica non soddisfatta da altri nutrienti ed in questo caso sono le proteine tissutali ad essere degradate per fornire aminoacidi. Lo schema mostra gli aspetti generali del metabolismo degli aminoacidi. E' interessante sapere che il catabolismo degli aminoacidi contribuisce al fabbisogno energetico per oltre il 15% del totale.

La prima tappa del catabolismo aminoacidico dunque la rimozione del gruppo -amminico tramite enzimi altamente specializzati chiamati aminotransferasi o, pi comunemente, transaminasi. Le transaminasi non operano una vera e propria perdita dei gruppi amminici, ma un trasferimento su un chetoacido, generando un nuovo aminoacido.

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Nella maggior parte degliaminoacidi il gruppo amminico viene trasferito all'atomo di carbonio in dell'a-chetoglutarato conformazione dell'a-chetoacido corrispondente all'aminoacido che trasferisce il gruppo amminico.

Come si vede nell'esempio di transaminazione in figura, il gruppo amminico viene trasferito dall'alanina,un aminoacido, all'a-chetoglutarato, un chetoacido che diviene cos glutammato (acido glutammico, un importante aminoacido). L'alanina, a sua volta, perdendo il gruppo amminico, forma il chetoacidopiruvato. Sia il piruvato che l'a-chetoglutarato li abbiamo gi incontrati nel metabolismo energetico. Questa reazione catalizzata da una transferasi, e precisamente l'alanina aminotrasferasi, ALAT, chiamata anche glutammico piruvico transaminasi (GPT). il distacco del gruppo amminico avviene perch le transaminasi contengono, come coenzima, il piridossalfosfato (PLP), derivato dalla piridossina, la vitamina B6. Il meccanismo di catalisi delle transaminasi si chiama meccanismo a ping-pong. L'aminoacido si lega all'enzima, cede al PLP il gruppo amminico e si allontana come chetoacido. Il sito attivo del PLP pu cos legare il chetoacido e cedere il gruppo amminico rimosso precedentemente. Molti aminoacidi vengono transaminati cedendo il gruppo amminico all'a-chetoglutarato. E' evidente quindi che il glutammato che si forma un aminoacido importante nel metabolismo dei gruppi + amminici (-NH2, NH3, NH4 ) raccogliendoli, per transaminazione sull'a-chetoglutarato, da molti aminoacidi. Il glutammato, citosolico, entrer nei mitocondri epatici dove ceder il gruppo amminico + sotto forma di ione ammonio NH4 che entrer nel ciclo di produzione dell'urea ed eliminato con le urine. Larimozione mitocondriale dei gruppi amminici del glutammato operata, tramite unadeaminazione ossidativa, da un enzima che si chiamaglutammato deidrogenasi(GDH), come si vede nella figura. Come si vede la GDH un enzima allosterico, modulato positivamente dall'ADP ed inibito dalla GTP. L'azione combinata delle transaminazione e della deaminazione ossidativa, convoglia, nel citosol, i gruppi amminici nel glutammato dal quale verranno in sede mitocondriale definitivamente rimossi. Nei tessuti extraepatici, oltre alla transaminazione, sono attivi meccanismi ossidativi di rimozione che liberano un gruppo amminico netto che si converte in ammoniaca, NH3, molecola estremamente neurotossica alterando, probabilmente, il pH intracellulare. L'organo deputato alla eliminazione dell'NH3 il fegato. Non potendo essere esportata nel sangue, per la sua tossicit, l'ammoniaca viene, nei tessuti extraepatici, cervello compreso, convertita in un composto non tossico, la glutammina. Come si vede in figura, la glutammina, si forma per addizione enzimatica, catalizzata dalla glutammina sintetasi, di un gruppo amminico al glutammato preventivamente esterificato con un gruppo fosfato su un gruppo acido. Si ha cos la trasformazione del glutammato, polare, in glutammina che, essendo neutra, pu facilmente attraversare le membrane cellulari e, passata nel sangue, viene trasportata al fegato. Il suo azoto ammidico verr rilasciato sotto forma di ammoniaca solo nei mitocondri epatici ad opera di un enzima chiamato glutamminasi, ed entrer nel ciclo di produzione dell'urea, molecola solubile che sar escreta con le urine. Si realizza cos l'eliminazione dell'N amminico degli aminoacidi. Il loro scheletro carbonioso, un a-chetoacido, entrer nel metabolismo energetico. [vedi destino degli scheletri carboniosi] L'alanina un aminoacido chiave nel trasporto di gruppi amminici al fegato in forma non tossica. Nel muscolo si ha la transaminazione del glutammato sul piruvato. L'alanina passa nel sangue per raggiungere

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il fegato nel quale subir una nuova transaminazione sull'a-chetoglutarato (reazione inversa della precedente) cedendo cos il gruppo NH2 e riproducendo glutammato che lo convoglier tramite la GDH, nel ciclo dell'urea. il piruvato pu, tramite la gluconeogenesi produrre glucosio da immettere in circolo ed esportare nel tessuto muscolare, che tramite la glicolisi, lo riconverte in piruvato. (ciclo del glucosio-alanina) L'ammoniaca liberata dalla deaminazione del glutammato (GDH) e dalla glutamminasi converge nel ciclo dell'urea. Il ciclo dell'urEA Come abbiamo visto i gruppi amminici di molti aminoacidi vengono, nel citosol epatico, trasferiti all'a-chetoglutarato formando glutammato che rappresenta quindi il centro di raccolta dei gruppi amminici. Nel muscolo l'aminoacido raccoglitore dei gruppi amminici l' alanina, che passando nel sangue viene trasportata al fegato dove avviene la transaminazione sull'a-chetoglutarato catalizzata dalla GPT, glutammico piruvico transaminasi (oggi pi nota come ALAT, alanina amminotrasferasi). [vedi ciclo glucosio alanina]. Nei tessuti extraepatici inoltre si ha, come detto, la sintesi di glutammina che raggiunge il fegato trasportando "ammoniaca temporaneamente inattivata nella sua tossicit". Glutammato e glutammina vengono trasportati nei mitocondri epatici, nella matrice dei quali comincia il ciclo dell'urea, in parte mitocondriale ed in parte citosolico. In sintesi il ciclo dell'urea provoca l'addizione di due gruppi amminici allo ione bicarbonato HCO3- per produrre una molecola di urea (NH2)2-C=O ed particolarmente dispendioso: circa il 15% dell'energia ricavata dall'ossidazione degli aminoacidi. Ma eliminare ammoniaca troppo importante per badare a spese! E' interessante osservare che il ciclo dell'urea entra in connessione col ciclo di Krebs a livello del fumarato che, prodotto nel citosol nel ciclo dell'urea, entra nei mitocondri per alimentare il ciclo di Krebs ed essere convertito in ossalacetato. A sua volta l'ossalacetato accetta un gruppo amminico dal glutammato con una transaminazione catalizzata dalla GOT, glutammato ossalacetato transaminasi (ASAT, aspartato aminotransferasi) e l'aspartato che ne deriva lascia il mitocondrio e dona il suo gruppo amminico al ciclo dell'urea. La catena respiratoriaLa catena respiratoria costituita da una serie di trasportatori, molti dei quali sono proteine integrali di membrana (interna), i cui gruppi prostetici sono in grado di accettare e cedere uno o due elettroni. L'accettore finale l'ossigeno. Il complesso I una NADH deidrogenasi su cui vengono incanalati tutti i NADH prodotti nelle ossidazioni compreso quello glicolitico dello shuttle malato-aspartato. Gli ioni idruro vengono trasferiti all'ubichinone (UQ)detto anche coenzima Qsecondo la reazione: NADH + H+ + UQ (ubichinone)

NAD+ + UQH2 (ubichinolo)

Il flusso di elettroni attraverso il complesso I accompagnato da spostamento di protoni dalla matrice allo spazio intermembrana. Il complesso II la succinato deidrogenasi, enzima del ciclo di Krebs ed la sede sella riossidazione del FADH2. Anch'esso, come il complesso I trasferisce gli elettroni all'ubichinone, riducendolo ad ubichinolo. Anche la glicerolo 3-P deidrogenasi, enzima di membrana rivolto verso lo spazio intermembrana (non presente in figura) che riossida il NADH citosolico trasportato dalla shuttle del glicerolo 3-P, trasferisce gli elettroni all'ubichinone.

L'ubichinone, in figura CoQ, una molecola idrofobica, completamente immerso nella membrana mitocondriale nella quale diffonde liberamente spostandosi nel doppio strato lipidico. La sua forma ossidata contiene due gruppi carbonilici che possono accettare due elettroni e due protoni riducendosi completamente a ubichinolo avente due gruppi alcolici.

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L'UQH2 diffonde dal complesso I al complesso III, dove viene riossidato. Il complesso III il complesso che riossida l'ubichinolo ed costituito da citocromi b e c. Il citocromo c una proteina solubile che, come tutti i citocromi, ha come gruppo prostetico l'eme, contenente Fe che accetta elettroni passando da ferro ferrico a ferro ferroso e viceversa. Esso pu spostarsi nella parte polare della membrana per la sua possibilit di fare legami elettrostatici. E' di notevole interesse osservare come il citocromo c sia una proteina presente in tutti gli organismi aerobi con una sequenza aminoacidica che cambiata di poco nella scala evoluzionistica, segno di una elevata efficienza nel trasportare elettroni che si selezionata tra tutte quelle possibili. La riossidazione dell'ubichinolo accompagnata da un secondo spostamento di protoni dalla matrice allo spazio intermembrana. Si incrementa cos il gradiente di concentrazione protonica, iniziato a livello del complesso I, tra le facce della membrana che realizza una differenza di potenziale elettrico e un gradiente di pH. Il complesso IV, chiamato citocromo ossidasi, contiene ioni rame che partecipano al trasferimento degli elettroni all'ossigeno. Il flusso di elettroni dal citocromo c all'ossigeno determina un nuovo ed ultimo spostamento di protoni dalla matrice verso lo spazio intermembrana. In conclusione, nei mitocondri, l'azione dei complessi I, III e IV porta elettroni dal NADH all'ossigeno e quello dei complessi II, III e IV, dal succinato (FADH2) all'ossigeno. La reazione complessiva - 52Kcal/mole Quella che parte dal succinato invece ha un G0 - 36 Kcal/mole (si salta un sito di spostamento protonico) NADH + H+ + 1/2 02

H2O + NAD+ ha un

G0

Quindi il trasferimento esoergonico di elettroni lungo la catena respiratoria produce energia pi che sufficiente per "spingere" la reazione endoergonica che porta alla sintesi di ATP: ADP + Pi

ATP

Come tale energia viene incanalata nella sintesi dell'ATP un processo che prende il nome di fosforilazione ossidativa

La fosforilazione ossidativaAbbiamo visto che il flusso di elettroni attraverso la catena


respiratoria produce una notevole quantit d'energia. Resta ora da capire come questa energia, liberata dalle ossidazioni biologiche operate dalle deidrogenasi possa rendersi disponibile per la fosforilazione dell'ADP. Per capire come avvenga l'accoppiamento dell'ossidazione con la fosforilazione dobbiamo conoscere un'altra proteina integrale di membrana: l'ATPsintasi. L'ATPsintasi un complesso di membrana formato da due subunit principali, Fo e F1. Come si vede in figura F1 si protende nella matrice ed il complesso che lega ATP e ADP in diversi siti . Il complesso Fo contiene un canale protonico asimmetrico e proteso verso la matrice mitocondriale.

Esiste una teoria che accoppia l'ossidazione dei substrati alla fosforilazione ed lateoria chemiosmotica proposta da P. Mitchell nel 1960 e che alla base dell'attuale ricerca nel campo della trasduzione energetica. Il flusso elettronico attraverso la membrana interna dei mitocondri accompagnato da un pompaggio di protoni dalla matrice allo spazio intermembrana. Ci genera una differenza di potenziale elettrico e una differenza di pH tra i due lati della membrana rendendo quello che guarda la matrice pi alcalino.

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Questa concentrazione protonica e queste separazione di cariche determinano unaenergia elettrochimica che prende il nome di forza motrice protonica cherappresenta la forma di conservazione dell' energia prodotta e liberata nelle ossidazioni biologiche. Il pompaggio contro gradiente protonico avviene con consumo d'energia e quindi avr un G > 0. La membrana mitocondriale impermeabile ai protoni che non possono cos rientrare per annullare il gradiente elettrochimico. Ma quando questi potranno fluire attraverso i canali protonici specifici posti nel complesso Fo dell'ATPsintasi in direzione del gradiente elettrochimico, si render disponibile una quantit di energia pari al G consumato per il trasporto in senso contrario (reso possibile dal flusso elettronico). Il complesso F1 condenser un fosfato all'ADP per generare ATP. In definitiva quindi la generazione di ATP dai nutrienti, ed in particolare dal glucosio seguir le seguenti tappe: Energia radiante Glucosio coenzimi ridotti membranaATP

energia elettrochimica di

Per ogni NADH riossidato si ha un flusso protonico in tre siti e si otterranno 3 moli di ATP. Per ogni FADH2 riossidato si avranno solo 2 ATP perch viene bypassato il complesso I. Lo stesso vale per il NADH citosolico trasportato dal glicerolo 3-P. L'ATP prodotto nella matrice mitocondriale deve essere esportato fuori dai mitocondri ma sappiamo che la membrana interna impermeabile a quasi tutte le sostanze a meno che non abbiamo sistemi di trasporto proteici specifici.

Vi sono importanti sistemi di trasporto nella membrana mitocondriale interna che operano il trasporto di ADP e Pi nella matrice e consentono l'uscita dell'ATP neo formato. L'enzima fondamentale l'ATP-ADP traslocasi che funziona come un antiporto. Il fosfato entra nella matrice con un simporto favorito dal rientro degli ioni idrogeno a favore di gradiente. Quindi la forza motrice protonica fornisce l'energia necessaria alla sintesi di ATP e nel contempo favorisce il trasporto dei substrato (ADP e Pi) nella matrice e i prodotti della reazione (ATP). Le biosintesi riduttive I processi biosintetici sono rappresentati dalle vie anaboliche endoergoniche che possono avvenire sfruttando l'ATP e il NADH (meglio NADPH) prodotti nelle vie cataboliche ossidative che abbiamo visto. Catabolismo ed anabolismo procedono contemporaneamente nelle cellule in modo che le vie degradative, producendo energia, consentano, in un equilibrio dinamico, di spingere le vie sintetiche che mantengono un alto grado di ordine intracellulare.

La gluconeogenesi E' la via universale per la sintesi di glucosio da molecole


non glucidiche. Il glucosio in eccesso sar poi la base per la sintesi del glicogeno negli animali e dell'amido e del saccarosio nelle piante. Considerando che il cervello dell'uomo consuma circa 120 g. di glucosio al giorno e rappresenta la principale fonte d'energia per i tessuti embrionali, per gli spermatozoi, per la midollare del surrene e per i globuli rossi, si capisce quanto sia importante, nei tessuti animali, la biosintesi di glucosio. La gluconeogenesi avviene principalmente nel fegato dei mammiferi ed citosolica, come la glicolisi, dalla quale differisce per tre deviazioni nelle reazioni irreversibili. [vediglicolisi].

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Se la glicolisi converte il glucosio in piruvato, la gluconeogenesi converte il piruvato in glucosio e le due vie sono ovviamente soggette ad una regolazione coordinata e reciproca. La figura mostra le tre deviazioni della gluconeogenesi che sono le tape catalizzate dalle chinasi. Ovviamente poich la direzione quella della glicolisi, la gluconeogenesi va seguita cominciando dal basso. Nella prima deviazione, la conversione del piruvato in P.E.P. parzialmente mitocondriale e parzialmente citosolica. Il piruvato pu provenire anche dalla alanina per transaminazione (GPT). Esso, nei mitocondri, viene carbossilato dallapiruvico carbossilasi in ossalacetato (enzima gi visto nelle vie anapletorica nelciclo di Krebs). Tale enzima il primo enzima regolatore della gluconeogenesi essendo attivato dall'acetil-CoA. Attraverso il malato viene riprodotto ossalacetato citosolico che subisce l'azione della PEP carbossichinasi,con il GTP donatore di fosfato. Si forma cos fosfoenolpiruvato che prosegue la via glicolitica al contrario fino al fruttosio 1,6 difosfato che, prodotto nella glicolisi in una reazione irreversibile, dovr essere defosforilato con una seconda deviazione che consiste nell'idrolisi del gruppo fosfato in C1 ad opera della fruttosio 1,6 difosfatasi. [il fosfato non viene trasferito, ma staccato per idrolisi] La terza deviazione al conversione del glucosio-6-P in glucosio libero con una nuova idrolisi operata dalla glucosio 6-fosfatasi. La glicolisi e la gluconeogenesi, come detto saranno controllate reciprocamente perch ovviamente non si pu demolire glucosio (glicolisi) se si ha bisogno di sintetizzarlo. Se l'acetil-CoA abbondante esso bloccher la glicolisi a livello della PFK e della PDH, e attiver la conversione del piruvato in ossalacetato funzionando da effettore positivo sulla piruvato carbossilasi.

Biosintesi del glicogeno


Il glicogeno un polimero del glucosio sintetizzato dalle cellule dei mammiferi e utilizzato come riserva energetica nel fegato e nei muscoli. Durante brevi digiuni, quando la concentrazione del glucosio nel sangue decresce, il glicogeno epatico viene degradato, tramite la glicogenolisi, fornendo glucosio libero da immettere nel sangue per ripristinare i normali livelli di glicemia (omeostasi glucidica). Il glicogeno muscolare, con la glicogenolisi, ha la funzione di mettere a disposizione delle fibrocellule muscolari, glucosio da ossidare per produrre energia. Il glicogeno (vedi) un omopolisaccaride molto ramificato in cui le molecole di glucosio sono legate da legami 14 glicosidici nelle parti lineari e da legami 16 glicosidici nei punti di ramificazione. Il punto di partenza della sintesi di glicogeno il glucosio-6-P, rapidamente convertito in glucosio-1-P dall'enzima glucofosfomutasi. La glicogenosintesi ha un fondamentale passaggio iniziale, quello dell'attivazione del glucosio-1-P ad opera dell'UDP-glucosio pirofosfatasi. L'UDP un nucleotide difosfato che funziona da donatore di glucosio nella reazione di sintesi eseguita dalla glicogeno sintasi. [il glucosio attivato dall'UDP e aggiunto alla catena in grigio chiaro]

La biosintesi degli acidi grassi


Come per il glucosio, la biosintesi e la degradazione degli acidi grassi sono catalizzate da enzimi diverse ed in pi sono localizzate in compartimenti cellulari diversi. Mentre l'ossidazione una via metabolica mitocondriale, la biosintesi si svolge nel citosol. La sintesi degli acidi grassi parte dall' acetil-CoA che subisce una conversione in malonilCoAad opera di un enzima, l'acetil-CoA carbossilasi contenente biotina che la vitamina trasportatrice di CO2 [contenuta anche dalla piruvico carbossilasi]. Come si vede in figura all'acetato viene sostituito un idrogeno metilico con una CO2 Tutte le reazioni che portano alla sintesi degli acidi grassi che partono dal malonil-CoA, sono catalizzate da una proteina enzimatica chiamata acido grasso sintasi che lega in un sito un acetato e nell'altro il malonil-CoA che verr dapprima decarbossilato [riproducendo acetato] e condensato all'acetato. Alla fine del processo riduttivo, che impegna come riducente il NADPH, si ha l'allungamento di due atoni di carbonio dell'acetato proveniente dal gruppo de malonil-CoA iniziale.

La biosintesi degli aminoacidi

Tutti gli aminoacidi derivano da intermedi del catabolismo che dal glucosio porta al ciclo di Krebs. L'N viene portato in queste vie dal glutammato o dalla glutammina. E' utile tener presente che la capacit di produrre tutti e venti gli aminoacidi una caratteristica della maggior parte delle piante e dei batteri, mentre i mammiferi, ad esempio, non riescono a sintetizzarne almeno otto che sono per questo chiamatiaminoacidi essenziali, nel senso che essenziale introdurli con la dieta. Lo schema organizza le vie biosintetiche degli aminoacidi studiate nei batteri ma che non saranno dettagliate in questo corso, raggruppandole nelle "famiglie" che derivano da precursori comuni. Cos si vede che l'istidina viene prodotta partendo dal ribosio-5-fosfato, intermedio della via del pentoso fosfato [vedi]. La serina viene sintetizzata con una via metabolica che parte dal 3fosfoglicerato. La serina poi l'aminoacido di partenza per la sintesi della glicina e della cisteina. Il piruvato il precursore di altri tre aminoacidi:l'alanina, la valina e la leucina, mentre l'-chetoglutarato, essendone il chetoacido, il precursore del glutammato dal quale derivano anche la glutammina [vedi glutammina sintetasi], la prolina, che un suo derivato ciclico e l'arginina [vedi ciclo dell'urea] Mediante transaminazione con il glutammato, l'ossalacetato produce aspartato che il precursore dell'asparagina, metionina, lisina e treonina la quale ha una via metabolica nei batteri che la converte inisoleucina [vedi enzimi allosterici] Dal fosfoenolpiruvato derivano con una serie di complesse vie metaboliche, il triptofano, la tirosina e la fenilalanina. LA VIA DEL PENTOSO-FOSATO

La glicogenolisi
Prima di dare uno sguardo alle integrazioni del metabolismo in generale occorre imparare due vie: quella del pentosio fosfato non solo perch mette a disposizione della cellula il NADPH e il ribosio, ma anche perch il ribosio 5-P il precursore dell'istidina, un importante aminoacido [vedi]. La glicogenolisi occorre conoscerla perch molti controlli ormonali agiscono su un enzima chiave di questa via, laglicogeno fosforilasi, che ha un enzima particolarmente interessante.

sintesi di NADPH e di ribosio-5-fosfato

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Il NADPH il trasportatore universale di energia sottoforma di potere riducente (elettroni) per le reazioni anaboliche. Oltre al NADPH la via del pentosio fosfato produce ribosio usato per la biosintesi degli acidi nucleici. La via del pentosio fosfato inizia dal glucosio-6-fosfato e tramite quattro reazioni, di cui due ossidative che utilizzano deidrogenasi NADP+ dipendenti, ed una in cui si ha l'eliminazione di un atomo di carbonio sottoforma di CO2, si ottiene una molecola di ribosio 5P e 2 molecole di NADPH

La glicogenolisI nel muscolo...


E' la via di demolizione del glicogeno alla fine del quale si ottiene glucosio libero per rifornire, nel muscolo, la via glicolitica. Nelle fibrocellule la fosforilasi, che quando il muscolo a riposo si trova prevalentemente nella forma inattiva chiamata fosforilasi b, viene, durante uno sforzo intenso, attivata dalla azione dell'ormone adrenalina che fosforilando un residuo diserina la trasforma nella forma attiva, fosforilasi a. La fosforilasi a catalizza la rottura del legame 1 4 glicosidici, cio quelli lineari fino a quattro postazioni precedenti al punto di ramificazione. E' interessante osservare come l'idrolisi del legame14 avvenga per addizione di fosfato inorganico producendo molecole di glucosio 1P. A questo punto interviene l'enzima deramificante prima conl'attivit transferasica e poi con quella 16 glicosidasica. [vedi figura] La figura schematizza una piccola porzione di una molecola di glicogeno, con una ramificazione. la glicogeno fosforilasi stacca, partendo dall'estremit libera a sinistra, le prime cinque molecole di glucosio. Si ferma a quattro monomeri prima del punto di ramificazione. Interviene allora l'enzima deramificante che prima trasferisce tre molecole sul polimero lineare e poi stacca il glucosio del punto di ramificazione. L'ultima figura mostra un polimero completamente lineare sul quale pu ricominciare l'azione della fosforilasi a.

nel fegato...
la glicogeno fosforilasi attivata dall'ormone glucagone Quando i livelli di glucosio ematici (glicemia) sono troppo bassi, il glucagone attiva un enzima (la fosforilasi b chinasi) che converte la fosforilasi b in fosforilasi a, rendendo disponibile glucosio da immettere nel sangue. L'insulina agisce in senso inverso, favorendo la defosforilazione degli enzimi che attivano la fosforilasi b. Metabolismi specifici: il fegato, il tessuto adiposo e il muscolo scheletrico Negli organismi pluricellulari e quindi anche nell'uomo, al quale faremo riferimento, ogni tessuto svolge le vie metaboliche studiate in maniera specifica. Vi quindi una "divisione del lavoro metabolico" che sar poi integrato e coordinato dall'azione degli ormoni adrenalina, glucagone ed insulina, che tratteremo a parte. [vedi controllo ormonale].

Il fegatoIl fegato l'organo centrale del metabolismo in quanto gli epatociti, dopo
l'assorbimento intestinale, assumono la quasi totalit degli zuccheri e degli aminoacidi. Solo una piccola quota dei trigliceridi viene utilizzata dagli epatociti mentre la gran parte, dopo l'assorbimento, entra nel tessuto linfatico e poi nel tessuto adiposo. IL fegato elaborai nutrienti e li ridistribuisce ai tessuti, attraverso il flusso sanguigno, in una miscela, "calcolata" per i fabbisogni extraepatici a seconda dell'intervallo di tempo tra un pasto e l'altro, dell'attivit dell'intero organismo e dal fabbisogno energetico. Vediamo in dettaglio ora l'azione del fegato sugli zuccheri e sugli aminoacidi. [seguire lo schema] Il glucosio entrato nell'epatocita viene fosforilato dalla glucochinasi, enzima con una Km molto elevata ma non inibito dal suo prodotto, come l'esochinasi.

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Il glucosio 6-P, come si vede in figura pu avere cinque destini metabolici che dipendono dalle necessit dell'organismo. 1) In caso di glicemia bassa, il glucosio 6-P viene defosforilato dalla fosfatasi per esportare glucosio libero nel flusso sanguigno. 2) Nel caso di bassa attivit fisica e di normale concentrazione ematica di glucosio, se le riserve epatiche di glicogeno lo consentono, il glucosio 6-P viene immagazzinato come glicogeno attraverso la glicogenosintesi. 3) In caso di richiesta energetica il glucosio-6-P prende la via glicolitica e le successive deidrogenazioni per produrre ATP nella catena respiratoria. 4) Se l'acetil-CoA in eccesso esso servir come precursore per la sintesi di acidi grassi che saranno poi incorporati nei fosfolipidi o nei trigliceridi. 5) Se si devono produrre coenzimi ridotti (NADPH) per qualche sintesi oppure la cellula necessita di ribosio per la biosintesi degli acidi nucleici, il glucosio 6-P il precursore della via del pentosio-fosfato. Passiamo ora all'azione del fegato sugli aminoacidi [seguire lo schema] Gli aminoacidi che entrano nelle cellule epatiche hanno diversi destini. Vediamoli. 1) sono i precursori per la sintesi delle proteine epatiche o 2) per quelle tissutali. 3) alcuni aminoacidi sono i precursori di nucleotidi, ormoni, neurotrasmettitori. 4) Gli aminoacidi in eccedenza per le biosintesi dei punti precedenti vengono deaminati e degradati ad acetil-CoA ed intermedi del ciclo di Krebs che 4a) in caso di sufficiente energia e/o di lavoro muscolare basso, possono essere convertiti in glucosio attraverso la gluconeogenesi. L'acetil-CoA oltre a seguire la via del metabolismo energetico, pu essere utilizzato, se in eccesso, 4c)per la sintesi degli acidi grassi. 4d) L'ammoniaca rilasciata nella deaminazione viene convertita in urea nel ciclo dell'urea. 5) Durante un digiuno prolungato, il livello di glucosio ematico tende a scendere sotto i livelli normali. Allora alcune proteine del tessuto muscolare vengono degradate per liberare aminoacidi liberi. Questi aminoacidi per transaminazione cedono il gruppo amminico al piruvato formando alanina che viene trasportata al fegato che, a sua volta, la deamina a piruvato. Il piruvato, come sappiamo pu percorrere la via gluconeogenetica e produrre glucosio da immettere nel sangue per ripristinare l'omeostasi glucidica. Questo ciclo, chiamato glucosioalanina, quello che regola la glicemia tra un pasto e l'altro. Per ultimo vediamo l'utilizzazione degli acidi grassi da parte del fegato. Gli acidi grassi, nell'epatociti possono essere convertiti in lipidi, fosfolipidi e triacilgliceroli che, legati alle lipoproteine plasmatiche, vengono esportati al tessuto adiposo. Nella maggior parte dei casi gli acidi grassi sono il combustibile principale per il fegato e quindi attraverso l'attivazione e la -ossidazione vengono convertiti in acetil-CoA e NADH che poi produrr ATP nella catena respiratoria tramite la fosforilazione ossidativa. L'eccesso di acetilCoA prodotto viene convertito in corpi chetonici che rilasciati nel sangue vengono utilizzati dai tessuti extraepatici per essere ossidati e produrre energia.

Il tessuto adiposo
E' il tessuto di deposito dei grassi provenienti dall'intestino, dopo l'assorbimento e quelli sintetizzati, per la maggior parte, nel fegato ed esportati al tessuto adiposo tramite le VLDL. Quando l'organismo avverte la necessit di energia e lo zucchero ematico in bassa concentrazione, l'azione dell'ormone adrenalina attiva la lipasi contenuta nel tessuto adiposo che idrolizza i triacilgliceroli in acidi grassi e glicerolo. Gli acidi grassi cos liberati vengono trasportati nei tessuti muscolo scheletrici e al cuore che li ossidano per estrarre ATP.

5 I muscoli scheletrici
I muscoli scheletrici, deputati a compiere un lavoro meccanico, sono la sede del maggior consumo d'energia. Essi possono utilizzare acidi grassi, corpi chetonici o glucosio a seconda del grado di attivit muscolare. Nel muscolo a riposo i principali nutriente sono gli acidi grassi forniti dal tessuto adiposo. In caso di moderata attivit il muscolo pu utilizzare invariabilmente corpi chetonici epatici, acidi grassi o glucosio. Quando il muscolo esegue un'attivit massima, l'apporto di ossigeno e di sostanze nutrienti provenienti dal sangue, insufficiente ai bisogni immediati. In tal caso il muscolo dopo aver demolito glicogeno endogeno, demolisce il glucosio a lattato nella via anaerobica. Questo sforzo massimo pu continuare, dipendendo dall'allenamento, solo per poco tempo provocando accumulo di acido lattico che deve essere smaltito. Dopo lo sforzo, il soggetto deve continuare in una respirazione accelerata per un po' di tempo. La maggior parte dell'ossigeno cos assunto viene utilizzato principalmente dal fegato per produrre ATP da destinare alla sintesi conversione del lattato, giunto dal muscolo, in glucosio. (ciclo di Cori). Durante il periodo di intensa attivit il muscolo scheletrico, che contiene fosfocreatina, pu produrre ATP nella reazione catalizzata dalla creatina chinasi: fosfocreatina + ADP

creatina + ATP
creatina + ATP

ma durante la fase di recupero la fosfocreatina viene rigenerata tramite la reazione inversa:

fosfocreatina + ADP

Il cervello
Il cervello dell'adulto usa solo glucosio proveniente dal flusso sanguigno. La esochinasi, con una bassa Km pu utilizzarlo anche in concentrazioni basse che per non devono scendere sotto livelli critici che comporterebbero gravi danni funzionali profondi ed irreversibili. Durante i periodi di digiuno, il cervello pu utilizzare anche il -idrossibutirrato, un corpo chetonico proveniente dal fegato. L'energia dell'ATP necessaria per creare e mantenere il potenziale d'azione generato dall'antiporto della pompa sodio-potassio, ATPasi dipendente.

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